Game 80: Charlotte Hornets Vs Orlando Magic 128-101

Intro

Countdown, -3.

Il numero 3 è tipico dei chi prende la vita come un gioco, in maniera illimitata e nel suo aspetto positivo divertente e potremmo parlare anche del “lato ombra” e del Joker (no, non Jokic ma l’antagonista di Batman) ma servirebbe un recap molto più lungo, ad ogni modo chi si ispira al numero 3 è pervaso dall’entusiasmo.

L’etimo di entusiasmo, altra parola greca, deriverebbe da en (dentro) e theos (Dio), ovvero colui che è ispirato, posseduto dallo spirito di un Dio.

Poeti, artisti, oracoli e altri “folli” agli occhi di una persona estremamente raziocinante, insomma…

La vena creativa del 3 supera illimitatamente la vita e la morte guardando tutto come una bolla di sapone, come un’illusione temporanea.

Charlotte ha basato molto sulla vena creativa dei propri principali protagonisti l’attacco, la follia nel non avere un sistema difensivamente valido (ok, potremmo parlare anche di che cosa “offre” il roster) che cerca di compensare con l’intensità e la velocità situazioni di mancata solidità non ha fatto altro che aumentare uno spettacolo fine a sé stesso.

Gli Hornets però per giungere a quota .500 anticipatamente a due partite dalla fine (augurandosi di superarla) e rimanere in scia a Brooklyn ed Atlanta (vittoriose la notte precedente) hanno bisogno di una vittoria che faccia da trampolino all’assalto a Chicago in back to back.

Mancano tre partite, appunto, fondamentali per cercare di risalire dalla decima posizione in classifica dalla quale servirebbero due mezzi miracoli, poi, per accedere alla vera post season-

Andamento della partita

I quintetti.

Dopo una buona partenza degli Hornets che vedeva Charlotte far perdere un pallone oltre il fondo a Mo Wagner, segnare con Plumlee al volo in mischia (correzione su alzata fuori misura di Bridges), recuperare un secondo pallone grazie alla pressione di Rozier, lo stesso Terry mancava una tripla e Fultz con uno spin e un reverse oltre il ferro e P.J. Washington pareggiava mostrando il proprio talento.

Un’alzata di P.J. Washington allargando la destra era utile per battere il proprio difensore ma Orlando segnava con un elbow di Fultz passando avanti con una drive dunk di Okeke che sorprendeva Rozier in marcatura e allungava con lo stesso giocatore in pull-up: 4-8.

I Calabroni a 8:36 recuperavano due punti grazie a due liberi di Plumlee ma venivano affondati da una tripla di Suggs su Plumlee e da una transizione sulla quale Suggs passando orizzontalmente palla da terra imbeccava Bamba per la schiacciata in corsa: 6-13.

Errore dio Bamba da fuori e prima tripla della partita di Ball (dopo averne mancate un paio): 9-13 ma Fultz alzava in corsa sulla chiusura di P.J. Che dall’altro lato del campo in lunetta segnava un libero sui due assegnati e il divario si alzava a 7 punti quando Fultz ne infilava altri due per il 10-17.

Una veloce incursione diagonale di ball con sottomano cominciava una rimonta proseguita con P.J. Washington che dalla destra allargava leggermente su Mo Wagner battendolo in partenza per arrivare alla schiacciata del -3 ma Orlando con un sol colpo – la tripla di Mo Wagner su Washington – riprendeva il +6 toccando quota 20.

Ball passava un blocco di P.J. Per segnare un runner e Cody Martin con un crossover verticale lasciava lì la difesa sparando a una mano su Mo Wagner una jam che esaltava la panchina: 18-20.

In back-door il lungo di Orlando si rifaceva agganciando il passaggio e schiacciando ma a 3:41 Rozier in entrata correggeva se stesso prima di vedere il compagno di reparto Martin arrivare a un altro due punti, questa volta in fing and roll, sempre grazie ad un’entrata decisa.

Il jumper di Rozier segnava il sorpasso: 24-22, mentre la tripla di Hampton non funzionava, Harrell, toccato da Robin Lopez metteva comunque dentro in girata mancando la cosa più facile, il libero supplementare.

La panchina di orlando nel finale era “no damage” per Charlotte e un blocking al limite di Lopez su Harrell consentiva al nostro centro di realizzare i due FT del +6: 30-24.

Nei secondi finali era ancor più al limite il fallo invertito chiamato dalla terna tra centri con Lopez a splittare e un deep 3 sulla sirena di Hampton finiva dentro per il 30-28.

Uno stacchetto delle Honey Bees in serata.

Il secondo quarto vedeva partire bene Harrell che si lanciava in una schiacciata super atletica in salto in girata andando oltre il ferro e Robin Lopez quindi la stoppata di McDaniels su Schofield che andava anche a commettere fallo su Ball portavano LaMelo e gli Hornets ad avvantaggiarsi allungando di due punti, facili in lunetta.

Harrell in corsa si girava in salto mettendo uno strano reverse oltre le due torri davanti al ferro mentre Orlando rompeva il parzialino con Brazdeikis: 36-30.

A 9:31, però, P.J. Washington accarezzava il solo cotone con la tripla e Ball approfittava delle incomprensioni difensive dei neri per realizzare una wide open 2: 42-30.

P.J. Washington stoppava in recupero Brazdeikis e Jalen dall’altra parte segnava due punti al ferro, Harrell stoppava anche Hampton mandando un messaggio agli ospiti che non ci stavano a lasciar via libera ad Oubre Jr. commettendo un altro fallo a 7:57.

2/2 di Kelly, altri due punti di Harrell che vessava la panca avversaria anche con un recupero portando Oubre Jr. a infilare altri due punti per il 50-30.

Il parziale da 14-0 era spezzato da Brazdeikis che con una tripla dall’angolo destro accorciava e mentre arrivava la notizia di un Mo Bamba che rimaneva out per un problema alla caviglia destra, Charlotte in lunetta allungava di 4 punti prima di vedere un super Harrell staccarsi da Lopez e andare a stoppare Fultz pronto all’appoggio solitario ravvicinato.

Okeke ed Oubre Jr. alzavano di tre per squadra il punteggio, Mo Wagner a 4:40 di uno per gli ospiti splittando due liberi prima che 15 secondi più tardi Kelly fallisse entrambi i tentativi a gioco fermo.

Il divario si orientava sempre tuttavia sulla ventina di punti di scarto con Rozier a segnare un pull-up prima e una tripla sempre sullo stesso Wagner al quale prendeva rapidamente il tempo due volte.

Terry appoggiava anche il 66-45 poi si svegliava Bridges che con un layup prima e un terrificante schiacciata a una mano in corsa poi risvegliava l’assopito Spectrum Center a 10 secondi dall’intervallo.

Peccato che da una 2nd chance Hampton avesse modo di segnare un altro buzzer beater, questa volta da due oltre la buona difesa di Rozier.

Rimanevano 20 punti tra le due squadre al rientro negli spogliatoi: 70-50.

Faceva male l’intervallo agli Hornets che “camomillati” rimettevano piede sul parquet fuori ritmo subendo il canestro da 3 di Mo Wagner a 10:42 che iniziava un parziale da 0-8 completato da Cannady a 9:29 prima che Borrego chiamasse un time-out sul 70-58.

Quel po’ di paura che Orlando rientrasse aumentava dopo l’ennesimo TO restituito da un bad block di Mo Wagner su Ball e quando in uno contro uno Plumlee si opponeva a Suggs che gli finiva contro, il blocco, unito al rimbalzo offensivo di Rozier su miss 3 di Washington, consentiva agli Hornets di sbloccarsi in lunetta a 8:36.

In poco più di due minuti gli Hornets si riportavano a regime con la steal di ball su Fultz per la jam in fuga e nonostante la tripla rimbalzante di Cannady anche Bridges dall’altra parte nel traffico aveva il ferro amico cosa che non serviva a Terry realizzando prima una tripla dalla sinistra e un canestro di sinistra in allungo centrale per l’81-61 a 6:23.

Dopo una tripla di Miles dall’angolo sx per il +21, Rozier e Schofield prendevano il comando delle operazioni offensive finalizzando un appoggio da rimbalzo spuntando sull’altro lato del ferro e mettendo dentro con un cambio passo con finta il primo e realizzando due triple dagli angoli opposti il secondo: 90-73 a 2:31.

Nonostante la tripla di Ball a 1:44 e la corsa con appoggio appena oltre il ferro, sempre ad opera della nostra point guard, Orlando arrivava agli ultimi 12 minuti accorciando di altri due: 97-82, una quindicina di punti buoni come margine ma non infiniti per non giocare l’ultima frazione.

McDaniels la inaugurava con due FT a 11:36, Ball la proseguiva con un’entrata a ricciolo per un perfetto little floater anticipando anche Lopez che avrebbe dovuto essere raggiunto da un passaggio e sulla fuga da transizione l’alzata con palla passata sotto le gambe in salto e fatta battere sul vetro per la jam dell’accorrente Harrell valeva il 103-82 a 10:14.

Ormai a partita pressoché chiusa si accendeva una rissa inutile cominciata con una piccola scaramuccia tra Hampton e McDaniels nella quale si inseriva P.J. Washington a separare gli avversari con irruenza, Lopez alle spalle spingeva P.J. che dava una manata al braccio del centro mentre arrivava tutto il resto del reame compreso Harrell, il quale non le mandava a dire e tra chi cercava di dividere e chi cercava la rissa, il tutto rimaneva entro certi limiti anche se la cosa si prolungava per un istante di troppo.

Il fallo tecnico di McDaniels faceva scattare i doppi tecnici per Harrell, Lopez e Schofield che finivano tutti e tre espulsi.

Lungo stop che faceva perder il ritmo a Charlotte che ripreso conduceva con la panchina profonda in porto la partita senza problemi.

Thor stoppava Brazdeikis e Bouknight sul contropiede serviva Jones in alley-oop (126-123) per chiudere la trilogia dei rookie.

Si lasciavano a Cannady un paio di triple ma il 128-101 finale diceva tutto su questo match.

Terry Rozier in buona serata offensiva. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

L’injury report su Orlando prima della partita.

Missione compiuta.

Charlotte vince una partita piuttosto facilmente trascinandola nella propria sfera magnetica nel secondo quarto quando Harrell, McDaniels e la panchina impazzano producendo un parziale da 14-0 che faceva allungare gli Hornets sul +20 (50-30), un divario mantenuto all’intervallo (70-50) e messo leggermente in discussione solo nei momenti in cui Charlotte ha perso il ritmo; inizio partita, avvio secondo tempo e dopo la lunga pausa dovuta a un accenno di rissa che ha portato all’espulsione di Harrell, Robin Lopez e Schofield che si univano a Mo Bamba, il quale aveva abbandonato in precedenza il parquet per un infortunio alla caviglia destra.

48 punti, 16 rimbalzi e 12 assist le cifre messe a referto dal duo in back-court di Charlotte.

Ball e Rozier hanno dato sostanza all’attacco che ha chiuso con il 52,2% contro il 40,0% avversario di una squadra che rimaneggiata, ha perso pezzi in partita.

Gli Hornets hanno controllato i tabelloni e sono riusciti a mettere in sicurezza uno degli aspetti più critici della squadra.

66-42 i punti in area e 17-5 nei fast break…

Per Orlando Okeke ha chiuso con 20 punti, Moritz Wagner con 17, mentre il quartetto composto da Fultz, Cannady, R.J. Hampton e Brazdeikis ha realizzato 12 punti a testa.

LaMelo Ball: 8

26 pt. (10/21), 8 rimbalzi, 9 assist, 4 rubate. Buona prestazione con una tripla doppia sfiorata soltanto ma dopo un inizio nel quale sembra voglia strafare tutto da solo con diversi errori, si rimette in carreggiata trovando le soluzioni migliori per se stesso sfruttando spazi e blocchi e la squadra limitando i TO (uno non è nemmeno troppo colpa sua con un passaggio basso per P.J. in contro-tempo) e si permette il lusso (dopo una palla intercettata diretta a Lopez) di un piccolo show-time con il passaggio in salto sotto le gambe con sfera rimbalzante al vetro per l’accorrente Harrell.

Terry Rozier: 7,5

22 pt. (9/17), 8 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, 1 stoppata in 26:28. Torna lui in attacco grazie a una difesa coriacea (leggi anche fallosa) ma non eccezionale con qualche errore da fuori di troppo (2/7) certamente ma anche con voglia e soluzioni per avvicinarsi al ferro sempre differenti anche se a volte sono appoggi leggermente fuori equilibrio come i due punti da rimbalzo volante convertiti nel secondo tempo. Ad un paio di rimbalzi dalla doppia doppia, peccato…

Miles Bridges: 6

13 pt. (4/12), 6 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, Un po’ in sordina, manca i primi tre tentativi da fuori prima di realizzar dall’angolo mancino. A volte in chiusura sui close-out è sfortunato (questo gli capita spesso in tutta la stagione anche se a volte è leggermente in ritardo ma li compie meglio di alcuni compagni) mentre in attacco è incisivo quando riesce ad arrivare bene al ferro. In una di queste occasioni, anziché appoggiare, sparava a una mano una bordata esaltando il pubblico.

P.J. Washington: 6,5

10 pt. (4/7), 6 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 2 stoppate. Nonostante l’inizio (dopo la palla toccata a Wagner finita sul corpo del giocatore avversario e oltre il fondo) sia stato un po’ difficoltoso sugli avversari (vedi anche Fultz in penetrazione), prende un po’ il ritmo segnando anche una buona tripla messa con fiducia toccando la doppia cifra da media stagionale o quasi.

Mason Plumlee: 5,5

4 pt. (1/2), 6 rimbalzi, 1 assist, 2 stoppate in 14:57. Prende un -8 di parziale nonostante un paio di stoppate e 6 discreti rimbalzi. A volte è attratto dall’avversario diretto (vedi Lopez) e non si avvede dell’esterno che sta marciando a canestro indisturbato ed anche se le colpe non sono sue, qualche aiuto non dispiacerebbe. Segna i primi due liberi poi ne manca un paio. Partita da comparsa quasi.

Kelly Oubre Jr.: 6,5

16 pt. (5/9), 6 rimbalzi, 1 assist in 23:43. La partita è discreta, buona in attacco anche se il suo 2/5 da 3 arriva con un tre punti nel finale inutile mentre in difesa è appena sufficiente con tentativi di anticipo o difese a volte un po’ larghe mentre a rimbalzo riesce a garantirsene 5 difensivi. Quando attacca il ferro, con semplicità, riesce a trovare punti o liberi anche se ne manca un paio in un unico giro. Pazzesco il +41 di plus/minus.

Montrezl Harrell: 7,5

14 pt. (6/6), 2 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 2 stoppate. 12 punti con 5/5 nel primo tempo dove è un fattore determinante sotto le plance. Segna in attacco con atletismo (schiacciata in girata oltre Lopez e il ferro o acrobatic in reverse passando due difensori) e blocca in difesa, chiedere a Fultz quando lo vede arrivare staccandosi da Lopez per rispedire il suo tiro lontano da canestro. Poi il suo carattere, il suo temperamento poco riflessivo, nel secondo tempo (leggermente in calo) non gli fa giocare tutti i minuti dovuti. L’espulsione durante l’accenno di rissa per fortuna non costa cara a Charlotte che aveva già chiuso la pratica, tuttavia il suo primo tempo aiuta a produrre il gap decisivo.

Cody Martin: 7

7 pt. (3/3), 4 rimbalzi, 1 assist in 21:43. Fa il suo non sbagliando i tiri che prende, i quali sono per inciso due azioni al ferro (una schiacciona a una mano per posterizzare Mo Wagner arrivando da un crossover verticale e un fing and roll) e una tripla accurata.

Isaiah Thomas: 6,5

7 pt. (3/6), 1 rimbalzo, 1 assist nei 7:45 finali. A parte un fallo che ci costa un and one, un paio di penetrazioni consecutive nel garbage time sono buona cosa.

Jalen McDaniels: 7,5

6 pt. (2/4), 3 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, 2 stoppate. Decisivo come Harrell nel mettere pressione, rubare, stoppare e conquistare rimbalzi, nel primo tempo è un fattore e Schofield ne fa esperienza prendendosi una stoppata netta da lui. Il suo fallo (normale) su Hampton scatena la rissa. Altra buona uscita dalla panchina.

J.T. Thor: 6,5

1 pt. (0/1), 1 stoppata, 1 assist in 5:25. Cancella Brazdeikis nel finale con una stoppata che eclissa il lungo bianco facendo partire la transizione chiusa da Jones.

James Bouknight: 6

0 pt. (0/2), 3 rimbalzi, 3 assist in 4:01. Manca un paio di conclusioni ma innesca i compagni. Suo l’assist per Jones in alley-oop. Cattura anche tre rimbalzi, ha voglia di giocare e si nota anche se il tiro è da rivedere.

Kai Jones: 6,5

2 pt. (1/1), 1 rimbalzo in 2:34. Si presenta con i capelli blu-verdi, il blu per gli Hornets (tendente un po’ al viola ma sarebbe il viola il colore secondario) e il verde teal fatto da sua mamma per lui. Dice di amare molto questo colore di capelli che gli porta bene quando esplode a canestro per l’alley-oop offertogli da Bouknight. Assomiglia a un giovane Hulk in erba. Piccolo momento di gloria anche per lui nel finale.

Nick Richards: 6

0 pt. (0/0), 2 rimbalzi in 4:35. Un paio di rimbalzi poi relax da spiaggia giamaicana nel garbage time.

Coach James Borrego: 6,5

Dopo un inizio un po’ preoccupante trova una panchina che gli da una mano a chiuder la partita. Questi Hornets un po’ diesel giocano sul ritmo e non devono perderlo. Vedi le difficoltà iniziali e quelle al rientro degli spogliatoi. Con Orlando tutto facile ma bisogna mantenere alta la concentrazione per le prossime due sfide.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.