Game 50: Charlotte Hornets Vs Chicago Bulls 111-96

28 punti in serata per un decisivo Rozier.

Partita tirata all’Hornets Nest dove i granito-verdeoro battagliano – d’altra parte per Dell Curry una selle componenti chiave di questo match sarebbe stata la fisicità – sino quasi alla fine contro gli arrembanti Tori uscendo vincitori in una partita assolutamente difficile.

Per Clifford ritrovare Ball e Hayward era sicuramente fattore importante ma LaMelo “tradiva” al tiro per larga parte del match con un 1/13 iniziale sebbene apportasse benefici in assist.

Primo tempo appannaggio dei Bulls che riuscivano a muover bene palla e a tagliare diverse volte la difesa dei Calabroni aiutati da qualche pull-up di qualità che alla fin si rivelerà però deleterio nell’abuso.

Charlotte, dopo il 4/7 da tre iniziale, nei primi 24 minuti collezionava solamente un 1/16 da fuori e finiva sotto 47-55 anche grazie alla difesa di Caruso e compagni che riuscivano anche attraverso i TO concessi a massimizzare l’attacco.

Gli Hornets parevano essere sul punto di collassare sul -10 (61-71) ma Plumlee (perfetto in serata con 9/9 dal campo così come l’altro centro Mark Williams da 5/5) rifiniva due azioni quindi la difesa asfissiante di Rozier unito al suo attacco valeva l’aggancio con tre situazioni tutte made in T-Ro.

Partita che vedeva le squadre perdere un po’ il ritmo offensivo e commettere diversi falli tanto che si entrava in bonus a 8:23, alla fine Charlotte ritrovava un canestro da tre con ball nell’ultimo quarto e cominciava a staccarsi con le principali armi d’attacco dei Bulls “attenzionate” in maniera particolare che perdevano mordente.

Gli Hornets così chiudevano con una vittoria meritata e un punteggio che si ampliava non raccontando tutte le difficoltà di una partita non semplice con tutto il quintetto dei Bulls in doppia cifra ma nessuno in doppia doppia: DeRozan 28 pt., LaVine 18, P. Williams 15, Dosunmu e Vucevic 12 con 9 rimbalzi per Vuc e LaVine.

Decisivo il freno messo da Charlotte all’attacco ospite che a fine primo tempo tirava con il 48,7% contro il 40,7% finale mentre Charlotte passava dal 40,0% al 46,4%.

In particolare i Bulls collassavano da fuori finendo con il 16,0% contro il non certo rassicurante 21,9% di Charlotte che tuttavia ribaltava la situazione del primo tempo nei fast break point vincendo 23-15 e nel pitturato con un 58-54.

Liberi importanti ma amplificati nel finale con i Bulls a cercar di fermare il tempo: 18/22 per Chicago contro il 26/31 per Charlotte mentre 21-11 è il conto tra le due panchine in termini di punti con Donovan in rotazione reale da 8 uomini (Dalen Terry :56.1 non conteggiato) contro i 9 usati da Clifford.

58-50 a rimbalzo ma soprattutto un 23-16 negli assist a raccontare di come i Tori non abbiano trovato più molti sbocchi facili dismettendo spesso il gioco di squadra per affidarsi all’individualità in tiri un po’ forzati.

Strana partita per Ball che non ha mai trovato il ritmo (2/15 e 6 TO al nuovo rientro) ma ha attratto a lungo i miei improperi, è andato comunque in doppia doppia sfruttando la lunetta e andando bene a rimbalzo oltre a smistare 8 assist (Mason ringrazia le sue verticalizzazioni) segnando una tripla spartiacque mentre Rozier è stato fantastico su ambo i lati del parquet.

Ottima prestazione anche per Hayward (stoppata nel primo quarto in recupero altissima su un LaVine che pareva chiedergli come avesse fatto) mentre i centri sono stati perfetti dal campo con un 14/14 decisivo più 18 rimbalzi, quasi tutta la squadra bene tranne Thor che ha chiuso con un -11 in +/- non casuale.

Mason Plumlee colleziona un’altra doppia doppia.

Game recap

I Tori partivano caricando sul 4-0 con Dosunmu che sorprendeva la difesa Hornets puntando veloce a canestro e un pull-up di DeRozan.

Charlotte rispondeva con il primo canestro di Rozier da tre a 10:45 e più tardi con P.J. Washington sempre da oltre l’arco per accorciare sul 6-8.

Lo sciame Hornets si attivava sul 6-10, tripla di Rozier, a seguire quella di Ball, hook di T-Ro e schiacciata di Plumlee a 7:44: parziale da 10-0 e Bulls in time-out sul 16-10 Hornets.

Charlotte estendeva il parziale a 11 ma poi subiva il rientro; LaVine realizzava in schiacciata e da fuori per il 26-24, White pareggiava a quota 27 e Rozier teneva avanti Charlotte con un’altra tripla per il 30-27 non riuscendo però ad evitare (uscito per riposare) che la squadra dell’Illinois passasse avanti a fine quarto con un turnaround di Williams incrementato da un’altra bomba di White per il 32-36.

Primo quarto con alte percentuali, secondo da incubo per gli Hornets che subivano la pressione di Caruso e soci non riuscendo a trovare il bandolo della matassa, anzi, alcuni turnover avvantaggiavano la squadra di Donovan che, nonostante un divario rimasto contenuto, sembrava poter avere i mezzi offensivi per ammazzare la partita specialmente a :04.7 quando Lavine realizzava un two and one comodo passando Plumlee e trovando sul layup un leggerissimo contatto con McDaniels.

47-55 all’intervallo, divario che iniziava a oscillare anche in doppia cifra ma le colonne portanti degli Hornets cominciavano a farsi sentire entrati nella seconda metà del quarto: Plumlee prima schiacciava poi andava in alley-oop esaltante a 5:22 (65-71), arrivava quindi la gran difesa di Rozier che recuperava un pallone, un rimbalzo e rubava la sfera a Vuc per portare tre micidiali azioni sotto le plance dei Bulls chiuse con 6 punti che annullavano completamente il vantaggio ospite.

Sul 71 pari D. Smith dalla destra realizzava un pull-up ma i Bulls mantenevano il vantaggio a fine quarto con un 2+1 di DeRozan e Caruso che segnava il 77-79.

Hornets che pescavano il pari dopo esser stati sotto di 4 con la dunk di Mark Williams e due FT di Ball a 11:14 (81-81) e la partita rimaneva pari fino a 8:49 con due FT di P. Williams.

Le squadre andavano presto in bonus (8:23) ma Dosunmu a 7:57 mancava uno dei due liberi, Charlotte rimaneva avanti di uno (89-88) iniziando a staccarsi letteralmente con un big fade-away di Hayward su LaVine e finalmente una tripla di Ball (partito con un 1/13 dal campo) mentre a 5:46 Plumlee realizzava il layup del 97-88.

I Tori, nonostante il formidabile trio d’attacco perdevano ancor di più il ritmo nonostante LaVine (notevole la sua schiacciata in corsa) portasse 4 punti veloci ai suoi per il 100-94.

Rozier batteva un colpo, Plumlee – spiegato nel video il perché – si cimentava in un improbabile reverse layup di quelli non esteticamente perfetti e poco realistici nei videogame ma si rifaceva con un palleggio in mezzo alle gambe e un tiro dalla baseline destra che faceva esplodere anche la panchina poiché da distanze inusuali e fino a poco tempo fa fuori range per lui.

Gli Hornets ritoccavano dalla lunetta perché i Bulls non volendo cedere fino a meno di un minuto dalla fine bloccavano il cronometro così arrivava il 111-96 finale.

 

 

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.