Game 3: Charlotte Hornets @ Atlanta Hawks 126-109

Le assenze di LaMelo e Terry hanno lanciato titolare Dennis Smith Jr. che ha chiuso con 18 punti, 6 assist e 3 rubate.

Gli Charlotte Hornets tornavano sul luogo del misfatto.

L’eliminazione ai play-in dello scorso anno era stata netta e con Ball, Martin più la new entry Rozier out, si poteva presumere che vincere in Georgia contro una squadra ancor più attrezzata con l’innesto di D. Murray fosse pura utopia.

L’inizio confermava ciò; dopo lo 0-3 di Hunter e la buona replica costruita e firmata Hayward/Smith Jr., i Falchi prendevano il comando con un parziale di 0-13 (5-15) per allontanarsi poi sin sul +13 (-20) complice una tripla dal logo di Young.

Con il talento Hawks in panca gli Hornets prendevano le misure riducendo lo svantaggio sul 22-30 a fine primo quarto.

Charlotte beneficiava di uno Smith Jr. in formato maxi a inizio secondo quarto capace di trascinare Charlotte avanti 33-30.

La panchina dava una mano con Richards che a 5:18 con un rolling hook uno contro uno dimostrava anche qualità balistiche “insospettabili”.

Gli Hornets tenevano meglio in difesa guadagnando all’intervallo un margine di 4 punti: 59-55.

L’avvio di ripresa era ancor più esaltante con un parziale di 10-0 in un quarto dove le bombe degli Hornets cominciavano a piovere con regolarità nel cesto (Hayward, Oubre Jr. e McDaniels) così il parziale di quarto (45-29) chiudeva in definitiva il match (104-84 a 12 minuti dalla fine).

Nell’ultimo quarto gli Hawks tagliavano il divario tornando a 11 punti ma un paio di canestri ben orchestrati da Dennis Smith Jr. chiudevano il discorso per chiudere sul 126-109.

Da parte di Charlotte un’ottima partita di tutta la squadra, finalmente si è più aggressivi nell’area opposta e nel proprio pitturato la difesa è migliorata anche perché la maggior presenza delle giovani leve Richards e Thor (per citarne un paio) è meno passiva di quella di giocatori del passato più navigati ma compassati.

62-52 nel pitturato, 52,2% dal campo per Charlotte contro il 41,1% degli Hawks che sono andati perdendo ritmo con Collins e gli Holiday in particolare difficoltà ma anche Young, nonostante i 28 punti ha chiuso con 9/25 dal campo.

Oltre alla netta supremazia nelle percentuali da 3 punti, è confortante il 52-45 a rimbalzo che mostra come gli Hornets possano risolvere i problemi sotto le plance a rimbalzo se dall’altra parte non ci sono big di peso.

Il trio “Sagitta” (curiosamente i tre hanno lo stesso segno zodiacale) si è distinto ancora: Oubre (dopo un pessimo inizio ancora una volta), in versione diesel è stato importante ed ha chiuso a 24 punti, best scorer Hornets, Richards – dopo i problemi con i grossi calibri di NOLA – è tornato a imperare aggiungendo dalla panchina 20 punti (perfetto il 9/9 dal campo), 11 rimbalzi e 2 stoppate, Dennis Smith Jr. partito titolare ne ha messi 18 ma anche Hayward, Washington Jr. (12 a testa) e finalmente Bouknight (10 pt.) hanno raggiunto la doppia cifra.

Charlotte sale sul 2-1 in classifica mostrando di sopperire con la volontà e l’organizzazione alle proprie carenze e se Oubre Jr. crede nel talento di questa squadra ci sarà solo da aspettare per vedere cosa accadrà, per passare dalla fantasia al replicare questa fantastica vittoria.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.