Game 20: Charlotte Hornets @ Toronto Raptors 113-126

 
Trasferta nella terra dell’inventore della pallacanestro per gli Hornets.
James Naismith, l’inventore della pallacanestro, infatti, nacque ad Almonte, in Ontario, anche se più tardi si naturalizzò statunitense.
Fu allo Springfield College in Massachusetts che l’insegnante d’educazione fisica s’inventò questo gioco per creare un’attività indoor che consentisse ai ragazzi di divertirsi.
Un gioco che costasse poco, compatibili con le esigenze dell’epoca.
Senza Walker, fermato da un infortunio alla spalla (non sono chiari i tempi di recupero anche se si spera d’averlo per il primo dicembre a Miami), Clifford era chiamato a inventarsi qualcosa che potesse portare a interrompere la striscia negativa della sua squadra ma, fedele a se stesso, più classico di un pezzo di Mozart, cercava tramite l’organizzazione di gioco di sopperire alle carenze che il without Walker evidenziava.
L’epistassi da trasferta però non si fermava nemmeno stanotte, Lowry e DeRozan combinavano 66 punti in due (36 il primo, 30 il secondo), aiutati da Valanciunas con 12 pt. e 7 rimbalzi e Powell dalla panchina con 10 pt. La differenza l’hanno fatta le percentuali di Lowry e DeRozan: rispettivamente il 66,7 e 63,6%…
Non sbagliare mai, o quasi significa aver maggior chance di vittoria, così guardando il misero se non “laconico” (da commentare) tabellino di MCW (1/10 dal campo), non c’era molto da fare, anche se la fantasia in attacco a tratti non è mancata, complice il buon attacco dei Raptors è venuta meno comunque una certa parte difensiva che specialmente fuori dalle mura amiche, fa la differenza.

Le statistiche prima della partita delle due squadre.
Difficile fermare l’attacco di Dwane Casey…

 
Le formazioni:
 
La partita iniziava con una differenza abissale:
DeRozan segnava 4 punti, mentre gli Hornets portavano due pessimi attacchi, prima che Dwight Howard segnasse dalla media destra uno dei suoi rarissimi canestri da quelle distanze per portare la situazione sul 2-4.
Era sempre la stella dei Raptors a compiere un taglio medio dalla destra, a ricevere un passaggio schiacciato di Lowry nel cuore dell’area e a concludere in fing and roll per il 2-6, tuttavia un suo contatto su una tripla frontale di Batum provocava tre liberi che il francese utilizzava per portare gli Hornets sul -1 a 9:42.
I Raptors iniziavano a macinare rimbalzi e Valanciunas al secondo tap-in infilava il +3 Raptors, gap che a 8:19 Williams annullava con il tre punti dell’otto pari.
DeRozan over Marvin per la doppia cifra dei canadesi era contrastato da un jumper di Batum dalla diagonale sinistra oltre Lowry che era utile per raggiungere nuovamente i locali che si affidavano a un time-out a 6:43.
La pausa era spesa bene perché Charlotte prendeva un parziale di 2-12 iniziato da DeRozan e chiuso da Ibaka in schiacciata oltre Kaminsky (spinto via) a 2:53.
Il 12-22 costringeva al time-out anche Clifford che riceveva da Lamb altri due punti per far ripartire i nostri, ma un paio di scarichi per tiri da tre punti dei Raptors punivano una disorganizzata difesa di Charlotte.
La seconda tripla (segnata a 1:34 da CJ Miles) consigliava a Clifford un nuovo time-out sul 15-28.
A 1:19 Monk andava a girare dietro Zeller e sparava una tripla dalla top of the key utile per ridurre lo scarto a 10 punti, divario che si riduceva ulteriormente nel finale quando Monk fermava sotto canestro in qualche maniera l’austriaco Jakob Pöltl (o Poeltl all’americana) e dall’altra parte a un secondo e due decimi Lamb colpiva ancora da fuori l’arco dei tre punti fissando il 25-32, finale di primo quarto.
 
Nel secondo periodo gli uomini in viola cercavano di rientrare in partita con la panchina.
Due triple di Kaminsky (la seconda a 9:53) riportavano Charlotte sul -4 (32-36) ma su una rimessa dalla linea di fondo difensiva degli Hornets, con cinque secondi da giocare, Powell era raggiunto nell’angolo destro da dove segnava tre punti che aiutavano i Raptors a uscire dalla piccola crisi.
Un assist verticale schiacciato di Monk per un turnaround volante di Lamb (che aveva tagliato sulla linea di fondo in back door appena oltre il canestro) precedeva un fallo ingenuo del nostro numero uno su Vanveelt che segnava ma sbagliava il libero assegnato.
Kaminsky a 8:30 in taglio dalla sinistra inventava un canestro andando a contatto contro due difensori. Niente fallo per gli arbitri ma canestro acrobatico per Frank che realizzava il 36-41.
La differenza era destinata, però, ad aumentare nonostante Monk a 7:30 a mezzo tripla realizzasse il 39-45 cercando di resistere.
Un time-out di Toronto a 7:21 e il rientro in massa dei titolari dei due team spianavano il campo ai predatori canadesi. Howard guadagnava qualche FT ma risultava inefficiente sotto il nostro canestro a livello di rimbalzi (solo 5 quelli totali nei primi due quarti, uno dei quali offensivo), anche se metteva negli highlights l’azione con la quale scappava in crossover ai 104 kg del viennese Poeltl per posterizzare Ibaka in slam dunk (48-58).
Nel finale di secondo quarto i Raptors scappavano; Ibaka in turnaround dalla FT line in mismatch contro Carter-Williams per il 52-65, tre tiri liberi (2/2 Lowry e ½ De Rozan) più una bomba centrale scagliata da ben oltre la linea (Lowry) erano punti pesanti che spaghettificavano la difesa di Charlotte e il punteggio sul 52-71.
Tutti negli spogliatoi con ancora due quarti da giocare e poco da dire…

MKG tenta di limitare DeRozan.

 
Il secondo quarto iniziava con i Raptors in letargo.
Howard deviava con la destra un’alzata di MCW, poi segnava un altro canestro in jumper da distanze inusuali per lui, MKG a 10:56 falliva il coast to coast ma arrivavano due FT che realizzati accorciavano un divario che si assottigliava come ghiaccio al polo nord quando su un errore di Carter-Williams da tre Howard prendeva il rimbalzo offensivo e appoggiava al vetro per il parziale di 8-0 con il quale gli Hornets toccavano quota 60, contro i 71 dei Raptors, ancora fermi a 10:00 dalla fine del quarto.
Charlotte spingeva ancora segnando in sospensione con MKG dalla diagonale sinistra, Valanciunas interrompeva il parziale a 9:08 conquistando un rimbalzo offensivo e convertendo da due passi in due punti, ma un 2/2 di MCW dalla lunetta e un’entrata di Williams dalla sinistra (bravo a non farsi ingolosire dal catch’n shoot da tre immediato sul passaggio) portavano la squadra di MJ sul 66-73.
Una transizione guidata da MCW e chiusa da MKG era utile per un gioco da tre punti (scontro con Lowry) che sommato al 2/2 di Howard dalla lunetta a 8:00 dalla fine, riportavano a stretto contatto la squadra del North Carolina (71-73). DeRozan però si risvegliava continuando a produrre punti dalla media.
Suoi i quattro punti consecutivi che ridistanziavano Charlotte prima che Howard andasse a sfidare Poeltl e Ibaka in entrata per andare oltre alle quattro mani protese grazie alla potenza in schiacciata.
DeRozan e Lowry attaccavano, Toronto ne ricavava cinque punti (due dal primo e tre dal secondo), Clifford cercava di bloccare il controparziale dei canadesi affidandosi a un nuovo time-out a 4:44 sul 73-82.
MKG con un bel movimento riusciva a segnare con l’hook destro in area, Lamb grazie a Howard partiva in dribble hand-off per appoggiare il layup, inoltre un altro assalto di MKG chiuso con il tocco di destra avvicinava i Calabroni sul -3 (79-82).
Nel finale però i Raptors guadagnavano qualche punto giocando in maniera intelligente, ad esempio liberando Siakam sotto per l’83-88 mentre per reggere il passo Kaminsky doveva infilare un assurdo canestro in fade-away a :55.3.
85-93 il finale dei tempi assommati e ultimo quarto che inaspettatamente aveva ancora qualcosa da dire.
 
Monk rafforzava la convinzione che si potesse giocare fino alla fine segnando da tre punti ma un inaspettato Nogueira rispondeva subito con la stessa moneta. Zeller con un 2/2 dalla lunetta segnava il 90-96 ma una tripla mal consigliata di Monk dava la possibilità a Toronto di riportarsi in attacco; dal lato destro, con i piedi a terra, Powell colpiva da tre facendo la differenza tra le due azioni.
90-99, divario di 10 pt. che si ridurrà più avanti grazie a una triangolazione mobile tra Kaminsky e Batum che mandava a canestro il Tank con facilità per il 95-102.
Lowry batteva Lamb usando il fisico, poi a 6:33 sparava un altro personale fuoco d’artificio segnando da tre punti il 95-107, a 6:03 innescava dietro di lui DeRozan che arrivava in schiacciata a una mano con un Kaminsky che non provava nemmeno a opporsi.
Lamb segnava quattro punti e Batum ne aggiungeva tre con un dardo che rischiava d’avvelenare il finale di partita. 104-109 a 4:43 dalla fine…
Gli Hornets però non riuscivano anche questa volta ad agganciare i Raptors che segnando con l’eurostep di DeRozan e un frontale di Ibaka, chiudevano il discorso con la luce colorata emessa da fuori da Lowry.
Altro tre punti e l’effetto red shift era acclarato. 104-116 e il divario tra le galassie Hornets e Raptors diveniva incolmabile a 3:08 dalla fine.
Il decadimento difensivo si chiamava spesso Kaminsky.
Nel finale Clifford chiamava la panchina profonda e O’Bryant metteva dentro altri due tiri su altrettanti tentati per il 113-126 finale.
 
Pagelle
 
Carter-Williams: 4,5
9 pt., 6 rimbalzi, 5 assist. Selenio. Antiossidante. Ha il compito di rallentare il processo di decadimento della panchina tramite canestri, assist che fluidifichino il gioco e difesa a tutto campo. Promosso titolare per l’infortunio di Walker chiude con 2 pt. e uno 0/5 come FG nei primi 24 minuti con 1 assist… Finirà con un 1/10 al tiro, palle perse (tra le quali un TOV in entrata nel finale) a pareggiare il numero degli assist. Stecca la grande occasione, Clifford gli affida le chiavi della regia ma dopo stasera io non gli affiderei nemmeno le chiavi della macchina.
 
Batum: 5,5
10 pt., 1 rimbalzo, 5 assist, 1 rubata. Sodio. Lo stipendio è salato ma la squadra con lui troppo spesso è sciapa. 3/9 dal campo e tre turnover. Qualche buon pallone per mandare a canestro i compagni e poi alcuni tiri in uno contro uno da marcato che hanno esiti alterni. Il problema, l’equivoco è che sarebbe un buon comprimario, non una star come dice Clifford.
 
Kidd-Gilchrist: 5
12 pt., 1 rimbalzo, 1 assist. Potassio. Garantisce la contrazione muscolare. Flette, ripiega, protegge in genere. Questa sera si distende in tutti i sensi. In attacco porta punti importanti andando a cercare il ferro, stoppato da Ibaka nel primo tempo si rifà ampiamente nel secondo ma la difesa non fa la differenza e dietro non prende rimbalzi o ruba palloni. Sarò ingeneroso con un giocatore che non mi dispiace, ma senza di lui “siamo del gatto”.
 
M. Williams: 5,5
5 pt., 3 rimbalzi, 3 rubate. Caramello. A volte in difesa sull’uomo è appiccicoso come questo saccarosio trasformato oltre i 160°, tuttavia, nonostante il fabbisogno di zuccheri, questo delizioso elemento in genere è secondario. Un accompagnamento, una guarnizione che secondo la cottura anagrafica può risultare più o meno riuscita. Gioca solo 20 minuti guarnendo insieme all’amaro Clifford, l’agrodolce di Charlotte.
 
Howard: 6,5
22 pt. (8/12), 10 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata. Ferro. La roccia di Charlotte è la tour Eiffel degli Hornets. Trasporta ossigeno sotto le plance ma questa sera molto meno nonostante arrivi in doppia doppia. Aiuta l’attacco con i suoi punti di forza a esser meno anemico… Nel primo tempo non mi piace molto in difesa, nel secondo tempo entra più nel vivo del gioco e crea qualche danno nel pitturato delle giubbe rosse canadesi.
 
Lamb: 6
18 pt. (7/13), 3 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Magnesio. Elemento che serve a produrre energie nel corpo della squadra. Interviene in numerosi processi metabolici differenti per assicurare un buon funzionamento all’organismo Charlotte. Basti guardare il tabellino… Serve a mantenere bassi i livelli d’ansia e nervosismo quando la panchina è in difficoltà. Un solo turnover ma un -17 indice di una difesa decisamente meno efficace dei livelli raggiunti quest’anno.
 
Kaminsky: 5,5
18 pt., 7 rimbalzi, 2 assist. Rame. Con poco rame si possono verificare fratture patologiche o un aumento della suscettibilità alle infezioni. L’incostanza di Frank è quindi determinante per le sorti e la buona salute del team. Chiude con un 7/13 che spinge l’attacco degli Hornets mostrando numeri davvero pregevoli in entrata e buona mano di serata da fuori ma la difesa è punto critico. Fa peggio di Lamb e i suoi sforzi (contenuti) sono spesso inutili nel finale, quando Toronto, se non lo punta, lo battezza ogni volta. Per avere un buon difensore Jordan dovrebbe portarlo nel fiume Giordano.
 
Zeller: 5
6 pt., 2 rimbalzi, 3 assist. Zinco. Migliora il Sistema immunitario difensivo della panchina di poco. Non fa una gran differenza, anche se recupera un paio di rimbalzi, pochini in 15 minuti per uno come lui che gioca contro la panchina avversaria. Perde due palloni, uno sparando alto verso centrocampo sopra la testa di Lamb nel più classico dei malintesi.
 
Bacon: 5
0 pt., 1 rimbalzo. Tanto fumo, poca pancetta. Diverrà forse un giocatore in grado di ritagliarsi i suoi spazi, ma per ora il minutaggio di 5 minuti (necessario?) è grasso che cola. Perde due palloni e un duello difensivo dove accompagna solo il suo uomo.
 
Monk: 6,5
9 pt., 2 rimbalzi, 4 assist, 1 stoppata. Trisaccaride. Più che altro per l’assonanza con le parole tre e insaccare. La speranza era che Monk fosse giocatore già pronto. Per infilare bombe da fuori va bene (3/4 da oltre l’arco contro il 3/6 totale), tuttavia l’anarchia iniziale, unita a un gioco non certamente sempre brillante o pensato per farlo tirare più comodamente, ha decretato, almeno in quest’avvio, il fallimento del buon senso, tentato ad andare da solo a concludere in situazioni non sempre ottimali nel finale sbaglia forzando una tripla e arriva il canestro del +9 dall’altra parte, tuttavia non è certo tra i peggiori in serata.
 
O’Bryant: 6,5
4 pt. (2/2). OGM. Organismo geneticamente modificato che entra se la partita è compromessa. Gioca un minuto… Nella penultima partita aveva infilato due jumper dalla media con facilità. Anche oggi fa altrettanto frustando la retina un paio di volte in altrettante occasioni avute. Non sarà difensore eccelso ma a questo punto potrebbe prendere dei minuti a Zeller o Kaminsky.
 
Graham: s.v.
Un minuto anche per lui.
 
Coach Clifford: 5,5
Fosforo. Senza di esso il cervello ha disturbi, disfunzioni cognitive. Lui che deve dare un’identità alla squadra è chiamato a dare alti livelli di questo prezioso alleato. Viaggiano più i giocatori che la palla, ma non nel senso positivo del termine. Attacchi statici e vantaggi poi rivelatisi non estremamente proficui determinano l’insuccesso. Gioca Kaminsky nei finali e apporta, quando è in serata, beneficio con alcuni punti, ma quelli subiti tra sfortuna e difesa non eccelsa, sono in più… Come scrivevo prima, l’attacco non è andato malissimo ma il marchio di fabbrica difensivo sembra più un’imitazione di qualche squadra cinese.

https://www.youtube.com/watch?v=zYvv2c692l0

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.