Game 54: Charlotte Hornets @ Detroit Pistons 112-118

Mason Plumlee, 13 punti e solo 4 rimbalzi nella notte.

“Devi avere un equilibrio offensivo – non puoi semplicemente segnare in transizione e non puoi semplicemente segnare da metà campo”, ha detto Clifford.

Potrebbe essere riassunto così il motivo della sconfitta degli Hornets contro una squadra che era rimasta bloccata in Texas per svariati problemi tra i quali quelli aerei.

Dopo lo 0-5 firmato Bogdanovic, gli Hornets si sono ripresi in attacco e hanno giocato tre quarti di discreto basket offensivo avvantaggiandosi alla fine con 30 punti provenienti da 23 palle perse da Detroit ma non è bastato così come non è bastato essere sopra 94-92 a 12 minuti dalla fine o sul 106-102 con 4:31 da giocare.

Charlotte è finita sotto a causa di una tripla di Bojan Bogdanovic (106-108) a 2:34 dalla fine ma Plumlee ha pareggiato.

Dopo il vantaggio di Ivey dalla lunetta, Plumlee ha splittato due FT lasciando indietro gli Hornets.

Mason, purtroppo, ha fallito 5 degli 8 liberi a disposizione nel quarto (gli Hornets erano partiti con un 19/21 dalla lunetta incluso un 6/6 di Plumlee).

L’attacco di Charlotte non è riuscito assolutamente ad entrare più in partita e sul 112 pari, a :32.1, S. Bey (da Charlotte) ha segnato una tripla dall’angolo destro per portare Detroit sul 112-115.

Dopo un timeout, a Plumlee sono stati fischiati i 5 secondi sulla rimessa laterale, una violazione che lascia qualche dubbio per un “conteggio” troppo veloce.

Charlotte sceglieva di mandare in lunetta i Pistons che al contrario del nostro C, facevano centro.

Ball e Rozier hanno chiuso con 23 punti a testa (LaMelo però con 7/23 al tiro), McDaniels con 14, Plumlee 13, Hayward 12.

Mason ha smistato anche 5 assist ma ha catturato solo 4 rimbalzi (LaMelo ne ha calamitati 8) e Detroit ha vinto la statistica 37-51, fattore importante.

22-27 negli assist e Hornets ancora con problemi da oltre l’arco con il 26,5 contro il 43,8% avversario che in generale chiudevano con un eccessivo 51,2%.

Gli Hornets mantengono quindi ancora problemi difensivi: Ivey ha realizzato 24 punti, Bojan Bogdanovic 21 Bey 22, Burks 16 e il rookie Duren ha ottenuto una combo da 13 punti e 13 rimbalzi.

L’impressione è che gli uomini di Clifford abbiano giocato una partita frivolamente e dopo sei anni i Pistons tornavano a vincere in casa contro Charlotte che ha giocato spesso in transizione.

Altro “episodio” importante su Ball nel finale che è costata una nuova espulsione a LaMelo (questa volta solo per raggiunto limite di falli avendone commesso ancora uno).

Charlotte “rallenta” e abbassa la recente percentuale di vittorie in un back to back non esaltante nonostante qualche giocata fuori equilibrio di Rozier e un’altra jam gemma regalata da D. Smith Jr. ma la stagione più o meno resta quella immaginata o perennemente immaginaria…

 

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.