Game 77: Charlotte Hornets @ Utah Jazz 102-111

Intro

A volte esistono idee che generano “realtà” incerte o che non esistono.

I miti, quelli greci, ma anche quelli scandinavi, indiani e tutti gli altri, definiti metastorie, sono esempi che possono dare un indirizzo sulla scelta da compiere a chi conosce tali racconti.

Nella terra dei mormoni il libro di Joseph Smith, considerato il profeta traduttore di tavole d’oro donategli da un angelo di nome Moroni assomiglia molto a una metastoria.

Se a Salt Lake City hanno i loro “santi”, a Charlotte, dopo il miracolo del profeta Lamb a Toronto, l’unico giocatore consistente in grado di provare a ribaltare una sorte segnata, si chiama Kemba Walker e anche se il testo parla di tutt’altro, come recita la strofa dello scomparso Mango (grande artista dalla splendida voce e sonorità particolari):

“Se i giochi del vento, sul lago salato, non sono finiti per noi parla tu”…

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La partita in breve

Premesso che Kemba Walker ci prova a mantenere in piedi la stagione regolare ci sono alcune considerazioni generali da fare.

Manca un centro difensivo vero, affidabile e completo.

Mancano tiratori da oltre l’arco affidabili.

La squadra continua a essere modello Dottor Jekyll e Mr. Hyde lontano da Charlotte.

Scompare sistematicamente e se alcuni senatori sono più bolliti del carrello dei bolliti, anche parecchi giovani hanno le batterie scariche.

Polo negativo in trasferta, polo positivo allo Spectrum Center.

Nulla di diverso sarebbe potuto accadere questa sera, la squadra è troppo debole e il tentativo di tenerla in vita è passato soprattutto dalle solite mani, ovvero quelle di Walker e Lamb.

Prima della partita della notte si evidenziano i problemi difensivi avuti nelle ultime due partite sottoforma di cifre…

Detto ciò, dopo un primo tempo nel quale gli Hornets hanno contenuto discretamente gli attacchi avversari, specialmente grazie all’ingesso in campo della panchina durante le rotazioni, si è assistito a un pessimo attacco.

39-52 alla fine dei primi 24 minuti con tiri in area influenzati da Gobert e soci ma anche con triple sistematicamente sbagliate.

Nell’intervallo dagli altri parquet ipoteticamente arrivavano solo buone notizie: Indiana-Detroit 111-102, Boston-Miami 110-105, Brooklyn-Milwaukee 121-131 e Toronto-Orlando 121-109…

Serviva rimontare e vincere per avere una speranza ancora…

Non era un caso che gli Hornets, dopo esser tornati sul -8 in avvio di terzo quarto mai mai potessero rientrare se a 9:21 dalla fine della partita MKG (sottolineo MKG) segnasse la seconda tripla per gli Hornets “raggiungendo” un imbarazzante momentaneo totale di 2/22 da oltre l’arco…

I Jazz dormivano sonni tranquilli anche se nel finale Kemba, rifiutando la resa, provava in extremis ad accorciare.

Purtroppo la difesa non era molto valida e anche se le sue entrate funzionavano (Gobert con 5 falli a carico) e cominciavano a piovere anche le sue triple (in serata pareggia il numero di triple realizzate per un giocatore di Charlotte in un’unica stagione, record attualmente in coabitazione con Jason Richardson a quota 243) non c’era nulla da fare.

Kemba raggiungeva i 47 punti ma inutilmente mentre la squadra collezionando la quarantaduesima sconfitta stagionale andava in sicuro bilancio negativo per la terza stagione consecutiva.

Per Utah, ottima prestazione di Mitchell con 25 punti, Rubio seguiva con 20 punti e 13 assist mentre Gobert con 18 punti e 18 rimbalzi si piazzava terzo tra i marcatori di Snyder.

Hornets che tengono a rimbalzo con un 44-47 ma perdono nettamente nel gioco delle triple finendo con un 7/30 migliorato solo da Kemba nel finale dopo un 2/22 terrificante… I Jazz finiranno con un 15/35… Con un 36/90 dal campo Charlotte ottiene un 40% dal campo ma anche se tiene gli avversari sotto il 50% questa volta, il divario è notevole: 48,1% per Utah che perde 17 palloni contro gli 11 di Charlotte ma che sbaglia meno… Charlotte mostra tutti i suoi limit offensivi perdendo nettissimamente negli assist con 15/30 e questa volta la squada di Borrego non batte molti più tiri liberi degli avversari (23/29 contro un 20/26)…

Le formazioni:


La partita

1° quarto:

Inizio pessimo di Charlotte che andava sotto di 0-5 con due bei punti off-balance di Rubio dalla baseline sinistra (media distanza) un two and one di Gobert toccato da un Bacon che uscirà dal campo quasi subito (poco più di 5 minuti), forse perché falciato precedentemente da Mitchell?

Gli Hornets comunque con un 10-5 di parziale rimontavano ottenendo il pari con rimbalzo offensivo di Biz e dunk dopo l’errore di Williams da fuori.

Un altro parziale di 0-5 chiuso da Gobert in schiacciata a 6:32 mandava Charlotte al time-out.

Lamb da pochi passi, favorito dal lavoro offensivo di Willy sotto le plance, metteva dentro da vicino ma i Jazz allungavano sino al 12-21 con qualche tiro libero (Rubio a 5:05 con un 2/2).

A 3:55 due FT anche per Lamb muovevano anche il punteggio dei visitors che cercavano di riguadagnare la parità.

Con una buona drive verso il centro dell’area Monk impegnava due difensori in chiusura, passaggio lob in corsa sopra le teste degli avversari, aggancio di Willy (screen roll precedente) che muovendosi bene era toccato mentre depositava il reverse.

Peccato per il libero mancato a 2:45 ma la panchina degli Hornets cercando la rimonta, nonostante subisse una penetrazione da destra i Niang con canestro raffazzonato, continuava a produrre grazie a una put-back dunk di Willy su errore di Lamb mentre in transizione Graham lanciava in orbita Monk che arrivando da sinistra staccava per una plastica ed esplosiva schiacciata a una mano nonostante a terra un avambraccio di Crowder cercasse inutilmente di “spostarlo”…

Ingles da tre dava una battuta d’arresto alla rimonta della bench che tuttavia chiudeva il quarto con due liberi di Lamb (Udoh e un colpetto in faccia a Lamb sulla penetrazione prima della stoppata).

2/2 e si andava a termine primo quarto sul 23-26.

Utah Jazz center Rudy Gobert (27) reaches for the ball as Charlotte Hornets forward Marvin Williams (2) looks on during the first half of an NBA basketball game Monday, April 1, 2019, in Salt Lake City. (AP Photo/Rick Bowmer)

2° quarto:

Sotto di tre punti, dopo qualche pessima tripla da ambo le parti, Charlotte accorciava di uno su un TO dei Jazz poiché Monk era abbattuto dal ripiegamento di O’Neale.

½ dalla lunetta a10:51 al quale seguivano due punti di Udoh da sotto grazie al rimbalzo offensivo.

Lamb s’inerpicava nell’inconsistente aria per andare a battere O’Neale sulla baseline destra da distanza media e poi sparando una tripla dalla diagonale destra a 9:47 portava in vantaggio gli Hornets (29-28).

Il vantaggio resisteva per …. nonostante Snyder rimandasse in campo Gobert arrivava un altro TO per i Jazz (saliti a 7) quando Crowder, cercando Gobert, mandava la palla oltre la linea di fondo.

Anche al tiro le squadre fallivano tutto il possibile arrivando a un 1/12 per Charlotte contro un 3/11 per Utah per quanto riguarda il tiro da tre punti.

Un time-out a 7:54 era chiamato dai Jazz per rimetter ordine.

Evidentemente funzionava perché Gobert dopo pochi secondi andava a segno in schiacciata, Sefolosha trovava l’open 3 dall’angolo sinistro portando sul 29-33 la gara.

Kemba rientrava ma la sua tripla finiva corta così Sefolosha andando a metter dentro con la più classica delle entrate con appoggio in layup anticipava una steal di Mitchell che su una rimessa laterale battuta da Willy, anticipava l’incolpevole Graham andando a depositare due punti a 6:03 per il 29-37.

Lo 0-9 di parziale consigliava a Borrego il time-out ma a parte un canestro di Lamb appoggiato al vetro con parabola altissima (dopo aver preso una stoppata laterale da Gobert e aver recuperato sotto canestro velocemente la spicchiata), la gara non tornava in parità, anzi, il divario si faceva più consistente anche se ancora si combatteva inizialmente con questa sequenza: layup di O’Neale, 2 FT a segno per Willy (2° fallo di Gobert), reverse alley-oop di Gobert (4:25) su alzata di Rubio, O’Neale appoggio facile su passaggio verticale dietro le linee degli Hornets che perdevano completamente l’attaccante…

33-45 e tutti a rapporto da Borrego vedendo la partita sfuggir di mano.

A 2:30 in corsa Walker superava Mitchell per andare ad appoggiare sul lato destro della tabella ma un fade-away di Rubio in area valeva il nuovo -12, finché almeno a 1:09 Walker andando in lunetta riusciva a realizzare il 37-47.

Mitchell con una strong drive si alzava in volo per una devastante schiacciata a una mano mentre dall’altra parte con una finta sul posto Lamb riusciva a incrociare su Ingles per liberarsi e batter il lungo con l’arcobaleno.

Il colpo finale però era sparato da Mitchell che a :27.4 realizzava la bomba del 39-52.

Si andava negli spogliatoi dopo aver evidenziato un pessimo attacco influenzato dai lunghi nel mezzo ma anche da fuori gli Hornets con un pessimo 1/16 mostravano incapacità di finalizzare.

Lamb chiudeva con 15 punti, Walker con 9…

SALT LAKE CITY, UT – APRIL 1: Rudy Gobert #27 of the Utah Jazz goes up for a dunk during the game against the Charlotte Hornets on April 1, 2019 at Vivint Smart Home Arena in Salt Lake City, Utah.
Copyright 2019 NBAE (Photo by Melissa Majchrzak/NBAE via Getty Images)

3° quarto:

Nel terzo quarto partiva Lamb al posto di bacon per dare più consistenza all’attacco ma all’improvviso il problema diventava la difesa…

Kemba accorciava infilandosi nella difesa avversaria per un two and one mentre Lamb infilandosi tra le divise viola e percorrendo il bordo destra dell’area riusciva da poca distanza ad appoggiare altri due punti che accorciavano il divario sul -8 (44-52).

Ingles con una finta si liberava di un Lamb fuori equilibrio (che andava ben oltre in salto) per sparare una tripla a 9:56, Kemba rispondeva con un lunghissimo due punti mentre per un dribbling incrociato di Rubio su Bridges si arrivava al contatto in area e ai due FT a segno per il play spagnolo.

Kemba guadagnava due FT dimostrandosi uno dei due giocatori capaci di provare a supportare l’attacco di Borrego ma dall’altra parte un passaggio verticale per Gobert in corsa dimostrava che la dunk dell’altissimo centro non era un caso.

Il nulla difensivo era pagato caro anche sull’entrata di Rubio che scappava a Kemba e batteva l’aiuto di Marvin in layup.

Lamb con un floater e Kemba con il secondo long two a 7:27 realizzavano il 52-61 ma poi cominciava a diluviare su Charlotte che si bloccava in attacco dopo il pull-up di Lamb per il 54-64.

Una dunk di Gobert con una difesa imbarazzante apriva un parziale di 0-8 con gli Hornets a dover ricorrere a qualche fallo anche per bloccare i possibili fast break avversari.

Su uno di questi Mitchell splittando dalla lunetta (4:40) realizzava il +18 (54-72).

A 3:02 finalmente Walker interrompeva il digiuno offensivo della squadra del North Carolina che otteneva 4 liberi ma lo 0/2 di Willy e l’1/2 di Kemba a 1:42 non favoriva la rimonta che tuttavia in parte arrivava ugualmente anche grazie a qualche libero.

Il two and one di Willy a :42.2 (fallo di Crowder) portava u contro-parziale di 8-0 con il quale Charlotte tornava sul -12 (62-74).

Nel finale di quarto però

4° quarto:

Era Utah ad allontanarsi ancora una volta nell’ultima frazione: Ingles con finta su Lamb clava la nuova tripla, un tiro che mettevano dentro anche MKG (9:21 per il 2/22 Hornets da oltre l’arco), Sefolosha (75-90) e Monk a 8:23.

Willy lo sbagliava, O’Neale no.

78-95 a 7:09 dalla fine… time-out.

Kemba da -17 con tre liberi e una tripla (4:16) si portava a 31 punti accorciando sul -11 inoltre a 3:14 un’entrata oltre Gobert gli serviva per un two and one.

Kemba, con la testa nel pallone, segna dalla lunetta un libero per il riavvicinamento.

Kemba attaccando ancora un Gobert con 5 falli si spaziava con il corpo prima di depositare il 93-102.

C’era però a 1:14 dall’ultima luce rossa il lampo da tre punti di Mitchell a fermare il rientro di uno scatenato Walker bravo a metter dentro tre triple in un minuto circa.

Quella a 13 secondi dalla fine valeva il -7 (102-109) m servivano falli per bloccare il cronometro e quando Walker scivolava sull’ultima azione, il capitombolo del capitano si trasformava in metafora della stagione degli Hornets.

Pagelle

Kemba Walker: 8

47 pt., 5 rimbalzi, 3 assist. 15/28 al tiro. Beh… dopo un primo quarto da 5 pt. e un secondo da 4, si sveglia nel terzo, poi nell’ultima parte da il bianco entrate consistenti e con triple rapide. Purtroppo è tardi. Raggiunge Jason Richardson, detentore per Charlotte del record di triple realizzate in una singola stagione con 243. Un punto in meno nel voto perché qualche volta la difesa sulle drive di Rubio non è irreprensibile.

Dwayne Bacon: s.v.

2 pt., 1 rimbalzo. Gioca solo 5:28, poi, a parte un bel tiro dei suoi da medio/lunga distanza esce e non si rivede più. Parte Lamb nel secondo tempo. Non so se sia dovuto a scelta tecnica o a qualche problema di salute (Mitchell lo falcia a inizio gara). Fa in tempo a toccare inutilmente Gobert concedendogli il libero dello 0-5 anche se l’uomo sarebbe stato di Biyombo, in libera uscita…

Miles Bridges: 4,5

0 pt., 5 rimbalzi, 1 rubata. 2 TO, 3 falli, -14 in +/-. Le ali degli Hornets ci provano quasi solo da fuori, su scarichi o cercando di metter dentro il colpo pesante. Miles chiude con uno 0/5 dal campo con uno 0/3 da fuori. Apporto offensivo nullo, difensivo scarso. Pessima serata.

Marvin Williams: 4,5

0 pt., 5 rimbalzi, 2 rubate, 1 stoppata. 1 TO, -21 in +/-. Stesso discorso di Miles anche se lui va per uno 0/4 tutto sparato da oltre l’arco e con lui in campo questa volta la squadra imbarca tanta acqua. Senza una via di mezzo, le pessime serate di Marvin si trasformano in gap pesanti per Charlotte.

Bismack Biyombo: 5

4 pt., 2 rimbalzi, 2 assist. Le sua uscite a vuoto spesso costano caro come quella citata a inizio gara su Ingles che va a trovare Gobert e Bacon spende il fallo (two and one comunque). Non riesce a trovare la posizione ideale. Rubio anche da breve distanza lo scavalca con un lob ravvicinato per l’alley-oop di Gobert. 2/3 al tiro, -4 complessivo giocando 10:59. Ha il vantaggio che essendo un centro può, grazie alla sua altezza, influenzare qualche tiro ma non ha altri grandi meriti oltre a prender un buon rimbalzo in attacco e convertirlo in due punti.

Jeremy Lamb: 7

23 pt., 4 rimbalzi, 1 rubata. 9/16 dal campo. A parte un paio di salti a vuoto e relative triple concesse a Ingles, un tiratore molto preciso se ha spazio, ma bradipo, sostiene l’attacco firmando la prima tripla della serata che resiste per due quarti e mancia… Si procura punti attaccando l’area e i bordi dell’area non fermandosi anche se Gobert lo stoppa (si riprenderà il pallone sulla stessa azione segnando). 4/4 ai liberi e nessuna palla persa, molto attivo in difesa indipendentemente dai risultati. Lo si vede molto tonico a tratti e pronto a passare davanti a eventuali blocchi o a cercare di strappar palloni.

Michael Kidd-Gilchrist: 5,5

5 pt., 3 rimbalzi, 1 assist, 3 rubate. 2/5 dal campo piazzando. La seconda tripla di serata. Si batte e commette anche qualche fallo

Devonte’ Graham: 5

0 pt., 2 rimbalzi, 6 assist, 1 rubata. +4 in plus/minus ma in realtà è una prestazione scadente composta da qualche buon assist (alley-oop per Monk), numericamente interessante visti i 26:33 in campo ma dal campo lo 0/7 è inaccettabile. Si sa già come andrà a finire prima che tiri…

Willy Hernangomez: 6,5

15 pt., 8 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate, 1 stoppata. A parte i 3 TO (uno toccando una palla imprendibile) e il 5/8 in lunetta, lotta per tutta la sera infischiandosene di Gobert e soci. Lui prova a fare il suo in attacco. Gli fischiano un netto passi ma lo si vede depositare anche un bel two and one ed è la terza minaccia di serata per gli avversari. I suoi rimbalzi li prende sempre ed è molto bravo ad anticipare un passaggio in direzione Gobert per lanciarsi in un coast to coast chiuso con la jam a una mano.

Frank Kaminsky: 4

0 pt., 3 rimbalzi. 10:52 in campo, 0/3 con uno 0/2 da fuori che ancora fischia nelle orecchie. Due terribili air-ball… Un TO e un fallo più un rimbalzo difensivo preso perché Willy glielo allunga. Bruttissima serata.

Malik Monk: 5,5

6 pt., 6 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate. 2/7 dal campo e il solito TO esagerando con lo show time o la sua versione a favorire gli avversari… Riesce a mettere una tripla su 5 ma la miglior cosa la fa quando decolla per l’alley-oop plastico servito da Graham… +13 in plus/minus.

Coach James Borrego: 5

L’attacco non funziona, la difesa anche. La qualità degli interpreti la conosciamo ma non si riescono a sistemare errori che si ripetono, specialmente in difesa dove ci sono responsabilità individuali dei singoli ma mi sembra anche problemi nel muoversi efficacemente insieme.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.