Game 33: Charlotte Hornets @ Boston Celtics 93-119

Intro

Nel mondo dorato della NBA cosa può spingere un giocatore a dare di più sul parquet?

Per molte star affermate qualcuno potrebbe dire mantenere il prestigio, far vedere a che livello di “grandezza” e con che continuità giocano, sfidando magari i limiti di età vicini alla fine di carriera, per altri possono essere banalmente i soldi, per la legge del rapporto qualità/prezzo, mostrare per ottenere di più, oppure ancora ci sarebbero l’orgoglio, la cieca e vanesia gloria se non vanità superficiale potrebbero essere alcune tra le mille motivazioni plausibili.

Ve ne potrebbero essere tante ancora ma mi chiedevo se in ottica di arrivo del Natale vi fosse posto per la “spiritualità” (in ogni forma e non solamente nel senso cristiano del termine) e se questa avesse bisogno di precetti.

Personalmente ho sempre mal sopportato i dogmi dettati dalle religioni o l’obbligo di uno Stato nella chiamata alle armi ad esempio, sono obblighi che creano un attrito dinamico, sfregando pesantemente sul piano della libertà, asportando anche materia grigia in taluni casi se si è propensi ad esser conformi con delle linee guida non disegnate da noi.

Che la società, specialmente quella americana, ancor meno priva di tutele della nostra, spinga a situazioni difficili da bambini tante persone non è cosa sconosciuta.

Molti atleti hanno dovuto fare i conti da piccoli con ristrettezze economiche o situazioni al limite del surreale, eventi che contribuiranno a segnare una personalità e in questo senso viene da chiedersi se la forza di volontà e la perseveranza (oltre alle doti/tecnico fisiche e una dose di fortuna nell’esser stati “scoperti”) siano catalogabili come spiritualità.

Qualcuno di questi atleti ha poi cercato di restituire ai meno abbienti qualcosa, tanti sono i casi, ricordandosi di ciò che hanno passato e forse sul parquet, dimostrare di valere più di trattamenti pessimi o algidi ricevuti in passato pur non meritandoli, può spingerli a un desiderio di rivalsa o a cercare rispetto attraverso l’ammirazione dei fan.

Chissà anche se una squadra più debole ogni tanto pensi di poter mostrare di ribaltare i ruoli, di certo una partita a Boston prima di Natale in queste condizioni sembra fatta apposta, predisposta e apparecchiata per far passare un buon Natale ai verdi, colore originario della ricorrenza festosa.

Analisi

Charlotte faceva sul serio in avvio di gara.

Ancora fresca la squadra di Borrego interpretava il volere del tecnico alla perfezione con buona difesa e soprattutto con un gioco offensivo fatto di triple tanto che date le buone percentuali i Calabroni finivano avanti il primo quarto anche avendo una panchina che con alcuni interpreti in serata no, penalizzava i nostri.

Nel secondo quarto la squadra viveva un po’ di rendita segnando alcuni buoni canestri ma nel finale una rimonta dei Celtics valeva il sorpasso nell’ultimo minuto (56-57) per mano dell’ex Walker a mezzo tripla.

Si andava negli spogliatoi sul 56-59 e i Celtics nel terzo quarto riuscendo a piazzare un altro mini parziale guadagnavano 10 punti di vantaggio che Charlotte tagliava con l’hook di Biyombo sino al -2 (73-75) ma su quell’azione Graham era costretto a uscire così i Calabroni tornavano sotto 75-84 anche perché Kanter al secondo tentativo portava sul 2-16 le second chance points a favore dei Leprechaun, molto più forti a rimbalzo offensivo.

La rimonta Hornets arrivava sino al -4 in avvio di ultima frazione quando Monk sganciava una dinamitarda dunk nonostante il tentativo di ponte da parte di Kanter che, minato, saltava per aria subendo anche l’addizionale per l’80-84.

Charlotte però non giocando bene le proprie successive possibilità offensive (anche un tiro di Zeller da fuori) finiva presto fuori partita anche perché si svegliava uno scatenato Tatum che finiva per mettere 39 punti totali ivi compresi quelli decisivi dell’ultimo quarto, ben 22.

G. Williams su M. Williams da tre valeva l’81-91, Tatum in avvicinamento a 9:39 depositava il +12 oltre uno Zeller incapace di difender l’anello chiudendo de facto il match che andava ampliando il divario nel finale con la panchina degli Hornets a far flanella contro un applauditissimo Tacko Fall & soci..

Natale non fantastico per i fan di Charlotte quindi ma proiettiamoci oltre le feste sul parquet pe sfidare i Thinder.

Nel frattempo buon Natale a tutti.

Numeri

Charlotte perde solo 3 palloni in tutto il match contro gli 11 di Boston, sforna 26 assist contro i 25 dei verdi ma i problemi ben noti solo i soliti: poca solidità difensiva a iniziare nella notte dalla lotta a rimbalzo dove il 27-57 a rimbalzo è un massacro (2-10 gli offensivi).

I rimbalzi portano tanti punti da second chance a Boston che li tramuta in tocchi da sotto ma anche in triple evidenziando la maggior qualità presente nel roster.

In secundis le percentuali dal campo: 40,2% FG e 29,4% 3FG per Charlotte contro il52,3% FG e 43,8% 3 FG per Boston anche se contro i Celtcs alla lunga era prevedibile che l’offesa non reggesse il confronto.

5-9 nelle stoppate.

La partita

Starting five

Boston: Walker (23 pt.), J. Brown (16 pt. + 9 rimbalzi), Ojeleye (5 pt.), Tatum (39 pt. + 12 rimbalzi), Theis (0 pt. + 5 rimbalzi).

Dalla panchina Grant Williams finirà con 12 punti e la coppia Langford/Kanter chiuderà co 8 punti a testa mentre il centro turco aggiungerà 13 rimbalzi.

Charlotte: Rozier, Graham, Batum, Bridges, Biyombo.

1° quarto:

La palla a due era conquistata dagli Hornets che tuttavia erano fermati d Theis (penetrazione di Rozier stoppata) e con la fuga dell’ex Walker sulla linea di fondo destra erano i Celtics a passare in vantaggio.

Graham rispondeva con tempismo e morbidezza per scagliare la tripla che modificava la squadra leader, quindi si innescava subito la sfida tra play: Walker da oltre l’arco ed era sorpasso, ancora Graham, questa volta sparando su Walker con l’aiuto del ferro ed era controsorpasso a mezzo tripla (6-5).

Bridges faceva buona guardia ma Brown metteva un top shot dalla destra in pull-up tuttavia Miles si rifaceva con la decisa stoppata sull’ex compagno Walker e con la tripla frontale del 9-7 a 9:14.

Rozier al secondo tentativo dopo l’avvicinamento a canestro metteva dentro il +4 a 8:31 ma Tatum al primo tentativo sull’entrata recuperava i due punti persi.

Per Charlotte però c’era un Graham in formato gigante: impressionante tripla frontale ben oltre la linea dei tre punti solo cotone: 14-9 a 7:57.

Brown dopo esser stato bloccato da Biz alla fine riusciva a spuntarla da sotto, sull’altro fronte la drive decisa di Miles finiva con preciso tocco ravvicinato diretto al centro della net.

Brown impegnato da tre sullo scarico era travolto da Rozier e in lunetta tuttavia riuscendo a segnar solamente l’ultimo dei tre tentativi concessi accorciava solo di un punto sul 16-12.

Dribble e jumper dalla diagonale destra di Rozier con Charlotte ad allontanarsi sul 18-12, Brown da tre accorciava ma i Calabroni con una piccola fiammata composta da una drive con floater di Bridges che successivamente, partendo dal post alto destro andava a battere Williams in uno contro uno ottenendo e segnando il FT per il 23-15.

Gli Hornets si bloccavano in attacco e un parziale di 1-10 portava i Celtics al vantaggio con la schiacciata di destro di Green in transizione (24-25).

Un bound pass corto sull’avanzamento di Zeller era perfetto per il floater in corsa del centro, abile a riscattarsi parzialmente dopo una brutta partenza.

Gli Hornets incrementavano il vantaggio nel finale con le frecce scagliate a Graham a 1.44 e con quella di Martin a 1:17 sul pick and pop con Graham.

Tatum da due frontale interrompeva la corsa dei grigi che tuttavia proseguiva nuovamente grazie allo scambio di favori tra le guardie: questa volta era Martin a pescare sulla diagonale sinistra Graham che non si faceva pregare per infilar da oltre l’arco il 35-27.

Tatum da tre, Graham in penetrazione subendo fallo segnava un 2/2, agli sgoccioli dei primi 12 minuti garantendo il 37-30 a fine primo quarto.

Rozier contro i suoi ex compagni di squadra. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

Partiva male la seconda frazione con tre secondi difensivi fischiati contro Zeller, poi era Tatum show, turnaround sulla linea di fondo e jumper su Graham del mid range, stoppata su Williams e 2 FT a 11:00 per affondare il 37-35.

Langford conservava il risultato stoppando Martin da dietro che tuttavia buttandosi dentro in transizione sull’azione offensiva seguente incamerava altri due punti (fallo di Green a 10:13) a vantaggio del team della North Carolina.

Tatum mancava il tiro ma Langford al secondo tentativo segnava da sotto palesando i limiti a rimbalzo di Charlotte.

Biz agganciando e appoggiando di destro ci riportava sopra il singolo possesso (41-37) e Graham subendo l’invasione del cilindro da dietro di Wanamaker (pessimo fallo su un tiro disperato ai 24 arrivato da una rimessa dalla trequarti con 4.1 sul cronometro), infilava a 8:47, due dei tre liberi concessi.

Persa di Tatum sulla pressione di Bridges, elbow jumper di Biyombo, Charlotte sopra di 8 (45-37).

La piccola ferita era rimarginata parzialmente dalla tripla di Langford ma Biz con l’hook rapido in post basso sx su assist di MKG metteva dentro il 47-40.

Con tre punti frontali Walker raggiungeva i 10 personali e i verdi al terzo tentativo offensivo aggiungevano due punti con Kanter accorciando sul -2.

Aggressiva dunk di Biz a 5:22 per mantenere la sicurezza di tenere il capo avanti poi Brown nel pitturato con l’alzata aiutata dal primo ferro andava per il – che tornava a essere un -4 con l’entrata in euro step di Rozier con relativo fing and roll (51-47).

Fallo fischiato a G. Williams su un’altra azione offensiva degli Hornets e Rozier in lunetta splittava per il +5.

Il finale però era per i Celtics che segnavano due liberi con Walker e raggiungevano il -2 con Williams che recuperando un rimbalzo subiva anche fallo sul tagliafuori mancato di Zeller dopo l’errore di Tatum al tiro.

54-52 con un 1-7 a rimbalzo offensivo e un 2-11 da second chance.

Brown in penetrazione pareggiava ma un fallo su Cody Zeller portava un +2 a Charlotte a :54.9 dalla sirena di mezzo.

Walker da tre sul cambio di Miles ed era +1 Celtics, +3 dopo la palla persa in attacco da un pessimo Zeller con due FT affondati da Green per il 56-59 che portava le squadre negli spogliatoi.

Biyombo ha giocato una buona pallacanestro in attacco e discreta in difesa ma è stato molto poco valido a rimbalzo. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

3° quarto:

Rozier partiva bene dribblando un paio di giocatori e allontanandosi in salto da Theis sulla spinta del centro a metter dentro subendo fallo.

Peccato che mancasse l’addizionale.

58-59 ma Walker da tre progettava la fuga al secondo tentativo (1-8 a rimbalzo offensivo), Ojeleye da sotto metteva dentro facile sul passaggio diagonale di un Tatum triplicato.

Biz metteva dentro resistendo al fallo di Ojeleye ma it’s a shame sull’aggiuntivo, ancora mancato da Charlotte che finiva per pagare i due punti persi con un canestro preso da Tatum in crossover (Biz foul).

2+1 per l’ala dei verdi e sulla tripla dall’angolo dx di Ojeleye il +10 dei Celtics sembrava porre fine alle speranze di comeback degli Hornets.

A 7:35 Charlotte in bonus andava in lunetta a splittare poi erano i primi tre punti del match a firma di Batum a 7:03 a continuar la rimonta, Biz con la dunk su passaggio di Bridges a 6:28 metteva il 68-72 e anche se Langford dall’angolo indovinava la tripla, su un inserimento centrale di Batum, Walker commettendo un fallo morbido, regalava altri tre punti (5:26) al transalpino che anticipava i due di Biz in jump hook a 4:30 per il 73-75.

Sul più bello però usciva Graham che probabilmente sentiva tirare un flessore della gamba sinistra e in poco i Leprechaun scavavano il solco: Walker da tre e Brown in entrata ed ecco il time-out di Borrego sul 73-80 a 3:26.Walker in reverse layup e Rozier al ferro alzavano lo score poi era Kanter al secondo tentativo da sotto con un 2-16 da second chance riportava a 9 le lunghezze pro Celtics.

L’alzata dopo una girata dalle parti del post basso sinistro oltre Kanter da parte un Rozier zigzagante in entrata era valida per chiuder sul 77-84 i 36 minuti di gioco

4° quarto:

Partiva con il punto esclamativo Monk che andava in entrata a posterizzare Kanter, furbo a girarsi e a provar a fare da ponte al “Monaco” che però non pendendo l’equilibrio regalava il poster a una mano più addizionale.

Si accendeva però Tatum che in area metteva dentro due punti, sull’altro fronte Marvin Williams mancava la tripla aperta, Tatum ne aggiungeva altri due in turn around e anche Zeller mancando l’open tornando in difesa per ammirare il duello tra Williams, poteva solo andar a raccoglier la palla finita nel cesto sparata da Grant da oltre l’arco per l’81-91.

Tatum in avvicinamento a canestro non trovava ostacoli se non uno Zeller come ammiratore.

+12 a 9:39, ancora Tatum per il +14 con un 1-11 di parziale e dopo il turnaround di Marvin Williams, Tatum chiudeva il match se qualcuno avesse pensato si potesse riaprire, con la tripla a 8:16 su Marvin.

Tatum raggiungeva anche quota 100 per i suoi (86-100) e metteva 20 punti di divario nel finale (93-113) con un two and one (22 pt. nell’ultima frazione), entrava anche T. Fall per i Celtics (ovazione per lui) e così il lunghissimo senegalese accumulava 4 punti compreso un alley-oop e una stoppata mentre la panchina di Charlotte chiudeva malamente il match lasciando giocare i ragazzi di Stevens che finivano per vincere 93-119, risultato un po’ bugiardo solo nel divario finale.

Le pagelle

Terry Rozier: 5

14 pt., 2 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 6/17 FG. 0/5 da 3 e -21 in +/-. Si scioglie troppo quando il match conta. Già dall’inizio patisce un po’ il confronto con l’ex Walker anche se trova spunti interessanti tuttavia è disordinato negli attacchi e non ha esattamente un marchio di fabbrica, anche se quando riesce a trovare il tempo per l’entrata rallentata è capace di produrre buoni risultati anche se non costanti. Da fuori non prende tirando troppo spesso con velocità. Andrebbe più servito anziché vederlo magari far tutto da solo con il pull-up.

Devonte’ Graham: 6,5

23 pt., 4 rimbalzi, 10 assist. 6/17 FG. Va in doppia doppia contenendo al -3 il plus/minus. Finisce esattamente come Rozier dal campo ma con un 6/13 da tre sebbene dopo il favoloso primo quarto, diventi, sotto l’effetto della stanchezza dovuta al fatto di essere anche il fulcro della manovra, largamente impreciso. Trova ancora un paio di giocate per andare a prender punti in entrata ma l’ultima bomba che sgancia è quella nell’ultimo quarto a partita praticamente finita con i due quarti centrali a secco da tripla. Rimane una buona gara con assist reali, veloci, precisi e belli da vedere quelli schiacciati. Non ha molta assistenza se non nel primo quarto quando Martin gli offre palla per la tripla con spazio da sinistra. Sul -2 deve uscire nel terzo quarto e Charlotte incassa uno 0-5 rapido in pratica. Fortunatamente riesce a rientrare sul parquet e sperando non sia nulla di serio, avrà qualche giorno per riposarsi.

Nicolas Batum: 5,5

6 pt., 3 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. 2/4 FG. -3. Mah… messo per “equilibrare” il quintetto da Borrego, anche se in plus/minus non va male, poco aggiunge alla squadra. Segna una tripla e fa un bell’inserimento per un two and one con il fallo di Walker. Non una gran difesa commette 3 falli, qualcuno evitabile.

Miles Bridges: 6

15 pt., 6 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 6/13 FG, -21. L’unico titolare che rimane in campo nel finale ed ecco ampliarsi il plus/minus in senso negativo. Ottima partenza mostrando di poter segnare in entrata se va con il suo passo. Bella stoppata e successiva triplasempre nel primo quarto, qualche rimbalzo ma non sufficiente sotto questo aspetto.

Bismack Biyombo: 6

18 pt., 3 rimbalzi, 2 assist, 2 stoppate. 8/11 FG, 2/3 FT. Paradossale partita di Biyombo che influenza diversi tiri, specialmente nel primo quarto, poi non sempre convince in difesa lasciando qualche spazio ma se la difesa è buona i rimbalzi sono ridicoli, sovrastato dai lunghi avversari. Ottima serata offensiva mostrando ganci rapidi, elbow jumper e dunk aggressive.

Malik Monk: 5,5

3 pt., 2 rimbalzi, 1 assist. La jam in faccia a Kanter più il FT poi altri 4 tentativi a vuoto con uno 0/2 da fuori. Deve alternare un po’ le soluzioni da dentro e fuori ma rimane molto più efficace e migliorato con quei kg in più addosso, da vicino. Mezzo voto in più solo per lo spettacolo della dunk che richiamava i compagni alla possibile rimonta. Inascoltato.

Cody Zeller: 4,5

6 pt., 1 rimbalzo. 2/4 FT. -20. Pessima partenza a livello difensivo, non riuscendo a difendere e a prender rimbalzi mentre anche in attacco commette un passi in partenza. Qualche buona giocata offensiva ma anche qualche forzatura non consigliabile ma soprattutto da buon difensore che era pur non essendo un protettore dell’anello, oggi sembra non sappia più difendere ed è un handicap per gli Hornets.

Cody Martin: 5,5

6 pt., 2 rimbalzi, 1 assist. Buona prima parte anche per lui poi il crollo, non disgiunto dal resto del team. -20. Dopo il massimo in carriera della scorsa partita segna meno ma con un ½ soltanto al tiro. Non così decisivo dopo il primo quarto. Serve più energia, i cm purtroppo non bastano in certi casi.

Marvin Williams: 4,5

2 pt., 3 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata in 18:45. 1/6 FG, -13. Pessimo attacco con un solo turnaround realizzato, da tre manca una possibilità in avvio di ultimo periodo e prende in faccia un paio di bombe decisive negli ultimi 12 minuti. Serata no.

Michael Kidd-Gilchrist: 6

0 pt., 1 assist in 5:26. -3. Messo in campo per contenere fa quello poi serve un assist verticale a Biyombo.

Dwayne Bacon: s.v.

0 pt., 1 assist in 3:42. Passeggiate…

Willy Hernangomez: 5

0 pt., 1 rimbalzo. Minuti finali (3:25) per Willy ormai classificabile come sciagura. TO e canestro facile per gli avversari, in difficoltà e rinunciatario in attacco ci prova una volta da fuori e sbaglia.

Coach James Borrego: 5,5

Non molto da imputare. Fa quello che può con i mezzi che ha, se non fosse per il reinserimento di Batum in quintetto. Nulla aggiunge, nulla toglie forse, nel senso che rimane un comprimario ma per aver quelle cifre gli sarebbe preferibile qualche altro player.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.