Game 11: Charlotte Hornets @ Los Angeles Clippers 106-120

Intro

Affacciati sulla costa pacifica, aspettando un’altra battaglia navale contro i Velieri.

Se un tempo i Clippers erano entomofobici, giacché negli ultimi anni è sempre andata male ai Calabroni che hanno perso tutti e sei gli scontri andati in scena possiamo dire che lo scenario si è ribaltato.

Chissà se Tsunami Papi, al secolo Kelly Oubre Jr. (“Il padre delle onde” è il soprannome che si è dato) potrà contribuire a far passare ai Calabroni volanti la cymofobia (la paura delle onde e del movimento ondeggiante).

I Velieri quest’anno sono più abbordabili e meno armati ma di fatto rimane sempre un incontro difficile tuttavia Charlotte ha più possibilità quest’anno avendo molti più Calabroni pronti a planare sopra i Velieri per bombardarli più precisamente e cercare di mandarli sul fondale.

La contraerea dei Velieri indebolita dall’assenza di Leonard cercherà di far rispettare la tradizione ma l’incursione degli Hornets mira a trasvolare verso i playoff dopo aver perso parte della flotta affondata dalle cannonate di Cavalieri, Guerrieri e Re.

Andamento della partita

I quintetti iniziali.

Gli Hornets partivano bene ottenendo la palla a due e colpendo al limite dei 24 con Hayward per il 3-0.

Charlotte rimaneva avanti anche dopo il canestro di Jackson allungando sul 5-2 con il mezzo spin di Miles in aerea e appoggio oltre George.

Quattro punti di Zubac però ribaltavano un vantaggio instabile che passava da una parte all’altra per via delle triple di Bridges, Batum, Ball e George mentre un floater di Ball spezzava il gioco da tre ma riportava sopra Charlotte (13-12).

I Clippers segnavano ancora da fuori con Batum approfittando di un po’ di spazio su Hayward ma Plumlee dal post dx tirava fuori un piazzato per il pari a quota 15.

Lo stesso Mason con un perfetto bound pass innescava Rozier in back door per il canestro facile così Terry prendeva fiducia pur sbagliando due conclusioni ma il rimbalzo offensivo di Charlotte portava ad aprire per Bridges che scaricava l’open 3 del 20-15 utile a mandare in time-out la partita.

Anche Martin con il piazzato frontale da tre aiutava a scavare il solco che Ball aumentava con la tripla su George dalla diagonale sx (26-15) prima di due liberi di Bledsoe ai quali rispondeva Richards in schiacciata.

Charlotte manteneva il +11 dopo il canestro di Batum da sotto replicando con il bel crossover di Martin che mancava l’appoggio ma Richards, pronto a rifinire, calcava la mano con la seconda jam per il 30-19.

Charlotte reggeva con qualche entrata come quelle di Oubre Jr. e Ball in cambio mano nel finale ma sulla sirena Kennard trovava la seconda tripla di serata accorciando sul 39-31.

L’esplosivo primo quarto degli Hornets, nonostante un abile two and one di Oubre Jr. su Ibaka, si afflosciava con la panchina in campo, in particolare un poco brillante Ish Smith e un Batum capace si rubare anche un pallone rapidissimamente (cose mai viste a Charlotte) avvantaggiava i suoi che recuperavano dalla lunetta con Mann il 41-37.

Senza Ball a dare ritmo il sorpasso era nell’aria, così George dalla baseline sinistra con un fade-away scavalcava Bridges e gli Hornets (44-45) prima che Ball dalla lunetta effettuasse il contro-sorpasso.

Charlotte cadeva sul -3 ma nonostante Ball dovesse uscire per aver speso lo stesso numero di falli rispondeva con l’alzata in corsa di Bridges e l’appoggio al vetro di Rozier che mandavano coach Lou a 4:03 in time-out sul 52-51 Hornets.

La partita rimaneva lì e una transizione con un bullett pass di Miles per Oubre Jr. portava gli Hornets di gran corsa sul 56-55 ma Batum da tre (13 pt. A fine primo tempo) mandava sul +2 i Clippers benché Hayward pareggiasse in pull-up vendicandosi sul francese.

Purtroppo però un buzzer beater improbabile quando deep e volante di Mann condannava gli Hornets nuovamente sulla sirena: 58-61.

Numeri molto simili a fine primo tempo con un 26-24 a rimbalzo, 12-13 negli assist, 5-5 nelle rubate, 10-9 nei TO e nessun blocco su entrambi i fronti con un leggero predominio in percentuale Clippers (47,9% a 48,9%).

Brutta partenza di Charlotte nella ripresa che rischiava di far saltare la partita in pochi minuti: la tripla di Jackson con km dal primo difensore utile valeva il 64-69, in più Jackson in transizione ne aggiungeva altri due per il +7 Velieri.

Da un FT di Hayward e due di Miles (7:19 dopo un duro fallo di Zubac sanzionato con un Flagrant 1 per contatto non necessario) nasceva il -4 benché Plumlee buttasse via un altro possesso donando palla al francese l’ex non faceva danni tirando corto da fuori sul close-out di Rozier.

Charlotte si riportava sotto dopo la stoppata di Bridges su Bledsoe e la tripla dal corner sx di Rozier (70-71) ma dopo aver mancato un paio di occasioni subiva la tripla di George in transizione e quella dalla destra di Mann.

I Calabroni replicavano con 4 pt. ma a 3:12 Mann – in euro-step – andava a bersaglio ottenendo l’and one per l’80-74.

Charlotte sul -8 trovava un canestro di Oubre Jr. da tre sparato dal corner destro mentre si alternavano triple aperte per i Clippers alle quali rispondeva due volte Hayward con due strepitosi two and one che disegnavano l’idea di tecnica nel basket.

Dopo il gancio in girata di Hayward ecco il suo close-out anti-beffa sulla tripla di Batum per conservare l’87-89.

I pari di Charlotte si materializzava con il lungo arcobaleno orizzontale disegnato da Rozier per l’esaltante alley-oop di Miles che faceva impazzire i fan Hornets in arena e caricava la squadra abile a passare avanti con un ½ di Oubre Jr. dalla lunetta e con altri due pt. dell’ex Warriors.

Rozier segnava in appoggio, martin intercettava un pallone e segnava da tre dall’angolo sinistro mentre Rozier con un fing and roll e la prima tripla di serata infilava il 102-93.

Un +9 che resisteva poco per un fallo considerato da Flagrant 1 di Oubre jr.: 2/2 di Zubac, tripla di Kennard (Ball lento in chiusura) e altra bomba di Jackson per il 102-101.

Ciononostante il parziale aumentava sino allo 0-13 ribaltando tutto con la tripla di Jackson in a row e la jam di Mann in corsa per il 102-106.

Challenge per Charlotte (fallo di Ball tolto su tiro di George a 4:10), ma per più di un minuto non succedeva nulla e Borrego andava in time-out a 3:07.

Un fallo di Ball nella metà campo avversaria su ripartenza di Jackson a 2:16 non era punito con il flagrant (manata in faccia da dietro) ma i Clippers allungavano il parziale sullo 0-22 mentre gli Hornets tornavano a segnare a 1:09 dopo 6 minuti con l’appoggio di Miles valevole solo per il 104-115.

Finiva 106-120…

Il centro giamaicano Richards ha chiuso con 6 pt. (3/3).

Analisi

Difficile andar lontano quando incassi 30 punti a quarto.

Alla peggior difesa della NBA si aggiunge anche per la seconda volta in stagione un black-out offensivo lunghissimo durato ben 6 minuti nei quali il clamoroso parziale da 0-22 dei Clippers ribalta la partita passando dal 102-93 al 102-115…

Evidentemente gli Hornets tengono a essere eclatanti in tutto, solo ricordassero di farlo per i fan qualche volta in positivo…

Ironia a parte, una squadra che non può andare avanti così e mentre l’entourage dorme a Charlotte mantenendo un coach che ha un’alta percentuale di colpe oltre ai demeriti di qualche giocatore e della società che li ha scelti, scendiamo sotto quota .500 tornando alle recenti abitudini.

Il passaggio dentro di George (marcato da Plumlee) per Zubac contrastato da Miles e Oubre Jr. ha riaperto il vaso di Pandora.

2/2 ai liberi, Flagrant 1 del biondo ex Warriors e possesso sfruttato con una tripla e poi Jackson da tre, bomba stordente dalla quale gli Hornets non si sono più ripresi…

Superfluo parlare di cosa non ha funzionato anche se ho apprezzato il fatto che offensivamente si cercasse di giocare più sotto canestro (54-38 nel pitturato) ma senza uno schema diventa difficile.

I Clippers, nonostante il 13-20 nei TO hanno vinto tirando con il 47,7% mentre Charlotte che ha preso qualche tiro in meno da tre è rimasta comunque basa in percentuale da fuori con il 30,3%.

Il 30-44 tra le panchine ha poi curiosamente prodotto l’esatto scarto tra le due squadre.

Charlotte incassa la quarta sconfitta consecutiva mentre i Velieri ottengono la quarta W di fila.

Dall’altra parte decisivi George (20 pt.) e Jackson (19), tallonati da Kennard con 18 e Mann con altri 17.

14 pt. e 11 rimbalzi per Zubac, 16 pt. per l’ex Batum al quale arriva la terza gioia contro di noi ma si guadagna il marchio d’infamia sportiva visto l’atteggiamento poco professionale tenuto a Charlotte in contrasto rispetto alle partite con il dente avvelenato che gioca contro di noi ed in più stanno ancora continuando a pagarlo per via del “contratto stralciato”.

LaMelo Ball: 5,5

Partenza sprint (17 pt. nel primo tempo) per il genietto degli Hornets che tra triple ed entrate ad effetto ricava FT e canestri utili come il cambio-mano dopo aver passato Kennard in corsa (spesso sverniciato dai suoi crossover) ed aver evitato il lungo sotto il plexiglas. Chiude con 21 punti, un po’ nervoso nel secondo tempo con un challenge chiamato da lui praticamente sul quale vince (fallo contro di lui su tiro di George) e poi rifila una manata involontaria a Jackson nell’altra metà campo. Deve migliorare nei close-out sul perimetro dove è troppo lento e incassiamo con facilità. 7 rimbalzi, 3 assist, 3 rubate e 5 PF completano l’opera.

Terry Rozier: 5,5

L’ex Leprecauno non trova il ritmo offensivo nel primo tempo con un 2/8 dal campo anche se da sotto compie due buoni tagli mentre in difesa da molto fastidio in chiusura ai Velieri. Chiude con un 8/22 e 17 pt. oltre 8 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate. Ottime giocate nel miglior momento degli Hornets con alcune entrate ed appoggi al vetro oltre all’unica sua tripla in serata (1/9) sembrando poter tornare clutch come la scorsa stagione. Ancora bene rispetto ai compagni in difesa, corregge un po’ il tiro nel secondo quarto ma anche lui dopo aver dato il +9 non incide più.

Gordon Hayward: 5

Partenza non brillante in difesa concedendo troppo spazio ma nel terzo quarto compie un finale da paura con due two and one sfruttando al massimo le sue caratteristiche di finta e di tiro morbido riuscendo a evitare anche la terza beffa sul buzzer beater di Batum con un close-out impegnato. 15 pt., (5/14), 7 rimbalzi. Sparisce anche lui nell’ultima frazione prendendosi un pull-up da marcato che colpisce il ferro in un momento delicato dove avrebbe potuto far di meglio. Zero assist, va da solo e questo è tutto dire sulla costruzione di gioco offensiva di Borrego ma se anche lui non costruisce gioco, “buonanotte”…

Miles Bridges: 5,5

La voglia di riscatto di Miles la si vede nei pressi del ferro sin da subito. Attacca il canestro, recupera FT e segna chiudendo i primi 12 minuti con 13 pt. (4/6). 21 pt. Finali (7/19), 4 rimbalzi, 6 assist, 1 stoppata su Bledsoe molto bella, con ritmo anche se prende in testa una schiacciata dal lungo ma si rifà in avvio di ultimo quarto con un alley-oop tremendo che momentaneamente fa salir l’adrenalina ai fan. Purtroppo nel blackout sbaglia qualcosa di troppo compresi un paio di tentativi da sotto ma anche su una transizione pasticcia. Miglior scorer di serata in coabitazione con Ball tra le nostre fila.

Mason Plumlee: 4,5

Imbarazzante primo tempo girovagando su posizioni non sue (vedere il canestro di Batum nel finale secondo quarto). In attacco da solo non sa che fare palla in mano quando c’è poco movimento: spedisce un paio di palloni al vento e uno palleggiando uno dei quali in transizione per le imprecazioni di Borrego che aveva ragione. Bello e preciso, invece, il bound pass per Rozier in back-door. Con lui alto, passato facilmente dal passaggio tagliante dello stesso parte il diluvio. Questi continui cambi e raddoppi rapidi in show o simil show sono disastrosi per Charlotte che lascia due uomini bassi nell’occasione a difendere sul centro. In 24:37 colleziona 2 pt. (½), 6 rimbalzi, 4 assist, 4 TO ma risulta stranamente a zero nel plus/minus.

Kelly Oubre Jr.: 6

Peccato per il flagrant 1 che cambia la partita (un po’ generoso ma più o meno tiene il metro del fallo dall’altra parte speso su Bridges) però lui l’aveva riaperta con una tripla (dopo qualche errore di troppo da fuori compreso un open) e con diversi canestri in uno contro uno cercando l’alzata in area. Deve rimanere più concentrato ai liberi (1/3) ed evitare qualche fallo (4). Chiude con 16 pt. (7/14), 4 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata, 1 rubata in 28:14.

Ish Smith: 5

0 pt., 2 rimbalzi, 1 assist e 1 rubata in 4:43. Fatica a creare gioco e la squadra ne risente come lui, sempre più contingentato nel minutaggio, risente probabilmente di una ristretta mancanza di fiducia da parte del coach ma se la deve meritare. Un po’ addormentato nelle ultime uscite.

Cody Martin: 6

8 pt. (2/7), 3 rimbalzi, 2 assist, 3 rubate, 2 PF. Solo -2 con lui in campo, alcune buone difese compresa la steal alla quale seguiva la tripla durante il miglior momento di Charlotte nel secondo tempo. Lasciarlo fuori nel finale anche se ha sbagliato troppo al tiro è stato un suicidio ma difficile incastrare tutti in una small ball che questa sera in alcuni momenti ha raggiunto comunque vette estreme.

Nick Richards: 6

6 pt. (3/3), 2 rimbalzi, 2 TO in 13:22. Commette tre falli e fa perdere un paio di palloni in attacco a Charlotte ma indica la via. E’ aggressivo e potrebbe dare di più se Borrego gli concedesse qualche minuto in più invece di affidarsi ai nomi. Schiacciate che non lasciano scampo anche se di rottura.

Coach James Borrego: 3,5

Sul più bello prendiamo un parziale da 0-22 che nemmeno nei sogni del più ottimista tifoso LAC sarebbe saltato fuori. Squadra al collasso offensivo, i soliti 30 punti – o quasi – presi a quarto, uno straccio di gioco offensivo reale non c’è e se il fluttuante tiro da tre punti si abbassa in percentuale è la fine… Le imprecazioni sul passaggio di Plumlee in transizione per Rozier le condivido…

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.

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