Game 74: Charlotte Hornets Vs San Antonio Spurs 125-116 (OT)


Intro

La sindrome di Procuste è un problema psichico (tratto da un mito greco un po’ splatter dove si narrava di un brigante di nome Damaste atto a catturare e a legare su due “letti” vittime che venivano amputate se risultavano troppo grandi, fuoriuscendo dai bordi o stirate sino a portarle a riempire la misura sottostante, portandole così a pari, uniformandole a un unico mediocre modello), la quale, tra i vari aspetti che toccano la persona afflitta da questo problema, si riconosce per il disprezzo immotivato nei confronti degli altri.

Chi ne è afflitto tende a distorcere la realtà a proprio favore per giustificare i propri “insuccessi” additando gli altri di essere la causa del proprio problema.

In genere l’invidia non si ferma a una fase virtuale ma si passa costantemente nel cercare d’ostacolare le altre persone affinché possano portare avanti i loro obiettivi personali.

Chi ne è afflitto soffre nel veder le altre persone aver successo a causa del continuo confronto tra loro e gli altri, o per meglio scrivere, tra ciò che non funziona (per cause endogene e/o esterne) nella loro vita e l’immagine superficiale che hanno nei confronti della vita degli altri.

La causa è la mancanza di autostima in genere ma oggi sulla rete si trovano spesso tanti piccoli Procuste, questo mi è balenato nella testa dopo aver letto i commenti sull’ultimo tiro di Lamb a Toronto.

Di fatto se segna un campione conclamato come Wade (per fare un esempio) su una gamba all’ultimo secondo dopo esser stato stoppato e aver ripreso la palla per stendere i Warriors, si scrive un articolo ed è tutta bravura, se segna un giocatore di una squadra in difficoltà (buon giocatore ma non il top) che non incontra il proprio gusto, allora è solo sfacciata fortuna.

Fu Teseo a sconfiggere Damaste (Procuste il nickname), per sconfiggere invece sé stessi bisogna lavorarci sopra e riconoscere le realtà oggettive senza invidie perché, rimanendo al caso, per quanto possa essere irripetibile quel tracciante, forza e parabola a quel tiro l’ha messe Lamb, questo è il dato oggettivo.

E’ molto probabile che chi giudica l’all around the world di Lamb solo fortuna non abbia mai visto tirare Jeremy in stagione.

Diverse volte da distanze ben oltre la linea variabile dell’arco, anche ai 24 e con l’uomo in faccia è riuscito a fare centro.

Non ha grandissime percentuali da tre ma ha il focus, quel particolare tipo di concentrazione che gli permette di mettere il mirino in perfetta sintonia con l’obiettivo all’occorrenza.

Questa notte il focus generale dovranno averlo gli Hornets che per battere gli Spurs dovranno sfoderare il loro miglior gioco davanti al proprio pubblico e dimostrare che le 3 W precedenti non erano un caso…

Le formazioni:

La partita in breve

Gli Hornets in serata abbattono un paio di tabù oltre gli Spurs.

Charlotte non batteva 2-0 San Antonio dalla stagione 1996/97 e non aveva mai vinto all’OT questa stagione, due avvenimenti che accadono nella stessa notte grazie alla grande volontà di una squadra che lotta, corre e soffre ma vince la quarta partita consecutiva contro ogni pronostico.

Rientrano Parker e MKG in gruppo (Borrego non li userà continuando con la linea giovani), out Batum per un brutto virus e Zeller per un ginocchio.

Il visionario Borrego rispedisce in campo la scanzonata banda di giovani che a inizio gara fa valere tutta la loro freschezza ,costringendo, grazie all’ottima pressione, gli Spurs a un primo quarto sottotono dove le stelle avversarie quasi non si vedono anche se Forbes e Belinelli (proprio in serata, Marco?) sono “fastidiosi”.

Dopo il 5-0 iniziale Charlotte chiude i primi 12 minuti sul 29-23.

Nel secondo quarto qualcosa cambia e la gara si riequilibra.

Gli Spurs sono più abili e veloci della giovane difesa di Charlotte spostando palla sul terreno di gioco e si rimane sul filo fino al terzo fallo personale di Biz su Aldridge che costringe i Calabroni ad andare per la prima volta sotto in serata (48-49).

Dopo una serie di contro-sorpassi San Antonio nel finale riesce a prender 4 punti di vantaggio chiudendo sul 55-59 prima del riposo lungo.

A 7:28 Aldridge chiude una transizione in schiacciata subendo anche fallo da Bacon inutilmente.

Una giocata da tre punti che manda sul punto di non ritorno la frastornata squadra di Borrego (62-72).

Charlotte però non desiste e insiste: chiude bene gli spazi in difesa e nel pitturato specialmente così riesce con un parziale di 12-0 chiuso da Bacon (ottima difesa su DeRozan sulla stessa azione) lanciato in transizione per il vantaggio (74-72).

Due punti conservati a fine quarto (82-80).

Nell’ultima frazione regolamentare le triple del Tank a 7:44 e di Walker a 7:18 portavano Charlotte sul 97-89, un +8 in cerca di fuga.

Gli Spurs però avevano qualità per riaprire la partita anche se spiccatamente nel finale si affidavano a DeRozan che emergeva da una parte realizzando diversi punti compreso il sorpasso con tiro frontale (mid-range) sopra Miles a :51.8.
Dall’altra parte pareggiava Walker dopo 9 secondi esatti e dopo una chiamata mancata a favore di Walker DeRozan provava a far da solo con un tiro da lontano che non arrivava a destinazione.

Era OT, il regno di Kemba che partiva forte con 4 punti prima d’esser interrotto da un Belinelli molto attivo e pericoloso in serata.

Tripla del -1 ma a 3:06 Walker sortiva la prima feccia dalla faretra, poi gli arcieri delle due squadre ci provavano diverse volte ma nulla da fare sino al dardo avvelenato di bacon a 1:50 che feriva mortalmente gli Speroni.

116-109 più nuova tripla di Kemba a 1:18 e +10 (119-109), San Antonio interrompeva il gioco con interventi irregolari rifiutando la resa ma alla fine dopo lo stillicidio di falli spesi (era Graham in particolare ad andare in lunetta) doveva capitolare.

125-116 il risultato finale con gli Hornets che continuano a volare sulle ali dell’entusiasmo prima di partire per la cosa pacifica destinazione L.A. gialloviola.

30 punti di DeRozan, 20+15 (rimbalzi) per Aldridge mentre a salire sul podio avversario come scorer è Belinelli con 17 ad anticipare Forbes e Gay con 16 punti a testa.

Gli Hornets hanno vinto nonostante l’outshoots e l’outrebound portato nelle statistiche dagli Spurs (46/100 per CHA e 44/109 per SAS al tiro, 46-60 i rimbalzi…

Stessa percentuale dalla lunetta con il 71,4% con gli Hornets ad accumulare tiri liberi in più nel finale visto il tentativo di recupero avversario (20/28 contro 15/21) mentre le stoppate son quasi in parità con Charlotte a vincere 6-5.

Dov’è che hanno vinto allora gli Hornets?

Nel gioco di squadra in primis, Borrego ha battuto il maestro con 30 assist contro 24 e la difesa è stata buona (nel pitturato ma anche sul perimetro, eccetto il secondo quarto) producendo un +5 nel differenziale TO (6-11 con 8 rubate a 4)…

La partita

1° quarto:

Partenza in white per gli Hornets che si trovavano contro White ed era proprio lui a mancare il primo tiro della serata che era messo da Bridges a 11:14 bravo a veleggiare in transizione dopo un tocco di Marvin su un tentativo di passaggio di White.

Bacon su una delle sue iniziative in entrata era stoppato ma Biz aprendo a destra trovava Miles nell’angolo liberissimo di colpire da tre punti.

Per San Antonio l’inizio era tutto di Forbes che centrava il canestro da oltre l’arco poi toccava a Biz a 9:51 farsi amico il vetro da mezza distanza mentre i tiri da due punti di Forbes e Walker portavano la gara sul 9-5.

Forbes contro Hornets quando un’altra tripla della guardia di Pop pioveva dentro per il 9-8 mentre dalla linea per gli ospiti finalmente cambiavano marcatore con Aldridge a realizzare solo il secondo libero e l’aggancio (7:37) per un close-out troppo invasivo di Biz sulla linea di fondo.

Ripartivano gli Hornets che segnavano con Miles dal corner opposto al precedente così a 6:40 coach Gregg chiamava il primo time-out.

Al rientro assistevamo a errori da ambo i le parti fino alla tripla di Bacon con finta sul giocatore in uscita, leggero spostamento verso la linea di fondo dalla destra colpiva per il 15-9.

Per far ripartire anche i texani ci voleva il neo-entrato Belinelli che colpiva immediatamente da fuori ma su una persa di DeRozan partiva la veloce transizione di Lamb che ostacolato da un avversario in ripiegamento alzava verso Bridges pronto all’appuntamento con l’alley-oop per unire palla e retina.

Gli Hornets salivano sul +7 ma erano colpiti da un mezzo circus shot da tre punti di Belinelli (19-15) prima di segnare altri due canestri con Willy (layup) e Lamb (pullup a 2:47) per il 23-15.

Dopo due punti ospiti Monk a 1:57 si presentava sulla linea dei tre punti (portando palla) con spazio per realizzare il +9 (26-17), un divario che tornava tale dopo un two and one di DeRozan (1:11) e risposta di Frank che ricevendo un passaggio interno si posizionava tra la 3-2 degli Spurs per attaccare con palleggio, arresto e alzata più fallo.

Giocata da tre punti per il 29-20 e anche se a :24.4 Gay segnava da tre punti, gli Hornets sul +6, indubbiamente nel primo quarto destavano impressione nel forcing difensivo.

Laken, una storica dance bracket degli Hornets durante uno dei primi time-out.

2° quarto:

Anche nel secondo quarto gli Hornets provavano a chiudere i varchi agli avversari ma qualcosa andava storto.

La bravura proverbiale nell’orchestrare le azioni dei texani, unita ai micidiali tiratori (primi per % da tre punti in NBA) cambiava registro al match. Anche se su un teardrop di Willy, Gay smanacciava non evitando il canestro per goaltending.

Una dunk di Poeltl e una tripla aperta del Tank a 11:15 ripristinavano il +9, divario accorciato dai neri a 4 pt. dopo un canestro in area di Gay e la terza tripla su altrettanti tentativi di Belinelli.

A 8:38 Poeltl da sotto pareggiava chiudendo il parziale di 0-9 degli Speroni perché dopo un errore del Beli era il Tank a colpir da fuori e a portarsi a 9 punti.

Marvin con una finta da sotto, ricevuto un bullett pass dal Tank, appoggiava semplicemente ma una tripla in caduta di Forbes (7:14) firmava il pari a quota 39.

Non riusciva a passare avanti San Antonio ancora una volta perché dopo l’appoggio con allungo in corsa di Walker, ecco l’allungo sul +4 dalla linea (6:37) sempre targato Kemba.

Un gran giro palla con cambio lato serviva a Forbes per piazzare l’ennesima bomba in tranquillità ma su una palla persa degli Spurs, Bacon era imbeccato nell’angolo sinistro per la bomba a segno (46-42).

Bertans rispondeva immediatamente con il catch n’shoot quasi frontale ma ancora gli Hornets chiudendosi guadagnavano una palla per chiudere in transizione due contro uno con passaggio di Miles e appoggio di Williams.

48-47 dopo due punti di Aldridge che aveva poi a 2:42 la possibilità di mandare per la prima volta i suoi in vantaggio dalla lunetta.

Il 2/2 non tradiva le attese dei propri compagni e San Antonio rimaneva al comando sino alla dunk di Willy poi si assisteva al cambio leader team più volte con un jumper di DeRozan, un tiro dalla media fuori equilibrio di Lamb (52-51 a 1:55), l’open 3 di Gay dal corner destro sino alla tripla di Bacon a 1:17 che realizzava ancora dal lato destra con finta e perfetto tiro oltre Beli per il 55-54.

Un parziale di 0-5 nell’ultimo minuto consentiva agli ospiti di prendere un vantaggio di 4 punti all’intervallo.

CHARLOTTE, NC – MARCH 26: Miles Bridges #0 and Head Coach James Borrego of the Charlotte Hornets talk before the game against the San Antonio Spurs on March 26, 2019 at the Spectrum Center in Charlotte, North Carolina.
Copyright 2019 NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

3° quarto:

Poeltl portava il parziale sul 7-0 a cavallo tra i quarti con appoggio semplice mentre a 11:15 Walker in penetrazione con l’arresto e tiro da sotto creava il contatto per due liberi poi realizzati.

A 9:54, proveniente da sinistra arrivava DeRozan che, dopo aver passato Bacon e Williams, sganciava una dunk atomica a una mano che lanciava un chiaro messaggio a Borrego che avendolo colto istantaneamente chiamava una pausa sul 59-67 in un chiaro momento di difficoltà.

Dopo 9 secondi ripartiva Charlotte con Bacon che otteneva un fallo tentando di posterizzare Poeltl.

Solo un punto ottenuto dalla lunetta ma Marvin con finte ed entrata frontale si liberava lo spazio necessario per lanciare un floater con poca parabola che finiva comunque dentro a 8:56.

Un fade-away di DeRozan interrompeva il piccolo parziale Hornets che subivano anche la transizione dopo una stoppata di White su Walker, fallo inutile da dietro di Bacon su Aldridge e 2+1 a 7:28 per il +10 Spurs che sembrava poter dare già un identità al resto della sfida invece gli Hornets compivano lo sforzo per rientrare con la penetrazione fisica di bacon con la spalla a fare a sportellate con DeRozan prima d’arrivare all’appoggio vincente.

Il centro austriaco degli Spurs contribuiva al nostro rientro con due errori in lunetta mentre Walker in penetrazione era svelto ad appoggiare oltre due difensori per il 66-72.

Kemba segnava ancora puntando Aldridge e battendolo con minimi spostamenti rapidi in crossover.

U turnover di Belinelli e un fallo di Mills su un tiro da tre di Walker contribuivano al parziale Hornets ravvivato da un 2/3 di Kemba in lunetta ma non era finita perché in area Hornets Lamb intercettava una palla poi data a Kemba e finalizzata da Bacon in jam.

Secondi scaduti per gli Spurs in attacco poi bacon contenendo DeRozan nel pitturato scattava venendo lanciato per l’appoggio del nuovo vantaggio (74-72) grazie al parziale di 12-0.

Dopo aver pareggiato gli Spurs incassavano 4 punti con due FT di Lamb e un pullup di Walker ma nella varietà di soluzioni entrava anche il Beli che da tre siglava il 78-77 dopo aver fatto saltare Monk.

Nella fase finale, mentre si vedeva Lamb rientrare negli spogliatoi, si vedeva Gay correggere sé stesso per pareggiare su Frank (79-79).

Dopo un ½ di Poeltl in lunetta gli Hornets mettevano dentro tre punti per chiudere in vantaggio 82-80 prima dei 12 minuti finali.

CHARLOTTE, NC – MARCH 26: Dwayne Bacon #7 of the Charlotte Hornets goes to the basket against the San Antonio Spurs on March 26, 2019 at the Spectrum Center in Charlotte, North Carolina.
Copyright 2019 NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

4° quarto:

Un parziale di 3-2 apriva il primo minuto di gioco dell’ultima frazione, poi Monk, molto aggressivo, commetteva due falli in tre secondi su Belinelli non regalando comunque liberi.

Big Frank a 10:29 scaricava un big shot da tre per l’88-82 (passaggio di Graham dalla linea di fondo).

Quattro tiri liberi di White riportavano a -2 gli ospiti ma un floater di Walker nato da una second chance (Willy offensive rebound) valeva per il 90-86.

Graham shakerava in entrata la difesa degli Spurs per appoggiare il +6 ma DeRozan a 8:04 con un two and one dimezzava lo scarto.

Durante il quinto minuto di gioco gli Hornets provavano a ipotecare la gara col le triple di Kaminsky (7:44) e Walker (7:18) che facevano gioire anche la variopinta mamma di Kemba sugli spalti.

97-89 ma gli Spurs non si arrendevano di certo avendo qualità per tentare il recupero.

DeRozan splittando dalla lunetta prima e con un banker poi tagliava il vantaggio Hornets a 5 pt con 5:53 da giocare.

Time-out e Hornets che trovavano un canestro facile con Marvin sulla sinistra del ferro grazie al passaggio breve di Kemba, intelligente, bravo e generoso nel trovar il varco giusto.

DeRozan s’issava a bandiera nera degli Spurs nel finale realizzando ancora in turnaround e dopo un jumper forzato di Graham era ancora l’ex Raptors a segnate tirando sopra Miles che compiva anche una buona difesa.

Sul raddoppio di Aldridge sulla baseline sinistra l’ex Trail Blazers pescava in corsa Gay che andava a schiacciare il -1.

Charlotte si trovava bloccata in attacco e tra Graham e Walker con due soluzioni da fuori non guadagnavano nulla, a quel punto palla dentro per Aldridge, girata su Frank e vantaggio ospite per lo 0-8 di parziale che portava Borrego alla saggia chiamata del break.

Spinto da Forbes Kemba a 3:08 impattava dalla lunetta mentre dall’altra parte sembrava facile ormai l’appoggio di un DeRozan sfuggito a due uomini ma con le molle ai piedi staccava Bridges a spinger sino sulla linea di fondo sinistra e a intercettare alla grande in stoppata l’alzata del pericolo n° 1 avversario, sull’altro fronte si sviluppava una second chance che Walker portava a casa in entrata.

Rumore infernale all’alveare, errore del Beli frastornato ma put-back dunk del pari di Aldridge a 2:11…

Un incredibile primo passo (per coordinazione e velocità) e Forbes (anche qualsiasi altro umano) non teneva su Kemba che sparava in faccia all’uscita di Aldridge il pullup del 104-102.

Si disperava Frank a 1:19 per un fallo lontano dalla palla che consentiva agli Spurs di realizzare due FT con Aldridge.

Marvin mancava una tripla mentre DeRozan non falliva il sorpasso tirando sopra Bridges ormai incollato all’avversario.

104-106 a :51.8.

Ci metteva 9 secondi Walker a pareggiare in entrata layup estendendo il braccio destro oltre il difensore.

Un gruppo di Honey Bees nel secondo tempo.

Un fallo su Walker non assegnato dava la possibilità agli Spurs dell’ultimo possesso che veniva mal gestito: niente giro palla, DeRozan si sentiva caldo e provava a tirare dalla media-lunga distanza da destra con Miles ancora addosso.

Tiro lontano dalla realizzazione e OT.

CHARLOTTE, NC – MARCH 26: Kemba Walker #15 of the Charlotte Hornets shoots the ball against the San Antonio Spurs on March 26, 2019 at the Spectrum Center in Charlotte, North Carolina.
Copyright 2019 NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

OT:

Nel supplementare gli Hornets andavano a caccia della prima vitoria stagionale in questo contesto e Walker continuava lo show caricato dal pubblico: spin e fade-away su White per il +2, poi ancora Kemba passando un doppio schermo slittava all’indietro con la schiena da sotto per ricavar spazio appoggiare oltre il difensore il 110-106.

Belinelli per il commentatore degli Hornets diventava “the italian assassin” colpendo dall’angolo sinistro da tre punti ma non ce n’era per nessuno sull’altro fronte quando Kemba replicava da tre punti a 3:06.

White, Gay, Williams e Belinelli sparavano triple a salve mentre a 1:50 Bacon, dopo aver guardato un po’ in giro e aver visto Kemba in disparte dirgli di far da solo, s’inventava il tiro in uno contro uno, una semi-pazzia vincente perché la sfera accarezzava la retina volgendo la sfida a favore di Charlotte.

116-109, Beli a vuoto due volte da fuori ma Bertans sulla stessa azione metteva dentro da fuori a 1:02.

San Antonio cominciava lo stillicidio di falli mentre gli Hornets lasciavano andar dentro un paio di volte gli attaccanti avversari senza opporre resistenza.

A :37.7 dopo un ½ di Graham la gara si trovava sul 123-116, una mattonata di Forbes chiudeva il discorso perché l’ulteriore fallo su Graham valeva il 125-116 finale.

Pagelle

Kemba Walker: 9

38 pt., 9 rimbalzi, 11 assist, rubate. 14/31 dal campo con il solito difetto di prendersi qualche tiro di troppo da fuori ma nel finale ne mette due (chiuderà con 2/8) importantissimi avendo ragione. Pianeta Hornets chiama e Kemba risponde. Sale di tono nel finale e va a vincer la gara quasi da solo. Con Lamb out e Marvin che gli restituisce la palla un paio di volte in modalità “arrangiati”, lui va dentro fino in fondo, mostra lo step-back dalla media o la tripla. Divenuto incontenibile, dopo aver pareggiato nell’ultimo quarto, da una mano di bianco a White, Forbes e soci mostrando tutto il suo campionario.

Dwayne Bacon: 8

24 pt., 6 rimbalzi, 1 assist, 3 rubate, 1 stoppata. 9/16 dal campo. 4/7 da fuori e +15 in +/-… A parte il fallo ingenuo che aggiunge un punto al già -9, mostra un paio di volte finte sull’uomo in uscita seguite da un leggero spostamento laterale con tripla a segno. Ne mette una anche del corner opposto (sinistro) e anche se non sempre gli va bene, è lui che inaugura la rimonta nel momento del bisogno con fisicità riuscendo a dare l’ultima sportellata a DeRozan prima dell’appoggio poi lo tiene bene in difesa e riparte per l’appoggio. Nel supplementare implementa il career-high con una decisiva tripla.

Miles Bridges: 7

10 pt., 5 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 4/7 dal campo con alley-oop in transizione. Buon inizio a livello di punti poi va a dare una gran stoppata a DeRozan sulla linea di fondo quando sembrava ormai non potesse più arrivarsi. Impegna gli attaccanti facendoli sudare cercando di non farli ragionare oppure rimane lì davanti a loro piantato cercando d’influenzarne i tiri. DeRozan è bravo nel finale a infilarne un paio ma poi sbaglia quello decisivo contro di lui. Molto più coinvolto nella manovra di un tempo sta prendendo fiducia.

Marvin Williams: 5,5

8 pt., 4 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata. 0/6 da fuori con uno 0/3 open nel finale che per fortuna non pesa ma mette a rischio le coronarie dei tifosi. Sempre mezzo storto tirando un po’ con l’anca risulta impreciso e anche quando si libera bene con una finta realizza il floater da scoordinato avendo quasi perso il tempo.

Bismack Biyombo: 5

2 pt., 4 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. 1 TO e 3 falli, quando compie il terzo è lui a spenderne la metà della squadra e nonostante ciò, dopo i primi minuti, non riesce a tenere bene gli avversari in attacco… Meglio Willy e il Tank nella notte e questa è una notizia.

Jeremy Lamb: 6

6 pt., 2 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, 2/6 dal campo e un +6 in plus/minus. Distorsione alla caviglia sinistra. Esce verso la fine del terzo quarto e non rientra più. Sfortunato l’eroe di Toronto che fa sentire la sua mancanza nell’ultimo quarto in zona offensiva. Poche le soluzioni sulla pressione degli Spurs. Partita sufficiente di Jeremy che gioca 20:42.

Devonte’ Graham: 6,5

7 pt., 1 rimbalzo, 7 assist. Riesce a impostare il gioco smistando anche qualche pallone come dopo la drive and kick per la fornitura a Kaminsky da tripla. Ha più personalità d’inizio stagione e aiuta la squadra. 5 punti arrivano nel finale da liberi dove è bravo a congelare la gara non sbagliando troppo mentre dal campo è solo 1/5…

Willy Hernangomez: 7

10 pt., 4 rimbalzi, 1 assist, 2 stoppate. Da fastidio dietro e mette le mani su due tiri. Qualche rimbalzo che capita nei momenti giusti. Pilastro in mezzo alle torri Spurs, salva un possesso sul quale Walker poi segnerà due punti importanti. 4/5 dal campo.

Frank Kaminsky: 7,5

15 pt., 10 rimbalzi, 2 assist. 5/10 dal campo, 4/8 da tre punti e un +13 in plus/minus. Se mette forza sulle gambe tirando in ritmo ha una meccanica discreta per poter infilare il tiro ma non sempre parte convinto o nella situazione ideale, tuttavia i suoi punti e percentuali sono ottimi in serata. Non sempre può tenere Aldridge ma sorprendentemente vi riesce diverse volte.

Malik Monk: 6,5

5 pt., 1 rimbalzo, 1 rubata. 2/6 al tiro. Si lancia su un passaggio in modalità Superman deviandolo fuori dal campo. Non recupera la sfera ma mostra grinta. Un paio di falli su Belinelli veloci senza mandarlo ai liberi, una tripla mancata nell’ultima fase ma a parte un TO e 2 falli è importante per stancare Marco che casualmente poi non avrà più le percentuali d’inizio gara. La troppa foga però lo fa spesso saltare sulle finte degli avversari. Se Marco lo grazia nel finale Bertans no.

Coach James Borrego: 8

Ancora una gara entusiasmante e adrenalinica. Prima vittoria sul file e time-out chiamati nei momenti giusti. La squadra gira palla e copre velocemente in difesa, quando la zona di San Antonio prova a dar fastidio arrivano i passaggi giusti. Quarta meritata vittoria di fila dopo una bella battaglia.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.