Game 3 – Charlotte Hornets Vs Brooklyn Nets 106-104

Intro

Lo scorso anno le aspettative per Charlotte erano drammatiche in avvio di stagione.

Nonostante un record perdente andammo meglio del previsto grazie a qualche vittoria in più rispetto alle previsioni più ottimistiche e a una parvenza di gioco.

Oggi, dopo solo due uscite – più prestagione – la squadra sembra involuta nonostante un paio d’innesti interessanti come quelli di Hayward e Ball che avrebbero dovuto migliorarla.

Le sconfitte con i rimaneggiati Cavs e la freschissima casalinga contro gli abbordabilissimi Thunder ci fanno immaginare che sulla carta contro i Brooklyn Nets odierni non ci sia partita.

La sconfitta di ieri notte è stata pesante per la maniera con la quale è arrivata e getta una luce tetra sulle speranze verso i playoff.

Alzarsi, notte dopo notte per vedere una squadra incapace di lottare che non ha nemmeno la cattiveria agonistica per difendere strenuamente il proprio canestro e il fattore campo è qualcosa da folli oppure un “Crime of Passion”…

Crime of Passion è il titolo di una canzone del 1984 scritta e orchestrata da Mike Oldfield con la performance vocale di Barry Palmer.

Sul testo non c’è molta chiarezza anche se vi sono varie versioni.

Palmer asserisce che Oldfield creando un mix di frasi lascia sfumare i significati, eppure questa canzone una storia ce l’ha.

Potrebbe essere la metafora della madre Maureen spentasi lentamente nel gennaio 1974 dopo una lunga depressione (la copertina reca la sua immagine) oppure altri asseriscono che nel testo si parli di un femminicidio ante-litteram (quando ancora non si chiamava così) avvenuto il 28 settembre 1852.

La vittima pare sia una giovane (diciannovenne) e bella Donna anglo-italiana di nome Elizabeth Jane Mary che fu uccisa dal marito.

Le coincidenze non sono chiare ma pare che per un intrigo, volutamente o no, la donna si trovasse sul luogo del duello tra un suo amante suo marito (il video di Moonlight Shadow, canzone simile, mostra proprio un duello).

Dopo l’omicidio l’uomo venne arrestato e si uccise tre anni dopo nelle carceri dei Piombi, depresso e tormentato dal di lei fantasma.

Qualcuno asserisce che nel cimitero di Burano, dove riposa Elizabeth Jane, Mike vi sia stato anche se lo confonde con quello di S. Michele.

Analisi

Una squadra di “psicopatici” nell’accezione positiva del termine.

Gli Hornets finalmente rispondono sul parquet alle critiche oggettive piovute dopo le prime due scadenti prestazioni dell’anno contro team evidentemente poco stimolanti per i ragazzi di Borrego che fiutano l’impresa e danno il primo dispiacere al buon Steve Nash come allenatore.

Gli Hornets fanno principalmente l’unica cosa possibile in loro possesso per vincere una partita quando non hai le capacità tecniche degli avversari, ovvero difendere, cosa che era mancata nelle prime due partite.

I close-out disperati sul giro palla dei Nets (non in gran serata) danno fastidio ai tiratori ospiti che chiudono da fuori con un 14/37 (36,2%) con Charlotte che fa peggio (10/34, 29,4%) ma la costante di sparare anche non in ritmo è un problema che per questa notte può anche passare inosservato perché i Calabroni selezionano i tiri e vanno a giocare molto di più nel pitturato.

Ha dell’incredibile il 64-26 con il quale Charlotte domina sotto le plance contro DeAndre Jordan, Jarrett Allen e Kevin Durant.

19-8 nei fast break, 17-7 nelle seconde possibilità e una difesa che da molto fastidio ai Nets, interventi sulle linee di passaggio, raddoppi eventuali fanno sì che la squadra di Brooklyn getti via semplici palloni, saranno 19 alla fine contro i soli 12 di Charlotte e 4 le rubate di BKN contro le 8 di CHA.

Gli Hornets non vengono sommersi a rimbalzo ma fanno buona guardia con buoni tagliafuori e sono decisi, saranno 58-57 alla fine ma concedendo solo 6 rimbalzi offensivi agli avversari che accuseranno di contro ben 13 rimbalzi catturati dai nostri nella loro metà campo.

Finalmente si vedono anche sprazzi di un attacco più variegato ed equilibrato, 35 assist contro i 23 dei Nets sono una grande differenza e le percentuali complessive dal campo con meno forzature sono addirittura superiori a quelle della squadra di Nash con il 44,8% contro il 42,7% di BKN.

La partita

I quintetti:

I Nets hanno chiuso con Durant a 29 punti seguito da Irving a 25, Haris si è fermato a 13 mentre dalla panchina Luwawu-Cabarrot ha terminato a 11 e LeVert è giunto in doppia cifra a 10. Male Allen a 8 mentre DeAndre Jordan ha realizzato solo un punto.

1° quarto:

Charlotte partiva vincendo la palla a due con Biyombo per arrivare alla solita tripla (primi tentativi di Charlotte in ogni partita) di Graham che non entrava come nei primi due match.

Interessante vedere i risvolti psicologici di inizio match: Dinwiddie andava fuori bersaglio perché la difesa di Charlotte partiva decisa come l’attacco con P.J. ad attaccare DeAndre Jordan: fallo e due FT, uno solo realizzato.

Graham passava bene a Biz che schiacciava quindi arrivava il fast break (Irving rubava a Rozier) chiuso da Harris per i primi due punti Nets.

Gli ospiti non sembravano in palla e a 9:16 Durant falliva clamorosamente un paio di liberi.

La partita a livello di punteggio era combattuta con continui cambi di vantaggi: a 5:21 Rozier metteva dentro il 14-13, poco dopo Harris da tre mandava sul +2 la squadra di Nash e D’Antoni.

Hayward pareggiava da sotto e Irving con un bad pass verticale mostrava la serata no nelle comunicazioni delle Retine.

Nel finale, sul 18-22 gli Hornets avevano un buon break che li portava avanti sul 23-22 sfruttando l’ultimo canestro del periodo di Graham (3 pt.).

2° quarto:

I Nets entravano nel quarto segnando 4 punti mostrando un big pull-up di LeVert su P.J. per il 23-26.

LeVert sparava tutto ciò che gli capitava affondando anche la tripla per far salire a 29 Brooklyn pareggiata però da Hayward da sotto sfruttando una delle poche cose buone create da McDaniels in partita con un passaggio in corsa.

Durant dal mid-range valeva il 32-35 ma la tripla di Ball diceva che gli Hornets non ne volevano sapere di cedere.

Brooklyn nel finale prova a dare un altro piccolo strappo portandosi sul 46-50 ma 3 punti di Hayward nel pitturato mandavano Charlotte negli spogliatoi a sole due lunghezza di distanza.

3° quarto:

Era sempre Hayward ad agguantare il pari con un reverse layup percorrendo la linea di fondo (52-52), Harris di tripla valeva il +1 ospite ma P.J. al vetro allo scadere dei 24 riportava il vantaggio in casa Hornets (56-55).

Hayward e Durant mettevano i loro tiri da fuori (59-58) poi P.J. raddoppiato, passava sotto per Biz che metteva dentro indisturbato il 61-58.

Gli Hornets si esaltavano quando Miles infilava una tripla da destra in uno contro uno e a 6:27 giungevano sul +7 grazie a un’apertura modello baseball pass di LaMelo che lanciando Rozier in uno contro uno Vs Durant vedeva il compagno schiacciare senza paura una dunk che faceva impallidire la panchina dei Nets per il poster su Durant.

Two and one: 67-60.

Un runner di Hayward per il 71-66 era contrastato dalla bomba di Irving (71-69), LeVert poi riportava sopra con il tiro da oltre l’arco i suoi…

Charlotte non demordeva trovando anche a sorpresa la consistenza di LaMelo (tecnica rivedibile, risultato apprezzabile) che a 3:30 dalla diagonale sinistra abbordava e conquistava la retina con tre punti (74-72).

Mentre i Nets andavano 1/8 negli ultimi tiri, Miles schiacciava in alley-oop particolare fornito dalla pregiata ditta Ball.

Si vedeva anche Cody Martin prendersi un tiro difficile in fade-away fuori equilibrio che andava oltre i lunghi arti di Durant e si infilava nel cesto…

Durant a 1:02 dalla lunetta non falliva ma P.J. andava a schiacciare in faccia alla difesa di Brooklyn su passaggio di Cody Martin.

82-77 conservato da Bridges con la splendida e preziosa stoppata su Shamet.

AP Photo, Chris Carlson. Rozier e Hayward su Irving.

4° quarto:

Gli Hornets entravano nell’ultima frazione cercando di difendere i 5 insperati punti di vantaggio e alla terza occasione consecutiva allungavano con Hayward che grazie a una finta di partenza andava a prendersi quel minimo di vantaggio per arrestarsi alle pendici dell’area e lasciar partire due punti letali per l’84-77.

Luwawu-Cabarrot, la metastasi degli Hornets nell’ultimo quarto si mostrava fin da subito colpendo liberissimo in transizione (da tre punti) dopo una palla persa dagli Hornets.

Hayward prendeva per mano la squadra con il suo soft touch accompagnato dal ferro alla retina quindi Gordon andava a spinger via l’avversario sull’azione seguente estendendo il braccio ma per gli arbitri era tutto regolare: canestro dell’88-81 e tante grazie.

Un crampo fermava momentaneamente l’arbitro n° 72 mentre nessuno fermava il nostro numero 4 che dalla corta diagonale destra infilava il +10…

Allen non riusciva a segnare da sotto grazie a un ottimo Bridges, il quale, ripropostosi in attacco velocemente fungeva da uomo assist con un passaggio corto nell’angolo destro per la tripla di Hayward del +13 a 8:30.

Durant e Irving in panca dall’inizio del quarto rientravano ma facevano in tempo a subire anche il -16 dopo una tripla di Bridges a 7:58 per il surreale +16.

Con quei due in campo si sarebbe potuto prevedere comunque un finale convulso e, infatti, dopo lo 0-13 run, Durant infilava la tripla, due liberi su 3 per fallo di Biz sul close-out e Allen ne aggiungeva due catturando uno degli sporadici rimbalzi offensivi concessi ai Nets.

Il parziale diventava di 0-10 con Luwawu-Cabarrot solissimo nell’angolo sinistro quindi le Retine giungevano sul -4 ma un lesto canestro di Cody Martin dava speranze di mantenere il vantaggio.

Dopo qualche errore misto si arrivava a un finale nel quale i Nets accorciavano lo svantaggio dimezzandolo: 101-98…

Un ½ di Allen a 2:20 valeva il -2.

Il pareggio potrebbe arrivare a 1:59 quando Irving, puntando il ferro andava per il pareggio ma Biyombo arrivava con tempismo per stoppare le velleità della guardia avversaria, così sul ribaltamento nell’angolo sinistro Graham mandava a segno una tripla fondamentale.

Sfondamento di P.J. su Irving e blocco irregolare di Allen su P.J. (con la terna a guardare il replay per poi decidere di non sanzionare nessuno dopo aver visto Rozier andar a spingere via Allen che stava passando sul “cadavere” di P.J. ancora a terra), il tempo scorreva a favore di Charlotte ma dopo l’alzata a vuoto di P.J. con conseguente palla persa (24 scaduti) arrivava Luwawu-Cabarrot con l’ennesima tripla dall’angolo anche se Biz faceva il possibile per contenerlo.

P.J. andava in area: spin, floater e ferro, rimbalzo e spinta da dietro, due liberi, male il primo, malissimo il secondo con palla per i Nets che all’ultimo possesso l’affidavano a Durant.

L’entrata di Durant era contenuta dal raddoppio di Biyombo, la palla rilasciata morbidamente dal lungo avversario scorreva sul ferro saltando via.

Fallo su Rozier che era molto più glaciale di P.J. a :05.3. 2/2, +4 (106-102) a prova di suicidio.

Il canestro preso sulla sirena da due punti non faceva male, gli Hornets battevano incredibilmente i Nets 106-104.

Il tabellino di Charlotte.

Devonte’ Graham: 7

13 pt. (5/15), 8 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate. Nessun TO, +14 in plus/minus e una tripla fondamentale nel finale nonostante il 3/9 da fuori. Scende vertiginosamente negli assist ma usa una regia più sicura smistando un paio di passaggi che depistano la difesa avversaria. Ottimo impegno difensivo come dimostrano gli 8 rimbalzi. Si sacrifica snaturandosi un po’ ma è una buona prestazione.

Terry Rozier: 8

19 pt. (7/14), 4 rimbalzi, 5 assist. Con lui in campo forse a tratti la squadra perde un po’ di equilibrio ma i suoi raddoppi e i suoi sforzi sui close-out mandano in tilt gli avversari. Sparacchia 1/7 da tre stranamente ma si spende tanto e l’energia cala. Trova soluzioni alternative per segnare arrivando al 50,0% dando una mano agli Hornets a non commettere troppi errori fatali. La schiacciata dinamitarda senza paura in uno contro uno (su lancio di Ball) Vs Durant sarà sicuramente un highlight di fine stagione.

Gordon Hayward: 8,5

28 pt. (12/20), 6 rimbalzi, 7 assist, 1 rubata. Un paio di difese lente e accademiche, gioca forse con il freno a mano un po’ tirato rispetto al primo Hayward ma quando lo vedo partite nell’ultimo quarto per colpire molteplici volte, finalmente riconosco l’uomo che avevo pensato, quello giusto per dare la spinta in più agli Hornets. Leadership e ruolo da passatore secondario non indifferente. Quel cuscinetto di punti che gestiamo mentre Durant e Irving riposavano in panchina lo trasciniamo sino alla fine.

P.J. Washington: 7

14 pt. (6/16), 12 rimbalzi, 5 assist, 2 rubate. 3 TO, 5 PF. Se deve far fallo lo fa, gioca deciso e conquista 12 importanti rimbalzi. In attacco va a giocare in area senza paura (dunk su Durant e soci rimarchevole), a tratti sembra fare quello che vuole altre volte va parecchio distante dall’obiettivo. Per fortuna non pesano i suoi due errori nel finale ai liberi che si era procurato. Sicuramente da un paio di game è tornato lui ma dalla lunetta deve essere più freddo, si emoziona troppo, la situazione è difficile da cambiare ma lavorandoci su…

Bismack Biyombo: 8

12 pt. (5/6), 6 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Un close-out senza saltare contro Durant, mani che si toccano e due pt. regalati ai liberi ma a parte questo, vale il discorso fatto per P.J. sulla grinta. Si sbatte andando a chiudere anche negli angoli se serve, cattura 4 rimbalzi offensivi, uno lanciandosi nel finale con la palla che gli muore in mano per i 24 secondi. Il finale però lo esalta. Prima stoppa Irving, poi fa sbagliare Durant, doveva essere il fattore decisivo pro Hornets e anche se numericamente i rimbalzi non sono molti, lo è stato facendo spesso una buona guardia.

Miles Bridges: 7

10 pt. (4/9), 4 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, 2 stoppate. La selezione tiri non è sempre ottimale. Ne conto almeno tre forzati e fuori ritmo ma ogni tanto, quando ha meno fretta, anche in uno contro uno, piazza dei buoni tiri come le triple dalla top of the key e quella dalla destra staccandosi dall’avversario. Prende gusto a difendere e ci regala un altro paio di stoppate più un assist volante per la tripla Scary e un bell’alley-oop in attacco su passaggio di Ball.

LaMelo Ball: 7

6 pt. (2/6), 5 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata. 3 TO. Parte in versione Trae Young tirando da casa sua e non fa centro, in compenso piazza un 2/3 dall’arco che stride con lo 0/3 da due punti ma Ball soprattutto ci fa divertire regalando un baseball pass immediato aprendo per la dunk stellare di Rozier e lanciano verticalmente Bridges in alley-oop.

Buona regia ma perde anche tre palloni (uno su una giocata da sotto con l’alzata per Biz che va fuori tempo sul salto), in compenso notare i 5 rimbalzi che non disdegna.

Cody Martin: 6,5

4 pt. (2/6), 6 rimbalzi, 4 assist. “Vai e stancali” è il comandamento di Borrego. Cody, dopo il canestro decisivo preso ieri non racconta scadenti barzellette agli avversari ma in un contesto dove viene aiutato è più efficace. Non così al tiro anche se ne piazza uno difficilissimo su Durant e ha il merito nell’ultimo quarto di interrompere il pericoloso break ospite con un veloce e furbesco layup.

Caleb Martin: 6

0 pt. (0/1), 1 rubata. In 4:45 il 6 è politico. Commette anche un fallo ma gioca poco. Alla prossima.

Jalen McDaniels: 5,5

0 pt. (0/3), 1 rimbalzo, 2 assist. 4:05 sul parquet, stesso discorso su Caleb ma qui abbiamo anche te errori al tiro compensati da un paio di assist.

James Borrego: 7

Finalmente si vede qualcosa a livello offensivo di corale – anche se la squadra spara troppo da tre ma gioca anche nel pitturato – e una squadra vogliosa e caparbia in difesa.

NBA League Pass: 2

Continui problemi quest’anno che non ho mai avuto, guardare una partita in 240 di risoluzione con interruzioni è un’esperienza che rende agrodolce la vittoria, mi costringe a una corsa contro il tempo per chiudere il pezzo e soprattutto, anche con la neve, mi devo gettare dal balcone in modalità fantozziana per guadagnare tempo e arrivare al lavoro ora…

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.