On the bottho(m)rnets…

Articolo misto tra mie considerazioni, Brobible e Charlotte Observer per fare il punto della situazione…

Sul fondo della classifica o quasi – continuando così si giungerà presto – Charlotte vuole premere il bottone dell’auto-distruzione per provare a ricostruire per il prossimo futuro cercando di dimenticare l’amarezza dei recenti anni, in particolare di questa stagione, l’annata peggiore di sempre dal mio punto di vista.

Gli Hornets stanno andando molto peggio di ciò che qualcuno aveva previsto per questa stagione e il capo allenatore Steve Clifford non ha usato mezzi termini quando ha dato alcune spiegazioni sul motivo per il quale – secondo lui – la squadra non è riuscita a tenere testa al resto della lega…

Gli Charlotte Hornets non riescono a staccare un biglietto per i playoff dal 2016 e se vuoi mettere in prospettiva le loro difficoltà, dovresti considerare che la franchigia non è andata oltre il primo turno della postseason dal 2002, pochi anni prima che la franchigia si trasferisse a New Orleans e ne comparisse una nuova (2004) nella Queen City come Bobcats, prima di riprendere il nome originale after la decisione di New Orleans di cambiare look.

Nel 2022, Steve Clifford è stato assunto per sostituire James Borrego, l’uomo che aveva accettato il lavoro degli Hornets proprio del dopo Clifford (7 stagioni prima che Charlotte decidesse di cambiare rotta nel 2018) che a Charlotte aveva messo insieme un 196 –214 tra Bobcats e Hornets. La franchigia non ha vissuto esattamente una svolta miracolosa sulla scia del suo ritorno, dato che la squadra è andata 27-55 la scorsa stagione ed è attualmente sulla buona strada per abbassare l’asticella dopo essere scesa a 10-37 contro i Thunder nell’ultima uscita, allungando a sei la striscia di sconfitte consecutive e dando pochi segni di vita.

Gli Hornets sono stati costretti a fare i conti con gli infortuni cronici alla caviglia che hanno avuto un ruolo importante nella mancanza di 25 partite per LaMelo Ball nel corso della stagione attuale, quindi, hanno sostanzialmente dovuto rinunciare al proprio maggior talento.

Clifford ha recentemente sostanzialmente “ammesso” che, i giocatori con i quali ha a che fare, non hanno le competenze necessarie per essere competitivi nella NBA.

Ecco cosa ha detto: “I nostri problemi non sono i loro sforzi, il loro lavoro, quanto vogliono vincere. Ascolta: abbiamo poco talento. Non c’è niente di sbagliato nel dirglielo. Devono giocare bene. Non hanno spazio per errori. Non possiamo commettere errori. Quando ci alleniamo, dobbiamo avere ottime ripetizioni e ci deve essere un grande connessione al gioco… In questo momento non siamo abbastanza bravi, non stiamo battendo nessuno. Questo è proprio il punto in cui siamo”.

Clifford ha fatto notare che non stava dicendo nulla che non avesse già detto ai suoi giocatori e ha affermato che non lo rispetteranno se non sarà disposto a essere sincero quando si tratta di valutare le radici dei problemi della squadra e in un certo senso fa sento come se stesse lanciando un appello pubblico al front office per un aiuto tanto necessario.

Nel caso in cui non fosse già abbastanza chiaro con la partenza di Terry Rozier, non si può negare che gli Charlotte Hornets siano aperti agli affari dopo aver perso anche contro i Detroit Pistons. Anche se non stanno adottando un approccio del tipo “tutto deve andare”, i venti di cambiamento stanno per soffiare attraverso il roster nei prossimi giorni fino alla scadenza commerciale della NBA dell’8 febbraio.

Stiamo ricostruendo”, ha detto il presidente delle operazioni di basket/direttore generale Mitch Kupchak dopo aver ceduto Rozier.

Penso che abbiamo un gruppo di giocatori giovani che hanno esperienza, penso che alcuni giocatori che hanno dimostrato, anche se sono molto giovani, che il loro futuro è luminoso e sento anche che abbiamo veterani sotto contratto che sono anch’essi loro preziosi.”

Con la scadenza che si avvicina e gli Hornets che cercano di scuotere le cose, pare che al momento gli Hornets vogliano in cambio qualcosa di sostanzioso dopo la mossa di Rozier non propriamente fantastica, forse all’avvicinarsi dell’8 febbraio le pretese scenderanno un po’, comunque ecco uno sguardo al roster e alla possibilità che ogni giocatore (al momento per la società LaMelo Ball, sul quale io ho qualche dubbio a causa della situazione fisica, Mark Williams, uguale e Brandon Miller sono ritenuti incedibili) venga scambiato:

Potrebbe essere scambiato…

JAMES BOUKNIGHT:

Anche se un infortunio nel training camp lo ha messo presto in disparte a scaldare la panchina.

Gli Hornets hanno rifiutato di accettare l’opzione del quarto anno sul suo contratto, rendendolo un ottimo candidato per trovare una nuova città, altrimenti continuerà a rimanere piantato nel purgatorio del roster fino a questa estate.

MILES BRIDGES:

La sua situazione è estremamente complicata per una serie di ragioni, inclusa la sua capacità di porre il veto su qualsiasi destinazione non gli piaccia.

La proprietà deve determinare se farà parte del futuro, perché in caso contrario potrebbe essere nel miglior interesse spostarlo e ottenere qualcosa in cambio, invece di vederlo partire come agente libero senza restrizioni a luglio.

Considerando le conseguenze pubbliche che si sono verificate una volta riportato indietro, lasciarlo semplicemente andare via senza compenso non ha molto senso dal punto di vista commerciale.

Lui vorrebbe rimanere ma nella NBA degli affari per Charlotte, che sarebbe costretta a ritoccargli uno stipendio al rialzo, sarebbe meglio scambiarlo con qualcosa che abbia valore, sempre qualcuno sia disposto ad offrirlo.

Al momento ci sono trattative con i Suns ma tutto può succedere.

GORDON HAYWARD:

Non c’è molto da dire sul perché lui sia il candidato più logico per essere diretto altrove ma ricapitolando: il suo massiccio contratto scade finalmente dopo la fine di questa stagione e gli Hornets tenteranno di utilizzare il suo stipendio da 31,5 milioni di dollari per ottenere uno o due asset.

Il problema è che è infortunato ed è out da quando si è stirato il polpaccio sinistro il 26 dicembre. Ha saltato tutte le ultime partite da allora ed è lecito chiedersi se abbia già giocato la sua ultima partita con gli Hornets.

NICK RICHARDS:

Sostituire Mark Williams per gran parte degli ultimi due mesi ha messo più riflettori sul lungo al quarto anno.

Anche se non ti lascerà a bocca aperta con il suo gioco, ha dimostrato di essere utile e potrebbe essere un’aggiunta decente o un palliativo per una squadra da playoff che cerca di rafforzare le cose all’interno.

Anche il suo contratto economico – che dura due anni e 10 milioni di dollari rimasti con l’ultima stagione nel 2025-26 non garantita – è un enorme vantaggio.

ISH SMITH:

Anche se il nativo di Concord probabilmente non sarebbe entusiasta dato che preferisce essere più vicino alla sua famiglia nella Carolina del Nord e sembra pronto ad appendere le scarpe al chiodo dopo la stagione, qualsiasi squadra contendente può avvalersi di un veterano esperto che sa vincere. Inoltre, ricorda che detiene il record per numero di squadre in cui ha giocato…

P.J. WASHINGTON:

Giocatore al quale viene chiesto di essere una sorta di camaleonte e di giocare come ala e centro a seconda dell’incontro, la sua versatilità è qualcosa che potrebbe essere ambita da altre squadre NBA.

È un giocatore di riserva che guadagna anche il posto da titolare, e questa è una cosa insolita per una squadra come gli Hornets.

LEAKY BLACK:

Anche se ha mostrato qualcosina di buono nei pochi minuti d’emergenza giocati con gli Hornets (a causa dell’ondata di infortuni dei compagni), non ha molto valore e sarebbe meglio se avesse un altro anno per svilupparsi.

CODY MARTIN:

Dopo essere stato out per gran parte della stagione 2022-23 e per le prime 26 partite di questa stagione, è finalmente tornato a dicembre e sta ancora eliminando gran parte della ruggine accumulata.

Sarebbe difficile per gli Hornets recuperare qualcosa di sostanziale perché le squadre probabilmente non possono misurare il suo valore a causa di tutte le partite che ha perso.

BRYCE MGOWENS:

Ha avuto molte opportunità di lasciare il suo segno sulle cose con un aumento del tempo di gioco a causa del numero di infortuni degli Hornets ma non ne ha approfittato.

Molto deludente anche se non mi aspettavo molto in più.

NATHAN MENSAH:

Avrebbe potuto essere preso da qualsiasi squadra prima di firmare il suo accordo two-way il 14 dicembre, in questo momento è un in più come assicurazione per l’incertezza che circonda la disponibilità di Mark Williams.

FRANK NTILIKINA:

Impossibile mostrare qualcosa in questa stagione ma io lo scambierei immediatamente.

Questo articolo è stato pubblicato in Inside The Hornets da igor . Aggiungi il permalink ai segnalibri.

Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.