Colpo di Terry

“Terry” Rozier o T-Ro. Un grazie per l’impegno e auguri per la nuova avventura (non contro Charlotte magari) a Miami.

Gli Charlotte Hornets saranno probabilmente tra i principali venditori alla scadenza commerciale NBA del 2024 e hanno fatto la loro prima mossa oggi.

Secondo Adrian Wojnarowski, gli Hornets manderanno Terry Rozier ai Miami Heat in cambio di Kyle Lowry e di una scelta al primo turno del 2027.

La scelta è protetta alla lotteria nel 2027 (1-14) e non protetta se verrà effettuata nel 2028, secondo Woj.

Rozier quest’anno ha registrato un’ottima media di punti (23,2) e assist (6,6) ai massimi livelli della sua carriera e ha dovuto sopportare un carico più pesante quando LaMelo Ball ha saltato un lungo periodo a causa di un infortunio alla caviglia.

Ora avrà la possibilità di formare una nuova coppia di difesa insieme a Tyler Herro a Miami.

Rozier ha trascorso nove stagioni nella NBA (quattro a Boston, cinque a Charlotte) ed è nono in campionato per triple realizzate dall’inizio della stagione 2019-20.

Quattro stagioni con i Boston Celtics come giocatore in uscita dalla panchina molto valido prima delle ultime cinque stagioni agli Hornets.

Una stagione e mezza sola completata per lui avendo firmato un contratto con Charlotte nell’estate del 2022.

Rozier guadagnerà 23,2 milioni di dollari per questa stagione e 24,9 per la 2024/25 mentre per la stagione 2025/26 il suo accordo è parzialmente garantito (lo diventerà solo se raggiungerà il 2° turno dei playoff e giocherà almeno 70 partite di Regular Season) mentre Lowry che guadagna 29,6 milioni è in netta parabola discendente.

Gli Heat (24-19, sesti a Est) erano da tempo alla ricerca di un nuovo playmaker.

La loro ricerca era orientata su Damian Lillard ma non ha avuto successo durante la bassa stagione e l’inesorabile declino di Lowry (quasi 38 anni) li ha lasciati desiderare una maggiore produzione nella zona difensiva.

Adesso prenderanno il ventinovenne Rozier che sta vivendo la sua stagione migliore.

Il contratto quadriennale da 97 milioni di dollari di Rozier scadrà nel 2026 mentre Lowry – che sta guadagnando più di 29 milioni di dollari in questa stagione – diventerà un free agent senza restrizioni quest’estate.

Gli Hornets non hanno piani di buyout immediati per lui e dovrebbero cercare un partner commerciale adatto per Lowry prima della scadenza commerciale dell’8 febbraio, secondo Wojnarowski.

Lowry, che compirà 38 anni a marzo, ha segnato una media di 8,2 punti in 28 minuti a partita in questa stagione.

Sei volte All-Star, Lowry è uscito dalla panchina per gli Heat nelle sue ultime due partite dopo aver giocato da titolare nelle sue prime 35 presenze in questa stagione.

Si prevede che gli Hornets in ricostruzione (10-31, 13° nell’Est) saranno uno dei venditori più accaniti alla deadline.

Charlotte potrebbe anche muovere veterani come Gordon Hayward, Miles Bridges, P.J. Washington e Cody Martin, oltre al fatto che questa estate anche il contratto di Bouknight non verrà rinnovato, considerando l’abbandono di Lowry saranno oltre 90 i milioni a disposizione.

Hayward ha una media di 14,5 punti a partita, ma il suo pesante contratto in scadenza (31,5 milioni di dollari) potrebbe renderlo difficile da scambiare.

A favore c’è ovviamente l’enorme spazio salariale vuoto che la franchigia potrebbe utilizzare.
I problemi però sono tanti a partire da ball che è puro talento cristallino ma è fatto del medesimo materiale, Mark Williams è un caso misterioso con il suo infortunio alla schiena e il buon rookie Miller (sta progredendo) ogni tanto qualche leggera zoppia se la procura nel forzare giocate giacché intorno – causa infortuni – non ha avuto una gran mano ed il fisico è ancora abbastanza esile.
Per esperienza il problema principale è l’appeal del mercato di Charlotte…
Tanti soldi risparmiati ma poi in sostanza chi vorrà realmente venire?
Bisognerà prendere due ottimi giocatori, tasselli per posizioni e capacità mancanti ma anche dare uno sguardo serio per allungare la panchina.
Ball e Miller non bastano a convincere altri giocatori quindi il rischio è strapagare (modello Batum) giocatori che dovrebbero amalgamare e dare supporto alla squadra, compresi i pochi giovani realmente interessanti e a questo punto, personalmente, mi sarei tenuto Rozier che in estate avrebbe potuto essere un asset più spendibile.
Il rischi di avere ancora davanti a noi altri anni piuttosto tristi c’é e Ball alla scadenza della rookie scale, nonostante il suo ricco contratto, potrebbe anche impuntarsi decidendo di non restare nella Buzz City e per una tifoseria ormai mezza stremata, togliere l’unico raggio di luce sarebbe quasi fatale.
Di certo Charlotte – se dovesse azzerare il roster – entro l’8 febbraio, difficilmente supererebbe il record dello scorso anno, garantendosi un altra possibile buona scelta al prossimo Draft ma il mucchio di scelte selvaggio che adesso sta premiando OKC non è detto che abbia lo stesso effetto per la Queen City che spesso non si è rivelata lungimirante sprecando ai Draft occasioni in serie.
Come al solito ci sta tutto e di più quando si ipotizza (bravo Kupchak e/o il prossimo GM se sapranno sfruttare l’eventuale spazio vuoto che si dovrebbe creare ma il rischio è peggiorare la situazione, in questo limbo Charlotte ha deciso di muoversi smantellando), di certo Rozier dava ottime garanzie e gli si augura tutto il bene vista la sua serietà ed il suo impegno con i nostri colori, un giocatore che mi piaceva per dedizione ed atteggiamento che – ahimè – andrà a rinforzare una rivale divisionale e ora non ci rimane che restare alla finestra per vedere cosa accadrà nei prossimi 16 giorni e passare il giro di boa (siamo esattamente a metà stagione) che era stato festeggiato con una insperata ed entusiasmante vittoria sul campo di una squadra temibillissima come i Timberwolves.
Una serata nella quale è parso entrare tutto ma nemmeno dopo 24 ore è già colpo di Terry (a me è venuto un colpo – non positivo – leggendo la news quando non ero nemmeno tornato dal lavoro) o colpo di spugna se preferite e queste veloci emozioni a contrasto fanno sentire me e forse qualche altro fan di Charlotte, esattamente così:

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.