Game 32: Charlotte Hornets @ Utah Jazz 102-112

Dopo essere stati bruciati dai Soli, gli Hornets cercano il loro Sole che li scaldi alla giusta distanza ma nelle mezze mistiche montagne dello Utah, nella Città del Lago Salato gli Hornets avranno bisogno di mostrare più cattiveria per vincere.

Questo pezzo riporta alla mia mente quando a Charlotte sotto canestro giocavano giocatori come Larry Johnson, Alonzo Mourning, Robert Parish, Matt Geiger, Elden Campbell e P.J. Brown, giocatori duttili e utili a cui la grinta non è mai mancata e ciò produce molta nostalgia osservando questa frustrante difesa scollata e che inficia ogni possibile buona cosa vista in attacco.

Perso il mastino Martin a Charlotte non resta che aggrapparsi a una maggior fisicità da mettere in difesa cercando più solidità in mezzo a una confusione abissale che arriva in primis da schemi difensivi reiterati dalla panca tra zona-box e cambi sui blocchi.

La partita è durissima e gli Hornets potrebbero finire sotto i .500 dopo diverso tempo considerando anche un calendario sbilanciatissimo in trasferta ma non per questo dobbiamo prenderlo come alibi per prestazioni non all’altezza.

Sicuramente per impegni lavorativi non ultimerò il pezzo se non nel pomeriggio, augurandomi di darvi il risultato finale.

Andamento della partita

I quintetti con Charlotte a perdere pezzi. Anche Hayward dopo Martin in lista infortunati.

Gli Hornets, senza Martin e anche Hayward in aggiunta per un problema alla schiena, partivano ancora peggio rispetto a Phoenix pur passando in vantaggio con due tiri liberi a 11.31 di Bridges che arrivava sotto canestro a contatto con Gobert ma Utah con un parziale da 15-0 (partito con la tripla di Mitchell e chiuso da Conley a 7:37) si portava sul 2-15 mandando Borrego in time-out. Bridges in entrata rompeva il break, Gobert era trovato solo nel pitturato e segnava facilmente ma Miles, pescato dall’alzata di Ball, schiacciava morbidamente l’alley-oop del 6-17.

Una tripla di Bogdanovic dalla destra aveva lo spin giusto per finir dentro (6-20), divario acuito da un’altra bomba made in Mitchell mentre McDaniels opponendosi con il corpo a O’Neale strappava un pallone rifinito in jam appesa ondeggiante dopo il coast to coast.

Charlotte però ci metteva del suo con Oubre Jr. che finiva a terra così Ingles realizzava una tripla e un rimbalzo sicuro tra P.J. Washington e Bridges che pasticciavano costava una second chance rifinita da Bogdanovic.

P.J. Washington realizzava da tre dall’angolo destro e Richards a 1:30 aggiungeva due liberi per il 13-29 ma Gobert in alley-oop scavalcava la fatale soglia 30 punti a quarto mentre McDaniels da tre realizzava gli ultimi due punti del quarto per Charlotte che incassava due FT di Gobert abile anche a realizzare da una rimessa dal fondo un alley-oop con 9 decimi rimasti, fotografia non entusiasmante della partenza Hornets sul 16-35 dopo 12 minuti.

Gay mandava con una tripla sul -22 Charlotte in avvio seconda frazione mentre Rozier finalizzava una lunga serie di passaggi con un arresto e tiro dal mid-range sinistro tuttavia Clarkson in area aveva vita facile nel segnare il 18-40.

Un rimbalzo offensivo corretto da Richards valeva il 20-40 e dopo aver visto McDaniels bloccare Gay ecco il canestro di Richards in rollata su bound pass di Rozier.

McDaniels aggiungeva una rubata netta su Forest chiudendo in fast break per prolungare il buon momento Hornets e Bouknight dalla sinistra segnava un arcobaleno in uno contro uno per il 26-40.

Nonostante un errore di Rozier da oltre l’arco McDaniels produceva ancora punti a mezzo tripla trascinando Charlotte sul -11, un trend interrotto dalla difesa degli Hornets che concedeva a Whiteside prima e Mitchell poi due imbarazzanti and one, incapace di recuperare rimbalzi difensivi che andavano assicurati alle mani dei lunghi in viola.

31-46 ma un alley-oop di Plumlee, veloce nel capire le intenzioni di Ball faceva ripartire la squadra del North Carolina che tuttavia cominciava nel finale ad avere difficoltà a difendere su Gobert che a 3:13 passava per la lunetta come a 1:47 per segnare 4 liberi: 38-53.

A 1:26 il fallo di P.J. sul centro avversario costava solamente un punto mentre dopo gli errori da fuori di Oubre Jr. e P.J. Washington arrivava da una rimessa dal fondo di Ball la tripla totalmente aperta dalla top of the key di Miles Bridges che segnava il 41-54, finale di primo tempo con un 25-43 a rimbalzo a fare la differenza nonostante le basse percentuali da ambo le parti.

Statistiche primo tempo.

Si ripartiva con un pull-up di Rozier dal pitturato e una palla deviata da Ball a O’Neale che aveva appena catturato un rimbalzo offensivo.

Il fallo di Conley su Rozier a 11:08 valeva due liberi che trasformati portavano Charlotte sul -9 ma due triple di Conley e un fast break di Bogdanovic portavano nelle casse della squadra dello Utah un parziale di 8-0 che sganciava ancora la squadra di Snyder sul 45-62.

Bridges da una second chance ricavava due punti e due frecce di Ball in a row portavano 6 punti nel forziere di Charlotte che a 6:59 tornava sul -9 (56-65) ma il rientro era frenato da un fallo di Ball su Gobert sotto canestro che costava due punti.

TO di Ball e floater su Ingles a segno e, nonostante la tripla di Ingles su Bouknight, Charlotte arrivava sul -6 a :49.3 quando una costruzione casuale restituiva palla a Smith che aveva bisogno di tirare da tre per via del cronometro (la palla in qualche maniera gli tornava indietro) segnando il 68-4 ma purtroppo due triple in fila di Clarkson respingevano sul -12 a fine quarto la squadra allenata da James Borrego (68-80).

Charlotte si inabissava sino al -17 quando Gay al terzo tiro (suo errore, Gobert corto e rimbalzo di Gay) segnava in schiacciata tra Bridges e McDaniels mancando l’and one assegnato dalla terna.

Rudy Gay si accendeva chiedendo un fallo poco più tardi am la terna concedeva solo rimessa dal fondo per i Jazz così Gay tentava di rifarsi con una power run dunk spalmata però sul ferro.

A dare flebili speranze a Charlotte provava Rozier che si svegliava infilando ben tre triple consecutive per il 78-89.

Un discutibilissimo fallo (6:16) di Plumlee (arretrando toccava la palla prima di Gobert dietro di lui) mandava in lunetta il francese (81-91).

Ancora Rozier con il tiro-appoggio al vetro dal mid range poi steal di Oubre Jr. e Ball easy two: 85-91.

A 4:37 Rozier era ancora micidiale da tre e quando mancava la conclusione Plumlee in qualche maniera deviava la palla al volo su Gobert per farla finire dentro, 90-91.

A 3.28 Oubre Jr. in transizione saltava l’ultimo uomo e schiacciava per il vantaggio ottenuto con l’11-0 di parziale.

92-91.

Un vantaggio che durava un battito d’ali però nonostante le speranze degli Hornets perché il trend si invertiva nuovamente con Conley a 3:10 a trovare il two and one del sorpasso (92-949 per poi vedere Mitchell splittare dalla lunetta a 2:44 dalla fine.

Le soluzioni degli Hornets offensive non erano valide e Bogdanovic tentava di chiuder la partita tornando a segnare da fuori dopo qualche errore.

A 2:09 Ball replicava fast da fuori per il 95-98 ma un’altra tripla di Bogdanovic e un two and one di Mitchell (fallo di McDaniels) chiudeva i conti sull 95-104 nonostante Bridges nel finale pescasse un two and one e mettesse dentro anche il 102-111.

Utah aumentava di un punto il divario negli ultimi secondi vincendo una partita da film.

Oubre Jr. in schiacciata porta gli Hornets in vantaggio sul 92-91.
Nick Richards in azione. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

I Calabroni perdono la partita sotto l’aspetto mentale, fisico e tattico.

Tecnicamente giocano tirando dal campo con il 38,6% (34,9% da 3) contro il più basso 35,4% (30,2%) di Utah che scherza un po’ con il fuoco permettendosi di sbagliare triple (anche aperte) a ripetizione fino a quando Charlotte – che in avvio prende la solita “cesta di pere” – non mette la freccia.

Vantaggio evanescente durato un battito d’ali dissoltosi subito con i Jazz abili in poco tempo a sormontare la difesa di Charlotte con un paio di triple di Bogdanovic e un paio di two and one.

Gli Hornets prendono tiri poco consoni (fuori ritmo o da posizioni non ideali per quello specifico tiratore) e si perdono non tenendo più il passo mostrando come manchi in momenti decisivi una vera e propria manovra corale che porti punti “quasi” sicuri.

Fisicamente Charlotte subisce un 51-68 a rimbalzo che la dice lunga sul potere di Gobert e soci sotto le plance anche perché se Plumlee non è proprio l’ideale rimbalzista, P.J. lo è ancora bene e il filiforme McDaniels fa quello che può, forse anche troppo sebbene fatichi nel finale a contenere mentre Richards è ancora un po’ acerbo ma prova a metterci spessore.

Gli Hornets vincono negli assist: 27-21, nelle rubate (7-4) e commettono meno TO (13-17) e aggiungerei una piccola nota polemica reale che non inficia forse sul risultato perché i numeri potrebbero rispecchiare la partita ma il 15/16 di Gobert dalla linea con un paio di chiamate gift natalizie che va a comporre un 28/37 nei FT per i ragazzi di Snyder contro il misero 9/9 non è solo il frutto dell’andamento della partita ma di una predilezione nel fischiare il contatto a favore della squadra di casa e a dimenticarsi qualcosa dall’altra parte.

Non per sminuire la vittoria scontata di Utah ma il metro di giudizio non l’ho trovato equo in una partita film che è finita come da copione per i noti difetti di Charlotte.

Statistiche finali.

LaMelo Ball: 6

21 pt. (8/20), 6 rimbalzi, 11 assist, 1 stoppata, 4 TO. Espulso nel finale per raggiunto numero limite di falli, gioca una partita altalenante. Due triple di seguito, un floater rimbalzando su Ingles, una buona stoppata rifilata a Mitchell e sua l’ultima tripla che ci tiene in partita (95-98) nel finale ma anche palloni persi però va in doppia doppia con gli assist.

Terry Rozier: 6

20 pt. (7/19), 6 rimbalzi, 4 assist. Altro inizio completamente sbilenco per Terry che non riesce nemmeno più a trovare la forza giusta per i suoi appoggi saltati da bordo area poi, improvvisamente, si desta scagliando triple a raffica e un appoggio al vetro che fanno tornare Charlotte incredibilmente a -3 nell’ultimo quarto. Forse toccato su un tentativo di tripla seguente, non mette più quel tiro importante. Se giochiamo con Rozier dobbiamo avere dietro difensori alla Richards che possano dare una mano perché a volte sono i cm a non bastargli in difesa. Almeno fa vedere di essere in ripresa sperando non si sia trattato solo di una striscia evanescente.

Kelly Oubre Jr.: 5

5 pt. (2/9), 3 rimbalzi, 1 assist, 3 rubate. Ha l’occasione di partire in quintetto titolare ma lontano dall’affetto del pubblico incarna le difficoltà mentali degli Hornets da trasferta partendo male al tiro. Segna i primi tre punti molto tardi e aggiunge la schiacciata del sorpasso con stile oltre a mostrare mani veloci per ben tre steal e forse anche una quarta ma gli arbitri propendono per il fallo con Oubre Jr. al limite del tecnico se avesse trovato un arbitro più permaloso ma a me è sembrato avesse ragione. Prestazione complessivamente insufficiente essendo venuto a mancare il suo apporto offensivo e difesa spesso non certo ostinata con posizioni non sempre ideali.

Miles Bridges: 6

21 pt. (8/20), 11 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata, 5 TO in 36:50. L’Hornet che rimane di più in gioco va in doppia doppia grazie i rimbalzi. Insite troppo sulle triple: le uniche due che trasforma sono dall’angolo e un open chilometrico frontale, dalle diagonali non ha il tocco e quel paio di tiri presi in momenti decisivi costano caro. Se va dentro difficile fermarlo se non con qualche contatto al limite ma nella notte da sotto fa bene anche se deve limitare i TO.

Mason Plumlee: 5,5

4 pt. (2/4), 9 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata in 26:05. Sembra sempre più lento e impacciato dell’attaccante, 9 rimbalzi non sembrano male ma avrebbe potuto fare di più in difesa. Bello il suo tap-in volante su Gobert che finisce nelle retina in qualche maniera. Show lento nel primo tempo e Gobert lasciato solo in area a ricevere e segnare indisturbatamente, Mitchell lo salta facilmente nel secondo tempo per fortuna arriva ball a stopparlo.

Ish Smith: 5

3 pt. (1/6), 1 rimbalzo, 1 assist, 1 rubata, 1 TO in 12:57. Non convince come play poiché fa un giro circolare spesso sotto al ferro per tornare fuori senza affondare in appoggio o provare il tiro. Bella la steal dopo la stoppata subita da Richards nel secondo tempo. Nemmeno come play puro però riesce a funzionare, se poi al tiro da 1/6, addio…

P.J. Washington: 5

6 pt. (2/7), 4 rimbalzi, 1 assist. -15 in plus/minus, il peggiore della squadra. 2/5 da fuori. Un po’ addormentato finisce per giocare 19:41 come PF o C ma in ambo i casi tiene poco in difesa. Due triple a segno e

Jalen McDaniels: 6

14 pt. (6/8), 5 rimbalzi, 1 rubata, 2 stoppate. 5 PF. Ottima partenza difensiva con punta di diamante la steal su O’Neale e coast to coast più schiacciata appesa veleggiante ma anche quella su Forest con appoggio in transizione non è facile. Parte con un 6/6 dal campo che aiuta molto la squadra ma poi cala sbagliando un paio di tiri e commettendo qualche fallo che lo porta ai bordi dell’espulsione oltre che a costare un and one in un momento importante.

James Bouknight: 5,5

2 pt. (1/3), 1 rimbalzo, 2 assist. 10.17 sul parquet non ambia l’inerzia del match. Ottimo il primo tiro in corsa realizzato con un arcobaleno. Poi il suo attacco finisce lì ma sforna un paio di assist.

Nick Richards: 6

6 pt. (2/5), 5 rimbalzi, 1 assist in 11:03. Sicuramente mi piacerebbe vederlo più sul parquet rispetto a Plumlee. Qualche punto di rottura da sotto e due FT perfetti, in difesa contro centri forti come Gobert sarebbe il giocatore ideale da schierare piuttosto che Plumlee anche se deve ancora crescere come dimostra l’alley-oop a 9 decimi dal termine del primo quarto da rimessa dal fondo.

Coach James Borrego: 5

Altra cesta di pere nel primo quarto che pregiudica parte della partita. Lo sforzo di rientro di Charlotte arriva al culmine sul sorpasso poi negli ultimi minuti la squadra cede di schianto come ogni tanto capita. Gestione dei finali pessima affidata a scelte di tiro (e uomini che compiono quelle scelte) a bassa percentuale. Recupero gettato via in un lampo e la squadra di casa vince come sempre da copione contro Charlotte. Siamo stati fortunati perché Utah ha sbagliato tanti tiri aperti altrimenti lo scarto sarebbe stato maggiore.

Versione 1.
Versione 2.
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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.