Game 38: Charlotte Hornets @ San Antonio Spurs 85-102

 
 
CattivHornets
 
San Antonio è una città che prende il nome dal “nostro” (in realtà era portoghese) San Antonio di Padova.
Successe in occasione del primo insediamento nella città, in un 13 giugno dedicato al Santo che diede il nome alla città texana. In molte città, paesi e paesini, non solo italiani, è oggi venerato, è il caso di Beaumont, in Texas.
Charlotte, che vive in uno spazio tempo Eastern Conference molto “levigata”, per passare in casa dei “neri” (penso che in questo periodo sia anche il colore dell’umore di molti tifosi Hornets), non aveva tempo di recarsi fisicamente nella basilica patavina per chiedere l’intercessione del Santo in favore di una miracolosa vittoria che potesse confortare il team in attesa del rientro di Batum, out per problemi al ginocchio.
Le premesse non erano buone… se il S. Antonio originale fu soprannominato “Martello degli eretici”, il callido Gregg Popovich, penta campione NBA e tre volte Coach of the Year (secondo miglior record stagionale), alla guida di questi Spurs, aveva armi ben più complesse che semplici mazzettoni per colpire degli Charlotte Hornets di un Kemba Walker stellare ma con una difesa troppo acquosa nelle ultime uscite.
Nella notte la difesa di Charlotte è stata superlativa sino al secondo giro di rotazioni, quando Kaminsky e soci si sono fatti sorprendere da un parziale di 11-0 che ha dato il via all’allungo finale di San Antonio.
Non poteva che finire così, in un’era che di miracoli ne vede ben pochi, l’era della tecnica, della conoscenza e dell’analisi. Charlotte ha provato a opporsi ma con la panchina in campo è stato come una boccia colpita e schizzata via, fuori dalla partita. Altro eroe di giornata avversario, dopo Marjanovic, il rookie Davis Bertans che ha finito con il suo massimo in carriera; 21 pt. (4/5 da tre punti)…
Gli unici eroi quest’anno sono quelli avversari, Charlotte ha finito quindi per soccombere facendo ancora la parte dei cattivi di turno.
Leonard si è fermato a 19 (7/18) poiché su di lui MKG e Graham hanno fatto un buon lavoro, tuttavia i 15 di Dedmond e i 13 di Mills la dicono lunga sulla differenza tra panchine…
Charlotte, con il rientro di Zeller, è tornata a vincere a rimbalzo 48-43 ma negli assist è finita notevolmente sotto (18-29), così come nei turnover (7-15), anche se su un paio di questi ci sarebbe parecchio da dire (all’interno del pezzo).
 
All’AT&T Center la squadra di Clifford per necessità si modificava per l’assenza di Batum nel seguente quintetto; Walker, Lamb, Kidd-Gilchrist, M. Williams e C. Zeller.
Popovich senza infortunati mandava sul parquet; Parker, green, Leonard, Aldridge e Gasol.
 

MKG, altra buona prestazione per lui, ma gli Hornets finiscono ancora K.O..

Charlotte partiva male incassando due punti da Aldridge lasciato solo dalla media distanza (difensore che si staccava sul possesso di palla della PF) per coprire alto e incassando due punti in contropiede da Leonard.
Da una drive di Lamb nasceva il passaggio del nostro numero tre per Cody, il quale si dava il benvenuto segnando da sotto il 2-4. Leonard da tre realizzava su MKG ma gli Hornets reagivano segnando tre canestri consecutivi (Marvin da sotto dopo una tabellata dalla diagonale destra da piazzato di Zeller, e doppio jumper di MKG dalla sinistra), passando in vantaggio a 8:20 prima di trovare addirittura il +3 con Walker in frenata da cartoon sul difensore, al quale seguiva il tiro vincente dalla media distanza sinistra.
Gli uomini di Popovich facevano girar palla da par loro per trovare smarcato Green che dall’angolo sinistro pareggiava in minima doppia cifra il punteggio.
A 6:52 gli Speroni passavano in vantaggio con Aldridge, il quale non sfruttava ambo i liberi, ma portava comunque sul +1 i locali. Le squadre iniziavano a sorpassarsi mostrando buona continuità offensiva; Lamb in pull-up portava il tabellone sul 12-11, Mills con una drive e l’appoggio sorpassava, Cody da fermo, sul movimento portato intorno a lui, provava ad andar dentro ma era fermato con il fallo sul tiro finendo per fare 2/2 dalla lunetta…
Il 14-13 non stava bene a Mills che ne segnava altri due per il 14-15, a sua volta Kemba non piaceva che l’avversario gli segnasse in faccia e attaccando a 4:46 segnava due punti dalla media, ai quali rispondeva ancora il numero otto avversario su Kemba, il quale puntando all’All-Star Game non voleva arrendersi nel duello personale e sfruttando un blocco alto lo passava e mirando frontalmente il canestro calava la tripla del 19-17 a 4:19. Mills ci provava altre due volte ma prima andava lungo e poi tirava corto, segnava allora a 3:26 Lamb con il pullup in transizione.
Gli Hornets raggiungevano il +5 sfruttando il brillantissimo passaggio schiacciato di Kemba per Lamb, il quale per convertire doveva passare dalla lunetta, schiacciato in sandwich da due avversari sotto canestro.
L’1/2 di Jeremy dava il 22-17 a 3:06 dalla prima sirena, tuttavia con una schiacciatona di Bertans e due punti di Mills il distacco scemava rapidamente a un punto prima che Sessions realizzasse in entrata da sinistra il 24-21.
Ginobili pareggiava da tre punti su Lamb mentre Belinelli cercava di portarsi in partita con un primo tiro dalla top of the key che non entrava…
Il primo quarto si chiudeva quindi sul 24 pari.
 
Il secondo iniziava, per quel che riguarda le marcature, con Hibbert bravo a trovar spazio e a usare l’hook per realizzare il 26-24 Hornets.
Roy in difesa deviava anche un pallone su Gasol a rimbalzo consentendo a Charlotte di recuperare la sfera e a MKG di segnare in attacco con un jumper fronte all’anello.
Parker comunque segnava andandosi a prendere uno dei suoi tiri dalla baseline appena fuori l’area, così anche se Belinelli andava ancora a vuoto, uno spin di Hibbert procurava due FT che il nostro numero 55 mandava a bersaglio portando il tabellone sul 30-26.
Leonard comunque continuava a sfruttare la sua buona mano da oltre l’arco battendo cassa ancora una volta.
Sessions tentava una delle sue entrate con appoggio destro ma trovando il fallo si presentava in lunetta per splittare.
Sul 31-29, S. Antonio compiva il sorpasso sfruttando la libertà di Green (tre) dal corner sinistro.
A 8:33 gli Speroni si riportavano avanti di un punticino, ma Marco con una finta di tiro nel pitturato confondeva i difensori, passaggio schiacciato per Hibbert che davanti a lui s’infilava e schiacciava per il nuovo vantaggio viola.
Belinelli continuava ad andare a vuoto mentre Leonard no, altra tripla e Spurs sul 33-35, raggiunti da MKG, forse l’uomo meno curato ma devastante con l’alta percentuale dei suoi jumper… Charlotte a 6:08 realizzava con Zeller, il quale da sinistra in corsa agganciava il passaggio da quasi metà campo di Kemba e finiva con una jam al ferro sfruttando anche l’attenzione che gli uomini di Pop ponevano al movimento di Marco verso il portatore di palla.
Dedmond segnava cinque punti per gli Spurs intervallati da due di Marco, il punteggio però sorrideva al momento ai locali che pressavano alto nella loro metà campo, situazione difficile dalla quale Belinelli ne usciva a 4:09 con una tripla del parcheggio di casa sua per il 42-40…
Dopo il pari di Leonard, Graham, che aveva appena sostituito MKG e incassato il jumper, iniziava a darsi da fare sull’asso avversario, prima commettendo un fallo e poi contrastandolo validamente su una tripla che non aveva effetto.
Aveva effetto invece quella di Marvin a 2:08 (liberato da Kemba) per il +3 teal & purple.
San Antonio provava a rientrare ma Williams stoppava Leonard in entrata, tuttavia Mills affondando una tripla ristabiliva l’equilibrio massimo.
Charlotte non si arrendeva, anzi rilanciava…
Lamb infilandosi a sinistra costringeva Aldridge al fallo. Due FT di Jeremy permettevano a Charlotte di galleggiare sul +2. Leonard con un runner appoggiato al vetro riusciva a liberarsi finalmente di un ottimo Graham ma a :24.3 Walker usando il solito blocco alto di Zeller sparava da tre realizzando un possibile gioco da quattro punti per fallo di Mills.
Il nostro capitano tuttavia errava la conclusione a gioco fermo e sull’ultimo tentativo Leonard era costretto a scaricar palla, Mills si faceva stoppare da Zeller, il quale così sigillava il 50-47, finale di primo tempo.

Il granchio Walker osservato da Green alle spalle.

 
Nel terzo quarto MKG partiva bene con una buona difesa su Leonard e un’entrata a 11:05 che procurava il +5 per il Jordan Team.
Dopo due FT di Aldridge e la risposta di Lamb in FT jumper, Gasol era lasciato troppo solo sulla top of the key dell’arco e colpendo da tre riavvicinava i texani (54-52) Walker in questo periodo subiva due falli in entrata (Gasol e Green) ma nessuno dei due era fischiato, si finiva quindi con due palle perse (8 turnover CHA e 3 SAS al momento) anziché quattro FT, vantaggio non da poco per una squadra che non ha le stesse armi tecniche degli Spurs.
San Antonio quindi pareggiava e passava avanti con un assist di Parker (penetrato sino alla linea di fondo sinistra e chiuso ai bordi dell’area) per il piazzato frontale di Gasol.
Gli Hornets, con i titolari ancora in campo non gettavano la spugna, Lamb guadagnava due liberi per fallo di Green, il pareggio era seguito da due tiri che Kemba effettuava da destra riuscendo a ritagliarsi spazio sulla corsa con annesse finte e aggiustamento piedi.
Il secondo, scoccato a 4:15 (dopo una finta di penetrazione senza palla) portava sul 60-58 Charlotte, la quale tuttavia, con i cambi, incassava uno 0-11 che decideva il match.
Kaminsky era disastroso; prima commetteva fallo su Dedmond che realizzava un ½ dalla linea della carità, poi concedeva a Bertans tre punti finendogli addosso.
Il libero supplementare andava a segno e gli Spurs iniziavano a distanziarsi, ma il parziale saliva con un passaggio improbabile di Hibbert che apriva la transizione all’eroe (per gli avversari) di serata di turno, al secolo Davis Bertans, il quale a 2:20 segnava una tripla in transizione, chiudendo il parziale più tardi con finta di tiro e penetrazione da sinistra arrestata da Hibbert all’ultimo, appendendosi al colletto della canotta del lettone.
L’1/2 bastava e avanzava per sdraiare gli Hornets incapaci di reagire, evidenziando una panchina meno profonda per caratteristiche dello scorso anno.
Il tap-in a :02.4 di Hibbert fissava il 64-73 lasciando inalterati i 9 punti di svantaggio, quasi tutti conquistati dal lettone.
 
Il lungo avversario apriva bene anche l’ultimo quarto con due FT e una tripla aperta a 11:10 portava sul 66-88 la sfida.
A nulla serviva il rientro preventivo sul parquet di Kemba, la gara, sul +14 Spurs dopo un alley-oop Simmons/Dedmond (66-80), era ormai compromessa.
Da segnalare 6 punti consecutivi di Marvin che portavano il match sul 74-86, ma proprio il nostro numero due in uscita andava a contatto con Bertans (bravo a procurarsi il contatto e il favore degli arbitri che non aspettavano altro).
Gioco da 4 punti e partita per gli Hornets alle longitudini dell’uomo partita Spurs…
Finiva 85-102 con gli Spurs sul velluto negli ultimi minuti ad allungare prima di qualche punto finale di Charlotte.
 
Pagelle
 
Walker: 6
18 pt. (6/13), 2 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata. Lui può sempre mettere dentro in qualsiasi momento, ma stasera forza alcune situazioni e commette 4 turnover. Non sono suoi quelli che ci costano la partita, però non è il solito trascinatore nella seconda frazione nonostante il 2/4 da tre e sia indicato dal sito ufficiale degli Hornets come migliore dei nostri, palma che in serata assegnerei a MKG.
 
Lamb: 6
13 pt. (4/12), 8 rimbalzi, 3 assist, 1 stoppata. Qualche errore al tiro (uno non lo calcolo con un tiro ai 24 per un pallone datogli da Belinelli che avrebbe dovuto tirare), tuttavia si procura liberi importanti. Meglio del solito in difesa, anche a rimbalzo dove cattura con sicurezza tutti difensivi.
 
Kidd-Gilchrist: 7
12 pt. (6/9), 9 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate. Inizia a sbagliare quando non conta più. A parte due perse e qualche cm di troppo lasciato a Leonard nel primo tempo sulle triple, MKG fa un lavoro strepitoso in difesa e in attacco, essendo l’insospettabile tiratore, usa al meglio questo vantaggio. Muro.
 
M. Williams: 5,5
11 pt. (3/10), 5 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. A volte mi chiedo se le sue statistiche siano giuste. Non rimembro tutti questi tiri di Marvin. Mi ricordo bene una sua tripla mancata e un errore in entrata con relativo tap-in in mischia sbagliato da lui o non so da chi nella selva sotto canestro… di certo c’è che segna 6 dei suoi 11 punti con la frittata già cotta. Etica del lavoro e tutto quello che volete, però se non mette più tiri… Difesa discreta, ma nel complesso prestazione scarsa.
 
C. Zeller: 6,5
9 pt. (3/5), 9 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 2 stoppate. Rientra Cody e forse è lui con la sua energia a contagiare la squadra per la mission impossible. A parte due turnover, l’unico neo è costituito da una tripla lasciata e chiusa con ritardo su Gasol. Gioca un buon primo tempo, meno il secondo.
 
Hibbert: 6
10 pt. (4/6), 5 rimbalzi. Dalla panchina in difesa non fa male all’inizio, poi nelle seconde rotazioni, anche lui non riesce a stoppare gli assalti avversari. Sfiora un gancetto di Dedmon, si salva regalando solo un punto a Bertans, ma in attacco si gioca in quattro se il pallone non gli è dato sul bersaglio e solo se non c’è nessuno che possa anticiparlo. Bravo con qualche gancio a portar a casa punti.
 
Sessions: 5
3 pt. (1/6), 1 rimbalzo, 2 assist. Tre perse… A prescindere dalla brutta prestazione, non voglio sparare sulla Croce Rossa. Sessions non è il Lin che ci fece vincere contro gli Spurs l’anno scorso. Se questa non era la partita da vincere (ammesso che ne esistano), con la scelta di Cho si è rivelata impossibile… -26 di +/-…
 
Kaminsky: 4,5
2 pt. (0/3), 4 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. -14 di +/-, con Bertans meno reclamizzato ma molto più proficuo. Altra notte nightmare. Incapace di tenere Aldridge, peggio ancora su Bertans e virgola al tiro.
 
Belinelli: 5
5 pt. (2/10), 4 rimbalzi, 2 assist. Perde un Pallone e va sul -16 di plus/minus. Sta rientrando in ritmo partita dopo l’infortunio ma la gara, eccetto un canestrone da lontanissimo, è di quelle insufficienti. Troppi gli errori al tiro per Charlotte e da un suo passaggio fiducioso per Hibbert nascono punti per gli Spurs nel momento più delicato del match.
 
Graham: 7
0 pt. (0/0), 2 assist. Treveon entra per otto minuti. Gioca molto bene su Leonard, va bene, non sarà l’uomo che segna, ma fa vedere di esser capace anche di smistare assist. Bravo. Da rivedere più spesso.
 
Roberts: s.v.
2 pt. (1/1), 1 rimbalzo. 4 minuti di garbage per lui.
 
Coach Clifford: 5,5
Gran primo tempo, artefice una difesa determinate e dinamica, con rotazioni veloci ed efficaci. Due falli su Kemba non fischiati e l’entrata di Kaminsky in parallelo a Bertans cambiano la gara. La squadra si scioglie e non riesce più a risalire. La fiducia e la grinta dovrebbero essere aumentate, ma i risultati ultimamente sono pessimi e gli Hawks vincendo a Dallas allungano il vantaggio nella Southeastern. Va bene che deve trovare l’equilibrio tra attacco e difesa della second unit e Frank in avanti potrebbe dare di più come il già dimenticato Hawes, ma piuttosto che mettere uno dei lunghi che gli combinano disastri difensivi, almeno all’inizio rotazione, pensi a Graham, anche se ha qualche cm in meno…
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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.