Game 46: Charlotte Hornets Vs Oklahoma City Thunder 121-98

Intro

Precursore del Brivido (intendo il gioco da tavola) quando ero bambino (stiamo parlando degli anni ’80, ecco perché ricordo bene i primi Charlotte Hornets) esisteva un bel gioco da tavola della MB chiamato Il Castello Incantato.

Già adoravo i disegni dei personaggi che rappresentavano una strega, una fatina, un supereroe con il costumino roso che sparava fulmini…

Il gioco poi lo trovavo avvincente sia per il fondale che per l’emozione data dall’imprevedibilità… quando scendeva quella “palla” potevo provare la stessa emozione di quei pochi decimi di secondo nei quali la palla è sospesa in aria e diretta verso il canestro per vedere che esito avrà…

Ne il Castello Incantato si doveva seguire un percorso (un po’ come nel classico Gioco dell’Oca) irto di ostacoli stando attenti a non essere falciati dalla scure del fantasma in armatura o venire colpiti dal teschio che rotolava giù dal camino che avrebbe potuto prendere ben 4 direzioni.

Un gioco che avrebbe potuto rivelarsi quindi una trappola fino a pochi passi dalla vittoria.

I Calabroni nel proprio feudo incantato cercheranno, invece, di trarre la lezione imparata con Orlando non sottovalutando un avversario che potrebbe avere alcune caratteristiche simili a quelle dei Magic.

Con Charlotte sul 25-20 ed un’avversaria inferiore solo sulla carta, gli Hornets dovranno avere l’accortezza di superare anche questo ostacolo per mettere nel mirino i Cleveland Cavaliers dando continuità alle proprie vittorie.

Molti non credono ancora in Charlotte ma l’innalzamento di livello di molti uomini, un attacco di prim’ordine unito a una difesa che recentemente ha avuto pochi passaggi a vuoto sta strutturando e legittimando le ambizioni di un team che è in upgrade rispetto a previsioni più morigerate d’inizio stagione.

Ashley, la bordocampista prima della partita illustra alcune note per le squadre.

Si scende sul parquet e per una volta non seguiremo Nereo Rocco dicendo: “Vinca il peggiore”…

Le Honey Bees durante la presentazione del quintetto.

Andamento della partita

Gli starting five.
Bridges e il quintetto di Charlotte tipico della 2021/22.

Dopo la palla a due conquistata da Plumlee e subito il canestro di Giddey in taglio nel mezzo tra due tiri da tre a vuoto dagli angoli (Hayward e Rozier), Charlotte pareggiava a 10:48 con la schiacciata di Plumlee intensificando le entrate in attacco con due slanci di Bridges nel traffico imitato da Rozier che a 9:12 costringevano OKC al primo time-out per cercare di limitare le penetrazioni degli avanti Hornets giunti sull’8-2

I Thunder si riprendevano dopo il time-out con un’entrata di Gilgeous-Alexander seguiva un alley-oop di Plumlee, la risposta dello stesso SGA prima che Rozier, rischiando di perder palla nel traffico servisse Ball per un deep 3 che valeva il 13-6 a 7:37 ma Charlotte perdeva palloni nelle azioni successive così Giddey a 6:17 – dopo tre punti precedenti Thunder – arrivava a toccare il -2 813-11) con un coast to coast che faceva propendere Borrego per il time-out.

Anche in questo caso la squadra richiedente riusciva a trarne beneficio ripartendo con un arresto e tiro di Hayward che toccato da Muscala (in rientro) sulla schiena lasciava anche il libero all’ex Celtics.

Tre punti portati a casa a 5:05 seguiti da due per i bianchi con Giddey a sfruttare una 2nd chance da sotto ma P.J. Washington metteva bene piede sul parquet infilando subito la tripla.

Una schiacciata di Bridges a 3:00 dalla prima sirena portava Charlotte sul 23-17 ma era in questi ultimi 180 secondi che i Calabroni volavano con P.J. a stoppare Muscala e il golpe di Oubre Jr. in transizione.

Seguivano un’altra stoppata di P.J. Washington su SGA , sue punti di Hayward in entrata, un canestro di Rozier dal pitturato leggermente sbilanciato con il rilascio a mano unica che si fermava sul primo ferro esitando prima di entrare e due triple di P.J. nell’ultimo minuto per il 35-17.

Il parziale di 12-0 era arrestato da Beasley con una tripla (dopo averne sbagliata una in precedenza emettendo un air-ball) per il 35-20 ma Rozier a :08.2 segnava in entrata subendo fallo.

FT mancato ma Charlotte al comando di 17 dopo 12 minuti.

P.J. Washington, autore di una buona prestazione anche in attacco. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Dopo una schiacciata tagliata di Bazley in avvio secondo periodo Oubre Jr. finiva due volte in lunetta portando a casa tuttavia un solo punto in quattro tentativi e dopo aver visto Diakite accorciare sul 38-24 gli Hornets tornavano a segnare dopo gli errori di McDaniels e Oubre Jr. sulla stessa azione chiusa però brillantemente da Martin con europeista nel traffico.

La palla intercettata da Oubre in orizzontale, il suo fast break con fallo di Mann non impedivano al nostro sesto uomo di realizzare un two and one questa volta mentre P.J. Continuava da oltre l’arco la sua buona serata da tre punti indovinando a 7:42 la tripla del 46-24.

Williams pareva l’unico in assenza di SGA a dare linfa agli ospiti con tre punti diretti mentre Diakite era fermato da una manata di McDaniels che gli misurava la pressione.

Il problema era che uno sgambetto involontario su un’entrata dello stesso numero 6 (chiusa con un canestro in reverse) costava lo spogliatoio alla nostra ala con un problema alla caviglia sinistra dolorante.

Niente fallo chiamato e Hornets a bloccare l’azione di rimessa per dare a Jalen la possibilità di uscire giacché era rimasto a terra.

Dall’altra parte Williams indovinava un libero, mancava il secondo, catturava il rimbalzo e segnava dall’angolo una tripla facendo tutto da solo quindi arrivava il primo errore da fuori di Washington (4/5) ma Martin a rimbalzo lanciava Rozier nell’angolo sinistro che sparava fumante il +20 (51-31).

Dopo il rientro di SGA e 5 punti consecutivi del play, Borrego fermava le lancette per rovinare l’inerzia agli avversari vedendo nei suoi una difesa troppo rilassata.

Sull’ennesimo fast break Hornets la tripla dall’angolo Rozier con sfioramento di Dort in chiusura serviva con un 3 and 1 per il 55-36 quindi nel finale la partita si intensificava in ritmo e canestri ma nonostante il tentativo di allungo con Hayward capace di realizzare due triple veloci confidenti (la prima marcato, la seconda con Giddey in uscita), ecco OKC con Giddey e SGA a far tornare la propria squadra a 17 punti a fine primo tempo: 69-52 con Charlotte comunque nettamente al comando e parsa superiore grazie al controllo del ritmo gioco che portava un 26-14 nei fast break agevolando e costruendo il 55,3% contro il 42,6% al tiro dal campo avversario.

Anche a rimbalzo il 31-24 Hornets garantiva il controllo delle plance.

Il terzo parziale si apriva con una palla persa di Rozier che lasciava possibilità a OKC ma Dort, Giddey e Wiggins fallivano le tre possibilità relativamente facili da sotto e così Ball in entrata e Bridges correggendo un tiro in entrata contrastato lanciavano sul +21 i Calabroni.

Hayward infilava il 75-54 arrestandosi per un pull-up in fade-away frontale ma gli Hornets cominciavano a soffrire il comeback degli ospiti che segnavano con Robinson la tripla del 77-64 avvicinandosi ulteriormente con una dunk di Wiggins (78-69) per toccare – causa altra tripla infilata da Robinson – il -9 a 4:12.

Charlotte mancava diverse occasioni, Borrego, non contento della selezione dei tiri, chiamava un time-out.

Non che la tripla dalla sinistra di P.J. Washington (a segno) fosse consigliabile vista la chiusura del difensore ma funzionava e Martin in transizione spingeva i Calabroni lontani dall’incubo di una quinta vittoria Thunder consecutiva allo Spectrum Center.

P.J. stoppava Gilgeous-Alexander (con lamentele dello stesso) ma dall’altra parte il passaggio dal pitturato di Rozier non lasciava tempo alle recriminazioni perché il n° 20 catapultava dentro la tripla del 90-75.

A :09.5, in un quarto dove Rozier e Oubre Jr. facevano insolitamente fatica a trovare il canestro, ecco l’entrata del numero 3 con fallo di Williams: two and one per il 93-75 che consegnava un ulteriore punto di vantaggio agli imenotteri (rispetto all’intervallo).

93-75, un +18 da difendere in tranquillità.

Rozier provava a mandare a vuoto Wiggins che finiva per terra ma sull’avanzata l’alzata di Rozier era stoppata alta dal n° 7 Thunder (Bazley) in aiuto mentre Jerome silurava da lontano gli Hornets.

Non si aprivano falle perché due FT di P.J. Washington a 10:48, Bridges in caduta laterale seguito dal difensore e un tap-in di Oubre Jr. che estendendo la sinistra correggeva una delle rare triple di P.J. a vuoto consentivano alla squadra della Carolina del Nord di andare sul 99-78 a 9:52 dal termine…

La tripla fuori equilibrio di Rozier (tranciato a livello ginocchia da un Jerome in caduta a sua volta fuori equilibrio) consentiva al n° 3 il secondo 3 and 1 del match poi era LaMelo a fornire a Bridges la tripla per il 111-86 ancor prima d’iniziare a vedere la panchina profonda degli Hornets in campo.

Thor forniva l’assist a LaMelo per la tripla che consentiva al giovane play di arrivare in doppia cifra e da un finale nel quale Thor e Richard presidiavano il perimetro con i piccoli all’interno finivano 4 lunghi in campo più Bouknight il quale nell’ultimo minuto aveva voglia di sprintare per andare a posterizzare in schiacciata Diakite siglando il 121-98 finale.

Nel finale, la “panchina”, festeggia la schiacciata di Bouknight.
Rozier in entrata. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

E’ bastata una partita a tratti (quando serviva) attenta difensivamente a Charlotte per sorprendere spesso in transizione gli ospiti e quando Rozier e Oubre Jr. hanno patito un po’ di imprecisione al tiro nel terzo periodo con la squadra dell’Oklahoma rientrata a uno svantaggio in singola cifra, è riemerso P.J. Washington insieme ad altri componenti che tornando a giocare di squadra non hanno dato possibilità al team in divisa bianca.

Unica nota dolente di serata l’infortunio di McDaniels alla caviglia sinistra che bisognerà poi valutare per appurare l’entità del danno.

Charlotte tira con il 45,5% dal campo contro il 38,1% avversario.

Che non fosse un grande attacco quello dei Thunder si sapeva anche se Gilgeous-Alexander con 29 punti e Giddey con 21 hanno combinato 50 punti a favore dei propri colori ma l’unico altro uomo in doppia cifra a disputare una buona partita è stato Robinson-Earl con 12 punti e 11 rimbalzi.

Dominio negli assist (34-20) e buona prova a rimbalzo (67-56) con le transizioni difensive a produrre un 33-24 nei fast break, ottime per rompere una difesa che anche schierata è sembrata scricchiolante sia sui drive and kick che semplicemente alcune infilate di Bridges mentre il confronto tra panchine ha fatto registrare un 41-28 pro Hornets.

Infine, tornando all’inizio, un po’ come in Carlito’s Way, da segnalare l’avvio di partita attento di Charlotte continuato poi per larghi tratti della partita con pochi cali di tensione, ottimo segnale per cancellare la sottovalutazione avvenuta contro i Magic.

LaMelo Ball: 7

10 pt. (4/12), 9 rimbalzi, 8 assist, 1 stoppata. Fatina. E’ lui che accende la bacchetta magica stellata per far sognare gli Hornets anche se gli mancano un paio di assist per andare in doppia doppia (se i compagni non avessero sprecato un po’…) ma ha voglia di lottare a rimbalzo ed è premiato nell’ultimo quarto quando una sua trattenuta non vista è ricambiata da una spinta che lo fa andare a terra, TO Thunder sul fischio della terna. Assist, rimbalzi, qualche punto con la doppia cifra che arriva nel finale su assist di Thor. Qualche forzatura con dei deep 3 ma discreta partita in generale.

Terry Rozier: 8

24 pt. (8/17), 5 rimbalzi, 9 assist. L’omino lancia fulmini del Castello Incantato segna ben due 3 and 1 e uno lo mette pur essendo tranciato a livello delle ginocchia da Jerome anche se fa meglio a livello di affidabilità con soluzioni miste in entrata… Si perde nel terzo quarto (bello l’ankle break rifilato a Wiggins con la finta anche se Bazley ci mette una pezza stoppando il suo floater) mettendo però alla fine un two and one in entrata. Visione di gioco migliorata, anche con passaggi semplici o bound interessanti come quello che porta Bridges alla schiacciata. Sfiora ancora la doppia doppia e continua ad essere un punto offensivo di riferimento importante per la squadra.

Gordon Hayward: 7

16 pt. (6/11), 7 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata. Strega. Ogni vota che la situazione lo richiede la pozione di Gordana (come sarà il nome al femminile?) funziona: assist o tiri non forzati, piazzati o nelle proprie corde. Qualche palla persa in volo ma un’altra prova di equilibrio, esperienza, razio e sostanza per supportare i tre big più appariscenti.

Miles Bridges: 7,5

22 pt. (9/18), 13 rimbalzi, 4 assist, 3 rubate, 2 stoppate. 4 TO. Taz che non sarà un personaggio del castello incantato ma rende l’idea. Unica nota negativa i TO: spara dalle sue braccia passaggi troppo forti e a volte leggermente imprecisi ma è un uragano su tutto il campo. Una trottola, una dinamo vorticosa che ruba palloni, fornisce assist e punti grazie a uno skillset che ha acquisito una quarta dimensione perché come faccia a volte a battere degli avversari incarogniti con entrate di forza e di fioretto al contempo rimane un mistero. Istigato da Bouknight nel finale splende in alley-oop ribadendo con autorità le proprie doti atletiche. Altra super prova chiusa in doppia doppia garantendo sicurezza a rimbalzo.

Mason Plumlee: 6,5

8 pt. (4/4), 6 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata in 16:50. Teschio. Era la palla che scendendo dal camino decideva la buona o la cattiva sorte nel gioco citato nella intro. In serata le sue conclusioni sono tutte vincenti e a rimbalzo garantisce buona sicurezza. Un paio di falli spesi, altre volte oppone il corpo per dar fastidio indipendentemente di come andrà a finire. Si diverte con i compagni in panchina soprattutto.

Kelly Oubre Jr.: 5,5

8 pt. (3/14), 5 rimbalzi, 3 rubate, 4 PF. Fantasmino. Paradossale partita di Kelly che termina con un +25 in plus/minus ma con uno 0/6 da fuori e un 2/5 ai liberi tirando complessivamente molto al di sotto delle sue possibilità. Sparito al tiro in sostanza. Buoni i palloni rubati mostrando mani rapide contro i temerari che lo sfidano in uno contro uno, qualche fallo di troppo ma va bene. Quasi sufficiente nel complesso ma nel terzo quarto sbaglia troppo e rischiamo di essere ripresi. Bello invece il tap-in di sinistra con braccio esteso sull’errore di P.J. nel finale.

Cody Martin: 6,5

4 pt. (2/6), 4 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata in ben 28:00 minuti. Pendolo. Oscilla di qua e di là con la sua classica verve. Gioca un po’ di più ma incide meno rispetto al solito in difesa probabilmente, o almeno, non è fondamentale pur giocando una discreta partita anche se da fuori lancia tre sassi che vanno a vuoto, persi nello stagno. Fa centro con un bell’eurostep nel traffico e partecipa allo smistamento canestri.

P.J. Washington: 8

20 pt. (6/10), 6 rimbalzi, 2 stoppate in 26:50. Fantasma con la scure. Avrebbe potuto esser anche l’omino lancia-fulmini benissimo ma il ruolo è già stato assegnato a Rozier. Dopo alcune prestazioni incolore entra subito sul parquet con confidenza rispondendo ai dubbi di molti fan (compresi i miei) fornendo anche un valido apporto difensivo ed è qui che manda la sua scure in stoppata diverse volte fermando anche due entrate del pericoloso SGA. Punti importanti e provvidenziali contro una squadra non di grido che gli concede quei cm per prender confidenza e mandare a segno triple fondamentali. Il 6/10 è tutto da tre e poi bisogna aggiunger i due liberi sull’unica iniziativa presa per andare in are.

Jalen McDaniels: 6,5

pt. (/), rimbalzi, assist Scheletro. Più che altro (aspetto filiforme a parte) perché forse dovranno fargli una radiografia (ma anche una risonanza magnetica magari?) per capire se ci sono danni e di che tipo alla caviglia sinistra sperando che essa e il caso si sgonfino rapidamente e contemporaneamente. Fa in tempo a misurare la febbre a Diakite con una manata sula fronte e sull’azione successiva viene sgambettato in entrata così, dopo aver segnato un eroico reverse rimane giù ed è portato negli spogliatoi dopo soli 5:59 sul parquet.

James Bouknight:6,5

4 pt. (2/2), 1 assist. Entra a 7:52 dalla fine e io ho finito i ricordi sui dettagli del gioco. La partita è segnata ma gioca un paio di minuti con i titolari veri. Lascia troppo spazio a Mann un paio di volte ma si rifà con un paio di canestri e il secondo in entrata con stacco da triplista e poster su Diakite è fantastico.

Kai Jones: s.v.

0 pt. (0/0) in 3:09. Da segnalare solo un fallo e una palla che arriva dalle sue parti ima va a schiantarsi sul ferro anziché raggiungerlo dall’altra parte. Peccato per il passaggio leggermente impreciso o avremmo un alley-oop in più e due punti per Jones.

J.T. Thor: 6

2 pt. (0/2), 3 rimbalzi, 1 assist in 4:20. Porta a casa due punti ai liberi insistendo l’azione. Una tripla nettamente fuori bersaglio e una dunk schiantata sul ferro anche se contrastata. Buona la difesa tra rimbalzi, close-out e inizialmente protezione del perimetro.

Vernon Carey Jr.: s.v

1 pt. (0/0) in 2:34. ½ ai liberi e un po’ d’aria per un giocatore in naftalina.

Nick Richards: s.v.

0 pt. (0/0), 2 rimbalzi. Un po’ avulso dal gioco cattura due rimbalzi in 4:20.

Coach James Borrego: 7

Chiama i time-out nei momenti necessari. Forse nel terzo avrei optato prima per una pausa ma in generale i nostri giocano una buona partita e vengono richiamati quando distratti. I Thunder prendono 44 tiri da fuori (noi 49) e con un po’ d’attenzione roviniamo le loro percentuali, il resto lo fa una difesa “swarm” attenta e veloce e seguendo un copione collaudato anche i Thunder si arrendono. Tutti dentro alla fine, buona cosa per rinsaldare l’amicizia e alzare il morale del gruppo con qualche minuto anche per chi non gioca quasi mai.

Versione 1.
Versione 2.
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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.