Game 14: Charlotte Hornets @ Cleveland Cavaliers 89-113

 
Intro
 
C’è un luogo misterioso in Ohio (nello stesso Stato di Cleveland) chiamato Serpent Mound.
Un tumulo risalente a epoche passate che raffigura un serpente a bocca aperta che attacca una figura ovale.
Oggi si pensa che l’abbiano costruito gli Adena o gli Hopewell, popolazioni indiane americane precristiane.
Il serpente in ogni cultura, probabilmente per le sue caratteristiche ha sempre suscitato attenzione, ammirazione o paura.
Asclepio (Dio greco della salute) ad esempio oggi è ricordato famigliarmente per il bastone che vi raffigura sopra un serpente attorcigliato, simbolo di conoscenza e tentatore per Adamo ed Eva.
Il serpente travalica ere e culture e ad esempio i Cherokee che non vissero distanti da territori prossimi al Serpent Mound, asserivano che il Sole che li affliggeva con malattie, avessero mandato un enorme serpente di nome Uktena a divorarlo.
Oggi il Sole a Cleveland è un pallido ricordo e metaforicamente potrebbe essere un enorme calabrone ad attaccarlo e a inghiottirlo.
Quel calabrone sembrato morente in estate tornato a ronzare vivacemente a Detroit sormontando il volume dei motorizzati giocatori della squadra di Casey.
La missione oggi alla Quicken Loans Arena non sembrava impossibile ma le insidie siderali passate hanno dimostrato in primis che niente dev’essere sottovalutato per la buona riuscita della missione, infatti, lo Shuttle degli Hornets andava incontro classicamente a un disastro annunciato quando ha un’occasione da sfruttare…
 
 
 
 
La partita in breve
 
Serata nerissima per Charlotte che numeri alla mano cade sul parquet della peggior squadra (attualmente) in NBA, ma siccome nella NBA non va sottovalutato nessuno…
Pesante battuta d’arresto contando che i Cavs partivano 1-11 nelle W/L e altre rivali per i PO difficilmente sbaglieranno qui, anche se i Cavs hanno mostrato di essere una squadra che vale ben di più del loro record, purtroppo in una serata sbagliata per noi…
La squadra di Borrego si è approcciata malamente al match in difesa dove a rimbalzo è stata schiacciata, inoltre, oltre alla serata on-fire di qualche giocatore di Cleveland al tiro, si è aggiunta una difesa non sempre attiva così ha finito per prevalere la voglia di vincere di Cleveland anche se in ottica stagionale la vittoria sarebbe servita molto di più ai Calabroni che ai Cavalieri ma la pancia forse era già piena dal dopo Detroit, inoltre l’assenza di MKG per infortunio ha privato gli Hornets di un difensore rinato.
Fattore determinante anche la pessima serata al tiro, in special modo al tiro da fuori (partenza da 1/22) corretta nel finale con un 8/41 e quella di Kemba che ha chiuso inusualmente con un 2/16 dal campo divenendo un punto di debolezza anziché di forza…
Già nel primo quarto i Cavaliers scappavano chiudendo il quarto con due punti di Nwaba per un 23-38 che faceva sembrar impotente la difesa degli uomini in tenuta bianca, forse perché prossimi alla resa.
Se il divario di 15 punti era già pesante, all’intervallo si arrivava addirittura sul +16 Cleveland che con una tripla di Clarkson era stata anche sul +21…
Walker chiudeva con un 1/9 dal campo, Charlotte con un 1/19 da tre, schiantata 18-32 a rimbalzo mentre Cleveland con l’8/13 da fuori per un 61,5% mostrava numeri da serata d’oro.
Solo Lamb che toccava 15 punti provando anche a difendere, teneva viva qualche flebile speranza.
La fede nel rientro però svaniva nel terzo quarto quando gli Hornets si riavvicinavano ma subendo alcune entrate di Clarkson e una tripla di J.R. Smith a 2:05 si riallontanavano chiudendo sul 69-88.
Nell’ultimo quarto Borrego sceglieva un quintetto difensivo basso ma valido per partire nell’operazione rimonta (Walker, Parker, Monk, Bacon e M. Williams).
La cosa sembrava funzionare e a 9:37 Walker infilando l’unica bomba della sua serata portava a -12 Charlotte (76-88).
Purtroppo gli Hornets ricadevano nella fretta e nell’errore dell’inaffidabilità del tiro da fuori insistendo due volte con Monk intervallato da Bacon per uno 0/3…
Clarkson con tre entrate spingeva i suoi sul 76-95 chiudendo di fatto la gara che diveniva garbage time negli ultimi minuti.
Meritata vittoria per Cleveland mentre a Charlotte c’è da riflettere per preparare la partita con Philadelphia.
Incappata in una pessima serata ora deve ricordare gli errori per non ripeterli, allo Spectrum sarà un’altra partita con un’altra storia da scrivere anche se l’occasione peduta potrebbe incidere pesantemente alla fine dei giochi.
Se negli assist Charlotte vinceva 23-22, a rimbalzo il 37-60 pro Cavs era eloquente, un 52,9% dal campo per i locali era superato dagli stessi paradossalmente con un 54,2% nella statistica dei tre punti…
Serata quindi super al tiro per i Cavs agevolati un po’ da una difesa non sempre adeguata.
A nulla è servita la stats dei turnover (9-19) contro la combo %FG e rimbalzi.
Clarkson con 24 punti e Nwaba con 8 sono stati i giocatori più incisivi per i locali mentre per Charlotte solo Lamb con 22 punti e Batum con 11 sono andati in doppia cifra…
 
Le formazioni:
 
La partita
 
 
1° quarto:
 
Cleveland passava in vantaggio dopo soli 16 secondi con un jumper di Hood frontale.
Gli Hornets pareggiavano dopo una tripla errata di Batum; sulla palla vagante metteva le mani Cody che raddoppiato scaricava su lungo-linea al francese in avvicinamento che solo appoggiava da sotto.
Sexton, lanciato in quintetto, mancava il tiro ma prendendo il suo rimbalzo si catapultava in entrata diagonale per riportar in vantaggio gli arancio-blu.
Lamb trovava il pari in jumper a 9:52 e Marvin Williams in transizione colpendo da sinistra da fuori portava in vantaggio Charlotte sul 7-4.
Il rookie Sexton con un velocissimo arresto e tiro su Walker e J.R. Smith dal corner sinistro, pescato sulla transizione, ribaltavano però il risultato sul 7-9 anche se uno step back di Batum si chiudeva con un jumper da due lungo che s’infilava trovando il nuovo pari.
Thompson splittando dalla lunetta a 8:13 riportava sopa la squadra di Drew che beneficiava ancora dei punti del proprio centro in tap-in per il 9-12 che diveniva 9-14 con il palleggio di J.R. Smith dietro la schiena per l’arresto e tiro vincente. Thompson sotto nel traffico batteva ancora la difesa così Borrego chiamava un time-out facendo uscire Zeller un po’ molle.
Entrava Willy che però stoppava Hood solamente in goaltending.
Cleveland saliva quindi su un impensato 9-18 prima che su una rimessa dal fondo della metà campo d’attacco arrivasse il canestro su azione da second chance; passaggio di Batum filtrante da media distanza, spin di Lamb e canestro da sotto a sinistra.
Batum mancava la tripla, Nance Jr. no a 4:53. Cleveland così iniziava ad avere un vantaggio importante in doppia cifra (11-21) che Batum limitava con un’entrata a ricciolo chiusa con l’appoggio sulla sinistra del plexiglass.
Cleveland però continuava a trovare la via del canestro: a 4:21 Sexton da tre, interrompeva Lamb con un mezzo gancio da sotto ma J.R. Smith dalla destra con un jumper e Nwaba in transizione mettevano due punti a testa per il 15-28.
Uno step back di Monk serviva a poco se il solitario Nwaba dalla destra sparava un’altra bordata da tre punti per Cleveland.
A 1:08 Bridges provava a rimediare con un 2/2 dalla lunetta ma rispondeva Clarkson.
Finivano per segnare anche Parker con un cambio mano nel traffico e Nwaba che fissava il momentaneo 23-38…

Jordan Clarkson e Marvin Williams in lotta per la palla nel primo tempo.
Foto: Tony Dejak/Associated Press

 
 
2° quarto:
 
Charlotte nel secondo quarto avrebbe dovuto andare alla riscossa ma mentre Williams mancava un open frontale da tre, lo scorer Clarkson non falliva due punti tirando dalla diagonale.
Parker in entrata puntando Harrison cambiava marcia appoggiando il 25-40 poi a 10:19 dopo esser stato toccato sul floater splittava dalla lunetta.
Williams in difesa rubava il secondo pallone in poco tempo favorendo la dunk (illusoria per il rientro) di Monk in transizione del 28-40.
Clarkson al vetro in entrata provava a lasciare ai suoi margine per non andare a far rientrare la squadra del North Carolina ma Walker recuperando palla in difesa lanciava un Parker già avanti a tutti che segnava in reverse layup mentre Thompson in rientro travolgendo contemporaneamente Kemba alle spalle decretava un FT supplementare con il quale i Calabroni vedevano almeno un -11 (31-42).
A poco serviva perché Thompson si rimetteva in moto mentre il brillante Parker iniziava a sbagliare al tiro, Clarkson a 7:33 non segnava dalla linea di fondo sinistra ma toccato da Williams convertiva i liberi del 31-48.
Rientrava Cody che in attacco era pescato da Monk che con una drive più assist volante favoriva i due punti del centro. Sexton ne metteva dentro due mentre Lamb faceva buona difesa su Clarkson ma Walker in jumper continuava a sbagliare così Sexton a 6:23 segnava da fuori l’irreale 33-53.
Kemba completamente fuori fase a 6:12 sbagliava anche due liberi, Lamb dietro compiva un’altra buona difesa ma Thompson prendendo un altro rimbalzo (finirà 18-32 nel primo tempo questa lotta) si faceva portar via palla da Zeller che in attacco s’inseriva per andare a realizzare un 2+1 a 5:48..
Walker a 5:22 trovava anche il primo tiro dal campo portando Charlotte sul -15 (38-53) ma improvvisa era la reazione di Cleveland che addirittura maturava il miglior vantaggio di serata fino a quel momento arrivando sul +21 grazie a una tripla di Clarkson dalla destra (42-63).
Iniziava a esser durissima ma Marvin con un fast turnaround nel pitturato e Lamb con due punti in entrata da destra and one alla lunetta a 1:25 spingevano ancora gli Hornets su un remoto 47-63.
Hood mostrava la serata on-fire di Cleveland con un turnaround su un Walker che compiva il massimo per difendere venendo mortificato dal canestro del rivale.
Lamb tornava nel minuto finale in lunetta 2 volte per un 4/4 che aiutava Charlotte e lo portava a 15 punti ma l’ultima parola l’aveva Clarkson in banker.
51-67, 16 punti da rimontare nella ripresa per Charlotte…

C’era anche un cambio di scarpe per Kemba rientrato in campo nel secondo quarto nel prima e dopo. Purtroppo però il risultato rimaneva il medesimo.

 
 
 
3° quarto:
 
Continuava a litigare Charlotte con il canestro avversario in avvio di ripresa, così dopo un errore da fuori di Walker e due open da oltre l’arco di Williams anch’essi a vuoto portavano le statistiche di Charlotte sul tiro da fuori a un incredibile 1/22…
Nance Jr. stoppava Kemba ma anche lui mancava la tripla sull’azione d’attacco seguente dei suoi, Walker continuava a rimaner glaciale al tiro mentre Thompson metteva dentro in tap-in evidenziando la solita mancanza di un reale rim protector.
Zeller da due, un anticipo volante di Walker che mancava il layup in transizione con palla tuttavia recuperata dai nostri per un salvataggio artistico sulla linea laterale sinistra del nostro numero 5 e palla poi restituita allo stesso Batum che portava alla tripla da sinistra del transalpino per il 56-69 a 8:45 dalla terza luce rossa.
Hood ne metteva dentro due ma Williams sullo scarico in corsa di Walker, dall’angolo destro questa volta non sbagliava portando a casa la terza tripla di serata per Charlotte.
Sexton in cambio mano in entrata dimostrava il suo atletismo rilasciando la sfera sopra uno Zeller poco efficace.
Lamb su una second chance da sinistra zigzagava per appoggiar di sinistro il 61-73.
J.R. Smith dietro lo schermo calando la tripla del 62-76 provava a chiuder il discorso a 6:31, Lamb a 4:53 con la stessa moneta provava a riaprirlo (67-78) ma Kemba sbagliando ancora non agevolava la squadra (1/14 dal campo sino a quel momento) che si trovava sotto di15 dopo il 2/2 ottenuto dai giri di Nwaba e Clarkson in lunetta anche se Borrego tentando di correre ai ripari aveva inserito Biyombo sul quale Clarkson a 2:50 aveva trovato il contatto per la lunetta.
J.R. Smith mandava un bacio ai tifosi dopo la bomba del 67-85 a 2:05 e anche se Monk trovava un canestro da due, la luna era storta per gli ospiti che vedevano rimbalzare tra ferro, vetro e ancora ferro una tripla di Nwaba da destra che finiva per insaccarsi decretando il 69-88 parziale.

Batum e Thompson a rimbalzo.
Foto: Tony Dejak/Associated Press

 
 
4° quarto:
 
Gli Hornets facevano l’ultimo sforzo per rientrare con un buon quintetto:
Parker, Walker, Monk, Bacon e Williams.
Proprio però il più inesperto, Monk, insisteva da fuori sbagliando il primo tiro, Parker si dimostrava più ragionevole infilando due punti dalla FT zone.
Bacon con un turnaround nel pitturato ne metteva dentro altri due mentre la difesa di Charlotte produceva ottimi risultati facendo perder un pallone agli arancio-blu.
Walker da tre a 9:37 metteva dentro anche la bomba tanto cercata così Drew doveva ricorrere alla pausa per calmare i bollenti spiriti di Charlotte in rimonta che a 9:37 si presentava sul 76-88.
Monk e Bacon però tiravano ancora da tre e se Monk risultava impreciso, quella di bacon era una mattonata che rischiava di distrugger la tabella, Monk sbagliava ancora da fuori presentando un conto salato di 5/34 a Charlotte.
Le squadre sbagliavano molto in questo frangente ma un paio di accelerazioni di Clarkson tagliavano fori Williams e i Cavs tornando sul +16 si vedevano assegnare anche un FT aggiuntivo per un tecnico a Lamb che non era d’accordo sulla regolarità di una palla strappatagli dalle mani.
0/1 al libero ma ancora floater di Clarkson, TO in attacco di Batum, Nwaba in transizione con fallo di Lamb per una giocata complessiva da tre punti non realizzata per l’errore dalla lunetta.
A 5:15 la partita era ormai chiusa sul 76-97.
A poco serviva l’appoggio al vetro di Batum quando Nance Jr. sopra le teste della difesa correggendo d’autorità in put-back dunk anticipava la corsa di Sexton in transizione per il 78-101.
Panchine in campo, un paio di triple per parte con Bridges e Bacon per gli Hornets e Frye dall’altra chiudevano la serata negativa degli Hornets e quella di festa dei locali che a occhio e croce non ne vedranno poi moltissime quest’anno.
 
 
 
Pagelle
 
Kemba Walker: 4,5
7 pt., 4 rimbalzi, 6 assist, 2 rubate, 1 stoppata. E’ chiaro che il 2/16 con l’1/7 da fuori per un -13 di plus/minus pesi molto sul giudizio. Si ostina a tirar da fuori e mette il sigillo proprio nel momento di massima speranza di rientro ma nonostante poi si evidenzi soprattutto negli assist togliendo le ragnatele dalle varie caselle zero, sforzandosi anche in difesa, viene a mancare in attacco e senza il proprio leader la squadra si perde in simbiotica crisi.
 
 
Jeremy Lamb: 7
22 pt., 6 rimbalzi, 2 assist, 3 rubate. Chiude con un 8/16 dal campo, attento in difesa ci prova e talvolta influenza in maniera determinante alcuni tiri ma è in attacco dove da spinta alla squadra riuscendo a trovar rapidi pull-up o mantenendo il focus sul canestro in entrata mostrando coordinazione, ritmo e abilità per segnare.. Non gli viene dato un fallo su un’entrata, poi lamenta un fallo su una palla rubatagli, finisce per prendersi un tecnico. Paradossalmente ha il peggior plus minus con -24 con i suoi 31 minuti in campo secondi solo a quelli di Kemba (35).
 
 
Nicolas Batum: 5,5
11 pt., 5 rimbalzi, 3 assist. 5/12 dal campo. -20 di plus/minus. Salva un pallone che poi restituitogli vale la seconda tripla di serata per la squadra. In attacco non è così abile come Lamb e in difesa non è sempre efficace.
 
Marvin Williams: 5,5
8 pt., 2 rimbalzi, 3 assist, 3 rubate, 1 stoppata. 3/8 al tiro. Gioca da centro nell’ultimo quarto e riesce a limitar diverse occasioni. Stoppa sulla linea di fondo un passaggio di Clarkson e ruba anche un paio di palloni di seguito nel primo tempo. Purtroppo quando tenta di tenere il numero 8 avversario finisce male per un discorso di velocità e di fisici. Sbaglia un paio di open 3 a inizio ripresa prima di metter dentro il terzo tentativo. L’impegno c’è ma l’efficacia non sempre.
 
Cody Zeller: 5
9 pt., 2 rimbalzi, 4 assist, 2 rubate. ¾ al tiro, 3/3 dalla lunetta. Numeri da comprimario che dal campo sembrerebbero fargli guadagnare una sufficienza ma per il centro titolare la dimensione offensiva non basta. 17 minuti e poco la differenza del +/- ma a rimbalzo è molle e viene sovrastato. Più muscolare di un tempo, quest’anno sta perdendo i duelli con le controparti nel ruolo. Gioca perché gli altri centri hanno maggiori difficoltà in difesa.
 
Malik Monk: 4,5
6 pt., 2 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Chiude con un 3/13 al tiro figlio di pull-up e triple del tutto senza ritmo. E’ da qualche partita che ha una carogna sulla spalla chiamata frenesia. Sembra aver fatto purtroppo un passo indietro. Serve respirare e riconciliarsi con sé stesso ritrovando fiducia e ritmo. Purtroppo come Kemba ci penalizza molto in serata.
 
Miles Bridges: 5
5 pt., 2 rimbalzi. Ancora un po’ al di fuori dal gioco reale segna una tripla nel finale in 15 minuti totali. Non apporta molto alla causa e stasera non si vede nulla del suo repertorio atomico.
 
Willy Hernangomez: 5,5
2 pt., 2 rimbalzi, 1 rubata. ¼ al tiro e -8 in 6 minuti. Anche lui a rimbalzo fatica e Borrego lo lascia da parte per provare Biz.
 
Tony Parker: 6
9 pt., 4 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. 15 minuti con un 4/10 dal campo. Si fa ingolosire e trascinare dai compagni nella corsa all’oro fuori dall’arco ma finisce con uno 0/3… Chiude molte volte in palleggio pescando qualche compagno evitando di attaccare. Quando lo fa è un pericolo per Cleveland ma non riesce a essere un fattore determinante per ordinare il gioco nella squadra in serata.
 
Bismack Biyombo: 5,5
0 pt., 2 rimbalzi, 1 stoppata. Aggiungiamo anche un fallo con il quale manda in lunetta Clarkson ed ecco il Biz in 6 minuti sul parquet nella ripresa. Limitato, cerca di fare il proprio dovere a livello difensivo ma mentre è in campo la squadra subisce un -5 di plus/minus.
 
Dwayne Bacon: 5,5
5 pt., 3 rimbalzi. 2/4 dal campo. Gioca 16 minuti. Sfortunato in difesa in qualche occasione come nel primo tempo dove prende una tripla in faccia nonostante la buona difesa. Nel secondo tempo gli arbitri lo pescano a trattener un avversario lontano dalla palla. In difesa è attivo. In attacco fa vedere uno spin sorprendente con jumper dal pitturato, poi un paio di triple, una che va diretta sul vetro lontana dal ferro e una nel finale che s’infila. Un sostituto di MKG con meno spinta.
 
Devonte’ Graham: 5
0 pt., 1 rubata. 0/2 al tiro in 5 minuti, quelli finali. Il pendolare degli Hornets che fa su e giù da Greensboro non ingrana, né al tiro né con gli assist ma poco importa, la partita era terminata di fatto.
 
Frank Kaminsky: 6
5 pt., 3 rimbalzi, 1 assist. Gioca 4 minuti mettendo dentro una tripla e due liberi. Un canestro preso in faccia e una palla persa ma anche tre rimbalzi. Contava poco ma almeno si fa notare dicendo che c’è anche lui per tentare rotazioni da centro.
 
Coach James Borrego: 5,5
Guarda sconcertato la partita con occhi spiritati. Se la squadra sbaglia tanto e anche open non è colpa sua ma deve insistere meno su soluzioni da fuori quando è così. Una partita contro Cleveland, se giocata intelligentemente a partire almeno dalla ripresa affidandosi più a entrate e tiri più ravvicinate ce la saremmo almeno giocata nel finale. La difesa è molto discutibile. Non ha gli uomini sotto canestro per battersi con molti lunghi avversari. S’inventa l’ennesima small-ball a inizio ultimo quarto che fa bene finché regge.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.