Il paradosso di Fermi e mercato fermo.

Nulla di clamoroso sotto il sole di Charlotte.

Nel 1950 in New Mexico si discuteva l’esistenza di forme di vita aliene, uno scienziato passato alla storia, Enrico Fermi, si chiedeva data l’immensità della nostra Via Lattea, della nostra galassia, come mai non avessimo ancora incontrato forme di vita aliene in grado di comunicare o di arrivare sulla terra.

Ci sono? Dove sono?

Esopianeti solidi e non gassosi ce ne sono molti, ma nessuno si è mai fatto vivo, quindi la domanda è: “Dove sono finiti tutti?”

Trattasi del paradosso di Fermi.

Se sostituissimo i pianeti con i big della NBA potremmo chiederci la stessa cosa.

Perché non arrivano sul pianeta Charlotte?

Sappiamo che esistono in questo caso gli alieni del basket ma forse la Queen City, nonostante il miglioramento recente, gli scorsi playoffs giocati, un presidente iconico che per sua stessa ammissione però non ha super poteri nel portare a Charlotte giocatori più interessati alla carta verde o a essere inseriti immediatamente in una contender, insieme a Cho dichiarò di voler migliorare la squadra per entrare nelle prime quattro a Est non stanno attuando tuttavia il piano che i tifosi si aspettano che avrebbe previsto almeno con un acquisto pesante per dimostrarsi più solidi, anche in ottica vetrina All-Star Game al momento il mercato non è eclatante, all’altezza delle premesse, ma potrebbe essere stato ancora una volta centrato. Solo in campo potrà dare una risposta.

Dwight Howard si è piazzato ad Atlanta a cifre inferiori a quella prospettate in avvio di mercato, Horford è a Boston a rinforzare una concorrente a Est mentre “noi”, dopo aver messo sotto contratto lo svalutato Hibbert (scommessa di Cho) per 5 milioni, abbiamo rinnovato ufficialmente Marvin Williams (che percepirà circa 12,25 mil. quest’anno), ricordato Brian Roberts come terza PG al minimo salariale per un veterano e aggiunto Ramon Sessions (al posto di Lin) per 6 milioni, abbiamo perso Troy Daniels, il quale con una sign and trade si è recato a Memphis.

L’anno scorso tirò con il 48,4% da tre punti (59/122) con 242 punti totali scendendo in campo 43 volte.

Gli Hornets in cambio ricevono denaro e una trade exception disponibile per un anno.

Ci si aspettava qualcosa di meglio rispetto al passo successivo compiuto dalla franchigia, ovvero mettere sotto contratto per due anni Christian Wood, una PF impegnata nella Summer League con Philadelphia.

Christian Wood accolto dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

Christian Wood accolto dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

Personalmente avrei tentato prima, ad esempio, per uno Speights finito ai Clippers per cifre modeste.

Wood, nato il 27/9/1995, l’anno scorso giocò anche in 17 partite per i 76ers in Regular Season, realizzando di media 3,6 punti e catturando 2,2 rimbalzi in 8,5 minuti a partita.

Il prodotto di UNLV andrà a rinforzare un reparto lunghi che ora presenta numerosi elementi quali Hibbert, Zeller, M. Williams, Kaminsky, Hawes (gli Hornets hanno manifestato l’intenzione di cederlo), Hansbrough (dovesse essere rifirmato) e lo stesso Wood che porta a sette il numero di ali grandi e centri.

https://www.youtube.com/watch?v=Hyt5McHmIKg

https://www.youtube.com/watch?v=EJ2A350X_nE

Sopra, la sua diesamina prima d’entrare in NBA e delle azioni personali con i Sixers lo scorso anno.

Cho sostanzialmente sta puntellando e sta inserendo tasselli per il gioco di Clifford, la domanda è se basterà, se la qualità sarà sufficiente a sopperire eventuali gap tecnici o fisici contro altri team che paiono rinforzati, se il gioco di Clifford non sarà ormai troppo prevedibile per altre squadre. Certo, ogni titolare garantisce una sua peculiare specialità o più di una, se Kemba porta punti, Batum sforna assist oltre che punti, MKG porta rimbalzi ed energia, Williams potrebbe portare pioggia di triple e se Hibbert tornasse quello di due anni fa avremmo anche un centro difensivo. Perso Al Jefferson (ricordiamo ai Pacers) avremmo probabilmente una dimensione in meno sotto canestro.

L'attuale roster al 15 luglio 2016.

L’attuale roster al 15 luglio 2016.

Il mercato non è terminato ma si è molto affievolito, dopo aver firmato prioritariamente Batum fino al 2020/21 con una player option sull’ultimo anno e con un salario crescente (guadagnerà dai 20,86 milioni quest’anno sino ai 27,13 nell’ultimo) qualcosa potrebbe essere provato anche dalla Summer League dove Aaron Harrison punta a tornare nel roster ufficiale per la Regular Season degli Hornets, ed effettivamente ha un contratto in essere di 874,636 $ con la franchigia di MJ.

Lui è stato la chiave per la prima vittoria degli Hornets alla Summer League di Orlando.

Charlotte ha terminato giocando gara 5 all’Amway Center contro i Mavericks esattamente una settimana fa (l’8 luglio) perdendo 92-97, concludendo con un record di 2-3.

Ramon Galloway ha segnato 25 punti con 9/13 dal campo (compreso un 2/4 da tre pt.), Harrison invece non ha giocato l’ultima sfida finendo con 14,3 punti di media la sua esperienza estiva seguito da Brandon Paul con 12,2 punti, da De Shaun Thomas con 11,4 e da Mike Tobey con 10,0. Joseph Uchebo (una sola gara) ha catturato 8 rimbalzi, di media segue ancora Tobey con 6,8, mentre con 3,5 Harrison è stato il miglior uomo assist per Charlotte.

Ecco la classifica finale a Orlando:

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.