Baugh hired, Wong fired

Non ho fatto nemmeno – personalmente – in tempo a scriverlo, esposto a lavoro e impegno della partita notturna che ha già esordito più velocemente di un lampo ma ieri il  presidente delle operazioni di mercato Jeff Peterson ha annunciato che la franchigia ha firmato un contratto a due vie con la guardia Damion Baugh.

Damion Baugh a Orlando.

Baugh è apparso in 35 partite (20 da titolare) questa stagione con i Westchester Knicks, affiliata della NBA G League di New York, registrando 12,8 punti, 5,7 rimbalzi, 8,1 assist e 1,7 palle rubate a partita e vincendo il G League Winter Showcase 2024.

In 72 uscite (30 da titolare) in due stagioni della G League con i Westchester e i South Bay Lakers, affiliata di Los Angeles, Baugh ha registrato 12,3 punti, 5,1 rimbalzi, 5,4 assist e 1,6 palle rubate, nella notte, segnando 16 punti è già sopra la media personale in G-League.

Originario di Nashville, Tennesseee, Baugh ha giocato due stagioni all’Università di Memphis prima di trascorrere i suoi ultimi due anni alla Texas Christian University, dove è arrivato terzo nella Big 12 in assist a partita (5,8) e si è guadagnato un premio All-Big 12 Second Team come senior nel 2022-23.

A fargli posto (dispiace perché simpatico e giocatore sufficiente ma carente in fase difensiva per via del fisico minuto) è l’altro two-way Isaiah Wong.

Isaiah Wong nell’ultima partita con i Magic.

Gli Hornets hanno, infatti, rinunciato al giocatore bidirezionale Isaiah Wong secondo un comunicato stampa della franchigia.

Wong è apparso in 20 partite con gli Hornets questa stagione, con una media di 6,0 punti, 1,6 rimbalzi e 1,4 assist in 13,3 minuti a partita.

Wong, che è apparso anche in sei partite della G-League questa stagione, aveva firmato un contratto bidirezionale con gli Hornets il 2 dicembre.

In quel momento, ha accettato un accordo biennale che copriva la stagione 2025/26 e il resto del ’24/25.

Charlotte però ha modificato il suo roster negli ultimi giorni promuovendo Moussa Diabaté da un contratto two-way a un contratto standard nello scorso fine settimana.

Gli Hornets hanno quindi poi firmato Damion Baugh con un contratto bidirezionale mercoledì.

A causa dei numerosi infortuni ai giocatori chiave, Wong aveva trovato parecchio spazio apparendo in 10 partite dal 22 gennaio.

Ha giocato 16 minuti mercoledì contro Orlando e ha segnato sette punti.

Stava giocando per la squadra della G-League dello Utah, i Salt Lake City Stars, quando gli Hornets gli hanno offerto un contratto.

Rimane un posto in two-way ma con la pausa All-Star in arrivo, non c’è bisogno immediato per gli Hornets di riempire il posto a due vie, inoltre il mistero Mark Williams si infittisce poiché non è ancora stato visto con la squadra (sarà uno dei due famosi leocorni della canzone?) con gli Hornets che hanno presentato un ricorso alla NBA mentre Dalton Knetch, il giocatore dei Lakers che avrebbe dovuto passare a Charlotte è tornato a giocare con i gialloviola e nella intervista è apparso molto diplomatico dicendo comunque di essere felice di essere tornato nel gruppo della squadra californiana.

In casa Charlotte, invece, il nuovo centro Nurkic ha fatto intendere in una dichiarazione un po’ amara verso la sue ex squadra (Phoenix) che a Charlotte è stimato mentre in Arizona non lo era più.

In un’intervista a metà partita, Nurkic ha rilasciato un’osservazione: “Come giocatore, vuoi sentirti desiderato. Come essere umano, voglio sentirmi rispettato. Penso di trovarmi finora qui, finora bene. Amo questi ragazzi. Stanno gareggiando come matti”. 

Purtroppo gli Hornets sono scesi ad un 13-39 alla pausa All-Star Game e si trovano quartultimi nell’intera NBA con Uta a mezza partita dopo l’ultima vittoria ma se il piano è aumentare le palline per il Draft, i Jazz dovrebbero scavalcare gli Hornets in un piano non certo edificante o emozionante da mettere in atto.

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To the Los Angeles and back

Lo stato degli Hornets.

Clamoroso al Cibali avrebbero detto una volta ma non siamo a Catania, bensì a Los Angeles dove, secondo l’entourage medico dei Lakers, Mark Williams non avrebbe passato le visite mediche di rito.

Mark quindi torna a Charlotte che avrà ora quattro centri con l’aggiunta di Nurkic e un Diabaté vicino al massimo di 50 partite giocabili con il two-way, dovrebbero mancargliene 7.

Annullata quindi unilateralmente dai Lakers la trade, Knetch e Reddish tornano in giallovila e Mark in purple & teal…

In un mercato dove anche il pluri- acciaccato James Wiseman ha cambiato casacca trovando nuova casa, difficile dire se abbia ragione Charlotte o il ragazzo sia stato tenuto su con i cerotti, di fatto Mark chiuderà questa stagione, almeno, a Charlotte.

NBA, il colpo di scena: Williams non passa le visite mediche, i Lakers annullano la trade | Sky Sport

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La neofilia della SF

Forse qualcuno si sarà chiesto, riferendosi al titolo, a cosa si riferisse SF, ovviamente non sta né per Scuderia Ferrari, né per Street Fighter tantomeno per San Francisco ma per small forward poiché gli Hornets pare stiano facendo collezione di ali piccole da Josh Green in poi.

La neofilia, ovvero il bisogno di avere sempre costanti novità intesa come nell’accezione peggiore della situazione, porta il tifoso a disaffezionarsi poiché vede i pezzi migliori partire (c’è uno svuotamento materiale ma anche affettivo), distrugge i progetti che Charlotte puntualmente tenta di costruire e poi smantella nel giro di qualche anno smentendosi, spesso accortasi di aver sbagliato scelte ma dato che tutto è permeato da variabili, a qualcuno in società non è mai venuto in mente che dopo anni di insuccessi, forse un po’ di mea culpa per l’incompetenza ci starebbe?

La stagione non ha più nulla da dire ma i tifosi si augurano comunque di vedere aumentare lo striminzito record di 12 vittorie in 28 partite che ha portato gli Hornets a livello di una vittoria ogni 4 partite parametrandosi sulle due annate precedenti.

Difficile farlo se si vendono però sempre i pezzi migliori.

Mark Williams, dichiarato incedibile in estate insieme a Ball e Miller (gli unici tre) è stato spedito ai Lakers in cambio di Dalton Knetch e Cam Reddish oltre ad una scelta non protetta nel 2031 e uno scambio di scelte nel 2030 ma forse i fan si saranno suicidati tutti prima…

In estate è arrivato Josh Green che sta giocando come ala piccola e oltre a Cody Martin ancora in roster e il nuovo arrivato Josh Okogie, ecco i due nuovi provenienti da LAL ad affollare il roster.

La voglia di nuovo nel ruolo sembra qualcosa di follemente demenziale, sia perché vi è un affollamento nel settore, sia perché Mark Williams è andato via per un cencio.

Intendiamoci, Mark Williams ha giocato le ultime partite in chiaroscuro con poca voglia e senza Ball a innescarlo ha mostrato parecchi limiti offensivi quando deve fare da solo compresi quelli sotto canestro dove non sa difendere la palla con il suo ottimo fisico e spesso finisce per esporla e perderla in maniera banale.

Sicuramente però questa stagione Mark Williams ha giocato alcune delle migliori partite della sua carriera e sembrava dover essere un pezzo fondamentale a lungo termine della franchigia.

Nelle sue ultime nove partite, Williams ha avuto una media di 21,6 punti, 12,9 rimbalzi, 3,2 assist e 1,7 stoppate a partita anche se quei numeri vogliono dire poco se non lo si osserva in partita su ambo i fronti e su come ha ottenuto quei punti.

Sicuramente i Lakers mettono insieme per l’oggi il pezzo mancante del mosaico perché Doncic e LeBron apriranno spazi a Williams che è ciò che il treccioluto giocatore gradisce di più.

Gli Hornets con Knetch acquisiscono un discreto tiratore, un rookie anomalo di 24 anni che può crescere e ha già un massimo in carriera di 37 punti.

Gli Hornets hanno acquisito anche Cam Reddish, altro giocatore alla Okogie orientato alla difesa e a proposito di defense gli Hornets sono rimasti con un solo centro sotto contratto, ovvero il prossimo al ritiro, ovvero Taj Gibson.

C’è anche Moussa Diabaté ma l’ex Clippers ha ancora un contratto two-way.

Mark Williams era stato criticato nell’ intervallo dal commentatore degli Hornets Terrence Oglesby per non aver mostrato alcuno sforzo contro i Washington Wizards. “Va bene quando i tiri vengono sbagliati, va bene quando si fanno errori ma se c’è almeno impegno, posso conviverci. Mark Williams ha messo insieme un primo tempo che non ho mai visto da un centro titolare a livello NBA… È stato così scarso dal punto di vista dell’impegno oggi che hanno dovuto toglierlo dalla marcatura di un centro sulla via del tramonto come Jonas Valanciunas, e poi ha concesso tre punti open ai tiratori avversari perché non si stava dando da fare per contestare i tre. Lo sforzo deve essere migliore. Potresti essere sotto di 23 punti, qualsiasi cosa… Questa squadra dei Washington Wizards è ultima in attacco e difesa e ti stanno battendo di 23 punti sul tuo campo perché non hai voglia di muoverti. È pazzesco. Mark Williams, se diventerai il centro di una franchigia in cui hanno investito e hanno pianificato che tu fossi un elemento fondamentale di ciò che faranno in futuro, quello sforzo è inaccettabile.”

Guardando la partita sottoscrivo tutto, sacrosante parole ma un altro mea culpa dovrebbero farlo i proprietari che in questi anni hanno gestito la franchigia, incapaci di trovare feeling ed appeal per portare giocatori già affermati a Charlotte non volendo spendere più del necessario e affidandosi a progetti sisifiani di ricostruzione, si spinge il masso in cima e lo si fa rotolare nel burrone, lo si riprende e lo si riporta in cima per continuare il ciclo eterno senza andare davvero da nessuna parte…

Peterson si è agglutinato e sembra diventato un Presti a lunga gittata che accumula scelte (o capi come tristemente vengono chiamate anche) da qui al 2031, una strategia che può piacere o no e potrebbe anche portare qualche benefit se la franchigia si regolarizzasse, ciò non toglie che a Charlotte aspettano di vincere una serie di playoff dal 2002 e visti gli infortuni di questi anni non è detto che l’unica strategia che pare percorribile low cost sia anche di successo.

Tornando a Williams (un punto a favore di Peterson è che potrebbe essere un giocatore con una presenza limitata per via degli acciacchi avuti in questi anni, un classico injury prone diciamo nonostante la giovane età) ha cominciato a vagare per il campo come fosse un fantasma per poi fare il suo nel secondo tempo a livello numerico poiché ha messo a segno 23 punti (7/12 FG), 14 rimbalzi, 2 assist, 1 palla rubata e 1 stoppata tuttavia, la sua prestazione difensiva è stata insufficiente, concludendo la partita con un punteggio difensivo di 112,6…

La sua prestazione in quella che è finita per essere l’ultima partita della sua carriera con gli Hornets è stata molto peggiore.

Contro i Milwaukee Bucks, ha messo a segno 6 punti (2/8 FG),catturato  5 rimbalzi e smistato 2 assist, concludendo la partita con un punteggio difensivo di 126,4.

Ora la palla passa ai Lakers e dovrà migliorare se vuole evitare critiche feroci.

Ai fan Hornets comunque rimane l’amarezza perché la contropartita può essere vista da alcuni come interessante ma il potenziale di un Williams motivato nelle sue migliori serate è stato sminuito e il giocatore svenduto e credo si sarebbe potuto ottenere qualche contropartita migliore vagliando l’interesse di altre squadre.

Agli Hornets resta Knetch, nato a fargo, la più popolosa città dello sperduto North Dakota, sperduti anche i fan di Charlotte che non vedono fine al peggio…

Rimangono meno di 6 ore alla fine del mercato, pare che Denver e Milwaukee siano interessate a Cody Martin, in fondo dovesse partire sarebbe neofilia, troppo vecchio per restare e troppe immagini di insuccessi con lui in questi anni (ovviamente non per causa sua) ma i signori che gestiscono la franchigia se fossero seri e non solo businessman dovrebbero vendere la franchigia perché ci meritiamo di meglio, il coma farmacologico ha un limite temporale che è stato ampiamente superato ormai…

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Charlotte Women’s Basketball Returns to a Parallel Universe

Un tempo Charlotte oltre agli Hornets, vantava una squadra femminile nella lega parallela, la WNBA, in attività ancor oggi ma per i fan della squadra composta da donne nella Queen City il tempo si è fermato nel 2006 quando la franchigia è stata smembrata in seguito al fallimento economico della stessa.

Le Charlotte Sting resistettero nell’universo parallelo dal 1997 al 2006 giungendo in un’occasione anche alle finali WNBA poi il lato oscuro economico dei Bobcats che erano stata la nuova franchigia maschile data dalla NBA a Charlotte, si intrecciò nella persona di Robert Louis Johnson con l’universo femminile non più sostenibile secondo i contabili della società e la franchigia (da purple and teal divenuta arancioblu) collassò.

Oggi però sembra che una nuova squadra di basket femminile professionistica stia arrivando Nella Buzz City.

La squadra, che al momento non ha un nome è chiamata momentaneamente di default: “UpShot Charlotte” e farà parte della neonata UpShot League.

Il club di Charlotte sarà uno dei quattro team originali della lega (come fu uno degli 8 originali della WNBA) insieme a Greensboro, Savannah e Jacksonville.

I fan avranno l’opportunità di dare un nome alla squadra e potranno inviare i loro suggerimenti qui: Name The Team – Upshot Charlotte

Ogni squadra della UpShot League giocherà 40 partite di stagione regolare (20 in casa e altrettante in trasferta).

La squadra di Charlotte giocherà le sue partite casalinghe al Bojangles Coliseum.

E’ stata la Zawyer Sports a portare la nuova franchigia alla Queen City, aggiungendola da un elenco di proprietà che includeva già i Charlotte Checkers e i Gastonia Ghost Peppers tra le altre squadre.

Charlotte giocherà la sua prima partita a maggio 2026.

“Siamo più che entusiasti di poter lanciare questa lega e fornire un’altra piattaforma di qualità per le donne per continuare a far parte dello sport che amano, che si tratti di giocatrici in campo o di membri dello staff nell’ufficio principale”, ha affermato Andy Kaufmann, CEO di Zawyer Sports.

Gli sport professionistici femminili hanno visto un’impennata di popolarità negli ultimi anni e sono spuntate nuove squadre e leghe, anche a Charlotte.

La lega avrà sede a Jacksonville in Florida, dove ha sede Zawyer Sports & Entertainment.

Gli abbonamenti partiranno da 44 dollari a posto.

Le squadre indosseranno maglie vintage durante la stagione inaugurale come omaggio alla storia del basket femminile.   

Non sarà la lega maggiora ma almeno a Charlotte ci sarà la possibilità di andare a vedere anche una partita di basket femminile.

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DrammaticHornets

Prima di entrare nel breve merito sui perché la squadra vada male, direi che si potrebbe tranquillamente riassumere con questa “parabola”, questa storia poco edificane che fa capire come, nonostante MJ non sia più l’azionista di maggioranza, le decisioni prese siano spesso stupide, potrei citare l’aver mantenuto Miles Bridges, pagato e aspettato giocatori rotti o aver investito su un coach novello che ha perso i filo della squadra che a dicembre si è sgretolata.
Dispiace scriverlo amando questa franchigia ma credo qui esista un ambiente malsano e si vada anche aldilà dei risultati sportivi e del “rispetto” guadagnato sul parquet.
La squadra NBA professionistica Charlotte Hornets ha rilasciato delle scuse a un giovane fan dopo che su internet li ha criticati per aver recuperato un regalo di Natale (PlayStation 5) che avevano dato ad un bambino davanti alle telecamere durante uno sketch natalizio.
L’incidente è avvenuto durante uno sketch a tema natalizio durante l’intervallo del 16 dicembre 2024, nel mezzo di una partita di basket tra i Philadelphia 76ers e gli Charlotte Hornets.
Molti giovani tifosi sono stati chiamati a scendere in campo accanto alle cheerleader e alla mascotte della squadra.
In uno di quegli sketch discutibili e cinicamente “divertenti”, una donna ha poi letto le lettere di Natale dei bambini per Babbo Natale e ha distribuito loro dei regali in base ai loro desideri.
Un bambino in particolare, che si è impegnato molto per ottenere buoni voti a scuola, voleva una PlayStation 5 per Natale.
Gli è stata, appunto, consegnata l’agognata console davanti alle telecamere ed era visibilmente estasiato quando gli è stata consegnata la PlayStation 5.
Tuttavia dopo lo sketch, i dirigenti hanno ripreso il regalo di Natale appena ricevuto dal bambino e lo hanno sostituito con una maglia, secondo Kotaku.
L’utente online che ha pubblicato il video ha spiegato che le cheerleader e le altre persone coinvolte nello sketch dell’intervallo erano confuse sul motivo per cui la console veniva restituita.
Apparentemente lo zio del bambino sapeva che sarebbe stata restituita, ma non è stato in grado di farglielo sapere.
Molte persone che hanno scoperto questa restituzione non erano contente che una franchigia che vale miliardi di dollari abbia risparmiato per fare bella figura con uno sketch illudendo su un regalo di Natale, un bambino.
La cosa è andata particolarmente male perché oltretutto il regalo è stato dato al bambino davanti alle telecamere.
Apparentemente lo zio del bambino doveva comunicare al nipote che la PlayStation 5 sarebbe stata ripresa per informare il nipote su cosa sarebbe successo al suo regalo di Natale, ha scritto The Guardian.
Alexei Phillips ha detto che tutti allo stadio pensavano che suo nipote avrebbe tenuto la console, comprese le cheerleader, i ballerini e tutti gli altri.
Ha detto che probabilmente pensavano fosse uno scherzo finché non lo é diventato davvero ma al contrario, di cattivo gusto.
Il siparietto, si è difeso l’entourage, “non ha colto nel segno”.
Sicuramente è stato il risultato di cattive decisioni e scarsa comunicazione con le persone coinvolte.
La franchigia si è scusata con le persone coinvolte, aggiungendo che al ragazzo verrà data una console PlayStation 5 che potrà effettivamente tenere, insieme a un’esperienza VIP per una partita futura, secondo il Times of India, sperando questa volta si avveri…
Per quanto riguarda il parquet i risultati parlano chiaro, gli Charlotte Hornets quest’annata sono davvero osceni.
Hanno perso tredici volte  sulle ultime 14 uscite e non sembra esserci luce in fondo al tunnel.
Recentemente hanno perso nella capitale contro i Washington Wizards che erano 3-21 prima di  affrontare Charlotte, la quale tornerà stasera proprio a giocare a Washington sperando di rompere la striscia di 5 sconfitte consecutive.
Gli Hornets mantengono una parvenza di competitività per un po’, però sono sempre più inconsistenti al tiro e questo è un dato chiave che fa perdere le partite.
Questo è diventato il tema ricorrente delle ultime settimane.
Gli Hornets non riescono proprio a mettere la palla nel canestro nonostante contro i Maghi abbiano tentato ben 106 tiri realizzandone solamente 43 con 8 triple incluse…
Contributo fondamentale ale sconfitte poi è una difesa che non riesce a fermare nessun attacco avversario quando conta, hanno subito 123 punti a Washington, il massimo che i Wizards hanno segnato da quando hanno perso contro gli Spurs 139-130 a metà novembre…
Una falla dopo l’altra…
LaMelo Ball (al quale una sua uscita involontaria sul mondo omosessuale non era uscita proprio benissimo dopo una partita contro Milwaukee) ha concluso con 34 punti e 13 assist, il che sembra davvero buono, ma ha tentato 32 tiri per arrivare a quei 34 punti e ne ha realizzati solo 11.
È uscito da un infortunio e dai cancelli sparando e sbagliando provando nove tentativi da 3 punti nel primo quarto in nove minuti nonostante ne abbia realizzati solo due.
Il problema è che nonostante il miglioramento iniziale non è Steph Curry e i tiri molto contestati dal palleggio sono difficili per lui e per il resto della squadra che spesso è costretta a prenderli così.
Inoltre in partite dove si aveva presumibilmente un vantaggio nel pitturato la squadra ha ricalcato sempre lo stesso copione preferendo andare da fuori dove è stata pessima.
Gli Hornets sono il tipo frustrante di pessima squadra che trova nuovi continui modi per fallire regolarmente.
Il ritmo sfrenato a inizio stagione gli ha fatto commettere TO che sono costati partite, oggi che il ritmo è sceso e a tratti pare più controllato, l’attacco pare slegato, sconnesso e nessuno riesce a prendersi un tiro decente. 
In questo sfacelo, ovviamente la mano del coach non può essere ignorata e i soliti comodi alibi sugli infortuni avevano già un cartello segnaletico d’avviso.
La verità è che, small market sì, ma da quando è tornato il basket professionistico in città, ben 20 anni fa, i fan di Charlotte non hanno mai visto la loro squadra passare il primo turno playoff, sono andati 3 volte ai playoff mentre gli Charlotte Hornets originali ci sono andati 3 volte nelle ultime tre stagioni giocate in North Carolina (1999/00, 2000/01 e 2001/02) passando le ultime due volte anche il primo turno, ad oggi tutti aspettano dai Draft il Messia ma i proprietari della squadra non rendendosi conto della situazione (pensando solo a far soldi) hanno mai voluto investire oltre (Rozier non aveva tutti i torti sul discorso mentalità) e questi sono i risultati che stanno ammazzando la passione dei più irriducibili fan ma c’è di peggio come la storia del bambino…

 

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Stagione finita per Grant Williams

L’ala – centro degli Charlotte Hornets Grant Williams salterà il resto della stagione a causa di un grave infortunio al ginocchio destro subito verso la fine della partita contro i Bucks persa a Milwaukee per 119-1125.

Williams si è rotto il legamento crociato anteriore, il menisco e altri legamenti in un’azione durante la quale è andato a canestro con 3:52 rimasti sul cronometro, secondo ESPN.

In stagione Williams stava aiutando i Calabroni con numeri di media in doppia cifra:

10,4 punti e poi 5,1 rimbalzi e 2,3 assist in 16 partite partendo dalla panchina ma con sette inserimenti in starting five per via degli altri infortuni in reparto.

È uno dei sei giocatori che segnano in doppia cifra per gli Hornets (6-10).

Williams, che compirà 26 anni il 30 novembre, era stato scelto dai dai Boston Celtics nel 2019.

Gli Hornets lo hanno acquisito in uno scambio con i Dallas Mavericks a febbraio.

Nella sua carriera, Williams ha una media di 7,2 punti, 3,7 rimbalzi e 1,5 assist in 380 partite (108 da titolare) con le tre squadre.

Purtroppo per lui e per Charlotte, pare che sia abbastanza sicuro, Grant dovrebbe saltare ormai l’intera stagione lasciando un reparto lunghi ancora più sguarnito.

Stanotte va in scena la partita casalinga contro Orlando, un rematch “impossibile” per gli Hornets seguendo logica vedendo questa lista infortunati


ma Ball, Miller e gli altri Calabroni tenteranno comunque di mantenere alte le buone recenti prestazioni casalinghe.

Per i Magic out solamente Paolo Banchero, in dubbio Wendell Carter Jr.

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5 names

Steve Clifford, il coach degli Hornets, qualche giorno fa, aveva annunciato che non sarebbe stato più l’allenatore di Charlotte per la prossima stagione pur rimanendo nel franchise con un differente ruolo.
Charlotte si sta guardando intorno prendendo di mira i migliori giovani assistenti noti per lo sviluppo dei giocatori.
Potrebbe essere un indizio sul fatto che Charlotte voglia costruire un roster in buona parte giovane sul quale puntare?
Tutto può essere ora che il roster degli Hornets pare essere un magma bollente pronto ad eruttare e spargere i suoi pezzi oltre la bocca del vulcano, da un possibile disastro a una forza dirompente, tutto è possibile.
Di sicuro spero che gli Hornets riescano a costruire un roster equilibrato dove il talento dei giovani si fonda con l’esperienza di qualche buon elemento più anziano, il che porterebbe giovamento senza trascurare l’aspetto atletico e l’intensità del gioco, altri fattori fondamentali oggi, altresì come la difesa, aspetto nel quale Charlotte dovrà assolutamente migliorarsi con dei ritocchi per essere competitiva.
Puntare comunque su un giovane coach per trovare un osmosi psichica con la squadra e poi lavorare tutti insieme con un’unione di intenti per far partire ciò che vuole essere un nuovo progetto è una buona soluzione per spazzare via anni di recenti delusioni e dare un’aria nuova all’ambiente.
Non va dimenticato però che a Charlotte i playoff mancano da 8 anni ed anche se la squadra sarà in parte nuova, l’obiettivo minimo per la prossima stagione dovrebbe essere quello per non ripiombare in un voglio ma non posso, talvolta in siamo belli ma inconcludenti…
Tornando al discorso coach, gli Hornets hanno già ottenuto il permesso di parlare con quattro assistenti allenatori, riferisce Adrian Wojnarowski di ESPN, e altri nomi sono stati lanciati.
È presto, ma ecco alcuni (cinque) nomi da tenere d’occhio saranno questi:
David Adelman (Denver Nuggets)

Figlio del leggendario allenatore Rick Adelman, il giovane Adelman è stato un allenatore concentrato sullo sviluppo dei giocatori a livello NBA per 13 anni.

Ha trascorso una stagione con gli Orlando Magic, ma dal 2017 è stato con i Denver Nuggets, diventando capo allenatore associato e ricevendo elogi da Nikola Jokic mentre faceva parte della squadra che ha vinto un anello la scorsa stagione.

La scorsa estate ha fatto un colloquio per il lavoro di capo allenatore di Toronto.

 

Jordi Fernández (Sacramento Kings)

Fernandez ha già un’estate impegnativa davanti a sé come capo allenatore di una squadra nazionale canadese diretta alle Olimpiadi di Parigi (Shai Gilgeous-Alexander, forse Jamal Murray, Dillon Brooks, RJ Barrett e altri nomi NBA).

Fernandez ha allenato il Canada vincendo la medaglia di bronzo alla Coppa del Mondo FIBA la scorsa estate.

Anche Fernandez faceva parte dello staff di Denver, ma lo ha lasciato per diventare capo allenatore associato a Sacramento e ha un paio d’anni di esperienza come capo allenatore della G-League con i Canton Charge.

Ha preso parte al processo di colloquio per diversi posti vacanti di capo allenatore negli ultimi due anni.

 

Charles Lee (Boston Celtics)

Lee è assistente NBA ormai da un decennio, la maggior parte del tempo sotto Mike Budenholzer, prima ad Atlanta e poi seguendolo a Milwaukee, dove Lee faceva parte dello staff del campionato NBA 2021.

Lee è un ragazzo che è stato visto in giro per la lega come possibile capo allenatore per un po’, ha preso parte a diversi colloqui per questo.

Quando Budenholzer fu licenziato la scorsa estate, i Celtics assunsero Lee come assistente principale di Joe Mazzulla a Boston.

Lee fece già un colloquio per il lavoro negli Hornets quando assunsero Kenny Atkinson (ma la cosa andò in pezzi e all’improvviso gli Hornets chiamarono Clifford).

 

Chris Quinn (Miami Heat)

Quinn è un altro nome che da anni cerca lavoro come capo allenatore.

Ha il curriculum: un ex giocatore NBA che ha trascorso gli ultimi dieci anni a Miami imparando sotto (probabilmente) il miglior allenatore del gioco, Erik Spoelstra.

Quinn è stato il responsabile dello sviluppo dei giocatori per un franchise noto per ottenere il massimo dai giovani giocatori, questo è un enorme vantaggio.

 

Kevin Young (Phoenix Suns)

Young è stato uno dei finalisti per il lavoro dei Suns quando Phoenix ha portato Frank Vogel e con ciò ha ribaltato lo staff tecnico ad eccezione del molto rispettato e benvoluto Young (che secondo quanto riferito è l’assistente più pagato del campionato). Ha esperienza come capo allenatore a livello di G-League e inoltre è stato assistente principale ora nello staff di Monty Williams e Vogel: è una persona che molte persone del front office in tutta la lega pensano meriti la sua possibilità.

Chiunque diventerà il prossimo allenatore a Charlotte assumerà la guida di una squadra in ricostruzione che dovrebbe avere buoni innesti dal Draft e dal mercato con talenti come Brandon Miller e in teoria LaMelo Ball se riconfermato (gli Hornets per ora non lo mettono in discussione) per via dei dubbi sulla sua salute fisica.

 

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Curry family

Seth Curry impegnato fuori dal campo.

Articolo tratto da Roderick Boone del Charlotte Observer:

In un raro momento di tranquillità, trascorso nel suo lussuoso armadietto dopo la loro speciale relazione di famiglia a San Francisco il mese scorso, Steph Curry ha riflettuto sul futuro.

Sapendo che Golden State non aveva ancora fatto la sua visita annuale in Carolina, la star degli Warriors e il figliol prodigo locale non potevano fare a meno di pensare a come sarebbe stato quando si sarebbero finalmente incontrati in città per il match tra Golden State Warriors e Charlotte Hornets.

Seth indossava una divisa viola e verde acqua dopo lo scambio con Dallas. “Probabilmente è molto simile a quando venne tenuta per mio padre quella cerimonia in un intervallo in cui onorarono lui e la sua carriera”, ha detto Curry al The Observer. “Tutti tranne Seth erano lì perché stava giocando da qualche altra parte. Era il 2016. Ad esempio, quello era il momento per noi di celebrare quella che è stata la carriera di mio padre, e ora ha passato il testimone a me e Seth. E mia madre era lì. Ovviamente adesso ci sono dinamiche diverse ma avremo quel tipo di riferimento solo perché ogni volta che torno a casa è fantastico e mi diverto. Adoro giocare in quell’arena, vedere molti volti familiari, e ora aggiungi entrambi i Curry, ora sono in inferiorità numerica ma è bello.”

Ricorda però: questi sono gli Hornets e nulla sembra mai andare secondo i piani, certamente non qualcosa di propriamente ed eccessivamente felice.

Quindi, con Seth fuori per il resto della stagione (come Ball, M. Williams e Cody Martin), e impossibilitato a partecipare alla partita (persa da Charlotte 115-97 contro Golden State) ne ha approfittato per unirsi a suo padre – Dell Curry, e l’altro commentatore Eric Collins – per commentare su Bally Sports Southeast prestando servizio come analista ospite durante una parte del secondo trimestre.

“È stato bello, è stato bello”, ha detto in seguito Seth a The Observer.

“Ovviamente non sto giocando, quindi è stato bello uscire, lasciare che le persone entrassero un po’ nella mia mente, parlando della squadra e facendo parte del game in qualche modo.”

L’inclusione di Seth nella trasmissione ha quasi lasciato Dell senza parole.

“È stato un momento surreale. Averlo a giocare qui e non poterlo veder giocare, ma avere la cosa migliore, farlo parlare di suo fratello che cresce.”

Due icone “Hornets” in tempi, modi e città differenti, ieri sera, prima della partita a scherzare.

È stata una notte speciale.

Steph, 23 punti.

Niente di spettacolare ma il suo team ha vinto e capisci perché sono davvero un’ottima squadra in trasferta.

Nascosto appena fuori dal tunnel più vicino alla panchina degli Hornets, Seth ha offerto la sua prospettiva unica su una varietà di argomenti.

Il principale tra questi era la sua salute, che descriveva in dettaglio il suo infortunio e la riabilitazione per la prima volta dalla caduta del 1° marzo a Philadelphia.

“È dura, è stata brutta”, ha detto Seth, che ha segnato una media di 9 punti, 2 rimbalzi e 1,8 assist in otto partite con gli Hornets, tirando con il 44,1% dal campo e con il 32,1% oltre l’arco.

“È uno dei peggiori infortuni alla caviglia che puoi avere. Ci vorrà un po’ di tempo, ma sto solo lavorando sul mio corpo, cercando di farlo bene il più velocemente possibile. Ed è un processo, quindi sto solo cercando di diventare il più bravo possibile, seguire i passaggi e attenermi alla mia riabilitazione con i medici e con quello che gli allenatori mi dicono di fare.”

I compiti dell’analista Curry includevano fornire informazioni su alcuni Hornets mentre facevano il loro lavoro in campo.

Ha anche analizzato i problemi dei Warriors e ciò che stanno affrontando poiché lui, proprio come Dell, guarda molte azioni del Golden State su NBA League Pass.

Tuttavia, le storie più succose riguardavano la rivalità tra fratelli e fratelli maggiori.

Seth ha spiegato quanto Steph lo abbia influenzato, rendendolo il suo più grande fan. Anche durante i giorni in cui litigavano in giardino o l’anno in cui giocavano insieme a basket al Charlotte Christian e Dell era assistente allenatore.

Ha raccontato storie e ricordato i bei vecchi tempi, spiegando come Steph di solito avesse la meglio su di lui quando si allacciavano le scarpe da ginnastica, anche se è il migliore dei due nei videogiochi e negli scacchi.

Quindi il fratello maggiore è geloso del fatto che Seth debba andare in TV con papà?

E Seth stava dicendo la verità sulle imprese di Steph in altre attività oltre al basket? “Entrambe sono vere”, ha detto Steph con una risata.

“È vero. Adesso sta cercando di recuperare anche sul campo da golf. È migliorato molto là fuori. Dovrò tornare indietro e ascoltarlo di sicuro per vedere com’era l’energia in trasmissione. Questo è figo. Sono là fuori sul pavimento e quei due ragazzi stanno parlando. Quindi, piuttosto speciale. E senza alcun abbellimento.”

“Seth non manca mai di fiducia”, ha detto Dell.

“Non so se la gente sa questo di lui. Era altrettanto fiducioso – forse di più – di Steph da piccolo ma avevano sempre battaglie accese, che si trattasse di videogiochi, di scacchi, sicuramente di partite uno contro uno in giardino. Quindi, penso che sia stato anche un divertimento”.

Se per Seth c’è in programma un potenziale incarico come analista, probabilmente ci vorranno ancora un paio d’anni.

Almeno così dovrebbe essere, visti i pensieri dei suoi attuali compagni di squadra e dei membri dello staff tecnico degli Hornets.

Nella sua breve permanenza con gli Hornets, Seth è stato più importante di quanto si possa pensare.

“Guarda, è un giocatore prezioso, prezioso”, ha detto l’allenatore Steve Clifford.

“Aiuta anche il semplice fatto di essere in viaggio, il semplice fatto di essere in giro. Parlare con i ragazzi più giovani. Aspetto. Mi mostrerà delle cose e voglio dire che è un drogato di basket. È molto esperto ed è ancora un giocatore davvero prezioso.

“Solo il suo QI, la sua coerenza”, ha detto Miles Bridges.

“Sai sempre cosa otterrai da Seth. Sento che è quello che ci manca in questo momento. Almeno collaborare con Dell ha permesso a Seth di sorridere finalmente per la prima volta dopo molto tempo.

“Ha un lavoro divertente”, ha detto Seth.

“Sono sicuro che sia dura a volte quando è ovviamente di parte nei confronti degli Hornets, ma vuole che Steph giochi bene, vuole che io giochi bene. Quindi è un bel lavoro e lui ha fatto un ottimo lavoro da quando siamo entrati in campionato e questa è sempre una serata divertente per la nostra famiglia, per i fan e tutto il resto. Quindi è stata un’altra giornata di successo.”

Soprattutto, considerando la folla di spettatori che riempiva l’arena più di 90 minuti prima della palla a due, cercando di dare un’occhiata al prodotto della città natale che ha infiammato l’NBA e cambiato la direzione di questo sport con la sua gamma.

Le maglie n. 30 del Golden State erano più numerose di qualsiasi altra cosa e molte indugiarono dopo il cicalino finale, segnalando un’altra attesa di mesi fino alla prossima visita di Steph.

“Gli ho chiesto prima della partita: ‘Questa è la maggior parte delle persone che sono state nel bowl così presto prima dell’inizio della partita in tutta la stagione'”, ha detto Dell.

“E io ho pensato, ‘Cavolo, è ancora pazzesco.”

Ha detto che è stato così ovunque vadano in tournée, perché penso che le persone, non sanno per quanto tempo giocherà e saranno in grado di vederlo. Quindi escono ancora così.

“Tutti lo stanno tirando. Dal momento in cui arriva in qualunque città sia fino a quando se ne va ma capisce che questo fa parte delle cose, del lavoro, del suo marchio, e lo gestisce con classe e cerca di dare a tutti qualcosa.”

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Ball out & standing

Per Ball la stagione sembra essere ufficialmente conclusa.

Gli Charlotte Hornets sono stati matematicamente attualmente eliminati dalla corsa ai playoff con un record di 18-54 nella Eastern Conference occupando la tredicesima posizione quando mancano 9 partite al termine di questa travagliata stagione.
La squadra ha recentemente annunciato che il playmaker All-Star LaMelo Ball sarà assente per il resto della stagione mentre continua a riprendersi da un infortunio alla caviglia.
L’ultima uscita di Ball risale alla sfida persa nettamente il 26 gennaio contro gli Houston Rockets secondo Shams Charania di The Athletic and Stadium.
Ball sta continuando la riabilitazione e le sue cifre medie per il 2023/24 sarebbero di: 23,9 punti, 5,1 rimbalzi e 8,0 assist in 22 partite, ottima media punti ma scarsissima presenza.
Adrian Wojnarowski, insider NBA senior di ESPN, aveva anche condiviso: “La guardia dei Charlotte Hornets LaMelo Ball – che ha saltato 29 partite consecutive per un infortunio alla caviglia – rimarrà fuori per le ultime due settimane della stagione, dice la squadra”.
Ora che il nuovo gruppo dirigenziale sta decidendo il da farsi e Ball non sembra essere parte cedibile, ci si augura che su di lui venga fatta un’attenta e accurata valutazione poiché, firmando un’estensione massima dopo i cinque anni da rookie con la squadra, i Calabroni non si possono permettere di avere un giocatore a mezzo servizio.
Ball ha giocato e mancato rispettivamente nelle sue prime 4 stagioni NBA:
2020/21: 51               31
2021/22: 75                 7
2022/23: 36               46
2023/24: 22               60
per un totale di 328 ipotetiche partite possibili, di cui giocate 184, mancate 144, un po’ troppo per una squadra come Charlotte che attualmente non ha molto altro su cui contare…
I nuovi proprietari hanno promesso di portare Charlotte in pochi anni ai vertici ma per ora sono parole mentre le classifiche strizzano l’occhio ad un possibile e volontario tanking da parte di Charlotte per aumentare le possibilità di andare a recuperare un’altra delle prime scelte future al prossimo Draft giacché, se Detroit e Washington difficilmente supereranno i Calabroni, San Antonio e Portland sono in linea con gli Hornets…
Certamente i fan si augurano che da qui alla fine, anche viste le prossime 6 sfide casalinghe, si possa giungere almeno a 20/21 vittorie ma in questa fase le squadre che non hanno più nulla da chiedere mirano a non vincere a tutti i costi, in quest’ottica, chiaramente non si rischia Ball, il cui valore è indubbio al contrario delle sue reali condizioni fisiche, salute che affligge anche il centro titolare Mark Williams, ormai dato fuori sino al primo ottobre…

Poku O.G.M.

CHARLOTTE, Carolina del Nord (AP) –

Gli Charlotte Hornets hanno ingaggiato l’attaccante free agent Aleksej Pokusevski, la 17esima scelta assoluta nel draft NBA 2020.

I termini dell’accordo non sono stati rilasciati.

Pokusevski è apparso in 150 partite con 65 presenze in quattro stagioni con gli Oklahoma City Thunder, segnando una media di 7,5 punti, 4,7 rimbalzi e 2,0 assist in 20,6 minuti a partita, tuttavia, il suo tempo di gioco è diminuito con Pokusevski che ha giocato solo 10 partite in questa stagione per i Thunder, con una media di 1,2 punti e 1,0 rimbalzi in 6,0 minuti.

Con il roster a 15 giocatori probabilmente sarà Marques Bolden a lasciar posto all’ex Thunder, giacché il suo contratto da 10 giorni non credo sarà rinnovato visto il suo inutilizzo durante queste partite.

Per ciò che riguarda la ricerca (O.sservazione G.eneral M.anager), i nomi papabili al momento si restringono, Matt Lloyd dei T.Wolves è tra i “nomi principali” da tenere d’occhio mentre gli Hornets cercano un nuovo capo responsabile delle operazioni di mercato, riferisce Marc Stein nel suo ultimo articolo su Substack.
Lloyd è il vicepresidente senior delle operazioni di basket sotto Tim Connelly in Minnesota.
È stato uno dei primi assunti di Connelly nel 2022, dopo aver precedentemente prestato servizio nel front office di Orlando come assistente direttore generale, direttore generale ad interim e vicepresidente delle operazioni di basket.
Lloyd ha avuto anche un lungo periodo nel front office dei Bulls all’inizio della sua carriera.
Mentre Kupchak continua a fungere come GM sulle operazioni da mandare in porto a tema mercato (vedi la fresca acquisizione di “Poku”) mentre la squadra cerca il suo sostituto, l’aspettativa è che a Charlotte venga assunto il nuovo GM entro la fine della stagione regolare.
Stein nomina anche il direttore generale dei Pelicans Trajan Langdon e l’assistente GM dei Nets Jeff Peterson come contendenti “principali” per il posto da GM agli Hornets. Sia Langdon che Peterson erano stati identificati come candidati in numerosi rapporti precedenti, con Rod Boone del Charlotte Observer che si riferiva a Langdon come uno dei potenziali favoriti.
Langdon è il secondo dirigente del front office di New Orleans sotto David Griffin e in passato è stato collegato ad altri incarichi di direttore generale.
Langdon si ritirò dalla ricerca del front office dei Kings in seguito all’interesse iniziale di Sacramento nel 2020 e fece un colloquio per il miglior lavoro dei Wizards nel 2023. Secondo Stein, si ritiene che i Nets abbiano un forte interesse a mantenere Peterson come luogotenente di punta sotto Sean Marks e potrebbero offrirgli una promozione e/o un aumento, come riportato in precedenza.
Peterson era nel front office di Atlanta quando uno dei nuovi comproprietari degli Hornets, Rick Schnall, faceva parte del gruppo di proprietà degli Hawks.
Il direttore generale dei Sixers, Elton Brand, è stato nominato come un altro possibile favorito per la posizione degli Hornets ma un rapporto di due settimane fa indicava che avrebbe preferito rimanere a Philadelphia piuttosto che prendere il posto di vertice a Charlotte.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Sconvolt Hornets

P.J. Washington cambia team per la prima volta in carriera.

Nonostante il pezzo più pregiato, Miles Bridges, abbia voluto rimanere (aveva il diritto di veto per via del contratto firmato in estate) a Charlotte per non perdere probabilmente i Bird Right, la faccia degli Hornets dopo gli scambi risulta leggermente sconvolta.

L’ala di Charlotte, reduce da 86 punti in 2 partite, dopo aver mandato a male la relazione con l’ex compagna, in estate sarà agente libero, vedremo se opterà per sondare le offerte di un mercato che per lui potrebbe esser più ricco viste le prestazioni sul parquet, ma anche incerto viste le sue pendenze con la giustizia o vorrà percorrere con la società che tanto sta ringraziando la via di un sign and trade, sempre che Charlotte non voglia riconfermarlo a cifre più alte.

Nel frattempo, si è chiuso il mercato e Lowry è rimasto sullo stomaco agli Hornets.

Per lui probabilmente si opterà per un taglio con un buyout, d’altra parte Charlotte si libererà di quasi 30 milioni di stipendio per nulla…

Ehi Miami, c’è qualcuno lì?

Ricordati comunque il favore…

Charlotte è uscita con un volto completamente modificato perché i visi noti di Hayward e P.J. Washington non saranno più avvistati in città se non da futuri avversari.

Non servivano spie o sibille per conoscere il fatto che Charlotte stesse cercando gli accordi più vantaggiosi per mandarli altrove, d’altro canto il progetto non ha funzionato ed era ormai normale si percorresse la via dello smantellamento per cercare di formare una squadra, un gruppo nuovo che abbia più successo di quello recente.

Nel marasma generale degli scambi NBA ecco che Hayward è finito a Oklahoma City in cambio di Tre Mann, Vasilije Micic e David Bertans oltre a due seconde scelte, una dal prossimo Draft 2024 e l’altra dal successivo, 2025.

P.J. Washington, invece, è stato girato a Dallas per Grant Williams e il figliol prodigo Seth Curry che torna a Charlotte per la prima volta come giocatore e personalmente credo sia una delle poche note liete dell’anno, essendo un estimatore del padre Dell Curry che ora lo commenterà in partita, peccato solo per essere arrivato in una stagione tragica.

Detto che Bouknight sarà lasciato partire, i costi dei contratti degli Hornets per i futuri giocatori saranno; Mann percepirà intorno ai 4,9 milioni il prossimo anno, Bertans scenderà a 16 milioni, Grant Williams sarà sui 13 milioni mentre “Vasa” sarà sui 7,7 mentre il figlio trentatreenne di Dell guadagnerà “soltanto” 4 milioni per un totale di circa 45 milioni (i contratti di Hayward di quest’anno e quello di P.J. Washington il prossimo anno sarebbero valsi 47 milioni insieme anche se per il primo un rinnovo sarebbe stato decisamente più economico ma così Charlotte porta a casa qualche pezzo possibile da scambiare) Charlotte ha portato a casa alcuni discreti giocatori che potrebbero dare maggior qualità alla panchina.

Con gli Hornets che registrano cinque giocatori in entrata e tre in uscita, due giocatori saranno necessariamente tagliati.

C’è chi dice che dovrebbero essere Ntilikina e Bouknight (avrebbe senso) ma non è detto sarà così…

L’obiettivo di Charlotte era disfarsi di giocatori infortunati e disfunzionali, raccogliere scelte e creare spazio salariale con la stagione ormai andata a male.

Probabilmente ci saranno sovrapposizioni, affollamenti in certi ruoli, vedi nelle guardie,  giocatori che non hanno una semplice adattabilità al gioco e al futuro degli Hornets ma questo potrebbe essere un problema temporaneo per questa stagione con la possibilità di provare questi player.

Questi gli scambi anche se – per integrare la tabella, mi scuso ma la notizia completamente integrata è arrivata più tardi – va detto che Charlotte spedirà anche due seconde scelte ai Mavericks nell’ambito dello scambio che ha coinvolto

P.J.Washington.

Una formazione tipo iniziale di Charlotte potrebbe essere: Ball come PG, Miller all’SG, Bridges all’SF, Grant Williams al PF e Mark Williams come C, non male ma servirà un nuovo coach (Clifford si è assunto le responsabilità per il fatto che la difesa non funzioni dopo l’uscita con i Raptors, dicendo di aver fallito) e un giusto supporting cast dalla panchina che non sovrapponga i ruoli, soprattutto gente che sappia difendere veramente.

Di certo gli Hornets non risolvono granché dal punto di vista difensivo dove in assenza di Mark Williams non si porta a casa un centro che possa reggere il gioco e solo Grant Williams potrebbe dare un discreto apporto, inoltre incamerano la scommessa Mann che potrebbe sostituire Ish Smith e magari trovare più spazio e fiducia a Charlotte, i tiratori Curry e Bertans (perfetto il rapporto “guardia”-lungo) mentre per il play serbo si potrebbe aprire spazio come terzo se Ball (facciamo tutti i dovuti scongiuri) dovesse perdurare nella sua assenza.

Per il momento posso personalmente ritenermi soddisfatto anche se non ci sono stati grandi colpi ma mentre sul parquet Charlotte continua a perdere, mette anche un buon piede nell’estate futura, lì sarà la bravura del GM a fare la differenza e chissà che per una volta un piccolo sogno possa cominciare veramente.

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My Name Is Earl

Nonostante la brutta notizia della scomparsa ho scelto di ricordare Cureton con affetto e simpatia utilizzando la grafica di una nota “omonima” serie TV.

Si è spento purtroppo inaspettatamente a 66 anni Earl Cureton, ieri, 4 febbraio 2024 a Detroit, dove viveva.

Earl aveva giocato nei primissimi Charlotte Hornets nel 1988 per tornare per qualche game dopo una (seconda) breve parentesi a Milano, già perché la prima era finita con una fuga verso Lonate Pozzolo/Ferno mentre il leggendario inseguimento di coach Dan Peterson in taxi per bloccarlo pare sia stato smentito dallo stesso Dan che aveva provato a contattarlo ma la simpatica “malefatta” (per restare consoni all’immagine di presentazione) o meglio, scelta di Earl, ormai era cosa fatta…

A 25:05 coach Peterson parla di come Earl riusciva ad influenzare il gioco in Italia durante le sue poche apparizioni al suo primo approdo nello stivale.

Per il resto credo che questo link sottostante sia un ottimo articolo per ricordarlo:

Morte Earl Cureton, il ricordo di Olimpia Milano (realolimpiamilano.com)

Isaiah Thomas ha dichiarato: “Tutti noi siamo addolorati per l’inaspettata perdita di Earl Cureton, era un compagno di squadra straordinario, un agguerrito avversario, un campione e un grande essere umano. Earl ha sempre avuto a cuore la comunità di Detroit e ha lavorato instancabilmente per fare la differenza per la città che amava. Ci mancherà moltissimo”…

“Riparata” anche la fuga, riportato in pari il karma, sei andato via troppo presto.

Ciao Earl!

 

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