Playoffs game 4; Charlotte Hornets Vs Miami Heat 89-85

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Sottotitolo; OrgogliHornets
Kemba Walker e la sua serata da 34 punti.

Kemba Walker e la sua serata da 34 punti.

 
Prova di carattere e orgoglio di Charlotte che si conferma squadra casalinga.
L’Alveare in stile playoffs sembrerebbe essersi risvegliato anche a livello di sonoro.
Alla Time Warner Cable Arena gli Hornets quindi pareggiavano la serie sul 2-2.
Lontani dall’occhio di Mordor di Miami e dal cancello nero, le lingue di fuoco degli Heat sembrano essere meno efficaci. Inoltre la compagnia dell’anello di Clifford sembra aver trovato in peregrino Lin il gregario giusto per dare una mano a Frodo Walker e far saltare la difesa degli Heat.
La corazza difensiva di Lee su tutti, ma anche Walker, Williams e altri, ha permesso di vincere una battaglia tra due delle difese più interessanti della NBA nonostante noi non avessimo un vero protector rim.
Se i titolari tengono botta con le loro caratteristiche, osservare il plus/minus della panchina degli Hornets a confronto con quella degli Heat, le rotazioni potrebbero darci un vantaggio anche a Miami a patto di giocare seriamente.
Quando sullo 0-2 tutto sembrava perduto per il bastione degli Hornets, ecco arrivare l’esercito fantasma a spazzare ogni altra ombra di dubbio; abbiamo una serie, anche se per riuscire a vincerla dovremo fare l’impresa a Miami e mantenere l’imbattibilità casalinga.
 
Le squadre erano riconfermate rispetto a gara 3; Dragic, Wade, Johnson, Deng e Whiteside per gli ospiti in nero, Walker, Lee, M. Williams, Kaminsky e Jefferson per Charlotte in classica tenuta bianca.
Jefferson partiva ancora titolare. Qui in mezzo a Winslow e Whiteside.

Jefferson partiva ancora titolare. Qui in mezzo a Winslow e Whiteside.

 
Prima palla per Wade che andava nel pitturato a sfidare Lee, ma il suo tiro ravvicinato colpiva solo il ferro così come la tripla di Kemba, arrivava così a 11:08 la classica tripla di apertura di Deng.
Whiteside raggiunto da un passaggio ravvicinato si trovava solo e schiacciava a 10:18 lo 0-5, a portare i primi due punti in casa Hornets era un uno contro uno di Jefferson che nel cuore del pitturato si girava e alzava la parabola per il suo classico tiro a una mano.
Dragic dalla diagonale destra però batteva Lee cercando di mandare la sua squadra in fuga, Kemba però nel traffico superava come una Formula uno tutti i mezzi di Miami e concludeva in reverse layup per il 4-8.
Jefferson era stoppato allo zenit della parabola da Whiteside, una tripla di Deng non entrava così come quella successiva tentata da Lee, Wade pascolava in area e metteva anche il decimo punto per la squadra in maglia nera.
Kemba come Jefferson era impreciso nel primo quarto, così Miami con due passaggi tornava in attacco e liberando Johnson oltre la linea dei tre punti otteneva anche il 4-13.
Per smuovere le acque in attacco Clifford spediva in campo Lin che subiva due falli in pochissimi secondi da Wade, la seconda volta andava in lunetta e segnava i due FT mandando il numero 3 degli Heat a sedersi in panchina.
Una penetrazione di Dragic che evitava anche l’aiuto di Jefferson riportava al +9 gli ospiti, Charlotte reagiva con l’appoggio di Jefferson che andava a battere Whiteside, il quale tuttavia a sua volta muovendosi nel pitturato riceveva e con un passetto laterale a destra resisteva alla trattenuta di Kaminsky segnando il canestro ma fallendo il FT concesso dagli arbitri.
Le difficoltà degli Hornets ad andare a canestro erano condensate tutte nell’azione seguente; step back forzato di Kemba che non entrava, rimbalzo di Jefferson, giro e tiro che finiva sulla base del ferro.
Era certamente presto, però, per mollare la presa, così gli Hornets tornavano in attacco e Big Al dal post basso sinistro forzava andando a sbattere su Whiteside, il ferro questa volta dava una mano e anche gli Hornets entravano in doppia cifra (10-17).
Dragic entrava in penetrazione sul centro sinistro sgomitando un pochino sul petto di Lin, parabola alzata per l’appoggio e 10-19.
Big Al con i suoi movimenti costringeva al fallo Whiteside e andava in lunetta a 3:50, dove mancava il primo libero, segnava il secondo prima di assistere a qualche errore e qualche palla persa da parte delle due squadre, gli Heat andavano a segno con una jam di Stoudamire che recuperava anche un FT (a segno) per il fallo di Hawes a 2:33.
Miami doppiava Charlotte sull’11-22.
Il crack della partita per gli Hornets non poteva che essere Jeremy Lin; attaccando Stoudamire arrivava un fallo su di lui a 2:01, due su due e palla recuperata in difesa proprio da Jeremy in raddoppio su Wade, la palla scippata consentiva l’attacco a Kemba che attaccava Richardson sulla baseline sinistra, contatto sul tiro da dietro il tabellone, canestro e FT a segno per il 16-22 a 1.25.
Deng dalla media provava a spegnere il fervore dei piccoli Calabroni ma Lin toccato da due giocatori sul suo attacco verticale fronte a canestro trovava la continuazione; rilasciando la sfera che s’inerpicava sul primo ferro e varcava il valico metallico per ricadere dentro la retina.
Il libero finiva ancora dentro e a :43.2 la squadra del North Carolina tornava al -5, anche se a chiudere il tabellino punti del primo quarto era Deng con un atletico appoggio saltato in allungo oltre i difensori fatto con il braccio destro completamente esteso.
Il 19-26 era punteggio bugiardo però, ritmi alti che gli Hornets gestivano male e che nel secondo quarto cercavano di controllare…
Lin con 21 punti ha guidato la panchina di Charlote limitata a 3 unità. Lui e altri due lunghi (Zeller e Hawes).

Lin con 21 punti ha guidato la panchina di Charlote limitata a 3 unità. Lui e altri due lunghi (Zeller e Hawes).

 
Deng a 10:48 provava la tripla da destra, Marvin in allungo perdeva l’equilibrio e franava sul numero 9 avversario regalando tre liberi (il tiro era finito sul ferro).
Il 3/3 ricacciava pesantemente indietro Charlotte sul 19-29, le difficoltà c’erano anche in attacco, Hawes era stoppato ma riprendeva e ritentava, sul rientro di Deng che si allungava per la stoppata Spencer trovava il contatto e due liberi sfruttati al massimo.
Stoudamire però li vanificava immediatamente andando a mettere due punti da sotto, Cody continuava la battaglia dei lunghi appoggiando di mano sinistra sulla sinistra della tabella oltre gli uomini in nero.
I Calabroni spinti dal pubblico di casa incominciavano la vera rimonta a 8:06; Penetrazione di Lin fin sotto canestro, passaggio corto per Zeller che metteva dentro, Lee a 7:27 partiva sulla sinistra e sorprendeva Winslow appoggiando al vetro, Deng dall’angolo destro da tre punti non infilava anche grazie alla presenza attiva di Zeller e Charlotte finiva per pareggiare a 6:48, quando Wade rimaneva dietro a un blocco alto di Cody e Lee andando a prendersi il tiro da oltre l’arco dalla top of the key impattava a quota 32.
Gli Hornets non si fermavano a metà dell’opera ma proseguivano; Kemba era abbattuto sotto canestro e a 6:05 portava sul +2 la squadra in divisa bianca.
Sempre lui a 5:09 con una cucchiaiata sottomano sulla destra faceva segnare il 36-32, Johnson però, sfruttando il giro palla di Miami che faceva lavorare Charlotte sulle rotazioni, con la sua freddezza ed esperienza infilava una tripla dalla diagonale destra a 4:29.
Diciannove secondi più tardi un acrobatico Lin riusciva ad andare oltre alla difesa di Miami per l’appoggio non semplice sulla destra.
Un contropiede tre contro uno di Charlotte era mangiato, divorato da Kaminsky, il quale prendeva però il rimbalzo e dopo aver subito fallo si faceva perdonare con un 2/2 dalla lunetta per il 40-35.
Kemba entrava in modalità attacco a canestro e cambiando l’appoggio in salto eludeva la difesa di Dragic per il 42-35.
A 2:09 il pubblico disapprovava rumoreggiando per un fallo chiamato a Lee (già puntato dagli arbitri in un altro paio di occasioni dubbie) in marcatura dietro Wade che francamente pareva più che generoso, ammesso che ci fosse.
A 2:09 Dwyane si presentava in lunetta ma splittava mandando la gara sul 44-37.
A 1:53 si concludeva sulla sinistra un gioco di scambi tra Lee e Jefferson, il sistema binario funzionava, Lee andava a orbitare dietro la faccia scura del pianeta Big Al eclissandosi per i difensori di Miami e realizzava in jumper il 46-37.
Le squadre rientravano nella lockeroom sul punteggio di 48-39 per Charlotte dopo i jumper di Walker e Dragic, più l’ultima ottima difesa di Lee aiutato all’ultimo da Zeller in raddoppio su Wade che colpiva il ferro.
 
Charlotte a inizio ripresa con un parziale di 9-0 volava… dopo 14 secondi dall’inizio della ripresa arrivavano due punti di Kaminsky, dalla difesa di Kemba, bravo a portar via palla a Whiteside, nasceva la transizione guidata da Walker e non finalizzata da Lee.
Il tiro del nostro numero 1 non era preciso perché in ripiegamento Dragic commetteva fallo.
Lee segnava i liberi e a 10:37 Jefferson in post basso sinistro giocava fuori un pallone per Kemba, dalla diagonale sinistra in ritmo il nostro play fendeva il cotone interno della retina e portava Charlotte sul 55-39.
Miami perdeva un pallone sull’asse Dragic/Whiteside, con il centro che non controllava la sfera sulla pressione retrostante di Kemba, il quale ormai sembrava un polipo in difesa dopo aver rubato un pallone a un Dragic troppo confidente nel palleggio sul post basso destro.
A 9:27 Big Al prendeva in area quel pizzico di vantaggio per segnare altri due punti; il +18 (57-39) era punteggio che sembrava già poter chiudere la partita.
Lo sloveno degli Heat con una tripla schermata accorciava le distanze sul -13, Deng a 7:49 con l’ennesima sua tripla della serie assottigliava il gap sotto la soglia dei 10 punti (58-49), i ghiacci di Charlotte si scioglievano velocemente con la tripla di Johnson in faccia a Marvin a 6:35, erano tre punti per il 58-54. Whiteside da sotto poi mostrava l’effetto serra del calore degli Heat anche sulla crosta della vernice, due punti a 5:55 con Miami sul -2.
A Charlotte mancava sicuramente l’energia di Lin in campo, squadra troppo bloccata, Kemba allora faceva da solo a 5:04, meraviglioso crossover chiuso in layup su Deng. Richardson dalla diagonale sinistra concedeva agli Hornets il minimo vantaggio; il suo tris di punti lasciava gli Hornets sul +1, 60-59. Kemba nella metà campo offensiva degli Honets non studiava nulla, semplicemente ripeteva l’attacco a canestro, questa volta chiuso sula sinistra con la mano sinistra, la vittima che non reggeva il passo questa volta era Stoudamire.
Dopo due liberi di Wade a segno (62-61), Charlotte riceveva da Zeller 4 punti; i primi due ottenuti grazie a due liberi (fallo Stoudamire), i secondi con un blitz a 2:10, entrata in corsa orizzontale di Cody in uno contro uno, gancio alzato abbastanza particolare, così faceva ottenere ai nostri un +5. Richardson provava ad accorciare da sotto ma Lin gli toccava la palla definitivamente stoppata dall’arrivo di un carichissimo Marvin Williams.
Un bel canestro tra Hawes, passaggio sulla corsa per Lin che in salto pareva un treno spostando Richardson (a contatto in salto al quale veniva chiamato il fallo) sull’appoggio era propedeutico al gioco di tre punti che chiudeva un parziale di 7-0 e il quarto sul 69-61.
Le Honeybees.

Le Honeybees.

 
Gli Hornets entravano negli ultimi 12 minuti con 8 punti da difendere ma una tripla di Winslow da destra ne lasciava solamente 5 a disposizione.
Lin tuttavia dai 14 punti precedenti saliva a 20 in breve tempo, a 11:25 con un’entrata di forza su Dragic lo batteva, l’avambraccio sul fianco dello sloveno su Lin non era gradito e Jeremy completava il gioco da tre punti per il 72-64.
Winslow faceva sparire la palla a due sentinelle dei Calabroni ai bordi del ferro in appoggio frontale, ecco però arrivare a 10:44 il ventesimo punto di Lin; tripla storta che batteva sul plexiglass e finiva dentro per il 75-66.
Miami con lo stesso giocatore si portava sul 76-71 e quando Frank lo attaccava in difesa, con gli arbitri a concedere due FT per il nostro n°44, il rookie avversario n usciva indenne poiché il nostro carrarmato mancava ambedue le conclusioni.
Troppi errori di Charlotte, Miami a 6:08 si spingeva ancora sul -1, Green da sinistra su uno scarico e con Lin caduto infilava dalla diagonale sinistra il 76-75.
Kemba si assumeva la responsabilità di non far sorpassare Miami cercando di colpire in attacco e ci riusciva con un tiro dalla media a 5:55.
Green non era altrettanto bravo andando a prendersi un tiro costruitosi da solo e Kemba in incursione seminava due giocatori Heat, Wade si tuffava nel semicerchio sotto canestro incocciando il corto della nostra PG, due Ft chiamati dalla terna mentre Kemba cadeva a terra.
Il 2/2 mandava Charlotte sull’80-75.
Wade in attacco commetteva ancora fallo spingendo Kemba, charge per gli arbitri.
Mentre l’occhio infuocato di Mordor degli Heat era attratto da big Al in post basso, Jefferson non era egoista, vedeva Walker andare dietro le quinte sulla sua mattonella a sinistra, scarico fuori, diagonale da oltre la linea dei tre punti e bomba accecante.
L’83-75 a 4:58 sembrava poter chiudere i conti, anche perché Miami non segnava immediatamente ma accorciava con un floater di Johnson al quale replicava Walker a 3:50 dal suono della sirena; le sue finte e la sua alzata dal pitturato ridavano gli 8 punti di vantaggio alla squadra di Jordan.
Johnson però era uno di quei veterani che possono cambiarti le partite e con la sua tripla Miami non alzava bandiera bianca anche se l’attacco di Kemba chiuso in step back contro Richardson (che lamentava una spinta) issava sul +7 (87-80) Charlotte.
Wade segnava 4 punti consecutivi inoltre, a 1:57 dalla destra cadendo indietro.
L’87-84 era da brividi, anche perché Big Al in uno vs uno tirava corto contro il primo ferro controllato da Whiteside.
Richardson mancava la tripla dall’angolo sinistro e nel finale era decisivo Lee, tiro ai 24 secondi, palla sul ferro, corsa rapida in avanti per catapultarsi sul rimbalzo e ottenere tempo extra per la gestione di un secondo attacco, Kemba decideva per la tripla ma era azzardata.
Per un fallo di Williams, Whiteside a :31.1 andava in lunetta ma splittando lasciava un +2 alla squadra di Clifford. Charlotte non chiamava time-out, Spolestra decideva di non far fallo, la difesa di Miami era buona, Kemba ai 24 tirava da tre quarti campo colpendo fortunatamente il ferro, lee era immenso ancora una volta a rimbalzo, da dietro Deng impegnato a contrastarlo commetteva fallo sulla palla vagante e a :04.6 Lee si presentava in lunetta per chiudere i conti.
Il 2/2 ci portava oltre il break e gli Hornets vincevano 89-85.
Chamia1
 
Pagelle:
 
Walker: 8
34 pt. (13/28), 4 rimbalzi, 1 assist, 3 rubate, 2 stoppate. Ne prende tre di stoppate ma fa registrare solo una palla persa, inizio preoccupante, poi prende fiducia e ritmo, le sue penetrazioni fanno male a miami, anche se c’è Whiteside nel pitturato. Trascina la squadra con 34 punti e anche nel finale si prende le sue responsabilità, una difesa superiore ai suoi standard.
 
Lee: 8
11 pt. (3/8), 4 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata. Gli arbitri gli fischiano contro un paio di falli più che dubbi, lui non si scompone, attua la sua buona e precisa difesa, magari non sempre va a buon fine, ma serve molto. Nel finale il capolavoro con quei due rimbalzi a tenere lontano la minaccia degli Heat e i due liberi della vittoria affondati senza tremare.
 
M. Williams: 6,5
0 pt. (0/5), 7 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Prende inizialmente una stoppata e si scoraggia. Si rincuora con il proseguire della gara, anche se non centra un tiro, il che è indice di sfiducia e tensione. Alcuni bei rimbalzi con grinta e fisico, si carica a molla nel finale lottando. Commette anche un fallo falciando Deng in tuffo, gli arbitri lo graziano e noi guadagniamo palla.
 
F. Kaminsky: 6,5
4 pt. (1/5), 4 rimbalzi, 1 stoppata. Serata da disturbatore difensivo. Esce in corsa con il braccio alzato anche quando è in ritardo. Fa sbagliare a Deng un paio di conclusioni, in attacco non c’è.
 
Jefferson: 6,5
9 pt. (4/12), 5 rimbalzi, 3 assist, 1 stoppata. C’è un po’ più di lotta contro Whiteside rispetto alla volta precedente. Risulta essere meno efficace, ma anche la controparte combina poco in attacco. Fa presenza.
 
Lin: 8
21 pt. (6/10), 3 assist. Perde tre palloni, un paio nel finale dove sicuramente stanco, non segna più un punto, ma l’inizio è sprint e serve a riportarci in partita. Attaccando imprendibile il canestro diviene il grimaldello che scardina la porta della difesa degli Heat.
 
Zeller: 7
8 pt. (3/4), 4 rimbalzi. Un +/- di +20… Gioca con i suoi mezzi fisici e riesce a dare un piccolo vantaggio agli Hornets segnando 4 punti consecutivi nel terzo quarto. Spreca poco commettendo un turnover in più di 20 minuti.
 
Hawes: 7
2 pt. (0/3), 8 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Alcune buone difese, rimbalzi importanti e l’assist per Lin, nonostante dal campo tenti anche una specie di gancio cielo altamente improbabile che ora, dopo aver vinto, mi fa sorridere, una prova positiva.
 
Coach Clifford: 7,5
Scelta ancora più estrema. Limita a otto i giocatori fatti scendere sul parquet. Vuole dare continuità, minutaggio e ritmo. L’idea di Lin anche con il doppio playmaker a tratti si rivela vincente, anche se Jeremy soffre per ovvie ragioni di cm qualche volta i tiratori più alti. Squadra ancora concentrata anche quando dal +18 si trova sul +1. Il capolavoro dovremo compierlo in trasferta se vogliamo passare il turno.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.