Il Punto @ 20.

Charlotte-Hornets-New-Logo - Copia - Copia (2)

C’eravamo lasciati fiduciosi dopo le prime dieci partite in stagione regolare.
Poi analizzeremo che cosa non ha funzionato, intanto il fatto oggettivo è che Charlotte dall’undicesima alla ventesima partita è stata un disastro. 9 Sconfitte andando sul 5–15 in classifica (.250) e precipitando al 12° posto nell’Eastern Conference, sul fondo della classifica.
Gli Hornets hanno affrontato 6 squadre che al momento si trovano sopra i .500, e 4 sotto i .500. Le gare casalinghe erano ben 7, gli Hornets hanno ospitato 4 formazioni di primo piano dell’Ovest, una di primo piano dell’Est e due concorrenti dirette per i playoffs:

11) Vs Dallas Mavericks (15-6) L
12) @ Indiana Pacers (7-13) L
13) Vs Orlando Magic (8-14) L
14) @ Miami Heat (9-10) L
15) Vs Los Angeles Clippers (13-5) L
16) Vs Portland Trail Blazers (15-4) L
17) Vs Golden State Warriors (16-2) L
18) @ Atlanta Hawks (12-6) L
19) Vs Chicago Bulls (12-7) L
20) Vs New York Knicks (4-17) W

Gli Hornets hanno inanellato una serie di sconfitte bruttissime e sono passati da possibile quarta forza dell’Eastern a squadra materasso.
Se nell’undicesima gara la sconfitta contro i Mavericks poteva anche starci, nelle successive 3 gare sono arrivati dei K.O. pesantissimi. Contro i Pacers, la squadra si è fatta beffare da un tiro recuperato da un air-ball all’ultimo secondo.
Contro Orlando in casa, Charlotte era comodamente in vantaggio ma ha poi concesso una quarantina di punti ai Magic solo nell’ultimo quarto finendo incredibilmente per perdere contro un team tutt’altro che irresistibile.
Contro gli Heat, il tiro che avrebbe potuto dare la vittoria agli Hornets non è entrato, così come il facile tap-in di Jefferson da sotto che avrebbe vinto la partita all’ultimo secondo. Contro Clippers, Blazers e Warriors sono arrivate tre sconfitte casalinghe, seguite dal regresso in termini di gioco visto ad Atlanta.
Una squadra impresentabile che ha tirato fuori l’orgoglio contro i Bulls, ma non è bastato.
Nell’ultima gara della decina, i Calabroni erano comodamente seduti avanti di tre punti ma a 4 secondi dalla fine stavano perdendo di uno. Solo la prodezza di Walker ha consentito agli Hornets di vincere la partita contro New York. Innanzitutto il motivo primario di queste sconfitte è da ricercarsi negli infortuni che hanno colpito il roster. L’assenza di un migliorato Michael Kidd-Gilchrist sta pesando molto poiché è un giocatore che sa dare il suo apporto nelle due fasi. Il sostituto, Henderson non è all’altezza e ha combinato diversi guai, anche se ultimamente è in ripresa, la sua difesa non è stata altrettanto attenta, almeno fino alla gara contro New York, nella quale ha contribuito alla vittoria della squadra.
A MKG si è aggiunto l’infortunio di Neal che ha tolto l’unico tiratore affidabile da fuori di Charlotte (P.J. Hairston è un po’ acerbo) che sa anche crearsi lo spazio per il tiro.
L’altezza non lo agevola in difesa però. Per poco tempo si sono registrate anche le assenze di Hairston e Williams, ma hanno pesato poco o nulla fino ad oggi.
Con 94,2 punti a gara, Charlotte ha il venticinquesimo attacco in NBA e con 101,2 punti concessi agli avversari a partita, la difesa è ventunesima.
Partendo dalla difesa si può affermare che al momento vi è stato un peggioramento nel modo di difendere di Charlotte.
Questo è dovuto a diversi fattori. Uno dei primari è che gli Hornets cercando di non concedere tiri dalla zona intorno all’anello finiscono per scoprire la zona media e soprattutto diventano vulnerabili da fuori l’arco dei 3 punti quando gli avversari muovono palla. Jefferson e Williams sono sembrati difensori troppo puliti fino ad ora e non hanno rischiato troppi falli da sotto, concedendo così alte percentuali agli avversari. In aiuto di questa tesi mi viene incontro un’analisi letta sul sito “Sportando”, in un articolo di qualche giorno fa dedicato agli Hornets che evidenziava come Charlotte conceda pochi tiri agli avversari “at the rim”, ma quando le squadre “nemiche” riescono a tirare da lì, i Calabroni siano la peggior difesa in termini di punti concessi.
La tabella alla diciottesima partita giocata qui sotto:

tiri al ferro

Questo avvalora la mia tesi che Williams e Jefferson siano troppo soft lì sotto e poco aiutati dall’intensità difensiva nei 48 minuti, non altissima e una pressione difensiva non esercitata all’unisono.
Zeller e Biyombo sono più ruvidi, ma il primo è un rookie e qualche ingenuità la commette, il secondo difende bene ma ha limiti in attacco, inoltre entrambi per proteggere il ferro o il centro nel caso in cui ci sia in campo Jefferson (soprattutto nel caso di Zeller che gioca in PF) si trovano a volte fuori posizione a causa di raddoppi che finiscono per scoprire la difesa dalla media o dalla lunga distanza. In questo caso un difensore come MKG in grado di contenere meglio le penetrazioni degli avversari sarebbe utile perché la difesa di Charlotte rimanga in posizioni migliori rispetto a quelle prese talvolta nelle ultime partite.
L’aspetto psicologico poi è fondamentale.
Il team ha perso contro diverse squadre quando avrebbe potuto mantenere un comodo vantaggio, ma non ha saputo gestirlo, e anche contro New York è accaduta la stessa cosa, solo il finale è stato diverso per fortuna e si spera possa dare più morale e più convinzione ai giocatori, visti a volte con lo sguardo perso nel vuoto. In attacco prima di parlare dei singoli c’è da dire che le gestioni che hanno fatto rientrare gli avversari sono state influenzate da scarsa capacità di leggere il gioco sotto pressione e di distribuire il pallone al giocatore messo nella miglior posizione.
I canestri talvolta sono usciti da iniziative personali e non da una palla mossa per prendersi un vantaggio.
Kemba Walker si prende ancora troppi tiri rispetto a quelli che segna, ma nelle ultime due gare, come molti giocatori è sembrato migliorare.
Anche Stephenson nelle gare prima di Chicago e New York ha avuto percentuali bassissime.
I suoi catch and shot, anche da 3 punti sono stati a bassa percentuale, ma da un paio di partite ha iniziato a giocare più intelligentemente, attaccando il ferro o andandosi a prendere dei vantaggi come palloni in hand-off dopo essere salito sul banco degli imputati poiché il suo rendimento e il suo livello di gioco rispetto a Indiana era sceso. Molti analisti hanno provato a interpretare il suo inserimento negli schemi di Charlotte per capire cosa non funzionasse con lui.
Per molti vi è un’incompatibilità tra Lance e Walker, a mio avviso il gioco più intelligente nelle ultime due gare dice che in attacco potrebbero tranquillamente convivere muovendo palla entrambi, evitando di prendersi troppi attacchi folli in palleggio in uno contro uno. L’attacco è molto penalizzato dalle percentuali con le quali la squadra sta tirando. Se da un paio di partite la % dalla lunetta è salita, non si può dire altrettanto su quella da 3 punti che nelle ultime cinque partite è scesa vertiginosamente.
Gary Neal con .395 da 3 (parliamo di giocatori con almeno dieci triple tentate) è il primo in classifica degli Hornets e può dare una mano a questa squadra da fuori l’arco. La sua assenza contro i Bulls ha sicuramente contribuito a perdere la partita.
Con un Neal in forma non credo sarebbe finita così.
Williams è secondo con .364, Pargo terzo con .353, Hairston quarto con .340, Henderson è quinto con .308 e Roberts che avrebbe dovuto essere uno specialista da fuori, è solo sesto con un .298 pessimo. Mentre gli avversari sfruttano la tripla, Charlotte appare ancora imballata e con pochi giocatori in grado di sfruttarla.
Teoricamente del quintetto disegnato da Clifford, solo Marvin Williams potrebbe dare un discreto contributo.
Si capisce così l’importanza di Neal, il quale tiene più in fibrillazione le difese avversarie avendo nel suo bagagliaio tecnico l’arma del tiro da fuori e non solo.
L’ex Spurs è anche in grado di penetrare velocemente e arrestarsi per il tiro, conclusioni che possono trovare la retina se non contrastate adeguatamente.

Tiri dal campo in stagione. Dopo la 20° patita Charlotte ha il 43% ma da 3 punti è calata.

Tiri dal campo in stagione. Dopo la 20° patita Charlotte ha il 43% ma da 3 punti è calata.

In panchina altri nomi sono Roberts, in peggioramento quando la partita si fa seria veramente diventa poco freddo, Pargo che ormai fa compagnia a coach Clifford insieme a Maxiell (per fortuna) e il rookie Vonleh che ha continuato a non giocare, nemmeno quando Williams era infortunato.
Due uomini interessanti, già menzionati, sono invece i lunghi “Ringo people” Zeller e Biyombo.
Il primo è migliorato dimostrando di riuscire a prendersi spazi in entrata e tagli sul lato debole.
La sua energia lo porta a catturare rimbalzi e a trovare anche punti da sotto per correzioni, oltre che a finire in qualche highlights per qualche mazzata inferta alla difesa avversaria in schiacciata.
Biyombo è un buon difensore, abile nelle stoppate, ma in attacco se deve produrre da solo, è quasi l’opposto di Jefferson. Il congolese sfrutta il lavoro dei suoi compagni per appostarsi e trovare punti spettacolari. Big Al, che invece è il centro titolare, è il fulcro dell’attacco, in base all’avversario di serata e ai movimenti dei compagni fuori è in grado di produrre punti con i suoi movimenti efficaci e consolidati.
Discorso a parte per Williams, che è rientrato da panchinaro più carico nell’ultima contro New York dopo un infortunio alla spalla, speriamo possa continuare a difendere così e non come dimostrato in precedenza.
Discorso a parte anche per Henderson che è divenuto sostanzialmente la SF titolare dopo l’infortunio a Kidd-Gilchrist.
Le sue iniziative vivono alla giornata. Nelle ultime gare è sembrato in palla in attacco segnando dal campo un 8/10 contro New York e aumentando l’intensità difensiva.
Se qualche errore contro Chicago in difesa l’ha fatto, contro gli arancioblù è stato molto bravo.
Coach Clifford sta provando a lavorare su diversi aspetti, dal post basso, difeso male ad Atlanta, a qualche gioco che possa rimettere in sesto l’attacco degli Hornets, ma le sue rotazioni non mi convincono ancora. Contro Orlando l’idea di schierare un tris basso in difesa è stata deleteria.
Talvolta anche il doppio play non è un lusso che ci si possa permettere in difesa, Roberts/Neal o altre accoppiate hanno finito per rendere cm e kg.
Cosa aspettarsi per il futuro?
Almeno una squadra meno fragile psicologicamente che sia in grado di non soffrire fino all’ultimo per vincere una gara grazie magari al rientro di MKG sempre più posticipato per questo problema al piede.
Oltre le sconfitte di misura all’ultimo secondo, nelle cinque vittorie degli Hornets, la squadra ha sofferto sino agli ultimi minuti, distanziando Phoenix e Miami di qualche punto, battendo all’ultimo secondo i Knicks, i Bucks dopo un supplementare e gli Hawks dopo due all’ultimo respiro.
Ai tifosi degli Hornets servirà un cardiologo se il team continuerà così. L’unica buona nota è la vittoria alla ventesima che da una stilla d’entusiasmo all’ambiente, sperando possano venire altri risultati positivi con continuità.

Sotto, la classifica con la media dei voti dei giocatori che ho assegnato (senza pretese) nelle prime venti giornate.

Classifica Provvisoria:

01) A. Jefferson: 6,42 (20 partite in cui è stato preso un voto) +1 pos. risp. prec. classif.
02) B. Biyombo: 6,41 (12) -1
03) M. Kidd-Gilchrist: 6,41 (6) +1
04) G. Neal: 6,25 (14) +3
05) Vonleh: 6,25 (2) +9
06) Pargo: 6,16 (3) +4
07) Zeller: 6,15 (20) -4
08) K. Walker: 6,02 (20) -3
09) L. Stephenson: 5,95 (20) -3
10) B. Roberts: 5,78 (19) -1
11) P.J. Hairston: 5,76 (13) -3
12) G. Henderson: 5,67 (17) -1
13) M. Williams: 5,55 (18) -1
14) J. Maxiell: 5,46 (14) -1
Coach Clifford: 5,30 (20) -0,55 (media voto rispetto alla % precedente)

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.