Il Punto @ 34

E’ stata dura seguire questo ciclo di 17 partite degli Hornets (anche perché il mese dicembrino è ricco di altri impegni) partito il 29 novembre con la sconfitta casalinga contro Detroit e terminato con un’altra sconfitta interna contro Cleveland (squadra comunque che a sua volta è 5-0 contro le prime 5 e 9-1 contro le prime 10).
Nel mezzo all’Alveare un unico altro passo falso; quello con Minnesota dopo un supplementare e una partita che sembrava già vinta, con i Timberwolves a realizzare tre bombe nell’ultimo minuto per portare all’OT la partita.
Questo sarà uno dei temi fondamentali del pezzo, ossia la difesa sul perimetro…
A fronte delle tre citate sconfitte, Charlotte ha vinto le restanti sei partite casalinghe (Dallas, Detroit, Orlando, Los Angeles sponda Lakers, Chicago e Miami) facendosi rispettare, ma in trasferta ha subito un 3-5 (complici le 4 L consecutive a Cleveland, Indiana, Washington e Boston) che, contando solo le partite prese in esame, ha fatto chiudere questo periodo agli Hornets su un 9-8 che unito al 10-7 precedente li ha portati al record attuale di 19-15.
In 33 giorni i Calabroni hanno giocato 17 partite, il che significa più di una ogni due giorni, a gennaio l’intervallo scemerà impercettibilmente con 15 partite su 31 giorni, così come a inizio febbraio (sette in quindici), prima dell’All-Star Game spostato a New Orleans.
I colpi più rilevanti Charlotte, a parte lo sweep su Dallas, li ha portati a casa contro due squadre dell’Est, soprattutto nella vittoria contro Atlanta, al momento diretta concorrente per la vittoria in una Southeast Division non esattamente irresistibile.
L’altra vittoria contro Chicago, casalinga, è stata seguita, però da una sconfitta esterna sul campo dei Brooklyn Nets (squadra che in casa, nonostante la bassissima classifica è 7-8) all’ultimo secondo per “colpa” di Foye; il suo buzzer beater da tre punti ha sorpassato gli Hornets di due.
Il resto è storia recente; le vittorie su Orlando e Miami hanno reso la classifica più florida, mentre l’ultima recente L con i Cavs ha riportato gli Hornets a terra.

Le statistiche dei singoli arrivati alla trentaquattresima “giornata” per Charlotte. Da basketball-reference.com.

 
Osservando un po’ di statistiche complessive di squadra si nota che Charlotte è dodicesima nella statistica stoppate con 5,2 a partita ma solo ventisettesima per palle rubate (6,6), è sesta per assist con 23,5 a partita, ottima se si pensa che diverse volte i Calabroni da assist non conteggiati abbiano rimediato punti dalla lunetta, nei turnover concessi è prima insieme a Toronto, regalando solo 11,9 a partita agli avversari.
Gli Hornets concedono solo nove rimbalzi offensivi agli avversari addensandosi intorno all’anello, così facendo però scoprono il fianco per le triple degli avversari che tirano con il 35,5% facendo di Charlotte la quattordicesima difesa sul perimetro.
Una statistica interessante che ritroveremo tra le righe leggendo ad esempio le “voci” Batum e Zeller, è che gli Hornets sono la squadra meno cattiva della lega giacchè vanno commettendo solamente 16,6 falli a partita.
Questo gli vale il primo posto nei tiri concessi alle avversarie, ma non sempre è un fatto positivo se si può spendere un buon fallo piuttosto che lasciare un canestro facile.
Infine Charlotte è ottava a rimbalzo e decima per punti segnati (104,9), mentre difensivamente è 15^ con 102,6 concessi.
 
Questa volta per poseguire l’analisi… anziché andare per reparto, parlerò dei giocatori uno per uno partendo dalla loro posizione nella classifica interna basata sui miei voti.
 
Coach Clifford: 6,27 – Esula dalla classifica, ha proposto il solito gioco ibrido tra moderno e passato fatto di tanti tiri da tre punti (blocchi stagger o alti per Walker che portano a tiri veloci e buoni risultati) ma anche movimento palla, con Batum e Walker nel ruolo di passatori e realizzatori.
Gli si è infortunato Belinelli, che con i suoi 11 punti a partita è terzo tra i ragazzi in teal & purple, ha purtroppo lunghi incompleti, da lì spicca la promessa Zeller, Marvin risale un po’, ma Hibbert e Kaminsky scendono.
Le loro prestazioni sono state abbastanza scadenti ultimamente e anche se Hawes ha giocato male con Boston, sarebbe da riproporre con più continuità visto il materiale che ha in mano. Non osservo la squadra tutti i giorni e Clifford è senz’altro più competente di me, ma Spencer in certe gare dovrebbe avere più chance, così come le darei a Wood che in taluni casi potrebbe risolvere alcuni problemi difensivi e offensivi con il suo atletismo.
La forma fisica di alcuni non è sembrata ottimale, il gioco di movimento è dispendioso e abbiamo finito per pagare dazio già in tre OT quest’anno e qualche altra gara punto a punto, ci vuole più compattezza…
Deve anche trovare la quadra sul perimetro contro squadre come Cleveland che tirano bene dall’arco, rischiamo troppo spesso di collassare schiacciandoci nel pitturato e un passaggio, un cambio gioco, un semplice blocco alto (per non conceder magari il pick and roll sul cambio) o un rimbalzo offensivo, innescano possibilità pericolose.
E’ il gioco ma bisogna riuscire a dar più fastidio e lui deve realizzare la tensiostuttura difensiva.
Per il resto nulla da eccepire con il materiale che ha in mano, anzi, la squadra perde pochi palloni in attacco, è ordinata e discretamente mobile, usa buone spaziature (qui potremmo parlare d’interpreti magari) e sfrutta bene i fast break.
 
Classifica Giocatori
 
 15^ A. Harrison: 5,25 – Spedito ai Greensboro Swarm non sta facendo male in D-League, richiamato da Cho per l’ultima partita dell’anno ha toccato il campo nel garbage time, ma l’ultimo voto l’ha preso alla diciottesima contro Detroit.
Al momento e probabilmente non solo, totalmente marginale.

Harrison in una buona prestazione agli Swarm.

 
 
14^ C. Wood: 5,5 – L’altro giocatore spedito a Greensboro. Storia parallela a quella di Harrison.
Buone prestazioni nella squadra affiliata, richiamato anch’esso a Charlotte per l’ultima sfida a Cleveland non ha visto il parquet per essere in inactive list.
Su di lui avrei scommesso di più, anche perché i nostri lunghi ultimamente sono tutti in difficoltà.
 
13^ B. Roberts: 5,75 – Visto altre quattro volte in questo break, ha mantenuto il suo livello, purtroppo scarso.
Contro Boston non ha approfittato dell’assenza di Walker per entrare dalla panchina e dar vita a una partita che lo riabilitasse agli occhi di Clifford.
Anche lui ai margini come i due precedenti descritti, comunque sempre presente.
 
12^ F. Kaminsky: 5,85 – Mai avrei pensato di trovarlo così basso, ma i dati parlano chiaro; il suo minutaggio è aumentato di 3,8 a partita ma al tiro dal campo è calato del 3,1% (37,9 attuale), in più ha un 5,9% in meno al tiro da tre, sceso dal 33,7% al 27,8% (con anche diversi open falliti) e quest’ultimo dato si sta rivelando un problema per Charlotte che dopo Belinelli ha nel Tank un’unità base tra le riserve.
Il tiro libero è sceso leggermente, mentre i rimbalzi sono saliti dello 0,6% (4,7 a partita).
I punti sono saliti a 10,3 contro i 7,5 a partita dello scorso anno. A prescindere dalle statistiche la difesa è ancora scarna.
 
11^ R. Hibbert: 5,98 – Sceso sotto la sufficienza, purtroppo non è certo il Roy d’Indiana, ultimamente si sforza di rientrare più velocemente sulle transizioni avversarie, ma in genere la velocità e la mobilità non sono le sue armi principali.
Non è nemmeno un ninja nel controllo della palla, ha uno 0,8 di turnover a gara contro lo 0,9 dello scorso anno ai Lakers quando tuttavia giocava molti più minuti.
Con 15,6 a partita l’ex gialloviola sta segnando 5 punti esatti a partita, totalizza inoltre 3,7 rimbalzi e 1,1 stoppata a partita.
Tira con il 49% dal campo ma è quasi corpo estraneo all’attacco soventemente, quando può giocare più lentamente e in vecchio stile non fa male, dietro però la sua verticalità non basta, non è il protector rim che Clifford sperava d’avere.
L’atletismo imperante di alcuni avversari lo rende inefficace in diverse occasioni perché poco aggressivo e “troppo pulito” a volte, anche perché quando commette fallo si nota…
 
10^ R. Sessions: 6,01 – Ramon invece passa dall’insufficienza alla sufficienza ma per Charlotte, nonostante alcune discrete partite (in ripresa dopo l’avvio di stagione drammatico) contro Dallas e Orlando in casa soprattutto, è comunque come se fosse una Cinquecento a confronto di una Ferrari se paragonato con Lin. Come lui è uno stakanovista e per ora è l’unico Calabrone ad aver disputato tutte le partite programmate.
Gli Hornets hanno risparmiato dall’addio del mercenario Lin, ma l’uomo di Myrtle Beach sta segnando 6,4 punti a partita, smistando 2,9 assist, tirando con il 38,5% dal campo (che include un pessimo 29,5% da tre), il che lo dava come uno dei giocatori “più peggiorati” (passatemi l’americanata) dell’intera NBA rispetto allo scorso anno, quando a Washington giocava qualche minuto in più ma sfiorava con 9,9 pt. i 10 di media. Ramon gioca tentando d’incunearsi spesso nelle difese avversarie, alla Lin, ma l’efficacia e la velocità non sono le stesse, guadagna anche qualche FT e dalla lunetta per fortuna le percentuali sono in aumento.
Vedremo come proseguirà la stagione, ma che il cambio non fosse favorevole era già evidente sin dall’estate.
 
 9^ T. Graham: 6,12 – Difficile dire qualcosa su di lui perché come i primi due della classifica gioca poco ma lo fa con più qualità mostrando un buon tiro da tre (4/6).
2,4 i punti di media in 7,4 minuti sul parquet, si potrebbe rivedere qualche volta in più…

Intervista (in inglese) a Graham.

 
8^ M. Williams: 6:12 – Altro giocatore in lieve risalita dopo un inizio abbastanza scostante.
Rientrato in gara 22 contro Detroit, ha preso l’ultima insufficienza contro Washington in gara 26, poi si è sempre guadagnato la pagnotta sebbene il suo 38,9% dal campo non sia eccezionale per aprire spazi per i compagni.
Da tre punti tira con il 35,5% che paradossalmente è meglio se paragonato a tiro da due con le relative difficoltà.
Dall’11,7 è sceso al 10,3 nella statistica punti rispetto lo scorso anno, inoltre l’anno scorso dava una stoppata a partita, quest’anno è fermo allo 0,4 e i rimbalzi sono scesi dal 6,3 al 5,4 attuale mostrando probabilmente una preparazione fisica meno esplosiva dello scorso anno.
 
7^ J. Lamb: 6,13 – Lamb rimane davanti a Williams e Graham ma scende terribilmente nei voti.
La partenza prologo sprint di Jeremy (5 gare a 6,70 di media) coincide con il super avvio dello scorso anno, purtroppo il seguito dell’opera se non è da tragedia greca è stato di scarso livello. Quest’anno sta tirando con il 45,4% al posto del 45,1 dell’anno precedente, le altre statistiche sono in saliscendi, su ai tiri libero (82,6% al posto del 72,7% dell’anno precedente), giù al tiro da tre punti (23,5%), su negli assist e giù lievemente nelle stoppate, giù ma in senso positivo, leggerissimamente anche nei turnover. A lui si chiede di segnare e mette 9,0 punti a partita, certo… poi sta a Clifford trovare un equilibrio difensivo, anche perché le sue rubate si sono dimezzate dallo 0,6 a gara allo 0,3…
 
6^ S. Hawes: 6,19 – Ha giocato poco nelle ultime gare.
Da presenza fisa si è trasformato a sporadica apparizione.
Si è visto con continuità sino a gara 21, poi Zeller e Hibbert in buona salute hanno dato la forma delle sue terga alla panchina. Sceso dello 0,11 nei voti anche a causa dell’incostanza sul parquet, ha mostrato un buon gancetto dal pitturato e un’aumentata fluidità nonché confidenza in questo tipo di situazioni.
Se non è in serata però meglio correre ai ripari e toglierlo quasi immediatamente, vedi Boston e la sua insistenza al tiro…
Il 216 cm di Seattle sta segnando 6,3 punti a match in 15,7 minuti a partita.
47,4% dal campo e 80,0% ai liberi, 3,8 rimbalzi, 1,6 assist e 0,6 blocchi a partita.
In alcune gare per me dovrebbe passare davanti a Hibbert nelle rotazioni, quando ci vuole più energia o in attacco si ha bisogno di dare più profondità alla manovra può sempre trovare una soluzione nel passaggio o alla conclusione, cosa che Roy ha meno nelle sue corde.
Nota negativa, come per altri, anche lui è sceso tanto nella conclusione da fuori l’arco, attualmente spara con un 24,2 dal 37,3 dello scorso anno, il che potrebbe voler dire (non credendo sia diventato improvvisamente inabile) che l’anno scorso tirava più comodamente sugli scarichi e che il gioco di Charlotte avrebbe bisogno di altri piccoli grimaldelli oltre a Walker…
 
 5^ C. Zeller: 6,33 – Scende leggermente dello 0,06 nei miei voti, roba da poco ma conferma le difficoltà dei nostri lunghi.
Anche se ha messo su più massa e si fa rispettare di più su qualche contatto, specialmente quelli offensivi dove ora può segnare tiri che prima non avrebbe messo, in difesa è leggerino, nel senso di battibile, questo rende anche lui un lungo incompleto sebbene sia il migliore di Charlotte nel reparto al momento.
Nella notte di ieri Thompson l’ha battuto più volte.
Le nostre due vittorie “più belle” del periodo sono coincise con sue due ottime prestazioni, così come le vittorie migliori dalla uno alla diciassette, spesso portavano pagelle alte a Cody, il quale comunque anche nei voti rimane nella top five. 131 i tiri finiti nel secchio su 220 tentativi, un 59,5% dal campo che lo aiuta a prender buoni voti, pick and roll, dunk in copertura o senza, infilate…
Cody avanti gira bene attorno Batum o Walker e ormai schiaccia con una certa frequenza d’autorità, collezionando diversi poster da appendere poi nella sua cameretta.
Il 65,1% dalla lunetta è rivedibile perché sta tirando con il 13% in meno dello scorso anno, tuttavia gioca dispendiosamente.
6,2 rimbalzi, 1,1 stoppate, spende 3,2 falli a partita in 26,1 sul parquet che gli valgono 10,7 punti dal campo (+2 punti a partita rispetto al finale dello scorso anno)…
 
 4° M. Belinelli: 6,34 – Marco sorpassa Cody di un’unghia aumentando di 0,08 il suo voto complessivo.
Le sue serate migliori sono arrivate nella sfida a Dallas, nella seconda contro Detroit e soprattutto ad Atlanta, quando con tre bombe non certo semplici da far esplodere nella retina degli Hawks, nella parte finale della gara, è stato superlativo e ha aiutato Charlotte a vincere una gara senza di lui persa senza dubbio.
Anche a lui come Lamb si chiede di segnare, complessivamente però, nonostante qualche disattenzione nei back-door difensivi e una difesa troppo pulita a volte, lo valuto meglio rispetto a Jeremy sia complessivamente sia difensivamente. Il 45,7% dal campo è un numero che sta a indicare (al momento) la sua miglior stagione al tiro, inferiore solo a quella del primo anno a San Antonio, il 45,3% da tre invece batte anche quella stagione con gli Spurs e ripaga la fiducia di Jordan che lo voleva come tiratore.
Evidentemente MJ gli ha dato degli stimoli in più e lui da sesto uomo si sente calato perfettamente nell’importante parte.
Deve aiutare a realizzare, solo così Charlotte ha speranze di portare a casa vittorie avendo perso gente come Lin e Jefferson in grado di portare punti in altra maniera.
Tira con l’86,3% dalla lunetta (molto alto) e questo lo sta aiutando a realizzare 11,0 punti di media.
Per sfortuna un infortunio alla caviglia, dopo essere entrato per pochi minuti sul parquet contro i Bulls, lo sta tenendo lontano dal campo nelle ultime gare.

 
 3^ M. Kidd-Gilchrist: 6,39 – Michael perde solo lo 0,01 del voto complessivo rispetto al precedente.
In queste ultime 17 partite nel voto è andato sotto solo due volte, entrambe con Cleveland, dove la sua fisicità al cospetto di James è paragonabile a un Mercurio contro il Sole.
LBJ finisce sempre per inghiottirlo.
Avessimo altre armi valide potrebbe stare Marvin Williams su James provando a dirottare MKG, comunque sempre miglior difensore degli Hornets, uno strallo difensivo a protezione dei lunghi alberi maestri sotto canestro.
Spesso ho premiato la sua dedizione difensiva, anche se i risultati sono altalenanti, non sempre l’efficacia è stata quella di due anni fa e quella intravista lo scorso.
Michael, al contrario di Belinelli e Lamb, è uno specialista difensivo (MKG Security vi dice nulla?); recupera 6,9 rimbalzi a partita, dei quali 1,9 vengono dalle tabelle offensive, ruba 0,8 palloni a partita (statistica migliorata rispetto al passato), da una stoppata di media a partita (anche questa statistica è nettamente migliorata) e ha diminuito i turnover a 0,8 a match.
E’ sceso un po’ al tiro, durante le prime giornate aveva preso diverse stoppate, ma ora sembra attaccare meglio il ferro e proteggere di più il pallone, tutto sommato il 44,8% con cui tira dal campo è buono.
Gioca 29,2 minuti a partita e sta segnando di media 9,1 punti contro il 12,7 dello scorso anno ma a prescindere dall’attacco c’è bisogno di ancor più difesa da parte sua per abbassare i punteggi delle avversarie e arginare le numerose ali in grado di colpire da tre punti sul perimetro, lì deve essere bravo ad accorciare e a dar fastidio ancora di più.
 
2^ N. Batum: 6,57 – Il francese fa registrare un’impennata di 0,29 nella media complessiva voti figlia di tante buone prestazioni. Con un 7 ha svoltato il primo dicembre e poi non è mai sceso sotto la sufficienza inanellando una serie di buone performance, scemate solo un po’ durante le 4 trasferte consecutive perse. Sta riempendo tabellini non fini a se stessi, ma è giocatore in grado di smistare assist veri e lumeggiare la tela di Clifford fatta da brevi o larghe spaziature, pick and roll, passaggi in transizioni, cambi gioco e passaggi schiacciati con angolazione ottimale l’hanno portato a salire a 5,9 assist (diciannovesimo nella NBA) a partita (l’anno scorso si fermò a 5,8) giocando 34,7 minuti (ventiduesimo nella lega) a partita contro i 35 dello scorso anno.
7,6 rimbalzi, 1,2 steal, 82,0% dalla lunetta e 40,5% dal campo a partita.
Troppo spesso a inizio stagione commetteva numerosi turnover, ma ora, grazie a una scelta più oculata e a una forma ritrovata, è sceso anche rispetto allo scorso anno, quando concedeva 2,9 TOV a partita, ora si assesta su un 2,4…
I 14,7 a partita che sta segnando sono quasi in linea con il 14,9 dello scorso anno.
Piccolo difetto, personalmente mi sembra un po’ calato in pressione, nonostante le steal siano buone, nelle stoppate è sceso da 0,6 a 0,4, tiene una distanza media dall’avversario per non farsi passare, talvolta l’attaccante riesce a batterlo con il tiro nonostante alzi magari il braccio per interrompere il contatto visivo del canestro all’offendente.

Una carrellata di assist di Batum tra la 17 e la 34^.

 
 1^ K. Walker: 6,95 – Media pazzesca.
Scende dello 0,05 ma è un risultato assurdo.
Se c’è un fenomeno a Charlotte è lui a prescindere dai 37 punti realizzati contro Cleveland nella notte.
Ha steccato solo la partita con Indiana e avrebbe dovuto far di più a Brooklyn ma porta nelle casse degli Hornets 22,7 punti e da quando è in NBA non aveva mai raggiunto queste vette.
Si sta dedicando meno alla parte difensiva; rimbalzi, rubate ed eventuali stoppate, i turnover con 2,2 sono in linea con la sua carriera.
Non è uomo assist di prima grandezza; smista 5,4 palloni a sera, però sta tirando con il 40,7% da tre punti e dal campo il suo 46,2 è un ottimo dato per un play.
Il ball handling e la velocità, uniti a un sempre più perfetto controllo del corpo con il quale può decidere di cambiare ritmo e direzione impercettibilmente anche per tentare le sue sortite con layup verso canestro, ne fanno la sedicesima minaccia dell’intera NBA (tra i marcatori).
Punto debole la difesa.
E’ migliorato dagli albori in divisa Bobcats ma se si deve sobbarcare il peso dell’attacco, tra crossover, cambi di velocità, direzione, comprese schermature alte per tentativi da tre punti, risulta meno efficace, nonostante qualche volta sia abilissimo a piazzarsi fuori dal semicerchio e a subire sfondamenti utili a portare a casa fischi a favore di Charlotte.
La speranza è che continui così ma magari vedendo un gioco più equilibrato.
L’unico proveniente dalla Queen City, con possibilità di andare all’All-Star game nella Big Easy come Walker Charlotte Ranger.
 
Ora… guardando il cielo notturno buio non vedo le fasmate (le immagini che compongono le nuvole per l’effetto delle luce) che potrebbero dare forma a “romantici” vaghi e vacui pensieri sulla prossima Charlotte, al momento la realtà dice che dobbiamo ancora lottare per emergere, quindi la parola d’ordine per fare la differenza sarà tenacia, la quale potrebbe sopperire a carenze e aiutarci a vincere più partite punto a punto o negli OT.
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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.