Game 61: Charlotte Hornets Vs Chicago Bulls 118-103

 
Gli Hornets per svoltare dovevano cacciare i fantasmi del 2017.
Un 2017 iniziato con una L contro i Bulls e finito con un bilancio complessivamente negativo, incluse altre due sconfitte proprio contro i Tori (una di un punto con un super Kemba che non riusciva tuttavia allo scadere a metter dentro il sorpasso e l’altra all’OT).
Per fare ciò i Calabroni dovevano mostrare la solidità con la quale hanno giocato le ultime partite.
Mostrarsi, apparire, sono verbi che sono l’etimo della parola fantasma.
Charlotte però doveva cancellare l’immagine spettrale, ambigua e diafana avuta lo scorso anno per voltare pagina e allontanare anche l’allucinazione Bulls.
Sul piano del risultato, dopo aver sofferto per almeno due quarti e mezzo, nulla da dire, l’incubo è stato ampiamente scacciato e ora ci si affaccia a una serie di trasferte non semplici.
Tornando alla partita… Charlotte ha accelerato nel finale e ha vinto sfruttando la maggior classe, precisione ed energia profusa, tuttavia la serata ha registrato gli infortuni di MKG (quasi immediato) e di Zeller (non rientrato nel secondo tempo).
Nel primo caso, dovesse trattarsi d’infortuni medio/lunghi, il numero 14 sarà rimpiazzato probabilmente da Lamb e Graham che stanno facendo altrettanto bene, se non di più, nel secondo caso Frank e Hernangomez potrebbero sostituirsi al recidivo centro, anche se lo spagnolo nei pochi minuti apparso, non è piaciuto.
Gli Hornets hanno quindi interrotto una serie di 4 sconfitte contro i Bulls e allungato la striscia vincente stagionale portandola a 5 partite, cosa che se non ricordo male, non accadeva dal 2016.
Tra gli ospiti diversi giocatori sono andati in doppia cifra ma LaVine con i suoi 21 punti è stato il più pericoloso.
Degni di menzione sono anche Valentine con 14 pt. e Portis che ha chiuso con una doppia doppia da 12 punti e 10 rimbalzi, mentre per Charlotte i 31 pt. di Walker e i 24 di Howard, aiutati dai 15 di Lamb costituivano il nucleo (70 pt.) delle realizzazioni per coach Clifford.
Gli Hornets hanno catturato solo 35 rimbalzi contro i 44 dei Bulls, sopra anche negli assist (26-28), ma hanno tirato meglio con il 53,7% contro il 48,1% e hanno avuto meno turnover (14 contro 20).

Lo starting five di Chicago.

Il classico quintetto degli Hornets.

Hugo e le cheerleaders a inizio gara.

Partenza diesel per Walker che sulla prima azione della partita perdeva palla.
Al contrario Felicio partiva in maniera sprint segnando subito dal mid range lo 0-2 con un piazzato su un Howard svogliato nell’uscire.
Il nostro centro si faceva perdonare immediatamente in alley-oop lanciato da Batum.
Felicio con un altro piazzato, questa volta fronte a canestro dal punto più lontano del semicerchio dei liberi, colpiva per il 2-4 mentre Kemba si faceva stoppare dall’altra parte ma la palla schizzava sotto a Howard che sfruttava l’occasione per schiacciare, pareggiando.
Felicio, da sotto, ai 24 riusciva a evitare il tentativo di stoppata di Williams, firmando tutti e sei i primi punti dei Bulls.
Williams, a 9:10 invece metteva dentro la tripla per il sorpasso degli Hornets, che puntellavano lo score fino all’8-6 con Kemba a splittare due liberi per un blocking foul del centro avversario.
Lavine con un dribbling layup depositava oltre Howard per il pari (8-8), ma a 8:18 Kemba segnava da tre riportando sopra il team guidato da Clifford.
I Bulls continuavano a segnare cercando di tenere il passo; Lavine in jumper infilava l’11-10 ma un’altra tripla volante di Walker (7:08) era utile per il +4, anche se il finlandese dei Bulls replicava con la stessa arma a stretto giro di posta.
A 6:31, sulla linea di fondo sinistra, Howard tagliava dietro la difesa, Batum riconosceva la situazione da lontano e forniva la sfera al centro per il secondo alley-oop della sua gara…
Batum stoppava Lavine, ma Kemba ci pensava troppo sul tentativo da tre frontale e andava corto, dall’altra parte Dwight in aiuto stoppava Lavine all’ultimo secondo ma la sfera era preda di Felicio che convertiva i due punti…
Bulls sempre sotto di uno, ma l’entrata di Lamb era propizia a fornire immediatamente propellente per il decollo; tripla dalla diagonale sinistra per il 19-15 seguita da due punti di Dunn che tuttavia doveva vedere incassare i suoi un gancetto in turnaround nel pitturato opera di Williams.
Era sempre la nostra ala forte a darci ulteriore vantaggio, ancora merito di Batum, che da metà campo, sul rientro della difesa dei Bulls, capiva che vi sarebbe stato spazio sulla sinistra per un tiro da tre di Marvin, raggiunto dalla sfera, bravo a convertire con immediatezza per il 24-17.
MKG nel frattempo per un problema fisico al ginocchio usciva, entrava la panchina e i Bulls rimontavano segnando con l’ex Vonleh al vetro (oltre Batum) il 24-21 e pareggiando con un open 3 di Nwaba dalla destra.
I Bulls ripassavano avanti, venivano raggiunti da un’entrata con appoggio a una mano di Lamb che interrompeva il digiuno di punti degli Hornets, ma a poco dalla fine (:04.2) Valentine ghiacciava gli Hornets con la tripla che chiudeva il primo quarto sul 26-29.

Williams supera Dun in floater durante il primo tempo.
AP Photo/Bob Leverone

Howard schiaccia durante il primo tempo della partite.
(AP Photo/Bob Leverone)

 
Il secondo quarto non dava la sveglia a una panchina degli Hornets troppo passiva.
Un tecnico a Clifford dopo 11 secondi allontanava sul 26-30 gli ospiti che tuttavia continuavano ad avvantaggiarsi con un gancetto in entrata di Vonleh e una tripla di Portis per un parziale di 9-0 pro Bulls.
MCW, non al primo tiro errato (tripla mancata sul finire del primo quarto e altre due open prima del canestro da fuori di Portis) si faceva anche stoppare, per fortuna Graham dall’altra parte era un difensore amuleto; il tiro oltre di lui di Valentine s’infrangeva sul ferro ed MCW, nonostante un altro errore, conquistava il rimbalzo e depositando finalmente due punti, faceva ripartire l’attacco di Charlotte. Nwaba trovava due punti ma Kaminsky con un piazzato dal mid range leggermente a destra anticipava un arresto e tiro di Lamb su Portis che non riusciva per tempo a reagire (pensando a un’entrata del nostro numero 3) lasciando a Jeremy i due punti.
Tre ne trovava il Tank a 8:33 con un catch n’shoot notevole… -2, mentre dall’altra parte Graham teneva anche sul tentativo di Portis, tuttavia un per un fallo di MCW, l’ex Vonleh segnando dalla lunetta riportava la Wind City oltre il break.
MCW mancava ancora un open 3, più impegnato a costruirselo che altro e Vonleh, in avvicinamento, approfittava anche di uno scivolone a piedi uniti di Zeller per depositare il 35-41.
Clifford a 7:21 chiamava il time-out. Nove secondi dopo il rientro sul parquet, una produzione made in Kaminskyland (step back armonico da tre) riavvicinava i bianchi di casa, anche Lavine non riusciva a battere Graham, mentre dall’altra parte Zeller, raggiunto da un passaggio sotto canestro, fintava per subire il tocco di Payne.
Due punti e un FT mancato che facevano girare il tabellone sul 40-41 con Markkanen capace di ritoccare sul +3 per i neri andando oltre la difesa di Frank con tiro leggermente all’indietro dalla media.
Walker decideva d’infiammarsi e con quattro punti riportava sopra i Calabroni (44-43).
Iniziava una serie si sorpassi; Felicio su passaggio laterale, entrando come un treno depositava due punti, Kemba al vetro andava oltre il finlandese, Kemba con l’arresto e tiro segnava anche il 48-45.
Con in campo lo spagnolo Hernangomez per la prima volta nei minuti che contano, la partita non andava meglio; Felico lo batteva dopo uno spin dal post basso e da una drive, LaVine ricavava due FT per il sorpasso.
Walker intuiva l’entrata a ricciolo di Marvin libero da pressione, raggiunta la palla Williams puntava a canestro diretto dove liberava una dinamitarda schiacciata di destro per il 50-49.
Passavano avanti gli ospiti con due FT ma erano raggiunti da un ½ di Kaminsky che segnava la fine delle ostilità per quanto riguarda i punti segnati.
Perfetto equilibrio (51-51) al riposo dunque.

Walker si libera di Dunn grazie allo schermo di Howard e si prepara al tiro da tre punti…
(AP Photo/Bob Leverone)

 
Si rientrava nella ripresa con Howard in campo, alle prese con un piccolo problemino, chi invece rimaneva negli spogliatoi per un infortunio al ginocchio era ancora il recidivo Zeller…
Howard comunque iniziava alla grande stoppando Dunn e influenzandone un altro tiro, ripartenza con corsa in parallelo di Howard rispetto a quella di Kemba, palla alzata dal secondo per il primo vicino a canestro e alley-oop bruciante…
Markkanen con un po’ di sfacciataggine riusciva a trovare quella fortuna che aiuta gli audaci sul tocco a superare Howard.
Mentre a 10:28 una brutta difesa di Charlotte consentiva al finlandese di depositare facile in nuovo vantaggio per la squadra di Hoiberg (53-55).
Batum, seguendo Howard nella sua drive sulla baseline veniva raggiunto in area, fallo e due FT per il pari.
Nwaba fermava con il terzo fallo personale Howard che dividendo i liberi restituiva un minimo vantaggio alla squadra del N. Carolina la quale traeva beneficio da un’azione convulsa sulla quale Batum recuperando pala a metà campo lanciava lungo sulla contro-transizione Lamb ce solo, al volo depositava facilmente.
A Howard veniva assegnato un fallo contro Dunn sfruttato a metà dall’avversario dalla lunetta, sempre a Howard a 8:05 era annullato un poderoso alley-oop per una spinta di Valentine avvenuta prima del tiro tra i fischi del pubblico… Dalla possibile giocata da tre punti si passava invece al pari quando il finlandese scaricava una violenta schiacciata a una mano a 7:46.
Walker non se ne preoccupava troppo segnando da tre, ma i Bulls ancora una volta tornavano sul -1 e avrebbero la possibilità di pareggiare con un tecnico assegnato a Howard che tuttavia non era ben sfruttato da LaVine. Howard si rimetteva in moto in attacco; spin esterno su Felicio dal post basso sinistro per chiudere con perizia. Dwight era bersagliato dagli arbitri e riceveva contro una chiamata per intervento irregolare su Felicio che tuttavia dalla lunetta segnando un solo libero, lasciava attardata di 2 Chicago (63-61).
Lamb e Valentine si rispondevano, la partita rimaneva quindi incerta fino alla svolta data dal capitano che a 5:44, indovinando un tiro pesante con palla accolta dal ferro che quasi l’aveva fatta riposare sopra di sé, dava il via alla fuga decisiva.
Dunn a 5:33 sfondava su Walker (al secondo sfondamento preso in serata) e a 5:13 il capitano, scambiando sulla sinistra con Batum, dalla linea di fondo restituiva al francese che bombardava da tre dal lato per anticipare la bomba del Tank che spingeva i teal & purple sul 71-63.
Cambiava il vento nei confronti di Howard che udiva il fischio degli arbitri a suo favore completando una giocata da tre punti che faceva viaggiare gli Hornets sul 74-63 (4:49) con un parziale esteso sul 9-0…
LaVine da tre non si arrendeva, ma ancora Howard a 4:02 non incontrava serie opposizioni al suo ingresso nel pitturato da sinistra che gli consentiva di fisico di depositare il personale sedicesimo punto.
Portis maldestramente in possesso di palla buttava giù Batum, altro sfondamento che i Bulls pagavano caro perché Batum vedeva il passaggio in zona rossa di Howard (completamente libero) che si permetteva il lusso e la finezza di chiudere in reverse alley-oop per allietare i fan a 3:34 Portis era stoppato da Howard, ma sull’azione successiva i Bulls tornavano a segnare con un rapido spin di LaVine, bravo a battere Frank nel pitturato.
Nel finale a 1:09 LaVine stesso in transizione segnava l’82-75 ma era un semigancio di Howard dopo due passetti in corsa a far notare l’impotenza di Portis nel tenere Dwight. Il numero 5 avversario si rifaceva andando di tripla ma sull’ultima azione finale degli Hornets, un rimbalzo offensivo ci consentiva di tener palla sino alla fine del quarto; Kemba la gelava per poi realizzare a :03.9 dalla top of the key tre punti che restituivano ossigeno e chiudevano il quarto sull’87-78.
 
Dal +9 al +11 in avvio ultimo quarto con due FT, saltando più avanti, si passava anche sul +14 quando Lamb sulla sinistra lavorava un pallone mandando fuori tempo gli avversari per cedere poi, facendo la cosa giusta, a Graham che fronte a canestro e senza nessuno tra i piedi, scagliava la micidiale freccia del 94-80…
Lamb andava a chiuder una tripla sul lato, Howard prendeva il rimbalzo difensivo in maniera aggressiva, avanzava lanciando lungo e teso per lo stesso Lamb che dl post basso sinistro anticipava il difensore con un tiro sobrio ma efficace per il 96-81.
Non c’era più partita con i canestri di Kemba, Lamb e ancora Walker… a poco serviva la tripla di LaVine da destra, pur ben chiuso.
103-90 che diventava 111-95 quando Nwaba, tagliando in diagonale, tornava su Batum andando a sbattere di spalla sul tiro.
Giocata da tre punti del francese che in due tempi otteneva ciò che nel finale riuscivano a fare in un sol colpo ancora una volta Walker e Graham che guidavano senza rischi Charlotte alla vittoria finale per 118-103.
 
Pagelle
 
Walker: 7,5
31 pt., 2 rimbalzi, 5 assist, 3 rubate. 11/19 al tiro compreso un 6/10 da fuori. Peccato per i 6 turnover, uno ad esempio nel finale in transizione con palla orizzontale lunga data a destra per un tiratore da tre inesistente con la squadra a schiacciarsi verso il centro. Roba da poco, come le difficoltà iniziali. Quando prende confidenza è letale sia da sotto che da oltre l’arco da dove bombarda spietatamente. Ha il merito di spingere fuori dalle secche Charlotte nel terzo quarto oltre che andare a recuperare due palloni in difesa per sfondamento. Servirà questo Kemba per le difficili tre trasferte contro top team dell’Est.
 
Batum: 6,5
10 pt., 7 rimbalzi, 12 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Pessimo 3/10 al tiro, ancor di più il/1/6 da fuori… Classica notte in cui non connetta, ma connette invece molto bene i compagni per mandarli a canestro con pregevoli assist mandati al destinatario con precisione anche da lande quasi inesplorate. Di tutto un po’, rimbalzi, un paio di steal… Speriamo continui così ed eviti di forzare qualche tiro non necessario.
 
Kidd-Gilchrist: s.v.
0 pt. (0/0), 1 rubata. Ruba un pallone in 6 minuti. Per il resto non ha il tempo di mettersi in moto. Potrebbe essere il tendine del ginocchio sinistro a dar fastidio. Vedremo gli sviluppi…
 
M. Williams: 7
14 pt., 5 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. 5/8 al tiro e ¾ da fuori, +18 di +/-. Discreta partita di Marvin che s’impreziosisce grazie a pochi tiri mancati. Ciò che ci serve. Qualcuno di complementare che commetta pochi errori quando chiamato in causa…
 
Howard: 8
24 pt., 6 rimbalzi, 1 assist, 5 stoppate. Non cattura molti rimbalzi e i Bulls vincono la sterile lotta a rimbalzo, ma distribuisce 5 stoppate facendo subito capire la filosofia di fondo tratta dal not in my home di Mutombo. 4/5 dalla lunetta e 10/12 al tiro. Domina in attacco contro tutti i lunghi dei Bulls, specialmente Portis.
 
Lamb: 7
15 pt., 1 rimbalzo, 5 assist. Molto più concreto di altre partite, chiude con un 7/9 dal campo e un +13 di +/-. Partita nella quale fa bene la fase offensiva ma anche la difensiva. Ottimo terzo aiuto per coach Clifford.
 
Kaminsky: 6,5
11 pt., 2 rimbalzi, 1 stoppata in 22 minuti. 4/6 al tiro. Frank gioca qualche minuto in più (non del solito, ma nel finale di secondo quarto a subentrate allo spagnolo) per l’assenza di Zeller, prendendosi tuttavia pochi tiri. Finisce con un 4/6 dal campo e in doppia cifra. Altro buon aiuto per Clifford che quando ha una panchina così, deve preoccuparsi di poco.
 
Carter-Williams: 5
4 pt., 5 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Non molla e gliene do atto. Continui così tirando meglio però… Purtroppo l’1/11 dal campo e come l’ottiene, determina anche un voto, già alzato per un finale nel quale guadagna comunque due liberi, riesce a rubare un pallone… Bravo a rimbalzo ma le sue triple aperte (0/6) nelle quali sembra guardarsi i piedi prima di tirare e salire incerto ci hanno condizionato nel risultato per parte della gara. Soluzioni giuste per l’uomo sbagliato. Prende anche un tecnico per una reazione non indirizzata agli arbitri dopo l’ennesimo errore ravvicinato.
 
C. Zeller: 6
2 pt., 4 rimbalzi, 1 assist. Gioca 10 minuti finendo sotto di 4 nel plus/minus. Un buon canestro con finta, accompagnato però dall’errore al libero. Poi l’infortunio e i non rientro nella seconda parte di gara.
 
Graham: 7
7 pt., 2 rimbalzi, 4 rubate. 2/4 al tiro in 27 minuti. Sostituisce alla grande MKG. Difficile segnargli. Un muro che da sempre fastidio nel modo giusto sul tiro. Micidiale se servito smarcato. Servirà se MKG dovesse restar fuori per le prossime sfide.
 
Hernangomez: 5,5
0 pt. (0/0), 1 rimbalzo. In tre minuti deve ricorrere a due falli. Clifford lo toglie inserendo il Tank nel finale del primo tempo. Poco in campo ma non piace in serata. Da rivedere perché il talento dovrebbe averlo ma sembra ancora un po’ avulso dal gioco. In difesa però deve dare di più.
 
Monk: s.v.
0 pt. (0/1). Clifford lo fa apposta per allungarmi la lista dei giocatori scesi in campo (inutilmente). Poco più di un minuto nel quale aggiunge un errore al tiro.
 
Bacon: s.v.
0 pt. (0/0), 1 assist. Come Monk, ma lui ha un assist all’attivo.
 
Coach S. Clifford: 6,5
La squadra è meno brillante ma ricalca un po’ la partita contro i Nets disputata poco tempo fa. Sicuramente la difesa è da rivedere. Ora dovrà vedere di recuperare gli infortunati e gestire al meglio quest’onda d’entusiasmo. L’energia c’è, non bisogna fermarsi alla prima avversità ma cercare di vincerne il più possibile, anche perché gli Heat, in Florida, in una gara spareggio, sono riusciti a prevalere di un punto su Phila. Se da una parte ciò mantiene le distanze invariate dall’ottavo posto, riavvicina la squadra della città dell’amore fraterno, con la quale avremo ben 4 scontri. Per stasera va bene così. Aiutato dai big e dai passaggi di Batum, dalle incursioni di Lamb e dalla difesa di Graham.
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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.