4ª Interview

Quarta uscita domenicale della nostra rubrica interviste ai fan degli Charlotte Hornets.

Dopo avervi portato a far un giro virtuale in Grecia, culla della civiltà europea, rientriamo nei nostri “attuali confini” balzando a nord-ovest ma non troppo ma forse anche questa volta la Grecia ha messo un pizzico del suo…

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DOMANDE

1ª domanda: Buongiorno Sig. Luca Giordano.

Classicamente – per cominciare – vorremmo sapere com’è nata la sua passione per gli Hornets.

1ª risposta:

Ero piccolo e mi trovavo in vacanza a Rodi, in Grecia, lì vidi per la prima volta il calabrone sulla maglia di un tizio inglese completamente ubriaco.

Il giorno seguente costrinsi mio padre a cercare quella maglia per tutta l’isola, non la trovammo ma tornato a casa non smisi più di cercare informazioni e gadget su Hugo e gli Hornets.

2ª domanda:

Dopo aver scoperto il perché della sua passione andiamo a scoprire qualcosa su di lei…

Quanti anni ha, dove vive, che lavoro fa e quali sono i suoi hobby (più varie ed eventuali a suo piacere)?

2ª risposta:

Ho 29 anni tra un paio di settimane 30!

Vivo a Napoli, svolgo il ruolo di operations manager per conto di un’azienda di distribuzione nel mondo dei vini.

Sono sommelier, il che spiega bene la mia passione principale che ho.

Fin da piccolo ho sempre avuto un amore infinito per la storia e per il Giappone.

3ª domanda:

Curiosamente il filosofo Nietzsche beveva solo acqua, non aveva una gran considerazione dell’alcol ma giacché si è parlato di vino, per la mia solita domanda da non prendere seriamente, a quali giocatori degli Hornets dei recenti roster e anni (inclusi i vari Walker, Lamb, Parker, Kaminsky, Batum, Michael Carter-Williams, Dwight Howard, Belinelli, ecc.) paragonerebbe questi vini?

A) Spumante millesimato.

B) Vino di prestigio (Brunello di Montalcino, Barolo, Amarone, Chianti, Lacryma Christi, ecc.).

C) Vino medio come la Barbera, Pinot Bianco, ecc…

D) Lambrusco frizzante da battaglia.

E) Damigiana da cantina da infiniti litri e di infimo livello da bere con la cannuccia.

F) Vino in cartone, “Taaac!”

3ª risposta:

A) LaMelo Ball, pregiato e sorprendente.

B) Kemba Walker, senza tempo.

C) Frank Kaminsky, medio è il termine esatto.

D) Malik Monk, bello e dannato.

E) Michael Carter Williams, ti da tante speranze poi ti spezza il cuore.

F) Batum, “odio” (sportivo) sincero.

4ª domanda:

Se dovessimo riuscire nell’impresa di approdare ai playoff (probabilmente dal quinto posto all’ottavo), realisticamente che squadra preferirebbe incontrare e perché tra le attuali papabili: Philadelphia, Brooklyn, Boston, Indiana e Milwaukee?

4ª risposta:

Sono davvero delle corazzate ma se dovessi scegliere direi Brooklyn.

Se bisogna bruciare vorrei vedere la fiamma più alta.

5ª domanda:

Se potesse scegliere un giocatore che ha militato nella NBA (dalla sua nascita a oggi) e inserirlo nel roster attuale degli Hornets, su chi cadrebbe la sua scelta e perché?

5ª risposta:

Sempre e solo Manu Ginobili, probabilmente avrei dovuto scegliere un centro, uno di quelli “cattivi cattivi” ma secondo me quello che veramente ci manca è un po’ di quella imprescindibile passione e grinta.

Io, anticipando la prossima domanda, fossi in “Kup”, avrei preso Luca, solo per lo stile. Arresto e tiro acrobatico in fade-away a occhi chiusi simulando il difensore.

6ª domanda:

Il divino Jordan la assume (ipoteticamente) come GM ma ha solo tre mosse per arrivare allo “scacco matto” per migliorare sensibilmente la squadra.

Quali mosse farebbe?

6ª risposta:

Rinnovo Monk (ci credo troppo), prendo Popovich, rubo Antetokounmpo.

7ª domanda:

Se, invece, dovessimo rimanere ancorati alla realtà, penda che prima della deadline gli Hornets si muoveranno ancora su mercato?

Ci fa una previsione senza pretese sul record finale degli Hornets (72 partite) e quale sarà il miglior giocatore (MVP) dei Calabroni quest’anno?

7ª risposta:

Se dovessimo rimanere così come siamo a oggi dico: 35-37.

Se arrivasse quel centro di cui abbiamo disperatamente bisogno credo che potremmo centrare i playoff.

Per l’MVP degli Hornets dico e spero Ball.

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Grazie a Luca Giordano per la good and fast rendering alle domande.

Non cambiate canale, ah, no… volevo scrivere: “Alla prossima “Intervista!”

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.