Game 5: Charlotte Hornets @ Orlando Magic 93-113

N. Richards, 14 punti in un buon finale ma è un po’ mancato nei momenti che contavano.

Serata inqualificabile all’Amway Center di Orlando dove la qualità dei giocatori assenti si fa sentire pesantemente per la prima volta in stagione.

Gli Hornets in forma risparmio energetico (di moda e di necessità in questi tempi) rimangono spenti per tutta la serata.

Orlando chiude il primo tempo sopra di 21 punti poiché l’attacco degli Hornets – mai stato un problema nelle prime quattro uscite – si inceppa pesantemente di fronte ai cm e al presidio posto intorno al ferro dai giovani Magic.

19 punti nel primo quarto, 11 nel secondo per la miseria di 30 punti nel primo tempo, i Magic a poco più di un minuto dal termine sarebbero ancora prendibili facilmente ma il parziale da 0-13 portava la squadra della Florida a quota 51.

Il disastro era anche opera di 11 turnover e percentuali al tiro disastrose: 26,8% dal campo con un 22,2% da tre, soluzione troppo spesso utilizzata per cercare di scardinare comodamente il fortino di Orlando.

Nessun Hornets in doppia cifra nel primo tempo (nemmeno tra le fila dei Magic in realtà), nessuno che si salvi dallo sfacelo se non una sufficienza risicata ad Hayward (8 pt.) nei primi 24 minuti.

Il terzo quarto vedeva gli Hornets andare alla deriva, i Magic con una tripla di Okeke sulla sirena facevano capire che in una serata storta per gli uomini di Clifford, non ci sarebbe stato spazio concesso per miracoli.

53-82, un -29 con P.J. Washington a sbloccarsi solo nell’ultimo inutile quarto con due canestri consecutivi, poi con qualche canestro di Richards e successivamente la bench profonda in campo si taglia il divario sino al 93-113 finale per rendere meno amaro il punteggio in una serata da dimenticare in cui i numeri nella tabella sotto parlano chiaro.

Due passi indietro per Charlotte con coach Clifford, ex di turno, a non fare proprio una bellissima figura nella sua ex casa, idee di gioco poche, giocatori che spesso fanno da soli come uno scorato Hayward che in più dei compagni tuttavia ha più qualità per rifinire.

Prima gioia per Paolo Banchero che aiuta i suoi con 21 punti, 12 rimbalzi e 7 assist.

Si salva poco o nulla per Charlotte che disputa la peggiore e meno convincente delle partite fino ad oggi giocate e la prossima notte arriverà in città la pirateria dei Warriors, sulla carta la classica sfida impossibile, specialmente se i Calabroni si dovessero confermare quelli visti stanotte, ben peggio di quelli pensati o visti in prestagione ma ogni partita è a sé.

Urge ritrovare morale ma soprattutto farlo attraverso la fiducia a creare ritmo e gioco.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.