Charlotte Hornets @ Chicago Bulls 120-123

 

Sulle sponde del Chicago River il tank degli Hornets, seriamente danneggiato.
Nel fiume, Stige, Acheronte o Chicago River che sia, ad aspettare di traghettare nell’oltretomba la squadra di Clifford, lo psicopompo (colui che traghetta le anime dei defunti) Caronte…
Dopo la quinta sconfitta consecutiva (stessa striscia negativa aperta da Chicago), gli Hornets erano chiamati a dimostrare d’aver voglia di giocare, divertirsi, crederci e fare quello sforzo in più difensivo (metterci l’anima) che li renderebbe di nuovo vivi…
L’unico spirito che si è materializzato prepotentemente dalle parti della panchina di Clifford, è stato quello di Kemba Walker, il quale ha chiuso con 47 punti, mancando a circa 4 secondi dalla fine il layup del sorpasso.
Destino beffardo per colui che ha trascinato la squadra in serata.
A questo punto credo che, sia per Clifford, che per qualche giocatore, sia ora di andare… se qualcuno in società si desse una svegliata, giacché viviamo il momento più infernale della storia recente di questa società…

 

Frank Kaminsky nella “sua” Chicago (è di Lisle nell’Illinois), guida la panchina di Charlotte alla conquista della città di Chicago ma viene stoppato da Caronte. Alle sue spalle lo Skyline della Second City.

 

Le Formazioni:

 

 

Palla a due vinta dai Bulls che facevano centro al primo colpo:
Lopez dal post basso sinistro, pallone schiacciato sulla corsa nel mezzo del pitturato per Valentine che arrivava preciso all’appuntamento prima di depositare in layup. Come spesso accade, la prima soluzione offensiva degli Hornets era tentata da Marvin Williams che sfruttava una drive con scarico da sotto canestro di Walker, un velo di MKG, per lanciare il missile del primo sorpasso a 11:24. Lopez con un tiro dalla media effettuava un controsorpasso ma ancora Williams, questa volta in entrata, subiva fallo e una successiva stoppata.
Gli arbitri chiamavano un goaltending che onestamente mi pareva non esserci, così come alla panchina dei Bulls. Dalle proteste si arrivava al tecnico battuto da Walker e al 6-4, immediatamente pareggiato da Lopez (10:31) in schiacciata a una mano.
Batum dal post basso destro spingeva Holiday, poi a contatto si girava facendo partire un fade-away vincente con libero (trasformato) addizionale.
A 9:14 iniziava la partita di Kemba nelle vesti di realizzatore; l’elbow jumper ci mandava sul +5 (11-6), ma i Bulls con le conclusioni da fuori sopperivano a loro diverse carenze.
Holiday dalla destra colpiva, seguito a 8:34 da Valentine che mandava sul +1 i Tori.
Markkanen frontale allungava, ma uno scoop in avvitamento di Kemba e due liberi di MKG riequilibravano la situazione a quota 17.
I Bulls riallungavano sul +4 (20-24), ma da una tripla di Lamb mancata, scaturiva l’assist (pallone che cadeva nelle mani di Kaminsky sotto canestro) per Frank, bravo a prender posizione davanti ai difensori e a metter dentro da sotto.
A 1:16 arrivava un runner di Bacon per il pari, mentre Walker dall’angolo sinistro in semi transizione, colpiva per il 27-24.
Chiudevano i Bulls con un tap-in di Portis dopo l’errore in entrata di Pondexter.
Charlotte conservava un punto di vantaggio chiudendo sul 27-26 i primi 12 minuti.

Lamb prova a superare Felicio.

 

Il secondo quarto iniziava senza play in campo, così i delegati a portar palla (Monk e Bacon), perdevano uno dietro l’altro un pallone a testa nella zona di centrocampo, facendo trasformare ai Bulls quattro semplici punti. Kaminsky andava in corsa fin sul post basso destro per saltare in avvitamento da marcato dal post basso destro: conclusione fantastica e Hornets che si riportavano sul -1 (29-30).
A 10:37 Lamb con un floater dopo il crossover su Pondexter segnava subendo fallo.
Giocata da tre punti che serviva per impattare il match a quota 32.
Lamb e Kaminsky rimanevano positivi, rispettivamente con una schiacciata e una tripla.
Quella di Frank a 9:52 dava il via a un piccolo parziale: Lamb a 8:41 in coast to coast, Monk da tre dal corner sinistro, ancora Lamb con un 2/2 (contatto con Felicio) erano azioni che contribuivano a spedirci sul +11 (45-34).
I Bulls rientravano con un parziale di 0-11 aiutato da diverse triple… raggiunti i 39 punti, quelle di Grant e Markkanen servivano ai Tori per riagguantarci a quella quota 45…
Dopo un ½ di Kaminsky dalla lunetta, i Bulls prendevano il sopravvento nel punteggio con Markkanen che da destra si concedeva un’altra tripla per il 52-57.
Walker segnava quattro punti di fila per i nostri ma l’aggancio avrebbe dovuto passare almeno per un paio d’azioni, poiché Grant, molto tranquillamente, aspettava l’uscita alta di Robin Lopez a portare un blocco sulla sinistra.
Dietro al blocco passava lentamente Kemba, mentre Cody non cambiava, con il risultato di favorire l’open all’esterno dei Bulls.
Walker imitava il collega sfruttando un velo di Zeller: l’arresto e il tiro pesante erano perfetti.
Era Kemba a provarci per l’ultima volta: entrata nel traffico e reverse layup, sul quale Lopez interveniva fuori dal cilindro con il corpo.
Un uno su due ai liberi per il pareggio a sei decimi dall’intervallo per il 60 pari che chiudeva le ostilità del primo tempo.
Il terzo quarto partiva bene per i teal con Walker a realizzare un floater in arrampicata nel triangolo rosso.
Era ancora Kemba a segnare i punti seguenti, mentre Howard a 9:00 esatti dal temine del quarto, spostava Lopez sfruttando il fisico sull’entrata.
Il 66-60 era servito ma il pericolo della tripla era in agguato, infatti, ancora gli esterni Holiday e Valentine riportavano la situazione in parità con una bomba a testa.
Williams e Grant si rispondevano da due punti ma nuovamente Kemba cercava di staccare i Calabroni da un finale pericoloso.
Drive chiusa con finta volante e floater vincente, poi spuntava MKG che con quattro punti consecutivi costringeva i Bulls al time-out sul 74-68.
Non c’era molto scarto tra i team e quando a 4:29 Howard splittando dalla lunetta portava sul +3 Charlotte, il nuovo aggancio era pronto a materializzarsi sotto forma di tripla di Dunn a 4:18.
Una nuova ondata offensiva della squadra del North Carolina era tuttavia prevista:
Williams dal corner destro, Howard con un veloce spin verso la linea di fondo a liberarsi di Felicio prima di depositare la palla a spicchi nel cesto, poi ancora Williams dal corner opposto al precedente trascinavano Charlotte sull’84-79.
Bacon e Zeller fornivano a Walker due palloni in situazioni differenti; il capitano non si faceva pregare bersagliando da fuori un paio di volte il cesto dei Bulls.
Grazie alle due bombe i Calabroni volavano sul 92-83 in attesa del quarto finale.
 
L’ultima frazione non iniziava bene:
Bacon si faceva bloccare sulla media linea di fondo da Pondexter e Portis colpiva da tre punti, Kaminsky alleggeriva il macigno con un 2/2 dalla linea della carità (fallo di Pondexter sulla baseline) ma Portis tirando dalla diagonale oltre Frank, replicava da tre.
Dunn in pull-up segnava il 94-91 che riportava in scia i padroni di casa.
Lo stesso Dunn cercava di danneggiare gli Honets in un duello in avvicinamento a canestro contro Zeller che all’ultimo respingeva alla grande a una mano il tentativo del n° 32 avversario, poi era affibbiato un fallo a Pondexter più tecnico (un po’ esagerato forse) per una reazione istintiva.
Lamb realizzava il tecnico, Zeller splittava e Charlotte a 8:55 raggiungeva il 96-91.
Dunn, sfruttando un blocco (Kemba passava dietro), impattava a quota 98, poi i suoi passavano avanti e questa volta era Kemba a dover trovare la parità a quota 100.
Parità che persisteva quando due liberi di Batum s’infilavano per il 104-104, in un finale comunque pericoloso che vedeva un recupero di Dunn su un tentativo di passaggio diagonale all’indietro di Kemba che cercando Batum sul lato debole innescava l’azione che porterà Holiday a prender la baseline sinistra per realizzare un gioco da tre punti (tocco di Batum).
A 3:46 un fallo di Dunn sul tiro (troppo irruento) costava tre FT ai Bulls che li incassavano uno dietro l’altro: 107-107… Uno step back jumper di Kemba in allontanamento da Markkanen era un capolavoro di ritmo e tecnica, bello veder la palla finire oltre le maglie della retina.
Valentine però a 2:46 otteneva il sorpasso sempre a mezzo tripla.
Howard era “hacckato” e finiva in lunetta per splittare raggiungendo il nuovo equilibrio.
Dunn zigzagava provenendo da sinistra per infilare il layup oltre Howard e lo stesso Dwight si doveva accontentare di un altro ½ a gioco fermo per il 111-112.
I Bulls provavano a dare lo strappo decisivo: bel step back di Holiday su Batum cui seguivano le mani di pastafrolla di Williams che perdeva un semplice pallone passato da Kemba, transizione di Markkanen con passaggio fendente per Holiday che metteva dentro il 111-117.
Onestamente la giovane e un po’ inesperta difesa dei Bulls non sembrava un granché e sull’orlo del baratro Charlotte provava a spinger di forza per rientrare:
MKG sorgeva appena dentro l’area rossa eclissando il tentativo di Valantine in stoppata (113-117), Batum forzava il drive layup e la cosa funzionava (115-117), ma gli Hornets incappavano in altri due punti di Valentine in mezzo all’area tra Batum e Howard, così ci voleva un blocco alto di Howard e un tiro da tre in caduta di Kemba per riportarsi a contatto (118-119).
Una difesa non propriamente fantastica consentiva a Dunn l’allungo sul +3 ma Kemba sfuggendo a Markkanen a :32.8 portava il tabellone sul 120-121.
Una buona difesa di Howard ci dava l’ultimo possesso con un countdown da giocare:
:09.8 per sopravvivere.
Rimessa di Kaminsky dopo l’ultimo time-out utilizzabile da Clifford, palla a Kemba in uscita che sfruttando il blocco di Howard si liberava di Dunn all’inseguimento, sterzata (su Felicio al limite della linea da tre) all’interno con tenuta di strada incredibile, corsa verso il ferro e layup a destra corto passando oltre Markkanen, decisivo nel far errare il capitano.
Fallo immediato con il finlandese che arrotondava con due liberi a :02.6.
Kemba non aveva il tempo di provare qualcosa di serio e il pallone scagliato finiva corto, con gli Hornets ad allungare la striscia negativa a 6 partite…
 
Pagelle
 
Walker: 7
47 pt. (17/27), 6 rimbalzi, 5 assist. Beh… sarebbe ingrate fargli presente che ha sbagliato l’appoggio finale. Oggettivamente è così e da noi non è un clutch player, però in attacco compie una partita straordinaria (17/27 per un 63%) pur non facendo numeri eccezionali, di quelli che eravamo abituati a vedergli fare. In difesa per la statura e il peso patisce un po’, costretto a passar dietro blocchi prende qualche punto di troppo. La partita rimane comunque indubbiamente positiva. “Nino non aver paura di tirare un calcio di rigore”…
(cit. F. De Gregori – La Leva Calcistica del ’68)
 
Batum: 5,5
9 pt., 3 rimbalzi, 3 assist. 26 minuti. Non ancora a pieno regime ma già mi pare abbia rallentato le trame di Charlotte. Va spalle a canestro a prendersi qualche buon tiro o contatto giocando in maniera più ragionata. Un paio di difese nel finale che non gli riescono costano, ma non era semplicissimo fermare quei due tiri. Certamente ci si aspetta di più, anche se personalmente penso non sia organico al gioco della squadra in questo momento.
 
Kidd-Gilchrist: 6
9 pt., 4 rimbalzi, 1 assist. Offensivamente fa il suo in maniera più che discrete. Difensivamente si fa attrarre a volte su aiuti che non competerebbero a lui. E’ il caso di una tripla incassata dall’angolo destro. Il problema principale è sull’arco e lui dovrebbe rimanere sul suo uomo, anche se la palla è dall’altra parte del campo. Qualche leggero problema alla caviglia destra per lui durante la partita ma dovrebbe esserci contro i Clippers stanotte.
 
M. Williams: 5,5
13 pt., 4 rimbalzi, 1 assist. Un paio d bombe in sequenza che non riescono a darci il là. L’apporto offensivo è discreto, la presenza a rimbalzo è scemata rispetto l’anno scorso. Vero che c’è Howard ma, rimbalzi a parte sembra andare a fiammate, si spegne per lunghi periodi e poi perde un pallone nel finale abbastanza pesante.
 
Howard: 5
11 pt., 9 rimbalzi. -11 di plus minus… Oggi limita i turnover a due ma supera di poco la decina e non arriva a toccare la doppia cifra a rimbalzo. Qualche tiretto frettoloso da sotto per un 4 su 10 dal campo che contro questi Bulls grida vendetta. Bravo e aggressivo su un paio di difese, compresa sull’ultima ma spesso sta a guardare i floater o esce in modalità moviola su qualche jumper. Lì dietro l’aiuto deve arrivare da lui.
 
Lamb: 6
10 pt., 7 rimbalzi, 4 assist, 2 rubate. Due turnover a parte e 3/10 dal campo, Lamb c’è parecchio nella prima parte, poi combina un po’ di tutto tra recuperi, palle perse, un tiro che gli salta fuori, ecc.. Prende quasi il doppio dei rimbalzi di Williams giocando cinque minuti in meno.
 
Zeller: 6
3 pt., 4 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 2 stoppate. Due belle stoppate atletiche, i soliti blocchi alti, un +8 di plus/minus. Nei minuti finali, prima dei due fatidici, potrebbe giocar anche lui al posto di Howard, intervallando un po’ onde evitare l’hack.
 
Bacon: 5
4 pt., 2 rimbalzi, 2 assist in 18 minuti. Non mi è piaciuto molto in difesa e il giudizio lo baso molto su questo fattore. Posizionamenti… è un rookie e deve imparare, un bell’assist in attacco.
 
Kaminsky: 5,5
11 pt., 3 rimbalzi e 1n assist in 19 minuti. Non inizia male, anche se un po’ nervosamente. Qualche “storia tesa” con gli avversari, un bel canestro, poi finisce un po’ per perdersi.
 
Monk: 6
3 pt. in 9 minuti. Gioca poco. Qualche minuto lo toglie Batum, per di più Clifford lo schiera come point guard e va subito a perder palla… Una buona tripla e niente altro…
 
Coach Clifford: 4
MCW non gioca e i rookie perdono un paio di palloni che costano 4 punti. Howard gioca nel finale e ci costa un altro paio di punti. Errori dei giocatori ma anche un po’ suoi… 4 punti incassati gratis e un paio di liberi mancati che assommati a una difesa dai posizionamenti pessimi, danno il via alla solita rimonta dell’avversario di turno. Chicago tira con il 51,6% dal campo con tiri dal mid range aiutata da un 50% (17/34) da oltre l’arco… Il problema dei tiri pesanti non solo non è risolto, ma si è aggravato. Questa squadra in alcuni elementi manca d’orgoglio, in altri di fisico, non so se Clifford abbia ancora qualcosa da dire a Charlotte. A fine scorso anno si assunse le responsabilità di non esser riuscito a trasmetter quel qualcosa in più ai giocatori. Ora… qualche giocatore o lui deve andare, prima che diventi un anno da gettare già all’origine. L’impressione è d’essere la peggior squadra della lega a livello psicologico/motivazionale, perché se il roster non è proprio quello dei GSW, con tutto il rispetto, non è nemmeno quello degli attuali Bulls che hanno approfittato di una squadra non sincronizzata. 27 di Holiday, quello in ombra (Justin), 22 di Dunn (dovrebbero essere il massimo in carriera)e 18 di Valentine danno l’idea di una difesa scomparsa…

https://www.youtube.com/watch?v=mtW2CxS8wOA

 

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.