Game 12: Charlotte Hornets Vs Detroit Pistons 109-106

Intro

“I believe in karma” era una strofa del secondo e ultimo album dei Savage Garden che poco dopo chiusero il loro ciclo.

Questione di Karma è un film con Fabio De Luigi di un paio d’anni fa.

Fabio, o meglio, il ricco e stralunato Giacomo soffre la perdita del padre morto suicida lanciandosi dalla finestra davanti a lui quando aveva 4 anni.

Un giorno trova un libro che parla di reincarnazione (asserendo i poter dire anche nome e cognome della persona nella quale si è reincarnato) di un, ormai anziano studioso francese che vive in Italia ma è reticente a parlare del suo passato quando Giacomo decide di andare a trovarlo.

Sotto la minaccia di Giacomo di non abbandonare l’abitazione, l’anziano butterà lì un “Mario Pitagora”.

Giacomo lo individua a Roma ma questi è un truffatore che vive di espedienti e dato che è indebitato sino al midollo riesce a spillare alcune somme di denaro al buon Giacomo.

La matassa si dipana a vole seriamente, altre buffamente su diverse questioni, economiche, affetti (Mario si affezionerà realmente a Giacomo alla fine), ecc.

Quando Mario decide di dire che non è la reincarnazione di suo padre, Giacomo, ormai convinto e svezzato, si reca nel paesino del centro Italia dove vive l’autore francese del libro sulla reincarnazione ma sfortunatamente saprà, solo che è morto avendo un biglietto dalla governante scritto dal professore che pare essere importante.

In realtà sulla carta troverà scritto: “Arrosto di patate”, il piatto che la governante stava cucinando il giorno della prima visita.

Forse il karma non è poi così sempre infallibile e fa giri beffardi ed enormi quando si vengono a creare interpretazioni personali ai fatti che riscontrano assiomi e fatti particolari.

I Pistons tre anni fa spazzarono via la serie contro Charlotte 4-0 che si vendicò finendo con una serie consecutiva in tre anni di 6-0 lo scorso anno con il 4-0 pro Hornets i Calabroni fecero lo stesso giungendo sempre curiosamente a quota 6 vittorie consecutive.

Il “tempo” è ciclico e chissà se la squadra di Borrego in striscia aperta con Detroit salirà a 7 vittorie o i Pistons rifileranno la quinta sconfitta consecutiva recente alla squadra del North Carolina.

I Pistoni partono dalla quartultima difesa a Est, gli Hornets con la terzultima ma i Pistons a oggi (ovviamente è una statistica parziale) possiedono l’ottavo attacco a Est contro il dodicesimo.

Primo posto nel tiro da tre per Detroit, nono per gli Hornets un po’ scesi…

Decimo posto per Charlotte, tredicesimo per la squadra del Michigan che tuttavia è separata solo da mezza partita dagli imenotteri essendoci un gruppo di ben “sette sorelle” in questo spazio…

Nel film si dice che un architetto tedesco (Ludwig Mies van der Rohe), anche se il nome non è citato nella pellicola sosteneva che: “Dio è nei dettagli” e probabilmente per far pender l’ago della bilancia saranno questi, anche perché se a rimbalzo Drummond giganteggia, i Pistons sono ultimi nella lega con 41,1 a partita e gli Hornets penultimi con 41,2…

Analisi

Karma Letale

Dettagli dicevamo… così è stato.

Una partita tiratissima nonostante un imbarazzante primo tempo degli Hornets difensivamente parlando, con i Pistons meritatamente in vantaggio di 14 punti a dirci che non c’era storia.

Subito però la ruota degli Hornets si metteva a girare nel terzo quarto e gli arcieri Rozier, P.J. E Miles scoccando dardi avvelenati ci riavvicinavano.

Il karma voleva che fossero Graham e bizzarramente Zeller a riagganciare i Pistons alla fine del terzo quarto con due triple la squadra di Casey a quota 83.

Con la panchina in campo dei Pistons Charlotte provava a fare il vuoto e in parte ci riusciva, non considerando però che tra le armi dei Pistons usciva prepotentemente un micidiale Galloway che canestro dopo canestro da tre punti riusciva a portare sul -3 la gara, Rose la impattava a quota 103 mentre lo stesso Galloway la portava a vantaggio dei Pistons nel minuto finale (103-106).

Su uno scambio a due con Williams, Graham pescava l’assist per il 106 pari con ventidue secondi da giocare.

D. Rose, uno dei migliori dei suoi, aveva l’idea di andar dentro per una kick and drive a risolver la partita.

Tutto bene tranne l’assist nella zona di nessuno.

Rimessa Hornets con un secondo sul cronometro: rimessa di Martin, schermo di Zeller (nemmeno dei migliori), uscita di Monk che si elevava in fade-away su Rose e Drummond per farci udire il magico suono dello sfregamento della spicchiata nel cotone.

Tiro pesantissimo per una vitoria che restituisce morale dopo aver patito la L contro Memphis allo scadere.

Chiavi della vittoria: minor TO, 10 vs 19 con Martin e soci ad avvantaggiarsi sui raddoppi o sulla pressione portata agli avversari (unica soluzione per fermare dei Pistons che chiuderanno con un 49,4% dal campo contro il 44,8% di Charlotte), azioni dalle quali sorgevano anche punti in transizione, altro fattore determinante.

La panchina dei Pistons si mostrava la vera forza del team in serata, oltre Drummond.

Bisogna migliorar nei liberi (10/16 vs l’11/11 Pistons)…

Rimbalzi leggerissimamente a sfavore: 41-42, assist anche: 22-25.

37,1% contro il 42,9% da tre punti per i Pistons ma gli ultimi due canestri da fuori sono stati realizzati da Charlotte che ha trovato il proprio, la propria karma letale…

La partita

Starting Five

I Pistons giungevano allo Spectrum Center con l’idea di schierare i seguenti 5 elementi: B. Brown (5 pt.), Kennard (5 pt.), Snell (0 pt., uscirà quasi subito dal campo per infortunio), Griffin (19 pt.) e Drummond (16 pt. + 20 rimbalzi). Dalla panchina uno scatenato Galloway chiuderà con 32 punti e D. Rose con 15…

Gli Hornets giocavano come contro Memphis: Rozier, Graham, Bridges, P.J. Washington e Zeller.

1° quarto:

Inizio da incubo per Charlotte che incassava due turnaround di Drummond su Zeller mentre dall’altra parte Graham iniziava alternandosi con il centro avversario con gli errori da tre e in penetrazione, Rozier mancava un tiro e Griffin lasciato libero sulla linea dei tre punti faceva 0-7…

Gli Hornets segnavano a 10:08 dal pitturato i primi due punti con Rozier ma incassavano la penetrazione con appoggio al vetro di Brown e il tiro dal pitturato di Drummond a 8:27 che segnava dopo aver recuperato il rimbalzo.

Time-out per Borrego sul 2-11 e dentro Biyombo s uno Zeller annichilito.

A 7:34 Graham sulla sinistra metteva dentro con una drive dalla baseline ma Griffin 20 secondi più tardi dalla lunetta ripristinava le distanze pre break mentre Graham dalla destra infilava grazie allo schermo del centro ma Brown da sinistra mostrava perché Detroit era al comando nel tiro da tre punti infilando il cesto per il -10 (6-16).

Rozier recuperava un fallo e un tiro acrobatico dalla penetrazione contro Snell e Griffin.

Il canestro in caduta e il libero valevano il nono punto ma la squadra di Casey metteva dentro ancor due punti con Drummond in penetrazione su Biz e con M. Morris al vetro con gli Hornets senza antidoti difensivi sul parquet.

Biz andava corto e Kennard recuperando il consegnato da Drummond sulla sinistra andava oltre di un paio di passi per arrestarsi e colpire.

Borrego ricorreva al nuovo time-out sul 9-22 e al rientro a 4:50, splittando, Martin realizzava il decimo punto per Charlotte che era colpita ancora da Drummond, il quale infierendo anche su Biz, arrivava a 10 punti.

Monk a 3:56 si metteva in ritmo con un fulmine da oltre l’arco e 14 secondi più tardi Martin in transizione recuperava altri due liberi per fallo di Kennard con l’identico risultato precedente.

Da un offensive foul di Drummond arrivavano due FT (realizzati) per Biz ma Galloway da sinistra con una tripla equilibrava il ¾ precedente dalla lunetta degli Hornets che sfruttavano una palla schizzata verso Biz appostato a destra del canestro per la dunk solitaria (18-27).

Biz mancava un paio di liberi mentre Galloway, servito sul lato debole da Rose, colpiva da destra per il 18-30…

Hornets alla schiacciata a 2:02 con Cody, Galloway mancava la tripla con un catch’n shot beffardo mentre i ferri si dimostravano amici di Monk sull’altro fronte sebbene lo stesso Malik recuperando due liberi a 0:58 splittasse per far tornare i nostri sul -7 (23-30).

Rose in ritmo su Martin e un gran fing and roll di Graham fuori tempo aumentavano il punteggio e nello scambio finale di triple avevano la meglio i Pistons con la bomba di Rose mentre Graham sparando a salve lasciava inalterato il punteggio con la squadra in grigio al comando 25-35.

Rozier al tiro contro Brown. Foto presa dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

Per recuperar lo svantaggio Graham lanciava in corsa Zeller che nel corridoio si alzava in volo per la dunk a 11:49 ma Martin su una transizione non chiudendo apriva il campo alla contro-transizione chiusa da una bimane di Wood che non si risparmiava davanti all’ex pubblico.

P.J. Dall’angolo destro trovava la tripla flipper con i ferri interni per amici ma a 10:31 l’ex Wood dimostrava di saper tirare anche da tre ripristinando il vantaggio.

Le squadre si affidavano alla zona e Monk con un taglio sul passaggio di Martin tirava giù la jam per andare ad aumentare i punti nel suo forziere poco dopo quando passando con il crossover e cambio velocità Rose, appoggiava in fluido fing and roll il 34-40.

Monk commetteva un paio di sfondamenti offensivi esagerando anche se Zeller nel mezzo in tap-in ci portava sul -4, il problema era che Kennard mostrava irrisoria facilità nel metter dentro la tripla del +7 Pistons a 8:09 per un ennesima pausa di coach Borrego.

Charlotte era aiutata dalla terna quando un tiro da oltre l’arco di Rozier che avrebbe probabilmente solo scheggiato il ferro era preso alto da Drummond.

Per gli arbitri era interferenza e gli Hornets tornavano così sul -4 ma Griffin a 7:02 in transizione recuperava affondando due FT.

Biz servito da Martin metteva dentro scollinando quota 40 ma Galloway, proveniente dalla linea di fondo destra rilasciava il floater vincente scontrandosi successivamente con un generoso Biz impegnato nel tentativo di stoppata.

Risultato, gioco da tre punti contro…

I canestri di Griffin su P.J. e dello stesso Washington dal pitturato su Drummond consentivano alle squadre di tirar dal campo con il 50% per CHA e con il 56% per DET, evidente problema per i Calabroni, sotto nel punteggio.

Galloway recuperando un rimbalzo lungo si fiondava dentro battendo la difesa degli Hornets sbilanciata alla ricerca della sfera e a 4:57 ecco un fischio contro martin che oscillando tra i post bassi era pronto ad andare in aiuto di P.J. In difficoltà sul post basso sx contro Drummond.

A questo sii aggiungeva un micidiale Galloway 3 point (giunto a 15) dal corner destro per il 45-56…

Miles lanciato in corsa da un pass di Rozier faceva sbiancare la difesa dei Pistons in dunk ma Rose in attacco metteva due liberi anche se poi andava successivamente sulla seguente a sfondar su Rozier.

L’ex Bulls rimaneva fulcro dell’attacco ospite battendo Williams sotto canestro con l’alzata in ritmo per il 47-60.

Dall’altra parte tornava a farsi vedere Rozier che falliva prima un tentativo ma 2:15 chiudeva in transizione.

Sull’altro fronte pioveva anche la granata di M. Morris con i Pistons a 9/17 da oltre l’arco e le penetrazioni dei protagonisti del finale (Rose e Rozier) mandavano alla pausa tè la partita sul 51-65 in un primo tempo nel quale i Pistons dimostravano meritatamente di esser avanti.

La partenza di uno stacchetto delle Honey Bees mascherate un po’ alla Green Hornets se “ricordate” o conoscete il telefilm con Bruce Lee…

3° quarto:

Charlotte cambiava subito ritmo nel secondo quarto con Rozier a 11:42 a infilar la tripla in ritmo, Miles stoppava da dietro Drummond, passi di Griffin sul raddoppio ed ecco lo step back 3 di P.J. Prima che Galloway nel traffico riuscisse ad arrivare ad appoggiare dentro la retina.

A 9:50 Bridges si aggiungeva agli arcieri degli Hornets per il 3/5 di partenza del quarto.

Il canestro valeva il 60-67, punteggio che Rozier ritoccava sul 62-67 con una palla intercettata e relativo fing and roll riavvicinando sul -5 Charlotte.

P.J. Stoppava impercettibilmente Drummond ma sull’altro lato gli arbitri restituivano un po’ del maltolto ai Pistons annullando un canestro di Miles che staccando per il gancetto andava a contatto con Griffin, o meglio, era il contrario ma i punti erano zero e a un Borrego mai visto così nervoso era combinato anche un tecnico…

Devonte’ segnava in pull-up sul cambio lungo piccolo mentre al contempo un Zeller rollato sotto canestro subiva la spinta di Brown (fallo assegnato contro Galloway tuttavia) che consentiva di aggiunger un punto per il 14-3 run che ci portava sul 65-68.

La rincorsa era arrestata da una mega dunk a una mano di Drummond per il 12+12 del centro ma P.J. Dal corner destro con una freccia avvelenata faceva il 68-70.

Detroit però tornava ad accelerare con un appoggio di Griffin dopo una partenza con pump fake che gli lasciava strada e con un missile da 3 di Galloway ce arrivava dopo un fantastico crossover di Rozier che elevatosi poi dalle parti del ferro perdeva nettamente la maniglia con palla rimbalzante sul plexiglass che innescava la transizione letale a 6:01.

Drummond provava a infilarsi nella difesa degli Hornets battendo due difensori ma Biz in seconda battuta faceva da ombrello cancellando l’alzata mentre Rozier in attack mode a campo aperto faceva 19 con la sinistra.

A 4:40 era goaltending quello di Biz su Rose ma lo stesso congolese faceva rimbalzare un pocket pass per Miles che dal centro dell’area, a pochi passi, alzava il semigancio per il 72-77.

Un paio di canestri di un Griffin comunque non performante, bastavano a respinger il comeback e a 2:42 si arrivava sul 71-82.

A 1:53 l’appoggio di sx con cambio mano di Monk portava punti, la steal di Martin ne aggiungeva uno (fallo di Rose e ancora ½) ma in difesa il numero 11 portava pressione su Rose come Biz su Drummond sotto la tabella.

Double dribble, palla recuperata e correzione di Martin sul fronte opposto su una tripla imprecisa di Graham.

Drummond alzava a 83 i punti dei Pistons ma Graham rilasciando nell’aria la sfera anticipava con tre punti l’altro dardo lanciato da Zeller dalla destra.

Tiro da tre punti che anticipando la luce rossa riportava le sorti della sfida in parità a quota 83.

Monk costretto a fare acrobazie, realizzerà quella più importante sulla sirena. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

4° quarto:

Ultimo quarto con partenza cantata in floater del Galloway, si invertivano le parti sull’altro lato del campo con Graham a correggere da sotto un errore su un long shot di martin mentre Williams pur sbagliando da fuori, avendo una seconda possibilità si rifaceva decidendo di avvicinarsi a canestro per mette dentro i punti del primo vantaggio in serata per Charlotte.

Markieff Morris da tre faceva durar poco la gioia del vantaggio di Charlotte che rischiava di subire in mischia il -3 ma Martin risolveva in tuffo oltre la linea di fondo per innescare la transizione capitalizzata da Monk a 9:22 in coast to coast (89-88).

Graham sparava da tre a 8:44 per il +4, Brown dalla sinistra tirava storto sul close-out di Devonte’ mentre Monk con l’appoggio portava i punti da fast break sul 22-7.

A 7:24 uno scoop di Devonte’ era buono per il +8 (96-88).

La spinta degli Hornets contro la bench avversaria si esauriva un po’ dopo uno scontro nell’area dei Pistons Zeller/Brown che portava a una quasi rissa.

Charlotte perdeva un po’ di focus e un lento e non ritmato Griffin bastava per batter Biyombo.

Un alley-oop morbido, sospinto dentro da Drummond e Borrego chiedeva il time-out sul 96-92…

Al rientro Biz si metteva in posa per imitare Drummond ma lateralmente e con una mano solo che Charlotte non aveva ancora fatto i conti con la serata di Galloway che da tre infilava il cesto.

Marvin rispondeva da fuori grazie a uno strepitoso assist smistato da Graham con visione di gioco ad anticipare ciò che accadrà, poi per un dubbio fallo su Griffin i Pistons accorciavano e anche se Graham mancando un layup ci lasciava fermi, arriverà una fearless drive di Martin per restituire il +6 (103-97).

Gli Hornets si perdevano un po’ sotto al regia di Graham che mancava una tripla e vedeva Galloway dall’angolo metter il -3 prima di commetter un fallo offensivo in sfondamento.

Rose in pull-up 1 vs con Martin lasciava Cody ad allargar le braccia trovando il pari ed entrati nel minuto finale un altro errore da fuori di Graham, unito alla bomba di Galloway dalla sua mattonella, davano il vantaggio ai Pistoni.

Charlotte andava in difficoltà, sul lato destro si sviluppava un’azione nella quale Marvin sul lungo linea dando palla a Graham si vedeva restituir la sfera una volta che i difensori avessero raddoppiato su di lui: lo spazio consentiva l’aggancio a qualche decimo sopra i 22 secondi.

Ultima palla possibile per i Pistons che decidevano di andar dentro con Rose che provava la drive and kick, idea buona per far collassare una squadra non sempre attenta sulla linea e avendo dei compagni dalle alte percentuali.

Peccato che lo scarico avvenisse nella tra di nessuno e la sfera uscisse dal campo.

Un secondo sul cronometro con rimessa di Martin, blocco di Zeller e tripla di Monk in uscita dal blocco oltre l’inseguitore Rose e Drummond.

Buzzer beater incredibile che infilandosi nella retina regalava una smisurata gioia ai fan degli Hornets per l’inaspettato finale.

Le pagelle

Terry Rozier: 7

19 pt. (8/18), 5 rimbalzi, 2 assist, 3 rubate. Non è nobile il plus/minus anche perché P.J. Gli rovina un possibile assist in alley-oop e alcuni compagni fan lo stesso togliendogli qualche possibile passaggio vincente in più ma quando attacca lo fa bene, forse eccetto su una transizione durante la quale fa collassare tutto il nucleo dei Pistons sotto canestro aspettando decisamente troppo per aprire, tuttavia gioca una discreta gara anche se tre punti gli arrivano da una tripla fantasma (interferenza strana di Drummond) mentre è lui con la tripla ad aprire il secondo tempo suonando la carica.

Devonte’ Graham: 7

18 pt. (18/23 con 2/12 da 3 pt.), 5 rimbalzi, 10 assist. Non tira bene da tre, specialmente in un finale dove forza e sembra che gli Hornets non sappiano come fare a vincere e a scardinar la difesa ospite ma nel complesso aiuta la squadra con punti e assist giungendo alla doppia doppia. Bene sino al finale, manca un layup semplice ma ha tempo di crescere e mostra una visione di gioco incredibile anticipando le giocate come l’assist in corsa sulla sinistra per una tripla di Williams.

Miles Bridges: 5,5

7 pt. (3/6), 2 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. 3 TO. Numeri non dalla sua parte, partita abbastanza scialba conclusa con un -18. Bella la dunk in corsa appesa nel primo tempo e la bomba in apertura del terzo. Si fa battere da Griffin che appoggia da spalle a canestro mantenendo la posizione nel pitturato, a volte ho la sensazione possa far di più ma se è in movimento, infatti, è sua a inizio ripresa la prima stoppata di Charlotte con Drummond che alza sicuro la sfera a pochi passi dal canestro non avvedendosi di Miles che va su come Superman in volo a dire no al tentativo.

P.J. Washington: 6,5

11 pt. (4/7), 5 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Con i polpastrelli dice no a Drummond ma ci vuole il replay per veder la bravura di P.J. nel compier lo sforzo da quasi tagliato fuori, alterna difese dove pare in enorme difficoltà sui lunghi avversari con qualche buona giocata difensiva ma mancandogli l’esperienza nel primo tempo se la vede male. Si rifà con un 3/3m da oltre l’arco fondamentale, restituendo un po’ di buon tiro dopo le ultime prestazioni non convincenti in materia.

Cody Zeller: 6

10 pt., 7 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. Eclissato completamente da Drummond a inizio gara, Borrego corre ai ripari inserendo Biz. Un paio di falli veloci nel secondo tempo e una rissa sfiorata con Brown che sotto canestro alzando il gomito destro provava a tener lontano Cody dal rimbalzo, i due finiranno a terra spinti da Brown stesso ma la reazione di Cody innescherà il tecnico. A parte ciò, migliora nella seconda parte e segna la tripla a fil di sirena dalla destra anche se ci si chiede che ci facesse lì… Più tenuta nel finale sui lunghi avversari.

Marvin Williams: 7

8 pt. (3/8), 4 rimbalzi, 2 rubate. Due triple fondamentali nel finale. Quella a sinistra arretrando su assist di Graham e quella dalla destra, sempre con Graham su un gioco a due che faceva collassare due difensori verso il post basso per difender sul nostro sophemore. Buone difese su Griffin con finale in campo per dare esperienza.

Cody Martin: 7

7 pt., (2/6), 6 rimbalzi, 5 assist, 3 rubate. +14 di plus/minus, fattore ancora decisivo nel metter pressione, recuperare e salvare palloni come quello in tuffo sparato dentro sulla nostra linea di fondo. Bravo nel recuperar rimbalzi saltando fuori dal nulla ed eventualmente a inserirsi per correggere, aggiunge anche un paio di penetrazioni finalmente vincenti con più controllo del corpo. Assist e palloni rubati sono altre doti fondamentali. Dove non c’è è sul tiro libero dove splitta sempre facendo 3/6… A volte Galloway e Rose lo battono sul tiro da tre ma lui è lì e non può far più di ciò che fa.

Bismack Biyombo: 5

10 pt. (3/7), 3 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Una solo stoppata, quasi di ascella, cancellando Drummond, rallentato da due difensori sulla penetrazione. A volte viene battuto con facilità irrisoria e in attacco manca diversi canestri da sotto tirando con il braccino corto. Dalla lunetta fa 4/6, per lui buono, non è che nel complesso mi piaccia molto anche se qualcosa di buono la fa sebbene i punti che arrivino siano praticamene tutti regalati in free zone.

Malik Monk: 9

19 pt. (8/12), 4 rimbalzi, 1 assist. 2 TO. +23 in plus minus, eloquente. Gran serata di Malik che in attacco fa vedere velocità supersonica (un paio di volte esagera andando a sbatter per due sfondamenti) e coordinazione da maestro per sottomano e layup vari, anche con cambio mano. Mette due triple (su 4) con l’uomo in faccia. Quella finale, tiro, gioco, partita che risolve la gara è una fiondata incredibile. Attribuisce importanza allo schermo di Zeller che lo fa in maniera normale, nulla di eccezionale. E’ il suo fade-away e la sua uscita a ricciolo a esser fondamentale per il risultato. Finalmente un Malik ad alti livelli che se rimanesse così consistente potrebbe prendere i minuti di Bacon. Poco fumo e molto arrosto con patate stasera.

Coach James Borrego: 6,5

Mah… qualche decisione giusta (inserimento di Martin e di Monk per il tiro finale come esempi ma anche mantener Marvin per P.J. nel finale per dare esperienza e più efficacia e resistenza nei giochi sotto e sul perimetro), altre meno (Biz per troppo tempo al posto di Cody) time-out azzeccati, non so che abbia detto alla squadra negli spogliatoi ma è rientrata decisa. Certo… i problemi difensivi non son scomparsi e chissà se oltre Martin, rivedere MKG in campo possa esser una soluzione ma lui sta puntando sullo zoccolo duro del team composto da una decina di giocatori…

https://www.youtube.com/watch?v=nYxDf2KeGcM

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.