Game 15; Charlotte Hornets Vs Los Angeles Clippers 92-113

Sesta sconfitta consecutiva, questa preventivabile data la forza dei Clippers attuali.
Ultima vittoria a Phoenix, sotto il sole dell’Arizona.
La delusione dei tifosi si sta trasformando in rassegnazione e la stagione sta già scivolando via, nonostante la pochezza della Eastern Conference dica che a parte Philadelphia, tutte le squadre non sono distantissime dall’ottavo posto.
Per continuare a essere tifosi degli Hornets bisogna assimilare il messaggio del film l’Ultimo Samurai, passando dal Sole dell’Arizona al Sol Levante.
Lo spirito samurai che non si arrende (nel film la katana contro il fucile, qui la differenza tecnica e tattica), anche se sa benissimo che sarà tutto inutile e al 99,9% la battaglia sarà persa, continua a rimanere fedele; all’imperatore nel film e alla squadra qui.
E’ passato troppo tempo e gli Hornets hanno spento la luce nonostante Jordan abbia portato un cast da Space Jam con Patrick Ewing e M. Price a sedersi sulla panchina dei Calabroni.
Sono arrivate delle sconfitte con meno di 3 punti, vedi a Indianapolis e a Miami. Gli Hornets sono la squadra che ha avuto i finali più convulsi, ben 7 volte la loro partita è terminata con uno scarto di 3 punti o meno. Qualcosa non funziona però se delle sette gare ne sono state vinte solo due, al supplementare per di più.
Oggi non c’è stato bisogno di un finale batticuore, i ragazzi di Jordan ci hanno provato ma la qualità non era la stessa degli avversari.
Coach Clifford, che dal mio punto di vista ormai ha evidenti colpe, si ostina a schierare lo stesso quintetto e il risultato non cambia. Personalmente ritengo che non sia il miglior quintetto disponibile, o almeno… il più equilibrato.
La speranza è che rientrino MKG, Hairston, che qualcuno faccia giocare un po’ Vonleh e che Clifford sia allontanato per migliorare.

Zeller, smarcato, prova il tiro.

Zeller, smarcato, prova il tiro.

Hornets come detto in campo in tenuta bianca con il solito quintetto, Clippers con Paul, Bullock, Redick, Griffin e DeAndre Jordan in rosso.

Stephenson è il primo giocatore a cancellare lo 0 dal tabellino a 10:45, Redick invece era il primo dei Clippers a 10:23 e dava il primo vantaggio ai rossi.
Gli ospiti provavano a sfruttare le difficoltà della difesa di Charlotte nel pitturato con Griffin, il quale prima schiacciava e poi s’infilava nella difesa dei Calabroni e segnava subendo fallo a 8:56. Il libero realizzato per il 2-8 era il preludio di un altro giro in lunetta per Blake ancora fermato irregolarmente da Williams.
L’ala dei Velieri però metteva solamente uno dei due liberi e portava i suoi sul 6-11.
Jefferson veniva chiamato a svolgere il suo solito lavoro e trovava due punti, ma ancora Griffin (troppo facile su Marvin) scacciava gli Hornets. Calabroni un po’ in difficoltà, anche in attacco, quando si salvavano grazie a un time-out chiamato da Jefferson a terra che si era tuffato per non perder palla. Jefferson dopo il time-out doveva trovare velocemente il tiro, giro veloce e tiro armonico dalla parabola alta, solo retina per il 10-13.
Zeller accorciava sino al -1, mentre dall’altra parte un salto di Griffin ricadendo con la palla in mano non veniva considerato irregolare per un tocco di un difensore sulla palla, lo stesso attaccante da sotto realizzava.
I Clippers provavano a cambiare un po’ tattica affidandosi alle triple.
Ne arrivano addirittura tre “open”, la marcatura degli Hornets era inesistente sull’arco, ma la pioggia di fuoco non andava a bersaglio, tuttavia Crawford segnava l’unica da marcato poco dopo per il 12-18.
Una penetrazione di Walker arrivato sotto canestro, lo vedeva scaricare sulla destra per un solitario Roberts che colpiva dall’angolo, 15-18.
Nel finale entrano anche Biyombo e Neal.
Il primo recuperava un rimbalzo e convertiva il fallo subito in due punti dalla lunetta a 1:12, il secondo sempre dalla linea del tiro libero ne aggiungeva due per il 21-27 a :46,5.
I Velieri però rimanevano sempre avanti e Paul a pochi secondi dalla sirena aggiungeva due punti per fissare il punteggio finale del primo quarto sul 23-31.

L’inizio del secondo quarto è favorevole agli Hornets.
La panchina di Charlotte si comporta meglio di quella dei Clips.
Hawes si prendeva subito un tecnico che vale un punticino per i Calabroni, Zeller ne aggiungeva un altro splittando dalla lunetta.
Quando mancavano 10:20 all’intervallo, una veloce entrata di Roberts portava la guardia a sbilanciarsi, ma riusciva a controllare il corpo nonostante la presenza difensiva lo aiutasse ancora di meno e metteva due punti per il 27-31.
Biyombo a 8:57 con un tiro da poca distanza sulla destra segnava per il -4, 31-35.
Un libero di Stephenson ricuciva quasi lo strappo ma Turkoglu a 7:57, piazzato sulla sinistra, si ritrovava la palla in mano dopo che la palla era schizzata via complice la lotta a rimbalzo.
36-38 grazie a Zeller che sguscia via a Davis sulla baseline a destra e si diverte schiacciando in faccia alla difesa degli ospiti.
Griffin comunque dall’altra parte riusciva a battere Jefferson con il primo passo, poi si estendeva quasi in tuffo, allungando l’avambraccio per appoggiare dall’altra parte del ferro evitando l’aiuto. A 4:21 gli Hornets passano anche in vantaggio con Williams che recupera un rimbalzo e segna i due liberi per il 44-43.
Si registravano poi; Redick da 3 per il nuovo vantaggio Clippers, Walker con due liberi per il pareggio, Paul e ancora Walker prima che vi sia un’altra bomba per Los Angeles. Il movimento nel suo territorio vale a Jefferson il canestro, poi a 41 secondi circa un cambio passo di Kemba con accelerazione bruciante era fermata con un fallo.
L’alley-oop potentissimo di Jordan non va a buon fine poiché impreciso, la palla schizza via e gli Hornets si salvano Redick però ha il tempo nel finale di colpire dall’angolo sinistro indisturbato, la chiusura di Henderson è in ritardo, così il finale di primo tempo è 53-56.
La ripresa vede accomodarsi quasi subito in panchina Williams per aver commesso il quarto fallo (dubbio) su De Andre Jordan.
Purtroppo quasi subite gli Hornets perdono il contatto con gli avversari, un passaggio per Griffino basta sempre a lasciarlo solo, con i Calabroni in pressing e in raddoppio quando possibile per cercar di recuperar palla. I bumper di Griffin sono pesanti.
Charlotte non sempre attacca bene e Walker ai 24 secondi deve tirare mala sua tripla non entra. Da menzionare una bella entrata di Kemba con appoggio plastico in fing and roll.
Nel finale Neal esce da un blocco sandwich tra Hawes e Turkoglu ma lamenta dolori alla spalla. Dopo la stoppatona di Biyombo su Crawford, Henderson guadagnava un fallo perché il suo avversario lo trattiene sulla rimessa.
70-78 prima del rush finale.

Gli Hornets compiono il loro ultimo sforzo all’inizio di questo quarto.
A 9:08 Walker sfruttava la sua agilità contro Davis per mettere un jumper che dava il -6, 77-83.
Reazione dei Clippers però è punteggio che lievitava sul 77-88 nonostante poco dopo gli Hornets vadano a giocare bene una palla che produceva l’appostamento di Williams nell’angolo e relativa bomba scagliata per l’80-88.
Grande triangolazione Henderson/Jefferson/Henderson. L’ala degli Hornets marcata sull’esterno a sinistra passava la palla in post a Big Al, il quale veniva immediatamente raddoppiato, il centro degli Hornets però sfruttava il taglio in back-door di Hendo e gli restituiva velocemente palla per la dinamica schiacciata.
I Clippers però trovavano facilità nell’attaccare, una tripla di Crawford e un movimento un po’ fortunoso di Griffin, complice la molle difesa di Charlotte, riallontanavano definitivamente gli uomini di Clifford.
Nel finale si vede un canestro dell’Ex New Orleans Hornets Paul e poco altro.
Gli ospiti mettono un paio di triple nel garbage time e il punteggio si fa più pesante.

Prossima contro Portland, 8 vittorie di fila, lanciatissima ma io che ho una fede immotivata vado controcorrente, dico gara che si potrebbe artigliare se la squadra sarà determinata e Clifford farà giocare Biyombo al posto di Williams.
Voti

Walker: 6
15 punti (4/11), 6 assist e 5 rimbalzi. Solita % bassa al tiro, più presente nel gioco in maniera positiva rispetto alle ultime gare.

Stephenson: 4
3 punti (1/8), 6 assist, rimbalzi. Avulso e difesa non sempre all’altezza.

Henderson: 5
8 punti (3/11) e 3 assist. Quando inizia a tirare i suoi jumper che non entrano… non finisce più. La squadra potrebbe trovare soluzioni migliori.

Williams: 4,5
7 punti (2/5) e 4 rimbalzi. Non c’è confronto con Griffin.

Jefferson: 6
16 pt. (7/14) e 9 rimbalzi. La classe di Big Al si fa sentir sempre in attacco, in difesa limita sufficientemente DeAndre Jordan.

Zeller: 6,5
17 punti (5/7). Il suo lo fa, più deciso di altre volte.

Neal: 5
8 punti (2/7). Tira maluccio e le sue difese sono sfortunate. Esce per il dolore alla spalla procuratogli da uno scontro.

Roberts: 6
11 punti (5/9) e 2 assist in 27:24. Sbaglia un paio di tiri che avrebbero potuto riavvicinare gli Hornets veramente, ma di più non son covinto possa fare.

Biyombo: 6,5
16 minuti, 5 punti, 9 rimbalzi e una stoppata. Non trova molto spazio ma ne meriterebbe di più, in questa squadra, attualmente è un delitto lasciarlo fuori. L’unico che sui rimbalzi ci va con la determinazione giusta.

Pargo: s.v.
2 punti, una conclusione da due a segno e un arresto e tiro che non va da 3 pt. troppo affrettato con in faccia il difensore nel garbage time.

Coach Clifford: 3,5
Non sarà facile operare con questo materiale ma lui ci sta mettendo del suo continuando a dare testate contro il muro.

 

Questo articolo è stato pubblicato in Games da igor . Aggiungi il permalink ai segnalibri.

Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.