Game 20: Charlotte Hornets @ Orlando Magic 106-99

Intro

Visto il buon momento degli Hornets (6 W nelle ultime 7 uscite) e il fatto che si giochi in casa Disneyland, ho optato per identificare i giocatori nelle pagelle con feste che si tengono sparse per il mondo ma giacché oggi (in Italia, quando uscirà il pezzo) è la giornata per l’eliminazione della violenza contro le Donne, mi faceva piacere parlarne brevemente creando un aggancio con la situazione di Charlotte.

Premesso che il tema è molto complesso è eliminare la violenza, di qualsiasi genere, pare utopia giacché è facile riscontrare come in situazioni di crisi finanziaria, personale e i problemi lavorativi e generali portino tendenzialmente a una minor sopportabilità in tutto, il problema di fondo è culturale.

Retaggi del passato che impongono un ruolo più che definito del proprio sesso, scolpito nella pietra, senza possibilità di mobilità alcuna, finiscono per cristallizzare insieme a culture arretrate e senso di possesso, un’avversione nei confronti di una società che sta cambiando.

Che sia un bene o un male ognuno è in grado di deciderlo, di certo questo sviluppo piuttosto entropico porta anche aspetti negativi oltre che a quelli positivi ma l’emancipazione della persona (in questo caso parliamo di donne svantaggiate) ai nostri giorni può passare soltanto attraverso una sostenibilità finanziaria garantita che essa sia lavoro o altro e l’accettazione di una parità reale nella nostra società con un cambio di rotta culturale auspicabile perché le nuove generazioni possano essere più felici.

Un cambio di rotta culturale è quello che ci vuole anche agli Hornets che attraverso il Draft e con qualche puntellatura dal mercato stanno cercando di svoltare.

Cambiare pagina, fotografare una nuova vita dopo anni mediocri, riportarsi ad anni più felici passati da troppo tempo sembra essere oggi la promessa delle nuove giovani tigri di Charlotte.

Battuti i Warriors, due volte Washington, poi Brooklyn, New York, Portland e Memphis, tutte squadre sopra i .500.

Nonostante un calendario difficile e una concorrenza spietata a Est con 4 squadre a mezza partita dall’MJ team (New York, Milwaukee, Boston e Philadelphia) che paiono più attrezzate, Charlotte sta tenendo una quinta posizione di tutto rispetto che cercherà di mantenere vincendo a Orlando con dei Magic dall’infermeria piena.

Le prossime tre sfide saranno a portata dei Calabroni che dovranno evitare scivoloni e cercare di non perdere colpi per volare quanto più possibile in alto per quando dovessero incappare in qualche L in partite difficili.

La partita è alle porte, ora tocca a Bridges, Ball, Hayward, Rozier e agli altri componenti del team dimostrare che Charlotte è tornata a essere una squadra vincente.

Andamento della partita

Gli starting five.

Inizio originale da parte arbitrale e povero dal punto di vista offensivo da parte delle due squadre con i Magic primi a passare in vantaggio grazie a un’entrata di F. Wagner.

Charlotte continuava a tirar male ma si sbloccava a 9:50 con una tripla di Ball che serviva momentaneamente a passare in vantaggio.

Il bel pull-up di Suggs su Hayward riportava avanti i locali ma a 8:20 Plumlee da un rimbalzo offensivo ricavava due liberi che incredibilmente metteva entrambi, il primo paio di FT infilati durante lo stesso giro dalla lunetta.

Gli Hornets con poca energia e mano da fuori area si accontentavano di sparacchiare da fuori senza ottenere risultati mentre due punti da sotto di Wagner dopo qualche rimbalzo offensivo Magic e la tripla di Harris mandavano la partita sul 5-11.

Un doppio fallo chiamato su un attacco Hornets generava una palla a due che Bridges prima vinceva e poi spingeva in retina su invito volante di Ball.

I Magic però rispondevano con il mezzo salto volante in reverse, lettera per la tripla di Bamba dall’angolo sinistro e il 7-14.

Un tiro frontale dalle profondità di ball portava gli Hornets in doppia cifra ma la mega dunk di Wendell Carter Jr. più il blocking foul affibbiato di Martin riportavano a 7 le lunghezze di vantaggio per la squadra della Florida.

Una drive di Ball e due successivi FT dello stesso play mangiavano due pt. a Orlando (14-19) e il botta e risposta tra Wendell Carter Jr. da sotto e la tripla di Oubre Jr. suggevano un altro punticino (17-21).

Oubre si ripeteva da fuori ma Mulder era bravo a segnar da tre nonostante l’aggressiva difesa di martin mentre Hayward a :04.8 splittando due FT riportava gli Hornets a 4 punti di distanza (24-28 a fine primo quarto).

Una scorribanda di Oubre Jr. sulla linea di fondo destra chiusa con appoggio, una stoppata di Richards su Suggs e due triple consecutive di Rozier sganciate con sicurezza trascinavano Charlotte avanti 32-28 ma i Magic con un parziale da 0-5 si riportavano sopra di uno con la tripla del n° 21 Moritz Wagner.

McDaniels trovava un contatto (generoso) con Suggs in arretramento trovando il canestro ma sbagliando il libero addizionale e mentre Wagner trovava la seconda tripla consecutiva, Rozier con un arresto nel pitturato e un giro da 360° e fade-away finale, sverniciava proprio il lungo avversario.

Il 36 pari era conservato dalla seconda stoppata di Richards (Harris la vittima questa volta) e mentre la partita si spostava sul 39 -39 ci volevano la fotocopia di Bridges in alley-oop su alzata di ball più una steal di martin con canestro in entrata di Plumlee per smuovere le acque dalla parità.

I Magic tenevano botta in attacco rispondendo agli Hornets rimanendo a elastico a -2 ma quando Plumlee a 1:12 andava oltre Bamba trovando anche l’and one i Calabroni guadagnavano un +5, peccato che l’avanzata dell’altro Wagner era chiusa dall’alzata per la Cavalcata delle Valchirie di Bamba in alley-oop.

52-49 con Charlotte leggermente impaludata nelle trappole dei Magic che chiudevano il primo tempo con 5 rimbalzi in più (30-35) ma soffrivano molto gli assist di Charlotte (14-9) e le stoppate (6-1) mentre il 6/20 da fuori area (30,0%) era destino comune ad entrambi i team.

La partenza della ripresa vedeva Rozier molto attivo rubare un pallone in difesa ma l’air-ball di Bridges non portava a nulla così anche l’altro Wagner, Franz, infilando una tripla riagganciava gli Hornets che tornavano sopra con la granata dalla sinistra di Terry ma i Magic si portavano per la seconda volta nel terzo quarto in parità con due FT splittati di Suggs.

Rozier riusciva però a rubare prima palla a Harris e poi a Bamba perfezionando la steal con un secondo tocco ma in entrambi i casi la sua fuga in transizione finiva con due appoggi per il 59-55.

Orlando trovava due triple con i lunghi (Bamba e Carter Jr.)issandosi sul +2 (59-61) ma il contro-sorpasso dalla diagonale destra era firmato da Ball con un catch n’shoot in movimento.

Orlando giocava duramente e si riportava sopra di due quando Mo Bamba inanellava la terza tripla di serata a 5:06.

L’alley-oop di Carter e la quarta tripla di Mo Bamba spaventavano Charlotte che sul 67-74 ritrovava Oubre e Martin; il primo andava sul concreto in entrata recuperando due liberi (segnati) a 3.51, il secondo stoppava Bamba in angolo nonostante i cm di differenza e offriva una palla per la schiacciata a Oubre che non falliva.

La corsa degli Hornets non si arrestava; goaltending di Bamba su McDaniels, appoggio di Bridges su F. Wagner con Bamba rimasto a terra sull’altro fronte, tripla di Oubre Jr., buona difesa e passaggio in transizione di Martin per l’appoggio volante di Rozier, rimbalzo offensivo dello stesso Cody e drive prepotente con sparata a una mano su M. Wagner a :20.1 per l’82-74…

Sulla sirena Mo Wagner segnava da tre l’82-77 ma il parziale da 15-0 Hornets lasciava un +5 a Charlotte.

Martin iniziava l’ultimo quarto improvvisando una tripla molto veloce a due secondi dallo scadere del possesso offensivo ma Harris replicava dall’angolo sx (85-80).

Charlotte cominciava a salir di quota quando Bridges pompava una bimane con braccia dietro la schiena ritardando la dunk sul passaggio di Harris per scaricar la jam dell’89-82 dopo aver fluttuato per un istante.

A 5:15 la tripla lunga di ball dava agli Hornets 10 punti di vantaggio (94-84) e McDaniels su servizio lungo di ball trovava la sua prima jam di stagione per il 96-84.

L’arcobaleno di Rozier serviva a resistere al tentativo piuttosto difficoltoso degli avversari e due incursioni di Ball ai 24 (circus shot la prima, floater su Carter Jr. e Bamba la seconda) davano a Charlotte a :40.6 il 106-97.

Punteggio ritoccato solamente sul 106-99 con gli Hornets che dopo qualche affanno riuscivano a espugnare ancora Orlando.

Cody Martin a rimbalzo attorniato da Bridges, Rozier, Richards (dietro di lui) e Oubre Jr.. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

Capita spesso che gli Hornets decidano a proprio favore le sorti del match ed è accaduto anche questa volta a Orlando ma ci sono voluti tre quarti e mezzo per scrollarsi di dosso i rimaneggiati Magic.

Come ha detto Rozier a fine partita: “E’ la NBA” e l’approccio non proprio da finale NBA ha favorito la squadra di casa che si è giocata le sue chance facendo paura a Charlotte quando nel terzo quarto si è portata sul +7 dopo la quarta tripla di Bamba…

Gli Hornets hanno avuto sentore del pericolo di una sconfitta che avrebbe potuto maturare concretamente e aiutati da Martin e Oubre Jr. hanno risposto con un 15-0 di parziale.

Nel finale Charlotte si è scrollata di dosso i Magic e giocando con il cronometro non ha più sofferto grazie a due abili entrate di Ball che hanno sigillato il game.

Charlotte ha vinto il match tra rubate (11-5) e – strano a dirsi – stoppate (11-1) e hanno compensato la serata negativa nel tiro da fuori (sotto il 30%) e di Hayward (1 pt.) con il backcourt, 70 punti in tre (Ball, Rozier e Oubre Jr.) mentre Martin è stato un fattore determinante in difesa.

Gli Hornets hanno tenuto a rimbalzo (56-60) anche se in alcuni momenti hanno sofferto e hanno completato l’opera con ciò che dicevamo sulle steal e transizioni dalla difesa: 21-7 nei fast break dopo lo zero nella capitale.

I Magic hanno equilibrato l’attacco bilanciandolo con tiri per tutti i giocatori.

Questo ha portato molti player in doppia cifra ma non è servito per vincere.

18 punti per Mo Bamba, 17 per Suggs, 16 per Franz Wagner, 14 per Wendell Carter Jr. e 13 a testa per la coppia Harris, Moritz Wagner.

LaMelo Ball: 7

22 pt. (7/17), 4 rimbalzi, 4 assist. Holi. Una festa indiana che forse avrete già visto in immagini o video da qualche parte. Celebrare l’inizio della primavera colorando l’ambiente e soprattutto sé stessi con polveri colorate è l’idea di fondo, il tutto annaffiato da balli e musica. La speranza di Charlotte è che Ball si riveli l’arcobaleno degli Hornets in grado di far sbocciare la squadra dopo anni di mediocri rigori invernali dai record bassi e che nonostante l’agguerrita concorrenza a Est, a primavere si possa festeggiare con l’accesso ai playoff. Anche lui esagera con un tentativo di bound pass per sé stesso e schiacciata rovesciata sulla quale perde il contatto e fa una figura da Paperissima che rimarrà negli archivi di Youtube in un momento non consigliabile (esagerata sicurezza che a volte non fa bene) ma non diventa erubiscente continuando a giocare, così svolta la partita nel finale con un assist per McDaniels e punti. I suoi due canestri finali in entrata sono due capolavori, difficili da realizzare. Un paio di deep 3 (4/9 da fuori) tanto per gradire e anche se non è sempre preciso in serata compensa un po’ con la tenuta difensiva migliorata rispetto lo scorso anno.

Terry Rozier: 8,5

27 pt. (11/22), 3 rimbalzi, 5 assist, 6 rubate, 1 stoppata. Foam N’ Glow. Negli Stati Uniti in circa una cinquantina di città si celebrano degli enormi schiuma party con cannoni spara schiuma, il tutto condito da uno spettacolo fantasmagorico che include artisti di strada. Direi perfetto per lo sgusciante e in alcune serate evanescente Terry che avvolto dalla sua nuvoletta di schiuma – come una specie di Goku – riesce nello spazio di pochi cm a tirar fuori pull-up, fade-away e magie anche in uno contro uno. La schiuma viscida di Terry in serata si materializza con ben 6 crazy steal. Alla fine non ci crede nemmeno lui quando viene informato ma è dal suo flottare rapido, dalle sue mani velocissime e dalle sue steal che nascono transizioni che lo portano a chiudere con bravura segnando canestri utili a dare spinta ai Calabroni. Se da fuori si ferma a un 3/11 non eccelso, da due fa vedere ancora qualcosina come un arresto e tiro in fade-away dopo giro completo su piede perno, un fing and floater da old school o videogame e un jumper in corsa brillante. Altra prestazione esterna di alto livello. Lui non si è mai preoccupato delle sue percentuali e ha continuato a credere in sé stesso ha detto e ha fatto bene.

Gordon Hayward: 5

Songkran. Festa un po’ snaturata, ogni anno in Thailandia si scatena una guerra con gavettoni, fucili e pistole ad acqua. Il liquido è incolore e inodore oltre a essere innocuo. Dipende dalla quantità ovviamente che si riversa. Hayward fino a oggi è sembrato a volte il bambino innocuo con la pistola ad acqua o il Poseidone in grado di sollevare onde del mare fino a creare danni sulle coste avversarie. Il flusso di punti che l’ala titolare degli Hornets riesce a dare alla squadra può essere importante. Il formato della notte purtroppo è il primo e la canna della pistola ad acqua è anche otturata. Difettoso al tiro chiude con 1 punto (½ ai liberi) frustrato dai tiri mancati in precedenza. 0/6 al tiro, 3 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate e un TO in 24:39.

Miles Bridges: 6,5

11 pt. (5/16), 9 rimbalzi, 6 assist, 1 rubata, 3 stoppate. The Albuquerque International Balloon Fiesta. Ad Albuquerque (New Mexico) si riuniscono in tanti per osservare un mega raduno di mongolfiere volare sopra le montagne Sandia. Miles si è gonfiato come una mongolfiera questa stagione migliorando ancora altri aspetti del suo gioco già in progresso netto la scorsa R.S.. Ogni tanto si concede qualche pausa e deve dare gas per spingersi più vicino all’Olimpo del gioco ma pare che si sia già liberato di tutte le zavorre prendendosi i suoi spazi e i suoi tiri senza problemi. In serata mostra ancora problemi al tiro, specialmente da fuori (16) ma la sua serata non brillante al tiro viene comunque valorizzata da un canestro di fisico su F. Wagner e da tre conclusioni dirompenti; due alley-oop e una dunk caricata sul passaggio di Harris. Si rende utile tra rimbalzi e stoppate, ben 3.

Mason Plumlee: 6,5

La battaglia delle arance. Ivrea. Festa molto coreografica nata a Carnevale, nonostante l’iconicità e la fascinazione dell’evento è una festa che non amo molto in primis per lo spreco di cibo che potrebbe essere impiegato in altra maniera che testimonia la poca coerenza di questa società che raccoglie collette alimentari e poi lo spreca in festival (ve ne è uno equivalente in Spagna chiamato la Tomatina fatto con i pomodori). Ovviamente non è una crociata la mia contro la manifestazione e non risolveremmo i problemi del mondo donando quelle quintalate di arance ma di fondo è la forma mentis della nostra società che mi lascia perplesso. Perplesso sempre di più lo sono anche su Mason Plumlee, arrivato come rim protector e rimbalzista teoricamente in grado di far meglio di Zeller e Biyombo sotto le plance con i suoi 211 cm ma solitamente viene preso a pallate color arancio… 7 punti nel primo tempo, quelli rimangono alla fine…8 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata condiscono il tutto. Per una volta non soffre eccessivamente singolarmente gli avversari nei suoi 21:12. Da evento la prima coppia di liberi a segno e il 3/3 finale dalla lunetta dopo aver trovato un buon and one su Bamba.

Kelly Oubre Jr.: 7,5

Oktoberfest. L’andamento scostante di Oubre Jr. mi fa venire in mente la celeberrima festa tedesca che – parrà una bestemmia – ma non amo tanto poiché a parte la graziosità delle kellerine in costume, la festa è valutabile come un upgrade della Taverna di Boe con un Barney Gamble al vostro fianco potenzialmente dangerous pronto a vomitarvi sui pantaloni e qualcuno con la cannuccia pronto a raccogliere ogni singola stilla di liquido fermentato caduto. C’è da capire se il platinato giocatore degli Hornets vada a tutta birra da sobrio o da ubriaco ma l’importante sarebbe che riuscisse a trovare una sua costanza e non cambi personalità e prestazioni con picchi terribili da serata a serata. 10 pt. Nel primo tempo equamente divisi tra tiri da due e da fuori con un 4/8 complessivo. Regala punti a Charlotte e conquista tre rimbalzi oltre a un paio di buone chiusure. Chiude con 21 punti con gli stessi tiri tentati e messi da Ball (7/17). Una spinta importante dalla panchina. Da buona spaziature e aggiunge 6 rimbalzi e ottiene il miglior plus/minus con +16.

Ish Smith: Non entrato

Il giorno del Ringraziamento. In realtà l’avevo già fatta e anche se non è entrato lo lasciamo per simpatia. In origine la prima festa si tenne nel 1621 da parte della prima comunità locale, guidata da W. Bradford, arrivata da Plymouth negli States per celebrare il raccolto e ringraziare i nativi americani che avevano dato consigli e aiutato i visi pallidi arrivati da Plymouth nel nuovo mondo. Non che sia andata a finire bene poi tra le due comunità in generale andando avanti con gli anni ma Ish è tornato a Charlotte, sua città natia, dove deve cercare di migliorare il rapporto con sfera e parquet, ultimamente un po’ in ombra.

Cody Martin: 7,5

Boryeong Mud Festival. Boryeong è una città della Corea del Sud che si trova sulla parte interna dello Stato, dalla parte del Mar Giallo. A fine anni ’90 l’amministrazione locale pensò di pubblicizzare attraverso una grande festa le qualità dei fanghi locali ed ecco che oggi molte persone nel luglio coreano si tuffano in enormi piscine stando in costume e riempiendosi di fango. Per me che da giovane giocavo a calcio in porta non è che sia questa grande idea ma serve a simboleggiare il lavoro sporco, quello più oscuro e fatto di sudore di Martin che sguazza nella piscina e porta a casa benessere per gli Hornets. Entra nel primo quarto per dare intensità, difesa lutolenta e concretezza a una squadra un po’ svogliata e supponente riuscendo con piccole cose a indirizzare la partita. Rimedia un two and one da sotto con finta (Suggs gli salta sulle spalle) e dopo aver perso palla in palleggio riesce a rientrare per stoppare da dietro ancora il piccolo giocatore avversario. Finisce con 8 punti, 5 rimbalzi, 6 assist, 2 rubate e 2 stoppate mostrando come sia un uomo ovunque in grado di spingere Charlotte dalla difesa all’attacco. La stoppata su Bamba è da incorniciare ma anche l’azione nella quale recupera palla e serve Rozier in transizione è iconica.

P.J. Washington: 5,5

Dia de los Muertos. In Messico, in età precolonizzatrice si celebra questo culto che oggi è un inno alla vita oltre che il ricordo dei defunti, infatti, si crede che fintanto che qualcuno qui ricorderà i cari scomparsi essi possano venire a trovarci e la visione onirica della morte è che non sia la fine di tutto ma solo il passaggio verso un altro mondo. Il ritorno dell’infortunato P.J. Pare piuttosto affrettato. Senza ritmo, gioca piuttosto malamente il primo tempo chiuso con una stoppata ma 0/2 al tiro, una palla persa e una difesa non irreprensibile. Non si vede più nel secondo tempo ed è meglio perché in una partita tirata per più di tre quarti la sua presenza avrebbe potuto non essere propedeutica alla vittoria. Bonus rientro…

Jalen McDaniels: 6,5

Festival di Nikko. Il 18 maggio in Giappone celebrano Tokugawa Ieyasu e l’abilità di questo Shogun che fu importante per unificare un Giappone in perenne guerra frammentato da battaglie intestine. Un tuffo nel passato, un revival dell’epoca che fa rivivere una parte piuttosto folkloristica di un Nihon che sta lentamente scomparendo benché siano visibili ancora tracce di quella cultura e mentalità. Jalen deve affilare le armi e scoccare le frecce dal suo arco mentre in difesa gli si chiede l’abilità e l’agilità di un ninja, solo mediamente un po’ più alto di quelli reali. Primo tempo un po’ a metà come l’1/2 sia dal campo che dalla lunetta nei 4:19 sul parquet, meglio nel secondo a dar fastidio all’attacco avversario. Recupera rimbalzi e trova anche la prima (facile) schiacciata di stagione su assist di Ball portandosi in transizione. 7 pt. (3/5), 7 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata, 1 TO.

Nick Richards: 6,5

Festa delle lanterne. Per lui che viene dalla Giamaica, l’oriente è un po’ lontano ma la festa delle lanterne diffusa in tutto oriente che ha anche una versione simile nella festa delle luci che vede lasciar partire queste lanterne verso il cielo, è l’ideale per descrivere le speranze degli Hornets su Nick. Per adesso ha ancora un guscio cartaceo ma durante l’assenza di P.J., Borrego lo sta provando per vedere se la consistenza possa aumentare e portare luce come risolutore di protettore del ferro in alcuni minuti del match benché l’allenatore degli Hornets cerchi un tipo di centro differente solitamente. 2 pt. (1/1), 3 rimbalzi, 2 stoppate in 7:29. Fa altre due vittime in stoppata: Suggs e Harris. Da lì non si passa sembra dire il centro giamaicano che sta diventando più confidente. Una schiacciata su assist e un TO.

Coach James Borrego: 6,5

Prova a richiamare all’ordine una squadra latente nell’approccio. Azzecca i cambi anche se lascia Richards nel dimenticatoio nel secondo tempo ma non aver insistito su P.J. e aver concesso minuti a Martin e Oubre Jr. in serata sono stati fattori determinanti nei momenti chiave. Si vince anche tirando male da tre con una difesa attiva sia sulle linee di passaggio che da sotto. Concedere qualcosina meno da tre con close-out più vogliosi ha poi dirottato il match in favore di Charlotte.

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Versione 2.
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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.