Game 40: Charlotte Hornets @ Philadelphia 76ers 93-102

 
CrisHornets
 
Tranquilli…
Anzi, Tranquillo (Flavio).
Beh… parto originalmente da qui per raccontare la partita di rientro di Batum prima che a coach Clifford venisse in mente qualche episodio simile a quello raccontato dal buon Flavio nel suo libro “Basketball R-evolution” (vedo che anche qui i giochi di parole….).
Nel 1976 nell’andata dei quarti di Coppa dei Campioni il R. Skopje (ex Jugoslavia) giocava contro l’A. Tours, squadra francese.
Sotto 53-38 nell’intervallo, con il loro miglior uomo (il centro Radosavljevic) sull’orlo dell’espulsione, avendo già speso quattro falli, il coach Lecic s’inventò una “magata” degna di nota facendo tagliare i baffi del centro.
Perché?
Perché così poté invertire le canotte numero 4 e 14.
Al rientro in campo ci andò l’ex numero 4 Nikiforovic (vagamente somigliante al primo, sul quale per di più furono appiccati un paio di baffi posticci) con la 14, il quale, dopo aver segnato un buon canestro commise il suo primo fallo (gli arbitri credendolo Radosavljevic lo cacciarono per raggiunto limite di falli), al quale protestò essendo redarguito pesantemente dall’allenatore che non vedeva l’errore di far rientrare il suo asso (neo immacolato) sul parquet.
L’arbitro olandese e quello ceco (fosse stato cieco) non si accorsero dell’inganno e gli slavi contennero lo scarto della sconfitta, ribaltando a domicilio il risultato.
Beh… non so a Charlotte chi possa assomigliare a chi, di certo c’è che in tempi difficili, stratagemmi improbabili o no, anche una vittoria a Philadelphia (sebbene non avrebbero festeggiato a Charlotte con fumogeni) sarebbe stata importante, specialmente quando ti trovi sull’orlo dei Playoffs.
Di tranquillo a Charlotte c’è poco ultimamente.
Una difesa che ha concesso anche a Phila di segnare più di 100 punti, un attacco a tratti scadente ravvivato da qualche screen roll e qualche giocata estemporanea di un Kemba comunque in una delle sue peggiori serate targate Charlotte Hornets.
E’ un aggravante che gli Hornets abbiano segnato 31 punti grazie a 32 liberi, contro i 16/20 di Phila (terza vittoria consecutiva), la quale ha perso anche la lotta a rimbalzo 41-38 ma ha messo insieme 26 assist contro gli 11 di Charlotte (certo, alcuni degli Hornets trasformati in liberi) che ha tirato dal campo con il 32,9% contro il 47,4% di Phila e qui c’è una chiave per capire che l’attacco degli Hornets ha bisogno di giocatori diversi e che la panchina (21-43 nei punti) ha perso nettamente il duello con quella avversaria.
E’ crisi, certo… ma furbate slave o meno… ogni partita è a sé e a Boston (che sta stravincendo ad Atlanta) si può anche andare a giocare con calma, concentrazione ma con la bava alla bocca di una squadra ferita che deve e vuole assolutamente riprendersi da questo inizio anno terribile visto che stasera probabilmente ha vinto chi ci ha creduto di più.
 
Charlotte recuperava quasi tutti gli effettivi con Batum e Zeller al rientro ma perdeva Lamb per un problema al metatarso, schierandosi in divisa teal con: Walker, Baum, Kidd-Gilchrist, M. Williams e C. Zeller. Coach Brett Brown per i suoi provava con; McConnell, Stauskas, Covington, Ilyasova, Embiid.

MKG e Zeller impegnati su Embiid in raddoppio.

 
Dopo la oxfordiana presentazionne di Embiid in stile Triple H (comunque un personaggio plateale che sa trascinare e farsi amare dal suo pubblico), la prima offesa era portata da Philadelphia, gli Hornets difendevano bene sino al tiro d’Ilyasova ma consentivano il rimbalzo a McConnell che avrebbe portato alla tripla Covington.
L’inizio in salita degli Hornets era attenuato da numerosi tiri liberi che servivano a tenere in partita i teal.
MKG ne guadagnava due per un tocco su di lui in velocità nel cuore dell’area (per fortuna prima della stoppata presa) e accorciava a uno il distacco ma la partita si faceva confusionaria e gli Hornets mostravano un attacco inefficiente, così i 76ers salivano sul 2-7 a 9:08 con Embiid (24 pt. finali) a ricevere una rimessa dal fondo e a segnare da sotto.
A 8:47 Kemba in entrata serviva lateralmente in parallelo Zeller che resisteva al contatto e depositava in salto al ferro.
A 7:44 segnava il suo primo canestro il rientrante Batum, due punti dalla media che erano replicati a 7:19 quando il suo giro e tiro veniva a contatto con McConnell avanzato su di lui; canestro più tiro libero supplementare a segno e Hornets che riaccorciavano sul -2 (9-11).
A 6:56 gli Hornets raggiungevano il pareggio dalla lunetta per un tocco di Henderson su MKG al tiro.
Dopo cinquanta secondi tuttavia i 76ers riscappavano avanti con la tripla dello stesso Gerald dall’angolo sinistro alla quale replicava Batum ancora dalla lunetta per portare sul 14 pari la partita (tocco leggero sul francese), la quale vedeva ancora una volta salire sopra i padroni di casa con una tripla di Saric (15 pt.) da destra.
A 5:14 Kemba faceva vedere una delle poche cose buone del suo primo tempo andando con un dribbling discontinuo e dal cambio velocità repentino facendo intravedere la palla ai 76ers per poi depositarla nel cesto.
Entrava Belinelli che come il Roobin Hood di Fantozzi prima rubava e poi perdeva palla sulla stessa azione, finiva per segnare Henderson.
Walker subiva uno sfondamento da Henderson ma Kaminsky da sotto falliva il reverse in attacco, Stauskas da sotto non lo imitava a 2:57 e portava i bianchi al +5 (16-21).
Belinelli non riusciva a entrare in partita nemmeno dalla lunetta, forse perché chiamato Mario dal commentatore degli Hornets Collins e mancava il primo dei due liberi concessi.
Charlotte comunque rientrava sino al -2 con i canestri di Hibbert dalla lunetta (quick roll e bell’assist schiacciato sul movimento del Beli che mandava in lunetta il compagno) e di Graham, il quale dopo un giro palla di Charlotte attaccava il canestro a ricciolo partendo da fuori dall’arco a sinistra venendo spinto sul tentativo d’appoggio a destra.
Due liberi e 21-23 che purtroppo a :03.8 diveniva 21-26 a causa di una tripla di Rodriguez grazie al classico blocco alto fuori dall’arco.
Se il primo quarto si chiudeva sul -5, la situazione nel secondo peggiorava anche…
 
Nel secondo quarto Charlotte subiva subito due punti del numero 20 avversario in transizione, Sessions sparava un tiro orrendo “costringendo” Hibbert al fallo sul tentativo di rimbalzo offensivo, Embiid con uno screen roll usciva dalla zona sinistra e schiacciava in faccia a una mano a Hibbert e MKG (con il primo out a non abbozzare nemmeno la stoppata).
Un altro canestro frontale di Embiid in jumper convinceva Clifford a 9:37 a chiamare un time-out sul 21-32.
A 9:25 Charlotte interrompeva il parziale di Phila di 9-0 con una tripla dal ferro amico (autore M. Williams) e anche se Ilyasova (12 pt.) segnava da due e Sessions sbagliava un jumper andando corto, ci riprovava sulla stessa azione chiudendo in appoggio sulla sinistra per poi guadagnarsi due FT a 8:25 riavvicinando Charlotte sul -6 (28-34).
Gli Hornets però tornavano a incassare a 8:01, Noel da sotto sfruttando un altro rimbalzo aggiungeva due punti a quelli dell’amore fraterno, a 7:44 Marvin segnava la sua seconda tripla di serata ma Ilyasova rispondeva da tre e Rodriguez lo aiutava con due punti in contropiede.
Cody dava nuova linfa all’attacco degli Hornets mettendo dentro un tap-in e Kemba s’incuneava nella difesa serpeggiando pericolosamente e mordendo sotto il tabellone a sinistra nonostante Noel (4 stoppate) tentasse di strozzare il pallone tra il vetro e la sua mano.
A 5:32 gli Hornets quindi passavano sul -8 (35-43) prima di essere aiutati ulteriormente da Zeller che recuperava in difesa e andava dall’altra parte come un lampo trovando il passaggio nel corridoio centrale di Batum per una dunk possente.
A 4:37 Cody metteva dentro un piazzato dalla media al quale seguiva una tripla di Batum a 4:00 dall’intervallo.
Gli Hornets ritrovavano così il -1 (42-43). A 3:28 Phila si ricaricava quando Walker, dopo aver subito una stoppata, si prendeva un tecnico, Henderson trasformava e grazie a una tripla di Saric su Kaminsky accumulava cinque punti di vantaggio che a fine primo tempo divenivano sette ma solo perché Kaminsky accorciava dall’angolo sinistro.
Le squadre andavano negli spogliatoi con Philadelphia avanti 45-52.
 
La fase iniziale del terzo arrideva agli Hornets che, al rientro sul parquet tenevano per quasi tre minuti e mezzo i Sixers senza segnare realizzando un parziale di 7-0 che pareggiava la partita (Batum in step back dalla media, tre di Kemba in transizione a 10:15 e un 2/2 di Marvin dalla lunetta a 9:57 per fallo di Ilyasova al quale Williams aveva rubato palla) a quota 52, poi qualcosa si spegneva nell’attacco di Charlotte e Philadelphia riprendeva inaspettatamente il pallino del match con un parziale di 12-0 chiuso da Covington con una tripla frontale che spediva i Sixers sul 52-64.
Charlotte ci metteva più di quattro minuti e mezzo prima di tornare a segnare facendolo a 5:15 con MKG dalla lunetta (quarto fallo di Embiid che usciva a riposarsi).
Ilyasova colpiva sul Beli a 5:01 per ripetersi ma da fuori a 4:13 allo scadere dei 24 (nonostante sull’azione MKG avesse appena stoppato Covington) portando sull’abisso Charlotte ora sul -13… Cody ammorbidiva il punteggio con finta di passaggio, i difensori abboccavano e lui appena fuori dal tetto dell’area si avvedeva della pista libera andando a decollare e atterrare dopo la schiacciata del 58-69 a 3:53.
Gli Hornets facevano quindi l’ultimo vero disperato tentativo di riprendere in mano una partita che stava sfuggendo di mano; 2/2 di Hibbert (4° fallo anche per Covington) a 3:10 e capolavoro di Kemba a 2:38, un tre punti in sospensione eterna passando davanti al blocco di Hibbert ma sbilanciato dal tocco del numero 20 Luwawu-Cabarrott un 1995 ancora inesperto.
Il gioco valeva quattro punti e Charlotte tornava sul -5 (64-69).
A 2:11 Charlotte toccava anche il -4 perché nonostante Belinelli tirasse male da fuori, arrivava ancora il tocco dell’impronunciabile difensore di Phila.
Tre liberi che spostavano il punteggio sul 67-71, score che tuttavia era fissato da Noel a sei decimi dalla sirena del terzo quarto con un jumper frontale per il 71-76.

Belinelli passato da Henderson.

 
Charlotte però perdeva subito il match in avvio di ultimo quarto; tripla di Stauskas a 11:47 e transizione di Embiid dopo un tentativo di Belinelli troppo frettoloso.
A 11:26 Phila andava sul 71-81, Charlotte non risaliva mai sotto i sei punti di distacco (2/2 nei FT di Zeller a 1:18 dalla fine) e la partita e si eclissava commettendo falli per fermare il gioco nel finale.
La gara terminava sul 93-102 a favore dei 76ers.
 
Pagelle
 
Walker: 5,5
17 pt. (7/23), 4 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate. Noel ed Embiid non sono Telepass sotto canestro e per cinque volte le sue incursioni sono respinte. Commette anche quattro turnover e si sveglia troppo tardi dopo un primo tempo anonimo. Da lui che è il capitano, mi aspetto più leadership e più visione nel fare le scelte giuste. Pochini i tre assist. Non finisce sotto il 5 per tre sfondamenti presi (nei primi posti nella NBA) e due lampi di classe pura che varrebbero quasi il costo del biglietto, ma qui vince chi è più costante.
 
Batum: 6
19 pt. (7/14), 5 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate. Al rientro in 32 minuti commette solo un turnover, al tiro non se la cava male anche se su un suo in & out Charlotte salute le residue speranze di rimonta. Riesce poco a servire i compagni in serata, per il resto merita la sufficienza.
 
Kdd-Gilchrist: 6,5
12 pt. (2/6), 12 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Se la sua difesa mi convince meno di un tempo, quando entra Belinelli me la fa rimpiangere immediatamente. Non è solo lui ad avere problemi, è tutto il sistema difensivo. La voglia e la grinta ci sono, anche se nel finale gli portano via un pallone prezioso, ma solo dopo aver lottato. Doppia doppia nonostante un tiro non irresistibile ma dalla lunetta fa 8/8 e non è poco per chi si ricorda le sue statistiche a gioco fermo due anni fa.
 
M. Williams: 5
8 pt. (2/6), 2 rimbalzi, 1 rubata. Nota positive il 2/4 da tre, nota negative ben 4 turnover, con uno nel finale gratuito andando a toccare un Pallone già conquistato. Clifford nel finale gli grida di non raddoppiare dando una mano a Kaminsky, dovendo stare attento agli open del micidiale avversario. Certo a noi in questo ruolo serve di più…
 
C. Zeller: 6
16 pt. (6/14), 10 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Perde tre palloni e si becca altrettante stoppate, una da highlights da Embiid, però mette anche due schiacciate notevoli, in più ha il colpo di genio nel segnare con una finta che manda un segnale fasullo al GPS dei difensori. Doppia doppia nonostante le difficoltà difensive (5 falli), guadagna la sufficienza.
 
Belinelli: 5
6 pt. (1/6), 4 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate in 22 minuti. Il peggior plus/minus degli Hornets (-12) dice tutto. Sfortunatamente se la difesa non è il pezzo forte, da quando è rientrato dall’infortunio rimediato nella W contro Chicago, anche l’attacco non sembra esserlo. Troppo frenetico e poco in ritmo, anche per la povertà che lo attornia, si prende tiri improbabili, ma non è solo questo. Nel finale Clifford lo mette dentro e lo toglie subito dopo un lungo passaggio dalla rimessa di Frank che Marco, poco reattivo, non controlla al meglio (anche se non dei più semplici).
 
Sessions: 5
4 pt. (1/5), 1 rimbalzo, 1 rubata. Quattro punti in serie in otto minuti. Clifford fa partire Kemba anche nell’ultimo quarto cercando di recuperare e non lo fa rientrare per la classica seconda rotazione. Un paio di tiracci e una prestazione comunque non all’altezza.
 
Graham: 6,5
2 pt. (0/0), 1 rubata. Niente… a me piace, anche se gioca sempre I pochi minuti che rimangono alla fine del secondo quarto all’intervallo. E’ uno che in campo non fa solo presenza, è aggressivo e stasera si ava a prendere anche un paio di punti attaccando il ferro. Un fallo speso non per colpa sua e anche una rubata a testimonianza di attenzione e aggressività. Meglio lui di altri in questo periodo.
 
Hibbert: 5,5
4 pt. (0/1), 1 rimbalzo. Bene in attacco, o meglio… dalla lunetta da dove non sbaglia i suoi liberi, come rim protector non ci siamo. Quattro falli non sempre spesi bene e troppo rinunciatario su Saric se Embiid prima di lui risultava unstoppable.
 
Kaminsky: 5
5 pt. (2/10), 2 rimbalzi. 21 minuti, un turnover che ci può stare benissimo ma soprattutto tanti tiri falliti, l’1/4 da tre è accompagnato da un 1/6 da due. Con i suoi fondamentali inutilizzati non si prende mai la lunetta.
 
Coach Clifford: 5
Mi era piaciuto nell’ultima a Houston. Perdere là, in Texas, vista la forza dei Rockets poteva starci e lui aveva messo giù buone marcature. Stasera non ci sono attenuanti. Squadra al completo tranne Lamb per un problema al metatarso, difesa ancora senza copertura da fuori e partita persa contro un team che è nettamente in risalita e superiore a quello che dice la classifica, per di più spinto da un pubblico caldo, ma pur sempre più debole del nostro che è anche impegnato nel giocarsi i playoffs. Rivedere la partita e correggere gli errori servirà per Boston, dove serviranno lucidità e ritmo per segnare e tanta grinta in difesa.
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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.