Game 48 – Charlotte Hornets @ Indiana Pacers 114-97

Intro

La storia è storia del modo di produzione e degli antagonismi che esso genera.

Più che un assioma, scienza che si fonde con la storia la quale si muove sotto gli impulsi di cambiamenti e necessità.

Anche se Karl Mark non aveva ancora visto l’evolversi della situazione dei Grandi Magazzini fino ad arrivare ai giorni nostri, aveva compreso bene lo spirito storico materialistico.

In ambito di Grande Distribuzione Organizzata la prossimità oggi viene ritenuta la strategia più adatta e vincente eppure è un ossimoro, retaggio dal passato utile a ripercorrere lo spirito di quei negozietti che nella seconda parte del novecento caratterizzarono l’Italia per andare fondersi con il futuro, ovvero l’avvento delle nuove tecnologie con strategie commerciali atte a implementare i servizi.

Cosa sia la prossimità lo lascio descrivere dall’articolo:

https://mangiare.moondo.info/gdo-e-negozi-di-prossimita-gli-effetti-del-covid-e-i-nuovi-scenari/

Ora, per realizzare questo scenario vi sono diverse criticità e conflitti che più o meno nell’ombra hanno trasformato un settore in crisi in qualcosa che funziona di più, almeno per ora, in un ambito particolare che ha spostato i consumi.

Certamente non siamo qui a parlare di ciò, anche perché mi farebbe orrore parlare in maniera positiva delle strategie di mercato, della flessibilità e dei tragicomici slogan e pubblicità messe in campo per fidelizzare la clientela, gli aspetti interessanti che voglio mettere in risalto sono 2:

La contingenza, ovvero il cambio di passo di Charlotte avuto sotto la spinta delle necessità di rifondare una squadra partendo da un nucleo giovane che ha assimilato un concetto di gioco moderno con pregi e difetti,

la funzionalità di un sistema ibrido che unisce un nucleo giovane per la maggior parte ottenuto tramite scelte al Draft, traghettato dall’esperienza di Hayward, Biyombo, Rozier ai quali si è aggiunto Wanamaker, il quale ha detto che se Monk non dovesse farcela, vedrà i suoi minuti salire contro Indiana.

La folle corsa del mondo moderno non poteva che andare in scena a Indy dove gli Hornets vogliono continuare a volare più veloci dei rivali cercando di stabilire nuove gerarchie a Est.

Se la partita di ieri a Brooklyn ha detto che gli Hornets non sono evidentemente pronti per essere ai massimi livelli del trittico che comanda a Est, lo scontro con i Pacers diventa fondamentale per mantenere l quarta piazza, stagliarsi dalla mediocrità e non essere risucchiata nell’incertezza del gruppone.

Indianapolis e poi Boston saranno due passaggi a livello con i Calabroni lanciati in corsa.

Riusciranno a passare prima che la sbarra li blocchi?

Analisi

Charlotte si ritrova dopo la sconfitta a Brooklyn.

La squadra di Borrego mette in piedi una partita fisica non facendosi intimidire dagli avversari che prima del match ritrovano Sabonis anche se non in perfette condizioni fisiche ma rinunciano a Lamb e a Brogdon all’ultimo momento.

Gli Hornets devono fare a meno di Monk e nel secondo tempo anche di Hayward per un altro infortunio (si spera nulla di serio) alla caviglia le quali richiederanno una grazia con pellegrinaggio in qualche santuario…

Scherzi a parte, la vittoria di Charlotte (a parte le preoccupazioni per gli uomini out) è convincente nonostante Rozier e Graham al tiro non siano in serata.

Ecco però uscire da una buona panchina l’esperienza di Wanamaker e l’imprevedibilità di Bridges che da uomo ovunque in difesa decide di risolvere la partita nel secondo quarto ottenendo quello scarto di punti che ci accompagnerà sino alla fine.

Un margine ottenuto grazie a 4 bombe sulle quali altrettanti difensori diversi non sono riusciti a opporsi validamente.

Vedere quella a tre decimi dalla sirena dell’intervallo…

Gli Hornets vincono 2-1 la serie e l’eventuale tie-break con i Pacers e ora dovranno già pensare a Boston dove sarà necessaria un’altra prestazione fisica come quella fornita stasera sperando che Graham e Rozier si trovino in uno stato di forma migliore al tiro sebbene la loro gara odierna non sia stata insufficiente.

Per i Pacers LeVert ha chiuso con 16 pt., McDermott segue con 13, McConnell e Aaron Holiday ne hanno infilati 12 a testa mentre Bitadze e Sumner ne hanno aggregati 10 a testa chiudendo gli uomini in doppia cifra per la squadra di Bjorkgren.

Per le statistiche vi lascio alla grafica:

La partita

I quintetti:

1° quarto:

Palla a due vinta da Biyombo molto aggressivo come l’inizio di Charlotte che sulla prima azione sbagliava due tiri da tre punti con Graham e Rozier ma i due rimbalzi offensivi consentivano a Hayward di realizzare il 3-0 con finta e tiro dalla diagonale sinistra.

Il pari arrivava immediato per mano di LeVert ma un gancetto di Biz e una drive con finta iniziale di P.J. Washington trascinavano sul 7-3 Charlotte.

Bastava poco però ai locali per trovare il sorpasso: una bomba coi un po’ di spazio a sinistra di Justin Holiday e un TO di Hayward per una fuga di Sumner costituivano il +1 Indiana.

P.J. Washington in entrata rilasciava in controtempo un appoggio vincente prima che Turner d sotto agganciasse e segnasse tra due Hornet il 9-10 ma uno scambio volante Hayward-Biyombo con restituzione della sfera nelle mani del veterano consentivano un buon arresto e tiro e canestro da due punti a un Hayward in avanzamento verso la FT line.

Era sempre la nostra ala piccola a procacciare punti con la penetrazione e appoggio che non funzionava sotto la spinta del corpo di Turner ma gli arbitri riconoscendo il contatto davano due liberi a Gordon per il 13-10.

Veloce entrata di Sumner e risposta di Biyombo di sinistra oltre a un paio di difensori (15-12) poco prima del primo time-out del match a 6:38.

Il vantaggio veniva rimpinguato da un appoggio di Zeller ma scendeva a tre punti con un’entrata di LeVert prima che il nostro centro bianco riuscisse a mettere un largo appoggio in corsa di destra appoggiando al vetro.

Justin Holiday si ripeteva da oltre l’arco (19-17) a 4:39 anticipando l’open 3 sorpasso di McDermott.

Wanamaker sorprendeva la difesa dei Pacers partendo dal fondo della baseline sinistra appoggiando al vetro per un goaltending di Sabonis in chiusura tardiva mentre Hayward tornava a farsi vedere con uno spin e un appoggio sapiente da sotto il ferro contro due difensori.

Un TO di Rozier favoriva la transizione dei gialli che mancavano il tiro con LeVert ma non la correzione con Sabonis (23-22).

Ancora Hayward andava al vetro a guadagnare punti, Bridges stoppava McDermott e gli Hornets sembravano poter prendere un leggero vantaggio quando un ¾ ai liberi conduceva Charlotte sul 28-22 a :47.9 (Zeller) e i due liberi mancati da Sampson legittimavano il vantaggio.

Miles Bridges “fermato” irregolarmente dal numero 8 Holiday. Nonostante lo stop che produrrà due FT, spesso Miles è parso inarrestabile in serata. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

La reazione dei Pacers, approfittando dello sbandamento della panchina Hornets conduceva la squadra dell’Indiana al pari con Bitadze in reverse prima e al vantaggio poi (28-30) con l’appoggio in corsa di Aaron Holiday che avendo un passo più lesto di P.J. gli sfuggiva facilmente.

McDermott trovava un tempo per fiammeggiare conducendo sul +4 i Pacers sotto l’influenza della sua vena offensiva (nell’occasione una tripla per il 32-36) ed era sempre lui a rispondere a un canestro di P.J. per il 34-38.

Iniziava a girare vorticosamente Bridges che in area con uno spin da diavolo di Tasmania spostava Bitadze appoggiando velocissimamente la sfera oltre il lungo.

Il pari potrebbe arrivare da un rimbalzo offensivo e un assist di Bridges che pescato in angolo dx P.J. vedeva il compagno battere in entrata Turner ma schiacciare aggressivo sul ferro piegandolo per una palla rimbalzante che graziava il centro di Indiana.

Le squadre puntavano a superarsi tramite triple ma ben poche ne funzionavano gli Hornets scendevano sull’1/13 prima di recuperare il vantaggio (42-41) grazie a una correzione di Zeller.

Dopo un tecnico contro Charlotte per il pari eco Wanamaker, affidabile nell’utilizzare il fisico in entrata per reperire il nuovo vantaggio che durava poco giacché Sabonis in area si liberava con un buon movimento del perno di Zeller e trovava il punto numero 44 anche per i gialloblu.

La situazione di stallo era rotta dall’irruzione di Bridges che cambiava faccia al match trovando i canestri da oltre l’arco mancanti agli Hornets: triple in back to back su Turner e Sabonis per nulla aggressivi su di lui (50-44) prima dell’entrata fisica di Justin Holiday quindi, dopo un ½ di Hayward in lunetta ancora Miles dal corner sinistro calava la terza tripla di quarto per il 54-46.

Un’entrata di Graham e il terzo fallo di Turner produceva le proteste dei Pacers con LeVert a prendersi un tecnico.

Hornets in bonus, Graham ringraziava conquistando tre punti rintuzzati nel finale dal buon lavoro di Sumner che dalla baseline sinistra appoggiava ravvicinatamente trovando anche l’and one.

C’era tempo anche per l’ultimo tiro per gli Hornets reso difficile dalla pressione di LeVert su Bridges che in turnaround very deep trovava un canestro solo cotone per tre punti che bruciando la retina disegnavano un fumante 60-49.

3° quarto:

Charlotte rientrava preoccupantemente sul parquet senza Hayward ma continuava a difendere: pala a due tra Sumner e Biyombo vinta dal congolese sfruttata da un attacco di Bridges che vedeva il suo appoggio fermato da una trattenuta del numero 8 Holiday.

Due perfetti liberi a 11:29 e uno stop di Bridges al numero 8, assist di Graham in angolo per P.J. e una tripla liberatoria che anticipava una fase un po’ confusionaria, tuttavia il +16 resisteva dopo lo scambio Sumner/Biyombo, ben servito in transizione da un bound pass diagonale di Graham dalla trequarti.

Turner entrava in una fase intensa segnando in entrata, stoppando Rozier per poi vedersi assegnare un fallo contro sull’azione successiva difensiva per una trattenuta a Biyombo.

Il fallo più grave secondo la terna lo commetteva però Holiday, numero 8, che andando a tentare di stoppare Wanamaker regalava tre liberi al miglior tiratore della specialità lo scorso anno.

Tre su tre con chiusura artistica per il +17 (70-53) 8:03.

Charlotte tuttavia mancando 5 tiri consecutivi consentiva un taglio del divario ai Pacers che andavano più volte in lunetta con LeVert in lunetta ottenendo a 4:03 il -10 con il 2/2 dell’ex Nets.

Bridges a 3:45 partiva con il crossover deciso e la sterzata a destra su LeVert che seguiva ma riuscendo solo a commetter fallo sull’appoggio di Miles che mancava l’and one.

Il problema degli Hornets nel finale erano i liberi: all’errore del numero 0 si sovrapponevano gli errori a gioco fermo dei Cody con Martin e Zeller a sparare uno 0/2 che lasciava al palo i Calabroni.

Bitadze da tre punti batteva il close-out di Zeller per l’82-76.

Per fortuna rientrando Rozier nel finale la pala a lui affidata era sfruttata con una tripla che procurava tre liberi per il close-out di Holiday fuori cilindro a colpire la parte inferiore del numero tre.

2/3 e Charlotte a 12 minuti dalla fine tornava sul +8.

4° quarto:

Cominciava bene McConnell che batteva Zeller in reverse layup passando oltre il ferro ma sull’altro fronte Cody Martin con un bound pass in corsa serviva l’omonimo per la dunk a una mano.

Tornava a farsi vedere Graham con finta e lungo “ponticello” dalla diagonale destra e Rozier che dall’angolo destro catapultava una tripla che faceva girare il maxi-schermo sul 91-82.

Graham recuperava un rimbalzo da un suo errore su una palla tenuta viva da Zeller per segnare due punti e poi ringraziava il centro fornendo sulla drive i componenti per due punti facili del lungo (95-82).

Gli Hornets avevano qualche problema a controllare McConnell e sulla tripla di McDermott nel finale valevole per il 97-91 arrivavano le ultime paure ma Zeller batteva Turner acrobaticamente, LeVert mancava la tripla e Wanamaker in entrata metteva dentro tornava a mettere la doppia cifra tra le due squadre (101-91) mentre il fade-away di Rozier aumentava a una dozzina di punti il divario.

Nel finale due TO di Turner (bad screen e una palla non agganciata con “il campo”) e il suo ultimo allo speso su Zeller mandavano il centro fuori a 2:44 con l’and one per il 108-93 che dissolveva gli ultimi dubbi su chi avrebbe portato a casa la vittoria.

Le ultime nuvole scomparivano quando Bridges illuminava con l’alley-oop il perfetto passaggio offerto da Rozier e nel finale dentro qualche riserva per vedere McDaniels conquistare due punti.

Una spolverata di Carey Jr. mandava Bitadze in lunetta ma poco importava, gli Hornets, pur privi di Monk e Hayward ottenevano una convincente vittoria per 114-97 su un terreno ostico.

Devonte’ Graham: 6,5

12 pt. (3/15), 3 rimbalzi, 6 assist, 5 rubate, +21 in +/-. 2 TO. 1/8 da fuori, con Rozier combinano un 2/17 piuttosto controproducente ma la coppia trova altri modi per farsi apprezzare. In particolare Graham su penetrazioni o bound pass trova spesso il lungo da servire per regalargli due punti e se l’altezza non lo aiuta le 5 palle rubate dicono che ha mani veloci e attive, anche quando è più stanco nel terzo quarto e recupera prima un a palla a Holiday e poi sembra destinato a soccombere a McConnell ma riesce ancora a strappare un pallone importante.

Terry Rozier: 6

15 pt. (6/23), 6 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate, 1 stoppata, +25 in +/-. 1/9 da tre gli abbasserà la media del tiro da fuori. Rozier non trova il ritmo da oltre l’arco ed è frustrante vederlo sparare a salve. A parte una stoppata subita da Turner (normale con i Pacers secondi in NBA per stoppate), va meglio da due punti trovando il suo range ideale per colpire dalla media distanza. Fa la sua parte anche se non è super come spesso gli capita nelle partite casalinghe. Nel finale oltre a due punti regala l’assist per l’alley-oop di Bridges.

Gordon Hayward: 7

13 pt. (4/8), 8 rimbalzi, 6 assist, +18 in +/-. 1 TO. Ottimo inizio nel quale indica la strada ai suoi con penetrazioni che raggiungono il ferro e portano a casa punti preziosi in un inizio nel quale la squadra stenta da tre punti. Non si accontenta e gioca, qualche compagno lo imita e dal pitturato le due squadre si danno battaglia. Peccato per il problema alla caviglia che si verifica in partita e lo costringe a saltare tutto il secondo tempo dopo aver provato a rimanere in campo. Sembrava ancora muoversi bene ma meglio non rischiare.

P.J. Washington: 6,5

13 pt. (6/15), 2 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate, 1 stoppata, +2 in +/-. 3 TO. Torna ad attaccare il ferro con maggior decisione dopo aver preso un po’ di confidenza e se nel primo tempo dopo aver fulminato Turner sul primo passa la schiacciata appesa era spalmata sul bordo arancio metallico, eccolo nel finale ancora contro Turner usare la corsa per inchiodare una schiacciata che non lascia scampo al centro avversario. Commette qualche errore al tiro e in difesa non è sempre rapido sulle gambe se i piccoli dei Pacers lo puntano ma torna utile sporcando e recuperando palloni riuscendo a difendere spesso in discreta maniera sebbene la sua serata a rimbalzo sia sotto media.

Bismack Biyombo: 6,5

6 pt. (3/4), 5 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, -2 in +/- in 13:39. Buono a rimbalzo, trova frequentemente senza eccessivo sforzo il canestro se richiesto. Fa il suo.

Miles Bridges: 8,5

23 pt. (8/12), 10 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate, 1 stoppata, +22 in +/-. 1 TO in 31:21. Decide la partita con un poker di triple nel secondo quarto poi apporta altri punti attaccando il ferro nel secondo tempo e in difesa mette in campo le energie per limitare l’attacco dei Pacers conquistando con 10 rimbalzi la doppia doppia. Guadagna minuti con l’uscita di Hayward e non lo fa rimpiangere, uomo ovunque continua a girare vorticosamente come il diavolo di Tasmania dei cartoon risultando un’arma micidiale che spazza via i Pacers. La tripla in turnaround su LeVert a 3 decimi dalla seconda sirena è strepitosa.

Cody Zeller: 7,5

17 pt. (7/7), 4 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, +28 in +/- in 27:50. Se non fosse per quei due liberi mancati il suo attacco sarebbe stato perfetto. Trovato dai compagni sotto il canestro avversario riesce anche a recuperare un and one finendo con un 53/5 ai FT. Bello l’attacco a Turner nel finale riuscendo a batterlo in qualche maniera. Due punti importanti. In difesa si fa sverniciare troppo facilmente da McConnell a inizio ultimo quarto ma poi tante volte contribuisce sotto le plance a recuperare palloni giocando un po’ sporco e con esperienza. Mai cattivo, torna utile (guardare il plus/minus) nella terra dove l’ha lanciato…

Brad Wanamaker: 7

13 pt. (5/8), 3 rimbalzi, 4 assist, 2 rubate, -10 in +/-. 3 TO. 4 PF. Le note negative sono poche: la tendenza a emettere passaggi orizzontali leggibili e intercettabili anche se rilasciati con la dovuta forza e il fatto di non essere considerato una star altrimenti sull’azione che lo porta a segnare in entrata uno degli arbitri avrebbe visto la manata sul volto che Turner gli rifila. Lui si alza dopo poco, rientra in difesa ma il close-out è tardivo e subiamo tre punti ingiusti comunque sia emerge dalla panchina fornendo altri tipi di assist e prendendosi anche responsabilità in entrata dove fa vedere di non essere ancora “vecchio” per la NBA. Mandato in lunetta da Justin Holiday fa vedere perché è tra i migliori se non il miglior tiratore di liberi quando ne scaraventa dentro due perfetti con confidenza e il terzo, leggermente impreciso danza sul raggio del ferro prima di entrare magicamente o quasi… Un in più provvidenziale vista l’assenza di Monk che in una partita del genere usa il fisico e rimane più ordinato del compagno.

Cody Martin: 5,5

0 pt. (0/1), 2 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, -13 in +/- in 19 minuti esatti. 0/2 ai liberi. Una steal e un passaggio in corsa per Zeller sono il suo meglio. Affondato dalla distanza manca un tiro ma non è tanto quello, è che forse a parità di cm e rapidità contro gli attaccanti dei Pacers si esalta meno che in altre serate andando un po’ in difficoltà.

Jalen McDaniels: s.v.

2 pt. (1/2), -2 in +/- in 1:41. Comparsata da due punti in meno di due minuti.

Caleb Martin: s.v.

0 pt. (0/0), 1 rimbalzo, -2 in +/-. Vedi sopra ma senza punti e un rimbalzo.

Vernon Carey Jr.: s.v.

0 pt. (0/0), -2 in +/-. Idem con patate ma senza nulla di positivo e un fallo su Bitadze.

Coach James Borrego: 7

Ottimo lavoro psicologico per ricompattare il gruppo. Da fiducia a Miles e a Brad Wanamaker. La squadra non sbanda riuscendo a essere concreta. Vittoria importante anche senza serata magica da tre punti dei big.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.