Game 1; Charlotte Hornets @ Miami Heat 94-104

Sottotitolo; RadiaziHornets
Jefferson; in 21:46 ha realizzato 17 punti con un 8/14 dal campo.

Jefferson; in 21:46 ha realizzato 17 punti con un 8/14 dal campo.

 
Charlotte stecca l’opening night in terra nemica.
 
Si sarebbe potuto partir meglio, ma l’avversario era insidioso e Spolestra, l’allenatore degli Heat è 8-0 in questo tipo d’occasioni quando gioca in casa.
 
I Calabroni erano in attesa di conferme o smentite dopo aver dominato la preseason, che come si sa purtroppo, non è mai attendibile e si rischia di far la fine di essere considerati i padroni del vapore.
 
Le radiazioni degli Heat, che sono sembrati giocare di squadra più degli Hornets, hanno abbrustolito la superficie di una squadra ancora alla ricerca d’identità ed equilibri difensivi.
 
Sfortunatamente e preoccupantemente nessun lungo nel roster pare avere le caratteristiche dell’ex Biyombo e Charlotte ha patito sotto l’aspetto difensivo, mentre in attacco è regredita.
L’intensità della squadra di casa ha mostrato i limiti di una squadra che sotto pressione si è affidata ancora troppo spesso ad Al Jefferson, il quale nel primo quarto ci ha messo più che una pezza ma ha finito per replicare il gioco e alcune problematiche legate alla scorsa stagione, inoltre alcuni giocatori chiave, forse a causa della tensione, hanno giocato piuttosto male.
 
Gli Heat (in bianco) schieravano; G. Dragic, Wade, Deng, Bosh, Whiteside, mentre un po’ a sorpresa coach Clifford sceglieva come risposta il seguente starting five; Walker, Batum, P.J. Hairston, M. Williams, e Jefferson.
 
Partenza al calor bianco per i Miami Heat che davanti al proprio pubblico volevano ben figurare nell’opening night.
Ritmi e pressione alta che costavano a Charlotte un parziale iniziale da incubo; 2-8 con Big Al a procurarsi gli unici punti dei Calabroni a 10:49 lavorando Whiteside con una finta prima del provvidenziale time-out chiamato da coach Clifford.
Al rientro sul parquet era ancora Jefferson a spingere Charlotte; giro strettissimo nel pitturato sul piede perno e il difensore era battuto, a 8:20 Big Al realizzava anche subendo fallo da Whiteside ma mancava il libero addizionale, a 8:02 era sempre lui a costringere gli arbitri a far chiamare un goaltending che pareggiava la sfida sull’otto pari.
A 7:42 Charlotte con una transizione chiusa da Marvin Williams completava un controparziale di 8-0 e portava la squadra in divisa viola sul 10-8.
Questa volta era il collega Spolestra a dover chiamare il time-out.
Miami si riprendeva e le squadre rimanevano a contatto alzando il punteggio in maniera equilibrata.
Gli Heat trovavano nuovamente il vantaggio con Chalmers dall’angolo destro (17-19), ma Charlotte tentava il primo strappo della gara; prima pareggiando con un Lin velocissimo in transizione e lesto ad appoggiare la palla a spicchi, poi passando in vantaggio con un gioco da 3 pt. di Roberts (fallo sul jumper), infine allungando con Lin che faceva tutto da solo e concludeva con la tripla del 25-19.
Miami si riavvicinava con 4 tiri liberi, ma a un centesimo di secondo dalla fine Hawes metteva dentro la sfera sfruttando un buon assist di Lin per il 27-23 di primo quarto.
 
A 11:35 i Calabroni toccavano il +6 grazie ancora al taiwanese che con un fade-away aumentava il proprio bottino.
A 8:49 Dragic giocando un pick and roll with Bosh controriceveva sull’esterno destro e andava a segnare, ma Marvin Williams a 8:25 correggeva su un errore al tiro di Roberts per il 31-28.
Hawes nel pitturato con un doppio aiuto del ferro si faceva valere su Green, poi a 7:35 un assist mobile di Batum per l’appoggio di Hawes costringeva il coach di Miami a chiamare il time-out sul 35-20 vedendo Charlotte giocare bene come in preseason.
Miami tornava in partita sfruttando un paio di transizioni e quando Wade catturava il rimbalzo offensivo e correggeva, la squadra di casa andava sul +1 (35-36) ma Jefferson sull’azione successiva riportava velocemente la squadra di Jordan in vantaggio con un soft touch che rimbalzava più volte sul ferro prima di accomodarsi tra le maglie della retina.
Miami però sul finale di secondo quarto produceva la fiammata che spaccava la gara dimostrando che Charlotte ha fatto male a privarsi di un centro come Biyombo a protezione dell’anello.
Un assist di Dragic dava la possibilità a Haslem di mettere a segno una schiacciata intervallata da un open 3 di Winslow, il quale si riproponeva in attacco nuovamente penetrando dalla sinistra e posterizzando la difesa di Charlotte con una prepotente schiacciata che valeva il 37-43.
Walker in difesa rimaneva concentrato e basso riuscendo a intercettare un pallone per poi colpire in contropiede ma Green con una slam dunk prepotente riposterizzava i lunghi di Charlotte dando il +6 ai bianchi di casa (39-45).
Miami di fatto chiudeva la gara con tre triple consecutive dai suoi giocatori caldissimi; Bosh a 1:45, poi Green da sinistra che dava il +10, e ancora Green a :40.6, Walker poteva solo riaccorciare sul -10 (44-54) a un secondo e mezzo dall’intervallo.
 
Nella ripresa gli Hornets tentavano di reagire ma Batum non era decisamente in palla, Jefferson si faceva stoppare da Whiteside e anche se il primo a segnare risultava essere Marvin Williams, gli Heat trovavano sempre il modo di controbattere, dimostrando una certa fragilità nella difesa di Charlotte. Un buon giro palla e pick and pop dava a Hairston la possibilità di colpire dall’angolo sinistro a 8:13 per il 53-60. Charlotte in attacco faceva piuttosto penare i suoi tifosi e Miami allungava con tre liberi di Chalmers e una tripla di Green a 1:41 per il 57-73. Lin accorciava sul 60-73 (punteggio di fine quarto) ma non era decisamente fortunato; prima perdeva sangue dal naso, poi sulla penultima azione perdeva una scarpa tornando a difendere senza di essa.
Un Clifford a partita compromessa ormai fatalista.

Un Clifford a partita compromessa ormai fatalista.

Nell’ultimo quarto Green segnava da 3 punti ancora, mentre Lin provava un lungo tiraccio da tre punti e a 10:26 gli Heat raggiungevano il massimo vantaggio; pick and pop Green/Bosh e tripla di quest’ultimo da posizione frontale per mandare il tabellone sul 61-81.
Charlotte, brutta addormentata nel forno, si svegliava troppo tardi; due triple di Batum, un canestro di Roberts e una tripla di Lin più una serie di tiri liberi riavvicinavano parecchio Charlotte, infatti, con due tiri liberi a :58.2 Cody Zeller portava a -5 i nostri (92-97).
Punteggio illusorio… Charlotte era ancora troppo lontana e a :38.8 pagava dazio con Wade che entrava nella difesa di Charlotte, scaricava su Bosh che girava la palla in angolo, passaggio extra per Deng e difesa che collassava sul terzo suggerimento; tripla di Deng aperta e titoli di coda.
La gara terminava sul punteggio di 94-104.
Prossimo appuntamento ad Atlanta sabato notte.
Le statistiche di squadra.

Le statistiche di squadra.

 
Le statistiche individuali.

Le statistiche individuali.


 
Pagelle:
 
Walker: 5,5
19 pt. 4, assist, 2 rubate. Walker pare non riuscire a trovare quella fluidità di manovra per far girare la squadra a parte un paio di ottimi spunti. Sfiora il ventello ma quasi la metà dei punti è ottenuta dalla lunetta. Non è parso il miglior Kemba.
 
Batum: 5
9 pt., 6 rimbalzi, 3 assist. Esordio alla Lance Stephenson. Mette due bombe a partita ormai compromessa. Speriamo sia solo la tensione. In difesa è dura tenere Wade e qualche volta non può fare molto, ma palleggi e passaggi approssimativi, serata al tiro pessima, fanno uscire Charlotte di scena prima del tempo.
 
P.J. Hairston: 5,5
3 pt., 2 assist. Bravo a procurarsi tre volte almeno falli sui quali i Calabroni recuperano palla ma se viene attaccato talvolta è passato troppo facilmente e anche in attacco se non fosse per una tripla comoda conterebbe una virgola nella casella punti. Schierarlo titolare è sembrato troppo.
 
Marvin Williams: 6
10 pt., 10 rimbalzi, 3 assist. Doppia doppia per Marvin, ma solo sufficiente. Schierato a sorpresa come PF, Marvin ha lo stesso problema di velocità difensiva di Hairston. Va a momenti, recupera un buon numero di rimbalzi ma lo 0/5 da fuori penalizza Charlotte.
 
Jefferson: 6,5
17 pt., 5 rimbalzi. Tieni in piedi la baracca con mestiere nel primo quarto ma quando la palla la riceve lui, in qualche maniera si sa già che al 90% proverà a concludere. Gli avversari sanno questo ormai e lo stoppano tre volte, nonostante questo supera il 50% dal campo.
 
C. Zeller: 6,5
7 pt., 12 rimbalzi. Cody lotta a rimbalzo e cattura tutto il possibile.
 
Lin: 6
17 pt., 2 assist. Meglio di Walker nella serata, sia come fluidità di gioco e gestione possesso palla.
 
Hawes: 5
7 pt., 3 rimbalzi. Bosh lo passa come se fosse il Telepass e anche se in attacco funziona meglio, dietro se attaccato, si è dimostrato un buco. Sperando che già dalla prossima giochi molto meglio.
 
Roberts: 5,5
5 pt. Trova spazio un po’ a sorpresa dal mio punto di vista, anche se la sua preseason era stata molto buona. Fa 2/6 dal campo.
 
Kaminsky: 5,5
0 pt. Poco in campo e conferma i problemi in fase difensiva. Prima della partita Clifford aveva detto che sarebbe stato il quinto lungo nelle rotazioni.
 
Coach Clifford: 5,5
Stupisce con un quintetto alternativo nelle posizioni di SF e PF, spaziature in attacco discrete ma giochi poco efficaci. Dov’è finita la serie di passaggi della preseason e la fluidità dell’azione? Chiama i timeout nei momenti giusti ma non riesce a far giocare la sua squadra come vorrebbe. La squadra finisce con il 25% da 3 punti contro il 60% avversario. Da rivedere posizionamenti e rotazioni difensive.
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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.