Game 33 – Charlotte Hornets @ Sacramento Kings 127-126

Intro

Nel link sottostante (piuttosto “tecnico” per me) ci si chiede se su altri mondi rocciosi più massicci del nostro si possa agilmente lasciare il pianeta avendo conoscenze tecnologiche similari alle nostre.

Sintetizzando e soffermandoci a questa ipotesi ne esce che una serie di fattori (calcolabili) aumentano le difficoltà per eludere la gravità maggiore di questi esopianeti.

La forza di gravità è proprio ciò che mi viene in mente quando si affrontano Kings e Hornets.

Ambo le franchigie da troppo tempo non sono avvezze a disputare i playoff.

Il Sacramento Bee alla nascita della franchigia a Charlotte sbeffeggiava la città del North Carolina asserendo che l’unica franchigia che avrebbero potuto avere i città sarebbe stata quella dai due archi dorati (alludendo alla catena McDonald’s).

Gli Hornets hanno un ritardo di quasi 5 anni ma c’è poco da ridere in California poiché sono quasi 15 gli anni senza PO dei Re.

Kings che anche quest’anno, dopo un buon inizio, stanno vedendo sfumare questa possibilità anche a causa degli infortuni che stanno ultimamente falcidiando anche Charlotte.

A relegare verso il basso le due franchigie concorrono tanti fattori, dalle scelte al Draft e di mercato errate a stelle che puntano i piedi o rendono poco alle impostazioni odierne NBA che garantiscono meno equilibrio che in passato.

Probabilmente al momento il mondo alieno meno difficile da abbandonare in direzione del pianeta Playoff è quello degli Hornets che sperano in una vittoria a Sacramento che faccia da propellente in attesa di recuperare tutti gli indispensabili effettivi.

Hayward e Zeller in dubbio, Caleb Martin e Graham out ma anche i Kings hanno in injury list Whiteside, Jabari Parker e l’interessante rookie Haliburton.

Gli Hornets ci provano… se vogliono esplorare lo spazio devono “battere” la gravità che di nome stasera fa Kings…

Analisi

In una soffertissima e drammatica partita a Sacramento gli Hornets si confermano croccantissimi vincendo all’ultimo istante grazie a un two and one di Malik Monk.

La disperata rimonta si concretizza nel crunch time.

Gli Hornets dal punto di vista difensivo non hanno meritato la vittoria ma la resilienza posta da un super P.J. Washington (nettamente al suo massimo in carriera con 42 pt.) e dalle giocate di Rozier (fino a quel momento da 4 in pagella) e Monk hanno cambiato le sorti di una partita che definire miracolosa è poco.

I Kings hanno messo del loro con errori dalla lunetta fondamentali nel finale per perderla ma nonostante la determinazione e l’energia poste sul parquet dalla squadra di Walton sono usciti i limiti di questa squadra che hanno permesso a Charlotte di portare a casa un’importante W pur senza tre titolari.

I Kings hanno tirato meglio dal campo con il 54,3% e il 44,4% specifico da tre punti contro i rispettivi 53,6% e 36,7% Hornets.

La partita tuttavia è stata decisa ai liberi: una serie finale di FT mancati dai Kings che ne hanno battuti decisamente meno per la scarsa propensione degli uomini di Borrego di commetter fallo anche sotto canestro hanno finito per creare il divario: 10/17 Kings (58,8%) contro il 26/27 Hornets (96,3%).

I rimbalzi sono stati a favore: 48-41 come le stoppate: 6-2 mentre gli assist sono andati ai padroni di casa: 30-32 così come le steal (3-6).

16 i TO Hornets, 19 quelli dei Kings.

Per i Re 30 sono stati i punti di Hield, 28 per Barnes, 24 per Bagley III, 20 di Fox, 13 di Holmes e 11 per Bjelica.

La partita

I quintetti:

1° quarto:

Dopo la classica palla a due vinta dagli avversari, Sacramento trovava subito i due punti attaccando in penetrazione come previsto.

Era Barnes a battere nel traffico le divise bianche.

McDaniels tentava dalla destra da tre il sorpasso fallendo ma Biyombo a 11:16 subiva il fallo sul tiro da sotto dopo aver conquistato il rimbalzo e pareggiava dalla lunetta.

Hield dagli angoli opposti realizzava due triple contrastate da una bomba di Ball anche se purtroppo Hield in corsa portava a 10 Sacramento.

Gli Hornets mancavano un’occasione ma Barnes – nel tentativo di salvare la palla dal fondo – rimetteva a casaccio la palla sul terreno regalando a P.J. Washington l’open 3 dell’8-10.

Sfortunatamente Charlotte mostrava enormi problemi di copertura sul perimetro così Hield prima e Fox poi (8:46) pugnalavano Charlotte che correva ai ripari in time-out sull’8-16…

McDaniels stoppava Bagley e Hield mancava una tripla prima che Charlotte trovasse due punti di Ball (contatto con Fox and one mancato) per giungere a 10.

La tripla di Barnes e Bagley da sotto (al secondo tentativo) più la bomba di Hield dalla diagonale sinistra concludevano il drammatico inizio dei Calabroni spinti sul -14 (10-24)…

Entrava Monk, segnava Ball in entrata poi era ancora Ball a subir fallo sulla linea dei tre punti da un aggressivo Fox.

3/3 prima della drive vincente della Volpe sull’altro fronte quindi McDaniels combinava l’ultimo danno con un inbound violation (rimessa in salto per nulla fuori dal campo) prima di uscire dal parquet.

Holmes schiacciava ravvicinatamente un passaggio per la schiacciata di Barnes ma LaMelo in corsa e in salto passava Holmes con il passaggio per la dunk di Biz.

Un canestro dal pitturato di Monk, un gancio in corsa di Miles sul bordo destro dell’area portavano in time-out i Kings con 7 punti di vantaggio (21-28).

Bjelica al rientro incrementava il vantaggio in area avendo buon gioco sul mancato intervento di Martin e la posizione di Biyombo.

Ball mancava l’occasione ma Cody Martin con la tripla frontale dava il -6.

Lo scambio di triple Hield/Bridges ripristinava il divario prima che Ball fosse trattenuto da Joseph sull’entrata: 2/2 e -4 a 2:05.

Si svegliava Bagley con due punti ma che fino a quel momento era riuscito a sprecare una “pletora” d’occasioni.

P.J. andava dentro deciso, non fermissimo Bagley e two and one trovato al limite dello sfondamento per P.J. che realizzando il libero dava l’occasione a Charlotte di pareggiare in un paio d’azioni essendo tornati al singolo possesso (32-35).

In realtà Bagley segnava in entrata mentre P.J. mancava due possibilità ravvicinate così sull’altro fronte Bagley nel pitturato arcobalenizzava Bridges.

Nel finale per fortuna P.J. e Monk aggiungevano due punti a testa chiudendo il quarto sul 36-39.

Un schiacciata di P.J. Washington in serata da trascinatore. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

Sacramento apriva il quarto con un tiro contrastato di Hield dalla media bsl sinistra che finiva nella retina, era net però anche per Monk in entrata così come per Holmes da sotto, Cody Martin e Fox.

Con le difese incapaci di contenere si andava al time-out Hornets sul 40-45 a 10:32.

Cody Martin segnava da sotto, Bridges era pescato vicino canestro dall’alzata di Rozier e l’alley-oop ci dava il -1, trampolino per il sorpasso che realizzava P.J. bravo a metter la tripla dalla destra dopo aver stoppato in difesa Joseph.

Il 47-45 era ritoccato da Fox con un ½ (primi liberi per i Kings giacché gli Hornets non commettevano mai fallo nel primo quarto concedendo tutto) quindi su una drive di Cody Martin, P.J. si avvantaggiava chiudendo sul pass con un’altra jam.

Fox era chiuso in area sul pullup da Rozier e il raddoppio di LaMelo, niente da fare ma a 7:13 piovevano altri due liberi per i Kings e questa volta Holmes faceva centro su entrambi.

P.J. dal gomito realizzava il 51-48 ma entrava un disastroso Biz che andrà a commettere tre falli nel giro di poco non garantendo protezione al ferro.

Holmes schiacciava, Bagley si permetteva il lusso dell’alley-oop per il 51-52, per fortuna bastava l’accenno di penetrazione di Ball per lo scarico sulla top of the key e la tripla aperta di un ritmato P.J. (54-52).

I Re ripassavano avanti con un two and one di Holmes (fallo del congolese) mentre Biyombo sull’altro fronte spingendo evidentemente il marcatore faceva perder un altro pallone ai nostri.

Le squadre tendevano a superarsi rimanendo vicine: gli Hornets tornavano sopra con un reverse di Monk, un’alzata in area di P.J. prima che i Kings prendessero un leggero sopravvento utile a condurli all’intervallo in vantaggio nonostante gli Hornets riuscissero a trovare il +2 a :12.7 con due liberi di Ball.

La tripla di Barnes dalla sinistra era buona e il 66-67 era servito.

3° quarto:

Un layup di McDaniels (passaggio di P.J. raddoppiato sotto) era contrastato da un’altra tripla di Barnes ma un Rozier in netta difficoltà offensiva trovava comunque il momentaneo pareggio attaccando il ferro.

Hield dalla diagonale sinistra catapultava la sua ennesima tripla a bersaglio mentre sul raddoppio a Ball in entrata era P.J. questa volta a beneficiare dello scarico per il 72-73.

Rozier mancava una tripla in transizione e i Kings si allontanavano sul 72-77 prima di esser riassorbiti sul 76-77 da u floater di Ball.

Hield caricava e realizzava da oltre l’arco, Ball in entrata era OK per il 78-80 e Biz servito per la dunk pareggiava a quota 80.

La situazione si faceva seria poiché Bjelica in taglio segnava da assistito, Barnes realizzava la bomba a 5:18e Fox in entrata metteva dentro il +7.

Un incredibile off balance di Monk contrastato valeva il -5 ma i Calabroni avevano difficoltà realizzative con Monk che iniziava a sparare troppo da fuori non trovando mai la retina al contrario di Bagley che dall’angolo sinistro realizzava un preoccupante 86-94 a mezzo tripla.

Ottimo veloce passaggio orizzontale con spin di Bridges sul dribbling per l’esaltante affondata rapida centrale di P.J. Washington.

Una goccia di felicità nel mare di delusione dell’ultima frazione: 2/2 di Barnes in lunetta, sfondamento di Monk (ottenuto da Walton con il challenge) su Joseph e tripla allo scadere di Rozier mancata.

88-96 da brividi a 12 minuti dalla fine.

Malik Monk deve sudare in entrata. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

4° quarto:

L’apertura di quarto era estremamente favorevole ai Calabroni che segnavano da tre con Bridges, vedevano pasticciare Sacramento a centrocampo con una violazione di campo e dopo due attacchi verticali di Ball su Bjelica che lasciavano il segno la partita era riaperta sul 95-96.

La squadra di Walton non mollava la presa: Bjelica si vendicava con una tripla a 10:25 ma Bridges rispondeva con un piazzato da oltre l’arco a 10:03 che valeva gli stessi punti.

Bjelica era bravo a trovare il tiro dalla linea di fondo destra oltre P.J. Washington che in lunetta successivamente riusciva ad accorciare sul 100-101 (9:25).

La difesa di Charlotte faceva acqua costantemente sul più bello: Holmes da sotto realizzava, Cody Martin recuperava con un circus shot nel traffico ma Holmes dal post sx metteva dentro il 102-105 prima di veder Barnes in entrata dare ai locali il +5.

P.J. su Bagley teneva il passo ma Fox attaccando McDaniels aveva facilmente la meglio.

Altri punti per P.J. Washington in lunetta (106-109) ma Hield con l’open 3 dalla diagonale destra metteva il +6.

Ball in entrata continuava a sfruttare la lunetta per gli Hornets con un altro 2/2 perfetto ma Bagley da tre portava sul +7 i californiani (108-115).

Barnes sul linea di fondo appoggiava oltre P.J. per il two and one che a 3:35 dava il +8 alla squadra di Walton.

Monk recuperava due punti nel pitturato con lo spin e l’appoggio diretto di sinistra ma il fallo di Ball su Barnes per controllarlo (½) e l’alley-oop in transizione di Bagley davano una spinta quasi oltre il cerchio al sumoka Hornets.

112-121.

Tripla frontale del salvatore di serata del mondo dei calabroni (P.J. Washington) a arrivare a 39 punti.

Sulla stoppata presa da Monk e la schiacciata di Barnes per il poster a Bridges sembravano morire le ultime speranze con un -8 a 1.13 dal termine.

Una rimessa di Rozier lunga era poi intercettata da Fox che si lanciava per la schiacciata: manata in faccia di ball alla guardia.

Flagrant 1, due FT mancati e rimbalzo offensivo di Bagley che si faceva però clamorosamente bloccare da un ball in versione portiere.

A :52.4 Rozier si faceva perdonare segnando una tripla quindi l’astuto fallo di Bridges su Bagley portava in lunetta un giocatore a bassa percentuale che tradiva con uno 0/2 mentre sul fronte opposto il close-out di Barnes era considerato falloso.

3/3 di Rozier in lunetta per la piccola speranza: 121-123.

Hield per portare un blocco sulla rimessa Kings andava fuori dal campo con una leggera distorsione alla caviglia mentre Fox in penetrazione rilasciava il runner vincente.

In attacco palla a P.J. ormai marcatissimo ma con finta e spostamento laterale la perfetta granata stordente dalla top of the key era buona per il 124-125.

A sorpresa rientrava Hield in campo, fallo sulla guardia e due FT a :10.7 dei quali solo il secondo entrava.

Hornets senza time-out: che fare?

Succedeva che Monk decidesse di andare in penetrazione trovando spazio, fallo su di lui canestro a :01.4.

Preziosissimo libero a segno prima della conclusione di Hield che da metà campo non aveva fortuna e ci consegnava una clamorosa quanto assurda vittoria che a conti fatti potrebbe anche rivelarsi fondamentale a fine stagione.

LaMelo Ball: 7,5

24 pt. (7/12), 4 rimbalzi, 12 assist, 1 stoppata, +6 in +/-. 3 TO. Il prolifico rookie mette dentro 24 punti sostenendo l’attacco degli Hornets con una doppia doppia. Le sue iniziative sul piano verticale pesano, sia che attacchi il lungo e finisca per segnare, subisca fallo (9/10 FT) o passi all’ultimo istante a un compagno per due punti facili. Si risparmia da tre e va dentro intelligentemente. In difesa lascia qualche spazio sui close-out ma nel finale è fortunato e fondamentale con il fallo su Fox (0/2 in lunetta) e la stoppata su Bagley III.

Terry Rozier: 6

8 pt. (2/9), 4 rimbalzi, 4 assist, rubate, -12 in +/-. 5 TO in 30:04. Incarna l’assurdità della partita. Da 4 fino al passaggio orizzontale nel finale che intercettato da Fox minaccia di chiuder la partita. Sarà stato il karma ma da lì comincia a girargli bene con una tripla e tre liberi fondamentali per il recupero. Parte male in difesa poi ne fa diverse molto buone in uno contro uno tenendo il passo dell’attaccante mentre sui close-out non è sempre perfetto. Troppi TO. Alla sua peggior prestazione offensiva ma lo premio per difesa e punti fondamentali nel finale. Capitan Crunch.

Jalen McDaniels: 5

4 pt. (2/6), 2 rimbalzi, 2 stoppate, -17 in +/-. 1 TO. Il tiro da tre laterale l’ha smarrito e lo prende anche se chiuso. In difesa pianta due stoppate ma son troppe le volte nelle quali è in difficoltà e lascia fare all’avversario. Vedi Fox in entrata nel finale… -17 in 15:10. Una palla persa in salto sulla rimessa da giocatore livello? Boh… Non sembra essere a livello dello scorso anno, fatica a galleggiare anche se è lesto nel muoversi, quando attacca palla in mano fa paura e non in senso positivo.

P.J. Washington: 9,5

42 pt. (15/23), 9 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate, 2 stoppate, -5 in +/-. 1 TO. A Sacramento avranno gli incubi. Big night da tre per P.J che aggiunge la dimensione verticale attaccando il pitturato svariate volte. Se poi dalla lunetta fa 7/7… Schianta il suo precedente massimo in carriera finendo a 42 punti con due bombe fondamentali nella parte decisiva ma anche liberi per rimanere agganciati alla partita. Sotto canestro in difesa non è sempre irreprensibile ma fa un gran lavoro cercando di contrastare quando può senza ricorrere al fallo. Ne commette 4 che per una squadra che tende a non commetterne si può capire anche quanto sia stato impegnato e si sia consumato in difesa nel ruolo di centro senza Biz in campo.

Bismack Biyombo: 4,5

6 pt. (2/3), 4 rimbalzi, -10 in +/-. 1 TO in 19:59. Avevo scritto: “Andrà meglio la prossima” e insomma… Siamo lì. Un buco in difesa. Saltuariamente riesce a bloccare qualche attacco con la sua presenza. Qualche rimbalzo in più rispetto la precedente uscita e a parte una dunk assistita e due FT d’apertura a segno non combina un granché. Con lui la squadra dovrebbe avere più copertura sul perimetro, invece, si trova scoperta su ambo le zone nevralgiche del parquet.

Miles Bridges: 7

13 pt. (5/7), 9 rimbalzi, 4 assist, +15 in +/-. Sceglie il momento errato per mancare la sua unica tripla sbagliata di serata (¾) ma Miles è bravissimo in serata nonostante un poster preso da Barnes. A parte le tre preziose bombe open (piedi a terra è una garanzia ormai) riesce a offrire un ottimo passaggio a P.J. Washington con velocità, spin e bravura passando in palleggio in allungo oltre il corpo del difensore. L’energia è assicurata in difesa e qualche errore dei Kings è imputabile al suo buon lavoro di tenuta come la tripla da fermo dalla destra di Barnes sul ferro. Fondamentale in serate senza titolari averlo in questa versione. In 32:34 va a un passo dalla doppia doppia.

Malik Monk: 7,5

21 pt. (8/17), 5 rimbalzi, 4 assist, rubate, +20 in +/-. 2 TO. Un tecnico preso dopo un canestro. Deve stare calmo. Poteva essere pesantissimo. Poi, a parte sparacchiare da tre (uno strano 0/7 in serata per lui che era stato bravissimo sino a oggi) capisce che deve attaccare il piano verticale visto che i Kings non hanno una gran difesa e cercano di contenerlo sull’arco. Le sue penetrazioni a inizio partita e quella finale con il two and one decidono la gara. Strana partita ma alla fine efficacie.

Caleb Martin: s.v.

0 pt. (0/2), 1 assist, -1 in +/-. TO. Gioca 3:41, a sorpresa poiché le indicazioni mattutine lo davano out. Lieto abbia superato il problema Covid-19, meno lieto che la sua tripla e il suo lungo due dimostrino sempre gli stessi problemi difettando di precisione. Alla prossima.

Cody Martin: 6,5

9 pt. (4/5), 1 rimbalzo, 3 assist, 1 rubata, 1 stoppata, +9 in +/-. 3 TO. 27.15 in campo. Avrebbe dovuto far la sua seconda apparizione da starter vista l’assenza di Zeller ma l’aggiunta di Hayward in injury list ha fatto optare Borrego per soluzioni differenti. Poco propenso al fallo i cm in meno di qualche avversario si fanno sentire consentendogli facili realizzazioni. Giocatore rapido è all around sul parquet eliminando dalle varie voci del tabellino la casella zero ma anche nei TO lo è fin troppo tuttavia con il suo 4/5 compreso un circus shot nel traffico, contribuisce alla vittoria.

Coach James Borrego: 5,5

Gli Hornets faranno anche un buon lavoro nella costruzione delle triple e giustamente in serata attaccano molto nel pitturato, un piano partita ben congegnato ma (va bene le assenze) la difesa dov’è? Una partita del genere con squadre più solide non l’avremmo vinta. Troppe triple aperte concesse e poca tendenza a essere duri sotto canestro quando serve.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.

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