Game 15: Charlotte Hornets @ Brooklyn Nets 91-101

Intro

Analisi del passato e comprensione del presente, c’è un nesso?

Se doveste ripercorrere tutta la vostra vita sino a oggi e un pazzo l’avesse messa tutta su una pellicola infinita come quelle dei film o delle videocassette degli anni ’80, forse non sapreste indicare dove termina il passato e dove inizia il vostro presente/futuro.

Probabilmente perché ci sono elementi che si trascineranno sempre nel vostro quotidiano, amicizie, cultura o semplicemente il modo di pensare, difficile riuscire ad elidere gli effetti del passato e chiudere con esso, sempre si abbia intenzione di farlo.

Gli Hornets del primo trasferimento da Charlotte a New Orleans si son portati in blocco tutto, mascotte compresa poi quando Benson ha rinominato New Orleans e i Bobcats si son trasformati in Hornets, lo strano mix storico ha ripreso forma con il possesso di parte della storia dei Calabroni, il ritorno della maglia di Phills e quei colori che nella Queen City erano divenuti sbiaditi, sostituiti dall’arancio delle Linci mentre dall’estate con la perdita dei big sono spuntati giovani come Graham e Bridges da far crescere, in continuità con lo scorso anno.

A Brooklyn il grigio corrisponde agli anni recenti ma qualche anno fa Mikhail Prokhorov riuscì a metter sotto contratto alcuni big (Deron Williams, Garnett, Paul Pierce) per i Nets portandoli ai playoffs e proprio ora che Durant è entrato a far parte delle schiere dei Nets, insieme a Irving, il magnate russo esce di scena lasciando il posto a Joe Tsai.

Anche qui la situazione però, nel bene e nel male è figlia di scelte precedenti, ascrivere tutti i meriti al taiwanese/canadese, numero 2 di Alibaba Group, sarebbe banale.

Due team che si stanno muovendo in maniera differente con l’orizzonte unico nell’avere un futuro migliore.

Se i Nets, quando riavranno Durant, con Irving e magari un nuovo big potrebbero diventare una serissima contender, gli Hornets puntano a creare, per necessità, giocatori di livello inaspettati un po’ sul modello Raptors.

Su tutti per ora Graham, sperando possa continuare così (prima della partita)…

Analisi

Borrego aveva avvisato che sarebbe stato importante il lato fisico della gara.

Gli Hornets, anche se i Nets, orfani di Irving e Durant, non hanno retto sotto le plance dove la franchigia non mette a disposizione nulla di determinante.

Zeller tra falli, raddoppi alti che hanno liberato avversari per il pick and roll e poca predisposizione alla stoppata, Biyombo, portato a qualche fallo eccessivo,Hernangomez (troppo soft e nemmeno entrato) e Marvin adattato come centro per la small-ball (follia di Borrego dal mio punto di vista), non hanno retto all’urto dei centri avversari, anche perché se togli Allen e metti DeAndre Jordan la solfa non cambia e proteggere il pitturato diventa utopia in certe serate… alla fine l’anello di congiunzione negativo con il passto per Charlotte è stato la mancanza di un valido protector rim e consistente rimbalzista in una serata poco precisa alla conclusione.

41-53 nei rimbalzi (8-13 gli offensivi) sono stati troppi, mentre i TO, pur alti (15) non sono stati molti di più di quelli dei Nets (15).

20/26 per Charlotte ai liberi, 19/23 per i Nets.

Addirittura nelle stoppate si è finiti sopra 4-1 così come nel tiro da tre punti (33,3% contro il 25,6%) ma poco conta se dal campo finisci per tirare con il 37%…

Non che il 39,6% dei Nets sia stato migliore ma Charlotte è stata outshooted 81-90 da una squadra più fisica e concreta tanto che gli Hornets si son trovati eternamente a inseguire (se non a esser eccezionalmente davanti qualche rara volta nel primo quarto) come un cavallo al quale è stata fissata una carota oltre il muso, appesa da un filo, irraggiungibile…

L’unica volta che ci siamo riavvicinati sul -3, ecco Graham sparare in transizione la bomba invece di penetrare, palla sul ferro, sue liberi dall’altra parte e la small di Borrego nel finale con Williams come centro a produrre effetti nefasti.

Vince Brooklyn, più concreta e per gli Hornets la trasferta di Washington diventa un’altra possibilità di agguantare la settima vittoria stagionale, rimandata per cause di forza maggiore oggi.

Allen ha finito con 22 punti e 17 rimbalzi, Prince e Dinwiddie si sono divisi 40 punti (20 a testa) e Jordan ne ha aggiunti 14.

La partita

Starting five

CHA: Rozier, Graham, Bridges, P.J. Washington, C. Zeller per James Borrego.

BKN: Dinwiddie, Temple (4 pt.), Joe Harris (8 pt.), T. Prince, J. Allen per Kenny Atkinson.

1° quarto:

Palla a due sorprendentemente vinta da Cody su Allen e lavoro in post basso sinistro di P.J. che pompava il palleggio sullo stesso Allen e resistendo al contatto metteva dentro in qualche modo subendo fallo.

3-0 a 11:42 pareggiato alla seconda azione offensiva dei Nets con la tripla di Dinwiddie su Zeller che sfruttava una drive con passaggio rapido sotto per tagliar veloce l’appoggio prima della doppia chiusura dei lunghi Nets.

Allen lanciato nel mezzo mancava tutto solo una big dunk ma in ripiegamento difensivo anticipava Zeller per tornare a schiacciare, questa volta veramente sull’altro fronte.

Borrego, giustamente preoccupato dalla medesima azione con estrema libertà per Allen chiamava un time-out rapidamente a 10:04.

Rozier a 9:47 infilava due FT (Temple foul) ma Prince da sinistra abbandonava P.J. e alzava sopra Cody uscito a dar manforte, trovando il pari.

I Nets si avvantaggiavano grazie ai liberi: Allen a contatto con P.J. splittava, Prince metteva anche un catch’n shoot da tre dalla destra al quale rispondeva P.J. con un’entrata assurdamente fuori equilibrio e rilascio sfera sul plexiglass sul raddoppio: canestro incredibile ma errore dalla lunetta mentre dalla parte opposta un leggero tocco di Marvin su Prince era punito dall’ala grande avversaria con un 2/3 dalla linea.

Sempre a gioco fermo a 6:03 P.J. fallendo due liberi lasciava a bocca asciutta i ragazzi di Borrego mentre Prince contatto con P.J. mancava il tiro ma non i liberi per il 9-15.

Le percentuali scendevano ulteriormente con Charlotte al 25% e BKN al 29% prima che Monk lanciato da Batum in transizione appoggiasse di sinistro.

Biz subiva fallo da Musa e in bonus affondava ambo i liberi per il -2 e anche se BKN rimetteva 4 punti tra i due team, Bi al secondo tap-in, correggeva sé stesso e anche il precedente errore di Monk per il nuovo -2 (15-17).

Un fluido appoggio di Dinwiddie toglieva il tempo alla difesa di Charlotte ma sull’altro fronte l’alzata di Batum sorprendeva la difesa interna dei grigi che vedeva spuntare il caccia Monk a scaricare un prepotente alley-oop.

A 1:40 DeAndre Jordan cominciava la sua buona gara con 2 FT messi a segno mentre a 1:19 con un pull-up Monk batteva il difensore nell’uno contro uno consegnando tre punti secchi a Charlotte.

La dunk di Jordan, quello di BKN, perché quello di Charlotte non gioca più purtroppo, consegnava il +3 ai locali (20-23) prima che Graham, recuperando due liberi, finalmente sbloccasse il proprio tabellino dalla fastidiosa casella zero punti.

A :37.3 Biz infilava sorprendentemente altri due liberi restituendo il vantaggio a Charlotte che tuttavia subiva una tripla di Dinwiddie nonostante Biz sulla linea tentasse di controllarlo contrastandolo in salto.

A pareggiare ci pensava lo stesso Biz con un tocco volante morbido su lob di Graham per il 26-26.

2° quarto:

Brooklyn a 10:35 raggiungeva rapidamente il terzo fallo del quarto ma teneva e con Jordan passava avanti a 10:17, Monk scattava nell’alto pitturato e arrestandosi sul bound pass di Biz lasciava partire l’alzata vincente per il pari, tuttavia Shumpert dal mid range realizzava il nuovo vantaggio mentre Monk passava a un avversario e Rozier sull’azione offensiva seguente andava a infilarsi in un imbuto perdendo palla così Jordan in appoggio faceva 28-32.

Bacon mancava un tiro ma recuperava bene nel nostro pitturato per vedere Bridges di forza appoggiare su Harris.

Musa era stoppato da Biz ma non ricevendo nessun aiuto era costretto da terra a veder l’avversario recuperar la sfera e metter dentro a 7:10.

Non funzionavano le guardie di Charlotte sulla pressione di BKN, Rozier da 3 mancava il tiro, Jordan in alley-oop easy invece non sbagliava.

Prince dal corner destro piazzava la bomba, Rozier in entrata a 6:06 rispondeva ma ci metteva 5 secondi Dinwiddie per farsi il campo segnando in appoggio, in più gli arbitri chiamavano anche fallo contro P.J e così i Nets volavano sull’inaspettato quanto rapido +10 (32-42).

Zeller a 5:43 fronte a canestro rispondeva con la tripla, Jordan ci allontanava con due punti da sotto, poi toccava a Miles esser lanciato nell’iperspazio per andare in alley-oop solo con l’arto destro a disintegrare il canestro.

Bridges continuando ad aver fiducia in drive batteva l’avversario appoggiando a tabella ma sul 39-44 i Nets facendo girar palla trovavano libero nell’angolo sinistro Harris, che, dopo qualche errore, non sbagliava da fuori.

La dunk di Allen a una mano ripristinava lo svantaggio in doppia cifra per Charlotte che a 2:59 tentava la riscossa con il primo canestro dal campo per Graham che lo realizzava a suo modo con una tripla.

Pinson rispondeva subito da fuori restituendo sicurezza ai grigi ma Batum inaspettatamente in uno contro uno metteva dentro la bomba dalla diagonale destra.

Charlotte vedeva una conclusione rimbalzare sul ferro ma nessuno dei numerosi giocatori in maglia bianca faceva un buon tagliafuori e Musa spuntando nel mezzo raccoglieva segnando due punti piuttosto vergognosi per la difesa, troppo statica.

Bridges da destra replicava da tre punti (48-54), Allen servito in corsa si dimostrava inarrestabile mentre Zeller si fermava da solo dalla lunetta con uno 0/2, per fortuna Graham a :34.5 immagazzinava altri 3 punti per il 51-56 che sarà poi punteggio finale all’intervallo.

Biyombo e Williams provano a fermare Dinwiddie. Photo: Kathy Willens, AP

3° quarto:

Rozier partiva meglio nel secondo tempo lasciando partire dal pitturato l’alzata su Dinwiddie per il -3, Harris mancava la tripla ma Allen veleggiando in put-back dunk schiacciava dentro la sfera rimasta ad alta quota con gli Hornets ancorati a terra e lontani.

Il 3° fallo di Cody (offensivo) e la tripla di Prince mettevano in difficoltà Charlotte.

Rozier dalla lunetta recuperava due punti ma Harris andava a schiacciare in transizione dopo una steal.

Seguivano un floater di Rozier e l’ennesima schiacciata di Allen giunto a 11 punti, Rozier da tre schermandosi con lo step-back dava il giro giusto alla sfera ma un fallo di Zeller su Allen e l’1/2 dal centro afro ritoccavano sul 60-66 il punteggio a 8:21.

Un altro fallo di Cody lo portava a 4 mentre sull’altro fronte Prince con un veloce passaggio liberava Allen per un’esagerata bimane appesa.

Allen continuava a dominare nella terra di nessuno anche quando i compagni mancavano il tiro, ecco ad esempio il rimbalzo offensivo e la reverse dunk a 7:02 per il 60-70…

Al rientro dal time-out Graham spediva dentro la saetta da tre (6:42) ma dopo aver raschiato un altro punticino Temple recuperava una palla che sarebbe potuta finir nelle nostre mani e con lo step-back, portandosi oltre la linea dell’arco a sinistra metteva la tripla del 64-73.

Graham da sinistra replicava facendo da solo dal palleggio; passo laterale a sinistra e tripla mumbo sui cm di Allen…

Il centro si rifaceva poco dopo schiacciando per la settima volta in serata mentre Biz sul tentativo si fing and roll si vedeva spostare il braccio da Harris.

Due liberi a segno a 3:15 e poi uno splendido reverse lay-up di Monk proveniente dalla linea di fondo sinistra (Musa passato e Harris lasciato sotto canestro in salto) erano utili agli Hornets per portarsi sul 71-75 ma un goaltending di Biz sembrava cacciarci eternamente indietro anche quando Charlotte sembrava, grazie a un buono sforzo, poter rientrare.

Dinwiddie da sinistra in pullup metteva dentro travolto anche da Biz che usciva in salto dal suo cilindro.

Gioco da tre punti e Hornets sotto di 9 a 1:56 prima di finir sotto di 11 a causa di due liberi di Jordan che a 1:37 aumentavano il parziale sullo 0-7 prima che Williams appoggiando di destra al vetro lo interrompesse.

Finiva 73-82 il quarto con gli Hornets a fare mezzo passo indietro ma ancora ipoteticamente in gara.

Rozier stacca alto per l’appoggio contro Pinson e Shumpert. Photo: Kathy Willens, AP

4° quarto:

Dopo vari tentativi falliti da ambo le parti, gli Hornets si riavvicinavano con Bacon a 10:53.

Pinson dalla lunetta a 10:20 segnava due liberi ma Bacon in corsa rilasciava un fade-away che si appoggiava alla tabella, lato sinistro, per cader dentro.

77-84, Monk mancava il tiro ma Rozier in difesa sfruttava la palla recuperata sulla pressione del team per andare a esser abbattuto sotto canestro.

2/2 a 8:20 e Irving sbadigliando in panchina vedeva qualche secondo più tardi i suoi gettar via un pallone in attacco.

A 7:40 un mumbo dalla sinistra di Graham su Jordan valeva l’81-84 e da una steal difensiva su Prince nasceva la transizione del possibile pareggio solo che sull’assist, Graham decidendo per l’open 3 falliva la conclusione e Dinwiddie in entrata veniva toccato da Bacon.

2/2 a 6:54 con le ultime avvisaglie di resistenza di Charlotte ancora firmate da Bacon ai liberi (autore del fallo invertito rispetto alla precedente situazione).

83-86 a 6:28 ma a 5:45 i Nets, dopo esser partiti con 0/7 dal campo nel quarto, indovinavano la tripla con Prince, anche se contrastato da Williams.

Charlotte andava in time-out poi dalla baseline destra arrivava il floater vincente di Williams annullato per uno sfondamento molto discutibile su Prince.

Il rimbalzo offensivo consentiva ad Allen di appoggiare semplicemente e per cercare di correre ai ripari Miles strofinava la retina con un colpo di genio da tre punti a 4:43 (86-91).

A 4:21 per un fallo su Allen ci trovavamo sotto di 7.

La small ball di Borrego con Marvin come centro non dava buoni esiti, nemmeno in attacco quando Rozier serviva basso Bridges che non riusciva ad agganciar bene la sfera favorendo Prince in transizione per il +9 Nets.

Graham sparava a salve contro Allen e su una rimessa da destra Dinwiddie con un preciso catch n’shoot dalla baseline infilava l’86-97.

Miles stopperà Dinwiddie da dietro sull’azione seguente ma il cronometro si faceva pressante e i due liberi di Monk a 1:59 valevano poco perché su una second chance da rimbalzo offensivo Harris colpiva da tre a 1:33.

Rozier rispondeva subitaneamente per il 91-100 ma dopo l’1/2 di Temple per spinta di Rozier Charlotte provava pessimi tiri da tre per recuperare miracolosamente ma non entrava naturalmente nulla e la partita in ghiaccio terminava sul 91-101.

Le pagelle

Terry Rozier: 5,5

8 pt., 6 rimbalzi, 2 assist. Bell’inizio di terzo quarto a dare un po’ di sprint al team ma si perde dopo uno sfondamento offensivo chiamatogli contro. Nel primo tempo non funziona, finisce con 5/14 dal campo mancando qualche entrata con 4 TO e una tendenza ad andarsi a infilare in imbuti che lo portano a perder palla, sia sul palleggio (in un’azione avrebbe potuto chiamare time-out anziché perder la sfera) o su uno scarico non preciso. E’ il suo gioco anche ma innesca anche transizioni molto pericolose in questa maniera. Deve cercare di non far trovar sbilanciata la squadra in queste situazioni.

Devonte’ Graham: 6

17 pt., 3 rimbalzi, 6 assist. 5/16 dal campo. Passa buona parte del primo tempo a litigare con il ferro trovando tardivamente due punti dalla lunetta ai quali aggiunge due triple. Nella seconda parte ne mette uno in più rispetto al primo tempo con due tiri che gli valgono 5 punti dalla sinistra battendo implacabilmente i lunghi avversari. Manca la tripla dell’aggancio seguendo la moda/filosofia NBA nel tirare da tre. Era un’open ma da transizione si sarebbe potuti arrivare al ferro e al limite scaricare. Anche 5 TO.

Miles Bridges: 6

12 pt., 5 rimbalzi, 2 rubate, 1 stoppata. Stoppata da dietro su Dinwiddie a parte, è attivo in difesa con aiuti. Sbaglia troppo in attacco (5/13) ma da anche una spinta alla squadra in alcuni momenti della partita cercando di andar di forza dentro.

P.J. Washington: 5

5 pt., 4 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. 5 falli in 12:02. Avrebbe dovuto esser il valore aggiunto ma ben presto è un incubo perché in difesa non tiene nulla e la sua condizione da rookie forse gli “regala” contro anche un fallo che non c’era. Comunque sia, brutta prestazione condizionata dai falli nel minutaggio. Come recentemente è accaduto nei minuti finali Borrego gli preferisce Williams. Un po’ addormentato prende in faccia un tripla pesante di Prince nel finale. Un mezzo voto in più solo perché all’inizio batte Allen con gioco da tre punti e poi mette dentro un canestro incredibile in entrata, pur raddoppiato da Allen ma alla fine, il buio…

Cody Zeller: 5,5

5 pt., 7 rimbalzi, 2 assist. Finisce anche con un +2 in +/- ma a parte i 7 rimbalzi in 15:05, commette tre falli offensivi banali che portano altrettanti TO e con 4 falli chiude una gara giocata sul filo del rischio. I raddoppi alti a metà strada non funzionano e siamo spesso battuti con il passaggio dentro. Anche lui tiene poco sui lunghi avversari, si vede subito all’inizio con Allen che va dentro due volte e solo per grazia ricevuta perde palla mentre si alza la palla per una dunk che sarebbe stata pirotecnica.

Malik Monk: 6

13 pt., 3 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate. 5/13 dal campo ma un ¼ da fuori con alcuni tiri presi in momenti delicati del match che non sono andati dentro. Generoso in difesa anche quando tenta di contenere Allen, cosa impossibile ma fa meglio quando trova il ritmo per andar dentro a chiudere in floater o in appoggio, magari anche toccato per andare in lunetta. Solo il pull-up da tre, poi tre errori anche se aiuta la squadra in un buon momento e nonostante il finale, chiude sul +9 di plus/minus. Un paio di recuperi, su uno lo lancia Batum per due punti facili mentre ancora il francese lo esalta per un alley-oop tremendo.

Marvin Williams: 4,5

2 pt. (1/7). I circuiti di Marvin sono fuori fase. Se deve far da centro in difesa, oltretutto incerottato a una spalla, siamo a posto… in attacco fa anche peggio realizzando solo un layup di destro, non batte nemmeno Dinwiddie tentando un tiraccio che sibila vicino al ferro dalla media, 0/3 da fuori. Night off pesante per Charlotte che da uno con la sua esperienza si aspettava qualcosa di più in attacco nel finale.

Nicolas Batum: 6

3 pt., 5 rimbalzi, 3 assist. Abbonamento all’unica tripla di serata per il francese che in 25:37 ci prova surrealmente solo una volta finendo con il 100%… Usa Monk come terminale preferito per l’assist e poi perde una palla banalmente contro Harris. Aiuta a rimbalzo ma da lui ci aspetteremmo di più, almeno per contratto… Si salva per una difesa decente.

Bismack Biyombo: 6

10 pt., 7 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Fa il suo. Sorprende ai liberi con un perfetto 6/6 da ricordare, stoppa anche Musa ma i compagni guardano e l’attaccante segnerà mentre il congolese nello sforzo cadendo a terra non potrà opporsi nuovamente. Qualche rimbalzo in 16:50 lo cattura ma spende un paio di falli inutili, concedendo a Dinwiddie il tiro libero addizionale.

Dwayne Bacon: 6,5

6 pt., 1 rimbalzo, 1 assist, 2 rubate, 1 stoppata. 2/4 al tiro. Non parte bene ma da verve al team a inizio ultima frazione con un paio di canestri importanti. Precedentemente un bel recupero. 2/4 dal campo in 13:57, cancellando gli zero dalle varie caselle.

Coach James Borrego: 5,5

Boh… predica fisicità e mette in campo una small-ball con Williams come centro nel finale. Certo, i nostri centri sono limitati e non riescono a contenere bene, talvolta o per cambio sul pick and roll o per scelta escono anche sul piccolo con alterne fortune. Il materiale è quel che è ma se si pensa di avere un vantaggio in termini offensivi, in quelli difensivi diventa una tragedia perché a volte la pressione non basta, finiamo con 8 steal contro le 11 di BKN e un TO in più, anche se tre sono stati procurati da Zeller.

https://www.youtube.com/watch?v=4vRjdKtntv8
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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.