Record

Trophies, awards, retired numbers…

Titoli NBA: 0 Titoli Conference: 0 Titoli Division: 1 (2007/08, in possesso degli attuali New Orleans Pelicans).

Titoli NBA: 0
Titoli Conference: 0
Titoli Division: 1 (2007/08, in possesso degli attuali New Orleans Pelicans).

Playoffs Appearance: 12 (1993, 1995, 1997, 1998, 2000, 2001, 2002, 2003, 2004, 2008, 2009, 2011).

Playoffs Appearance: 13
(1993, 1995, 1997, 1998, 2000, 2001, 2002, 2003, 2004, 2008, 2009, 2011, 2016).

Miglior e peggior record in stagione regolare.

Miglior e peggior record in stagione regolare.

 

 

Rookie Of The Year: (Larry Johnson 1992 Charlotte Hornets).

Rookie Of The Year: (Larry Johnson 1991/92 Charlotte Hornets).

Rookie of The Year: Chris Paul (2006 New Orleans/Oklahoma City Hornets).

Rookie of The Year:
Chris Paul (2005/06 New Orleans/Oklahoma City Hornets).

6° Man Of The Year: Dell Curry (1994 Charlotte Hornets).

6° Man Of The Year: Dell Curry (1993/94 Charlotte Hornets).

NBA All-Star Game MVP: Glen Rice, 1997.

NBA All-Star Game MVP: Glen Rice, 1997.

Coach Of The Year: Byron Scott (2008).

Coach Of The Year: Byron Scott (2007/08 New Orleans Hornets).

Hall Of Famers: Robert Parish (dal 2003).

Hall Of Famers: Robert Parish (dal 2003).

Hall OF Famers: Alonzo Mourning (dal 2014)

Hall OF Famers: Alonzo Mourning (dal 2014).

Retired Number: 7, "Pistol" Pete Maravich (maglia ritirata solo dagli attuali New Orleans Pelicans).

Retired Number: 7, “Pistol” Pete Maravich (maglia ritirata solo dagli attuali New Orleans Pelicans).

Retired Number: 7, Bobby Phills. Bobby Phills Story: Nativo di Baton Rouge, Louisiana, Bobby Ray Phills II, venne al mondo il 20 dicembre 1969. Laissez le bon temps rouler potrebbe essere un motto importato dai coloni francesi per queste terre che presero il nome dal Re Sole Luigi XIV, dove la vita è presa con una miglior filosofia rispetto ai ritmi esasperati di produttività che in altri luoghi la società impone. Certo non è tutto oro, anzi… in Louisiana sussistono problemi storici d’immigrazione (anche italiana, in special modo dalla Sicilia) e sussisteva il problema che i neri, nonostante non fossero più schiavi, vivessero sostanzialmente una vita monca, essi, infatti, non potevano entrare in alcuni luoghi, riservati esclusivamente ai bianchi. Nonostante ciò, Phills si affermerà come giocatore di basket, nonostante come risaputo da molti, lo sport più popolare nella gran parte del sud degli Stati Uniti, sia il football americano. Bobby Phills ha frequentato la Southern University per Tutti e quattro Gli anni del corso di laurea. Questo è il tempo in cui Bobby Phills voleva essere un veterinario. Infatti, conseguì una laurea in scienze animali. Gli piacevano i piccoli animali. Gli piaceva alleviare il loro dolore. Gli piaceva il fatto che gli animali istintivamente sapessero che tipo di persona fossi, non ti giudicassero dallo sguardo, dai vestiti, dallo stipendio. Phills guardò le persone allo stesso modo, e in questo mondo è cosa sempre più rara. Nella Stagione 1990-1991, ultimo anno universitario, Phills è Stato Il primo giocatore della nazione per tiri da tre segnati, classificandosi quarto miglior marcatore del circuito con 28,4 punti di media a partita, oltre ad essere tredicesimo nei recuperi con un buon 3,2 a gara, il che gli vale la chiamata dei Milwaukee Bucks al secondo turno del Draft NBA del 1991 con il n°45. I Bucks però lo mettono in naftalina, con i Cervi non scenderà mai sul parquet e a dicembre le strade di Phills e la franchigia NBA del Wisconsin si separeranno. Tagliato dai Bucks, era deluso, ma non sconfitto. A Bobby fu detto che l'unico posto in cui poteva giocare a basket pro era in South Dakota nel mese di dicembre. Così fece i bagagli e si unì ai Sioux Falls Skyforce della Continental Basketball Association, tenendo 23,1 punti di media, prima di firmare per i Cleveland Cavaliers che gli riaprirono le porte della NBA. Con i Cavaliers ha giocato dieci Partite Nella Stagione 1991-1992, rimanendo Nel roster l'anno successivo ed apparendo in trentuno gare. Dopo due anni passati ad apprendere dai compagni di squadra e da coach Wilkens, la stagione 1993-1994 vide Phills emergere come grintoso e consistente giocatore NBA; giocò 72 partite segnando 8,3 Punti Di media. Membro fisso della difesa di Cleveland, nel 1994-95 fini con 11,0 punti, per la prima volta entrando in doppia cifra. Nel 1994 si sposa con Kendall. Continuò a migliorare nel 1995-1996 sviluppando ulteriormente meccanismi e movimenti per un buon tiro dalla lunga distanza (44,1 % da tre), il che gli permise di portare il suo bottino punti a 14,6 a gara. Ore di palestra anche in estate a sviluppare il suo tiro da dietro l’arco, giacché non era un tiratore “naturale” e le ore in sala pesi lo resero più competitivo. Era orgoglioso del suo gioco ma si spendeva per la squadra. Ciò in cui eccelleva restava comunque la difesa, giocava duro, e proprio quell'anno entrò nel Secondo quintetto difensivo della lega; Michael Jordan indicò Phills come uno dei cinque avversari più duri da lui incontrati. In ogni ruolo è stato efficace. Non sensazionale. Solido. Un vero professionista. Una volta un tifoso vide Phills in un bar mentre parlava con altri tifosi. Incuriosito, si avvicinò, e mentre gli altri bevevano le classiche bevande da bar, notò che Bobby stava bevendo latte! Il tipo di giocatore che è raramente celebrato in questa età sfavillante. Fuori dal campo Phills è ispirato da Alpha Phi Alpha (ΑΦΑ), un’organizzazione fondata nel 1906 da afro americani. L’associazione affronta questioni sociali come l'apartheid, l’AIDS, la questione case, questioni economiche, culturali e politiche d’interesse per le persone di colore. Il Martin Luther King, Jr. National Memorial, ecc. …, sono programmi di Alpha Phi Alpha. Quando nel 1996 Bobby Phills fonda l’Awareness Foundation Bobby Phills Educational s’ispira ai valori di fratellanza che l’associazione Alpha Phi Alpha promuove, infatti, la guardia degli Hornets immaginava e creava un’organizzazione che promuovesse e sviluppasse la consapevolezza educativa tra i bambini che sono stati meno fortunati. Ha lavorato per creare un'associazione che potesse sottolineare l'importanza del rendimento scolastico e l’importanza fisica. Phills amava lo sport, il basket, il tennis, il golf, sicché questa passione “fisica” era evidente a molti. Unita al suo amore per la comunità, parlava tranquillamente con fan, bambini, media senza darsi arie da star, lo spirito gentile di Bobby si concretizzava attraverso la missione di questa Fondazione che ha tanto amato. L’obiettivo concreto della fondazione è fornire ai bambini consapevolezza educativa attraverso stimoli intellettuali e di crescita attraverso il progresso scolastico, i programmi e le attività sportive, le opportunità di mentoring e programmi di sviluppo sociale e di leadership. La Fondazione gestisce un fondo, assegna borse di studio agli studenti meritevoli, oltre ad ospitare un memorial di golf annualmente, offre una serie di campi di basket e golf per i giovani svantaggiati tutto l'anno. Poiché la tragica scomparsa di Phills (di cui parleremo in seguito) avvenne nel gennaio 2000, in tutti questi anni è stata la famiglia insieme a soci a occuparsi di mantenere il suo sogno in vita attraverso la Fondazione. Dopo un’alta ottima stagione con i CAVS, il 19 agosto 1997 (un mesetto dopo la firma dell’amico David Wesley) firmò da free agent con gli Charlotte Hornets, i quali, mentre costruivano una delle migliori squadre dell'Eastern Conference, videro in Bobby Phills il veterano giusto per guidare la squadra e lo "stopper difensivo" da tentare di opporre allo stratosferico Jordan. Phills firma un contratto a lungo termine come free agent del valore di $ 32 milioni. Nonostante un infortunio che lo costrinse a saltare le prime 20 gare di stagione regolare, segnò comunque 10.4 punti a partita, quarta stagione consecutiva in doppia cifra, migliorandosi l'anno successivo, 1998-99, stagione del "lockout" (diventata solo 1999 in pratica), con 14,3 p/p. Alla vigilia della Stagione 1999-2000, Phills in accordo con Silas, il quale pensava che un quintetto più alto avrebbe finito per favorire la formazione, si spostò nel ruolo di sesto uomo, in modo che Anthony Mason e il nuovo acquisto degli Hornets Derrick Coleman potessero giocare insieme, avendo un quintetto più equilibrato. Bobby disse: "… la cosa più importante per me è vincere partite. Farò quello che devo fare per aiutarci a fare questo". Giocò 28 Partite con una media di 13,6 punti fu uno dei protagonisti della rimonta degli Hornets in classifica, però purtroppo la squadra della Carolina del Nord fallì l’obiettivo post season per un soffio. Contribuì anche a migliorare un giovane Baron Davis, promessa della squadra, oltre ad avere leadership sulla squadra. La stagione 1999/00 parte e già gli Hornets hanno qualche problema, nel mese di ottobre, Eldridge Recasner si frattura una spalla e si ritrova con un polmone malandato, mentre il compagno di squadra Derrick Coleman era accusato di guida in stato d’ebrezza dopo un incidente stradale. Il 20 dicembre gli Hornets sono ospiti a New York (partita persa all’OT 109-112). Phills chiede ad un membro del personale Hornets sulla Statua della Libertà. Il membro del personale è di New York e Phills vuole dettagli circa la Statua della Libertà, il modo migliore per arrivarci, ecc.… I giocatori chiedono spesso ai membri dello staff biglietti o consigli, ma nessuno aveva mai chiesto a lui qualcosa sulla Statua della Libertà. I viaggi in NBA sono veloci, forse c’è tempo per un giro turistico, forse no, ma Bobby voleva del tempo per apprezzare le città in cui ha giocato. Voleva vedere un punto di riferimento in ogni città. La vita di Phills si spezza a 30 anni e 23 giorni improvvisamente e tragicamente in un incidente automobilistico (il che mi ricorda nel 1993 l’incidente d’auto di Drazen Petrovic) il 12 gennaio 2000, dopo essere uscito dall'allenamento mattutino. Personalmente mi ricordo che come spesso accadeva durante il mio turno mattutino di lavoro, mi sedevo brevemente al bar e facevo colazione, ma il giorno successivo, in quell’alba del nuovo millennio, cielo limpido anche se freddo, niente faceva presagire che aprendo la Gazzetta dello Sport per vedere risultati e cercare tra le curiosità della NBA, avrei trovato la notizia della scomparsa della guardia degli Hornets. Potevo solamente rimanere incredulo: la sua Porsche 993 Cabriolet circa alle 11.00 AM era su Tyvola Road, nei Pressi dell’ormai abbattuto Charlotte Coliseum (a pochi chilometri a sud di downtown), quando ad un certo punto l’auto si schiantò frontalmente contro un altro mezzo e poi finì su un lato della carreggiata dopo una carambola che colpì altri due mezzi i cui conducenti però ebbero salva la vita. In condizioni stabili al Presbyterian Hospital finirono Robert Woolard Jr., un perito assicurativo di 31 anni e Yao Agbegbon 33 anni di Charlotte, il quale era alla guida di un taxi minivan. Per Bobby però non ci fu nulla da fare, la polizia, effettuati i controlli, sostenne che l’auto viaggiasse a circa 150 kmh contro i circa 70 kmh consentiti e pare sempre che uno sbalzo della vettura fu la causa della perdita di controllo del mezzo. I segni di frenata in prossimità di una curva con pendenza. In genere i due si recavano in una creperia dopo il piccolo allenamento. Poco più avanti vi era l’amico e compagno di squadra David Wesley, con il quale usciti dall’allenamento, avrebbero dovuto recarsi insieme dalla moglie di Bobby. In un primo momento Wesley fu sospettato di guida spericolata, poiché si pensò che i due stessero gareggiando. Fu scagionato da questa colpa ma condannato per guida spericolata sei mesi dopo. Wesley si rese conto guardando lo specchietto retrovisore dell’accaduto ed inchiodò, ma ormai era troppo tardi per l’amico. Intanto coach Paul Silas, avvisato dell'accaduto da Wesley tramite l’assistente Terry Kofler, si recò con l’altro assistente Eavas sul posto, ma anche loro dovettero fare i conti con la dura realtà materiale. Diversi giocatori lasciando il Colosseo, avvisati dell’incidente via cellulare tornano indietro. Arrivano più o meno tutti, poi si fermano per circa un’ora da soli o in piccoli gruppi parlando a bassa voce, in lacrime guardando come la polizia ed i vigili del fuoco assistettero le altre due persone ferite in altre vetture e poi andarono a fare le indagini sull'incidente. Incredibilmente il proprietario George Shinn, guidando verso il suo ufficio e non sapendo cosa fosse successo, si fermò quando vide Silas sul lato della strada. Bob Bass, il vicepresidente esecutivo era visibilmente scosso, fu lui a chiedere di rinviare la gara programmata contro i Bulls. Bass su Phills: "Era così speciale. Ha toccato tutti noi e sentiremo sempre la sua mancanza. Sono solo in stato di shock". Il giorno dell'incidente, anche il commissario della NBA David Stern disse: "Bobby Phills rappresentava il meglio della NBA. Sappiamo tutti che Bobby era un giocatore di talento e competitivo. Ma era anche uno dei membri più rispettati della NBA, un prezioso compagno di squadra e un membro della comunità. Egli mancherà molto a tutta la famiglia NBA e ai fan di basket di tutto il mondo". Joe Tait dell’emittente dei Cavs, parlando di Phills lo elogia, dicendo che era un’ottima persona: “Non ha mai preso a calci un cameraman o sputato su un ventilatore. Non ha mai nemmeno fatto trash talking. Non ha mai chiesto di essere scambiato. Non ha mai avuto il broncio quando fu messo in panchina. Non si arrabbiava quando i compagni di squadra meno talentuosi venivano pagati con molto più denaro. Ogni giocatore NBA dovrebbe essere come Bobby Phills. Non perché aveva una media di 13 punti a partita uscendo dalla panchina di Charlotte in questa stagione, né perché era un difensore robusto, il tipo di ragazzo che lotta corpo a corpo, pelle a pelle, ossa a ossa, ma non era un giocatore scorretto. E ' un giocatore che rispetta il suo allenatore e si adatta con i suoi compagni di squadra, un ragazzo che sa cosa vuol dire aspettare il suo turno”. Bobby Sura: Ex giocatore dei Cavs e compagno di Phills: "Bobby è una delle migliori persone che potrebbero esserci in giro, e ha davvero cercato di aiutare gli altri". Il 9 febbraio 2000, durante l’intervallo della gara tra Hornets e Cavaliers (ex squadra di Phills), i Calabroni hanno ritirato la maglia Numero 13 in sua memoria. Un piccolo stralcio da Coach Silas che lo elogia (vi risparmio la ripetizione di altri commenti): “Senza Bobby, non saremmo una vera buona squadra, non credo''. Il figlio di Bobby Phills si avvicinò al podio, mano nella mano con sua madre. Lei lo prese in braccio e parlò nel microfono. “Dillo a tutti dov’è papà”, disse Kendall Phills. "In cielo", rispose Bobby Phills III. Poi aggiunse, "Con gli angeli". Il ragazzo poi corse giù dal palco e abbracciò sua sorella Kerstie.Kendall ha continuato: "Adorava i nostri bellissimi bambini e amava i suoi genitori", ha detto in lacrime. "E ' davvero stata una benedizione per me avere Bobby come mio marito, amico ed eterna anima gemella." Poi lesse una poesia: " Non hai mai detto "me ne vado." Non hai mai detto "Goodbye. " Te ne sei andato prima che lo sapessi. E Dio solo sa perché. Un milione di volte ho bisogno di te. Un milione di volte ho pianto. Se solo l’amore potesse averti salvato, non saresti mai morto. Nella vita ti ho amato teneramente. Nella morte io ti amo ancora. Nel mio cuore c’è un posto speciale che nessuno potrà mai colmare. Mi ha spezzato il cuore perderti. Ma non sei andato da solo. Una parte di me se n’è andata con te il giorno in cui Dio ti ha chiamato alla sua casa. Wesley, playmaker degli Hornets, ha parlato del suo amico ma non ha menzionato nulla sull'incidente. Coach Paul Silas ha detto quello che mancherà di più di Phills sarà il suo sorriso contagioso. Il figlio di Bobby, Bobby Ray Phills III ed il fratello Dwayne hanno issato la maglia n° 13 tra le travi del Charlotte Coliseum. Quello di Phills è stato il primo numero ad essere ritirato nella storia della franchigia. Dopo la partita giocata contro i Knicks sabato 15 gennaio, la squadra partirà da Charlotte per volare a Baton Rouge, dove la domenica si sarebbe tenuto il funerale di Phills. Gli Hornets giocheranno il resto della stagione con una patch nera con il n°13 sul lato destro dell’uniforme per ricordare il compagno. Sul parquet era una guardia tiratrice o un’ala piccola dalla mano morbida e come già detto un ottimo difensore, amava scherzare, un giornalista gli chiese se temesse affrontare Micheal Jordan, lui esorcizzava e scherzava dicendo: "Michael chi?" Persona definita da un giornalista “con un sorriso in grado di scioglierti l'anima” e padre di tre figli. I suoi genitori, Bobby e Mary Phills sono entrambi laureati alla Southern University e A & M College di Baton Rouge, in Louisiana. Entrambi i genitori hanno giocato basket del liceo, Bobby dicono abbia appreso le sue doti atletiche dalla madre, che era stata un’atleta di basket alla St. Tammany High School di Slidell, sempre in Louisiana. Bobby ha anche due fratelli, Michael Mason e Dwayne Armand Phills, i quali erano anche atleti molto dotati. Michael doveva essere un giocatore di football professionistico se non avesse subito un infortunio. Suo fratello minore Dwayne Armand ha giocato la sua pallacanestro a Baker High School. La famiglia costruita da Bobby invece comprende sua moglie, Kendall Watkins Phills e tre figli; Brittany, Bobby III (Trey) e Kerstie Raedawn. Con Kendall come già detto, si sposò nell'estate del 1994 e da quest’unione nacquero due figli, Trey e Kerstie. Si dice che le ghiande non cadono lontano dalle radici dell'albero da cui sono cresciuti, effettivamente in questo caso i ragazzi sia per l’impegno scolastico sia per doti atletiche dimostrano di essere proprio ghiande di quell’albero. A Fort Mill, centro dei Calabroni, Jones e Susan Buff, assistenti esecutivi del team, sono stati subissati per tutto il pomeriggio da telefonate dopo la notizia della tragedia. Si sono fatti vivi coach avversari, direttori generali, allenatori e giocatori, tra cui J.R. Reid e Chuck Person. Stazioni radio locali hanno ricevuto chiamate da persone che hanno ammirato Phills e in molti casi avevano avuto la fortuna di trascorrere qualche breve momento con lui durante le sue 2 stagioni e poco più con gli Hornets. Era evidente che Phills, 30 anni, aveva toccato un sacco di vite dentro e intorno a Charlotte, ma anche nell’intera NBA. Lo stesso Jones disse che: "Era proprio il tipo di persona con cui si può parlare di qualsiasi cosa. Era il mio amico". Dave Cowens, suo ex allenatore a Charlotte chiamò mercoledì pomeriggio, subito dopo aver appreso dell'incidente da un amico: “Io non capisco come queste cose accadano. E per gente come Bobby Phills. Io non credo che ci sia un osso solo egoista nel suo corpo. Ha lavorato su tutto. Lui ascolta. Lui è intelligente. Era solo uno di quei rari puri uomini che sono venuti al mondo, nel modo in cui ha giocato a basket e nel modo in cui ha vissuto la sua vita. L'egoismo è ciò che uccide gli sport di squadra, e lui non aveva niente di tutto ciò". Tutti questi pareri possono sembrare come una glorificazione per Bobby Phills, in realtà quando una persona muore, accade spesso si tenda a glorificarla, ma a furia di santificarle con regolarità si ottiene un effetto opposto poiché diventa un rito che s’inflaziona. Anche se ho messo alcuni commenti di persone su Bobby Phills, innanzitutto, ancor prima che come giocatore di basket, vorrei ricordarlo come una persona positiva. Era con entrambi i piedi a terra nel mondo reale. Aveva avuto la fortuna di guadagnare circa 3,5 $ a stagione e aveva la moglie Kendall che partecipava quasi ad ogni partita in casa con i loro figli. Gli si può imputare la troppa velocità. Nonostante la polizia all’inizio creda che Wesley e Phills stessero gareggiando (circostanza smentita da Wesley), l’ipotesi sembra da scartare nonostante nel mese di febbraio Phills è stato accusato di guidare a 60 mph in una zona dove era permesso solo un 35 mph su Main Street a Pineville, documenti dicono che pagò una multa di 25 dollari e altri 86 per spese processuali. Anche Wesley fu accusato di eccesso di velocità secondo i documenti del tribunale Mecklenburg County. Nel mese di ottobre del 1997 è stato accusato di guidare a 60 mph in una zona da 45 mph. Nel dicembre 1998, sempre Wesley è stato accusato di guidare a 79 mph in una zona da 65 mph sulla Interstate 485. Pagò 80 dollari in spese processuali e frequentò un corso di guida del National Safety Council sei giorni dopo essere stato accusato. A volte però, va detto che i limiti sono eccessivamente bassi. Ma… in questo giorno, un pomeriggio di gennaio che sembrava primavera, non fu come l’altra volta, nonostante i riflessi di Phills, probabilmente uno scatto della sua automobile gli è costata la vita, mettendo in pericolo la vita degli altri, forse perché, come disse lui stesso in un’intervista del 28 dicembre, era molto sicuro di se stesso. Aggiungendo, a domanda fatta, che lui non avesse bisogno di essere un giocatore di basket per avere successo nella vita poiché si era laureato in veterinaria e non ruotava tutto intorno al basket, mentre altri si erano fatti prendere la mano dalla “bella vita”. "E' una cosa triste come molti atleti si perdono dopo che le loro carriere sono cessate perché è la loro unica nicchia. Non sanno come vivere la loro vita senza un pallone da basket in mano''. Wesley ora ha 43 anni, in pensione, qualche anno fa viveva in Texas (onestamente non so se sia ancora di stanza lì, lui natio di San Antonio), ora fa il commentatore tecnico per gli Hornets su Fox, mentre Kendall Phills ora è il membro più basso della famiglia, il figlio e la figlia sono più alti di lei. Lei scherza sul fatto che deve indossare i tacchi da cinque pollici solo per sembrare più alta, come si conviene a una mamma per alzarsi sopra di loro di tanto in tanto. Wesley non ha mai detto esattamente quello che desiderava, al contrario di Kendall, al tempo disse: "I don't really know what I want to say, but he was my partner in crime," he began. "We had some fun." Cioè: “Io non so davvero cosa voglio dire, ma lui era il mio complice. Ci siamo divertiti un po’” Tuttavia, quel che avrebbe volute dire non è difficile da indovinare. Gli manca il suo amico. Molti di noi hanno qualcuno che gli manca. Ciao Bobby.

Retired Number: 13, Bobby Phills (la maglia è ritirata dagli attuali Charlotte Hornets. Dopo essere rientrati in possesso dei vecchi record (fino al 2002) la società ha deciso di riportata “a casa” dalla Louisiana, sebbene Phills sia nato in quello stato, giocò per gli allora Charlotte Hornets.
Bobby Phills Story:
Nativo di Baton Rouge, Louisiana, Bobby Ray Phills II, venne al mondo il 20 dicembre 1969.
Laissez le bon temps rouler potrebbe essere un motto importato dai coloni francesi per queste terre che presero il nome dal Re Sole Luigi XIV, dove la vita è presa con una miglior filosofia rispetto ai ritmi esasperati di produttività che in altri luoghi la società impone. Certo non è tutto oro, anzi… in Louisiana sussistono problemi storici d’immigrazione (anche italiana, in special modo dalla Sicilia) e sussisteva il problema che i neri, nonostante non fossero più schiavi, vivessero sostanzialmente una vita monca, essi, infatti, non potevano entrare in alcuni luoghi, riservati esclusivamente ai bianchi.
Nonostante ciò, Phills si affermerà come giocatore di basket, nonostante come risaputo da molti, lo sport più popolare nella gran parte del sud degli Stati Uniti, sia il football americano.
Bobby Phills ha frequentato la Southern University per Tutti e quattro Gli anni del corso di laurea.
Questo è il tempo in cui Bobby Phills voleva essere un veterinario. Infatti, conseguì una laurea in scienze animali.
Gli piacevano i piccoli animali. Gli piaceva alleviare il loro dolore. Gli piaceva il fatto che gli animali istintivamente sapessero che tipo di persona fossi, non ti giudicassero dallo sguardo, dai vestiti, dallo stipendio.
Phills guardò le persone allo stesso modo, e in questo mondo è cosa sempre più rara.
Nella Stagione 1990-1991, ultimo anno universitario, Phills è Stato Il primo giocatore della nazione per tiri da tre segnati, classificandosi quarto miglior marcatore del circuito con 28,4 punti di media a partita, oltre ad essere tredicesimo nei recuperi con un buon 3,2 a gara, il che gli vale la chiamata dei Milwaukee Bucks al secondo turno del Draft NBA del 1991 con il n°45.
I Bucks però lo mettono in naftalina, con i Cervi non scenderà mai sul parquet e a dicembre le strade di Phills e la franchigia NBA del Wisconsin si separeranno. Tagliato dai Bucks, era deluso, ma non sconfitto. A Bobby fu detto che l’unico posto in cui poteva giocare a basket pro era in South Dakota nel mese di dicembre. Così fece i bagagli e si unì ai Sioux Falls Skyforce della Continental Basketball Association, tenendo 23,1 punti di media, prima di firmare per i Cleveland Cavaliers che gli riaprirono le porte della NBA.
Con i Cavaliers ha giocato dieci Partite Nella Stagione 1991-1992, rimanendo Nel roster l’anno successivo ed apparendo in trentuno gare. Dopo due anni passati ad apprendere dai compagni di squadra e da coach Wilkens, la stagione 1993-1994 vide Phills emergere come grintoso e consistente giocatore NBA; giocò 72 partite segnando 8,3 Punti Di media. Membro fisso della difesa di Cleveland, nel 1994-95 fini con 11,0 punti, per la prima volta entrando in doppia cifra.
Nel 1994 si sposa con Kendall.
Continuò a migliorare nel 1995-1996 sviluppando ulteriormente meccanismi e movimenti per un buon tiro dalla lunga distanza (44,1 % da tre), il che gli permise di portare il suo bottino punti a 14,6 a gara. Ore di palestra anche in estate a sviluppare il suo tiro da dietro l’arco, giacché non era un tiratore “naturale” e le ore in sala pesi lo resero più competitivo. Era orgoglioso del suo gioco ma si spendeva per la squadra.
Ciò in cui eccelleva restava comunque la difesa, giocava duro, e proprio quell’anno entrò nel Secondo quintetto difensivo della lega; Michael Jordan indicò Phills come uno dei cinque avversari più duri da lui incontrati.
In ogni ruolo è stato efficace. Non sensazionale. Solido. Un vero professionista. Una volta un tifoso vide Phills in un bar mentre parlava con altri tifosi. Incuriosito, si avvicinò, e mentre gli altri bevevano le classiche bevande da bar, notò che Bobby stava bevendo latte!
Il tipo di giocatore che è raramente celebrato in questa età sfavillante.
Fuori dal campo Phills è ispirato da Alpha Phi Alpha (ΑΦΑ), un’organizzazione fondata nel 1906 da afro americani.
L’associazione affronta questioni sociali come l’apartheid, l’AIDS, la questione case, questioni economiche, culturali e politiche d’interesse per le persone di colore. Il Martin Luther King, Jr. National Memorial, ecc. …, sono programmi di Alpha Phi Alpha.
Quando nel 1996 Bobby Phills fonda l’Awareness Foundation Bobby Phills Educational s’ispira ai valori di fratellanza che l’associazione Alpha Phi Alpha promuove, infatti, la guardia degli Hornets immaginava e creava un’organizzazione che promuovesse e sviluppasse la consapevolezza educativa tra i bambini che sono stati meno fortunati. Ha lavorato per creare un’associazione che potesse sottolineare l’importanza del rendimento scolastico e l’importanza fisica.
Phills amava lo sport, il basket, il tennis, il golf, sicché questa passione “fisica” era evidente a molti.
Unita al suo amore per la comunità, parlava tranquillamente con fan, bambini, media senza darsi arie da star, lo spirito gentile di Bobby si concretizzava attraverso la missione di questa Fondazione che ha tanto amato.
L’obiettivo concreto della fondazione è fornire ai bambini consapevolezza educativa attraverso stimoli intellettuali e di crescita attraverso il progresso scolastico, i programmi e le attività sportive, le opportunità di mentoring e programmi di sviluppo sociale e di leadership. La Fondazione gestisce un fondo, assegna borse di studio agli studenti meritevoli, oltre ad ospitare un memorial di golf annualmente, offre una serie di campi di basket e golf per i giovani svantaggiati tutto l’anno.
Poiché la tragica scomparsa di Phills (di cui parleremo in seguito) avvenne nel gennaio 2000, in tutti questi anni è stata la famiglia insieme a soci a occuparsi di mantenere il suo sogno in vita attraverso la Fondazione.
Dopo un’alta ottima stagione con i CAVS, il 19 agosto 1997 (un mesetto dopo la firma dell’amico David Wesley) firmò da free agent con gli Charlotte Hornets, i quali, mentre costruivano una delle migliori squadre dell’Eastern Conference, videro in Bobby Phills il veterano giusto per guidare la squadra e lo “stopper difensivo” da tentare di opporre allo stratosferico Jordan. Phills firma un contratto a lungo termine come free agent del valore di $ 32 milioni. Nonostante un infortunio che lo costrinse a saltare le prime 20 gare di stagione regolare, segnò comunque 10.4 punti a partita, quarta stagione consecutiva in doppia cifra, migliorandosi l’anno successivo, 1998-99, stagione del “lockout” (diventata solo 1999 in pratica), con 14,3 p/p.
Alla vigilia della Stagione 1999-2000, Phills in accordo con Silas, il quale pensava che un quintetto più alto avrebbe finito per favorire la formazione, si spostò nel ruolo di sesto uomo, in modo che Anthony Mason e il nuovo acquisto degli Hornets Derrick Coleman potessero giocare insieme, avendo un quintetto più equilibrato. Bobby disse:
“… la cosa più importante per me è vincere partite. Farò quello che devo fare per aiutarci a fare questo”.
Giocò 28 Partite con una media di 13,6 punti fu uno dei protagonisti della rimonta degli Hornets in classifica, però purtroppo la squadra della Carolina del Nord fallì l’obiettivo post season per un soffio. Contribuì anche a migliorare un giovane Baron Davis, promessa della squadra, oltre ad avere leadership sulla squadra.
La stagione 1999/00 parte e già gli Hornets hanno qualche problema, nel mese di ottobre, Eldridge Recasner si frattura una spalla e si ritrova con un polmone malandato, mentre il compagno di squadra Derrick Coleman era accusato di guida in stato d’ebrezza dopo un incidente stradale.
Il 20 dicembre gli Hornets sono ospiti a New York (partita persa all’OT 109-112). Phills chiede ad un membro del personale Hornets sulla Statua della Libertà. Il membro del personale è di New York e Phills vuole dettagli circa la Statua della Libertà, il modo migliore per arrivarci, ecc.… I giocatori chiedono spesso ai membri dello staff biglietti o consigli, ma nessuno aveva mai chiesto a lui qualcosa sulla Statua della Libertà. I viaggi in NBA sono veloci, forse c’è tempo per un giro turistico, forse no, ma Bobby voleva del tempo per apprezzare le città in cui ha giocato. Voleva vedere un punto di riferimento in ogni città.
La vita di Phills si spezza a 30 anni e 23 giorni improvvisamente e tragicamente in un incidente automobilistico (il che mi ricorda nel 1993 l’incidente d’auto di Drazen Petrovic) il 12 gennaio 2000, dopo essere uscito dall’allenamento mattutino.
Personalmente mi ricordo che come spesso accadeva durante il mio turno mattutino di lavoro, mi sedevo brevemente al bar e facevo colazione, ma il giorno successivo, in quell’alba del nuovo millennio, cielo limpido anche se freddo, niente faceva presagire che aprendo la Gazzetta dello Sport per vedere risultati e cercare tra le curiosità della NBA, avrei trovato la notizia della scomparsa della guardia degli Hornets. Potevo solamente rimanere incredulo: la sua Porsche 993 Cabriolet circa alle 11.00 AM era su Tyvola Road, nei Pressi dell’ormai abbattuto Charlotte Coliseum (a pochi chilometri a sud di downtown), quando ad un certo punto l’auto si schiantò frontalmente contro un altro mezzo e poi finì su un lato della carreggiata dopo una carambola che colpì altri due mezzi i cui conducenti però ebbero salva la vita.
In condizioni stabili al Presbyterian Hospital finirono Robert Woolard Jr., un perito assicurativo di 31 anni e Yao Agbegbon 33 anni di Charlotte, il quale era alla guida di un taxi minivan.
Per Bobby però non ci fu nulla da fare, la polizia, effettuati i controlli, sostenne che l’auto viaggiasse a circa 150 kmh contro i circa 70 kmh consentiti e pare sempre che uno sbalzo della vettura fu la causa della perdita di controllo del mezzo. I segni di frenata in prossimità di una curva con pendenza.
In genere i due si recavano in una creperia dopo il piccolo allenamento.
Poco più avanti vi era l’amico e compagno di squadra David Wesley, con il quale usciti dall’allenamento, avrebbero dovuto recarsi insieme dalla moglie di Bobby. In un primo momento Wesley fu sospettato di guida spericolata, poiché si pensò che i due stessero gareggiando. Fu scagionato da questa colpa ma condannato per guida spericolata sei mesi dopo. Wesley si rese conto guardando lo specchietto retrovisore dell’accaduto ed inchiodò, ma ormai era troppo tardi per l’amico.
Intanto coach Paul Silas, avvisato dell’accaduto da Wesley tramite l’assistente Terry Kofler, si recò con l’altro assistente Eavas sul posto, ma anche loro dovettero fare i conti con la dura realtà materiale.
Diversi giocatori lasciando il Colosseo, avvisati dell’incidente via cellulare tornano indietro. Arrivano più o meno tutti, poi si fermano per circa un’ora da soli o in piccoli gruppi parlando a bassa voce, in lacrime guardando come la polizia ed i vigili del fuoco assistettero le altre due persone ferite in altre vetture e poi andarono a fare le indagini sull’incidente.
Incredibilmente il proprietario George Shinn, guidando verso il suo ufficio e non sapendo cosa fosse successo, si fermò quando vide Silas sul lato della strada. Bob Bass, il vicepresidente esecutivo era visibilmente scosso, fu lui a chiedere di rinviare la gara programmata contro i Bulls. Bass su Phills:
“Era così speciale. Ha toccato tutti noi e sentiremo sempre la sua mancanza. Sono solo in stato di shock”.
Il giorno dell’incidente, anche il commissario della NBA David Stern disse:
“Bobby Phills rappresentava il meglio della NBA. Sappiamo tutti che Bobby era un giocatore di talento e competitivo. Ma era anche uno dei membri più rispettati della NBA, un prezioso compagno di squadra e un membro della comunità. Egli mancherà molto a tutta la famiglia NBA e ai fan di basket di tutto il mondo”.
Joe Tait dell’emittente dei Cavs, parlando di Phills lo elogia, dicendo che era un’ottima persona:
“Non ha mai preso a calci un cameraman o sputato su un ventilatore. Non ha mai nemmeno fatto trash talking. Non ha mai chiesto di essere scambiato. Non ha mai avuto il broncio quando fu messo in panchina. Non si arrabbiava quando i compagni di squadra meno talentuosi venivano pagati con molto più denaro. Ogni giocatore NBA dovrebbe essere come Bobby Phills. Non perché aveva una media di 13 punti a partita uscendo dalla panchina di Charlotte in questa stagione, né perché era un difensore robusto, il tipo di ragazzo che lotta corpo a corpo, pelle a pelle, ossa a ossa, ma non era un giocatore scorretto. E ‘ un giocatore che rispetta il suo allenatore e si adatta con i suoi compagni di squadra, un ragazzo che sa cosa vuol dire aspettare il suo turno”.
Bobby Sura: Ex giocatore dei Cavs e compagno di Phills:
“Bobby è una delle migliori persone che potrebbero esserci in giro, e ha davvero cercato di aiutare gli altri”.
Il 9 febbraio 2000, durante l’intervallo della gara tra Hornets e Cavaliers (ex squadra di Phills), i Calabroni hanno ritirato la maglia Numero 13 in sua memoria.
Un piccolo stralcio da Coach Silas che lo elogia (vi risparmio la ripetizione di altri commenti):
“Senza Bobby, non saremmo una vera buona squadra, non credo”.
Il figlio di Bobby Phills si avvicinò al podio, mano nella mano con sua madre. Lei lo prese in braccio e parlò nel microfono. “Dillo a tutti dov’è papà”, disse Kendall Phills.
“In cielo”, rispose Bobby Phills III. Poi aggiunse, “Con gli angeli”.
Il ragazzo poi corse giù dal palco e abbracciò sua sorella Kerstie.Kendall ha continuato: “Adorava i nostri bellissimi bambini e amava i suoi genitori”, ha detto in lacrime.
“E ‘ davvero stata una benedizione per me avere Bobby come mio marito, amico ed eterna anima gemella.”
Poi lesse una poesia:
” Non hai mai detto “me ne vado.”
Non hai mai detto “Goodbye. “
Te ne sei andato prima che lo sapessi.
E Dio solo sa perché.
Un milione di volte ho bisogno di te.
Un milione di volte ho pianto.
Se solo l’amore potesse averti salvato, non saresti mai morto.
Nella vita ti ho amato teneramente.
Nella morte io ti amo ancora.
Nel mio cuore c’è un posto speciale che nessuno potrà mai colmare.
Mi ha spezzato il cuore perderti.
Ma non sei andato da solo.
Una parte di me se n’è andata con te il giorno in cui Dio ti ha chiamato alla sua casa.
Wesley, playmaker degli Hornets, ha parlato del suo amico ma non ha menzionato nulla sull’incidente.
Coach Paul Silas ha detto quello che mancherà di più di Phills sarà il suo sorriso contagioso.
Il figlio di Bobby, Bobby Ray Phills III ed il fratello Dwayne hanno issato la maglia n° 13 tra le travi del Charlotte Coliseum. Quello di Phills è stato il primo numero ad essere ritirato nella storia della franchigia.
Dopo la partita giocata contro i Knicks sabato 15 gennaio, la squadra partirà da Charlotte per volare a Baton Rouge, dove la domenica si sarebbe tenuto il funerale di Phills.
Gli Hornets giocheranno il resto della stagione con una patch nera con il n°13 sul lato destro dell’uniforme per ricordare il compagno.
Sul parquet era una guardia tiratrice o un’ala piccola dalla mano morbida e come già detto un ottimo difensore, amava scherzare, un giornalista gli chiese se temesse affrontare Micheal Jordan, lui esorcizzava e scherzava dicendo: “Michael chi?”
Persona definita da un giornalista “con un sorriso in grado di scioglierti l’anima” e padre di tre figli.
I suoi genitori, Bobby e Mary Phills sono entrambi laureati alla Southern University e A & M College di Baton Rouge, in Louisiana. Entrambi i genitori hanno giocato basket del liceo, Bobby dicono abbia appreso le sue doti atletiche dalla madre, che era stata un’atleta di basket alla St. Tammany High School di Slidell, sempre in Louisiana.
Bobby ha anche due fratelli, Michael Mason e Dwayne Armand Phills, i quali erano anche atleti molto dotati. Michael doveva essere un giocatore di football professionistico se non avesse subito un infortunio. Suo fratello minore Dwayne Armand ha giocato la sua pallacanestro a Baker High School.
La famiglia costruita da Bobby invece comprende sua moglie, Kendall Watkins Phills e tre figli; Brittany, Bobby III (Trey) e Kerstie Raedawn. Con Kendall come già detto, si sposò nell’estate del 1994 e da quest’unione nacquero due figli, Trey e Kerstie.
Si dice che le ghiande non cadono lontano dalle radici dell’albero da cui sono cresciuti, effettivamente in questo caso i ragazzi sia per l’impegno scolastico sia per doti atletiche dimostrano di essere proprio ghiande di quell’albero.
A Fort Mill, centro dei Calabroni, Jones e Susan Buff, assistenti esecutivi del team, sono stati subissati per tutto il pomeriggio da telefonate dopo la notizia della tragedia. Si sono fatti vivi coach avversari, direttori generali, allenatori e giocatori, tra cui J.R. Reid e Chuck Person.
Stazioni radio locali hanno ricevuto chiamate da persone che hanno ammirato Phills e in molti casi avevano avuto la fortuna di trascorrere qualche breve momento con lui durante le sue 2 stagioni e poco più con gli Hornets.
Era evidente che Phills, 30 anni, aveva toccato un sacco di vite dentro e intorno a Charlotte, ma anche nell’intera NBA.
Lo stesso Jones disse che:
“Era proprio il tipo di persona con cui si può parlare di qualsiasi cosa. Era il mio amico”.
Dave Cowens, suo ex allenatore a Charlotte chiamò mercoledì pomeriggio, subito dopo aver appreso dell’incidente da un amico:
“Io non capisco come queste cose accadano. E per gente come Bobby Phills. Io non credo che ci sia un osso solo egoista nel suo corpo. Ha lavorato su tutto. Lui ascolta. Lui è intelligente. Era solo uno di quei rari puri uomini che sono venuti al mondo, nel modo in cui ha giocato a basket e nel modo in cui ha vissuto la sua vita. L’egoismo è ciò che uccide gli sport di squadra, e lui non aveva niente di tutto ciò”.
Tutti questi pareri possono sembrare come una glorificazione per Bobby Phills, in realtà quando una persona muore, accade spesso si tenda a glorificarla, ma a furia di santificarle con regolarità si ottiene un effetto opposto poiché diventa un rito che s’inflaziona.
Anche se ho messo alcuni commenti di persone su Bobby Phills, innanzitutto, ancor prima che come giocatore di basket, vorrei ricordarlo come una persona positiva.
Era con entrambi i piedi a terra nel mondo reale. Aveva avuto la fortuna di guadagnare circa 3,5 $ a stagione e aveva la moglie Kendall che partecipava quasi ad ogni partita in casa con i loro figli.
Gli si può imputare la troppa velocità. Nonostante la polizia all’inizio creda che Wesley e Phills stessero gareggiando (circostanza smentita da Wesley), l’ipotesi sembra da scartare nonostante nel mese di febbraio Phills è stato accusato di guidare a 60 mph in una zona dove era permesso solo un 35 mph su Main Street a Pineville, documenti dicono che pagò una multa di 25 dollari e altri 86 per spese processuali. Anche Wesley fu accusato di eccesso di velocità secondo i documenti del tribunale Mecklenburg County. Nel mese di ottobre del 1997 è stato accusato di guidare a 60 mph in una zona da 45 mph. Nel dicembre 1998, sempre Wesley è stato accusato di guidare a 79 mph in una zona da 65 mph sulla Interstate 485. Pagò 80 dollari in spese processuali e frequentò un corso di guida del National Safety Council sei giorni dopo essere stato accusato. A volte però, va detto che i limiti sono eccessivamente bassi.
Ma… in questo giorno, un pomeriggio di gennaio che sembrava primavera, non fu come l’altra volta, nonostante i riflessi di Phills, probabilmente uno scatto della sua automobile gli è costata la vita, mettendo in pericolo la vita degli altri, forse perché, come disse lui stesso in un’intervista del 28 dicembre, era molto sicuro di se stesso.
Aggiungendo, a domanda fatta, che lui non avesse bisogno di essere un giocatore di basket per avere successo nella vita poiché si era laureato in veterinaria e non ruotava tutto intorno al basket, mentre altri si erano fatti prendere la mano dalla “bella vita”.
“E’ una cosa triste come molti atleti si perdono dopo che le loro carriere sono cessate perché è la loro unica nicchia. Non sanno come vivere la loro vita senza un pallone da basket in mano”.
Wesley ora ha 43 anni, in pensione, qualche anno fa viveva in Texas (onestamente non so se sia ancora di stanza lì, lui natio di San Antonio), ora fa il commentatore tecnico per gli Hornets su Fox, mentre Kendall Phills ora è il membro più basso della famiglia, il figlio e la figlia sono più alti di lei. Lei scherza sul fatto che deve indossare i tacchi da cinque pollici solo per sembrare più alta, come si conviene a una mamma per alzarsi sopra di loro di tanto in tanto.
Wesley non ha mai detto esattamente quello che desiderava, al contrario di Kendall, al tempo disse:
“I don’t really know what I want to say, but he was my partner in crime,” he began. “We had some fun.” Cioè: “Io non so davvero cosa voglio dire, ma lui era il mio complice. Ci siamo divertiti un po’”
Tuttavia, quel che avrebbe volute dire non è difficile da indovinare. Gli manca il suo amico. Molti di noi hanno qualcuno che gli manca.
Ciao Bobby.

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