2ª intervista

Per l’intervista di oggi andiamo a scomodare Fabrizio Getuli, entrato a far parte del gruppo in estate e già evolutosi a creatore di sacrileghi o divertenti meme ufficiali per esso.

Domande

1ª domanda:

Buongiorno Sig. Getuli, ci racconta qualcosa su di lei?

Dove vive, in che attività è impegnato, le sue passioni, ecc.

1ªrisposta:

Ciao, mi sono Fabrizio, ho 35 anni e sono di Roma.

Lavoro per un’azienda che si occupa di taratura di strumenti di misura, in particolare per le industrie farmaceutiche.

Ho due bambini, sono un grande tifoso della Lazio e, quando gli acciacchi lo permettono, mi piace correre (sono tesserato con la S.S. Lazio Atletica Leggera).

2ª domanda:

Da quando e perché tifa i Charlotte Hornets?

Ha un un ricordo piacevole o divertente sugli Hornets o qualcosa di simbiotico che le è capitato nella vita e magari collega in qualche maniera a un momento particolare della sua vita?

2ª risposta:

Simpatizzo gli Hornets da quando mia madre, oramai almeno 25 anni fa, comprò a me e ai miei fratelli tre cappelli: uno dei Bulls, uno dei Celtics e uno appunto degli Hornets.

Il mio era quello dei Bulls ma quello di mio fratello, con quel buffo calabrone mi è sempre piaciuto di più e quindi lo “prendevo in prestito” spesso.

Negli anni poi, ad essere sincero, ho sempre seguito più il basket italiano che quello NBA (sono stato abbonato alla Virtus Roma dal 2004 al 2007) ma ultimamente mi sono appassionato anche alla NBA.

Il ricordo divertente in realtà è abbastanza recente, ossia quando a fine dicembre 2020 gli Hornets chiesero ai tifosi di mandare un video di incoraggiamento alla squadra per la nuova stagione e, non solo inserirono il mio video, ma misero anche il mio volto nell’anteprima quindi sul profilo ufficiale degli Charlotte Hornets su Instagram si può trovare la mia immagine tra quelle di Graham e dei gemelli Martin. Assurdo!

3ª domanda:

Domanda d’attualità.

Dei rookie abbiamo parlato la scorsa volta.

Passiamo a colui sul quale si nutrono parecchi dubbi: Coach James Borrego.

La squadra è tornata in un momento difficile.

Nel complesso, come stratega e come motivatore come giudica l’opera del coach fino a oggi?

Pensa che abbia colpe tattiche o che siano i ragazzi ancora troppo acerbi tecnicamente e a livello d’esperienza che difettino sui suoi insegnamenti tattici?

3ª risposta:

Di sicuro la squadra è giovane e ha molti limiti ma sinceramente mi lasciano perplesso alcune scelte del coach come ad esempio quella d’accantonare Malik Monk o non utilizzare mai i due rookie: Vernon Carey jr. e Richards anche quando ci si è ritrovati con il solo Biyombo come centro a causa dell’assenza di Zeller per infortunio.

Sul resto non ho tali competenze tecniche per proferire giudizi sul coach, però, a livello motivazionale non mi sembra riesca a dare grandissimi stimoli ai ragazzi.

4ª domanda:

Abbiamo già parlato di Ball ma per collegarci al discorso del coach… vedendo all’opera Graham e Rozier contemporaneamente sul parquet pensa che Borrego dovrebbe far partite titolare LaMelo per migliorare il backcourt in fase difensiva e offensiva?

4ª risposta:

Sulla gestione di Ball, invece, credo che il coach non stia facendo male, in fondo, anche se non parte titolare, LaMelo gioca quasi sempre gli stessi minuti (a volte di più) di Graham.

Se c’è qualcosa da cambiare – secondo me – non sarebbe LaMelo al posto di Graham in quintetto ma riuscire a spronare di più i ragazzi nell’affrontare le partite con un atteggiamento diverso, più da “vincenti”.

5ª domanda:

Intermezzo: la mia classica domanda simpaticamente idiota da non prendere troppo sul serio:

Guardando una partita degli Hornets, quando raggiunge il massimo grado di terrore?

Il classico momento lampo di paura da film horror sapendo già che andrà a finir male…

A) Biyombo che cerca di agganciare un no look pass o un passaggio ravvicinato.

B) Zeller, imbolsito dopo esser passato da “Gigi er pastasciuttaro” (Menù: antipasto di mare con microplastiche, pasta panna, piselli e cozze, secondo con polenta rosolata nella betoniera, brasato e funghi, doppia porzione di Tiramigiù, macedonia con gelato, caffè, ammazza-caffè e secondo amaro punitivo offerto dalla casa, lascia tutto sul conto di Biyombo) a difendere in uno contro uno (indistintamente si tratti di un piccolo o un lungo) sull’accorrente giocatore che lo punta.

C) Miles Bridges in palleggio con la palla a rimbalzare come se avessero appena effettuato dei lavori stradali.

D) Guardare i due gemelli Martin. Oltre a non capire (se non scovando il numero di maglia) chi sia Caleb e chi sia Cody, fa male agli occhi vederli girovagare per il parquet senza un apparente senso logico lasciando spazi sui quali si sa già che gli avversari ci colpiranno pesantemente.

Si scherza ovviamente…

5ª risposta:

Sinceramente trovo ingeneroso denigrare il menù di “Gigi er pastasciuttaro” famoso in tutto il globo.

Comunque la risposta è senza dubbio la D).

Credo che i gemelli Martin giochino in NBA allo stesso modo in cui Homer Simpson lavora in una centrale nucleare:“Si pronuncia nuculare”, cit..

6ª domanda:

Domanda etico-strategica.

Siamo solo agli inizi ma già i fan visionando ciò che è andato in onda sino a oggi si chiedono cosa fare per la stagione.

Siamo sempre in un limbo di mediocrità ma a un certo punto si potrebbe prendere una scelta anche se gli Hornets non l’hanno mai fatto nelle annate precedenti.

Pensa anche Charlotte abbia qualche possibilità di puntare almeno al decimo posto per i play-in e quindi debba continuare a giocare per vincere o lascerebbe decadere la stagione ottenendo qualche W ogni tanto ma tankando per acquisire (ipoteticamente e “sorte” permettendo) un altro buon pezzo al Draft per costruire il futuro?

6ª risposta:

Si deve puntare al decimo posto, quindi giochiamocele tutte fino alla fine.

Gli innesti di Hayward e di LaMelo devono far cambiare la mentalità della squadra.

Non si può sperare nella buona sorte.

Bisogna darsi da fare e se dovesse andare male si potrà costruire comunque una squadra più forte l’anno prossimo, liberandoci del contratto di Zeller più qualche altra zavorra, magari.

7ª domanda:

Come le è venuto in mente di fare dei meme sugli Hornets?

Non teme che un giorno a casa sua possano presentarsi i giocatori arrabbiato o fa affidamento sulla loro mancanza di conoscenza della lingua o sul fatto che non siano nostri fan?

7ª risposta:

Sono in un gruppo FB di meme sulla Lazio e ne ho realizzati parecchi lì.

Mi è perciò venuta l’idea di farne qualcuno anche sugli Hornets.

Spero riescano a strappare qualche sorriso, soprattutto dopo le sconfitte.

Per quanto riguarda la paura che si presentino i giocatori per picchiarmi sono sinceramente più preoccupato di quelli della Lazio dato che condividiamo la città, in fondo c’è un oceano che mi divide da Zeller e dai gemelli Martin e dovrei davvero farli arrabbiare parecchio. 😊

Grazie a Fabrizio Getuli per le cortesi risposte e alla prossima interview.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.