Game 1: Charlotte Hornets @ Detroit Pistons 90-102

Conoscete Tiche?
Tiche (la fortuna) è la figlia di Zeus che diede a essa il potere di decidere la sorte dei mortali.
Sfortunatamente ad alcuni di essi concede tutti i doni custoditi nella cornucopia e ad altri non lascia nulla.
Questo perché Tiche è irresponsabile, così corre qua e là facendo rimbalzare una palla (metafora del basket) per dimostrare che la sorte è incerta.
In realtà questa sera pare che la palla sia finita in testa agli Hornets e basta, la fortuna c’entra poco.
I Pistons hanno giocato meglio chiudendo sostanzialmente il match dopo due quarti, forse galvanizzati dal loro nuovo luogo di culto:
La Little Caesars Arena di Detroit (in città, non più ad Auburn Hill) la quale faceva il proprio debutto stasera.
Per onorarla per l’occasione si trovavano in loco il Commissioner Adam Silver oltre che il rapper Eminem che dava il via alle danze con il suo “Let’s Go Pistons”.
Forse troppo pretenzioso sperar di vincere e rovinare la festa a Detroit, oltretutto nelle fila di Charlotte si contavano alcune pesanti assenze come quelle di MKG e MCW, mentre Graham e Stone, in dubbio, recuperavano.
 
Charlotte schierava il seguente quintetto; Walker, Lamb, Bacon (il rookie all’esordio), M. Williams e Howard.
Detroit rispondeva con; R. Jackson, A. Bradley, T. Harris, St. Johnson e Drummond.

Howard contro Drummond.
Qui Drummond toglie la palla regolarmente a Dwight ma dopo un tocco irregolare sulla partenza di Dwight. Gli arbitri fischieranno tardivamente tra la disapprovazione del pubblico.

 

La Partita

 

 

Howard in due tempi portava a casa il primo pallone utile dell’annata ma Kemba con l’arresto e tiro dallo spigolo destro colpiva solamente il ferro, così dopo un attacco a vuoto di Detroit, anche Howard falliva da sotto lasciando spazio alla controreplica dei Pistons, i quali con Bradley portavano a casa i primi due punti pur senza far attraversare alla palla la retina, grazie a un goaltending di Dwight.
Gli Hornets accorciavano a 10:38 con due liberi dei quali solo il secondo andava a segno mentre sul fronte difensivo si ripeteva la scena appena vista con esiti inversi; l’arcobaleno di Bradley era spezzato da Howard in stoppata e Charlotte ne approfittava per portarsi avanti con Kemba che penetrava al centro, scaricava a destra, dove l’open di Bacon incontrava la retina per il 4-2.
Dopo il 4-6 c’era il tempo per il primo canestro ufficiale di Howard in maglia teal, quello del pareggio, Detroit però correva, allungando decisamente il punteggio, arrivando a 6:40 sull’8-16 con una tripla di uno scatenato Harris.
Charlotte rimaneva aggrappata grazie ai liberi che gli arbitri assegnavano per iniziative verso canestro dei nostri; sovente i Pistons si arrangiavano con dei contatti illegali che a 5:32 ad esempio riportavano Charlotte sul 14-18 (2/2 ai FT di Lamb) ma un’altra tripla di Tobias Harris, il quale chiuderà con 17 punti il primo quarto, tornava a far salire il punteggio dei padroni di casa.
Lamb in diagonale accentrandosi (partenza da sx) appoggiava al vetro il 18-21 e da destra il 22-25 in azioni simili, poi il neo entrato Stone con la tripla pareggiava a quota 25, tuttavia i Pistons chiudevano avanti il quarto 27-29.
 
Galloway (16 pt. finali) a inizio secondo quarto realizzava due floater mentre Monk iniziava male…
Stone scagliava un macigno da tre punti per il -3 ma dopo un’entrata di Ellenson (Zeller costretto al fallo) da una rubata a Monk, sempre Ellenson ricavava altri due punti che riconsegnavano il +8 (30-38) alla squadra di Van Gundy. L’allungo dei padroni di casa era facilitato anche da uno scarico errato di Monk che portava S. Johnson al contropiede sul quale Zeller spendeva un altro fallo ma non riuscendo a migliorare la situazione nel punteggio visti i liberi a segno.
Kemba riprovava con un 2/3 dalla lunetta (terzo fallo di Bradley che lasciava il parquet) e uno step back da sinistra contro Ellenson a riportare a galla i teal, riducendo a 8 punti a 5:40 dal riposo lo svantaggio ma dopo un doppio tecnico a Howard e Moreland per uno scambio d’”effusioni” non gradite dagli arbitri (sotto le plance di Detroit), Monk in uscita tentava di fermare Galloway che a 4:25 da tre punti realizzava subendo anche il tocco.
La giocata costava in totale 4 punti e consentiva a Van Gundy di veleggiare tranquillamente sul +14 (36-50).
Nel finale Howard sbagliava due liberi, Graham realizzava un open da tre, Johnson si faceva inchiodare da Howard a sinistra, Kemba segnava ancora… si finiva con una tripla del numero nove dei Pistoni e persa di Howard che ricacciava -13 i Calabroni, ma Lamb aveva l’ultima parola infilandosi perfettamente nel mezzo del pitturato alzando un floater perfetto che mandava i due team negli spogliatoi sul 45-56.

Reggie Jackson shoots over Kemba Walker nel primo tempo.
Oct. 18,2017, in Detroit. (AP Photo/Carlos Osorio)

 
Charlotte nella ripresa subiva il dribbling e il teardrop di Bradley (15 pt.) alle pendici destre dell’area (inutile il salto di Superman) ma a 11:11 si risvegliava Williams che colpiva da sinistra dalla lunga grazie a una rubata di Bacon sull’azione difensiva.
Era ancora Marvin a colpire da fuori cambiando lato e aiutato da Bacon che invece colpiva con la bomba frontale, portavano Charlotte sul -6 (54-60) ma da una palla vagante a 9:24 scaturiva il canestro di Harris (tutto solo) pescato nel corner destro da Jackson.
Charlotte aveva buone giocate offensive come l’hook di Howard in movimento, il canestro di Frank da fermo cadendo leggermente all’indietro o l’alzata da destra di Lamb contro l’aiuto di Drummond dopo la penetrazione dallo stesso lato mai Pistons continuavano a segnare con regolarità e a 3:55 arrivava anche il bonus per un’entrata di Bradley sulla quale in allungo Lamb concedeva con il contatto il libero supplementare poi realizzato.
Monk trovava i primi punti della sua carriera dall’angolo destro; una bomba da tre punti con l’uomo in opposizione per il 70-82.
 
Le distanze rimanevano, però, troppo elevate per Charlotte che a inizio ulrimo quarto subiva anche con la panchina; altri tre punti da Ellenson mitigati da una dunk di Zeller (10:05) a una mano su assist breve di Frank.
Cody in precedenza aveva gettato via un pallone in apertura, ripetendosi con una persa in palleggio in entrata, dopo aver tuttavia realizzato un piazzato long range (74-88) a 9:19.
Il capolavoro isolato in dribbling a 6:52 di Kemba contro tre difensori con l’appoggio finale valeva solo il 78-91, la sua tripla successiva il -10, ma una correzione di Drummond sopra il nostro ferro più un rapporto di 3 rubate a 14, nonostante un altro canestro di Zeller in area (83-93), non facevano presagire nulla di buono per il finale.
Un finale nel quale c’era poco da fare, anzi, arrivava a sigillo di una prestazione personale degna di nota, il sigillo di Tobias Harris (27 pt. finali) che aiutato dall’accenno di raddoppio di Williams trovava spazio per la tripla prima che il nostro numero 2 rientrasse perfettamente.
A 1:11 l’89-100 chiudeva i giochi.
 
Charlotte finiva per perdere prevalentemente a causa delle palle perse (15 contro le 8 dei Pistons grazie a un 4 a 14 nelle rubate…) e delle percentuali scadenti al tiro (39,7% contro il 42,7% avversario) mentre la lotta a rimbalzo è stata pari con 47 palloni catturati per squadra.
 
 
Pagelle
 
 
Walker: 6
 
24 pt. (6/13) più 6 rimbalzi e 4 assist, pari ai turnover. Kemba dalla lunetta fa 11/13, nell’ultimo quarto si accolla le responsabilità dell’attacco forzando e trovando più punti ma non trova l’intesa volante con Howard e troppo spesso fa da solo. Difesa sufficiente, bene nei primi minuti a livello di lucidità e assist quando ad esempio da un suo scarico nasce una tripla di Bacon. Le qualità non si discutono, solo, avere una squadra più reattiva, forse gioverebbe anche al buon Kemba nel cedere più volentieri la sfera.
 
 
Lamb: 6
 
15 pt. (4/10), 4 rimbalzi. Un paio di perse ma Lamb ci prova… Anche in difesa, sebbene sui pick and roll o alcune entrate paghi dazio. Il carattere c’è, le incursioni anche, dalla panchina sarebbe perfetto, purtroppo da titolare qualche limite difensivo si vede ma almeno c’è un altro scorer oltre a Kemba in campo.
 
 
Bacon: 5,5
 
8 pt., 2 rimbalzi e 2 assist in 20 minuti. Qualche buona conclusione ma anche delle ingenuità. Un apio di perse, posizionamenti timidi a volte, non si poteva pretendere di più. Le percentuali realizzative sono buone ma è coinvolto nella débâcle finendo con un -15 di plus/minus.
 
 
M. Williams: 4,5
 
Forse ingeneroso, ma spesso su Tobias Harris, il quale segna 17 punti nel primo quarto, c’è lui. Segna 7 punti svegliandosi a inizio ripresa con due bombe di fila, poi un ½ ai liberi, 2 soli rimbalzi in 26 minuti e un -10 di +/- eloquente. Poco reattivo. Dovrebbe esser l’ala titolare…
 
 
Howard: 6,5
 
Troppo nervoso in partita rischia l’espulsione per uno scambio d’opinioni con Moreland e una spinta proditoria un po’ oltre a Drummond con relativo battibecco (più da parte del centro dei Pistons). Con 10 pt., 15 rimbalzi e un paio di stoppate fa quello che gli si chiede, anche se gli Hornets affondano nel pitturato, non è solamente a causa sua, qualche rara volta morbido a rimbalzo; transizioni, jumper dal limite e floater imprendibili segnano la serata no di Charlotte.
 
 
Kaminnsky: 5
 
4 pt. e altrettanti rimbalzi, un paio d’assist. Non perde palloni in 20 minuti ma il suo 1/9 al tiro con lo 0/5 da fuori per Charlotte è drammatico. Non gli si può rimproverare la difesa, dove in qualche occasione deve guardarsi più intorno (vedi i tre di Ellenson a inizio ultimo quarto con Frank ai bordi del pitturato a seguire gli inserimenti) ma deve migliorare assolutamente nelle percentuali.
 
Monk: 4,5
 
3 punti frutto di una bomba nel secondo tempo e le conclusioni sono identiche a quelle di Kaminsky. Un assist e 3 palle perse sanguinose che costano caro. Dalla personalità all’esagerazione in un lampo. Gioca 21 minuti prendendosi un tiro ogni tre, va bene per un tiratore ma deve essere meno irrazionale. Anche un air-ball da fuori nel computo. E’ la prima e anche se sembra un giocatore abbastanza pronto, ha ancora diversa strada da fare. Alla prossima non potrà altro che migliorare.
 
 
Zeller: 5,5
 
Cody inizia male, anche per lui ci sono da segnalare un paio di perse che malamente finiscono nelle mani dei Pistons. Difesa non troppo efficace nonostante i 9 rimbalzi e una stoppata, in attacco finisce con 8 punti.
 
 
Stone: 6
 
L’ex Venezia non smista magari sempre palle clamorose, anche se ad esempio libera Monk tutto solo che da tre fallisce una conclusione, ma ha il merito di realizzare due triple perdendo un solo pallone in 12 minuti nei quali Kemba rifiata. Per essere il terzo play va bene, aggressivo non molla facilmente, facendo sbagliare l’avversario in alcune circostanze, aggiunge 2 bombe (2/3 la terza è fallita sulla sirena al volo dopo aver rubato un pallone) e vista l’indisponibilità di MCW, almeno a medio periodo, se giocasse come oggi sarebbe una garanzia.
 
 
Graham: 6
 
5 punti, 2 rimbalzi, 3 assist in 17 minuti. Nel +/- l’unico positivo con un +8 e non è solo un caso. Buon difensore, potrebbe essere il sostituto naturale di MKG senza snaturare troppo la formazione iniziale. Clifford ci pensi, anche perché Treveon ha anche la possibilità di colpire da fuori al contrario del nostro numero 14 mentre è più esperto di Bacon.
 
 
Coach S. Clifford: 5,5
 
Un’altra L contro Detroit del suo “maestro” Van Gundy. Pistons hanno più voglia, lui però rabbercia la formazione in qualche modo. Speriamo che la scelta di puntare su certi uomini e principalmente sulla difesa non si riveli nefasta. L’importante è che non diventi una nemesi… E’ la prima partita, i ragazzi non sono partiti con il piede giuto, ora bisogna far bene contro Atlanta nella gara inaugurale casalinga per dimostrare di non esser quelli visti stasera.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.