Game 10; Charlotte Hornets @ Golden State Warriors 87-112

Più che Kramer contro Kramer, una storia in cui due genitori si contendono il figlio dopo la separazione, qui c’è stato un Curry contro Curry…
Steph, parte integrante degli Splash Brothers di Golden State contro suo padre Dell che gli ha insegnato a giocare con la palla a spicchi.
Dell presente all’Oracle Arena sarà stato contento per suo figlio, ma non si sarà divertito molto a vedere una partita in cui Charlotte è stata affondata con un fondamentale che era la sua specialità, il tiro da tre punti.
Con un allenatore come Steve Kerr che era un altro tiratore mefitico ai tempi in cui giocava Dell, coach Clifford avrebbe dovuto prestare più attenzione sul perimetro, anche se Thompson e Curry rimangono comunque difficilmente marcabili.
Gli Hornets in tenuta teal scendevano in campo con Walker, Stephenson, P.J. Hairston, M.Williams e Jefferson. I Warriors con una nuova discutibile divisa a maniche corte color grigio scuro (a simboleggiare l’industria, l’operosità e l’ingegno di quelle zone) con Curry, Thompson, Barnes, Green e Bogut.

Roberts prova il jumper contrastato da Barnes.

Roberts prova il jumper contrastato da Barnes.

Dopo i primi tentativi andati a vuoto da ambo le parti, a inaugurare lo score erano i Warriors con Barnes da 3 pt dall’angolo destro nonostante una buona marcatura. Hairston e Jefferson andavano a vuoto in attacco, così Bogut realizzava altri due punti per Golden State e la squadra di casa andava sul 5-0. Con il cronometro sceso a 9:40, Stephenson trovava finalmente i primi tre punti per Charlotte.
Sempre Lance con un floater a 8:58 cercava di non far distanziare i suoi (5-7). Bogut però sfruttava l’aiuto di Jefferson su Curry e si trovava solo per due punti facili. Dopo un air-ball di Williams fischiato dal pubblico, Bogut in lunetta realizzava un libero, Stephenson, caldo in quest’inizio, realizzava altri due punti in sottomano dopo un crossover. 9-10.
Hairston a 6:42, su passaggio di Jefferson, con tre punti dava la parità a Charlotte (12-12). A 6:31 arrivavano anche i primi due punti di Steph. Curry. Se per i Warriors i due punti del play erano frutto di Steph & Father (grazie agli insegnamenti di suo padre Dell) dall’altra parte c’è ancora and Steph & Son (che è uno solo ma giocava per due in quest’inizio)con un passaggio schiacciato dietro la schiena a liberare Jefferson per un tiro che valeva due punti a 6:12.
Curry per Bogut e l’alley-oop, più alter due belle azioni di Curry inframezzate da Jefferson dal top of the key e un bel movimento del centrone aggiornavano il punteggio prima del canestro di Stephenson con finta e appoggio. Con l’ingresso delle panchine in campo però gli Hornets perdevano qualcosa e i Warriors complici gli errori al tiro di Charlotte, incrementavano il vantaggio.
Il finale di primo quarto vedeva avanti i Warriors, 23-28.
Biyombo a inizio secondo quarto provava a riportare Charlotte in partita, prima con una bella difesa, poi con una stoppata stratosferica contestata dai Warriors perché la palla sembrerebbe aver toccato il vetro una frazione di secondo prima dell’intervento del centro congolese e ancora in attacco insieme ai suoi compagni che guadagnavano qualche tiro libero in questa fase.
Thompson iniziava ad attivarsi con un fing and roll che produceva per i padroni di casa un gioco da tre punti per il 31-39.
A 7:18 Roberts da 3 riaccorciava sul -5 (34-39). Qui sostanzialmente gli Hornets uscivano dalla gara. Livingston, rimanendo in aria quel tanto in più che bastava, segnava due punti, dall’altra parte Williams sulla linea di fondo perdeva palla.
Stephenson non riusciva più a fermare Thompson che passando dietro un blocco di Speights colpiva dalla distanza.
Sul 34-44 Coach Clifford chiamava il time-out. Un fallo di Thompson a toccare l’avambraccio di Big Al su un passaggio schiacciato che sembrava potesse essere comodamente recuperato dal nostro centro, innescava la transizione.
Thompson concludeva da tre punti. I Warriors ricavavano ancora due punti andando a concludere in schiacciata, dopo che la difesa di Thompson su Neal aveva avuto successo. Neal però era rimasto per terra dall’altra parte del campo così coach Clifford si vedeva costretto a chiamare un altro time-out. Curry e Barnes allungavano con due tiri da fuori e il punteggio ormai era troppo pesante da recuperare per gli Hornets.
39-61, i Guerrieri erano sul +22. Thompson, nonostante il cambio di marcatura continuava a infierire sugli scentrati Hornets. Henderson sulla sirena con un lungo tre punti da sinistra “annullava” la tripla di Kley e fissava il parziale all’intervallo sul 46-67.
I Warriors non calavano l’intensità e Charlotte che riusciva a guadagnarsi qualche libero, andava sprecando dalla lunetta.
L’emblema di questa situazione è un raddoppio su Walker che avendo appena ricevuto palla dalla rimessa dal fondo, si trovava costretto nell’angolo destro del campo. Il play dei Calabroni ne usciva bene, partendo per un coast to coast con appoggio fallito.
Sul rimbalzo si avventava Zeller che veniva toccato. Il bianco degli Hornets però “splittava” mettendo solo uno dei due liberi concessi.
Le ultime giocate per tentare di recuperare seriamente la partita erano di Walker che serviva Jefferson a 8:20 per il 54-76 e poi in un’azione su cui Charlotte imperversava, dopo l’errore al tiro e il rimbalzo di Zeller, una buona circolazione di palla trovava Stephenson che colpiva from downtown.
A 6:16 però Speights concludeva in transizione, completando l’azione con il libero aggiuntivo per il fallo subito.
Curry sulla sirena, nonostante il buon tentativo d’opposizione di Biyombo, imitava Lance e faceva registrare il punteggio di 68-96.
Ultimo quarto da garbage time con le due panchine in campo.
Da segnalare un canestro annullato posticipatamente a Jefferson. L’instant replay aveva evidenziato che il tiro era partito dopo il ventiquattresimo secondo.
In più, tornando in campo… un’altra bella stoppata di Biyombo e un Brian Roberts che ha sfruttato l’assenza dei titolari dei Warriors per mettere diversi punti a referto e rendere meno pesante il passivo di Charlotte.
Da annotare anche l’ingresso in campo dopo l’infortunio del rookie Vonleh, apparso ancora un po’ timido, ma sul quale l’ambiente degli Hornets nutre speranze, nei pochi minuti concessi.
Il finale di 87-112 è da dimenticare.
La sconfitta era preventivabile su un campo così difficile, il modo in cui è arrivata no però.
Questi Hornets non devono cedere di colpo.
Tra due giorni all’alveare si giocherà contro Dallas che nella notte ha sconfitto facilmente Minnesota.
Gli Hornets dovranno necessariamente tornare a pungere per cercare di tenere in piedi la loro stagione.

Voti

Walker: 5,5
8 punti (3/14), 5 assist. Non sfigura eccessivamente contro Curry al quale concede il giusto, spreca troppo però.

Stephenson: 6
16 punti (7/10), 4 assist ma anche 4 turnover, è l’unico che in attacco però all’inizio tiene agganciati alla partita i Calabroni, anche con qualche piccolo numero piacevole da vedere. Anche lui però non riesce a contenere Thompson che gli scappa troppe volte.

P.J. Hairston: 5,5
17 minuti e 3 punti. Clifford lo fa partire titolare e poi cerca di cambiare le carte in tavola.

M. Williams: 4,5
3 rimbalzi, una palla persa malamente, 0 punti con 0/3 al tiro compresa una schiacciata prepotente sparata sul primo ferro. Chiedere a Papa Francesco (mistero della fede) perché parta in quintetto ancora.

Jefferson: 6,5
19 punti (8/14), 6 rimbalzi. Da lui mi aspetto sempre qualcosa in più in difesa. Quando Jordan gli parla, si emoziona. Si ricordi che MJ era anche un signor difensore. In attacco fa sempre bene il suo mestiere, anche se… complici alcuni passaggi troppo telefonati dei suoi compagni, la squadra perde un paio di palloni in maniera troppo banale.

Henderson: 5,5
Senza MKG e con P.J. in quintetto, Henderson entra in campo e finisce per giocare 5 punti, 2 rubate e 6 rimbalzi, oltre a due palloni persi. Altalenante.

Zeller: 6
5 punti e 10 rimbalzi in 19 minuti. Il delitto è che sbaglia 4 dei 7 liberi a disposizione.

Neal: 5
4 punti in 10 minuti per Neal. 1/5 dal campo. Anche lui un po’ “out the zone”.

Biyombo: 6,5
3 punti, 4 rimbalzi e 2 stoppate.

Roberts: 7
Segna 17 punti. Dopo due bombe (la seconda annullata per un fallo offensivo di un compagno), approfitta per trovare il ritmo nell’ultimo quarto rendendo meno amara la sconfitta.

Pargo: 6
7 punti con 3/8 dal campo nel finale.

Maxiell: 4,5
Una sciagura. Altro che cavallette o cose simili. Due rimbalzi, un fallo speso per aiutare in difesa un raddoppio, nessuno aveva scalato se non lui in ritardo… E 0/2 ai liberi come ciliegina sulla torta. Entra anche lui a partita finita, non è che però giocando così meriti di ritagliarsi più spazi.

Vonleh: s.v:
Auguri al rookie, sperando entri in forma in fretta, potrebbe servire agli Hornets.

Coach Clifford: 5
Le triple dei Warriors vincono la partita, non riesce ad arginarle. Se P.J: Hairston è un’esigenza per la mancanza dell’ala titolare, far partire in quintetto Williams è un delitto. Io proverei Biyombo e poi Zeller, aspettando il rookie Vonleh, poi proprio all’ultimo guardi se dentro l’armadietto degli spogliatoi è rimasto Maxiell…

Recap Video: http://www.youtube.com/watch?v=n-nYVwoNhcU

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.