Game 47: Charlotte Hornets Vs New York Knicks 97-92

Intro

Per osservatori esterni la Charlotte-New York odierna potrebbe sembrare solo batracomiomachia, cioè una cosa di poco conto.

Un po’ perché non siamo certamente ai fasti delle semifinali di Conference 1993 con Mourning e Larry Johnson da una parte contro Ewing e Mason (poi sarà dei nostri) dall’altra e soprattutto perché la scomparsa di Kobe Bryant come figura che ha caratterizzato il massimo paesaggio cestistico negli ultimi anni si è dissolta all’improvviso (le memorie al contrario si moltiplicheranno) lasciando un vuoto “surreale” nei cuori di chi lo ha amato.

Forse è anche un problema di società, quando tutto sembra senza limite, quando si creano miti intoccabili, ci si accorge poi purtroppo in questi tragici eventi che anche Kobe era un uomo al di fuori del parquet, siamo mortali purtroppo.

A tradire Bryant e le altre otto pesone presenti sull’elicottero pare sia stata quella che qui a Milano chiamano scighera, quella che un trentina/quartantina d’anni fa era pesantemente di casa a caratterizzare il paesaggio autunnale/invernale, quella “kasumi” (per dirla alla giapponese) affascinante e meravigliosa da osservare da casa ma terribilmente pericolosa nell’esser immersi dentro, quella strana “fog” californiana che il pilota ha “sfidato” (ricevedo un autorizzazione speciale al volo), ha tradito.

La Repubblica scrive:
“C’era una visibilità estremamente bassa al momento dello schianto in cui è rimasto coinvolto il Sikorsky S76, con condizioni di nebbia e nuvole tanto che la polizia di Los Angeles aveva messo a terra i propri elicotteri.
Le comunicazioni finali del pilota dell’elicottero indicano che stava salendo di quota per evitare lo strato di nubi.
o riferiscono gli investigatori, aggiungendo che lo schianto ha lasciato una scena devastante.”

Questa poesia l’ha dedicata a Kobe anni fa, un mio amico, scrittore, poeta, biografo, allenatore di basket, la ripropongo per i fan di Kobe perché dal mio punto di vsita cattura l’essenza del giocatore e della persona:

Kobe Bean Bryant (Il ballerino dell’impossibile)

(Filadelfia, 23 agosto 1978-Calabasas, 26 gennaio 2020)

“Tu parli un’altra lingua…

anche nel gioco: le tue giravolte

sono i funambolismi dell’esistere,

le gioie e le collere del trascorrere

senza comprenderne il perché,

giorni senza uscita di scelte estreme.

Perché nascondi la palla

ai negletti che ti girano intorno

senza sapere d’essere tuoi poveri

servi?

Perché dissacri con il tuo genio

umili e potenti senza ritegno?

A chi è rivolta la tua sfida muta?

Forse è il sole dei giorni d’Italia

a renderti diverso da quell’universo

di luci stridenti e stordenti?

Tu giochi elastiche danze

di riti tribali, visioni, sogni,

paradossi e parole di mistico fuoco,

il ball-handling una teoria estetica,

il tuo attaccare il ferro,

il tuo andare all’anello

un folle atto d’amore, Kobe.

Kobe, dal nobile volto

d’antico principe”…

Alberto Figliolia tratto da: “Giganti e pallonesse” (edito nel 2001 da Libreria dello Sport).

Piaccia o no, The Show Must Go On (solo il derby losangelino è stato bloccato come fu rimandata solo Hornets-Bulls quando accadde l’incidente di Phills) cantavano i Queen e tornando alla Batracomiomachia, per dire cosa sia esattamente bisognerebbe tornare ai tempi di Omero (al quale l’opera è stata attribuita) e tradurla come “La guerra dei topi e delle rane”.

In sintesi è un poema ironico, una parodia in stile epico che narra di una guerra combattuta tra questi animali.

Motivo scatenante fu che Rubamolliche, principe dei topi, salendo sul dorso di Gonfiagote, Re delle rane, mentre sta facendo un tour nello stagno offerto dal primo, affoga poiché una biscia mostruosa compare nel mezzo dello stagno e il Re delle rane si inabissa per sfuggirgli.

Il re dei topi Rodipagnotte viene a sapere da un suddito roditore dell’accaduto e decide di muover guerra contro le rane traditrici.

“Vengono spezzati baccelli e indossati come schinieri, indossate armature di pelle di gatto, elmi di noce, affilati gli aghi di bronzo, e inviato l’araldo.

Ricevendo l’ambasceria, Gonfiagote nega pubblicamente ogni responsabilità scaricando la colpa sul principe dei topi e mentre si discute, le rane si preparano: con foglie di bietola e di cavolo fanno armature e scudi, calzano caschi di chiocciola, aguzzano lance di giunco.

Gli dèi non parteggiando per nessuno guardano come andrà a finire ma Zeus, mosso a compassione dall’imminente sterminio degli anfibi prova a fermare lo scontro scagliando un fulmine sul campo di battaglia, poi chiamando i granchi corazzati che mutilano i topi, sposta le sorti della guerra in favore delle rane con i sorci costretti alla ritirata.

La batracomiomachia in sostanza è una contesa futile, ridicola e vana, probabilmente ogni giorno su questo pianeta ve ne sono migliaia in riferimento a cose più serie, importanti e grandi.

Analisi

Charlotte torna a vincere una gara dopo un gennaio glaciale con una partenza lenta e brutta anche in questa gara.

Piano piano Charlotte però trova fiducia pareggiando a inizio ripresa.

Gli Hornets riescono a controllare i rimbalzi difensivi costringendo New York ad avvicinarsi poco alla tabella, così la squadra di Borrego prende 10 pt. di vantaggio (94-84) ma in un finale controverso con un paio di decisioni invertite dagli arbitri (prima contro New York per un potenziale gioco da 4 punti annullato) e una pro (tripla segnata a Dotson nonostante riceva con il piede sinistro sulla linea del bordo dell’out destro del campo), i Knicks giungevano sul -3 a :11.3 dalla fine.

Charlotte però andava in lunetta con Rozier (30 pt.) nell’ultimo minuto tante volte e l’ex Boston chiudeva la partita segnando anche a :10.6 i due FT.

Buona la prova di Monk a scardinar la difesa avversaria.

Decisive le statistiche a rimbalzo e ai liberi con Charlotte a vincere nei rebound 51-41 e ai liberi con un 21/27 (77,8%) contro il 7/11 (63,6%).

Bene anche negli assist con un 22-17, mentre le rubate sono state pari (5).

Non bastano a New York le medie migliori dal campo (34/88 CHA per un 38,6% contro il 38/86 NYK per il 44,2%).

Un canestro da tre in più per gli arancio-blu da tre punti (8/32 CHA, 9/32 NYK), 13 i TO Hornets, 12 quelli della squadra di Mike Miller.

La partita

Starting five

New York utilizzava il seguente quintetto: E. Payton (10 pt., 8 rimbalzi, 8 assist), Bullock (6 pt.), M. Morris Sr. (23 pt.)., Randle (24 pt.), Gibson (3 pt.).

Dalla panchina poco per i Knicks: D. Smith Jr. con 7 punti, Dotson con 6, Mitchell Robinson con 4 pt. e 10 rimbalzi, e poco altro…

Charlotte con: Rozier, Graham, Bridges, P.J. Washington e Zeller.

1° quarto:

Dopo la palla a due vinta da Zeller, in omaggio a Bryant, Graham faceva scadere volontariamente i 24 secondi in palleggio.

Palla a New York che non superava altrettanto volontariamente la metà campo omaggiando così ancora Bryant attraverso l’8, altro numero della sua maglia.

Durante la presentazione dello starting five degli Hornets iniziano a notarsi molti giocatori di Charlotte con la gomitiera dedicata a Bryant.

Il primo tiro di Bridges dal lato era corto in ambo i sensi, quello di Morris in jumper era perfetto.

Rozier a 10:47 replicava da tre punti portando avanti gli Hornets che tornavano sotto con la penetrazione di Randle prima di contro-sorpassare grazie al lungo due punti di Rozier.

Twisting layup di Randle e in attacco Charlotte, dopo il gioco di passaggi della squadra di Borrego, consegnava a Bridges che dall’esterno trovava lo spazio per sparare da tre non fallendo l’occasione (8-6).

Da qui in poi i Knicks piantavano un parziale di 1-14 con Charlotte incapace di segnare partendo dal canestro di Randle e dalla stoppata di Gibson su Zeller ed errore di quest’ultimo subito dopo in correzione.

Randle in fade-away (4/4) segnava l’8-10, P.J. segnava un libero a 7:13 ma sul secondo, mancato, il tap-out di Bridges finiva per favorir la transizione di Bullock che dribblando Graham, ultimo baluardo, subiva anche fallo chiudendo con due pt. e FT a 7:09.

Randle resistendo muscolarmente a Zeller e a P.J. da sotto ne metteva due e la tripla con rimbalzi multipli di Gibson da destra finiva beffardamente dentro per doppiare Charlotte sul 9-18.

A 4:27 un pull-up dalla media di Morris valeva il 9-20 mentre al tiro gli Hornets finalmente segnavano con Willy in second chance (suo il primo errore gettandosi dentro).

A 3:14, Randle in entrata lanciava la palla a Robinson per la dunk dell’11-22 mentre sull’altro fronte Monk falliva un’altra occasione prima di andare a prendersi due FT e segnarli.

Ad altri due pt. Knicks, Bacon rispondeva in transizione con l’appoggio stretto per evitar la stoppata incombente alle spalle ma Portis colpiva con il jumper dalla media su Williams proteso alla stoppata.

15-26 che resisteva sino alla fine del primo quarto.

Willy Hernangomez prova da soto. Foto ufficiale tratta dalla pagina degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

La partenza lenta di Charlotte era “arrestata” da una correzione di Hernangomez su errore di bacon per il 17-26 ma Knox, lasciato libero a destra, segnava il suo tiro senza patemi mentre un reverse layup di Smith spingeva ancor di più verso la fuga la squadra di Mike Miller con un 6-16 in area…

Doppio Cody in campo ma a segnare era Graham, il quale con palleggio ritmato e incrociato vedeva un preoccupato Robinson tuffarsi addosso sulla finta di tiro.

Contatto e tiri liberi splittati ma dal rimbalzo di Bridges nasceva l’alzata di Zeller vincente più un altro libero che, affondato, faceva recuperare 4 punti agli Hornets.

I Knicks ne piazzavano 4 a loro volta nonostante una bsl dunk da destra mancata da Knox, era Portis in floater a metter il 21-34.

Il soft floater di Graham sul primo ferro faceva penare ma i rimbalzi davano ragione all’attaccante mentre Rozier tornava all’attacco e sull’azione seguente la sua doppia esitazione provocava un ritardo di marcatura in Robinson e compagni, ecco così arrivare il brillante appoggio.

Morris Sr. Colpiva da tre, Rozier in jumper dalla lunetta e quando Bridges scaricava nella retina il tiro a 5:40, il divario calava a 8 pt. (29-37).

Divario che rimaneva inalterato dopo due punti di Charlotte e due per New York per mano di un Randle che in caduta beneficiava del libero supplementare ma mancandolo fissava momentaneamente il 31-39.

Randle si rifaceva con rabbia con un doppio maglio in schiacciata da transizione ma Rozier spuntando come un fungo dalla destra segnava da tre punti a 3:59.

Appoggio di Payton, Zeller da sotto e Morris da tre: ecco nuovamente i 10 punti di svantaggio (36-46), un deficit che si assottigliava grazie a Monk che a 2:43 cominciava la rimonta con l’arcobaleno.

Un fallo di Smith Jr. su Graham non era visto come continuazione quindi i due punti ottenuti da Graham con bravura andavano persi mentre ancora un po’ scosso il nostro play in lunetta mancava il primo FT per realizzare il secondo.

Monk con il crossover e la serpentina seminava avversari per appoggiare girato, lateralmente rispetto al ferro, evitando Robinson a 1:44.

Due punti più un FT a bersaglio (42-46) ma ecco il floater dal pitturato di Payton.

Monk si buttava dentro ma non funzionava, tuttavia Willy si procurava due FT sul rimbalzo a 1:10.

2/2 poi ancora sull’asse Monk/Willy arrivavano altri due FT per lo spagnolo che questa volta splittando aggiungeva un punto solamente.

45-48, Bullock da tre non segnava ed ecco un’altra puntata di Monk bravo a realizzare a :24.9 il -1.

New York arrivava al ferro con Randle senza troppi complimenti riuscendo a chiudere il primo tempo avanti 47-50.

3° quarto:

Pioggia di triple in avvio di secondo tempo con Bridges dal corner destro a inaugurare il quarto a 11:21 per il pari a quota 50.

Morris, dopo un minuto dall’inizio della ripresa rispondeva da fuori con il tiro pesante ma a 10:37, dallo stesso punto dal quale aveva ottenuto il pari Miles, Rozier esplodeva la tripla del 53-53.

Payton mancava il tiro mentre dopo un paio di finte cambio-direzionali in entrata ecco ancora Bridges per il floater dal pitturato ottenere il sorpasso.

Payton in separation su Zeller con leggera spinta segnava in area pur in evidente mismatch fisico, Graham sbagliava ancora da tre ma anche Payton da due vedeva il suo tiro colpire il ferro e nascondersi dietro la diafana tabella.

Dopo un TO per parte ecco ancora Payton alla spinta su un poco resistente Zeller per il +2 newyorchese ma Rozier con un’entrata da Far West apriva le porte al pari a quota 57 mandando al time-out Miller.

A 6:42 dalla destra arrivava il treno Miles che, nonostante il breve tentativo falloso di Gibson non rilevato, consegnava una dunk dinamitarda a una mano per il +2 del Borrego team.

Bridges stoppava Morris e Zeller in teardrop segnava il +4 ma una tripla di Bullock frontale e aperta (passaggio verticale indietro di Gibson) tagliava sul -1 il gap.

Tanti gli errori al tiro da parte dei due team compreso quello di Randle da tre che serviva a Smith Jr., non tagliato fuori, per conquistare il rimbalzo e segnar da sotto il 61-62.

New York dalla lunetta con Morris e Smith Jr. potrebbe portarsi sul +5 ma i tiri liberi splittati da parte di entrambi lasciavano gli arancio-blu solamente sul +3 (61-64).

Monk, sempre dalla lunetta (3:28) recuperava un paio di punti in un colpo per una spinta ricevuta ma Morris rispondeva senza lunetta.

Cody Martin in angolo mancava l’open sembrando inoffensivo quindi in lungo due di Williams riduceva lo scarto e su un rimbalzo difensivo strappato da Willy, ecco Charlotte tornare in attacco con lo spagnolo a fallir la bomba ma Martin strappando il rimbalzo dava un’altra opportunità ai suoi che restituivano a lui palla sul riposizionamento in angolo destro e questa volta il primo dei due gemelli non tradiva da tre punti per il sorpasso a :59.3 dalla terza sirena.

Non segnavano più le squadre nel quarto e si andava a gli ultimi 12 minuti sul 68-66.

Rozier lascia sull’isola Robinson. Foto ufficiale tratta dalla pagina degli Charlotte Hornets.

4° quarto:

Willy apriva i giochi sganciando il carico da tre nell’angolo sinistro (71-66 con un 8-0 run), Dotson al jumper non funzionava come molti altri dei compagni in questa fase e Willy riprovandoci da fuori non otteneva lo stesso risultato ma era confortato dal bad pass di Smith Jr. che senza pressione sbagliava l’appoggio mentre Monk con una drive passava dietro al canestro per Willy che come un ninja riceveva palla e schiena parallela alla linea di fondo, muoveva sul lato destro del ferro per appoggiare ottenendo anche un libero addizionale.

0/1 dalla lunetta come quello ottenuto anche Payton che sorprendendo Martin segnava subendo fallo da Monk (nel semicerchio antisfondamento provava a piazzarsi all’ultimo).

Randle al vetro batteva i lunghi di Charlotte e la partita tornava a farsi molto tirata (73-70) tuttavia a 7:57 Martin in entrata, spostando il peso da destra a sinistra, “faceva fuori” Bullock per andare a salire con una avvincente bimane.

New York provando ad affidarsi al veterano Morris faceva male poiché Bridges resistendo all’avvicinamento al ferro dell’esperto giocatore era aiutato da Martin che in allungo portava via palla compiendo un blitz, uguale al teardrop fuori equilibrio di P.J. (fino a quel momento con molti errori in generale) che nel cuore del pitturato viola a 6.19 lanciava Charlotte sul +7 (77-70).

Per il raddoppio laterale su Randle, Charlotte pagava con due punti di Morris in avvicinamento e su una stoppata di Robinson andava bene che la palla facesse un po’ la preziosa e la sfuggente fino al recupero degli Hornets che concretizzavano sull’altro lato (il destro) da tre con Bridges il secondo possesso per il 79-72.

Hornets in controllo, passaggio elastico di martin per Zeller che colpiva sull’asse doppio Cody con un alley-oop potente modello “Toro Seduto”.

Time-out di New York a 4:55 sotto di 9 punti: P.J. stoppato ancora da Robinson, Randle direzionava la palla in qualche maniera nello scontro vicino al ferro con Cody riuscendo a far entrar una palla fuori controllo, Randle commetteva un fallo (spinta alle spalle di P.J) che il rookie ben evidenziava finendo a terra quasi in tuffo e dall’altra parte uno scambio rapido per Rozier che in hand-ogff sulla diagonale sinistra andava a tirare, serviva agli Hornets per portarsi a mezzo tripla sul +10 a 3:22 884-74).

Sembrerebbe finita ma gli Hornets sono squadra inaffidabile e Ntilikina, appena entrato, dopo aver fatto la muffa in panca, toccava il primo pallone cacciandolo dentro dalla destra per la bomba del -7.

Monk in entrata veloce costringeva Morris all’ombrello falloso.

2:39, 2/2 e 86-77.

Tredici secondi più tardi era di Zeller il fallo su Randle: ancora 2/2.

Entrata a ricciolo in allungo di Zeller per il fing and roll vincente ed eccoci arrivare al finale con un paio di decisioni controverse.

La prima favoriva Charlotte che sulla chiamata di Borrego (coach challenge) vedeva annullare i tre punti di Morris più il possibile F per tocco di Graham sul piede del tiratore.

Dal mio punto di vista era abbastanza incredibile la chiamata contro Morris: era charge nell’interpretazione del contatto tra la gamba di Morris e Graham e a nulla valevano le proteste in linguaggio poco aulico del lungo in divisa bianca.

Zeller però, sull’attacco di Charlotte era stoppato da Robinson che si scatenava subito dopo in schiacciata per l’88-81 provando a farsi giustizia.

Graham sulla linea centrale del parquet palleggiava nella sua metà campo dopo averla superata di poco, sulla pressione di Ntilikina perdendo palla per TO.

Finiva per segnare proprio Marcus Morris da tre (88-84) mentre Charlotte perdeva la testa con un’azione uno contro uno di Rozier che da tre, contrastato, non segnava.

Fortuna voleva che Morris mancasse la tripla del -1 e sul rimbalzo a :40.3 dalla fine Randle commettendo un fallo evitabile mandava in lunetta Rozier.

Scary piazzava i liberi del 90-84.

Morris impiegava circa nove secondi per accorciar di due mentre erano quattro i decimi utilizzati da Ntilikina per bloccare il cronometro.

Ancora Rozier dalla lunetta segnava due FT e mentre Payton era stoppato in area dall’ala di P.J. in aiuto, ecco arrivare un altro fallo di Ntilikina dopo la rimessa Hornets.

Questa volta era un Graham poco concentrato a presentarsi in lunetta per splittare.

½ a :21.3 ma a :19.0 ecco al tripla di Dotson che ricevendo palla portava nettamente il piede sinistro sulla linea laterale destra ma l’azione proseguiva fino alla tripla.

Proteste Hornets ma il tiro era dato per buono con la chiamata della terna e sul check non si tornava indietro, questa volta favorendo New York, alla quale ora forse, su questi errori evidenti, a compensazione mancherebbe un punto.

Un secondo per il fallo su Rozier sempre freddo dalla lunetta e altri 6,7 ne passavano per la seconda bomba di Dotson per il 95-92 (.11.3)…

La rimessa degli Hornets per fortuna era di quelle buone e Rozier recandosi in lunetta a :10.6 segnava il 97-92.

I ragazzi provenienti da New York senza time-out ci provavano con Morris ma non c’era più nulla da fare, tiro affrettato da fuori con Marvin a spazzare via tutto in area e Charlotte a romper finalmente il muro di sconfitte.

Le pagelle

Terry Rozier: 8

30 pt., 10 rimbalzi, 1 assist. 9/17 FG, 4/8 3 FG, -3 in +/-. Doppia doppia per Scary. Glaciale ai liberi nell’ultimo minuto, chiude con 8/8 dalla lunetta. Clutch a gioco fermo. Oltre l’85,0% in stagione, conferma la buona mano ma soprattutto trascina gli Hornets in vari momenti del match in attacco dopo un inizio con due canestri e la rapida dispersione offensiva. Buon lavoro offensivo per il ragazzo da Boston che spesso riesce, a prescinder dal risultato, prender per mano la squadra.

Devonte’ Graham: 5

5 pt., 10 assist. 1/8 FG, 0/6 3 FG. Aggiungiamo un 3/6 dalla lunetta e 3 TO. Graham si sta sfaldando lentamente e questo apre al dubbio sulla sua convivenza con Rozier e allo spazio che ha se Monk sale di livello. Si dedica al passaggio anche se diversi assist qui in Europa non li definiremmo tali. Poco coraggiosi, abbastanza banali. A ogni modo avrebbe potuto entrare in doppia doppia facilmente ma rimane a bocca asciutta con l’esotiro da tre punti e fallisce la metà dei tiri dalla linea a lui assegnati. Altra stecca del giocatore che sembrava destinato a dominar la classifica interna di Charlotte. Ora si rimette tutto in discussione. Troppo schiavo del tiro da tre punti, se non gira anche la prestazione ne risente, a livello psicologico più che tecnico probabilmente.

Miles Bridges: 7

15 pt., 4 rimbalzi, 1 stoppata. Torna titolare dopo il Batum day che sbarcato a Parigi bisognerebbe salvare al posto del soldato Ryan. Miles offre spunti interessanti. Non ha clienti facili ma in determinate circostanze è bravo a fermare Morris, in particolare quando Martin in aiuto strappa la palla al veterano avversario e quando sale a stopparlo. Piazza un paio di triple dall’angolo e una mega dunk a una mano di quelle dello scorso anno nonostante Gibson lo tocchi.

P.J. Washington: 5,5

3 pt., 8 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 1 TO, +2 in plus/minus. Con un 1/9 dal campo sembra la versione di serata Graham 2. I due non azzeccano molti tiri pur essendo tra i migliori della squadra solitamente. Manca un alley-oop già fatto schiacciandolo sul ferro e altri tiri, paradossalmente mette il più difficile nel finale con un arcobaleno fuori equilibrio dal pitturato. Buona stoppata nel crunch time su Payton ma per tratti della partita la difesa non è stata buona mentre nell’ultimo quarto c’è da registrare anche la caduta con spinta di Randle che porta i Knicks al TO. Migliora nel finale una prestazione non sufficiente.

Cody Zeller: 6,5

10 pt., 10 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata in 28:50. 5/11 FG. Doppia doppia per Cody che goccia goccia costruisce la minima, sbagliando qualcosa di troppo in fase di appoggio ma è utile a rimbalzo e si esalta nell’alley-oop tirando su le gambe quando l’omonimo glielo serve su un piatto d’argento.

Marvin Williams: 6

2 pt., 2 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. 1/3 FG. Una volta il buon Guido Bagatta avrebbe detto: “Ecco, entra in campo un altro dei mazzolatori”… In 17:51 Marvin finisce solo con due falli ma ne commette probabilmente qualcuno in più e comunque non va per il sottile nemmeno sul rimbalzo finale quando travolge tutto e tutti. Un po’ marginale, prende un tiro dalla media in faccia ma restituisce anche una stoppata. 6 politico direi…

Malik Monk: 7

13 pt., 2 rimbalzi, 2 assist. 4/12 dal campo. Non una percentuale altissima anche perché inizia prendendo male le misure, poi quando attacca son dolori fermarlo perché si procura anche 5iberi che trasforma oppure sforna assist per Willy o ancora da un suo tiro mancato nascono due FT per lo spagnolo. +5 in plus/minus, conferma di essere un giocatore che potenzialmente può scardinare le difese avversarie e se segna anche su Robinson girato al contrario, sopo una serpentina, “buona camicia a tutti” come diceva un noto presentatore televisivo. Se continuasse così, con continuità, avremmo trovato sostanza dalla panchina. Anche in difesa, nonostante un fallo ingenuo andando in aiuto a mettersi nel semicerchio, va a chiudere su alcuni tiri anche se in ritardo.

Willy Hernangomez: 7,5

12 pt., 10 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate in 18:38. 4/9 al campo. Non precisissimo sempre ma prezioso a rimbalzo e in difesa. Doppia doppia sull’asse con Monk in avvio di ultimo quarto, garantisce con 7 rimbalzi difensivi il muro che serviva a Charlotte per evitare che i pericolosi Knicks possano avere seconde possibilità.

Alcune giocate di qualità come il movimento sulla linea di fondo con appoggio spalle all’out più FT, mancato però e lì deve migliorarsi rimanendo più sciolto e concentrato in maniera meno tesa ripetendo meccanicamente il miglior gesto che ha e andando con fiducia. Prestazione gagliarda ed energia pura portata sul parquet nonostante il minutaggio non sia altissimo.

Dwayne Bacon: 5,5

2 pt., 1 rimbalzo. 1/3 in 7:27. 1 TO, -7 in plus/minus. Gioca poco, per un voto che si stacchi più dalla sufficienza sarebbe servito vederlo di più ma le cifre non parlano a suo favore con il solo layup stretto in transizione a bersaglio.

Cody Martin: 6,5

5 pt., 4 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata. 2/6 dal campo. Sembra inoffensivo, poi finalmente dopo diversi errori va a metter la tripla dall’angolo destro. L’altro canestro è ottenuto saltando Bullock con lo spostamento del peso a sinistra, dribbling e flash dunk a due mani molto interessante. Un pallone portato via a Morris in raddoppio ma in generale una difesa attenta salvo quando si fa bruciare in partenza da Payton. La difesa e i punti compensano i primi attacchi.

Coach James Borrego: 7

Fuori Batum, ripristinato Bridges, confermato Zeller, Willy come backup di Cody e dentro anche Martin. Alcune scelte di James sono fatte sulla base del momento e stavolta mi piace di più. La squadra esprime a tratti un discreto basket offensivo ma l’inizio partita è stato veramente brutto anche sotto il profilo del gioco. Biz out, Zeller e Willy catturano 20 rimbalzi in due.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.