Game 10: Charlotte Hornets @ Minnesota Timberwolves 94-112

Nel profondo nord, al riflesso di un’aurora boreale volavano gli affamati Calabroni per cercar la loro stella polare, osservata anche da terra da famelici Lupi della foresta nei quali occhi brilla una luce verdastra (vedi new logo).
La fame di successo contagia tutte e due le franchigie che hanno avuto buoni periodi nella loro storia, ma hanno patito le loro introduzioni a fine era dei ’80 (Minnesota è più giovane di 365 giorni circa), così, quest’anno Charlotte con Howard e un paio d’aggiustamenti in un Est più povero, spera di tornare ai Playoffs, così come i canidi che con Butler, Teague e Gibson a unirsi a Wiggins e Towns, sono cresciuti molto in un competitivo Ovest, fino a raggiungere prima del match un 6-3 di tutto rispetto.
Ad avere la meglio sul proprio territorio sono stati i Lupi che hanno trovato dei Calabroni intirizziti, ghiacciati da un finale di secondo quarto che ha prodotto un gap irrimediabile.
Gli Hornets hanno chiuso con un 42,5% al tiro contro il 45,8% dei Timberwolves ma ancor di più hanno perso nettamente la battaglia sotto le plance 38-54.
11/21 dalla lunetta per Charlotte contro i 26/30 dei Lupi… a nulla sono valsi i soli 11 turnover contro i 16 della squadra di Thibodeau.
Charlotte quindi cade esternamente per la seconda volta e torna a quota .500 nella mischia prima d’andare nella Grande Mela.
 
Le formazioni:
 
Sguardo al cielo, pronti, via, Howard non saltava sulla palla a due e nemmeno sul primo tiro quasi frontale di Gibson che oltrepassava la retina.
Charlotte però inaugurava un filone di tre assist smistati da Walker:
Primo giro a ricciolo di Kemba sulla baseline, bound pass per l’accorrente Marvin che depositava facilmente il pareggio, alzata per alley-oop devastante di Howard a 10:53 più passaggio sull’incrocio a sinistra a liberare Marvin per la bomba del 9-8.
Le squadre rimanevano piuttosto vicine anche quando Lamb dalla sua nuova mattonella (angolo sinistro), imitato da Bacon poco più tardi, colpivano da tre punti per il 15-12. Graham con un fade-away attaccando il post basso destro batteva i due lunghi dei Lupi, poi era Frank (con spazio) dalla diagonale sinistra a trovare il ritmo per colpire da tre punti che ci portavano sul +6 (20-14) ma i Lupi si riportavano sopra con un parziale di 0-7 aiutati da una tripla di Wiggins e da un preciso jumper di Butler.
Graham era propositivo anche in attacco e trovando il varco appoggiava al plexiglass sulla destra, Dieng stoppava la sfera dopo il tocco, così Charlotte tornava sopra di uno. Frank in entrata verticale, leggermente a destra del canestro metteva dentro con un tocco soffice ma nel finale di quarto, sul venticinque pari, Crawford dal palleggio s’inventava la bomba del 25-28.
Graham, dall’angolo destro, su scarico di Monk, riusciva a vanificare il vantaggio centrando a sua volta il bersaglio da grande distanza mandando le squadre al primo riposo sul 28-28.

Howard abbatte Towns ma gli Hornets escono sconfitti a Minneapolis.
Foto di: Jeffrey Becker-USA TODAY Sports

 
Dopo un paio di minuti si riprendeva a giocare con Lamb unico titolare tra i bianchi in campo.
Era proprio lui a regalare il vantaggio a Clifford, poi un zigzagare di Monk dalle parti della FT line più assist verticale consentiva a Zeller di passare sotto il ferro e depositare nella retina il 32-28 ma in un sol colpo i Lupi pareggiavano con una giocata da 4 pt. di Crawford.
I Lupi in questa fase segnavano ben sei punti dalla lunetta con Dieng, intervallati solo da un hand-off che portava ancora Monk a servire Zeller sullo scatto verticale per due punti.
Charlotte si riavvicinava quando Frank, attaccando il canestro, si fermava nel pitturato dopo uno spin; elevandosi aspettava un tempo per battere il lungo avversario con una parabola che ci restituiva il -2 (38-40).
Si tornava addirittura sul -1 quando una drive di Monk dalla destra era propedeutica per l’alley-oop a una mano di Howard che infilava il 41-42.
Come incessante pioggia però, ancora una volta, la squadra avversaria iniziava a battere la nostra difesa da oltre la linea dei tre punti.
Un parziale infuocato che vedeva portarsi i padroni di casa sul 45-61 sfruttando un 5/8 parziale di quarto da 3 pt. a fronte dello 0/5 di Charlotte dalla medesima distanza.
Se poi si aggiungeva una difesa allo sbando con una pletora di semi ali a vagabondare per il campo e Gibson a sbagliar due volte da sotto e Towns a correggere, rimanevano poche speranze di bloccare il parziale.
Howard faceva a sportellate sotto il canestro avversario riuscendo a realizzare due punti ma si “beccava” un tecnico subito dopo (Butler lo realizzava).
MCW in campo da poco andava in lunetta per un fallo subito a rimbalzo su una palla vagante nella nostra metà campo ma mancava ambo i liberi, così Towns stoppava Kemba che reagiva nervosamente con un fallo nel tentativo di recuperar palla.
Il 2/2 allontanava la squadra di Thibodeau, prima che Walker rimediasse con due punti per chiudere i primi 24 minuti.
Si andava ad abbeverarsi lasciando tracce di punteggio sul tabellone che recitava: Hornets 51 Timberwolves 68…
8 gli assist di Kemba e top scorer Howard con soli 9 punti…
Un parziale di 17 a 26 rimbalzi e un 53,8% Timberwolves dalla linea (stessa percentuale degli Hornets dal campo) da abbassare assolutamente.
 
Si usciva dalle grotte del Target Center per il terzo quarto con un profondo svantaggio.
A centrar per primo l’obiettivo era Bacon con un FT jumper ma Teague infilava ancora da tre realizzando il suo sedicesimo punto di serata.
Charlotte si destrava segnando ai 24 con un runner di Kemba che precedeva un’azione da transizione sulla quale Walker apriva a destra per un liberissimo Marvin che aggiustava i piedi e sferzava la retina con la bomba del 58-71.
Thibodeau ricorreva allora a un time-out e i Wolves tornavano sul +15 ma Marvin Williams intercettava un passaggio di un Butler che da terra tentava di servire indietro un compagno e depositava in contropiede, per poi infilare anche una tripla a 7:13 diminuiva lo svantaggio a 10 pt. (65-75).
Wiggins e Lamb duellavano in jumper.
Per due volte Wiggins aveva la meglio mostrando lampi di classe, anche Lamb intervallava con i rimbalzi di un ferro amico.
Nemmeno l’entrata in campo di Graham riusciva a fermare Wiggins che in entrata batteva il nostro numero 21 per subir fallo da Howard sul tocco che faceva rotear la palla sul ferro per una giocata da tre punti.
A 5:32 il punteggio era di 68-82.
A 3:28 Charlotte beneficiava di due FT da andare a battere da Zeller che ricevendo in transizione era bloccato fallosamente da Teague prima che potesse alzare le braccia per il comodo appoggio.
Zeller continuava però la serata negativa degli Hornets dalla lunetta splittando.
Il punteggio si ampliava a favore di Towns & Company nonostante Monk da tre portasse il tabellone sul -17 iniziale di secondo quarto e successivamente Lamb da ben oltre l’arco accorciasse ancora le distanze di un ulteriore punto. Un reaching foul chiamato a Lamb, viziato però inizialmente da una chiave articolare di Dieng sul braccio di Jeremy, incredibilmente non vista dagli arbitri, mandava in lunetta la squadra di Minneapolis che chiudeva sul 79-97 il terzo periodo.
 
L’ultimo era quasi garbage time…
Crawford da 3 pt. faceva toccare temperature estreme sul -21 (79-100), un rim run di Cody servito dal fondo da Monk era buono per superare gli ottanta ma gli stessi due protagonisti da sotto non riuscivano a concludere nulla di buono poco dopo con Monk a tirar corto da distanza ravvicinata e Zeller non riuscendo a catturare il rimbalzo.
Crawford inventandosi il palleggio in entrata spiazzava Lamb e l’aiuto; comodo per Dieng depositare l’81-104.
Un sussulto l’aveva Howard che schiacciava prima a 6:49, poi da un tuffo di Lamb per recuperar una palla in difesa nasceva un tentativo dalla lunga di Monk dalla sinistra spentosi sul ferro sul quale spuntava Howard a metter dentro l’87-105 ancora alla sua maniera.
Una correzione di Gibson sopra l’anello sulla quale Lamb chiedeva inutilmente l’interferenza dava a 4:41 dalla fine un punteggio di 89-109.
A far del muschio in panchina rimaneva Kemba con Carter-Williams a giocar gli ultimi minuti insieme agli altri panchinari poiché la partita era ormai irrimediabilmente compromessa.
Finiva 94-112 con gli Hornets che voleranno a New York (vittoriosi 108-101 sui Pacers nella notte) per un’altra trasferta da affrontare con più spirito di questa.
 
 
Pagelle
 
Walker: 5
9 pt., 2 rimbalzi, 9assist, 1 rubata. Finisce con 4/15 al tiro tradendo la squadra nell’apporto di punti. Si ferma a 9 così come gli assist. Buoni ma tre spesi subito. In difesa deve dare quel qualcosa in più sui playmaker avversari. Nella penultima patita P. Mills ha dato il là alla vittoria finale degli Spurs, in questa gara Teague ha bombardato nel finale di secondo quarto scavando il solco.
 
Lamb: 6,5
13 pt., 1 rimbalzo, 4 assist. Lo si può attaccare per l’esiguo numero di rimbalzi e per il fatto di non esser riuscito a difender a tratti su un Wiggins che tuttavia avrebbe battuto quasi tutti i migliori difensori della lega nelle conclusioni trovate stasera. Jeremy si batte anche in difesa. Ferma la sua striscia con almeno 15 punti ma con il suo 5/10 contribuisce ancora finendo con un +2 di plus/minus.
 
Bacon: 5,5
7 pt., 3 rimbalzi, 2 rubate. In rotazione sincrona quando MKG non c’è, esce dalla panchina per mostrare sempre la stessa faccia nel lineup. Perde il duello con Butler ma era preventivabile, tuttavia non sbraca. Limita a 6 le conclusioni infilandone la metà.
 
M. Williams: 5,5
13 pt., 3 rimbalzi. Finisce con un 5/8 al tiro la sua serata che in chiave offensiva è più che discreta, direi buona, ma in difesa, nonostante qualche malizia come un fallo speso su Towns (brutto cliente da marcare) che aveva preso miglior posizione sotto canestro, prende pochi rimbalzi surclassato dall’atletismo degli avversari.
 
Howard: 5,5
13 pt., 9 rimbalzi, 1 assist. Finisce con un 6/8 al tiro ma non è dominante. Duella con i vari Towns, Gibson, ma non arriva in doppia doppia. Qualche lampo ma inizia non saltando nemmeno un paio di volte e anche su alcuni tiri rimane a guardare senza nemmeno alzare il braccio. Tecnico a parte a New York mi aspetto possa tornare a far bene.
 
Graham: 5,5
9 pt., 1 rimbalzo, 2 rubate. Buon inizio, poi si perde un po’. Anche lui fatica finendo con un 3/7 dal campo.
 
Kaminsky: 4
8 pt., 5rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. Un giocatore di cui Charlotte necessita dalla panchina se vuole avere una buona annata, soprattutto dal punto di vista offensivo. Chiude con un pessimo 3/11 dal campo e una difesa non brillantissima tanto da finir coinvolto in un -31 di +/-. Più impegnato a protestare, un giocatore bipolare, troppo discontinuo perché Charlotte possa avere una buona annata.
 
Monk: 6
6 pt., 3 rimbalzi, 8 assist. Il 2/8 sparacchiato dal campo, a volte tirando con troppa fretta, non è un gran biglietto da vista seppur rookie, è uno shooter. Andrebbe sotto la sufficienza ma si rivela in serata d’assist producendone alcuni interessanti da penetrazioni sulla linea di fondo.
 
Carter-Williams: 5,5
0 pt., 1 rimbalzo, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Non si poteva pretendere. Un voto d’incoraggiamento che avrebbe dovuto esser più basso di mezzo punto, ma al rientro dopo lungo tempo… fa 0/3 dal campo e 0/2 ai liberi, piazza una stoppata in 8 minuti. La serata è nata storta per tutti. Ad maiora! Per lui e per il team.
 
Zeller: 6,5
16 pt., 9 rimbalzi, 1 stoppata. Cody finisce con un buon 6/8 dal campo con 9 rimbalzi in 22 minuti, benché anche lui fatichi facendosi sfuggire qualche rimbalzo e sparando un 4/7 dalla lunetta. La solita serata di fatica, nella quale fa meglio di Howard partendo da uno spirito migliore.
 
O’Bryant: s.v.
0 pt, 1 rimbalzo. Non considero il suo 0/3 dal campo negli ultimi 4 minuti di garbage time. Rientra dalla panchina dopo l’ibernazione di Clifford. Lui non fa molto in attacco ma lascia un po’ il tempo che trova la cosa.
 
Coach Clifford: 5
Doveva risolvere il problema della difesa sul tiro da tre punti. Difesa ancorata a un’orbita geostazionaria che manteneva le distanze sui tiratori avversari lasciando sempre spazi troppo golosi per non esser sfruttati. Se in attacco vogliamo ricalcare il sistema più usato nella NBA (almeno nei momenti di difficoltà), ci sarebbe da andare a prendere il non più giovanissimo Crawford o giocatori simili, scaricando zavorra o paccottiglia non troppo aderente a tali schemi… Anche dalla jungla del pitturato non escono buone cose. I Lupi vincono nettamente a rimbalzo anche se dal pitturato i Calabroni a livello di punti hanno avuto la meglio. Prova qualche rotazione differente ma sinceramente a questo punto quasi non saprei nemmeno io che rotazioni tentare giacché alcuni elementi della panchina non riescono a tenere. Forse può solo abbassare numericamente i minuti alla second unit.
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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.