Game 15: Charlotte Hornets Vs Los Angeles Clippers 102-87

 
L’incontro tra le due squadre più in crisi della lega.
I Clippers senza il Gallo, Beverley e Teodosic dovevano ricorrere a qualche rookie per sopperire a tali mancanze.
Gli Hornets, dopo aver perso in maniera differente partite pesanti a New York, Boston e Chicago, cercavano il riscatto casalingo per non scender dalla giostra playoffs.
A preoccupare era lo spirito.
Caso curioso, il primo nome proposto da Shinn fu proprio Spirit, credo più inteso come volontà che “anima”.

Howard durante la presentazione.

Ebbene, nonostante le irreparabili sconfitte rimediate nelle ultime sei uscite (inenarrabile quella dei 123 punti concessi ai Bulls), questa notte Marvin Williams e soci sono tornati a difendere, abbandonando sul parquet Schopenhauer e la sua nolontà.

I numeri negativi di Charlotte nelle precedenti sei uscite.

Una vittoria che ci godiamo perché interrompe una serie negativa di 6 partite, così come 6 erano le vittorie dei Velieri contro i nuovi Hornets di Jordan.
Mai battuti fino a oggi dalla Charlotte 2.0 che con un’ottima difesa (9 stoppate) portava a casa la prima vittoria.
Charlotte vinceva 49-44 a rimbalzo, era molto migliore da fuori con 42,3% contro il 27,6% dei Clippers, in più un 23/29 contro il 13/19 dalla lunetta spingeva Charlotte alla vittoria finale.
Griffin finiva con 19 punti ma solamente con un 6/17 dal campo…
Jordan ne metteva dieci ma il vero top scorer avversario era Lou Williams che terminava con 25, l’unico altro Clippers oltre ai già “citati” a finir in doppia cifra.
 
Le formazioni:
 
Il primo pallone era a disposizione dei Clippers che cercavano Jordan sotto ma una manata di Howard spediva a 6 secondi dalla fine dell’attacco la palla oltre la linea di fondo.
Sulla rimessa Griffin era ben marcato da Williams e falliva il secondo attacco mentre dall’altra parte Walker si arrestava e segnava la prima tripla dalla diagonale destra.
Dopo uno 0/2 di Howard dalla lunetta, il nostro numero 12 riceveva sotto e batteva Griffin facilmente poiché l’avversario rimaneva timido, non volendo spendere il secondo fallo.
Era il Jordan della California a battere sulla linea di fondo Howard e ad apportare i primi due punti per i suoi.
La difesa di Charlotte era aggressiva e a 8:34 a Marvin era chiamato un reaching, poi 10 secondi più tardi Rivers battendo due liberi portava gli ospiti sul 5-4.
Poco male se, Batum dalla linea di fondo, serviva M. Williams per due punti da sotto.
MKG in attacco non segnava ma Howard da sotto vinceva la lotta a rimbalzo e schiacciava per il 9-6, mentre a 6:25 rimaneva ancora a bocca asciutta sui due liberi concessi dagli arbitri.
Un bel canestro di Batum dal post basso destro contro Johnson mandava Charlotte sul +5, un catch’n shoot di Walker dalla linea di fondo sinistra che s’infilava con precisione chirurgica e una rubata con transizione stoppata fallosamente da Rivers ci restituivano il +5 (15-10) dopo un fischio ambiguo contro Howard a toccare il nostro ferro sul rimbalzo per due pt. Clippers.
Los Angeles passava sopra con due tiple in serie:
Johnson dall’angolo destro e Rivers dalla diagonale sinistra in transizione, ottenendo così il loro primo vantaggio di serata.
MKG tornava attivo in attacco e colpiva andando in jumper oltre le mani del difensore, poi si procurava due liberi riuscendo a segnarne uno per il 18-16.
Lamb dal mid-range e un piazzato aperto di Zeller su bel retropassaggio di Carter-Williams, finalmente tornato in campo dopo alcune partite d’assenza, incrementavano i numeri dei cliffordiani.
Sul 22-18 un tocco di MKG sulla partenza del tiro di Lou Williams ci costava tre liberi, un affare perché il piccolo losangelino realizzava solamente una conclusione.
Williams si rifaceva più tardi portando i suoi a -1 e quando Zeller a :32.1 commetteva fallo in attacco sulla palla vagante mandando in lunetta il rookie Jawun Evans, il pareggio (1/2) era servito.
MCW, aggressivo, riusciva a procurarsi due giri in lunetta realizzando un ¾ che faceva mettere il capo avanti (25-24) agli Hornets a fine quarto.

Howard prova ad andare oltre Griffin sotto canestro.

 
La tranche dei secondi dodici minuti iniziavano allo stesso modo:
MCW in entrata ancheggiava, la difesa dei Clippers, non proprio “DOC”, fiancheggiava consentendo a Carter-Williams un altro giro in lunetta per il 27-24.
Bacon mancava un paio di jumper da destra mentre la partita rimaneva punto a punto, Dwayne cambiava strategia poco più tardi e in penetrazione dallo stesso lato s’inventava il 31-28. Lamb si sostituiva al nostro play di riserva procuran
dosi in entrata un paio di giri in lunetta.
I suoi quattro tentativi andavano tutti a buon fine, così gli Hornets avanzavano a 7:29 dall’intervallo sul 35-32 prima di esser ripresi da Dekker dal corner destro.
Griffin, che non giocava un buon primo tempo, si procurava però i liberi del vantaggio ma Kaminsky con un’alzata verticale per l’alley-oop di Howard, annullava le distanze.
Un passaggio di Howard per Clifford in transizione costava una persa ma Batum da dietro (in aiuto a Frank) stoppava provvidenzialmente Griffin, ormai a un passo dal canestro. Kaminsky dall’altra parte si faceva stoppare dal centro avversario ma Marvin con una gran difesa e un “magheggio” sulla ripartenza di Charlotte spingeva la transizione che vedeva Howard a 4:58 finire in schiacciata.
Dwight era cercato sotto canestro finalmente e chiudendo di sinistra ci dava fiato (41-37).
Il periodo d’oro del nostro centro proseguiva con la stoppata in ricaduta di sx su Lou Williams.
Più che una stoppata, uno scudo stellare…
Batum si serviva di Howard per un gioco a due ravvicinato, raffinato era invece il catch’n shoot pesante del francese che sull’azione offensiva seguente arrivava a rimorchio di Williams per correggere l’errore in transizione.
Jordan stoppava il parziale degli Hornets con due liberi realizzando a 3:10 il 46-39, ma una penetrazione con scarico dalla linea di fondo per Marvin era utile per apportare altri due punti dal pitturato.
Kemba smistava il secondo assist nel giro di poco:
il cliente era Howard questa volta.
Dwight faceva toccare quota 50 ai Calabroni che nel finale cercavano di conservare il +9 dopo aver incassato due punti da Griffin in avvicinamento contro Kemba.
Tripla del nostro capitano e risposta di Blake per il 55-46 finale di primo tempo.
 
Il secondo tempo non iniziava bene per i nostri colori:
Griffin colpiva ancora, liberissimo dalla top of the key, poi era un alley-oop di Jordan a ridurre lo scarto a 4 pt. (55-51) prima che uno spin della PF avversaria dimezzasse ancora lo svantaggio.
Un paio di soluzioni di Walker da fuori ci restituivano un vantaggio più consistente:
63-55 a 8:01, ma i Clippers non si affievolivano rientrando sul -1 con W. Johnson.
Rivers mancava una tripla e un layup sull’azione tenuta viva da Jordan, così M. Williams sfruttando un passaggio che lo vedeva libero, puniva da fuori per il 66-62.
A 4:50 coach Rivers chiamava time-out ma la partita rimaneva incanalata sugli stessi binari.
Howard e Griffin si rispondevano da due, poi era ancora la star avversaria a infilare un reverse che dava la possibilità ai Velieri di battere anche un FT aggiuntivo per fallo di Williams.
Segnato, i Clippers si ripresentavano sul -1 (68-67).
Lamb cercando la soluzione esterna più Frank con finta in partenza e floater nel pitturato riuscivano a spingerci sul 73-67 prima che un fastidioso L. Williams desse una mano ai suoi per ricucire uno strappo che a fine quarto consisteva solamente in due punti (73-71).

Walker passa Jordan sulla linea di fondo.

 
A inizio ultimo periodo Williams in entrata faceva secco MCW trovando il pareggio, i Clippers mancavano un paio di triple per il sorpasso così erano gli Hornets a colpire con una bomba di Lamb, grazie a Zeller che sotto canestro riusciva a strappare un rimbalzo offensivo.
Un floater di Evans e un’altra entrata di Williams sul parzialmente omonimo Carter-Williams ci rispedivano indietro nel punteggio (76-77) fino a 8:40, quando una decisione dubbia su uno scontro ai bordi del semicerchio antisfondamento favoriva Zeller su Harrell):
2 pt, 1 FT che rilanciavano gli Hornets avanti sul 79-77.
Undici secondi più tardi era Lou Williams a rimettere in piedi il vantaggio ospite sganciando una bomba, poi dopo l’errore di Frank e uno sbaglio al tiro dello stesso Williams, Lamb rimediava in difesa alla sua persa in attacco ma Frank faceva ancora cilecca da fuori, tuttavia, dopo un paio d’azioni a vuoto, dalla rimessa dal fondo pro Hornets, l’alzata di Batum dava a Lamb la possibilità in salto di completare un gioco da tre punti (spinta di Thornwell).
Una giocata importante che, complice la spinta di Jordan su Zeller nella nostra area, dava a Charlotte la possibilità d’allungare. Batum commetteva però passi, tuttavia Zeller rimaneva vigile sull’arco intuendo le intenzioni da tre di Griffin facendolo sbagliare.
Batum intuiva in Thornwell il punto debole ricavandone due punti, poi era Griffin a esser fermato fallosamente da Zeller.
I suoi liberi però andavano a schiantarsi sui ferri, così Batum poteva riprovarci da fuori, ma ancora una volta non metteva la tripla.
L. Williams invece sì, rimanendo agganciato al treno della partita (74-73), anche se un provvidenziale M. Williams in uno scambio di cortesie tra cognomi e frecciate da fuori, ci dava una garanzia in più per il successo finale.
A 4:40 per una rimessa dal fondo concessa ai Clippers, Howard prendeva un tecnico che riportava a una distanza lunga i velieri.
Un proditorio tocchetto dello sporco (a livello di gioco) Jordan su MKG all’uscita dal blocco, costava a L. Williams l’annullamento del canestro, Batum invece tirava male il catch n’shoot ma arrivava in soccorso ancora il n° 0 Thornwell in spallata a fornire a Nicolas materiale per incrementare il fatturato punti.
3/3 dalla lunetta e Hornets che scattando sul 90-84 si procuravano ulteriori elementi per l’indagine “vittoria”. Quando un’altra difesa di Marvin Williams, questa volta su Rivers, favoriva l’errore del pupillo di coach Doc, la vittoria era quasi certa, anche perché il buon Lou, buonissimo tiratore dalla lunetta, non era in serata a gioco fermo.
L’1/2 lasciava a 5 lunghezze i bianchi lasciando a Charlotte l’iniziativa che si concretizzava a 2:59 quando Kemba a 2:47 dalla luce rossa finale segnando da fuori dava ormai la certezza della vittoria.
A vuoto i Clippers, fallo poco astuto a metà campo di L. Williams nel tentativo di rubar palla a Kemba: bonus e 2 FT a 1:51 che issavano sul +10 Charlotte (95-85) che replicava poco più tardi alla stessa maniera con il medesimo tiratore per egual risultato.
Nel finale Marvin coronava la sua prestazione facendo perder palla a Griffin e Kemba ricalcava la tripla a :58.5 per il 100-85.
Chiudevano L. Williams e Howard che, tranquillo, metteva clamorosamente un 2/2 in lunetta per un finale sul 102-87.
 
Pagelle
 
Walker: 7,5
26 pt., 2 rimbalzi, 6 assist. 8/17 dal campo, 0 turnover e +19 di plus/minus. Buona gara di Kemba che tra assist e punti pesanti in momenti decisivi aiuta la squadra a interromper la serie negativa. Nell’intervista dice le solite cose, ovvero che la stagione è lunga e che ogni avversaria può dire qualcosa nella lega, riferendosi al game precedente, però, credo ci sia un limite…
 
Batum: 6,5
12 pt. (4/11), 4 rimbalzi, 7 assist, 1 rubata, 2 stoppate. Un clamoroso +27 come plus/minus. Si avvantaggia scontrandosi con rivali non fenomenali. Farebbe una buonissima partita se non fosse per un finale supponente nel quale si accontenta di tiri presi un po’ troppo a cuor leggero. Buona la prima parte con un’attività su tutto il fronte. Fortunato quando il n°0 avversario gli procura liberi importanti.
 
Kidd-Gilchrist: 6
7 pt. (2/7), 4 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata. Ci prova diverse volte dal raggio medio destro ma non gli entra mai. Deve andare a cercarsi le sue mattonelle ma non sempre può se a volte si trova palloni in mano che deve tirare causa scadenza 24. In difesa è più che discreto.
 
M. Williams: 8
10 pt., 4 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 2 stoppate. Il man of the match per me. Compie un lavoro oscuro se non guardiamo la difesa. E’ dappertutto. Non solo limita Griffin, ma aiuta anche su altri giocatori dalle varie caratteristiche. Dov’è stato fino a ora? +11 di +/-.
 
Howard: 7
16 pt., 16 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Servito meglio, contro client più scomodi rispetto ai lunghi dei Bulls, Dwight mette diverse conclusioni da sotto che aiutano la squadra. Peccato per i liberi, 3 i turnover ma un +18 di plus/minus meritato.
 
Lamb: 7
17 pt., 4 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate. 5/12 al tiro. Soffre con il team di riserva e va sul -3 di +/-, ma le sue incursioni sono fondamentali per non rimanere inchiodati nel punteggio. Preciso a gioco fermo conclude con un 5/5.
 
Zeller: 6,5
5 pt., 6 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Gioca 18 minuti. Fortunato quando spende un fallo su Griffin nel finale, non manca certo la lotta o la “pugna” medioevale, viste alcune grezze azioni a rimbalzo. Buoni i blocchi portati, uno dei migliori nella lega in questo particolare ambito.
 
Kaminsky: 5
2 pt., 4 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Uno di quei possibili avventori di qualche vecchio mercatino che non comprano nulla, ma saturano le proprie narici respirando l’atmosfera. Pare lì un po’ per caso in mezzo ai giocatori. Fa poco in 19 minuti. In attacco lo si vede fare una cosa intelligente con la finta in partenza per il runner concluso dal floater, in difesa, stoppata a parte e qualche rimbalzo, tiene poco se l’attaccano seriamente. Un tank che spara a salve.
 
Carter-Williams: 5,5
5 pt., 2 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. In difesa a inizio ultimo quarto fatica sull’omonimo Lou. In attacco manca tutte le conclusioni ma rimedia dalla lunetta con un 5/6.
 
Bacon: 5,5
2 pt. (1/5), 3 rimbalzi. Gioca 12 minuti che potrebbe impiegare Monk, non fosse che Dwayne è portato maggiormente a difendere, anche se sui risultati potremmo discuterne. Buona l’azione che lo porta a canestro, si accontenta troppo spesso di jumper anche se nelle vicinanze c’è l’uomo che lo distrae.
 
Coach Clifford: 7
Lo premio perché, facendo un paragone, al contrario del C.T. della nazionale italiana di calcio Ventura che ha accampato scuse invece di fare sana autocritica e al contrario di Tavecchio che incarna il peggior spirito italico (ha scaricato tutte le colpe su Ventura (e la formazione scelta) come un Giuda fingendo di non dormire da 4 giorni), Cliff si è assunto nuovamente le proprie responsabilità nella trasmissione del concetto di difesa. Stima come persona che non si è nascosta dietro a un dito e risultato concreto nel rimettere insieme i cocci di una squadra che stava andando per conto suo. Quale volto prenderà la Charlotte futura non è dato sapere, ma per questa notte l’aggressività e il coraggio infuso alla squadra va premiato, anche se la sconfitta a Chicago, contro i peggiori Bulls che a memoria ricordi (nemmeno quelli del dopo Jordan) rimane capitolo tragico. Voltar pagina e proseguire su questa strada per recuperare il terreno perso.
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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.