Bobby Phills (2)
Ti riconosco,
sei uno di quei rari e strani meteoriti fantasma scagliati da una dimensione parallela,
comunicante e differente,
se non bohémien spirito angelico dal volto di Gargolla a guardia del cesto,
fulmine lanciato a folle velocità, duro e scheggiato da un impatto laterale bruci come cera,
non scalfito il tuo cuore morbido ed attento alla gente,
attraversando un universo nel quale non puoi apparentemente interagire ma solo collassare presto,
la forza magnetica del fato interferisce con la materia,
invidiosa del tuo lavoro incessante,
si è ripresa il nulla del quale siamo composti,
ti ha giocato un brutto scherzo su quell’arteria,
ma se mi sposto più lontano nello spazio posso ancora udire il tuo splendore errante
e tu che dalla bench osservi i tuoi cinque compagni ai loro posti.
Parafrasi
Nelle prime tre righe c’è il riconoscimento di una dimensione umana comune, un archetipo che attraversa il genere umano ma concede solo a pochi una certa condizione, forse figlia e conscia dell’impermanenza, forse solo empatia.
I bohémien – scritto velocemente in poche parole – erano artisti dallo stile di vita un po’ decadente, in conflitto con il perbenismo di una società falsa e distruttiva, il termine deriva dall’errata credenza dei francesi che i gitani provenissero dalla Boemia, Bobby voleva fare il veterinario e a detta di chi lo conosceva cercava di aiutare le persone.
Gargolla (in italiano) o gargoyle, si riferisce al volto serio e granitico mostrato sul parquet (Jordan disse che era uno dei 5 difensori più ostici da lui incontrati e Charlotte lo prelevò da Cleveland per cercare di arginare MJ),
fulmine lanciato a folle velocità è trivalente, nella vita, in auto (episodio che gli è costato la vita a 160 km/h) e per la condizione di sensibilità superiore al di fuori dal parquet che è come se lo elevasse, lo ponesse sopra la norma dei comuni mortali sensibili solo ai beni più materiali e superflui e alla convenzionalità noiosa delle normale relazioni umane fatte di reazioni prevedibili e scontate.
Seguendo, ho immaginato, un po’ come nella mitologia greca (anche se mi riferisco agli scherzi del destino ed alla natura indifferente) che qualche Dio ce l’avesse con lui per i suoi successi per i quali ha dovuto lavorare duro perché Milwaukee l’aveva selezionato e lasciato a piedi, passato dalla CBA aveva lavorato e si era gradatamente affermato con i Cavs e l’abbia punito con quello schianto sulla Tyvola Road.
Nell’ultima parte si allude al fatto che ipoteticamente spostandosi lontani nello spazio, come la luce del Sole arriva a noi circa dopo 8 minuti e 19 secondi, le onde radio delle partite NBA di più di 22 anni fa potrebbero essere ascoltate.
L’ultima frase riguarda la volontaria cessione del posto in quintetto e la partenza da sesto uomo anche per far maturare un giovane Baron Davis.

Tyler Blevins, 8, of Kannapolis, N.C., holds a sign praising Charlotte Hornets guard Bobby Phills before the team’s first home game since Phills’ death, at the Charlotte Coliseum in Charlotte, N.C., Monday, Jan. 17, 2000. Phills was killed last week in an auto accident after a practice session before a game. (AP Photo/Chuck Burton)

L’amico David Wesley (a sinistra, ora commentatore per i Pelicans), scherza insieme all’amico Bobby Phills il primo giorno al camp a Fort Mill (South Carolina) lunedì 4 ottobre 1999. I due, nell’occasione della scomparsa di Phills si dice stessero gareggiando, circostanza sempre smentita da Wesley. (AP Photo/Chuck Burton)
La canzone è: La Vita non è un Film” degli Articolo 31.
Le cose non sempre vanno come dovrebbero andare, il testo non è sempre aderente ma “hai visto amici andarsene prima del tempo e sei sicuro che dall’alto ti proteggano” ad esempio, lo trovo coerente.
Senza voler e poter considerarmi tra gli amici reali di Bobby, quante volte abbiamo visto “amici virtuali”, facce amiche che attraverso il loro mestiere ci hanno fatto sognare o gioire? Siano essi, sportivi, scrittori, cantanti, registi o quant’altro volete…
Il link sottostante riguarda una bella pagina (in inglese), dedicata a Phills.
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Kemba Walker
Oscilla Kemba,
imprevedibile pendolo,
imprendibile,
dipinge scie colorate di fantasia,
talento e poesia in movimento,
da finto lento al crossover in un tempo,
si trasforma in freccia scagliata nel vento,
leader di correttezza in campo,
blocca l’avversario in sfondamento,
corre e spara da tre macigni che sibilano prima d’entrar nella retina,
delizia i fan spezzando raddoppi come katana in fascina,
cuore Hornets dalla Grande Mela alla Charlotte Regina.

Kemba Walker, scelto dai Bobcats, continua a ostinarsi per rimanere agli Hornets di Charlotte nonostante non sia sempre supportato sufficientemente (siamo nel 2018).
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