Game 78: Charlotte Hornets @ Philadelphia 76ers 114-144

Intro

Countdown al -5…

Dicono che il numero 5 sia associato archetipicamente alla figura del cercatore, colui che ama esplorare e cambiare a livello fisico e mentale.

Mettere a fuoco sul risultato giocando fisicamente e con passione dovrà essere l’indirizzo giusto per gli Hornets che con un 8-2 nelle ultime 10 partite sono tesi come una freccia scoccata verso il bersaglio della miglior piazza play-in che per essere centrata avrà bisogno che la squadra di Borrego rimanga fiammeggiantemente in corsa e non trovi una di quelle versioni girovaghe inconcludenti che potrebbero far deviare il dardo perché spingersi oltre i confini può esser pericoloso.

“Il dardo” non è ancora tratto potremmo dire distorcendo un po’ l’espressione originale ma Charlotte sa di aver pochi margini di errore per agguantare un ottavo posto che garantirebbe almeno due possibilità (dovesse andar male la prima) di raggiungere la vera post season.

Tocca agli Hornets ora gestire la disordinata forza di ricerca dionisiaca con l’ordine di gioco apollineo, Ball, Bridges con Thomas e Harrell tenteranno di dar battaglia su un campo ostico.

Andamento della partita

I quintetti.

Philadelphia partiva con palla in attacco ma Charlotte raddoppiava su Embiid, Rozier portava via palla e Bridges in entrata appoggiava in fing and roll.

Dopo un errore di Maxey seguito dal mancato appoggio di Plumlee arrivava il pari in transizione firmato Thybulle che in difesa si scontrava di faccia con Rozier rimanendo giù, ne approfittava dalla distanza ball per colpire da tre punti anticipando il fallo dello stesso Thybulle su un tentativo da tre punti di Rozier.

Terry in lunetta risultava perfetto e alzava il punteggio di Charlotte a quota 8mentre Harris dalla diagonale destra lo alzava per i padroni di casa a quota 5.

Rozier, spinto da Maxey, mancava il reverse a 8:52, arrivavano i liberi ma andava a segno solamente il primo così Embiid in area e Harris da oltre l’arco facevano raggiungere per primi a Phila quota 10.

Floater di Harden con contatto in penetrazione, replica quasi esatta di Ball prima che il centro di Philly splittasse due FT portando sull’11-13 la partita.

Cody alzava per Mason un alley-oop ravvicinato e gli Hornets ottenevano il pareggio ma ancora Embiid da due e Harris da tre facevano il bis costringendo Borrego al primo time-out sul 13-18.

Mason inventava un palleggio pompato fisico scontrandosi con Embiid, finta e tiro di destra abbastanza particolare in salto che funzionava e a 5:24 l’aggressività di Miles verso canestro si scontrava con Harris e ne sorgevano 2 FT: 2/2, 17-18.

Hayward tornava sul parquet dopo quasi due mesi d’assenza e con un passaggio volante mandava Harrell a schiacciare per il vantaggio ampliato da martin in fast break dopo una palla bloccata in prima linea da Rozier su tentativo alto filtrante del Barba.

A 3:15 però per un fallo di Bridges su Embiid lanciato arrivava il pareggio a quota 21 con i Sixers a riprender il vantaggio con un passaggio diagonale diretto in angolo per la tripla di Green sul quale Hayward non riusciva a intervenire.

Niang appoggiava oltre Oubre Jr. mentre Hayward in entrata alzava un floater centrale ritrovando la via del canestro (23-26) prima che i 76ers salissero a quota 29.

Charlotte riusciva a cambiare gioco trovando P.J. Washington – in gran movimento – finito nell’angolo sinistro per 3 punti provvidenziali a chiudere il punteggio nel quarto.

Il secondo quarto cominciava con un tiro corto di Ball recuperato da P.J. Washington e convertito al volo in reverse ma Jordan ne metteva due da sotto e Harris allontanava la squadra di Rivers con due canestri non semplici in turnaround: 28-36.

A 9:44 Charlotte andava in time-out ma la dunk di Jordan aggravava la situazione con Charlotte a rischio di uscire dal match a -10, tuttavia P.J. Washington, godendo di libertà dalla diagonale sinistra sparava da tre trovando il -7, Ball deviava un pallone da dietro a Jordan che in ricezione alta non si avvedeva della nostra point guard e Oubre dall’altra parte finalizzava ringraziando.

Da un recupero a cento campo di Martin in corsa (bad pass Harden) arrivava la triangolazione con Ball che garantiva alla nostra dinamo ala la schiacciata del -3, preludio a un’altra transizione chiusa da Thomas a 7:21 oltre la linea dei 3 punti per il pareggio a quota 38.

Rivers, arrabbiato con i suoi, chiamava un time-out ma ball colpiva con un deep 3 al rientro prima che Thybulle segnasse in reverse annidandosi nell’area.

Bridges mancava inusualmente due liberi a 6:17 ed Embiid sfuggendo a Washington sulla destra andava a schiacciare il vantaggio per i bianchi: 41-42.

L’entrata rapida di P.J. Washington faceva fuori Harden ed anticipava l’intervento di Embiid: 43-42 ma un rimbalzo offensivo consentiva all Barba di aggiustare la mira da fuori area dopo il freschissimo errore: 43-45.

Mason, di sinistra, splittava due FT su un contatto banale quasi regalato a 5:01, Embiid, invece, segnava un 2+1 con l’and one nettamente regalato per un quasi sfioramento di Plumlee in avanzamento.

A 4:20 si lanciava Bridges per la jam solitaria mentre Harris da tre e due FT di Miles a 3:48 (invenzione da sotto ormai bloccato con tiro in girata quasi vincente e fallo subito) mandavano il punteggio sul 48-51.

Nel finale Rozier mancava un jumper, Embiid appoggiava comodamente ma Bridges segnava da 3 su una second chance per il 51-53.

Peccato che gli Hornets incassassero una bomba di Embiid e due punti di Maxey in transizione prima di riuscire nel finale ad accorciare le distanze con un passaggio diagonale sotto canestro di Gordon per Mason che non aveva nessuno davanti a ostacolarlo: 53-58.

Ball a metà tempo è già il più giovane giocatore ad aver segnato 200 triple in una stagione NBA.

La partenza della ripresa vedeva un passaggio dentro per Miles che spalle a canestro si alzava schiacciando una reverse difendendosi con l’anello dalla marcatura retrostante.

Thybulle era pescato sotto per una schiacciata ma Harris poco dopo ci graziava non tenendo il passaggio ormai sotto il nostro canestro.

Rozier recuperava un altro pallone e a 10:36 Plumlee in corsa volava letteralmente verso canestro trovando l’autostrada che lo conduceva a schiacciare sopra un Embiid non convinto nell’andare a fermarlo: 57-60.

Embiid segnava un jumper su Mason, Thybulle indovinava la tripla dall’angolo e poi si registravano un TO di Ball più una drive di Maxey a 9:17 così Philadelphia si involava sul +10 (57-67) nuovamente.

Ball mancava l’appoggio, Thybulle si ripeteva con un tiro pesante e gli Hornets scivolavano via dalla gara dopo un altro TO di Ball e una drive di Harden che depositava oltre Rozier.

Il -15 (57-72) peggiorava rapidamente con Maxey che segnava 5 punti tra i due di Plumlee e quelli di Rozier per il 63-77 ma ecco che su una rimessa dal fondo assegnata a Phila che sarebbe dovuta andare a Charlotte, il blocco alto di Maxey costringeva Bridges in uscita a rincorrere il suo uomo, braccio avvolgente intorno al bloccante e classica sbracciata/gomitata ancora con palla inbound ma la terna andava a rivedere per un possibile Flagrant assegnando l’one.

Charlotte era colpita dai due liberi ma non dal possesso successivo di Embiid, tuttavia la squadra sembrava ormai in bambola, passaggio di Ball preso da Thybulle, tripla di Harden, non bastava la steal di Martin sull’ennesimo passaggio arrischiato di Harden con canestro conseguente o la tripla di Hayward per il 68-88, le triple ed Embiid lanciavano alla fuga definitiva i 76ersche finivano il quarto con un 27-45 e solamente grazie a Rozier nel finale con due FT e una tripla buzzer beater che valeva l’80-103.

L’ultimo quarto era da garbage time puro con Maxey e Philadelphia ad aumentare numero delle triple e divario.

Finiva 114-144, una partita gettata alle ortiche nel terzo periodo.

P.J. Washington contro T. Harris. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

Charlotte tiene un tempo contro una squadra ostica e ben organizzata.

Dai possibili pick and roll tra Harden ed Embiid nascono soluzioni differenti che portano la squadra di Rivers a sfruttare un gioco di passaggi atto a mettere in difficoltà la difesa comandata da Borrego.

Alla fine i 76ers con i tiratori ed il loro 21/43 da tre punti (copertura quasi assente negli angoli con una zona flottante) porteranno a casa ben 63 punti e nonostante Charlotte commettesse 17 TO contro i 19 avversari con un 25-11 di vantaggio nei fast break i palloni persi sono costati moltissimo a Charlotte, soprattutto nel terzo quarto quando Ball soprattutto ma anche i compagni, hanno perso palloni e mostrato una difesa che ha prestato il fianco alle transizioni avversarie o a giocate che hanno fatto allungare rapidamente Philadelphia.

Un parziale di 27-45 nel terzo quarto decreta una delle prestazioni più deludenti degli Hornets nella stagione in controtendenza con il buon periodo che Charlotte sta vivendo.

Battuta d’arresto forse scontata, il distacco meno ma la partita è degenerata in fretta.

32-47 a rimbalzo 34-38 negli assist (buoni i nostri numericamente ma eccessivi quelli avversari) e un 60,9% altissimo dal campo per la squadra di Rivers che ha impedito agli Hornets di rientrare in partita a causa di un sistema difensivo inappropriato e carente quando il rischio non va a buon fine.

Si archivia e si va a Miami cercando di far tesoro degli errori commessi nella Città dell’Amore fraterno.

Per Philadelphia 29 punti e 14 rimbalzi di Embiid, 23 pt. di Harris, Maxey 19 pt., 12 pt. a testa per Thybulle e Harden (13 assist per il secondo) e a 10 pt. la coppia formata da Milton e Niang.

LaMelo Ball: 4,5

13 pt. (5/12), 2 rimbalzi, 5 assist, 2 rubate, 6 TO, -31 in +/-. Qualche floater corto, fuori misura già nel primo tempo. Buona la rubata da dietro a DeAndre Jordan e certamente trova qualche sprazzo per mandare a canestro i compagni ma nel terzo quarto soffre Thybulle perdendo il pallino del gioco a anche il ritmo cercando passaggi improbabili e arrivano TO pesanti che ci trascinano fuori dalla partita. Due deep 3 che lo portano oltre quota 200 non bastano, in panchina nel finale non è ovviamente contento della prestazione e del risultato. Alla prossima.

Terry Rozier: 5

10 pt. (2/9), 4 rimbalzi, 6 assist, 5 rubate, -25 in +/-. In attacco a parte il flash nel finale di terzo quarto non c’è anche se si attiva subito nel punteggio con alcuni FT, gentile concessione della difesa locale. Il problema è che in difesa spacca come due scuole di pensiero, Nanto contro Hokuto perché vai a capire di chi è la colpa di questa scarsa difesa. Certamente ruba tanti palloni con interventi da ninja o da portiere ma la zona di Borrego mortifica i nostri esterni che nell’uno contro uno sono in ritardo sui close-out per un semplice tiro o sul movimento di palla avversario che ci fa accumulare ritardi maggiori negli spostamenti in rotazione.

Miles Bridges: 5,5

20 pt. (6/12), 5 rimbalzi, 3 assist, -25 in +/-. Per un po’ ci tiene in partita anche perché sulle incursioni è l’unico che abbia credibilità oltre a Harrell sui contatti. Gioca di fisico. Purtroppo per il giocatore degli Hornets sul quale si accennano voci come giocatore più migliorato (bruttissima la traduzione italiana) viene coinvolto in una debacle difensiva ampia e il plus/minus lo testimonia. Il fallo su Maxey come bloccante è un po’ ingenuo e finisce per far saltare definitivamente le speranze di rimonta. Un paio di pirotecniche schiacciate come il solito ma solo un ¼ (open nel terzo quarto) da fuori.

P.J. Washington: 6,5

14 pt. (6/10), 3 rimbalzi, 1 assist, 3 rubate, -3 in +/-. Tutto sommato uno di quelli che regge di più il confronto e il contatto anche se il numero di rimbalzi è esiguo, tuttavia mette mani su palloni sporcandoli. Nei suoi 26:07 trova un 2/4 da fuori e nel finale veleggia per una schiacciata appesa, bella, ma che non fa testo.

Mason Plumlee: 5,5

11 pt. (5/6), 3 rimbalzi, 4 assist, -25 in +/-. Cerca di fare il possibile per fermare l’orco Embiid con risultati non lusinghieri ma non si oppone malamente. Bellissima la schiacciata in corsa lanciata con stacco da triplista che Embiid incassa.

Kelly Oubre Jr.: 5,5

11 pt. (4/8), 3 rimbalzi, -10 in +/-. Qualcosa nel finale ma abbastanza mediocre.

Montrezl Harrell: 5,5

6 pt. (3/7), 2 rimbalzi, 4 assist, -17 in +/-. Come altri compagni dalla panchina entra nella seconda rotazione a partita decisa. A fasi alterne tra successo ed insuccesso, non sono bei clienti Embiid (sul quale compie n paio di bune difese) e Harris che gli segna in faccia da tre.

Cody Martin: 6,5

8 pt. (4/6), 4 rimbalzi, 5 assist, 2 rubate, -10 in +/-. Per il primo tempo con la sua dinamicità, la sua corsa, riesce a sopperire a qualche carenza strutturale della squadra recuperando palloni o segnando qualche canestro come sull’intercetto in corsa del passaggio di Harden per andare in schiacciata dopo la triangolazione in transizione con Ball.

Isaiah Thomas: 5,5

5 pt. (2/7), 2 rimbalzi, 2 assist. Un po’ meno performante delle uscite precedenti.

Jalen McDaniels: 6

7 pt. (1/2), 1 rubata. Si procura 4 liberi e li trasforma come mette a segno anche una tripla fluida e precisa nell’ultimo quarto. Vittima nel minutaggio ed impiego dal rientro di Hayward.

Gordon Hayward: 6

5 pt. (2/6), 3 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata, -4 in +/- con 16:50 di gioco. Subentra dalla panchina. Un paio di suoi passaggi sotto-misura consentono le schiacciate ai nostri lunghi. Bagna la prestazione con un floater ed una tripla così porta a casa 5 punti. L’aspettiamo con un minutaggio più ampio ma deve rimettersi in forma. Non è sembrato al 100%…

Nick Richards: 6

4 pt. (2/2), 1 rimbalzo, 1 stoppata, 2 TO in 3:29. Nel finale segna 4 punti e mette a segno anche una focosa stoppata ma commette due TO, uno su un blocco in movimento.

Coach James Borrego: 5

Perde la sfida tattica con il rivale Rivers e non riesce ad aggiustarsi in corsa.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.