Charlotte Hornets Preview 2021/22

LaMelo Ball guiderà la pattuglia degli Hornets nella nuova stagione cercando di schivare e resistere alle insidie che hanno colpito diversi compagni di squadra.
Con la fortuna già in credito, cosa dirà la maga a Ball?
Gli Hornets cercano armonia con la Dea Bendata per provare ad approdare ai playoff come obiettivo stagionale.

È già ieri?

Dopo l’ultima preoccupante uscita prestagionale mi è balzato alla mente il film“È già ieri”, remake nostrano si un famoso film americano chiamato “Ricomincio da capo” con B. Murray, Groundhog Day il titolo originale statunitense.

Il giorno (della marmotta) si ripete inesorabilmente in entrambi i film nei quali i protagonisti sono incastrati in una sorta di maledizione, in un loop spazio temporale di noia e disperazione nel rivivere e conoscere perfettamente le stesse scene che accadono sempre nella stessa giornata la quale magicamente si ricompone la mattina seguente.

La colpa da espiare è quella di essere egoisti, scorbutici, maschilisti, poco empatici, insomma, il messaggio di fondo è che per smuovere questa situazione di insoddisfazione e stallo i due protagonisti avranno bisogno di qualcosa di vivo per distruggere il circolo vizioso distruttivo che li attanaglia e nell’occasione saranno amori veri e puri a scatenare la rottura dell’incantesimo.

Per la preview mi sono chiesto quindi cosa serva agli Hornets per tornare ai playoff se non qualcosa di simile al miracolo sovra-descritto è difficile dirsi visto che Kupchak ha riportato indietro di una stagione le lancette scegliendo di aggiungere altra linfa verde sotto le spoglie di giovani come Bouknight, Kai Jones, JT Thor e Kelly Oubre Jr. con l’ultimo già rodato da anni in NBA ma non certamente vetusto.

La scelte fatte possono essere considerate un rischio ma ciò che permea la cornea del GM Kupchak è l’ottica di una visione di successi futuri (quello che permea le nostre è lo scempio della partita contro Dallas augurandosi non sia il refrain stagionale) sperando che i giovani dalle buone prospettive maturino mostrando il meglio del loro potenziale.

Questo discorso va fatto ovviamente anche per Ball che, pur essendo un sophemore, dovrà mostrare di saper salire ancora di tono dopo la sfavillante stagione dello scorso anno culminata con il titolo di Rookie of the Year nonostante il lungo infortunio che ha privato Charlotte (molto probabilmente) dei meritati playoff.

Sarà lui il faro degli Hornets in cabina di regia, passatore, scorer, rimbalzista, stealer, ideatore… dalle sue mani passeranno molte iniziative offensive dei Calabroni.

Difficile però, in questo stato, pensare a un tipping point, un punto di svolta in questa stagione, almeno per quanto riguarda un bilancio positivo consistente a livello di risultati.

Ci sarà da soffrire però se riuscissimo ad agguantare anche le partite sul filo i playoff potrebbero non essere proibitivi.

Tuttavia, se la squadra lo scorso anno era risultata essere poco profonda, alla seconda uscita e all’ultima prestagionale, con le assenze di Hayward, Plumlee e Oubre Jr. pare essersi ritrovata sul frustrante binario morto dello scorso anno senza gioco e con una difesa latente.

Kupchak ha detto di aver agito per aggiungere talento a livello di profondità e dalle prime avvisaglie – per fare un esempio – pare che Bouknight gli stia dando ragione ma a parte un talento meno acerbo del previsto, James incarna il classico giocatore monodimensionale (tanto attacco e poca difesa) che – per citarne un altro, Iwundu è l’esatto opposto per cui molti dei player arrivati non sono completi sui due lati del parquet, così gli arrivi di Plumlee (un upgrade che tuttavia da solo potrà colmare poco l’atavica mancanza di lunghi dominanti dopo Howard) e Oubre Jr., oltre a colmare la mancanza di esperienza, serviranno anche a dare più equilibrio a una squadra potenzialmente sbilanciata.

Perdere non piace a nessuno ma la domanda a livello psicologico (aspetto spesso troppo trascurato per orientarsi solo su tattiche e capacità) è: “Quanta fame hanno questi Hornets di raggiungere i playoff”?

Rozier (fresco di rinnovo contrattuale per quattro anni) e Bridges, scottati dallo scorsa fresca stagione, anche per questione di carattere, credo che onoreranno oltre la loro professione la divisa dei Calabroni, sugli altri c’è da scommettere di meno, vuoi perché P.J. Washington pare avere un po’ meno spirito ed è stato disturbato da voci sul suo presunto difficile rapporto con la moglie (augurandosi che le voci siano tendenziose e il meglio per loro) che ha cercato di zittire via social, vuoi perché molti ragazzi al primo o secondo anno sono ancora nella fase gioiosa di aver ottenuto un contratto NBA e possono avere involontariamente momenti di scoramento in caso di momenti negativi (il linguaggio del corpo negativo mostrato in qualche occasione), vuoi per il motivo contrario (giocatori troppo navigati possono rendere fino a un certo punto e poi tirare un po’ i remi in barca) o perché giocatori come Oubre Jr. possono essere croce e delizia da questo punto di vista con un carattere fiammeggiante che può farti vincere o perdere una partita.

Insomma, a parte le possibili speculazioni ci carattere psicologico, anche per via del rafforzamento che negli ultimi anni ha fatto salire un po’ il livello delle squadre dell’Est, Charlotte è sempre alla ricerca di un posto playoff e a quel punto di svolta per girare tra le migliori squadre NBA non dovendo rimanere ancorata a un fondale limbico a un limbo marginale di una sotto-dimensione multiversica in NBA.

Prima di proseguire vediamo però in grafica gli acquisti e le cessioni di Charlotte durante l’estate.

Da questa tabella ricaviamo la prima domanda dell’intervista a Matteo Vezzelli che sviscererà il suo punto di vista sul nuovo team Hornets nell’audio-video (con un video dove scorreranno alcuni momenti della prestagione degli Hornets chiusa sull’1-3) dedicato.

Dalla tabella evinciamo che per i più disparati motivi (scadenze e oneri contratti, ricerca di giocatori in posizioni da rinforzare, occasioni di mercato) gli Hornets hanno perso numericamente un paio di playmaker rafforzandosi sulle ali, il che porta attualmente a uno sbilanciamento quantitativo nel settore dei lunghi mentre rimane di qualità il settore esterni rafforzato con gli ingressi di Ish Smith e Oubre Jr..

Andiamo quindi a cercare di capire più nel dettaglio le potenzialità di questa squadra toccando velocemente reparto per reparto (anche se diversi giocatori avranno ruoli interscambiabili assorbendo minutaggio dal panchinamento di più titolari) ciò che dovrebbe essere la Depth Chart degli Hornets tenendo conto che uno dei giocatori indicati dovrà essere necessariamente tagliato.

Il roster degli Hornets che dopo aver scaricato Xavier Sneed e DJ Carton hanno firmato temporaneamente Jalen Crutcher (impiegato nell’ultima partita prestagionale) e Cameron McGriff.

Reparti

PG, Voto: 6,5

La Melo Ball, Ish Smith.

LaMelo Ball partirà come playmaker titolare indiscusso, corona dell’ingranaggio Hornets che dovrà trasmettere il movimento alla squadra innescando oltre a sé stesso (perché è già parso molto più confidente rispetto agli esordi), soluzioni per i compagni sebbene a volte ecceda con dei tiri da tre modello Trae Young, un po’ troppo spostati indietro dalla linea dei tre punti e nemmeno sempre in ritmo…

Dietro di lui il natio charlottean Ish Smith che dovrà garantire minuti di qualità, punti ed efficienza in sostituzione di Ball quando verrà richiesto dalle normali rotazioni.

Dietro di loro a livello playmaking c’è il nulla, per cui l’ipotesi Bouknight è dal mio punto di vista per ora sconsigliabile per caratteristiche tecniche di affidabilità e per il fatto che il giocatore potrebbe snaturare un po’ la sua maniera di giocare lascia spazio solo a un gioco corale di squadra nel momento in cui (facendo gli scongiuri) una delle due point guard dovesse rimanere fuori.

Nulla da ridire sulle qualità dei due ma numericamente siamo sotto organico.

SG, Voto: 6,5

Terry Rozier, James Bouknight, Scottie Lewis (TW).

Anche qui ci troviamo nella medesima situazione precedente.

Le differenze sono costituite da un giocatore di second unit senza esperienza ma con buon talento per andare a canestro mentre Scottie Lewis rischia “la retrocessione/taglio”direzione e fissa dimora Greensboro anche se personalmente mi auguro ciò non accada.

La qualità è buona, la copertura un po’ meno, sia dal punto di vista numerico che difensivo.

Terry lo scorso anno ha dovuto pedalare molto in attacco concentrando i suoi sforzi da scorer, sperando quest’anno abbia più partecipazione dagli altri elementi principali in grado di andare a segno con continuità per creare un attacco più bilanciato, potrebbe tornare a incidere di più anche difensivamente nonostante non raggiunga in cm vette altissime ma il sistema difensivo messo in atto dagli Hornets potrebbe aiutare il suo gioco nell’abilità di andare a rubare e recuperare palloni in certi frangenti. Per lui sarà importante anche l’eventuale aiuto in copertura che riceverà.

Bouknight è un’incognita che si è presentata bene con 20 punti alla prima uscita di preseason ma ci sarà da lavorare sulla difesa, il suo minutaggio però dovrebbe scendere poiché c’è da scommetterci, Oubre Jr., assorbirà (infortunio permettendo…. siamo già partiti male), oltre ai minuti di Hayward, anche qualche minuto di Rozier.

SF, Voto: 6,5

Gordon Hayward, Kelly Oubre Jr., Cody Martin, Wesley Iwundu, Arnoldas Kulboka (TW).

Settore ali al contrario molto affollato con l’incubo infortunio di Hayward, geometra del team e talento non discutibile dal punto di vista cestistico, in grado di migliorare la squadra in ogni aspetto grazie alla sua intelligenza e doti pratiche.

Ormai un secondo coach sul parquet, fa da collante e chioccia per i giovani giocatori ma la sua assenza nella parte più importante della stagione lo scorso anno ha fatto stramazzare gli Hornets a pochi metri dalla linea bianca dei playoff clamorosamente in stile Dick Dastardly al Wacky Races.

Hayward, per diminuire i rischi di infortunio dettati dalla “precaria” o incerta se preferite, condizione fisica unita alle notevoli e frequenti sollecitazioni che le partite e il calendario NBA impongono, potrebbe o almeno dovrebbe (benché sia giocatore insostituibile come collante nel roster) giocare qualche minuto in meno.

Per questo Charlotte si è coperta con l’arrivo di Oubre Jr., che, pur non essendo esattamente lo stesso tipo di giocatore, dovrebbe garantire, oltre all’atletismo e all’energia, un livello di qualità più alto dello scorso anno a livello di ala piccola.

Giocatore atletico e multidimensionale che potrà ritagliarsi un minutaggio importante pur partendo dalla panchina, peccato che alla prima, su un tentativo di dunk contro Muscala, sia caduto malamente procurandosi un infortunio alla caviglia destra.

Come terza opzione il frenetico e difensivo Cody Martin potrebbe all’occorrenza mangiare qualche minuto come specialista anche se dietro di lui Iwundu è un giocatore similare ma la preferenza gerarchica di Borrego dovrebbe essere indirizzata al gemello rimasto a Charlotte.

Kulboka, contratto two-way, difficilmente avrà spazio anche se incarna un giocatore con qualche potenzialità per poter colpire da oltre l’arco ma il suo talento non eccelso e una difesa non esattamente di primo piano, lo porta a essere in odore di taglio verso Greensboro nonostante Charlotte l’abbia riscattato quest’anno dopo averlo lasciato maturare all’estero.

PF, Voto: 6

Miles Bridges, Jalen McDaniels, Kai Jones, JT Thor.

C’è da premettere che se Bridges sembra aver vinto ormai il ballottaggio con un P.J. Washington che lo scorso anno fu scostante e meno performante (non solo per demeriti personali ma poiché Borrego lo aveva spesso spostato come centro), il secondo molto probabilmente oscillerà tra i ruoli di PF e C con il coach che pare intenzionato a cedere minutaggio anche a McDaniels tra le ali grandi e a Richards tra i centri.

L’esplosione di Miles lo scorso anno fu dovuta anche all’assenza di alcuni titolari ma il suo slittamento in PF (partendo da SF) non è stato difficoltoso.

L’esplosività e la tenacia del numero zero hanno prodotto ottimi risultati in termini di punti e rimbalzi mentre il tiro da fuori è migliorato ma è ancora un giocatore di striscia da serata.

Riuscisse a renderlo ancora più efficace sarebbe probabilmente sul taccuino di altri team tuttavia sta migliorando in confidenza, sfacciataggine e malizia sotto le plance dove ha mostrato anche tagli e reverse layup oltre alle proverbiali dunk o alley-oop.

Le squadre NBA hanno tempo fino al 18 ottobre per firmare le estensioni idonee della Scala dei Rookie.

Secondo HoopsHype, gli Charlotte Hornets e Miles Bridges hanno “iniziato a discutere” sul contratto mentre alcuni vociferano che l’estensione potrebbe aggirarsi sui 20 milioni all’anno per il numero zero.

Bridges ha avuto una stagione di breakout l’anno scorso con una media di 12,7 punti, 6,0 rimbalzi e 2,2 assist a partita.

Il 6 al reparto è essenzialmente merito suo perché dietro di lui non c’è molta sostanza.

Dietro di lui ci saranno P.J. Washington (ha fatto bene alla prima uscita prestagionale) e McDaniels mentre Kai Jones probabilmente – nonostante le aspettative future – inizialmente rimarrà più a guardare, salvo imprevisti mentre per JT Thor sarà dura entrare in campo da rookie.

Kai Jones è un giocatore che ha già impressionato atleticamente alla Summer League di Las Vegas ma il suo talento è grezzo e da svezzare così come dovrà acquisire esperienza e malizia benché le sue capacità fisiche potrebbero risultare utili alla bisogna ma lo 0/7 dal campo e lo 0/6 dalla lunetta contro Dallas in una serata storta, lo fanno regredire a uno stato molto acerbo.

C, Voto: 5,5

Mason Plumlee, P.J. Washington, Nick Richards, Vernon Carey Jr..

Come centro titolare, non vi sono dubbi, il veterano Mason Plumlee ricoprirà il ruolo da titolare cercando di portare blocchi per pick and roll, ribaltamenti e ogni altra azione che si possa sviluppare da un buon inizio azione.

Movimenti senza palla quindi e perno attrattivo gravitazionale dei lunghi avversari che avranno più da fare per tenere a bada l’ex Pistons che non sarà una minaccia di primissimo piano ma sarà sempre potenzialmente più pericoloso offensivamente con palla in mano rispetto agli ex Zeller e Biyombo (a loro va un grazie personale per il loro impegno in questi anni).

Il suo problema è che probabilmente non avrà un minutaggio altissimo (secondo me giocherà probabilmente sui 25 minuti a partita) e la cosa potrebbe riverberarsi come un danno per Charlotte che dovrà sopperire con un gioco più dinamico augurandosi che le percentuali al tiro tengano.

P.J. Washington (ahimè questo sviluppo da 5) incarnerà i momenti di small ball che Borrego vorrà giocare lasciando accanto a sé probabilmente aperto lo spazio per McDaniels mentre Richards, salito molto di quotazione nel borsellino dell’head coach, dovrebbe avere a disposizione gli altri momenti.

Il giamaicano alla prima è andato così così non convincendo ancora ma sembra aver vinto il ballottaggio con Carey Jr. al quale dev’essere costata molto la sua ultima partita da titolare con due falli spesi immediatamente, rientro in panchina e fan al telefono con “Chi l’ha visto?”.

Richards però, nonostante la simpatia, è un giocatore scorbutico che per il momento stenta, pasticciando un po’ troppo sotto canestro e avendo mani non esattamente educate, sperando non si trasformi nella versione transoceanica di Biyombo…

Strategie

Charlotte ha scelto di aggiungere linfa verde a un team già giovane e così, si è visto già dalla prima uscita, se avrà possibilità, correrà in transizione con una “run & run” perché più che sparare, la difesa dovrà fare la differenza e poi le aperture baseball pass di Ball e i lanci dalla difesa a palla recuperata sei compagni, potrebbero essere importanti per le economie delicate di alcune sfide di regular season.

La transizione con una squadra come quella nelle mani di Borrego pare essere imprescindibile mentre a difesa schierata l’alpha e l’omega degli Hornets saranno Ball e Plumlee in un asse playmaker-centro che potrà dare modo a Rozier, Hayward e Bridges di trovare spazi per tiri e penetrazioni più semplici.

Se Ball produrrà molto per sé stesso, Plumlee si dedicherà agli altri con movimenti atti a creare vantaggio come possiamo notare in questa azione benché il tiro non entri.

In difesa l’arrivo di alcuni elementi più difensivi, anche se non saranno tutti spesso in campo, potrà dare più scelte a Borrego in base alle esigenze del momento di quello specifico match nel quale la squadra non riuscisse a trovare un antidoto a una determinata situazione ma quale sarà il loro impatto è tutto da verificare benché sul perimetro (storico problema nei recenti anni) si dovrebbe soffrire meno a causa delle caratteristiche di taluni giocatori ma l’incognita sui cambi in rotazione difensiva permane.

In caso contrario gli Hornets potrebbero trovarsi stagnare in circostanze frustranti simili a quelle osservate la scorsa stagione con l’attacco alla ricerca del tiro pesante presa in maniera frequente, troppo assidua e morbosa quando le spaziature per buoni tiri non ci sono per via dello scarso peso dei lunghi.

Oltretutto le prime due uscite hanno fatto registrare pochi giocatori in grado di colpire con buone percentuali da oltre la grande linea ma potenzialmente dei tiratori con buone percentuali come Rozier (se messo in condizione) vi sarebbero.

Terry Rozier con i suoi catch n’shoot da 45° e dagli angoli è una garanzia ma il gioco non può essere quasi tutto esclusivamente lì perché rischia di divenire prevedibile: nella partita prestagionale contro Memphis, al terzo scarico di Ball (drive & kick sulla linea di fondo), Morant, ad esempio, aveva capito tutto interponendosi tra lui e l’uomo da raggiungere fuori area.

Se l’attacco dei titolari comunque potrà contare su diverse qualità; l’atletismo e l’esplosività di Bridges, i punti di rottura di Plumlee, la classe di Hayward e il talento offensivo di Rozier, oltre all’imprevedibilità di Ball, solo per rimanere al quintetto base, la panchina rimane la vera incognita in grado di cambiare a mio parere il volto della stagione, già, perché se i titolari reggono, la bench potrebbe decidere le partite a favore o sfavore.

Ish Smith e Bouknight in maniera differente aggiungono più penetrazioni al ferro, per il resto a livello offensivo, tolto Oubre Jr., gli altri giocatori avranno spesso bisogno di essere innescati per trovare la via del cesto con continuità, non una situazione ideale per reggere nel punteggio.

McDaniels, altro nome gettonato da Borrego per prendere minuti importanti, pare molto discontinuo fino a diventare un fattore negativo in certe serate storte nelle quali prende anche troppi tiri da fuori pur incarnando un gioco con tiri dagli angoli che Charlotte cerca spesso.

Creare, specialmente per la panchina, potrebbe essere problematico in alcune serate per cui è auspicabile che il coach raggiunga al più presto un equilibrio rotazionale e un gioco più simile a quello che predicava il suo maestro “Pop” a San Antonio.

La difesa preoccupa un po’ di più, già, perché a oggi, effettivamente, l’unica aggiunta d’esperienza e talento è stata Plumlee in compensazione delle cessioni di Zeller e Biyombo.

Questo potrebbe essere un problema cruciale a rimbalzo, un fattore chiave in molte partite.

Senza la presenza dell’ex Nuggets e Pistons gli Hornets potrebbero avere davvero tanti problemi sotto il proprio canestro poiché proporre P.J. Come centro dandogli molti minuti e non un altro rimbalzista più continuo e capace, potrebbe dare troppe second chance a squadre con giocatori dominanti in attacco nel settore lunghi.

P.J. Washington come centro personalmente pare un bias cognitivo di Borrego che si ostina a schierarlo comunque anche contro centri che non ha la possibilità di marcare mentre Richards è un giocatore spigoloso che sta ancora cercando di diventare una garanzia sotto le plance benché l’head coach gli dia fiducia.

Jones ha mezzi atletici importanti ma poca esperienza per fermare le entrate e catturare rimbalzi mentre Vernon Carey Jr. sembra ricalcare il giamaicano senza essere così spigoloso e avendo un po’ più di talento ma potrebbe essere proprio lui contro gli imponenti grattacieli NBA a meglio figurare per sostituire Mason.

Insomma, abbiamo messo a fuoco i punti positivi e le eventuali problematiche di una squadra in un Est rafforzatosi.

Per chi volesse rafforzare le proprie conoscenze e ampliarle con un punto di vista che può ricalcare o differire a seconda dello sguardo soggettivo della persona, nel caso dello scrivente Filippo Barresi, ecco il suo pezzo previsionale in link.

Preview Hornets 21/22: l’anno della consapevolezza – True Shooting

Charlotte andrà ai playoff?

Fabrizio (dopo la peggior sconfitta di sempre anche se solo in preseason, in coabitazione con una partita tra Cavs e Heat) abbassa le aspettative. Bravo, ottima mossa per andare sotto traccia alla caccia dei PO.

La sfera di cristallo l’ho lasciata alla maga/zingara davanti a Ball anche se per gioco (viste le imprevedibili variabili di una long season) lo lascio fare a Paolo che durante la stagione cercherà di prevedere di volta in volta i risultati della settimana entrante.

Pronostico positivo e ottimista per Paolo sperando abbia ragione.

I pericoli sono tanti ma le capacità per superarli ci sono, la squadra ha discreto talento, bisogna ottimizzarlo.

La parola ora passa ai parquet ma da tifoso: “Forza Hornets!”.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.