Poku O.G.M.

CHARLOTTE, Carolina del Nord (AP) –

Gli Charlotte Hornets hanno ingaggiato l’attaccante free agent Aleksej Pokusevski, la 17esima scelta assoluta nel draft NBA 2020.

I termini dell’accordo non sono stati rilasciati.

Pokusevski è apparso in 150 partite con 65 presenze in quattro stagioni con gli Oklahoma City Thunder, segnando una media di 7,5 punti, 4,7 rimbalzi e 2,0 assist in 20,6 minuti a partita, tuttavia, il suo tempo di gioco è diminuito con Pokusevski che ha giocato solo 10 partite in questa stagione per i Thunder, con una media di 1,2 punti e 1,0 rimbalzi in 6,0 minuti.

Con il roster a 15 giocatori probabilmente sarà Marques Bolden a lasciar posto all’ex Thunder, giacché il suo contratto da 10 giorni non credo sarà rinnovato visto il suo inutilizzo durante queste partite.

Per ciò che riguarda la ricerca (O.sservazione G.eneral M.anager), i nomi papabili al momento si restringono, Matt Lloyd dei T.Wolves è tra i “nomi principali” da tenere d’occhio mentre gli Hornets cercano un nuovo capo responsabile delle operazioni di mercato, riferisce Marc Stein nel suo ultimo articolo su Substack.
Lloyd è il vicepresidente senior delle operazioni di basket sotto Tim Connelly in Minnesota.
È stato uno dei primi assunti di Connelly nel 2022, dopo aver precedentemente prestato servizio nel front office di Orlando come assistente direttore generale, direttore generale ad interim e vicepresidente delle operazioni di basket.
Lloyd ha avuto anche un lungo periodo nel front office dei Bulls all’inizio della sua carriera.
Mentre Kupchak continua a fungere come GM sulle operazioni da mandare in porto a tema mercato (vedi la fresca acquisizione di “Poku”) mentre la squadra cerca il suo sostituto, l’aspettativa è che a Charlotte venga assunto il nuovo GM entro la fine della stagione regolare.
Stein nomina anche il direttore generale dei Pelicans Trajan Langdon e l’assistente GM dei Nets Jeff Peterson come contendenti “principali” per il posto da GM agli Hornets. Sia Langdon che Peterson erano stati identificati come candidati in numerosi rapporti precedenti, con Rod Boone del Charlotte Observer che si riferiva a Langdon come uno dei potenziali favoriti.
Langdon è il secondo dirigente del front office di New Orleans sotto David Griffin e in passato è stato collegato ad altri incarichi di direttore generale.
Langdon si ritirò dalla ricerca del front office dei Kings in seguito all’interesse iniziale di Sacramento nel 2020 e fece un colloquio per il miglior lavoro dei Wizards nel 2023. Secondo Stein, si ritiene che i Nets abbiano un forte interesse a mantenere Peterson come luogotenente di punta sotto Sean Marks e potrebbero offrirgli una promozione e/o un aumento, come riportato in precedenza.
Peterson era nel front office di Atlanta quando uno dei nuovi comproprietari degli Hornets, Rick Schnall, faceva parte del gruppo di proprietà degli Hawks.
Il direttore generale dei Sixers, Elton Brand, è stato nominato come un altro possibile favorito per la posizione degli Hornets ma un rapporto di due settimane fa indicava che avrebbe preferito rimanere a Philadelphia piuttosto che prendere il posto di vertice a Charlotte.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Sconvolt Hornets

P.J. Washington cambia team per la prima volta in carriera.

Nonostante il pezzo più pregiato, Miles Bridges, abbia voluto rimanere (aveva il diritto di veto per via del contratto firmato in estate) a Charlotte per non perdere probabilmente i Bird Right, la faccia degli Hornets dopo gli scambi risulta leggermente sconvolta.

L’ala di Charlotte, reduce da 86 punti in 2 partite, dopo aver mandato a male la relazione con l’ex compagna, in estate sarà agente libero, vedremo se opterà per sondare le offerte di un mercato che per lui potrebbe esser più ricco viste le prestazioni sul parquet, ma anche incerto viste le sue pendenze con la giustizia o vorrà percorrere con la società che tanto sta ringraziando la via di un sign and trade, sempre che Charlotte non voglia riconfermarlo a cifre più alte.

Nel frattempo, si è chiuso il mercato e Lowry è rimasto sullo stomaco agli Hornets.

Per lui probabilmente si opterà per un taglio con un buyout, d’altra parte Charlotte si libererà di quasi 30 milioni di stipendio per nulla…

Ehi Miami, c’è qualcuno lì?

Ricordati comunque il favore…

Charlotte è uscita con un volto completamente modificato perché i visi noti di Hayward e P.J. Washington non saranno più avvistati in città se non da futuri avversari.

Non servivano spie o sibille per conoscere il fatto che Charlotte stesse cercando gli accordi più vantaggiosi per mandarli altrove, d’altro canto il progetto non ha funzionato ed era ormai normale si percorresse la via dello smantellamento per cercare di formare una squadra, un gruppo nuovo che abbia più successo di quello recente.

Nel marasma generale degli scambi NBA ecco che Hayward è finito a Oklahoma City in cambio di Tre Mann, Vasilije Micic e David Bertans oltre a due seconde scelte, una dal prossimo Draft 2024 e l’altra dal successivo, 2025.

P.J. Washington, invece, è stato girato a Dallas per Grant Williams e il figliol prodigo Seth Curry che torna a Charlotte per la prima volta come giocatore e personalmente credo sia una delle poche note liete dell’anno, essendo un estimatore del padre Dell Curry che ora lo commenterà in partita, peccato solo per essere arrivato in una stagione tragica.

Detto che Bouknight sarà lasciato partire, i costi dei contratti degli Hornets per i futuri giocatori saranno; Mann percepirà intorno ai 4,9 milioni il prossimo anno, Bertans scenderà a 16 milioni, Grant Williams sarà sui 13 milioni mentre “Vasa” sarà sui 7,7 mentre il figlio trentatreenne di Dell guadagnerà “soltanto” 4 milioni per un totale di circa 45 milioni (i contratti di Hayward di quest’anno e quello di P.J. Washington il prossimo anno sarebbero valsi 47 milioni insieme anche se per il primo un rinnovo sarebbe stato decisamente più economico ma così Charlotte porta a casa qualche pezzo possibile da scambiare) Charlotte ha portato a casa alcuni discreti giocatori che potrebbero dare maggior qualità alla panchina.

Con gli Hornets che registrano cinque giocatori in entrata e tre in uscita, due giocatori saranno necessariamente tagliati.

C’è chi dice che dovrebbero essere Ntilikina e Bouknight (avrebbe senso) ma non è detto sarà così…

L’obiettivo di Charlotte era disfarsi di giocatori infortunati e disfunzionali, raccogliere scelte e creare spazio salariale con la stagione ormai andata a male.

Probabilmente ci saranno sovrapposizioni, affollamenti in certi ruoli, vedi nelle guardie,  giocatori che non hanno una semplice adattabilità al gioco e al futuro degli Hornets ma questo potrebbe essere un problema temporaneo per questa stagione con la possibilità di provare questi player.

Questi gli scambi anche se – per integrare la tabella, mi scuso ma la notizia completamente integrata è arrivata più tardi – va detto che Charlotte spedirà anche due seconde scelte ai Mavericks nell’ambito dello scambio che ha coinvolto

P.J.Washington.

Una formazione tipo iniziale di Charlotte potrebbe essere: Ball come PG, Miller all’SG, Bridges all’SF, Grant Williams al PF e Mark Williams come C, non male ma servirà un nuovo coach (Clifford si è assunto le responsabilità per il fatto che la difesa non funzioni dopo l’uscita con i Raptors, dicendo di aver fallito) e un giusto supporting cast dalla panchina che non sovrapponga i ruoli, soprattutto gente che sappia difendere veramente.

Di certo gli Hornets non risolvono granché dal punto di vista difensivo dove in assenza di Mark Williams non si porta a casa un centro che possa reggere il gioco e solo Grant Williams potrebbe dare un discreto apporto, inoltre incamerano la scommessa Mann che potrebbe sostituire Ish Smith e magari trovare più spazio e fiducia a Charlotte, i tiratori Curry e Bertans (perfetto il rapporto “guardia”-lungo) mentre per il play serbo si potrebbe aprire spazio come terzo se Ball (facciamo tutti i dovuti scongiuri) dovesse perdurare nella sua assenza.

Per il momento posso personalmente ritenermi soddisfatto anche se non ci sono stati grandi colpi ma mentre sul parquet Charlotte continua a perdere, mette anche un buon piede nell’estate futura, lì sarà la bravura del GM a fare la differenza e chissà che per una volta un piccolo sogno possa cominciare veramente.

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My Name Is Earl

Nonostante la brutta notizia della scomparsa ho scelto di ricordare Cureton con affetto e simpatia utilizzando la grafica di una nota “omonima” serie TV.

Si è spento purtroppo inaspettatamente a 66 anni Earl Cureton, ieri, 4 febbraio 2024 a Detroit, dove viveva.

Earl aveva giocato nei primissimi Charlotte Hornets nel 1988 per tornare per qualche game dopo una (seconda) breve parentesi a Milano, già perché la prima era finita con una fuga verso Lonate Pozzolo/Ferno mentre il leggendario inseguimento di coach Dan Peterson in taxi per bloccarlo pare sia stato smentito dallo stesso Dan che aveva provato a contattarlo ma la simpatica “malefatta” (per restare consoni all’immagine di presentazione) o meglio, scelta di Earl, ormai era cosa fatta…

A 25:05 coach Peterson parla di come Earl riusciva ad influenzare il gioco in Italia durante le sue poche apparizioni al suo primo approdo nello stivale.

Per il resto credo che questo link sottostante sia un ottimo articolo per ricordarlo:

Morte Earl Cureton, il ricordo di Olimpia Milano (realolimpiamilano.com)

Isaiah Thomas ha dichiarato: “Tutti noi siamo addolorati per l’inaspettata perdita di Earl Cureton, era un compagno di squadra straordinario, un agguerrito avversario, un campione e un grande essere umano. Earl ha sempre avuto a cuore la comunità di Detroit e ha lavorato instancabilmente per fare la differenza per la città che amava. Ci mancherà moltissimo”…

“Riparata” anche la fuga, riportato in pari il karma, sei andato via troppo presto.

Ciao Earl!

 

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Visioni

Toglietevi di mezzo sceneggiatori delle serie TV più amate di tutto il mondo, siete dei dilettanti dell’immaginazione.

Visioni apocalittiche immutabili permeano come l’aria di Charlotte con acre e sferzante fiamma infernale.

A Charlotte ormai – aperto il vaso di Pandora – la bussola della sfortuna (complici a dire il vero scelte poco oculate e discutibili come molte negli ultimi anni) ce la sta mettendo tutta per far impallidire qualsiasi news che punti a sorprendere il pubblico.

Dopo il caso (reiterato) di Miles Bridges (fuori per 10 partite e con nuove accuse da dover affrontare) ecco che il nuovo e promettente rookie in rampa di lancio è denunciato con tempismo al cesio da Declara Raietta Heard, madre di Jamea Jonae Harris, una ragazza uccisa lo scorso 15 gennaio.

Come Miller, l’uomo nuovo sul quale Charlotte punta per fare un piccolo salto di qualità, sia finito dentro questa curiosa e brutta storia è presto detto.

Harris, accompagnata dal suo ragazzo, era a Tuscaloosa in visita a sua cugina quando le hanno sparato nelle prime ore del mattino del 15 gennaio.

La causa federale per omicidio colposo contro due giocatori di Alabama (Darius Miles e Michael Davis) gennaio.

Miller non è stato incriminato ma si richiede un processo con giuria per riconoscere i danni.

Harris, accompagnata dal suo ragazzo, era a Tuscaloosa in visita a sua cugina quando le hanno sparato nelle prime ore del mattino del 15 gennaio.

Miller aveva l’arma del delitto in macchina sotto alcuni vestiti e la denuncia sostiene che fosse sulla scena del delitto.

D’altro canto Miller ha detto che questa storia è straziante, non ha partecipato attivamente all’uccisione della ragazza e il suo legale ha dichiarato: “:Non era a conoscenza di alcuna intenzione di usare l’arma e che non ha mai toccato la pistola né è stato coinvolto nello scambio o sapeva che si sarebbe verificata un’attività illegale che coinvolgeva l’arma in questione”.

La causa è di tipo civile, dal lato penale pare che Miller sia a posto ma questa storia potrebbe distrarlo e avere ripercussioni sulla sua resa e – ovviamente – fatto ancor più importante, moralmente la sua immagine viene sporcata da questa storia dai contorni tenebrosi.

In una nazione dove le armi si possono acquistare facilmente come quasi le caramelle e i problemi sociali sono enormi, frutto di un mosaico che si sta affermando anche in Europa, quali siano le responsabilità reali di Miller è difficile dirlo, di certo a Charlotte non hanno preso bene la notizia che Frank Ntilikina (altra scelta dell’estate dal mercato) abbia riportato una frattura (non scomposta per fortuna) alla tibia sinistra contro i Celtics in preseason durante un tentativo d’appoggio.

Clifford lo perderà almeno per le prime quattro settimane di regular season e non sarà contento giacché su di lui si era lasciato andare a commenti positivi: “È il nostro miglior difensore. La sua difesa collettiva è molto buona. Nella difesa pick-and-roll individuale oserei dire che non ci sono molti ragazzi migliori di lui in questo campionato. Può difendersi dagli attaccanti principali avversari e non sono molti i ragazzi che possono farlo”.

Ecco perché. Anche se con tutte altre caratteristiche è appena arrivato Ish Smith, ex originario di Charlotte, spedito troppo in fretta a metà stagione 2021/22 a Washington mentre lo scorso anno era stato a Denver.

Ecco perché la schermata ufficiale degli Hornets che avevo appena catturato non è aggiornata perché Sumner è stato tagliato (in favore del Charlottean) come prima di lui R.J. Hunter, Nathan Mensah e Terrell Brown Jr..

Hunter aveva giocato per Celtics, Bulls e Rockets ed ha 29 anni, 4 in meno di lui per Mensah che dopo aver giocato con Charlotte la Summer League ha mostrato di non essere assolutamente a buoni livelli per la prima squadra.

Tornando a Ntilikina va detto che il suo contratto da 2,5 milioni di dollari è garantito solo per 200.000 dollari e bisognerà vedere che farà ora Charlotte…

Detto che anche Bouknight è out per un infortunio al menisco occorso in allenamento e le previsioni di vittoria media per gli Hornets si aggirano sulle 31 vittorie, non c’è da stare molto allegri.

Solo Rozier vede del buono in questa annata: “Mi sento fantastico. Abbiamo tutti creduto fin dall’inizio”, ha continuato Terry Rozier… “Essere qui settimane prima dell’inizio della stagione. Abbiamo questa leadership dappertutto. Ovviamente c’è stato molto rumore, ma fa parte del gioco. Abbiamo un ottimo spogliatoio e penso che siamo bravi a bloccare il rumore”.

Per il resto ecco la nuova City Edition

mentre per l’esordio contro gli Hawks Charlotte ha scelto di scendere sul parquet con un’altra uniforme teal ma quella che richiama la 2.0 utilizzata a cavallo fine anni ’90 ed inizio 2000 nella Queen City.

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Aggiornamenti Bridges

La carriera di Miles Bridges è sempre più a rischio…

In questa faccenda extra-cestistica intricata riguardante Miles Bridges sembrerebbe che oltre al discorso di gennaio, i fatti riguardanti al danneggiamento dell’auto dell’ex compagna di Miles (pare con a bordo i figli) siano accaduti il 6 ottobre intorno alle ):25 durante uno scambio di custodia dei figli…
Il lancio di palle da biliardo sul parabrezza e l’auto presa a calci non sono esattamente il massimo da nessun punto di vista, tantomeno quello sportivo dove ormai – nonostante la NBA sia stata spesso rifugio per ragazzi con storie difficili – si rischia di affondare nella palude degli interessi e dei comportamenti stereotipati della “modernità”…
Fosse vero, Charlotte rischia di perdere un altro pezzo (dopo Kai Jones, ricordiamo, tagliato), che, visti i giocatori in rotazione dalla panchina in queste prime due uscite, costituirebbe una perdita abbastanza pesante.
Intanto, nella giornata di oggi, “Johnny Depp” Bridges si è consegnato alla polizia ed è stato rilasciato su cauzione…
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Last news

In attea di affrontare i Washington Wizards (stanotte alle 01:00 AM) nella seconda amichevole prestagionale (partita persa nel finale nella prima uscita a Miami)

 

Un buon LaMelo chiude con 17 punti, Thor bene in attacco ma non in difesa, Miller chiude con 8 punti, in generale la panchina è da minus…

Charlotte affronta ancora problemi extra parquet co il caso Jones che sembrerebbe essersi risolto con il taglio dello stesso da parte della società che in questa maniera “asseconda” le volontà dello schizofrenico giocatore

Charlotte Hornets waive Kai Jones following trade request per report | Yardbarker

mentre le tempistiche per Bridges sono particolari poiché un mandato di arresto e una citazione in giudizio sono stati emessi per Miles, riferiscono Jessica Allen e Glenn Counts di wsoctv.com., in pratica avrebbe violato l’ordinanza cautelare a gennaio presentandosi a casa della sua ex ragazza e spaccandole il parabrezza…

La tempistica non è davvero il massimo, la faccenda rimane “aperta…
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Ultimi eventi

Charlotte si affaccia alla preseason con piccole novità ed alcuni problemi come quello personale di Kai Jones il quale ha evidentemente problemi di salute “mentale” e non ci potrà essere per ora:

Nba, stella Hornets vaneggia sui social: “sono Dio”, fuori squadra, deve curarsi (virgilio.it)

Charlotte cambia partnership commerciale salutando LendiingTree e accogliendo la più dolce MrBeast…

A Sweet Deal! Hornets Sign Groundbreaking Jersey Patch Partnership With Youtube Icon MrBeast’s Feastables Brand | NBA.com

Mentre Bridges dovrà scontare la restante squalifica e non ci sarà in preseason

Hornets: Miles Bridges ruled ineligible for NBA Preseason (swarmandsting.com)

Jordan se la ride per il suo ulteriore e smisurato aumento di capitale dopo la cessione della maggioranza delle quote di Charlotte:

Michael Jordan diventa il primo atleta a rompere la lista Forbes 400 – VIBE.com

Anche Bouknight, infine, come Jones, sarà out ma per problemi fisici, i due giocatori in ogni caso, anche se molto spettacolari, hanno sempre ottenuto poco spazio in questi anni e saranno sostituiti “facilmente” in termini di minuti da altri player:

Hornets: James Bouknight sprains left knee during training camp (swarmandsting.com)

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B & B, new start

Dopo molto tempo a causa di “problemi” personali che mi lasciano poco spazio, torno a scrivere per fare un riassunto degli avvenimenti recenti per gli Charlotte Hornets.

Il market NBA è entrato nel vivo con il primo luglio, le franchigie hanno iniziato a negoziare con i giocatori.

Se gli scorsi anni la situazione pareva stagnante quest’anno Charlotte, invece, arriva con parecchi dubbi sulla definitiva composizione del roster ma facciamo un passo indietro veloce per tornare alla lottery e al Draft dei quali non ho scritto.

Charlotte ha scalato un paio di posizioni alla lottery aggiudicandosi la scelta numero 2, non abbastanza però per aggiudicarsi il fenomeno Wembanyama che promette di cambiare le sorti di una franchigia per un ventennio, così, finito agli Spurs – celta ovvia nel giorno del Draft, i Calabroni, indecisi tra Brandon Miller (ala di Alabama) o Scoot Henderson (combo guard di G League Ignite) hanno preferito scegliere il primo per la disperazione della mascotte ufficiale Hugo.

Solo il tempo ci dirà se Kupchak e Jordan hanno fatto bene, di certo l’impressione è che sia stato scelto più il fit con LaMelo Ball che altre caratteristiche se non per il fatto di essere un miglior tiratore (anche dalla distanza) rispetto a Henderson e per un team come Charlotte questo sarà un fattore importante.

Il Draft comunque ha portato in dote player dai ruoli variegati:

alla numero 2 Brad Miller (F, Alabama Crimson Tide) nato il 22/11/2022 alto 206 cm,

alla 27 Nick Smith (G, Arkansas Razorbacks)

alla 31 James Nnaji (C, Barcellona), nigeriano cresciuto in Ungheria cestisticamente

e alla 41 Amari Bailey (G, UCLA Bruins).

Jordan dicevamo… protagonista come proprietario parsimonioso per circa 13 anni della vita degli Hornets questa estate ha deciso di passare la mano vendendo le quote di maggioranza della squadra a Gabe Plotkin (già socio di minoranza degli Hornets dal 2019) e Rick Schnall che possiede quote degli Atlanta Hawks.

Jordan all’epoca pagò 275 milioni per la quota di maggioranza della franchigia…

L’importante plusvalenza però non ha destabilizzato l’idea di fondo di MJ e soci, ripartire da LaMelo Ball (come pietra miliare per il futuro) al quale è stato offerto un ricco max contract da 260 milioni per 5 anni (se entrerà in un quintetto NBA a fine stagione altrimenti appena sopra i 200 milioni), Hornets convinti nonostante le sue sole 36 partite giocate lo scorso anno per problemi di salute dalla media di 23,3 punti e 8,4 assist a partita.

Con Ball entrato nella sua quarta stagione ci sarà da vedere se per il prossimo anno la PG numero 1 riuscirà a rimanere in salute dopo i problemi dello scorso anno per lo più legati alla caviglia mentre la PG di riserva dello scorso anno – Dennis Smith Jr. – ha già fatto le valigie firmando per i Brooklyn Nets, lasciando gli Hornets “orfani” per l’ennesima volta del playmaker di riserva, ruolo dalla porta girevole negli ultimi anni.

In compenso hanno esteso un offerta minima ($1,801,491) a T. Maledon (terza PG), P.J. Washington e a Miles Bridges, restricted free agent al quale è stata comminata dalla NBA una sanzione quantificabile in 30 partite di stop (20 lo scorso anno e 10 ancora da scontare).

Riguardo P.J. Washington c’è da dire che ha momentaneamente un contratto non oneroso ($8,486,620) ma gli Hornets potrebbero anche pensare di utilizzarlo (rumor) per arrivare a Grant Williams dei Boston Celtics che pare interessi fortemente alla franchigia del North Carolina anche se a giudicare dalle cifre e caratteristiche del Leprecauno verrebbe spontaneo chiedersi il perché benché le ultime news vedrebbero Boston volersi tener stretto il proprio giocatore.

Per P.J. Sono aperte anche altre piste ma ancor di più sarà difficile sembrava dire che cosa accadrà con Bridges, il giocatore si sta allenando con altri ragazzi ma viene da un anno di stop e soprattutto da problemi personali di “testa” che mi paiono ancora gravemente irrisolti.

Averla fatta franca non ha aumentato il grado di maturazione del giocatore che nelle ultime ore stava contrattando con Charlotte.

Certo, l’offerta base è intorno ai 7,9 milioni, ben lontana dalle cifre percepite da Ball ma Miles dovrebbe incolpare sé stesso perché prima dell’inizio della scorsa stagione avrebbe potuto ottenere cifre nettamente più alte.

Le ipotesi erano che questo accordo potrebbe essere un accordo pluriennale stratificato in opzioni (squadra o giocatore) e incentivi per aumentare il valore in dollari.

Un’altra strategia sarebbe che Bridges scommettesse su se stesso e firmasse l’offerta di qualificazione, permettendogli di diventare un agente libero senza restrizioni il prossimo anno, dandogli la libertà di decidere ciò che vuole ed è proprio questa strategia ad essere stata messa in atto con Miles che oggi ha firmato per Charlotte.

Portare Bridges in squadra significa la ricerca di un posto ai playoff che mancano da sette anni e i fan si aspettano una scossa dalla nuova proprietà.

Riguardo poi alle ali, Kelly Oubre Jr. – il quale aveva detto di voler rimanere a Charlotte – ha fatto recentemente sapere di non essere entusiasta di tornarvi poiché l’arrivo di Brandon Miller insieme a Gordon Hayward, Cody Martin (dovesse tornare finalmente operativo), Bryce McGowens e il ritorno di Bridges nel mix, lo vedrebbero ridurre drasticamente minutaggio e conseguenzialmente valore.

La posizione di ala è affollata oggi per gli Hornets che potrebbero rinunciare alla slot salariale di Oubre Jr. per rafforzare il roster in altre posizioni ed usarne una parte per il nuovo contratto di LaMelo.

Per fare ciò, ovvero per liberare spazio salariale oggi oltre la soglia, c’è a chi pensa ad una cessione di uno o entrambi i vip Terry Rozier e Gordon Hayward.

I loro contratti pesanti valgono circa il 28% dell’attuale tetto salariale degli Hornets e un certo sollievo finanziario potrebbe essere utile.

Per quanto riguarda i numeri, Hayward è probabilmente il più probabile tra i due candidati a essere spostato solo a causa del suo contratto in scadenza.

Con il nuovo CBA strutturato per rendere più difficile la creazione di super team e franchigie fiscali con buste paga gonfie, potrebbe essere posta maggiore enfasi su accordi più brevi che aiutano i team a raggiungere la flessibilità delle buste paga.

Nel caso di Hayward, i suoi $ 31,5 milioni escono dai libri contabili dopo la stagione e sarebbe un buon noleggio di un anno per una squadra in lizza per una corsa post-stagione profonda ma se arrivasse l’offerta giusta si potrebbe spostare anche Rozier, già indiziato in altre stagioni di essere un giocatore con le valigie in mano.

Tornando a Miller difficile dire quanto spazio gli verrà concesso, bisognerà osservare anche la sua defence, come gestirà la zona di difesa con LaMelo all’inizio, ma gli Hornets pensano che possa giocare in più posizioni quindi Miller potrebbe facilmente dedicare molto tempo alla guardia tiratrice a seconda di come appare il roster che va al campo di addestramento e da tutto ciò che è stato raccolto a tal fine, oltre ad ascoltare il presidente del team/direttore generale Mitch Kupchak che descrive la due diligence (attività di raccolta informazioni) che gli Hornets hanno fatto durante le ricerche su Miller prima del Draft, non c’è molta preoccupazione su come il ventenne se la caverà a Charlotte.

C’è un altro lato di Miller che la maggior parte non conosce e i suoi genitori hanno condiviso esempi unici della sua generosità che mostrano quanto gli piaccia aiutare gli altri.

Tuttavia, Miller dovrà scavare per essere una vera parte della comunità di Charlotte (giacché a oggi molti fan gli avrebbero preferito Henderson a diamogli fiducia) e assicurarsi che le sue azioni corrispondano alla sua parola che è stata quantomeno opinabile prima del Draft dicendo prima che Jordan è uno dei tanti e che Charlotte l’anno prossimo sarà in finale, idea nemmeno lontanamente balenata a qualsiasi fan Hornets che per la prossima stagione si accontenterebbe magari di passare un primo turno playoff…

Al momento una possibile formazione titolare degli Hornets potrebbe essere: LaMelo Ball, Terry Rozier, Gordon Hayward (Miller pronto in rampa di lancio come swingman a subentrare a stagione in corso), Miles Bridges e Mark Williams.

Dal mio punto di vista ci sarebbe da cedere qualcosa cercando di implementare la panchina con giocatori dalle caratteristiche utili, portare a casa un Seth Curry e un giocatore difensivo che conquisti rimbalzi a cifre non esorbitanti dovrebbe essere una priorità mirata, nonostante l’abominio Bridges (salterà 10 gare) la formazione titolare non appare malvagia per puntare ai PO se in salute…

Infine, ecco il calendario (nella prima partita vi sarà subito un faccia a faccia tra Miller e Henderson) ed il roster per la Summer League degli Hornets:

 

All times listed are Eastern

Sunday, August 8
Cox Pavilion

6 p.m. – Portland vs. Charlotte (NBA TV)

Monday, August 9
Thomas & Mack Center

6 p.m. – Charlotte vs. Sacramento (NBA TV)

Thursday, August 12
Cox Pavilion

3 p.m. – San Antonio vs. Charlotte (ESPNews/ESPNU)

Saturday, August 14
Cox Pavilion

7 p.m. – Charlotte vs. Toronto (NBA TV)

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Bob-Bass

E’ trascorso un mese esatto dall’ultimo pezzo scritto, lentamente, con cadenze assolate agostane e primo settembrine attendevo che si sbloccasse qualcosa nel mercato degli Hornets che, hanno sì diversi giovani interessanti (Monk, Bridges, Hernangomez e Bacon), ma hanno mantenuto l’ossatura dal contratto garantito composta da MKG, Marvin Williams e il pluriaggravato Nic Batum.

Lemme lemme il tempo è scivolato via, fluido, come liquida ed evanescente scia e nemmeno Kupchak, assoldato da Jordan che sfidava la forza di gravità con fluttuazioni eterne in aria, è riuscito a modificare la staticità di una situazione non esattamente idilliaca.

Più che aggiungere pezzi gli Hornets ne hanno pesi, se consideriamo minimale l’uscita del buon Mathiang, centro che faceva da spola tra Greensboro e Charlotte con un two way contract, passato nella città delle tre T; “turòon, turàs, tetàss” (Torrone, Torrazzo e Maggiorate), ovvero Cremona. Alla Vanoli quindi potranno ammirare un giocatore che qualche minuto nella NBA l’ha giocato.

C di Cremona, C di Charlotte… sull’altra sponda si parla di ruoli a questo punto.

Borrego sa che dovrà fare i conti con il materiale che avrà a disposizione (immagino che durante il colloquio con Kupchak questo non sia stato un dettaglio) e se Walker è l’unica certezza, punto fisso intoccabile, già si parla di slittamenti in alcuni ruoli.

Sicuramente gli esterni, le ali o gli swingman, spesso sono intercambiabili nel basket moderno, è così che sta prendendo corpo l’ipotesi di vedere partire come starter Jeremy Lamb (dopo la sua buona stagione) o magari Malik Monk, uno che nelle ultime partite ha fatto capire di comprendere meglio la NBA, riuscendo a gestire meglio palloni che prima perdeva banalmente.

Lamb, in scadenza, dovesse confermarsi, attrarrà sicuramente tante attenzioni da parte di altri team e potrebbe anche partire a fine stagione se Charlotte non riuscirà a trattenerlo, ma questo è argomento prematuro.

E Nic Batum?

Ci si può permetter di tenere fuori un giocatore dal contratto così pesante?

Vedremo… per adesso pare si possa spostare in posizione di ala piccola, dove potrebbe, dal mio punto di vista, rendere meglio, limitando magari qualche soluzione offensiva forzata da guardia tiratrice.

Lì la concorrenza giovanile non manca, gravitano intorno anche Bacon, Bridges, il secondo ha mezzi atletici ma per ora sembra essere una versione Monk 1.0, con scelte di gioco da maturare, inoltre c’è un MKG da rivedere se Borrego dovesse optare come dichiarato per un gioco veloce e di transizione ma per lui si parla di possibile slittamento.

MKG rischia di finire a giocare in PF, pare essere un’idea di Borrego, anche se peso e cm non paiono essere dalla sua.

In avanti Kaminsky potrebbe passare al ruolo di centro (altro slittamento ventilato dal coach da provare in preseason), anche se nel reparto (mal assortito numericamente) però ci sono già i vari Zeller, Hernangomez e Biyombo, non tre fenomeni di primo piano ma tre discreti giocatori con caratteristiche diverse ad affollare il reparto.

Al momento a mio giudizio, il tutto sembra ancora un brodo primordiale, con reparti galassia troppo caldi e vicini e altri vuoti, più sguarniti, come quello di PF, dove Marvin Williams rischia di partire ancora titolare (vista l’incapacità di MKG di tirare da fuori) per fornire triple e punti di rottura.

Walker, Lamb, Batum, Williams e Zeller potrebbero essere un’idea iniziale con Parker, Monk, Bacon (o Bridges), MKG e Kaminsky pronti a subentrare. Un peccato che Hernangomez e Biz rischino d’aver poco spazio, a meno che Willy non slitti anche lui in PF.

Altre news recenti sono:

  1. La scelta nei 12 del roster per il team USA che affronterà l’Uruguay in casa il 14 settembre e Panama da “Visitor” il 17.
  2. Joe Wolf, giocatore che giocò tra le riserve degli Hornets 64 partite nel 1994/95 per poi chiudere ancora a Charlotte nel 1999 dove toccò il campo in tre occasioni e compagno di MJ a NC, sarà il nuovo allenatore della franchigia affiliata di Greensboro Swarm. Nel mezzo delle sue parentesi charlottiane, giocò per Orlando, Milwaukee e Denver. Wolf oggi ha 53 anni e sarà il secondo allenatore di Greensboro. Kupchak pensa che Wolf sia la persona adatta per sviluppare i giovani avendo esperienza nel settore.

    Nel video, eccolo un po’ più giovane, alle prese con Shaq…

  3. Purtroppo c’è da segnalare anche che venerdì 17 agosto a San Antonio è scomparso all’eta’ di 89 anni Bob Bass, GM degli Hornets dal 1995 per ben nove anni.

    Bass nel 1996 risponde ad alcune questioni poste dai giornalisti su Charlotte.
    Foto:
    Peter A. Harris, AP

    Fu premiato sia nel 1990 e nel 1997 (nel secondo caso con gli Hornets) come miglior dirigente dell’anno. Bass fu allenatore nell’ABA, poi passò ai San Antonio Spurs, dove fece sia il direttore generale che il vicepresidente. “Bob ha avuto un impatto enorme su ABA e NBA”, ha detto il capo allenatore degli Speroni Gregg Popovich, che aveva lavorato con Bass nei primi tempi. Di Bass ricordiamo anche la trade che portò Bryant ai Lakers, una trattativa però con poco margine che portò Divac a Charlotte per un paio di stagioni. Sotto la sua egida gli Charlotte Hornets non finirono mai sotto i .500… Condoglianze alla famiglia, ricorderò sempre con simpatia Bass.

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La grande bellezza.

Esagoni che compaiono e scompaiono…

A Milano, da San Babila fino a Piazza della Borsa (in centro), sul selciato vi sono anche talvolta alcune forme esagonali che creano un dislivello che capita di calpestare e personalmente, credo come la maggior parte degli abitanti della città, osservando altro, camminando un po’ freneticamente non mi è mai capitato d’accorgermi della loro presenza.

E’ il giornalista e scrittore Paolo Sciortino a darmi la fonte su un suo libro su Milano di pochi anni fa.

Cosa siano queste forme esagonali perfette che squarciarono il suolo è presto detto:

Si trattava di barre incendiarie che gli aerei americani (i cosiddetti “Pippo”) sganciavano (oltre le bombe) durante i bombardamenti avvenuti nella seconda guerra mondiale.

Queste barre a volte cadevano in piedi provocando scintille incendiarie.

La Scala stessa fu colpita con diversi danni.

Prima d’addentrarmi nel pezzo, come trait d’union, visto che paradossalmente siamo nell’intervallo tra le date delle due bombe atomiche che furono sganciate su Hiroshima e Nagasaki vorrei ricordare le vittime innocenti che perirono nei due attacchi nucleari dal mio punto di vista piuttosto gratuiti vista la situazione del Giappone in termini di mezzi, ormai ridottissimi con diverse fabbriche inservibili.

Fu un avvertimento all’Unione Sovietica che aveva aspettato la scadenza del trattato di Matsuoka per attaccare le guarnigioni giapponesi in Cina, dilagando piuttosto facilmente vista la superiorità di carri armati e altri mezzi pesanti.

Arrivare prima dei sovietici era l’obiettivo.

Chiuso il capitolo (sarebbero vastissime le tematiche da discutere), tornando a parlare di America in termini sportivi (decisamente meglio), l’obiettivo di oggi della società dei Calabroni è probabilmente quello di prendere attraverso il senso della vista, del bello, i propri tifosi…

L’operazione “La Grande Bellezza” (oserei dire) è stata condotta presentando un nuovo parquet, molto simile a quello inaugurato dagli Hornets nella stagione 1995/96, con esagoni all’interno dell’area mentre esternamente il bicolore foglia di tè e viola regna sino alla linea bianca del tiro da tre punti. A centrocampo torna Hugo, il secondo logo usato dai Calabroni dopo aver velocemente abbandonato il primo.

Una striscia, una scia come se fosse una s meno curva da un lato bordo campo arriva sino all’addome del Calabrone.

 

 

 

 

E se il mio personale giudizio storico sulle due bombe atomiche oscilla tra l’inutilità e il crimine, in questo caso è palese che sia oggi il campo più bello della NBA, tornato in auge per celebrare i 30 (circa viste le peripezie) anni di Charlotte nella lega.

Difficile dire se sarà sin die o l’anno prossimo verrà smantellato per far posto a del legno con una nuova livrea ma per quest’anno sarà bello giocare su un parquet spettacolare.

 

 

 

 

Un tuffo nel passato quando a metà anni 90 diversi campi avevano colori accesi (i primi che mi vengono in mente sono quelli dei Raptors, dei Pacers, dei Suns e dei Rockets) che insieme ai vari protagonisti dell’epoca (da Jodan a Barkley, passando per Bryant e Iverson oltre a molti altri), contribuivano al successo scenografico della Lega “baskettara” più famosa al mondo.

 

 

Il campo dei Rockets a metà anni ’90 riprodotto in videogame.

 

 

E dopo la polemica Donald Trump/LeBron James sulla quale non solo la moglie di Trump, Melania si è schierata con il neo cestista giallo-viola (ha aperto una scuola in Ohio per ragazzi in difficoltà finanziata da lui stesso), anche Michael Jordan (tirato in ballo dal presidente americano dicendo che a lui piace Mike) ha appoggiato il collega, pur essendo restio a parlare su questioni politiche e affini.

 

 

L’entrata della LeBron James’ I Promise School in Akron, Ohio.
Gli studenti avranno da impegnarsi…
Foto: Jeff Zillgitt, USA TODAY Sports

 

 

MJ però ha trovato modo di rendere il suo tempo più produttivo mandando una lettera e un regalo a un signore australiano che sta lottando contro il cancro.

 

 

 

 

E se come giocatore MJ non si poteva discutere, come presidente l’ho criticato per i mediocri risultati, dal punto di vista umano, con questo gesto disinteressato guadagna molti punti.

Adesso i tifosi degli Hornets, dopo il regalo dello splendido parquet, aspettano che “Mike” colmi l’ultima lacuna (come proprietario) per diventare trinità, anche se c’è già chi lo idolatra “solamente” per la sua carriera cestistica, ma come dimostrato da James e dallo stesso Mike, c’è di più fuori…

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Nessuna operazione?

Avevamo lasciato Devonte’ Graham in lista infortunati alle pese con un ginocchio “incerto”.

Ieri pare che il suo consulto con degli specialisti abbia portato alla decisione di non essere operato chirurgicamente per l’infortunio alla cartilagine al ginocchio destro.

Out da inizio mese, si era infortunato in Summer League.

 

 

Devonte Graham impegnato con Charlotte in Summer League.

 

 

Ora pare che Graham possa riprendere ad allenarsi con precauzioni e possa tornare in tempo per il training camp anziché saltare tutta la prossima stagione.

Una buona notizia se la diagnosi fatta sarà confermata nei fatti.

Graham sarà il terzo play dietro a Tony Parker (ricordiamo la firma per due stagioni con la seconda non garantita) mentre Joe Chealey, giocatore firmato dagli Hornets per il roster camp (oltre ai vari Jaylen Barford, Zach Smith and Isaiah Wilkins) dovrebbe così uscire dai 15 titolari per la prossima stagione.

La guardia del College di Charleston ha davanti a sé altre tre PG e nonostante le discrete prove in Summer League più le cifre da senior all’università (18,0 PPG, 4,6 Rimbalzi e 3,6 Assist a partita) è improbabile che Chealey possa trovare spazio in squadra.

 

 

Joe Chealey firma il contratto.
Foto ripresa dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

 

 

Forse potrebbe avere spazio in G-League nei Greensboro Swarm.

Dopo aver scritto su Ryan Anderson ieri, si è scoperto che gli Hornets lo scorso anno avrebbero tentato, insieme ad altri team (Miami e Portland) di arrivare a Kevin Love tramite uno scambio ricevendo però sempre fermamente un “No, grazie”.

Non si sa che cosa abbiano offerto gli Hornets per Love, ma nonostante la rivoluzione invernale dei Cavs, la società chiarì che Kevin non era sul mercato, oltretutto è storia recente la sua firma pluriennale con la squadra dell’Ohio per 120 milioni per quattro anni.

Anche se il prototipo di giocatore cercato pare essere quello alla Ryan Anderson o alla Love, con un contratto del genere penso possa essere difficile un eventuale scambio oggi, almeno per il secondo.

Arnoldas Kulboka invece, dopo un anno in prestito all’Orlandina, la scelta di Charlotte al Draft e la Summer League, come promesso da Kupchak è tornato momentaneamente in Germania al Brose Bamberg, dove probabilmente inizierà una nuova avventura trovando molto più spazio per giocare.

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Fantasie…

Tutto tace o quasi dal punto di vista del parquet in casa Hornets.

Mentre l’unica fievole possibilità di rumors, creata artificiosamente, alla quale peraltro non credo molto renderebbe Kupchak GM of the year (in sintesi sarebbe uno scambio, forse con qualche aggiunta) tra Nicolas Batum (il quale a Charlotte ha intasato il cap con il suo rendimento non eccelso) e Ryan Anderson degli Houston Rockets.

Fantascienza?

Fantasie?

Probabile, (l‘idea è stata inizialmente suggerita dal collaboratore di Bourbon Street Shots, Mason Ginsberg), ripresa e menzionata da Brian Windhorst di ESPN, i Rockets sarebbero pronti ad accollarsi un contratto a lungo termine cedendo l’ex New Orleans Hornets polifunzionale giocatore.

 

 

Ryan Anderson raffigurato in card ai tempi dei New Orleans Hornets.
Lo sfortunato giocatore perse la fidanzata Gia Allemand, pare per suicidio nel 2013, quando lei aveva solamente 29 anni.

 

 

Anderson, contratto che andrà in scadenza, avrà 30 anni il prossimo anno e percepirà 20,4 milioni (qualche milione in meno dei 24 che percepirebbe il transalpino) utile su ambo i lati del campo, sia come difensore che come specialista da grandissime distanze da tre, gli Hornets acquisirebbero un vero talento che permetterebbe di allargare il campo anche in caso di attacchi rapidi come vorrebbe giocare il nuovo coach Borrego.

Batum, potrebbe incastrarsi perfettamente come gregario in una squadra già ricca di talento con la coppia di guardie Harden/Paul a fagocitare un buon numero di palloni.

Fosse per me, lo scambio, oltre a sponsorizzarlo, lo farei subito, per Charlotte si tratterebbe di un chiaro guadagno, per i Rockets forse non molto, a meno che l’uomo di Lisieux nor arrivi in Texas motivato come il primo anno agli Hornets e riesca a calare la sua mente in una dimensione da gregario…

In Africa invece il 4 agosto si svolgerà ancora un NBA Game il 4 agosto.

Il terzo evento sarà giocato a Pretoria, in Sud Africa e vedrà per gli Hornets protagonisti Marvin Williams (nel team internazionale) e il rientrante Biyombo, co-captain del team africano.

Andando sul concreto, Charlotte festeggia i 30 anni dalla propria nascita nel 1988, anche se vissuti in maniera travagliata, tra vicissitudini, spostamenti, rinascite e personalmente aggiungerei “Record Storici” non condivisi.

Settimana scorsa Charlotte ha presentato la Classic Uniform, un’edizione leggermente rivisitata della canottiera originale con le righine usata da Charlotte dal 1988 al 1997.

Lo scorso anno fu prodotta la versione color “foglia di tè”, quest’anno, come ha ricordato il presidente Fred Whitfield, la società “ha cercato di replicare l’esperienza e l’eccitazione dei primi giorni degli Hornets, indossare l’uniforme bianca che il team originale indossava ogni sera al Charlotte Coliseum porta un altro livello di autenticità per i nostri fan.”

La maglia dovrebbe essere indossata nelle classic night, presumibilmente saranno circa almeno sei gli eventi del genere.

 

La nuova divisa.

 

 

 

Lascio anche il link della pagina contenente un video ben realizzato sui momenti trascorsi dall’alba della Charlotte del basket a oggi:

https://www.nba.com/hornets/press-releases/hornets-unveil-new-white-classic-uniform-2018-19-season

Sulla pagina ufficiale c’è poi anche la possibilità di votare per i propri 10 giocatori preferiti di sempre scegliendo tra quelli proposti in foto nelle tre pagine dedicate ai giocatori o la possibilità alla fine del percorso di segnalarne uno non presente e magari vincere un pacchetto di premi offerti dalla società per il trentesimo anniversario.

Io ho provato, ma dato che la mia fortuna si ferma a livelli commisti tra Paperino, Fantozzi e Kenny McCormich di South Park (l’omino intabarrato in arancio che ogni puntata muore ma poi fortunatamente rivive puntualmente nella puntata seguente), se volete almeno tentare, previa veloce iscrizione o collegamento da social, buona fortuna…

https://www.hornets30vote.com/

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