Game 19: Charlotte Hornets @ Atlanta Hawks 123-124

 
Intro
 
Nel nido dei Falchi la formazione della City of flight, definizione introdotta piuttosto di recente dopo le classiche “Queen City” e “Buzz City”, planava per volare alto e rincorrere il lungo sogno playoffs.
In una giornata che ha in comune il colore rosso (colore sociale principale degli Hawks, quello delle scarpette e dei segni rossi dipinti sul volto per ricordare di combattere la violenza contro le Donne) gli Hornets, con un bilancio in equilibrio, cercavano di non mandarlo in rosso volando alto.
E se parliamo d’altezze e di sacralità, i 3778 mt. d’altezza del Monte Fuji fanno al caso nostro come trait d’union per presentare la partita.
Rosso come il lavico vulcano, gli Ainu, popolazione che oggi dimora nella grande isola più a nord del Giappone (Hokkaido) diedero il nome di Fuchi (strano che in italiano siano i maschi delle api) al vulcano poiché rappresentava la loro Dea del Fuoco, altro rosso elemento.
Charlotte per vincere su un campo di una squadra in netto affanno (veniva da 10 sconfitte consecutive) ma ad ogni partita persa sempre più affamata e pericolosa doveva mettere in campo il rosso della passione e del sangue per non farsi sorprendere su un campo trappola che potrebbe indurre alla superficialità i giocatori.
 
 
 
 
 
 
La partita in breve
 
Le assenze di Parker (botta al costato), Hernangomez e di MKG (dietro la panchina con una maglietta di Scarface) si fanno sentire ad Atlanta dove la formazione di casa cercava la vittoria per far gioire il proprio pubblico ormai striminzito e affamato dopo 10 L consecutive.
L’operazione riusciva agli Hawks perché i Calabroni dimostravano di non saper difender in area.
28-58 era il pesante verdetto finale del pitturato.
Troppo pesanti forse le assenze del centro spagnolo a rimbalzo e di MKG come difensore.
Charlotte così finiva K.O. Per la terza volta in trasferta su un campo di una squadra di bassissima classifica.
Meritata comunque la vittoria degli Hawks, anche se Charlotte avesse vinto non avrebbe rubato nulla ma tra la decisione di Borrego di giocarsi l’ultima azione come contro Chicago con una small ball con Williams come centro e Bridges come ala grande, inserendo un Bacon dannoso, non in serata, hanno finito per decretare ancora una sconfitta in volata, ormai tragicomiche perché non si contano più.
Ciò che è parso evidente, a parte la carenza di difesa sul perimetro, è stata la presenza in area.
Poco efficaci ad accompagnar entrate o tagliati fuori da passaggi, gli uomini di Borrego hanno disputato una partita che se nel primo tempo sembrava potersi incanalare bene con un +12 lestamente recuperato da Atlanta sino al 66-65 dei primi 24 minuti, scivolava via a suon di triple nel terzo quarto.
Un grande Monk restituiva durante il match sette bombe agli avversari e nel finale Kemba segnava 7 punti che ci portavano sul +1 a :15.4 dalla fine ma Bazemore coglieva il momento giusto per puntare Bacon sfuggendogli per appoggiare facile il +1 per i georgiani.
Con :04.6 Walker puntava il canestro dopo esser andato in punta a prender la palla.
Toccato da Bembry, rallentato da Huerter e stoppato da Collins avrebbe potuto forse scaricare per Monk in angolo sinistro ma la decisione era già stata presa.
Cadeva così Charlotte per la terza volta su un campo sul quale si sarebbe dovuto assolutamente vincere per alimentare il fuoco della speranza ma Charlotte, squadra senza vento, dovrà iniziare a soffiare se vuole uscire da questo maledetto loop nei finali…
Una brutta caduta in volo per una squadra dalle ali di cera che ha giocato con il fuoco.
43 rimbalzi, 30 assist, 40% da tre punti, 82,1% dalla linea e 10 TO per Charlotte, Atlanta ha avuto 41 rimbalzi, 34 assist, 53,2% dal campo, 41% da tre punti, vincendo nonostante i 15 TO.
Collins ha finito con 23 punti e 11 rimbalzi, Bazemore con 20, Young con 18 anche se con qualche forzatura eccessiva da tre) seguito da Bembry con 16 (7/10 al tiro).
Per Charlotte domani sera ci sarà occasione di riscatto in back to back contro Milwaukee allo Spectrum Center in un match estrememente difficile.
 
 
Le formazioni:
 
 
La partita
 
 
1° quarto:
 
Iniziala la partita ad Atlanta che con il primo pallone in mano mancava la tripla in una gara nella quale si tentavano solo inizialmente soluzioni da fuori.
Era Marvin Williams in uscita a ricever il passaggio e a scagliare un catch n’shoot dalla diagonale destra per i primi tre punti della partita.
Charlotte perdeva palla in attacco per colpa di un brutto passaggio di Batum e Prince in transizione da tre puniva a 11:00 pareggiando.
Batum mancava una tripla ma era ancora Marvin Williams, l’ex a segnar da fuori a 9:55.
A interromper la serie ci pensava Batum in transizione in schiacciata dopo una palla recuperata da Lamb in difesa. Atlanta andava in time-out e raggiungeva grazie anche ad esso il pari rapidamente: tripla lunga di Young frontale a segno e appoggio di Collins per l’8-8.
A far tornare avanti Charlotte era Walker che in area andava alla ricerca dell’appoggio ma trovava il fallo e due liberi per il 10-8.
Young nel duello tra PG sul cambio difensivo portava Zeller fuori per batterlo in entrata grazie alla maggior velocità e Collins alzando una palla al volo sotto canestro portava in vantaggio gli Hawks per la prima volta in serata con un alley-oop morbido rudimentale.
Zeller dalla baseline destra pareggiava con l’alzata dolce a un amano su passaggio di Kemba a 7:53.
Young da tre a 7:44 metteva dentro dalla top of the key ma Walker accettando la battaglia replicava nella stessa maniera alla giovane point guard avversaria.
Prince tentava un passaggio dentro ma Batum a braccia alzate respingeva, attaccava allora il giocatore in livrea rossa ma l’alzata sopra il muro mobile Batum s’infrangeva sui ferri così a 6:55 Charlotte con due FT di Zeller tornava sopra.
A 6:33 in transizione Williams lanciava un scoop run stoppato ma sul contatto con un difensore.
Due FT per il +4 ridotto a +1 dopo la tripla di Spellman dal corner destro.
A 6:02 rispondeva Lamb che al suo primo tiro della partita faceva centro da oltre l’arco e da un rimbalzone difensivo di Walker nasceva lo scambio cambio lato tra il capitano e Jeremy che restituendo la sfera vedeva il capitano bombardare da tre incendiando il cotone.
Bembry e Walker ne mettevano due a testa prima che Bazemore (in dubbio ma alla fine partente dalla panchina) segnasse da tre punti il 27-23.
A 4:14 sull’entrata resisteva al contatto Frank che metteva dentro appoggiando sulla destra al plexiglass oltre Bembry.
Libero supplementare per il 30-23, trampolino per il +10 ottenuto dallo stesso Kaminsky a 3:50 grazie a una tripla.
Bazemore in transizione spingeva per ridurre lo scarto a una cifra ma a 2:55 Lamb dopo un crossover stretto rilasciava un veloce e frontale pull-up per il 35-25.
Bembry stoppava Lamb e segnava dopo un’azione offensiva mancata da Lin una tripla in transizione con un generoso Kaminsky in rientro.
Time-out CHA sul 35-28 e due FT per Charlotte al rientro con Lamb affossato sul rimbalzo d’attacco.
A 1:11 primi due FT anche per Atlanta che muoveva di due il punteggio sul 37-30.
Un floater di Monk in entrata a contatto con Bembry lanciatosi in avanti oltre il proprio cilindro valeva un gioco da tre punti a :58.1 (40-30).
Un bel pull-up di Bazemore era contrastato da una tripla aperta di Monk che riceveva sullo scarico di Walker, bravo in salto a lanciare all’indietro i componenti per Malik.
Finiva così con l’alto punteggio di 43-32 il primo quarto.
 
 
2° quarto:
 
Bridges si manifestava immediatamente con un driving layup ma un hook di Collison e due FT di Young indicavano la via del rientro ad Atlanta anche se su una transizione il potente passaggio ritmato volante per la triangolazione verso il finalizzatore Kaminsky era rovinato da un fallo.
½ dalla lunetta per il 46-36 mantenuto da Bridges che in aiuto sotto canestro dopo le finte di Collins saliva a stoppare il suo appoggio.
Kaminsky raddoppiato in area trovava l’ultimo lampo con due FT a segno ma la panchina di Charlotte scemava d’intensità e di brillantezza.
Graham non riusciva a innescare l’attacco in maniera ficcante mentre la difesa subiva due canestri di Bazemore e una tripla di Len che a 8:58 facevano calare il gap da 12 punti a 5 per la squadra di Pierce.
Collins da sotto e un’entrata di Lin, nonostante il rientro di Kemba mettevano pressione all’attacco di Charlotte recuperata e ora a solo un punto (48-47), si scaldava Monk con un tiro in assenza di gravità a segno sopra la lunetta, poi facendo piovere una tripla a 6:14 dalla diagonale destra mandava Atlanta in time-out sul 53-47.
Al rientro era sempre lui a rimanere hot colpendo ancora una volta da fuori raggiungendo quota 14.
Lin da due e Bembry con una flash dunk in transizione non ci stavano ma un double team in uscita su Walker vedeva il capitano allungar palla dentro a Zeller che vedendo la rotazione in uscita continuava ad allungare in diagonale per Batum che in taglio sotto metteva dentro facilmente.
Bembry da tre a 4:14 e un piazzato dalle parti della baseline destra di Len portavano Atlanta sul -2 (58-56).
Lo stesso Len su una second chance potrebbe pareggiare dalla lunetta ma splittando lasciava indietro di uno gli Hawks comunque non disposti a cedere.
Batum con un’entrata circolare depositava al vetro ma Prince dal corner destro scagliava la tripla del pari a quota 60.
A 1:45 Batum in bonus ci restituiva due pt. di vantaggio e Marvin ne aggiungeva due ma a a 1:10 sulla continuazione Prince realizzava spostato da Lamb al primo intervento irregolare.
64-63 allungato dai canestri di Lamb (cutting layup a :59.3) perso dalla difesa sul filtrante di Zeller e da Spellman in transizione.
66-65 a fine primo tempo con una difesa da migliorare per vincer la gara.

Foto: Dale Zanine-USA TODAY Sports

 
 
3° quarto:
 
Batum dalla baseline destra portava Charlotte sul +3 (4/6 al tiro per il francese e 10 punti raggiunti), poi a 10:58 un ½ di Collins dalla lunetta e una tripla di Lamb dal corner sinistro davano il 71-66 (10/20 di Charlotte da tre punti) ma a 10:20 una tripla lunghissima di Young dalla diagonale sinistra finiva incredibilmente dentro e l’assist del rookie sotto per Prince valeva anche il pari a quota 71.
Hornets però che rispondendo con un parziale di veloce da 7-0 si ritiravano su.
Tripla di Marvin dall’angolo sinistro ed entrata imprecisa del n° 2 corretta in tap-in da Zeller e ancora tripla dell’ex Hawks a 8:35 per il 79-71…
Hornets però che non scappavano perché Pierce riordinava le sue truppe che segnavano con Collins, subivano la bordata di Walker da fuori ma andavano ancora a segno con le triple di Young e Prince.
Zeller, spinto da dietro da Dedmond splittava dalla lunetta a 7:05 così con l’incredibile serie da tre degli Hawks allungata da Huerter i Falchi tornavano rapaci sul -1 (13/27 per i padroni di casa da oltre l’arco).
Lamb non segnava ma prendeva rimbalzo e subiva fallo sulla second chance andando stremato a mettere solamente il secondo libero.
Entrava Bacon per Batum, Collins a 6:16 inchiodava l’alley-oop del pareggio mandando Charlotte al time-out ma al rientro un’infilata di Bazemore ci rispediva sotto.
Marvin pareggiava andando in corsa a segnar con un dolce arcobaleno ma a 5:13 anche Lin s’iscriveva all’album dei “triplisti” degli Hawks del terzo quarto.
Un tap-in di Collins innalzava il livello di difficoltà di rientro di Charlotte che si accontentava di tirar da fuori anche se Lamb metteva leadership in campo avendo come compagni i ragazzi della bench.
Una steal, un rimbalzo e un floater in entrata dopo esser sfuggito al marcatore con un buon crossover per l’89-91 davano fiducia ma i Falchi della Georgia ripartivano con uno 0-5 di parziale che li portava a viaggiare sull’89-96.
Frank a 2:06 dalla lunetta splittava, Bacon in entrata con l’appoggio al vetro faceva una buona cosa dopo due errori da tre dall’angolo in precedenza ma tornava a far perder turni in attacco a Charlotte poco dopo con passi in partenza…
Bembry quindi metteva dentro il +8 Hawks (92-100) prima che Bacon dal mid-range iniziasse il parziale di 5-0 chiuso da Monk da tre punti a :17.9 per il 97-100 che chiudeva il quarto.
 
 

Foto: Dale Zanine-USA TODAY Sports

 
 
 
4° quarto:
 
Bembry segnava in avvio ultimo quarto il suo 14° punto poi era Batum a ricever un filtrante letale da Monk e a andando in corsa a pendersi due liberi per il 99-102.
Collins lanciava una jam infuocata alla quale rispondeva Graham dalla diagonale destra in sospensione.
Dedmond da sotto dimostrava perché gli Hornets non avrebbero mai vinto questa partita segnando il quarantaseiesimo punto nel pitturato degli Hawks contro i soli 24 di Charlotte.
A 8.22 però ancora Monk giungeva in soccorso dei Calabroni con l’ennesima tripla che fissava il risultato sul 106-108 prima della pausa.
Non perdeva il ritmo Monk che al rientro sul parquet scaraventava un’altra volta la spicchiata dentro per il sorpasso (109-108) Bazemore da tre e un ½ di Huerter dalla lunetta a 6:36 davano il +3 ad Atlanta che usufruiva del vantaggio di avere un Collins pronto alla schiacciata sfruttando le debolezze dei nostri lunghi.
-5… anche Kemba da fuori tirava storto ma Monk su uno scarico di Kemba ghermiva la sfera scaricandola istantaneamente nel canestro dall’angolo destro nonostante il buon close-out difensivo.
114-116 e Walker a pareggiare dopo uno spin a crearsi spazio e pull-up su Dedmond dal bordo destro.
116 pari che diveniva 116-118 grazie a una second chance sotto canestro per gli Hawks.
Massiccia tripla di Kemba a a 2:32 per il 119-118 ma si aveva un’anticipazione del finale quando Bazemore segnava innescato da un passaggio orizzontale tagliando a fette la larga difesa in maglia nera. Hawks che andavano sul +3 ma Walker a 1:16 andava il lunetta per un blocking foul segnando i liberi e segnando su Collins con uno step-back jumper dalla media distanza mandava i Calabroni sul 123-122.
Young mancava un layup parso già realizzato ma Walker faceva scadere i 24 secondi sul raddoppio in pressione di Atlanta.
Borrego mandava dentro il disastroso Bacon che si distraeva sull’entrata di Bazemore il quale andava liscio non trovando altri validi oppositori dalle parti del ferro per depositare a :04.6 i punti vittoria, anche perché Walker andando in punta a ricever la rimessa attaccava subito il ferro ma gli arbitri non chiamavano il braccio di Bembry infilato sotto l’ascella destra di Walker che rallentato da Huerter che riusciva a toccargli la palla, riusciva solamente ad alzare la sfera stoppata da Collins in maniera pulita.
Kemba lamentava un tocco sul braccio ma se quello di Collins era pulito così non era quello di Bembry.

Walker toccato sulla partenza dell’ultima azione.

Troppo poco per recriminare l’ennesima partita persa contro dei meritevoli Hawks.
Gli Hornets se vogliono migliorare la classifica devono andare a prendere un protector rim non ingombrante, altro che Beal per evitare queste sconfitte ormai di rito in finali indifesi e indifendibili ormai…
 
 
 
Pagelle
 
Kemba Walker: 6
22 pt., 5 rimbalzi, 9 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 4/9 da fuori ma solo 7/23 dal campo. Si accende nel finale dopo aver passato la partita tra assist e tiri mancati. Croce e delizia perde anche una palla importante sul penultimo possesso dopo averla tenuta troppo e si fa stoppare sull’ultima azione della gara anche se Bembry commette fallo in partenza e Huerter lo rallenta di conseguenza. Avrebbe potuto forse scaricare per Monk libero a sinistra in forma ma aveva già deciso di puntare il canestro da solo dopo la tripla mancata da Williams contro OKC. Partita strana ma ha un +4 di plus/minus.
 
 
Jeremy Lamb: 6,5
13 pt., 8 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate. 5/11 dal campo. Leadership per la panchina con un bel rimbalzo, un recupero palla e un canestro in penetrazione. Aggressivo a rimbalzo, latita un po’ da fuori con un 2/6 viste le medie stratosferiche del match ma gioca sicuramente una buona partita cercando anche di forzare i blocchi se necessario. Un solo fallo all’attivo.
 
 
Nicolas Batum: 6,5
14 pt., 4 rimbalzi, 5 assist, rubate. 5/8 al tiro e 4/4 dalla lunetta. Nel primo tempo lancia via un pallone regalando la transizione agli Hawks ma a parte lo 0/2 fuori mette un 5/6 da dentro l’arco mostrando d’esser capace d’andare in entrata se vuole. 4/4 dalla lunetta. Non si perde per colpa sua ma per molto demerito del sostituto stanotte.
 
Marvin Williams: 6,5
20 pt., 13 rimbalzi, 1 assist, rubata. 7/14 al tiro e 4/9 da fuori. Doppia doppia per l’ex Hawks esaltante ma inizia a sbagliare tiri sul più bello dopo un inizio sfolgorante. Scema alla distanza anche se a livello difensivo non va male ma se con la small ball gli capita di giocare come centro senza averne l’altezza, sono guai, non per colpa sua però…
 
Cody Zeller: 5
7 pt., 5 rimbalzi, 5 assist, 2 rubate, 1 stoppata. 2/5 al tiro, alcuni buoni giochi che si tramutano anche in assist come quello che prolunga il passaggio di Walker ma è dietro che non tiene. Stavo per dargli anche un discreto voto ma nel finale Borrego lo toglie per rimetterlo in campo sull’ultima azione offensiva (su quella che costa la vittoria no c’è) dove è spettatore marginale.
 
Malik Monk: 7,5
26 pt., 2 rimbalzi, 1 rubata. 7/11 da fuori per un 9/15 totale dal campo. Grande serata per Monk che ritrova la mano sparando da fuori alla grandissima pareggiando il suo career-high. Peccato che manchi un paio d’entrate ma da un contributo prezioso, anche nel finale con la bomba del -2. Purtroppo non sempre la difesa è a livello dell’attacco ma ha un +4 di plus/minus.
 
Miles Bridges: 5
4 pt., 1 rimbalzo, 2 assist, 1 rubata, 2 stoppate. Gioca 19 minuti riempiendo il tabellino, cancellando gli zeri… Sale solo di uno però dal numero del nulla inventato dagli arabi nei tiri dal campo con un 1/6 penalizzante. In difesa riesce a intervenire bene un paio di volte in stoppata ma non a rimbalzo, anche lui vaga un po’ nelle praterie delle maglie larghe della difesa.
 
 
Dwayne Bacon: 4
4 pt., 1 rimbalzo, 1 rubata. Gioca 14 minuti con un 2/5 al tiro e 3 TO. Fa più danni della grandine e Borrego lo manda in campo a tenere Bazemore, il più pericoloso degli avversari. Evidentemente non gli portano bene i giocatori che iniziano con la sua stessa lettera del cognome. Dopo Butler anche Bazemore lo batte, anche se in entrata. Avrebbe potuto farsi battere sul tiro o almeno provare a spender il fallo prima, invece lascia andare Bazemore sino alla fine.
 
Frank Kaminsky: 6,5
11 pt., 3 rimbalzi, 2 assist. Gioca bene segnando 11 pt. in 12 minuti, ma ci sta un mezzo voto in meno per l’approssimazione dalla lunetta. Tira cortissimo un libero e i tre sbagliati alla fine costano caro ma attacca bene il ferro andando a prendersi tiri ravvicinati o falli. Ha un +3 di plus/minus, non commette falli, sta giocando bene e con grinta ma Borrego nel finale lo ignora e fa male.
 
Devonte’ Graham: 5,5
2 pt., 1 rimbalzo, 3 assist. 15 minuti al posto di un Parker ancora in lista infortunati. E’ un rookie che si prende tre tiri trasformandone solo uno da due nell’ultimo quarto. Ne sbaglia due da fuori e nonostante i 3 assist accumula un -8 di plus/minus non riuscendo a dare vera pericolosità, vera profondità all’attacco della squadra.
 
Coach James Borrego: 4,5
Reiterato nello schierare una small ball nel finale in fase difensiva. Non c’è un protector rim e il tentativo di Williams di steal su Bazemore in entrata in palleggio con Collins largo a sinistra da tenere non può essere efficace. Le assenze non lo aiutano ma rimette del suo dopo la L a Chicago. La tragedia era nell’aria già dal +1 perché gli Hornets, specialmente fuori casa e su campi di squadre da fondo classifica non sanno difendere.
Questo articolo è stato pubblicato in Games da igor . Aggiungi il permalink ai segnalibri.

Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.