Dinwiddie et impera

No, non è successo nulla di grave (per quello ci pensano già quelli che si credono i padroni del mondo e proprietari del vapore oltre le persone che per imitazione vi assomigliano), non è una quasi semi-citazione latina che qualcuno attribuisce a Filippo II di Macedonia ma è semplicemente un motto benaugurante (solo in questo caso) sull’arrivo di Dinwiddie.

Spencer Dinwiddie è un nuovo volto degli Charlotte Hornets.

La combo-guard ex Mavericks, è approdata in quello che sta divenendo un affollato backcourt a Charlotte.

Mentre Steph Curry, uno dei migliori in casa Hornets la scorsa stagione, è ancora free agent, prima è stato aggiunto Sexton, poi Connaughton, infine, prima di Dinwiddie, Charlotte ha voluto optare per riportare indietro Tre Mann che insieme a LaMelo Ball (se sano), daranno imprevedibilità al pacchetto arretrato.

Dinwiddie era uno dei due FA Mavs (l’altro é Exum) e con la firma di D’Angelo Russell per i texani e il contemporaneo disinteresse della franchigia per Spencer, gli Hornets si sono accaparrati un giocatore che potrebbe essere utile nel corso di una lunga stagione.

Vasilije Micic, invece, tornato momentaneamente soltanto sulla carta, è stato prontamente dirottato a Milwaukee.

Spencer Dinwiddie porta esperienza, doti di visione nel passaggio e caratteristiche tecniche utili in attacco che non tutto il pacchetto arretrato ha, quindi una discreta capacità realizzativa.

Dinwiddie, nella sua ultima season, ha messo a referto 11,0 punti di media, 4,4 assist e catturato 2,6 rimbalzi in 27 minuti si media per 79 partite giocate.

Nel frattempo, un ruolo solo un po’ più in là… la società e Josh Okogie si sono accordati per rimandare il matrimonio e “rimanere in dubbio”.

Il suo contratto avrebbe dovuto esser garantito un paio di giorni fa ma la società si è messa d’accordo con il giocatore per spostare la data nella quale il suo contratto da 7,7 milioni diventerebbe garantito.

La scadenza è stata quindi posticipata per il 15 luglio.

Okogie, che è un’ala piccola, potrebbe essere molto utile difensivamente agli Hornets ma bisognerà vedere con il roster al completo quanti posti resteranno.

Se per qualche motivo gli Hornets non avessero abbastanza posti nel roster potrebbe arrivare sul mercato dei FA un po’ tardivamente, a quel punto si potrebbe svincolare o magari la società potrebbe pensare ad una sign and trade per arrivare ad un lungo visto che la ipotetica rifirma posticipata oggi è stata concessa per dare più flessibilità alla franchigia.

Josh ha giocato 16 partite con gli Hornets la scorsa stagione dopo essere stato acquisito tramite uno scambio dai Phoenix Suns segnando una media di 8,9 punti, 2,7 rimbalzi e 1,3 assist, tirando con il 38% dal campo e il 32% da tre.

Intanto gli Hornets hanno diramato il roster per la Summer League del quale farà parte anche il figlio di Dennis Rodman: James Banks III, Damion Baugh, PJ Hall, Dajuan Harris Jr., Sion James, Ryan Kalkbrenner, Kon Knueppel, Liam McNeeley, Jamiya Neal, Josh Oduro, DJ Rodman, Tidjane Salaün, KJ Simpson, Jaylen Sims, MJ Walker Jr.

Connaughton, Mann…

Potrebbe essere il solito sogno illusorio o magari l’alba di un giorno migliore sul pianeta dei Calabroni.
Se a Charlotte riuscissero a completare l’opera (leggi roster) per essere finalmente competitivi…

Gli Hornets continuano a muoversi sul mercato.

Charlotte acquisisce dai Milwaukee Bucks Pat Connaughton per acquisire ulteriormente tiro da oltre l’arco ed esperienza oltre due seconde scelte (2031 e 2032) in cambio di praticamente nulla, ovvero, Vasilije Micic (non per mancare di rispetto al giocatore ma perché a Charlotte non sarebbe comunque rimasto di sicuro) girato ai Cervi dopo essere stato recentemente riacquisito da Phoenix.

Arriva anche la rifirma di Tre Mann, 24 milioni complessivi per tre anni.

Mason Plumlee è stato firmato per un anno a 3,63 milioni e al momento insieme a Diabaté forma la coppia di centri dopo la partenza di Nurkic e Mark Williams.

Miles Bridges potrebbe rimanere o partire, ancora potremmo avere delle sorprese in questo strano movimentato inizio scoppiettante di mercato.

Di sicuro lì avanti serve qualcosa in più anche per aprire spazi in attacco…

Riassunto recente

Gli Charlotte Hornets probabilmente avevano bisogno di volti nuovi.

Dal Draft NBA 2025 sono uscite, per la prima volta nella storia della franchigia del North Carolina ben quattro scelte.

Non tutti saranno ovviamente inseriti massicciamente in rotazione ma presumibilmente qualcuno andrà a far gavetta agli Swarm, franchigia gemella.

Così Kon Knueppel (n. 4 assoluto), Liam McNeeley (n. 29), Sion James (n. 33) e Ryan Kalkbrenner (n. 34) hanno mostrato le maglie della loro nuova squadra dopo la conferenza stampa tenutasi venerdì pomeriggio a South End.

Ogni giocatore porta con sé un bagaglio di abilità unico che la squadra spera possa contribuire a migliorare rispetto alla stagione da 63 sconfitte dello scorso anno.

Knueppel (ala piccola di Duke nata il 3 agosto 2005), nome emerso negli ultimi giorni pre-Draft, è stato preferito ad Ace Bailey, finito poi ai Jazz.

Kon porta con sé buone doti per l’attacco ma molti analisti lo vedono ancora lacunoso in difesa, tuttavia, il 40,6% nel tiro da tre punti ottenuto la scorsa annata con i Diavoli Blu potrebbe aver convinto la dirigenza Hornets a dargli fiducia.

Denominatore comune, infatti, soprattutto nelle prime tre scelte, è la capacità di tiro.

Knueppel è stato acclamato come il miglior tiratore da tre punti di questo draft, mentre McNeeley e James hanno entrambi dimostrato una certa abilità anche oltre l’arco.

La filosofia dell’allenatore Charles Lee è sempre orientata quindi alla visione bostoniana da titolo (quando era assistente allenatore) poiché esso afferma che questo apre molte opportunità in attacco per questa squadra…

“È estremamente entusiasmante”, ha detto Lee. “Siamo migliorati moltissimo sotto molti aspetti… stiamo aggiungendo un po’ di tiro, un po’ di QI… il playbook si amplia notevolmente man mano che continuano a crescere”.

Lee ha anche sottolineato un’altra caratteristica chiave che questa squadra vede in tutti e quattro i giocatori scelti al draft.

“La cosa più importante che aggiungeranno al nostro gruppo è la competitività”, ha detto Lee.

“Il duro lavoro, la consapevolezza che non verrà loro regalato nulla fin dal primo giorno. Dovranno guadagnarselo, dovranno lavorare sodo. Sono determinati a farlo”.

Liam McNeeley e Ryan Kalkbrenner hanno giocato rispettivamente a UConn e Creighton, il primo è nato il 10 ottobre 2005 ed è un’altra ala piccola di 201 cm, il secondo è nato il 17 gennaio 2002 e potrebbe spiccare per le sue caratteristiche difensive.

A Charlotte è dal 2021-22 che non si registra una stagione vincente e i playoff mancano da 9 anni, dal 2016.

Sicuramente da soli non andranno lontano ed è per questo che gli Hornets stanno smuovendo il roster.

Cosa sia rimasto della mentalità tenace degli Hornets 1.0 è difficile dirlo, qualcuno ha definito la leadership di Ball come tossica, Miles Bridges ha avuto i problemi che tutti sappiamo anche se sul parquet spesso si è dimostrato uno di quelli più duri a morire ma da solo non ha potuto bastare.

Quanto tutte le sconfitte degli ultimi tre anni possano avere inciso sul morale dei giocatori che li hanno attraversati è difficile dirsi, è qualcosa che li tocca più o meno a livello personale.

E’ una questione però che la dirigenza non dovrebbe ignorare oltre agli aspetti contrattuali e tecnici/atletici.

La prima operazione comunque è stata, appunto, quella di mandare a Phoenix, il buon centrone Mark Williams con il quale ormai il rapporto era divenuto strano se non deteriorato in termini di fiducia dopo lo scambio mancato con i Lakers, in cambio è rientrato Vasa Micic, il quale probabilmente tornerà a giocare in Europa o Israele (contatti con Tel Aviv), oppure troverà un altro team NBA, più una prima scelta 2029 più uno scambio di scelte al secondo giro per il prossimo anno nella quale la più favorevole andrà alla squadra dell’Arizona.


La seconda mossa è stata quella di smantellare il reparto centri, con Gibson ormai prossimo al ritiro (rimarrà probabilmente Diabaté, gran cuore ma diversi limiti) privandosi di Jusuf Nurkic che torna a giocare ad Ovest, questa volta a Salt Lake City con i Jazz.

Il bosniaco ha visto Charlotte solo per qualche mese ma francamente, nonostante dei buoni fondamentali, non ha lasciato il segno, troppo lento e poco atletico così Charlotte è riuscita a portare a casa, oltre ad una seconda scelta 2030, Collin Sexton, 18,4 punti la scorsa stagione…

Per Charlotte si tratta di un bel colpo, l’ex Cavs e Jazz al momento parrebbe essere il secondo di LaMelo con Tre Mann che potrebbe rimanere o partire non avendo un contratto garantito per il 2025/26, come Gibson e Seth Curry, per il quale spero Charlotte spenda qualcosa per rinnovarlo.

L’idea, oltre ad avere un giocatore d’esperienza affermato che aumenterà i punti nella casella di Charlotte e potrà sopperire alle eventuali assenze del n° 1 di Charlotte, potrebbe anche quella di portare un po’ più di imprevedibile small ball in certi moment ma non è da escludere che i pezzi da 90 come LaMelo Ball e Miles Bridges possano anche partire, circondati da qualche spinta e rumor anche se Peterson, il GM, butta acqua sul fuoco dicendo che non ha alcuna intenzione di fare nulla di drastico per cambiare le cose.

“Non credo”, ha detto Peterson. “Al momento, no. Ma ripeto, devo sempre essere strategico e valutare ogni aspetto, quindi, se mi capita qualcosa, devo prenderla in considerazione”.

Servono veterani, giocatori dinamici e “buoni”… cosa accadrà difficile a dirsi, i fan di Charlotte sperano di vivere finalmente un’annata felice dopo tante stagioni tormentate da infortuni, scelte terribili, problemi assortiti e risultati orrendi anche se personalmente sono scettico, eppur qualcosa si sta muovendo…

L’estate è giovane ma i  giocatori scelti al draft da Charlotte scenderanno sul parquet nella NBA Summer League il mese prossimo a Las Vegas.

Charlotte giocherà l’11 luglio proprio contro Utah, il 12 luglio contro Philadelphia, il 14 luglio Vs Dallas mentre l’ultima avversaria sarà San Antonio il 17 luglio.

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Baugh hired, Wong fired

Non ho fatto nemmeno – personalmente – in tempo a scriverlo, esposto a lavoro e impegno della partita notturna che ha già esordito più velocemente di un lampo ma ieri il  presidente delle operazioni di mercato Jeff Peterson ha annunciato che la franchigia ha firmato un contratto a due vie con la guardia Damion Baugh.

Damion Baugh a Orlando.

Baugh è apparso in 35 partite (20 da titolare) questa stagione con i Westchester Knicks, affiliata della NBA G League di New York, registrando 12,8 punti, 5,7 rimbalzi, 8,1 assist e 1,7 palle rubate a partita e vincendo il G League Winter Showcase 2024.

In 72 uscite (30 da titolare) in due stagioni della G League con i Westchester e i South Bay Lakers, affiliata di Los Angeles, Baugh ha registrato 12,3 punti, 5,1 rimbalzi, 5,4 assist e 1,6 palle rubate, nella notte, segnando 16 punti è già sopra la media personale in G-League.

Originario di Nashville, Tennesseee, Baugh ha giocato due stagioni all’Università di Memphis prima di trascorrere i suoi ultimi due anni alla Texas Christian University, dove è arrivato terzo nella Big 12 in assist a partita (5,8) e si è guadagnato un premio All-Big 12 Second Team come senior nel 2022-23.

A fargli posto (dispiace perché simpatico e giocatore sufficiente ma carente in fase difensiva per via del fisico minuto) è l’altro two-way Isaiah Wong.

Isaiah Wong nell’ultima partita con i Magic.

Gli Hornets hanno, infatti, rinunciato al giocatore bidirezionale Isaiah Wong secondo un comunicato stampa della franchigia.

Wong è apparso in 20 partite con gli Hornets questa stagione, con una media di 6,0 punti, 1,6 rimbalzi e 1,4 assist in 13,3 minuti a partita.

Wong, che è apparso anche in sei partite della G-League questa stagione, aveva firmato un contratto bidirezionale con gli Hornets il 2 dicembre.

In quel momento, ha accettato un accordo biennale che copriva la stagione 2025/26 e il resto del ’24/25.

Charlotte però ha modificato il suo roster negli ultimi giorni promuovendo Moussa Diabaté da un contratto two-way a un contratto standard nello scorso fine settimana.

Gli Hornets hanno quindi poi firmato Damion Baugh con un contratto bidirezionale mercoledì.

A causa dei numerosi infortuni ai giocatori chiave, Wong aveva trovato parecchio spazio apparendo in 10 partite dal 22 gennaio.

Ha giocato 16 minuti mercoledì contro Orlando e ha segnato sette punti.

Stava giocando per la squadra della G-League dello Utah, i Salt Lake City Stars, quando gli Hornets gli hanno offerto un contratto.

Rimane un posto in two-way ma con la pausa All-Star in arrivo, non c’è bisogno immediato per gli Hornets di riempire il posto a due vie, inoltre il mistero Mark Williams si infittisce poiché non è ancora stato visto con la squadra (sarà uno dei due famosi leocorni della canzone?) con gli Hornets che hanno presentato un ricorso alla NBA mentre Dalton Knetch, il giocatore dei Lakers che avrebbe dovuto passare a Charlotte è tornato a giocare con i gialloviola e nella intervista è apparso molto diplomatico dicendo comunque di essere felice di essere tornato nel gruppo della squadra californiana.

In casa Charlotte, invece, il nuovo centro Nurkic ha fatto intendere in una dichiarazione un po’ amara verso la sue ex squadra (Phoenix) che a Charlotte è stimato mentre in Arizona non lo era più.

In un’intervista a metà partita, Nurkic ha rilasciato un’osservazione: “Come giocatore, vuoi sentirti desiderato. Come essere umano, voglio sentirmi rispettato. Penso di trovarmi finora qui, finora bene. Amo questi ragazzi. Stanno gareggiando come matti”. 

Purtroppo gli Hornets sono scesi ad un 13-39 alla pausa All-Star Game e si trovano quartultimi nell’intera NBA con Uta a mezza partita dopo l’ultima vittoria ma se il piano è aumentare le palline per il Draft, i Jazz dovrebbero scavalcare gli Hornets in un piano non certo edificante o emozionante da mettere in atto.

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To the Los Angeles and back

Lo stato degli Hornets.

Clamoroso al Cibali avrebbero detto una volta ma non siamo a Catania, bensì a Los Angeles dove, secondo l’entourage medico dei Lakers, Mark Williams non avrebbe passato le visite mediche di rito.

Mark quindi torna a Charlotte che avrà ora quattro centri con l’aggiunta di Nurkic e un Diabaté vicino al massimo di 50 partite giocabili con il two-way, dovrebbero mancargliene 7.

Annullata quindi unilateralmente dai Lakers la trade, Knetch e Reddish tornano in giallovila e Mark in purple & teal…

In un mercato dove anche il pluri- acciaccato James Wiseman ha cambiato casacca trovando nuova casa, difficile dire se abbia ragione Charlotte o il ragazzo sia stato tenuto su con i cerotti, di fatto Mark chiuderà questa stagione, almeno, a Charlotte.

NBA, il colpo di scena: Williams non passa le visite mediche, i Lakers annullano la trade | Sky Sport

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La neofilia della SF

Forse qualcuno si sarà chiesto, riferendosi al titolo, a cosa si riferisse SF, ovviamente non sta né per Scuderia Ferrari, né per Street Fighter tantomeno per San Francisco ma per small forward poiché gli Hornets pare stiano facendo collezione di ali piccole da Josh Green in poi.

La neofilia, ovvero il bisogno di avere sempre costanti novità intesa come nell’accezione peggiore della situazione, porta il tifoso a disaffezionarsi poiché vede i pezzi migliori partire (c’è uno svuotamento materiale ma anche affettivo), distrugge i progetti che Charlotte puntualmente tenta di costruire e poi smantella nel giro di qualche anno smentendosi, spesso accortasi di aver sbagliato scelte ma dato che tutto è permeato da variabili, a qualcuno in società non è mai venuto in mente che dopo anni di insuccessi, forse un po’ di mea culpa per l’incompetenza ci starebbe?

La stagione non ha più nulla da dire ma i tifosi si augurano comunque di vedere aumentare lo striminzito record di 12 vittorie in 28 partite che ha portato gli Hornets a livello di una vittoria ogni 4 partite parametrandosi sulle due annate precedenti.

Difficile farlo se si vendono però sempre i pezzi migliori.

Mark Williams, dichiarato incedibile in estate insieme a Ball e Miller (gli unici tre) è stato spedito ai Lakers in cambio di Dalton Knetch e Cam Reddish oltre ad una scelta non protetta nel 2031 e uno scambio di scelte nel 2030 ma forse i fan si saranno suicidati tutti prima…

In estate è arrivato Josh Green che sta giocando come ala piccola e oltre a Cody Martin ancora in roster e il nuovo arrivato Josh Okogie, ecco i due nuovi provenienti da LAL ad affollare il roster.

La voglia di nuovo nel ruolo sembra qualcosa di follemente demenziale, sia perché vi è un affollamento nel settore, sia perché Mark Williams è andato via per un cencio.

Intendiamoci, Mark Williams ha giocato le ultime partite in chiaroscuro con poca voglia e senza Ball a innescarlo ha mostrato parecchi limiti offensivi quando deve fare da solo compresi quelli sotto canestro dove non sa difendere la palla con il suo ottimo fisico e spesso finisce per esporla e perderla in maniera banale.

Sicuramente però questa stagione Mark Williams ha giocato alcune delle migliori partite della sua carriera e sembrava dover essere un pezzo fondamentale a lungo termine della franchigia.

Nelle sue ultime nove partite, Williams ha avuto una media di 21,6 punti, 12,9 rimbalzi, 3,2 assist e 1,7 stoppate a partita anche se quei numeri vogliono dire poco se non lo si osserva in partita su ambo i fronti e su come ha ottenuto quei punti.

Sicuramente i Lakers mettono insieme per l’oggi il pezzo mancante del mosaico perché Doncic e LeBron apriranno spazi a Williams che è ciò che il treccioluto giocatore gradisce di più.

Gli Hornets con Knetch acquisiscono un discreto tiratore, un rookie anomalo di 24 anni che può crescere e ha già un massimo in carriera di 37 punti.

Gli Hornets hanno acquisito anche Cam Reddish, altro giocatore alla Okogie orientato alla difesa e a proposito di defense gli Hornets sono rimasti con un solo centro sotto contratto, ovvero il prossimo al ritiro, ovvero Taj Gibson.

C’è anche Moussa Diabaté ma l’ex Clippers ha ancora un contratto two-way.

Mark Williams era stato criticato nell’ intervallo dal commentatore degli Hornets Terrence Oglesby per non aver mostrato alcuno sforzo contro i Washington Wizards. “Va bene quando i tiri vengono sbagliati, va bene quando si fanno errori ma se c’è almeno impegno, posso conviverci. Mark Williams ha messo insieme un primo tempo che non ho mai visto da un centro titolare a livello NBA… È stato così scarso dal punto di vista dell’impegno oggi che hanno dovuto toglierlo dalla marcatura di un centro sulla via del tramonto come Jonas Valanciunas, e poi ha concesso tre punti open ai tiratori avversari perché non si stava dando da fare per contestare i tre. Lo sforzo deve essere migliore. Potresti essere sotto di 23 punti, qualsiasi cosa… Questa squadra dei Washington Wizards è ultima in attacco e difesa e ti stanno battendo di 23 punti sul tuo campo perché non hai voglia di muoverti. È pazzesco. Mark Williams, se diventerai il centro di una franchigia in cui hanno investito e hanno pianificato che tu fossi un elemento fondamentale di ciò che faranno in futuro, quello sforzo è inaccettabile.”

Guardando la partita sottoscrivo tutto, sacrosante parole ma un altro mea culpa dovrebbero farlo i proprietari che in questi anni hanno gestito la franchigia, incapaci di trovare feeling ed appeal per portare giocatori già affermati a Charlotte non volendo spendere più del necessario e affidandosi a progetti sisifiani di ricostruzione, si spinge il masso in cima e lo si fa rotolare nel burrone, lo si riprende e lo si riporta in cima per continuare il ciclo eterno senza andare davvero da nessuna parte…

Peterson si è agglutinato e sembra diventato un Presti a lunga gittata che accumula scelte (o capi come tristemente vengono chiamate anche) da qui al 2031, una strategia che può piacere o no e potrebbe anche portare qualche benefit se la franchigia si regolarizzasse, ciò non toglie che a Charlotte aspettano di vincere una serie di playoff dal 2002 e visti gli infortuni di questi anni non è detto che l’unica strategia che pare percorribile low cost sia anche di successo.

Tornando a Williams (un punto a favore di Peterson è che potrebbe essere un giocatore con una presenza limitata per via degli acciacchi avuti in questi anni, un classico injury prone diciamo nonostante la giovane età) ha cominciato a vagare per il campo come fosse un fantasma per poi fare il suo nel secondo tempo a livello numerico poiché ha messo a segno 23 punti (7/12 FG), 14 rimbalzi, 2 assist, 1 palla rubata e 1 stoppata tuttavia, la sua prestazione difensiva è stata insufficiente, concludendo la partita con un punteggio difensivo di 112,6…

La sua prestazione in quella che è finita per essere l’ultima partita della sua carriera con gli Hornets è stata molto peggiore.

Contro i Milwaukee Bucks, ha messo a segno 6 punti (2/8 FG),catturato  5 rimbalzi e smistato 2 assist, concludendo la partita con un punteggio difensivo di 126,4.

Ora la palla passa ai Lakers e dovrà migliorare se vuole evitare critiche feroci.

Ai fan Hornets comunque rimane l’amarezza perché la contropartita può essere vista da alcuni come interessante ma il potenziale di un Williams motivato nelle sue migliori serate è stato sminuito e il giocatore svenduto e credo si sarebbe potuto ottenere qualche contropartita migliore vagliando l’interesse di altre squadre.

Agli Hornets resta Knetch, nato a fargo, la più popolosa città dello sperduto North Dakota, sperduti anche i fan di Charlotte che non vedono fine al peggio…

Rimangono meno di 6 ore alla fine del mercato, pare che Denver e Milwaukee siano interessate a Cody Martin, in fondo dovesse partire sarebbe neofilia, troppo vecchio per restare e troppe immagini di insuccessi con lui in questi anni (ovviamente non per causa sua) ma i signori che gestiscono la franchigia se fossero seri e non solo businessman dovrebbero vendere la franchigia perché ci meritiamo di meglio, il coma farmacologico ha un limite temporale che è stato ampiamente superato ormai…

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Charlotte Women’s Basketball Returns to a Parallel Universe

Un tempo Charlotte oltre agli Hornets, vantava una squadra femminile nella lega parallela, la WNBA, in attività ancor oggi ma per i fan della squadra composta da donne nella Queen City il tempo si è fermato nel 2006 quando la franchigia è stata smembrata in seguito al fallimento economico della stessa.

Le Charlotte Sting resistettero nell’universo parallelo dal 1997 al 2006 giungendo in un’occasione anche alle finali WNBA poi il lato oscuro economico dei Bobcats che erano stata la nuova franchigia maschile data dalla NBA a Charlotte, si intrecciò nella persona di Robert Louis Johnson con l’universo femminile non più sostenibile secondo i contabili della società e la franchigia (da purple and teal divenuta arancioblu) collassò.

Oggi però sembra che una nuova squadra di basket femminile professionistica stia arrivando Nella Buzz City.

La squadra, che al momento non ha un nome è chiamata momentaneamente di default: “UpShot Charlotte” e farà parte della neonata UpShot League.

Il club di Charlotte sarà uno dei quattro team originali della lega (come fu uno degli 8 originali della WNBA) insieme a Greensboro, Savannah e Jacksonville.

I fan avranno l’opportunità di dare un nome alla squadra e potranno inviare i loro suggerimenti qui: Name The Team – Upshot Charlotte

Ogni squadra della UpShot League giocherà 40 partite di stagione regolare (20 in casa e altrettante in trasferta).

La squadra di Charlotte giocherà le sue partite casalinghe al Bojangles Coliseum.

E’ stata la Zawyer Sports a portare la nuova franchigia alla Queen City, aggiungendola da un elenco di proprietà che includeva già i Charlotte Checkers e i Gastonia Ghost Peppers tra le altre squadre.

Charlotte giocherà la sua prima partita a maggio 2026.

“Siamo più che entusiasti di poter lanciare questa lega e fornire un’altra piattaforma di qualità per le donne per continuare a far parte dello sport che amano, che si tratti di giocatrici in campo o di membri dello staff nell’ufficio principale”, ha affermato Andy Kaufmann, CEO di Zawyer Sports.

Gli sport professionistici femminili hanno visto un’impennata di popolarità negli ultimi anni e sono spuntate nuove squadre e leghe, anche a Charlotte.

La lega avrà sede a Jacksonville in Florida, dove ha sede Zawyer Sports & Entertainment.

Gli abbonamenti partiranno da 44 dollari a posto.

Le squadre indosseranno maglie vintage durante la stagione inaugurale come omaggio alla storia del basket femminile.   

Non sarà la lega maggiora ma almeno a Charlotte ci sarà la possibilità di andare a vedere anche una partita di basket femminile.

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DrammaticHornets

Prima di entrare nel breve merito sui perché la squadra vada male, direi che si potrebbe tranquillamente riassumere con questa “parabola”, questa storia poco edificane che fa capire come, nonostante MJ non sia più l’azionista di maggioranza, le decisioni prese siano spesso stupide, potrei citare l’aver mantenuto Miles Bridges, pagato e aspettato giocatori rotti o aver investito su un coach novello che ha perso i filo della squadra che a dicembre si è sgretolata.
Dispiace scriverlo amando questa franchigia ma credo qui esista un ambiente malsano e si vada anche aldilà dei risultati sportivi e del “rispetto” guadagnato sul parquet.
La squadra NBA professionistica Charlotte Hornets ha rilasciato delle scuse a un giovane fan dopo che su internet li ha criticati per aver recuperato un regalo di Natale (PlayStation 5) che avevano dato ad un bambino davanti alle telecamere durante uno sketch natalizio.
L’incidente è avvenuto durante uno sketch a tema natalizio durante l’intervallo del 16 dicembre 2024, nel mezzo di una partita di basket tra i Philadelphia 76ers e gli Charlotte Hornets.
Molti giovani tifosi sono stati chiamati a scendere in campo accanto alle cheerleader e alla mascotte della squadra.
In uno di quegli sketch discutibili e cinicamente “divertenti”, una donna ha poi letto le lettere di Natale dei bambini per Babbo Natale e ha distribuito loro dei regali in base ai loro desideri.
Un bambino in particolare, che si è impegnato molto per ottenere buoni voti a scuola, voleva una PlayStation 5 per Natale.
Gli è stata, appunto, consegnata l’agognata console davanti alle telecamere ed era visibilmente estasiato quando gli è stata consegnata la PlayStation 5.
Tuttavia dopo lo sketch, i dirigenti hanno ripreso il regalo di Natale appena ricevuto dal bambino e lo hanno sostituito con una maglia, secondo Kotaku.
L’utente online che ha pubblicato il video ha spiegato che le cheerleader e le altre persone coinvolte nello sketch dell’intervallo erano confuse sul motivo per cui la console veniva restituita.
Apparentemente lo zio del bambino sapeva che sarebbe stata restituita, ma non è stato in grado di farglielo sapere.
Molte persone che hanno scoperto questa restituzione non erano contente che una franchigia che vale miliardi di dollari abbia risparmiato per fare bella figura con uno sketch illudendo su un regalo di Natale, un bambino.
La cosa è andata particolarmente male perché oltretutto il regalo è stato dato al bambino davanti alle telecamere.
Apparentemente lo zio del bambino doveva comunicare al nipote che la PlayStation 5 sarebbe stata ripresa per informare il nipote su cosa sarebbe successo al suo regalo di Natale, ha scritto The Guardian.
Alexei Phillips ha detto che tutti allo stadio pensavano che suo nipote avrebbe tenuto la console, comprese le cheerleader, i ballerini e tutti gli altri.
Ha detto che probabilmente pensavano fosse uno scherzo finché non lo é diventato davvero ma al contrario, di cattivo gusto.
Il siparietto, si è difeso l’entourage, “non ha colto nel segno”.
Sicuramente è stato il risultato di cattive decisioni e scarsa comunicazione con le persone coinvolte.
La franchigia si è scusata con le persone coinvolte, aggiungendo che al ragazzo verrà data una console PlayStation 5 che potrà effettivamente tenere, insieme a un’esperienza VIP per una partita futura, secondo il Times of India, sperando questa volta si avveri…
Per quanto riguarda il parquet i risultati parlano chiaro, gli Charlotte Hornets quest’annata sono davvero osceni.
Hanno perso tredici volte  sulle ultime 14 uscite e non sembra esserci luce in fondo al tunnel.
Recentemente hanno perso nella capitale contro i Washington Wizards che erano 3-21 prima di  affrontare Charlotte, la quale tornerà stasera proprio a giocare a Washington sperando di rompere la striscia di 5 sconfitte consecutive.
Gli Hornets mantengono una parvenza di competitività per un po’, però sono sempre più inconsistenti al tiro e questo è un dato chiave che fa perdere le partite.
Questo è diventato il tema ricorrente delle ultime settimane.
Gli Hornets non riescono proprio a mettere la palla nel canestro nonostante contro i Maghi abbiano tentato ben 106 tiri realizzandone solamente 43 con 8 triple incluse…
Contributo fondamentale ale sconfitte poi è una difesa che non riesce a fermare nessun attacco avversario quando conta, hanno subito 123 punti a Washington, il massimo che i Wizards hanno segnato da quando hanno perso contro gli Spurs 139-130 a metà novembre…
Una falla dopo l’altra…
LaMelo Ball (al quale una sua uscita involontaria sul mondo omosessuale non era uscita proprio benissimo dopo una partita contro Milwaukee) ha concluso con 34 punti e 13 assist, il che sembra davvero buono, ma ha tentato 32 tiri per arrivare a quei 34 punti e ne ha realizzati solo 11.
È uscito da un infortunio e dai cancelli sparando e sbagliando provando nove tentativi da 3 punti nel primo quarto in nove minuti nonostante ne abbia realizzati solo due.
Il problema è che nonostante il miglioramento iniziale non è Steph Curry e i tiri molto contestati dal palleggio sono difficili per lui e per il resto della squadra che spesso è costretta a prenderli così.
Inoltre in partite dove si aveva presumibilmente un vantaggio nel pitturato la squadra ha ricalcato sempre lo stesso copione preferendo andare da fuori dove è stata pessima.
Gli Hornets sono il tipo frustrante di pessima squadra che trova nuovi continui modi per fallire regolarmente.
Il ritmo sfrenato a inizio stagione gli ha fatto commettere TO che sono costati partite, oggi che il ritmo è sceso e a tratti pare più controllato, l’attacco pare slegato, sconnesso e nessuno riesce a prendersi un tiro decente. 
In questo sfacelo, ovviamente la mano del coach non può essere ignorata e i soliti comodi alibi sugli infortuni avevano già un cartello segnaletico d’avviso.
La verità è che, small market sì, ma da quando è tornato il basket professionistico in città, ben 20 anni fa, i fan di Charlotte non hanno mai visto la loro squadra passare il primo turno playoff, sono andati 3 volte ai playoff mentre gli Charlotte Hornets originali ci sono andati 3 volte nelle ultime tre stagioni giocate in North Carolina (1999/00, 2000/01 e 2001/02) passando le ultime due volte anche il primo turno, ad oggi tutti aspettano dai Draft il Messia ma i proprietari della squadra non rendendosi conto della situazione (pensando solo a far soldi) hanno mai voluto investire oltre (Rozier non aveva tutti i torti sul discorso mentalità) e questi sono i risultati che stanno ammazzando la passione dei più irriducibili fan ma c’è di peggio come la storia del bambino…

 

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Stagione finita per Grant Williams

L’ala – centro degli Charlotte Hornets Grant Williams salterà il resto della stagione a causa di un grave infortunio al ginocchio destro subito verso la fine della partita contro i Bucks persa a Milwaukee per 119-1125.

Williams si è rotto il legamento crociato anteriore, il menisco e altri legamenti in un’azione durante la quale è andato a canestro con 3:52 rimasti sul cronometro, secondo ESPN.

In stagione Williams stava aiutando i Calabroni con numeri di media in doppia cifra:

10,4 punti e poi 5,1 rimbalzi e 2,3 assist in 16 partite partendo dalla panchina ma con sette inserimenti in starting five per via degli altri infortuni in reparto.

È uno dei sei giocatori che segnano in doppia cifra per gli Hornets (6-10).

Williams, che compirà 26 anni il 30 novembre, era stato scelto dai dai Boston Celtics nel 2019.

Gli Hornets lo hanno acquisito in uno scambio con i Dallas Mavericks a febbraio.

Nella sua carriera, Williams ha una media di 7,2 punti, 3,7 rimbalzi e 1,5 assist in 380 partite (108 da titolare) con le tre squadre.

Purtroppo per lui e per Charlotte, pare che sia abbastanza sicuro, Grant dovrebbe saltare ormai l’intera stagione lasciando un reparto lunghi ancora più sguarnito.

Stanotte va in scena la partita casalinga contro Orlando, un rematch “impossibile” per gli Hornets seguendo logica vedendo questa lista infortunati


ma Ball, Miller e gli altri Calabroni tenteranno comunque di mantenere alte le buone recenti prestazioni casalinghe.

Per i Magic out solamente Paolo Banchero, in dubbio Wendell Carter Jr.

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5 names

Steve Clifford, il coach degli Hornets, qualche giorno fa, aveva annunciato che non sarebbe stato più l’allenatore di Charlotte per la prossima stagione pur rimanendo nel franchise con un differente ruolo.
Charlotte si sta guardando intorno prendendo di mira i migliori giovani assistenti noti per lo sviluppo dei giocatori.
Potrebbe essere un indizio sul fatto che Charlotte voglia costruire un roster in buona parte giovane sul quale puntare?
Tutto può essere ora che il roster degli Hornets pare essere un magma bollente pronto ad eruttare e spargere i suoi pezzi oltre la bocca del vulcano, da un possibile disastro a una forza dirompente, tutto è possibile.
Di sicuro spero che gli Hornets riescano a costruire un roster equilibrato dove il talento dei giovani si fonda con l’esperienza di qualche buon elemento più anziano, il che porterebbe giovamento senza trascurare l’aspetto atletico e l’intensità del gioco, altri fattori fondamentali oggi, altresì come la difesa, aspetto nel quale Charlotte dovrà assolutamente migliorarsi con dei ritocchi per essere competitiva.
Puntare comunque su un giovane coach per trovare un osmosi psichica con la squadra e poi lavorare tutti insieme con un’unione di intenti per far partire ciò che vuole essere un nuovo progetto è una buona soluzione per spazzare via anni di recenti delusioni e dare un’aria nuova all’ambiente.
Non va dimenticato però che a Charlotte i playoff mancano da 8 anni ed anche se la squadra sarà in parte nuova, l’obiettivo minimo per la prossima stagione dovrebbe essere quello per non ripiombare in un voglio ma non posso, talvolta in siamo belli ma inconcludenti…
Tornando al discorso coach, gli Hornets hanno già ottenuto il permesso di parlare con quattro assistenti allenatori, riferisce Adrian Wojnarowski di ESPN, e altri nomi sono stati lanciati.
È presto, ma ecco alcuni (cinque) nomi da tenere d’occhio saranno questi:
David Adelman (Denver Nuggets)

Figlio del leggendario allenatore Rick Adelman, il giovane Adelman è stato un allenatore concentrato sullo sviluppo dei giocatori a livello NBA per 13 anni.

Ha trascorso una stagione con gli Orlando Magic, ma dal 2017 è stato con i Denver Nuggets, diventando capo allenatore associato e ricevendo elogi da Nikola Jokic mentre faceva parte della squadra che ha vinto un anello la scorsa stagione.

La scorsa estate ha fatto un colloquio per il lavoro di capo allenatore di Toronto.

 

Jordi Fernández (Sacramento Kings)

Fernandez ha già un’estate impegnativa davanti a sé come capo allenatore di una squadra nazionale canadese diretta alle Olimpiadi di Parigi (Shai Gilgeous-Alexander, forse Jamal Murray, Dillon Brooks, RJ Barrett e altri nomi NBA).

Fernandez ha allenato il Canada vincendo la medaglia di bronzo alla Coppa del Mondo FIBA la scorsa estate.

Anche Fernandez faceva parte dello staff di Denver, ma lo ha lasciato per diventare capo allenatore associato a Sacramento e ha un paio d’anni di esperienza come capo allenatore della G-League con i Canton Charge.

Ha preso parte al processo di colloquio per diversi posti vacanti di capo allenatore negli ultimi due anni.

 

Charles Lee (Boston Celtics)

Lee è assistente NBA ormai da un decennio, la maggior parte del tempo sotto Mike Budenholzer, prima ad Atlanta e poi seguendolo a Milwaukee, dove Lee faceva parte dello staff del campionato NBA 2021.

Lee è un ragazzo che è stato visto in giro per la lega come possibile capo allenatore per un po’, ha preso parte a diversi colloqui per questo.

Quando Budenholzer fu licenziato la scorsa estate, i Celtics assunsero Lee come assistente principale di Joe Mazzulla a Boston.

Lee fece già un colloquio per il lavoro negli Hornets quando assunsero Kenny Atkinson (ma la cosa andò in pezzi e all’improvviso gli Hornets chiamarono Clifford).

 

Chris Quinn (Miami Heat)

Quinn è un altro nome che da anni cerca lavoro come capo allenatore.

Ha il curriculum: un ex giocatore NBA che ha trascorso gli ultimi dieci anni a Miami imparando sotto (probabilmente) il miglior allenatore del gioco, Erik Spoelstra.

Quinn è stato il responsabile dello sviluppo dei giocatori per un franchise noto per ottenere il massimo dai giovani giocatori, questo è un enorme vantaggio.

 

Kevin Young (Phoenix Suns)

Young è stato uno dei finalisti per il lavoro dei Suns quando Phoenix ha portato Frank Vogel e con ciò ha ribaltato lo staff tecnico ad eccezione del molto rispettato e benvoluto Young (che secondo quanto riferito è l’assistente più pagato del campionato). Ha esperienza come capo allenatore a livello di G-League e inoltre è stato assistente principale ora nello staff di Monty Williams e Vogel: è una persona che molte persone del front office in tutta la lega pensano meriti la sua possibilità.

Chiunque diventerà il prossimo allenatore a Charlotte assumerà la guida di una squadra in ricostruzione che dovrebbe avere buoni innesti dal Draft e dal mercato con talenti come Brandon Miller e in teoria LaMelo Ball se riconfermato (gli Hornets per ora non lo mettono in discussione) per via dei dubbi sulla sua salute fisica.

 

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Curry family

Seth Curry impegnato fuori dal campo.

Articolo tratto da Roderick Boone del Charlotte Observer:

In un raro momento di tranquillità, trascorso nel suo lussuoso armadietto dopo la loro speciale relazione di famiglia a San Francisco il mese scorso, Steph Curry ha riflettuto sul futuro.

Sapendo che Golden State non aveva ancora fatto la sua visita annuale in Carolina, la star degli Warriors e il figliol prodigo locale non potevano fare a meno di pensare a come sarebbe stato quando si sarebbero finalmente incontrati in città per il match tra Golden State Warriors e Charlotte Hornets.

Seth indossava una divisa viola e verde acqua dopo lo scambio con Dallas. “Probabilmente è molto simile a quando venne tenuta per mio padre quella cerimonia in un intervallo in cui onorarono lui e la sua carriera”, ha detto Curry al The Observer. “Tutti tranne Seth erano lì perché stava giocando da qualche altra parte. Era il 2016. Ad esempio, quello era il momento per noi di celebrare quella che è stata la carriera di mio padre, e ora ha passato il testimone a me e Seth. E mia madre era lì. Ovviamente adesso ci sono dinamiche diverse ma avremo quel tipo di riferimento solo perché ogni volta che torno a casa è fantastico e mi diverto. Adoro giocare in quell’arena, vedere molti volti familiari, e ora aggiungi entrambi i Curry, ora sono in inferiorità numerica ma è bello.”

Ricorda però: questi sono gli Hornets e nulla sembra mai andare secondo i piani, certamente non qualcosa di propriamente ed eccessivamente felice.

Quindi, con Seth fuori per il resto della stagione (come Ball, M. Williams e Cody Martin), e impossibilitato a partecipare alla partita (persa da Charlotte 115-97 contro Golden State) ne ha approfittato per unirsi a suo padre – Dell Curry, e l’altro commentatore Eric Collins – per commentare su Bally Sports Southeast prestando servizio come analista ospite durante una parte del secondo trimestre.

“È stato bello, è stato bello”, ha detto in seguito Seth a The Observer.

“Ovviamente non sto giocando, quindi è stato bello uscire, lasciare che le persone entrassero un po’ nella mia mente, parlando della squadra e facendo parte del game in qualche modo.”

L’inclusione di Seth nella trasmissione ha quasi lasciato Dell senza parole.

“È stato un momento surreale. Averlo a giocare qui e non poterlo veder giocare, ma avere la cosa migliore, farlo parlare di suo fratello che cresce.”

Due icone “Hornets” in tempi, modi e città differenti, ieri sera, prima della partita a scherzare.

È stata una notte speciale.

Steph, 23 punti.

Niente di spettacolare ma il suo team ha vinto e capisci perché sono davvero un’ottima squadra in trasferta.

Nascosto appena fuori dal tunnel più vicino alla panchina degli Hornets, Seth ha offerto la sua prospettiva unica su una varietà di argomenti.

Il principale tra questi era la sua salute, che descriveva in dettaglio il suo infortunio e la riabilitazione per la prima volta dalla caduta del 1° marzo a Philadelphia.

“È dura, è stata brutta”, ha detto Seth, che ha segnato una media di 9 punti, 2 rimbalzi e 1,8 assist in otto partite con gli Hornets, tirando con il 44,1% dal campo e con il 32,1% oltre l’arco.

“È uno dei peggiori infortuni alla caviglia che puoi avere. Ci vorrà un po’ di tempo, ma sto solo lavorando sul mio corpo, cercando di farlo bene il più velocemente possibile. Ed è un processo, quindi sto solo cercando di diventare il più bravo possibile, seguire i passaggi e attenermi alla mia riabilitazione con i medici e con quello che gli allenatori mi dicono di fare.”

I compiti dell’analista Curry includevano fornire informazioni su alcuni Hornets mentre facevano il loro lavoro in campo.

Ha anche analizzato i problemi dei Warriors e ciò che stanno affrontando poiché lui, proprio come Dell, guarda molte azioni del Golden State su NBA League Pass.

Tuttavia, le storie più succose riguardavano la rivalità tra fratelli e fratelli maggiori.

Seth ha spiegato quanto Steph lo abbia influenzato, rendendolo il suo più grande fan. Anche durante i giorni in cui litigavano in giardino o l’anno in cui giocavano insieme a basket al Charlotte Christian e Dell era assistente allenatore.

Ha raccontato storie e ricordato i bei vecchi tempi, spiegando come Steph di solito avesse la meglio su di lui quando si allacciavano le scarpe da ginnastica, anche se è il migliore dei due nei videogiochi e negli scacchi.

Quindi il fratello maggiore è geloso del fatto che Seth debba andare in TV con papà?

E Seth stava dicendo la verità sulle imprese di Steph in altre attività oltre al basket? “Entrambe sono vere”, ha detto Steph con una risata.

“È vero. Adesso sta cercando di recuperare anche sul campo da golf. È migliorato molto là fuori. Dovrò tornare indietro e ascoltarlo di sicuro per vedere com’era l’energia in trasmissione. Questo è figo. Sono là fuori sul pavimento e quei due ragazzi stanno parlando. Quindi, piuttosto speciale. E senza alcun abbellimento.”

“Seth non manca mai di fiducia”, ha detto Dell.

“Non so se la gente sa questo di lui. Era altrettanto fiducioso – forse di più – di Steph da piccolo ma avevano sempre battaglie accese, che si trattasse di videogiochi, di scacchi, sicuramente di partite uno contro uno in giardino. Quindi, penso che sia stato anche un divertimento”.

Se per Seth c’è in programma un potenziale incarico come analista, probabilmente ci vorranno ancora un paio d’anni.

Almeno così dovrebbe essere, visti i pensieri dei suoi attuali compagni di squadra e dei membri dello staff tecnico degli Hornets.

Nella sua breve permanenza con gli Hornets, Seth è stato più importante di quanto si possa pensare.

“Guarda, è un giocatore prezioso, prezioso”, ha detto l’allenatore Steve Clifford.

“Aiuta anche il semplice fatto di essere in viaggio, il semplice fatto di essere in giro. Parlare con i ragazzi più giovani. Aspetto. Mi mostrerà delle cose e voglio dire che è un drogato di basket. È molto esperto ed è ancora un giocatore davvero prezioso.

“Solo il suo QI, la sua coerenza”, ha detto Miles Bridges.

“Sai sempre cosa otterrai da Seth. Sento che è quello che ci manca in questo momento. Almeno collaborare con Dell ha permesso a Seth di sorridere finalmente per la prima volta dopo molto tempo.

“Ha un lavoro divertente”, ha detto Seth.

“Sono sicuro che sia dura a volte quando è ovviamente di parte nei confronti degli Hornets, ma vuole che Steph giochi bene, vuole che io giochi bene. Quindi è un bel lavoro e lui ha fatto un ottimo lavoro da quando siamo entrati in campionato e questa è sempre una serata divertente per la nostra famiglia, per i fan e tutto il resto. Quindi è stata un’altra giornata di successo.”

Soprattutto, considerando la folla di spettatori che riempiva l’arena più di 90 minuti prima della palla a due, cercando di dare un’occhiata al prodotto della città natale che ha infiammato l’NBA e cambiato la direzione di questo sport con la sua gamma.

Le maglie n. 30 del Golden State erano più numerose di qualsiasi altra cosa e molte indugiarono dopo il cicalino finale, segnalando un’altra attesa di mesi fino alla prossima visita di Steph.

“Gli ho chiesto prima della partita: ‘Questa è la maggior parte delle persone che sono state nel bowl così presto prima dell’inizio della partita in tutta la stagione'”, ha detto Dell.

“E io ho pensato, ‘Cavolo, è ancora pazzesco.”

Ha detto che è stato così ovunque vadano in tournée, perché penso che le persone, non sanno per quanto tempo giocherà e saranno in grado di vederlo. Quindi escono ancora così.

“Tutti lo stanno tirando. Dal momento in cui arriva in qualunque città sia fino a quando se ne va ma capisce che questo fa parte delle cose, del lavoro, del suo marchio, e lo gestisce con classe e cerca di dare a tutti qualcosa.”

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Ball out & standing

Per Ball la stagione sembra essere ufficialmente conclusa.

Gli Charlotte Hornets sono stati matematicamente attualmente eliminati dalla corsa ai playoff con un record di 18-54 nella Eastern Conference occupando la tredicesima posizione quando mancano 9 partite al termine di questa travagliata stagione.
La squadra ha recentemente annunciato che il playmaker All-Star LaMelo Ball sarà assente per il resto della stagione mentre continua a riprendersi da un infortunio alla caviglia.
L’ultima uscita di Ball risale alla sfida persa nettamente il 26 gennaio contro gli Houston Rockets secondo Shams Charania di The Athletic and Stadium.
Ball sta continuando la riabilitazione e le sue cifre medie per il 2023/24 sarebbero di: 23,9 punti, 5,1 rimbalzi e 8,0 assist in 22 partite, ottima media punti ma scarsissima presenza.
Adrian Wojnarowski, insider NBA senior di ESPN, aveva anche condiviso: “La guardia dei Charlotte Hornets LaMelo Ball – che ha saltato 29 partite consecutive per un infortunio alla caviglia – rimarrà fuori per le ultime due settimane della stagione, dice la squadra”.
Ora che il nuovo gruppo dirigenziale sta decidendo il da farsi e Ball non sembra essere parte cedibile, ci si augura che su di lui venga fatta un’attenta e accurata valutazione poiché, firmando un’estensione massima dopo i cinque anni da rookie con la squadra, i Calabroni non si possono permettere di avere un giocatore a mezzo servizio.
Ball ha giocato e mancato rispettivamente nelle sue prime 4 stagioni NBA:
2020/21: 51               31
2021/22: 75                 7
2022/23: 36               46
2023/24: 22               60
per un totale di 328 ipotetiche partite possibili, di cui giocate 184, mancate 144, un po’ troppo per una squadra come Charlotte che attualmente non ha molto altro su cui contare…
I nuovi proprietari hanno promesso di portare Charlotte in pochi anni ai vertici ma per ora sono parole mentre le classifiche strizzano l’occhio ad un possibile e volontario tanking da parte di Charlotte per aumentare le possibilità di andare a recuperare un’altra delle prime scelte future al prossimo Draft giacché, se Detroit e Washington difficilmente supereranno i Calabroni, San Antonio e Portland sono in linea con gli Hornets…
Certamente i fan si augurano che da qui alla fine, anche viste le prossime 6 sfide casalinghe, si possa giungere almeno a 20/21 vittorie ma in questa fase le squadre che non hanno più nulla da chiedere mirano a non vincere a tutti i costi, in quest’ottica, chiaramente non si rischia Ball, il cui valore è indubbio al contrario delle sue reali condizioni fisiche, salute che affligge anche il centro titolare Mark Williams, ormai dato fuori sino al primo ottobre…