Game 23: Charlotte Hornets @ Chicago Bulls 119-133

Intro

La scorsa estate ho deciso di staccare un po’ la spina con il basket iniziando a vedere molti film di varie epoche e di vario genere.

Ne ho trovati parecchi molto interessanti.

Uno di quelli che mi ha colpito di più arriva dal 2009 ed è di Sion Sono, un film intitolato あいのむきだし (ai no mukidashi), “Love Exposure”…

Il film è basato su una storia vera e mostra le contraddizioni di un Giappone dove i giovani protagonisti del film sono cresciuti quasi del tutto privi dell’affetto dato loro dai genitori o con amori distorti che finiscono per imbattersi in pervertiti, violenze, religione, ecc. per supplire al loro vuoto interiore.

Una maratona di 237 assolutamente imperdibile perché la trama diventa assurda quanto la vita con colpi di scena a ripetizione ma non in stile hollywoodiano poiché da una storia che pare banale fuoriesce l’unicità di ogni vita intrisa dello spirito del samurai che guarda le foglie di sakura cadere al suolo dopo una brevissima vita, è la storia di foglie al vento, di vite trasportate da refoli d’aria che si incrociano tra loro generando mulinelli esistenziali intriganti quanto evanescenti.

E’ la storia del bisogno di emozioni vere e pesanti per non essere trasportati lontani dal vento e finisce per regalarti emozioni.

Anche gli Hornets tra W e L stanno continuando a regalare molte emozioni (una squadra divertente da vedere se non sei loro tifoso perché si è sempre su filo di una vittoria o di una sconfitta) stravaganti passando dalle vittorie top level con Brooklyn, Golden State e Washington a sconfitte pesanti contro Sacramento e Houston.

Nella notte andrà in scena una partita di alter ego guidata dei Ball che si affronteranno in regia, Rozier e LaVine saranno gli sparatutto, Hayward e DeRozan i due saggi scorer d’esperienza, Bridges e Javonte Green gli uomini di forza emergenti e P.J. Washington contro Vucevic, centri più moderni non sempre un muro in difesa mentre in panchina le schegge impazzite Oubre Jr. e Caruso potrebbero far la differenza da una parte o dall’altra così come Martin e White.

Sulla carta una sfida interessante e incerta.

Andamento della partita

Gli starting five.
Lonzo Ball (in foto) e LaVine (in dubbio prima della partita) guidano il backcourt dei Bulls.

Nel giorno del proprio compleanno Nick Richards esordiva come titolare festeggiando la palla a de vinta ma Ball e Bridge andavano a vuoto mentre Vucevic – sul cambio con Ball – segnava il jumper dalla media sulla nostra PG.

Charlotte pareggiava con un elbow di Hayward ma non trovava più il modo di segnare venendo colpita due volte da oltre l’arco da Lonzo Ball per poi pescare un canestro con Green in transizione e a 9:04 (2-10) Borrego ricorreva un time-out mandando sul parquet P.J. Washington.

Rozier prendeva spazio su LaVine segnando in pull-up da pitturato ma Vucevic segnava da tre punti su uno scarico forzato di DeRozan perché scivolato.

P.J. Cominciava a farsi sentire con un open 3 dal corner sinistro (7-13), DeRozan rispondeva da due ma ancora Washington inanellava la seconda tripla di serata per il 10-15.

Rozier, portando fuori Vucevic sulla destra riusciva a sparare sopra la sua testa una difficile tripla accorciando ancora il divario (13-17) ma LaVine da tre e DeRozan da due portavano a 4:45 sul +8 i Tori.

La carica suonava però per gli Hornets che vedevano P.J. Prendersi altri due tiri da fuori e infilarli per un perfetto 4/4 che trascinava Charlotte sul 19-21.

Si susseguivano i canestri di Vucevic, Bridges che in entrata spingeva via Green, di LaVine con tripla dalla diagonale sinistra e McDaniels in corsa servito dall’assist orizzontale corto parallelo di ball.

Ball mancava un tiro ma correndo a riprendere il rimbalzo cambiava lato con uno skip pass così Oubre Jr. dall’angolo destro pescava il pari da oltre l’arco (26-26).

Oubre e DeRozan segnavano da due alzando il punteggio, Hayward a :52.3 recuperava due liberi splittandoli per portare comunque in vantaggio per la prima volta Charlotte (29-28) mentre Jones Jr. segnava per i Bulls il contro-sorpasso infilando i primi due punti per la panchina di Donovan travolta sul 19-0 sino a quel momento.

Un sandwich su Rozier con stoppata buona da dietro di White era premiata da due liberi e gli Hornets riuscivano così a chiudere avanti il primo quarto 31-30.

Tiri liberi anche per McDaniels a 11:35 e +3 Hornets, Dosunmu pareggiava da tre e dopo il canestro di Oubre, ancora il giocatore della panchina dei Bulls costringeva P.J. A un goaltending riportando in equilibrio il match.

Dopo un’entrata di Lonzo, rimandato frettolosamente sul parquet da Donovan, Borrego andava in quick time-out a 10:33.

Ottima l’azione voluta da Miles seguente alla pausa con entrata di forza su Jones Jr. (37-36) ma la partita rimaneva in equilibrio e DeRozan a 10:01 affondava due FT per il 37-38.

Rozier dalla destra con un paio di rimbalzi amici infilava il 40-38, White a 9:23, splittando due liberi, lasciava attardata Chicago di una lunghezza e Hayward in jumper riguadagnava il +3 per i viola.

Anche DeRozan splittava due FT mentre Hayward, chiuso fallosamente da Dosonmu, non falliva le occasioni portando sul 44-40 la partita a 8:23.

I Bulls pareggiavano la partita, Terry con uno scoop in corsa provenendo dalla sx infilava il 46-44 quindi arrivavano due azioni meravigliose per parte con il giro di palla veloce dei Bulls che pescavano Vucevic dalla top of the key per la tripla vincente mentre sull’altro fronte Rozier attaccando ancora a sinistra segnava in caduta un reverse circus shot per completare un two and one a causa del fallo di Dosonmu (49-47).

Per gli Hornets – senza Martin – cominciava a diventare però un problema Caruso che segnava due punti e anche se Bridges in post alto spingeva via LaVine per appoggiare al vetro, Caruso guadagnava altri due liberi segnandone uno (51-50).

La transizione con affondata di Green valeva il vantaggio dei locali colpiti però da un reverse di LaMelo (su Vucevic) al quale fino a quel momento non era riuscito quasi nulla.

Caruso nel pitturato superava la difesa di un McDaniels fuori-giri mentre a 4.17 con un ½ Ball pareggiava dalla lunetta.

Nel finale però Chicago si staccava con due punti di Caruso (rimbalzo recuperato dai Bulls dopo due liberi mancati proprio dall’ex LAL) nonostante una tripla di P.J. e un ½ di Hayward riportassero gli Hornets a contatto sul 58-60.

McDaniels commetteva reaching su Caruso lasciando al bandanato due punti dalla lunetta poi si faceva stoppare nettamente dal centro avversario, sbagliava un tiro da tre mentre Vucevic sulla sirena non falliva per il 58-69 che mandava sul -11 a riposo Charlotte…

La ripresa partiva con la non ben augurante tripla di LaVine ma Rozier rispondeva subito scagliando un meteorite per il 61-72 e Richards guadagnava due liberi servito da Ball.

2/2 per il giamaicano a 10:57 ma troppo facile il layup di DeRozan per riportare a +11 i suoi.

Fast pull-up di un buon Rozier che dopo un TO dei Bulls (bad screen di Vucevic) segnava ancora da fuori con finta e leggero riposizionamento, purtroppo però nello scambio di triple ne arrivavano due per i Bulls (Ball e Vucevic) Intervallate da una per gli Hornets (Ball) per il 71-83 a 8:39.

A 6:35 LaMelo realizzava da tre in separation (74-85) ma Donovan andava in time-out.

Gli Hornets capivano poco di quel che accadeva subito dopo crollando sul -20 con un gancio di Vucevic e due punti di LaVine così Borrego, leggermente in ritardo, chiamava un time-out a 4:29 sul 74-94.

Oubre accorciava con due punti per poi ripristinare il -18 con una tripla dopo aver incassato quella di Caruso.

Quando a 2:15 DeRozan con una finta si faceva sbattere addosso il corpo di McDaniels trovando anche l’and one era evidente che gli Hornets erano in grandissima difficoltà difensiva.

Sul -23 Caruso riusciva anche a stoppare lo scoop di Rozier che tuttavia dava una spinta agli Hornets con due frecce in a row (85-102) per terminare almeno il quarto sul -17.

L’ultimo quarto vedeva lo scambio di cortesie iniziale tra Miles e DeRozan poi Hayward in transizione azzeccava la tripla del 91-106 e sempre l’ex ala dei Celtics andava a depositare in contropiede su passaggio liftato di Ball.

Altri due punti di Hayward in transizione erano vanificati da un tiro arcobaleno di DeRozan oltre il povero Miles per il 95-108 ma Hayward dall’angolo destro inventava la granata del -10 (98-108).

L’avanzata non si arrestava perché Oubre appoggiava di destra (lui mancino) e dopo una steal andava a schiacciare il 104-110.

Hayward – servito da un tagliante di Ball – accorciava sino al -4 a 7:31 (106-110).

L’inerzia degli Hornets era arrestata dal rientro di Vucevic che metteva subito a segno due punti e dopo la palla persa di Bridges aveva vita facile il North Carolina White a metter dentro sul giro palla.

LaMelo si lamentava per un fallo in entrata, sbattendo la mano per terra in segno di disapprovazione.

Tecnico mancato da LaVine che tuttavia segnava poco dopo due punti per lo 0-9 di parziale che portava sul 106-119 la partita sigillandola nonostante il bel turnaround a molla di Rozier nel pitturato.

LaVine andava a segnare (fallo di Vucevic con una “vecchia” con il ginocchio sul blocco portato contro Rozier) con Terry già a terra e nel finale era festa Bulls che ormai, raggiunta la vittoria segnavano ancora con Vucevic da 3 punti finendo la partita sul 119-133.

Hayward marcato da DeRozan, due protagonisti del match. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

Probabilmente ho sprecato una intro su un bel film perché gli Hornets incassano la seconda sconfitta consecutiva dimostrando di avere poca difesa e zero sotto le plance dove Vucevic ha spadroneggiato ancora una volta con ben 30 punti e 14 rimbalzi.

Non solo nel pitturato ma anche da fuori con un 6/6 letale…

Perso Cody Martin, probabilmente il miglior difensore di Charlotte, una partita in equilibrio è cominciata a virare nel finale di secondo quarto quando Caruso ha cominciato a dar molto fastidio agli Hornets che hanno accusato anche un duro colpo nel terzo periodo finendo sul -23.

Poche emozioni quindi nonostante una partita in ghiaccio sia stata riaperta parzialmente e apparentemente dalla momentanea buona vena di Hayward che ha dato una mano insieme a Ball e Oubre Jr. a riportarsi sul -4 a 7:31 dalla fine ma con il rientro di Vucevic e un parziale di 9-0 pro Bulls, il gioco tutta aria fritta proposto da Borrego ha finito per dissolversi.

Nonostante si sia provato a giocar per due punti diverse volte, gli Hornets non sono stati abili nell’accuratezza di alcune scelte ma dal punto di vista offensivo la prestazione può essere considerata discreta vista la tenacia della difesa di Donovan.

A mancare è un’organizzazione difensiva e un centro vero che come Vucevic sappia far girar la squadra.

Si paga da anni l’incapacità di portare a Charlotte il pezzo mancante e la differenza tra le due difese e anche un pizzico di determinazione in più in casa Bulls che giocavano davanti a oltre 21.000 spetta-Tori.

Borrego ha provato Richards che nel giorno del suo compleanno è partito come “falso starter” giocando per pochi minuti sostituito da P.J. e riaffacciandosi a inizio ripresa ma sempre per un breve frangente.

Contro il 59,6% al tiro degli avversari non si poteva vincere e nemmeno con il 34-41 a rimbalzo nonostante i cm in più che hanno decretato un 9-5 a favore nelle stoppate.

Vucevic – come detto – ha chiuso con 30 punti, DeRozan e i suoi jumper da due l’hanno portato a 28 punti, LaVine ha chiuso con 25 punti, 16 per Lonzo Ball e 14 per Caruso.

LaMelo Ball: 5,5

18 pt. (5/15), 7 rimbalzi, 13 assist, 1 steal, 1 stoppata, 3 TO. Pessima partenza davanti al padre allo United Center. A lungo non combina molto di buono in termini di punti segnando con un reverse su Vucevic molto tardivamente. Stasera perde la sfida con il fratello anche se nel terzo quarto mostra qualcosa di buono facendo vedere sue passaggi dei suoi (il primo liftato e il secondo un tagliante dal tempismo perfetto) che mandano a canestro Hayward. Doppia doppia sì ma pare un po’ frustrato dalla partenza e finisce con un plus/minus di -9. Prende un tecnico nel finale lamentando un fallo. Diverse le situazioni su di lui controverse, a favore o contro.

Terry Rozier: 7,5

31 pt. (11/17), 2 rimbalzi, 4 assist, 1 stoppata. Ingeneroso -22 di plus/minus per Rozier che tiene in piedi la baracca con 31 punti, 18 dei quali arrivano da oltre l’arco con un micidiale 6/7 compresa quella in faccia a Vucevic in uscita dall’area. 3/3 dalla lunetta, un reverse circus shot in caduta attaccando volentieri il ferro più il solito repertorio di pull-up, fade-away anche in turnaround. C’è da capire la chimica con la squadra nella selezione dei tiri e nei momenti ma con un 11/17, a un giocatore di 185 cm pressato da una difesa ostica, cosa volete dire? Si potrebbe parlare di difesa forse ma si impegna anche lì, è il modo di giocare di Borrego senza un paio di pezzi giusti in campo (un centro e almeno un giocatore che sia un diavolo in pressing) a essere insostenibile. Anima e diventa l’anima della squadra per larghi tratti della serata.

Gordon Hayward: 6,5

22 pt. (8/15), 6 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Ha il merito di chiudere diverse transizioni e sganciar due triple nel momento del recupero nell’ultimo quarto poi anche lui manca una tripla e nonostante tutto prova a giocare ancora andando a commetter fallo su un tentativo di steal e dopo una rubata su DeRozan di porta avanti involontariamente la palla con il piede così la terna fischia fallo contro. Apprezzo la volontà anche se manca qualche tiro ma mette anche alcuni suoi jumper che aiutano a non deragliare precocemente. Coriaceo e bravo nell’andare a cercare spesso la penetrazione trovando tre volte la lunetta. Manca un fallo su di lui che finisce per esser conteggiato come TO.

Miles Bridges: 6

9 pt. (4/8), 8 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 2 stoppate. Prende pochi tiri. Dovrebbero dargli più palla e farlo spingere di più. Le sue entrate sonio buone, il numero di rimbalzi anche benché perda una palla sanguinosa in entrata (unico TO) nel finale quando nel parziale di 0-9 dei Bulls bisognava cercare di trovare buoni tiri. Ci prova a fermare DeRozan ma con l’ex Spurs in serata anche le sue buone difese sono vanificate.

Nick Richards: 5,5

2 pt., 1 rimbalzo in 6:50. Parte da starter nel giorno del suo compleanno. I Bulls ma soprattutto Borrego glielo rovina facendolo giocare poco, probabilmente perché già nella sua testa ma anche perché troppo ripiegato verso l’area lascia il colpo in canna a Vucevic da distanze meno vicine al ferro. Gioca pochissimo trovando due punti ai liberi a inizio ripresa senza riuscir mai a tentare un tiro dal campo. Non può dimostrare il suo valore ma agli Hornets come centro servirebbe ben altro. E se Carey Jr. fosse una specie di acerbo Wood (altro giocatore che avevamo in casa lasciato fuggire)?

Kelly Oubre Jr.: 6

18 punti (8/17), 3 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Un 2/7 da fuori con un paio di tiri presi con l’uomo in close-out troppo vicino e si prende anche una stoppata siderale ma è lui a segnare i 4 punti che si portano sul -4. La cosa che mi piace è che comunque vada, tenta anche di giocare da sotto finendo per appoggiare anche di destro in entrata, lui mancino.

P.J. Washington: 6

15 pt. (5/8), 3 rimbalzi, 1 steal, 1 stoppata. Dopo il promettente avvio al tiro 4/4 da tre smette di segnare praticamente. Sostituisce Richards cercando di esser più mobile anche sul perimetro per contenere Vucevic ma la cosa non gli riesce perché sui cambi costantemente voluti da Borrego andrebbe in pappa anche il cervello di Einstein. Un buon anticipo in raddoppio nel finale sul centro ex Magic e credo che gli manchi anche una stoppata non assegnata sempre sul montenegrino.

Jalen McDaniels: 4,5

4 pt. (1/8), 4 rimbalzi, 1 rubata, 2 stoppate. A parte la stoppata su Jones Jr. nell’ultimo quarto e la sfera strappata a DeRozan è praticamente un totale disastro al tiro dove sbaglia dall’angolo due triple con spazio che solitamente infilerebbe con la ciliegina sulla torta del fallo con two and one su DeRozan. Il +3 in plus/minus mente beffardamente, handicap terribile nella notte per gli Hornets.

Coach James Borrego: 5,5

C’è da far salire di livello la difesa se si vuole competere davvero in trasferta contro buone squadre. Il cambio sistematico genera svantaggio già al secondo eventuale passaggio perché ci si perde qualcosa o la velocità degli avversari riesce a creare un vantaggio come occorso diverse volte in serata. Manca anche una copertura quando si perde palla in entrata. Mancano insomma dei buoni piani organizzativi per le situazioni nelle quali va male tanto che in fast break i Bulls hanno segnato 5 punti in più degli Hornets. Mancano come già detto anche i pezzi giusti per giocare questo basket e in generale per essere più solidi ma forse basterebbe un Carey Jr. per rimanere più sulle tracce di giocatori come Vucevic pericolosi in ogni zona del campo, almeno provare perché continuar così non è possibile… Ogni centro avversario finisce per far sfracelli. Mi è piaciuto il fatto di tentare di andare a giocare più da due sfrttando la fisicità superiore ma non è bastato. Rivedere la partita insieme ai collaboratori e discuterne potrebbe essere un buon modo per passare il tempo in attesa della sfida contro Milwaukee.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.