Game 21; Charlotte Hornets @ Dallas Mavericks 109-101

 
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Gli Charlotte Hornets scendevano nel desertico parquet dei Mavs, leggermente ricoperto di sabbia quest’anno, ma pur sempre pronto a nascondere sotto di essa insidie.
La prima di esse, lo sceriffo Cuban, pronto a controllare gli emissari con le divise a strisce no color.
Lo scorpione Matthews (16 pt.), il cuocente sole Barnes (29 pt.) erano altre trappole da conoscere ed evitare per uscire indenni dal torrido clima texano.
L’ipertermia stava per colpire ancora i ragazzi di Clifford ma il clima mutava nell’ultimo quarto, i lunatici Hornets dopo esser stati freddati dai lupi acquisivano esperienza e gli ocelli riflettendo la luce lunare illuminavano l’ultima giocata offensiva che ci consentiva di portar via una preziosa W dalla città fantasma.
Importantissima, in una serata da 3/18 al tiro da oltre l’arco, è stata la lunetta da dove gli Hornets hanno colpito 26 volte su 28 tentativi.
Hornets che con un 55-35 schiantano gli avversari a rimbalzo, Batum e MKG sugli scudi in questa statistica.
Charlotte così porta a casa la serie con i Mavericks e si rilancia in classifica complici le cadute di Atlanta, Boston, Chicago e Milwaukee.
Cody Zeller contro Dorian Finney-Smith (Photo by Ronald Martinez/Getty Images)

Cody Zeller contro Dorian Finney-Smith (Photo by Ronald Martinez/Getty Images)

Gli Hornets per decisione di coach Clifford iniziavano con il seguente starting five: Walker, Batum, Kidd-Gilchrist, Kaminsky e C. Zeller.
I ritrovati Mavericks schieravano: D. Williams, Matthews, Barnes, Finney-Smith e Bogut.
Out M. Williams e Nowitzki.
 
Bogut vinceva il salto per la palla a due iniziale su Zeller, ma Barnes ai piedi dell’area sx contrastato da MKG non metteva il primo tiro, dall’altra parte Kaminsky rollava in area, riceveva da Batum e rilasciava il pallone in corsa che colpiva il secondo ferro, tornava indietro posandosi sul primo e dopo un attimo d’incertezza finiva dentro a 11:15.
Quattordici secondi più tardi pareggiava Barnes in jumper dalla sinistra, Matthews dal lato opposto aggiungeva tre punti ma gli Hornets reagivano con alcune belle azioni.
Era il caso di quella in cui MKG si riscattava dopo aver subito una stoppata; palla fuori sulla corsa di Zeller che staccava dal semicerchio interno, già in salto evitava il difensore e arrivava al ferro con una flash dunk da paura.
Kemba portava in vantaggio Charlotte appoggiando un layup in transizione e aumentava il gap usando il corpo del lungo sulla baseline sinistra, movimento finta a uscire, rientro e appoggio abile per l’8-5.
Matthews dopo un autoscontro con MKG trovava lo spazio dal pitturato per accorciare e a 6:34 per un fallo di Zeller su Barnes i Cuban Boys passavano avanti di uno a gioco fermo.
Batum a 6:20 pareggiava dalla lunetta (3 secondi difensivi fischiati ai Mavs) e più tardi MKG sfruttava una deviazione difensiva di Kaminsky per trovare una prateria davanti a se e andare ad appoggiare in contropiede al vetro evitando la stoppata dell’unico ostacolo Barnes.
D. Williams (15 pt. e 13 assist) lanciava sopra il ferro la palla a spicchi, Powell metteva dentro un poderoso alley-oop presentandosi in lunetta per un tocco di Zeller (tentativo di stoppata), ma fallendo il libero lasciava in parità la situazione nel punteggio.
A 5:01 Kaminsky riusciva a evitare la stoppata con un bel movimento che lo portava ad appoggiare alto al vetro per poi veder ricadere la sfera nel canestro.
Finney-Smith dalla lunetta splittava lasciando attardati di uno i Mavs (13-12) ma Williams ai 24 aveva la meglio con un pullup da sinistra su Walker riportando avanti i locali.
A 3:06 Harris colpiva da tre e i Mavs allungavano sul +2 (15-17) prima che Batum ricevesse in corsa dal post basso destro di Hibbert e fosse toccato da Bogut sul tiro.
Due su due e pareggio a quota 17.
Nel finale Sessions con un 4/4 dalla lunetta e Batum con un layup dopo una strong drive (14-4 i punti nel pitturato degli Hornets fino a quel momento) rispondevano ai 6 punti di Dallas aiutando gli Hornets a chiudere la prima frazione sul 23 pari.
Michael Kidd-Gilchrist in appoggio aiuta a sfatare il tabù della maglia teal. NBAE (Photo by Danny Bollinger/NBAE via Getty Images)

Michael Kidd-Gilchrist in appoggio aiuta a sfatare il tabù della maglia teal.
NBAE (Photo by Danny Bollinger/NBAE via Getty Images)

 
Belinelli metteva dentro i primi due punti del secondo quarto con la sospensione ma a 11:32 Gibson rispondeva da tre punti, Sessions perdeva palla oltre il fondo, così Anderson realizzava un’altra tripla che spingeva il punteggio sul 25-29.
A 10:40 un fortunoso gancio di Hibbert dal post basso sinistro avvicinava gli Hornets che passavano avanti trenta secondi più tardi, quando una tripla corta di Sessions era contrastata da Anderson che probabilmente faceva perdere una scarpa a Ramon, il quale era “stranamente” preciso in lunetta.
Con un 3/3 riportava sopra di uno (30-29) la squadra in divisa teal. Gibson partecipava al saliscendi del punteggio liberandosi del nostro numero sette e andando a depositare da vicino, ma nonostante un tiro corto di Belinelli, sugli sviluppi, Harris a rimbalzo, contrastato da Hibbert, toccava verso il centro ma favoriva Lamb che da sotto non poteva fallire per il nuovo vantaggio ospite.
Hawes dal post basso destro metteva dentro in uno contro uno grazie a un gancio in turnaround dai perfetti movimenti.
Belinelli in attacco fintava una tripla, il difensore abboccava e tentando la penetrazione, sbagliando lasciava la tripla in transizione a Matthews, il quale a 7:17 riportava la bilancia in parità.
Da una drive di Walker e dal relativo passaggio corto in area per Spencer usciva il nuovo vantaggio; tocco a una mano morbido del nostro numero 00 e Hornets sul 36-34.
I Mavericks tentavano di acchiappare al lazo i Calabroni che passavano attraverso il cerchio della fune, troppo largo, puntando alla posta in palio; l’accumulo di bestiame composto da W che servissero loro per giungere alle sponde dei playoffs senza dover affrontare sentieri sempre più tortuosi, così, dopo il pareggio di Anderson, Lamb che si abbassava quasi a terra per recuperar palla e andava a ottenere (con un giro e tiro rapido) un bel canestro dalla media, arrivava anche quello di Kemba, il quale passava a sinistra del blocco alto di Zeller e con un pullup sganciava Charlotte sul +4. Barnes e MKG si rispondevano in sospensione dai lati del campo, poi Cody in seconda battuta resisteva all’entrata di Matthews che forzava sbagliando, MKG a 2:59 era pescato sulla sinistra e il suo appoggio sorprendeva la difesa dei Fuorilegge.
Il 44-38 dava un discreto margine ma a 2:42 gli arbitri chiamavano i tre secondi difensivi contro la squadra di Clifford, la quale incassava anche un gioco da tre punti di Barnes (tocco di MKG sul salto) nonostante lo stesso avesse subito una stoppata dal nostro ragazzo di Camden sulla stessa azione in precedenza.
Banes in corsa con la mano sinistra appoggiava andando in diagonale e il vantaggio sfumava completamente.
Il parziale di 6-0 dei locali era interrotto da Belinelli, Kaminsky ne aggiungeva due con un teardrop dalla linea di fondo sinistra, Charlotte andava sul +4 ma subiva ancora un parziale di 6-0 con D. Williams che in appoggio a 7 decimi dalla sirena che annunciava l’intervallo spostava vantaggio e risultato sul 48-50. Curiosità: gli Hornets da tre punti facevano registrare uno 0/9 da tre punti prima dell’intervallo…
Il terzo quarto era in controtendenza per gli Hornets; nonostante un fing and roll dopo 10 secondi di Zeller, Charlotte incassava un parziale di 10-0 con triple centrali di Williams e Matthews.
Sul 50-60 Batum tirava ancora male da tre, MKG gettava una liana prendendo un rimbalzo e sulla penetrazione Kemba appoggiava sulla sinistra con mano destra facendo uscire lui e diversi compagni dalle sabbie mobili.
Kaminsky da te portava sullo 0/11 lo score da tre punti complessivo ma Zeller era bravo in tap-in ad anticipare tutti e a mettere dentro il 54-60.
A 8:19 il pistolero Barnes da sinistra con un po’ di spazio colpiva da tre oltre la guardia di MKG, Powell a 7:40 aggiungeva due punti e Clifford correva ai ripari chiamando una pausa.
Batum a 7:22 iniziava la rimonta, gli Hornets recuperavano un pallone in difesa e lo trasformavano in due punti con un fast break di Kemba.
Zeller aggiungeva 4 punti di seguito e gli Hornets a 5:28 tornavano a un passo dal solo possesso…
Un pullup da media distanza di Kemba scivolando leggermente a sinistra elevava il punteggio sul 64-66.
Il time-out chiamato da Carlisle però dava nuova linfa ai suoi giocatori che si riallontanavano sino al +10 quando a 3:10 Sessions in uscita a un blocco andava toccare Gibson, il quale realizzava da tre, ma non metteva il libero lasciando il punteggio sul 66-76.
Batum tentava d’iniziare la nuova rimonta che, nel finale era parzialmente attuata quando Belinelli, a :49.5, metteva la prima tripla di squadra per il 73-78.
Nel finale Sessions prendeva la linea di fondo sinistra scaricava centralmente nel pitturato, dove arrivava MKG a schiacciare per il 75-78 che chiudeva il terzo quarto.
Marco Belinelli chiude con 16 punti la propria serata. NBAE (Photo by Glenn James/NBAE via Getty Images)

Marco Belinelli chiude con 16 punti la propria serata.
NBAE (Photo by Glenn James/NBAE via Getty Images)

 
Belinelli dalla diagonale destra infilava un catch n’shoot da tre punti che eliminava il riflesso creato dal sole nel cielo dell’AmericanAirlines Arena, sul parquet arroventato il famoso miraggio di rimonta scompariva grazie al pareggio (78-78). Powell spingeva sul +2 i locali, il lungo avversario era sempre protagonista in stoppata su MKG, il quale tuttavia non sia rendeva e segnava con un gancio riprendendosi il rimbalzo. Powell commetteva fallo e Charlotte, sfruttando il libero aggiuntivo portava sopra gli Hornets.
Clifford voleva più fisicità dai suoi e MKG lo accontentava con un’ottima difesa su Anderson, tuttavia Gibson con poca parabola dalla top of the key dell’arco dei tre punti trovava fluidità per far felice Cuban che vedeva i suoi sopra di due (81-83).
Hibbert con la stessa scioltezza metteva dentro un FT jumper e la partita entrava nella fase rovente.
Un finale imprevedibilmente da saloon con colpi proibiti come la tripla di Barnes dal lato sinistro che si appuntava la stella di sceriffo e sfruttava lo scarico del suo vice per cercar di far rispettare la legge ai forestieri Hornets.
Gli Hornets non erano venuti per attaccar brighe ma provocati segnavano con Lamb in avvicinamento e paravano un pugno quando Hibbert saliva per stoppare limpidamente Powell.
Kemba ai punti portava in vantaggio i nostri quando in penetrazione sul contatto recuperava il minimo spazio per l’appoggio vincente.
Un assist di Lamb per Belinelli sotto canestro era sfruttato dal nostro swingman con un “Ehi, guarda là” alla Terence Hill su Williams; finta sul play in ritardo e turnaround hook shot con l’aiuto del ferro per l’89-86.
D. Williams riaccorciava le distanze sul -1 ma una connection Batum/Belinelli/Batum con il francese servito in corda da Marco sulla destra evidenziava un bel tiro della nostra guardia tiratrice; uno step back del francese oltre Finney-Smith che dava il 91-88. A 6:05 un’intelligente giocata di Belinelli che passava a destra del blocco sull’arco di Hibbert dava la possibilità al connazionale di andare in lunetta tre volte a causa di un fallo di D. Williams. Marco sbagliava il primo dei tre liberi, nonché il primo di squadra ma muoveva lo score sul 93-88.
D. Williams ancora da sinistra in appostamento “cecchinava” da tre punti, un bel passaggio di Belinelli per Zeller nel pitturato dava una geometria perfetta, aggancio in movimento del centro e teardrop che faceva lacrimare i locali.
Su una transizione Walker andava via dalla linea laterale sinistra, prendeva la baseline scappando via al più lento Deron e ci portava sul +6.
Carlisle poi aggiungeva del suo con plateali proteste su un contatto Barnes/Batum, tecnico che il francese non sprecava arricchendo lo score (98-91).
Dopo un canestro di Powell per il -5 (100-95), Lamb a 3:01 andava contro Finney-Smith, fallo, canestro, continuazione e gioco da tre punti per il 103-95.
Quando Kemba splittava poco più tardi dalla lunetta i giochi sul 104-95 sembravano fatti ma arrivavano i rinforzi a cavallo per Dallas…
Powell e Gibson realizzavano, e a meno di un minuto i Mavs tornavano sul -3 (104-101).
Charlotte tuttavia piazzava le due giocate risolvi partita; Zeller stoppava Powell e dall’altra parte sul possesso decisivo finalmente Kemba decideva di liberarsi del pallone affidando a Lamb le responsabilità dell’attacco.
Tripla con spazio per il nostro numero tre; frontalmente piazzava la dinamitarda tripla che faceva saltare il banco.
107-101.
Barnes sbagliava da tre e Belinelli aumentava il proprio bottino in lunetta con un 2/2 che chiudeva i conti sul 109-101.
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Pagelle
 
Walker: 6,5
 
19 pt. (8/15), 3 rimbalzi, 4 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Tiri da tre e pullup non vanno. Cambia strategia. Se lo può permettere grazie alla sua velocità e coordinazione. Gli appoggi portano punti. Perde un paio di palloni nel finale ma cede a Lamb per il colpo del K.O. dimostrando di non essere egoista.
 
Batum: 7
14 pt. (5/14), 15 rimbalzi, 7 assist. Perde due palloni ma anche lui partecipa al festival della lunetta. Va in doppia doppia ma accentua l’impressione di essere in difficoltà al tiro, dove come percentuale, non è che vada benissimo. Tuttavia è lo Sprite player of the game. Da un paio di suoi canestri nascono le due rimonte.
 
Kidd-Gilchrist: 7
11 pt. (5/11), 12 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Cambia marcature. A volte su Barnes, altre su Matthews, ingaggia duelli dai quali non esce sempre vincente, ma lo fa molte volte compiendo buone difese. Più attento, nel finale gli fischiano un fallo contro inesistente ma lui mette dentro un gioco da tre punti e non solo. Quando può inserirsi o andare in transizione è avventuriero letale.
 
Kaminsky: 6
6 pt. (3/7), 3 rimbalzi. Chiude con un -2 di plus/minus. Se non forza eccessivamente certi movimenti vicino a canestro e capisce d’avere spazio può far bene. E’ il caso di stanotte. Una prestazione sufficiente.
 
C. Zeller: 6,5
12 pt. (5/5), 2 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Tre turnover e solo due rimbalzi Un po’ in versione attack mode MKG ma compie la stoppata più importante del match anche se poco prima Powell e i suoi movimenti l’avevano messo facilmente fuori gioco. Bene al tiro e gran schiacciata nel primo quarto.
 
Belinelli: 7
16 pt. (5/9), 6 rimbalzi, 2 assist. Marco sblocca gli Hornets da tre punti e riaggancia il match. Dopo essere entrato in campo durante le prime rotazioni fornendo una prestazione, dal mio punto di vista, scadente (da rivedere, non solo lui i meccanismi difensivi, ci sono “dimenticanze”), al secondo giro si toglie il bavaglio ed è importante per punti e assist. Gioca con intelligenza e aiuta il team a vincere.
 
Hibbert: 6,5
6 pt. (2/3), 6 rimbalzi, 1 stoppata. Niente turnover anche se almeno mezzo dovrebbero darglielo. Comunque fornisce una buona prestazione. Una bella stoppata. 21 minuti in campo, presenza discreta ma utile, fa segnare un +/- di +11. La salsola si stacca dal terreno e inizia a rotolare come tubleweed lontano da canestro quando c’è lui…
 
Sessions: 6,5
7 pt. (0/1), 1 rimbalzo, 2 assist. Il capolavoro è tutto dalla lunetta con un 7/7. Ci prova solo una volta dal campo e non gli va bene. Gioca 13 minuti. Deve migliorare qualcosa in difesa, a volte i cm giocano a suo sfavore ma in quel caso non può fare moltissimo.
 
Hawes: 6,5
4 pt. (2/4), 2 rimbalzi, 1 assist. Solo otto minuti per lui ma abbastanza positivi. Realizza due ottimi canestri, anche se da fuori non prende tirando piuttosto approssimativamente.
 
Lamb: 7
14 pt. (5/10), 5 rimbalzi, 3 assist, 1 stoppata. Piazza la terza tripla degli Hornets di serata che chiude la gara e in precedenza (stesso quarto) segna un gioco da tre punti importante. Deve segnare. Lo fa. Cattura anche qualche rimbalzo prezioso.
 
Coach Clifford: 6,5
Deve rivedere qualche movimento difensivo. Sul lato del campo, specialmente a sinistra arrivano bordate da tre punti. C’è più fisicità rispetto all’ultima e anche più attenzione, sebbene quel problema rimanga. La squadra però gira bene in attacco nonostante gli errori al tiro da fuori. Fa rimanere il Beli sino alla fine intuendo la sua importanza offensiva per aprire spazi o giocare pick and roll, in una serata difficile al tiro da fuori. Finalmente Kemba si libera della mono-soluzione quando la palla scotta.
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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.