Premi NBA e movimenti minori a Charlotte

La NBA ha assegnato anche quest’anno i premi che equivalgono ai vari riconoscimenti per i propri atleti.

Kemba Walker ha vinto per la seconda volta lo Sportmanship Award (il premio sportività per l’etica), la sportività e l’impegno ripetendosi dopo il successo dello scorso anno.

 

 

 

Non sarà forse il premio più prestigioso, ma personalmente sono molto contento d’avere nel team un giocatore che incarni le migliori doti sportive perché nella corsa al successo a volte qualche sportivo si dimentica il resto.

Leggendo poi in rete commenti su un ragazzo indiano, ultra fan dell’Argentina di calcio che si sarebbe tolto la vita (lasciando un biglietto) dopo la sconfitta dell’albiceleste per 0-3 contro la Croazia, ricevendo scherno e insulti da quelli che Umberto Eco ha giustamente definito legioni di imbecilli a cui il web ha dato diritto di parola che una volta parlavano solo al bar ma sarebbero stati immediatamente messi a tacere, avere giocatori esempio come Kemba che atrraverso anche l’impegno extra sportivo riportano lo sport a una dimensione più reale e meno da Olimpo è utile.

Sulla vicenda sopramenzionata ci sarebbe da dire che la passione del ragazzo indiano si è sicuramente fatta malata, superando anche ciò che Churchill diceva a proposito degli italiani:

“Gli italiani perdono le partite di calcio come se fossero guerre e perdono le guerre come se fossero partite di calcio”.

Probabilmente è verosimile pensare che nella particolare vicenda del ragazzo indiano abbia pesato anche un certo vuoto intorno, nel quale questa passione sia poi degenerata.

Fin qui sicuramente rimaniamo nel mondo dei tifosi, mentre sul lato dei commenti in rete, se da una parte è apprezzabile la libertà nel poter scrivere, oggi esiste un problema reale/virtuale di intelligenza, buon senso e rispetto in un paese che per certi versi si fa sempre più ignorante telecomandato dalle “mode” del momento.

Esiste e ne parlava anche il campione di pallavolo Andrea Zorzi (vinse tutto tranne le Olimpiadi insieme a quella che fu definita la generazione dei fenomeni) in un incontro nel quale asseriva sostanzialmente che lo stesso tipo di comunicazione appare molto differente nel momento in cui si passa dal virtuale al reale.

 

Andrea Zorzi, oggi telecronista, parla all’incontro avvenuto circa un mese fa.

 

L’interfaccia di internet ha sicuramente cambiato il modo di rapportarsi con le altre persone e se da una parte è evidentemente uno strumento utile, dall’altra l’uomo ha pensato di farlo divenire un mezzo di controllo sulle nostre abitudini, anche quelle commerciali, inoltre si è sviluppato un fenomeno haters nella macchina, meno sensibile e più cinica.

Gente come Napalm 51, maschera di Crozza che ben identifica una parte di gente che evidentemente prima di scrivere ripone il cervello, ammesso ne abbia uno, sul comodino, trollando o vomitando/sfogando le proprie frustrazioni (le quali non scompariranno) a casaccio in rete.

Qui non parliamo nemmeno più di tifosi ma di perfetti imbecilli.

Tornando ai premi che la NBA ha assegnato, c’è da dire che Walker lo vince per il secondo anno (raggiunge Mike Conley e Jason Kidd, mentre l’unico ad averlo vinto per ben tre volte è stato l’uomo volante “Mr. Nice” Grant Hill) consecutivo ed è l’unico Hornets che ha ottenuto una menzione nelle liste per altri premi.
Terzo nella handler of the year.

Nel 2010/11 il premio andò al figlio di Dell Curry, l’ormai notissimo giocatore dei Golden State Warriors Stephen Curry.
Anthony Davis invece, ex New Orleans Hornets, ha vinto nelle stoppate dell’anno arrivando secondo in un paio d’altre liste premio, piazzato anche in quella del prestigioso premio MVP andato poi a James Harden.

Ecco la lista completa dei premi assegnati:

https://www.nba.com/nbaawards/2018/finalists?collection=news

 

Per quel che riguarda invece i movimenti minori, pare che i Calabroni faranno firmare a J.P. Macura per un accordo two-way contract anche se per l’ufficialità non ci sono i tempi.

 

ST LOUIS, MO – MARCH 20: J.P. Macura #55 of the Xavier Musketeers reacts after a play in the second half against the Wisconsin Badgers during the second round of the 2016 NCAA Men’s Basketball Tournament at Scottrade Center on March 20, 2016 in St Louis, Missouri. (Photo by Jamie Squire/Getty Images)

 

Questo tipo di contratto sorto lo scorso anno, ricordiamo, lascia ai limiti del roster due giocatori che possono giocare un numero limitato di partite con la franchigia.

Lo scorso anno Paige e Mathiang vennero piazzati agli Swarm per quasi tutta la stagione con toccate e fuga sulla panchina di Charlotte, ma se il secondo pare avere ancora un anno di contratto, probabilmente l’ex ala di Xavier J.P. Macura prenderà il posto di Marcus Paige.

In veste di senior con i Musketeers nel 2017/18, Macura ha riportato medie di 12,9 PPG, 4,5 RPG e 2,9 APG con un 47,9 dal campo, 37, da fuori e 82,1 ai liberi.

Chi lo conosce (sinceramente mi manca) l’ha descritto come un giocatore duro, alto IQ maker, forse per questo nel processo di pre-draft fu seguito anche da Grizzlies, Spurs e Suns.

Forse Macura però non vincerà mai il premio sportività.

Il 31 marzo 2016 Sport Illustrated riportava il suo arresto dentro un bar denominato R.P. McMurphy’s, dove si stava facendo un po’ troppo chiasso e all’arrivo dei poliziotti si sarebbe calato i pantaloni, oltre che aver inveito contro di loro, forse un po’ brillo ma non del tutto evidentemente essendo riuscito simpaticamente a dare false generalità agli ufficiali dicendo di chiamarsi “Myles Fox Morrissey”…

La polizia però non la bevve e l’arrestò.

Ad ogni modo per completare il discorso sui movimenti minori c’è da dire che la scelta numero 55, il lituano Kulboka per ora rimarrà in Europa.

 

 

Kulboka da giovane un presentimento l’aveva avuto…

 

 

Il GM Mitch Kupchak ha detto ai media che:

“Almeno in questo momento, il piano è tenerlo laggiù (in Europa) e sperare di vederlo crescere e poi, quando sarà pronto, riportarlo qui e vedere quanto è bravo.”

Quanto è bravo Kemba invece lo sappiamo già, ma dato che a volte sembriamo essere in un loop circolare, chiuderei il pezzo come l’ho iniziato, ovvero con Kemba, il quale è già all’opera ma nonostante le recenti parole di Kupchak che lo vorrebbe vedere finire la carriera a Charlotte, possiamo aspettarci di tutto perché come riportato dallo stesso GM, Charlotte (per ora) non ha molto spazio di manovra, quindi se Kupchak non si smentirà (io direi che potrebbe anche farlo), starà a Kemba decidere se sia venuto il momento d’andare o rifarsi a qualche filosofia orientale contemplando durante la respiazione anche il fatto che i futuri Playoffs, allo stato attuale, potrebbero sfumare, ma l’estate è giovane e aperta a ogni soluzione…

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.