Game 59; Charlotte Hornets Vs Phoenix Suns 126-92

 
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Sottotitolo; BinariHornets
Walker, altri 26 punti per lui.

Walker, altri 26 punti per lui.

 
Gli Hornets condividevano con la mitologia Nordica una trasformazione sostanziale, metaforicamente parlando, infatti, quando parliamo di elfi scuri o nani, che, nati dalla carne di Ymir, erano dei vermi trasformatisi in nani per volere degli dei, sorge spontanea il pensiero e la trasformazione, non solo per analogia sull’insetto da stato larvale a stato adulto a esoscheletro completo, ma per l’evoluzione compiuta dal team oggi rispetto alla partita con gli Hawks.
E’ vero che sono due squadre composte di pasta differente, con i Suns in crisi eclissatisi nell’ultimo mese (Len con 18 pt. e Teletovic dalla panchina con 17 saranno i migliori dei Suns), tuttavia la squadra è tornata a difendere e a macinare gioco dando anche quel tocco di grazia e bellezza per lo spettatore che vedendo un gioco di squadra fluido può paragonare questi Hornets agli elfi, capaci di dare colore e profumo ai fiori.
Gli Hornets quindi riprendono il binario giusto, mentre i Suns sono come un pianeta che viene divorato da un altro in un sistema binario, servirà ben altro alle Fenici per risorgere da queste ceneri.
 
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I Suns comunque si presentavano in North Carolina schierando; Ronnie Price, Devin Booker, P.J. Tucker, A. Len e T. Chandler, Clifford invece confermava Zeller in posizione di C e schierava come starting five i seguenti uomini; Walker, Lee, Batum, M. Williams e C. Zeller.
Jeremy Lin, non una grande serata in attacco, ma si conferma rognoso in difesa.

Jeremy Lin, non una grande serata in attacco, ma si conferma rognoso in difesa.

 
Charlotte vinceva la palla a due a fatica, Zeller doveva dare due sventagliate per portarla definitivamente nella nostra metà campo, difficoltosa era anche la manovra nei primi tre minuti con gli Hornets con la testa ancora ad Atlanta e più figli di quella gara, Batum pasticciava poi lanciava un pallone fuori dal campo, infine si faceva portar via un pallone che lanciava il contropiede dei Suns, i quali si portavano sullo 0-4 (Len aveva portato in vantaggio i Suns con una running hook in corsa a ricciolo over Zeller).
Uno step back di Kemba non entrava beffato da un in & out dell’anello, Batum comunque segnava i primi punti per Charlotte a 9:30 con un gioco da tre; passaggio per Zeller, avanzamento di Nicolas sul bordo destro del pitturato e tiro che continuava in ritmo con la fluida azione giocata da Charlotte, canestro e libero a segno.
Cody dalla sinistra pompava un passaggio schiacciato orizzontale, Marvin s’inseriva e andava ad appoggiare a canestro, così i Calabroni passavano per la prima volta avanti, anche se l’energetico Tucker subiva fallo da sotto dopo aver ripreso il suo stesso rimbalzo e splittava pareggiando la partita sul 5-5 a 7:59.
Quattordici secondi after, Batum riceveva palla, si girava velocemente appena dopo la linea dei tre punti e colpiva da tre punti con ritmo veloce e inesorabile, Charlotte recuperava palla per un blocco illegale di Chandler su Walker e a 6:47 segnava anche con lo stesso Kemba che usciva a destra in palleggio da un blocco di Marvin, movimento classico all’indietro dalla top of the key fermandosi e tiro vincente oltre un Chandler in uscita ma lontano.
I Suns interrompevano il trend dei Calabroni con un libero di Price ma Walker diventava senza remissione l’incubo dei Suns; a 6:16 un semplice jumper dalla diagonale sinistra affondava una prima volta i Suns, poi si trasformava in uomo assist dal pitturato passando con un no look a Zeller, il quale lanciato passava in corsa in mezzo a Len e un altro defender per schiacciare prepotentemente.
Kemba lasciava spazio anche a Batum, il quale s’inarcava con la schiena per recuperare un rimbalzo sul tiro di Jefferson e schiacciare pregevolmente a una mano al volo.
Kemba tornava a riprendersi il ruolo di protagonista quando su un rimbalzo difensivo arrivava in anticipo di un soffio sul difensore abbassando palla con un rapido palleggio a due mani, coast to coast con palla palleggiata anche dietro la schiena, difensore disorientato e appoggio vincente che non rovinava un’azione perfetta. A 4:32 i Suns chiamavano time-out sul punteggio di 21-6 dopo aver subito un canestro pesante di Kemba schermatosi Jefferson.
Il time-out portava due punti in casa Phoenix per merito del loro n°20, lo stesso Goodwin però, andava a incocciare in rientro difensivo a 3:33 su Kemba, lanciato da Lin in transizione creando i presupposti per due FT che Kemba infilava.
Trenta secondi più tardi Walker provava a dare a Jefferson un po’ in difficoltà, Big Al mancava il tiro a una mano dal pitturato, ma Walker “come una catapulta” si portava sotto il tabellone a destra e tentava di correggere.
C’erano però il fallo e due liberi, arrivavano i due punti per Charlotte, seguiti da tre per i Suns che sfruttavano l’entrata dello specialista Teletovic per colpire da tre a 2:46.
A 2:33 Walker continuava a sciorinare spettacolo smistando su penetrazione un assist per Jefferson sul quale però entrava a prender tutto da dietro Tucker.
Big Al segnava dalla lunetta, la Fenice anche su azione e troppo facilmente, così Clifford chiamava il primo time-out Charlotte per far rimanere alta l’attenzione. Nel finale Jefferson segnava da sotto su un errore di Kaminsky, Booker infilava la tripla e rubava anche una palla ma la pretesa di schiacciare finiva miseramente, sfera stampata incredibilmente sul ferro in solitaria, così Kaminsky da tre puniva questo preziosismo, Booker si rifaceva con due liberi a pochi secondi dalla fine ma Charlotte con Walker aveva incredibilmente il tempo di lanciare un Jefferson lasciato inspiegabilmente solo dalle parti del canestro, schiacciata di Big Al con Phoenix allo sbando e chiusura del quarto sul 35-18.
Dopo quasi un mese tornano le Honeybees vestite di tutto punto con le magliette rugrats per la serata anni '90.

Dopo quasi un mese tornano le Honeybees vestite di tutto punto con le magliette rugrats per la serata anni ’90.

 
Il brutto sogno continuava per Phoenix anche nel secondo quarto; Kaminsky a 11:37 inaugurava il punteggio da sotto, Teletovic era l’unica nota positiva sei Soli che riusciva a segnare qualche canestro come quello seguente su Frank in penetrazione.
Gli Hornets segnavano con una dunk di Jefferson (assist corto di Lin) ma subivano la tripla di Teletovic a 9:20, Lamb tuttavia non si faceva intimidire e rispondeva con la stessa moneta a 8:42, così come lo stesso nostro numero tre replicava a due punti Suns andando a chiudere a 8:08 con un sottomano sinistro reso vincente dalle impressionanti qualità atletiche.
Lamb cambiava lato del canestro sul successivo attacco, non gli andava bene ma arrivava comunque Cody in tap-in a sfruttare il lavoro di Jeremy Dopo due liberi per parte e un canestro di Jenkins in jumper, i Calabroni su un inbound pass dal fondo trovavano l’inserimento agile, rapido e letale, nonché centrale di Lin che a 6:26 appoggiava nel presepe dei Suns.
I Soli avevano una piccola esplosione con sei punti consecutivi culminati con la tripla di Teletovic per il 51-36 (ci sarà anche un libero del triplista di Phoenix successivo veramente), ma Batum prendeva il passo per l’entrata in uno vs uno seguito dal difensore accanto a lui; rilascio leggermente lungo sull’appoggio ma confidente e accettato dal canestro.
Nicolas sparava da tre punti e ne infilava cinque consecutivi con una tripla dalla diagonale sinistra dopo essersi schermato intelligentemente con Zeller e l’arresto in corsa sull’out sx.
Marvin a 2:51 lanciava i Calabroni sul +22, anche lui con un tre punti che portavano a un mini parziale di 8-0 interrotto dal jumper di Price su Walker.
Nel finale di primo tempo da segnalare un quattro punti di Lee il quale metteva il suo secondo canestro sullo scarico di Williams e batteva il cronometro.
Un raddoppio su Batum consentiva al francese di vedere la debolezza difensiva di Phoenix; Zeller rollava via subito, passaggio immediato nonostante la doppia chiusura sul nostro numero 5 e jam del nostro lungo facile senza reali oppositori.
Un fing and roll fluttuante alla “Iceman” George Gervin di Batum indicava il buon momento di forma del transalpino che si auto lanciava dopo aver capito e intercettato un lento lob indietro in diagonale dei Suns, ai quali interrompeva il dialogo.
L’½ ai liberi di Len chiudeva le ostilità nel primo tempo con la squadra del North Carolina lanciata sul 68-42.
Kaminsky festeggia la tripla.

Kaminsky festeggia la tripla.

 
Anche il terzo quarto, come il precedente, si apriva a favore dei Calabroni, i quali chiudevano alla fine del periodo definitivamente i conti. Zeller a 11:26 tirava giù una mega jam completando un gioco da tre punti, Chandler rispondeva con un alley-oop e Len circumnavigava Zeller per appoggiare, ma era solo un break momentaneo che terminava con un canestro di Booker dalla media linea di fondo sinistra.
Kemba segnava due liberi e poi, su assist di Lee, sfoderava il colpo da tre punti.
A 7:03 si rivedeva Chandler con una correzione a una mano dal pitturato dopo due triple sbagliate sulla stessa azione da parte di Phoenix.
A 6:15 i bianchi di casa sfruttavano la transizione; Zeller passava per Walker che in funzione di terminale si dimostrava abilissimo in appoggio.
Cody trovava altri due punti e anche il fallo, il libero era mancato, poco male, Charlotte continuava a rullare gli avversari infilando una tripla con Kemba a 5:03 (dall’angolo sinistro).
Il finale diveniva il regno di Big Al che segnava due canestri consecutivi, Lee toglieva per un attimo la gloria al nostro centro sparando immediatamente sull’assist saltato di Walker in transizione, una tripla perfetta a 3:23 per l’88-54.
I Suns continuavano a sbagliare entrate o tiri, complice la difesa di Charlotte, interrompendo il digiuno a 2:27 con Booker.
Big Al tornava in auge a 2:18 imbeccato sotto canestro e spinto sulla schiena da Tucker ingenuamente, troppa differenza di peso, il centro segnava e portava a casa un gioco da tre punti.
Una palla sfuggita di mano a Marvin sull’entrata in palleggio consentiva a Booker di andare a colpire in transizione a 1:56.
Il piccolo dei Suns era bravo a sopravvivere al contatto di Lin. A 1:11 giro sulla giostra e tiro di Kemba dopo lo spin, canestro pazzesco che segnalava l’onnipotenza di serata dei calabroni ai quali riusciva tutto. Lamb chiudeva il quarto con una bomba dalla diagonale sinistra approfittando del fatto di essere leggermente ignorato dai difensori che si limitavano a guardarlo.
La tripla chiudeva i conti; distacco abissale con i Calabroni a sfiorare i 100 in vantaggio 98-61 (+37).
 
Gutierrez. Il messicano nei pochi di scampoli di partita che ha avuto a disposizione dal su arrivo si è dimostrato voglioso, grintoso, sufficientemente tecnico. Impatto positivo per lui.

Gutierrez. Il messicano nei pochi di scampoli di partita che ha avuto a disposizione dal su arrivo si è dimostrato voglioso, grintoso, sufficientemente tecnico. Impatto positivo per lui.

Nell’ultimo quarto Charlotte giocava senza mollare anche per cercare una differenza canestri migliore in chiave play-offs eventuali, sebbene molte riserve fossero presenti in campo.
Teletovic da tre però inaugurava la frazione di tripla ma la vittoria ormai era in cassaforte.
L’ultimo quarto esaltava Lamb, il quale s’inseriva con un taglio in diagonale su un assist di Kaminsky posto sulla linea di fondo sinistra e servito con i giusti tempi da Frank andava a subir contatto rilasciando un pallone che per magia o magnetismo dopo aver danzato sul ferro finiva dentro.
Libero ok e 101-64.
Lamb con un lungo tiro dalla diagonale destra mandava il maxi schermo sul 105-66.
A 9:02 Kaminsky sulla cosa verticale veniva chiuso dalle parti della top of the key, nessun problema; assist lanciato per Lamb che schiacciava per un highlight di serata.
Per Charlotte entravano anche giocatori poco presenti sul parquet se parliamo di minutaggio, come Daniels e Gutierrez con il messicano a strappare altri 10 giorni di contratto.
Su uno scarico di Lin era proprio Daniels a esaltarsi da tre punti, cosa che faceva ancora per il 115-74 (+41) quando Gutierrez per sfuggire alla pressione dei Suns, girava sul piede perno ripetutamente con movimento a pendolo; assist orizzontale e catch’n shoot che faceva male ai Suns.
Jenkins segnava con un bell’arcobaleno andando sopra il difensore, ma Gutierrez in entrata segnava con l’appoggio prendendosi anche una manata in faccia da Chandler mentre si trovava in salto.
Due punti e libero messo a segno.
Gli Hornets facevano vedere qualcosa di buono ancora, anche se Phoenix accorciava un po’ nel finale con gli uomini di Clifford a concedere delle maglie più larghe negli ultimissimi minuti.
Finiva 126-92, dagli altri campi possiamo raccontare della vittoria di Miami in casa su Chicago per 129-111, mentre gli Hawks stanno perdendo con Golden State a Oakland 58-44 a 2:11 dalla sirena dell’intervallo e difficilmente riusciranno a battere gli incontenibili Warriors.
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Pagelle:
 
Walker: 7,5
26 pt. (9/16), 9 assist, 6 rimbalzi, 1 rubata. Fosse rimasto in campo anche nel finale forse staremmo parlando di un trentacinque anche quaranta punti. Lo show del primo quarto è indicativo di un giocatore on fire, ritrovato contro dei Suns in disarmo. Divertente ed efficace.
 
Lee: 6,5
8 pt. (3/5), 1 rimbalzo, 2 assist, 1 rubata. Statistiche non eccezionali, ma lui fa il lavoro sporco, va a mettere pressione in difesa e tiene piuttosto bene. In attacco non è il primo violino ma non fa assolutamente male per le occasioni che ha stasera.
 
Batum: 7
15 pt. (6/10), 9 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata. Tucker e soci non combinano molto dalle sue parti. Giocatore che torna a difendere e in attacco va anche su buone medie trovando alcuni canestri che da tiri che di recente sembravano un muro invalicabile.
 
M. Williams: 6
5 pt. (2/5), 6 rimbalzi, 2 assist, 3 rubate. A parte la persa nel finale, fa una partita tranquilla lasciando il palcoscenico ai compagni.
 
C. Zeller: 6,5
9 pt. (4/6), 7 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata. Benino in attacco, qualche volta Len lo batte troppo facilmente quando viene attaccato. Alcuni canestri belli da vedere.
 
Jefferson: 7
19 pt. (8/15), 7 rimbalzi, 1 stoppata. Si danna (per i suoi standard abituali) anche in difesa, anche per pulire il tabellone. In attacco ritrova la mano dopo qualche passaggio a vuoto.
 
Lin: 5,5
6 pt. (1/7), 3 rimbalzi, 2 assist, 2 stoppate. Un assist altruistico per Walker, la difesa con due stoppate a referto, in attacco però prende poco.
 
Lamb: 7
15 pt. (6/10), 6 rimbalzi. Contributo dalla panchina considerevole in termini di punti, qualità e difesa. Corre anche in fase di non possesso e sembra aver ritrovato quel ball handling e quel feeling d’inizio stagione.
 
Kaminsky: 6,5
9 pt. (3/8), 7 rimbalzi, 2 assist, 2 stoppate. Magari in difesa è ancora acerbo e prova qualche volta con troppa leggerezza le conclusioni, stasera però fa rivedere qualche movimento dei suoi in attacco e non mi dispiace.
 
Daniels: 6,5
6 pt. (2/6), 2 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Gioca l’ultimo quarto e mette I suoi primi tiri, poi non ci riesce più ma pazienza.
 
Harrison: 5
2 pt. (0/3). Giocatore da D League forse. Male al tiro e anche ai liberi dove fa segnare un 2/4.
 
Hansbrough: 6
1 pt. (0/1), 4 rimbalzi, 1 rubata. Giocatore con cuore, ma scarsa tecnica.
 
Gutierrez: 6,5
5 pt. (1/1), 1 assist. Perde due palloni, uno più per colpa di Hansbrough che non capisce l’idea fantastica di scarico che fa sorridere anche MJ sebbene l’azione non si concretizzi, l’altro è un assist troppo lungo per Harrison. Il messicano però, per quanto fatto vedere sin ora è validissimo, meglio del previsto; sa palleggiare, controllare palla e segnare se serve, inoltre la difesa non è malvagia se gioca contro molte riserve.
 
Coach Clifford: 7
Riprende in mano la squadra dopo l’inopinata sconfitta ad Atlanta. Chiama un time-out al primo minimo cenno di svenimento della difesa. La squadra ha diversi schemi e opzioni e gioca bene in casa. In back to back a Phila dobbiamo confermare le doti, sebbene in trasferta.
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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.