Game 9: Charlotte Hornets @ Golden State Warriors 92-114

Il pezzo sarà completato nel pomeriggio con le pagelle.

Intro

Dante si perde in una foresta prima di affrontare l’inferno, Gesù rimane 40 giorni nel deserto a contatto con Satana, bestie selvatiche e gli angeli per uscire rafforzato dalla prova, Charlotte alla vigilia della quintuplice trasferta a Ovest cade in casa contro Cleveland e complica un po’ il suo cammino lasciando qualche dubbio a se stessa e ai fan soprattutto.

La prima tappa oltretutto è in California contro i Warriors sul 5-1, trasferta insidiosa quindi.

Chissà se gli Hornets avranno fatto uno scalo proprio in California all’Anza-Borrego Desert State Park.

“Non mi dispiace essere in viaggio con questa squadra”, ha detto lunedì l’allenatore di Charlotte James Borrego.

“Questo gruppo si trincera davvero. Sono insieme, sono uniti. Noi contro il mondo. Non mi dispiace.”

Come avrete notato il nome del parco contiene la parola Borrego (essendo al confine meridionale vicino al Messico) che in inglese è traducibile come “bighorn”, ovvero, la pecora selvatica.

Il deserto comunemente viene associato nell’immaginazione popolare come un luogo arido e sterile ma non sempre è così, in questo luogo di montagne e canyon con altitudine media di 1888 mt., ormai attaccato dai cambiamenti climatici vivono flora (molto delicata) e fauna (civette, volpi pigmee, coyote, roadrunner, tartarughe, puma, linci, cervi e serpenti a sonagli).

Che sia solo un viaggio (comunemente le nostre vacanze servono a ristorare corpo e mente) per gli Hornets o un metaforico ritrovarsi dopo aver meditato sui propri errori, peccati contro i Cavs, l’importante è giocare con fiducia avendo un team che, per come è stato costruito, può vincere o perdere contro chiunque ma per essere felici a fine partita deve conoscersi e ottimizzare le proprie risorse facendo fiorire in ogni giocatore le caratteristiche migliori a disposizione evitando soluzioni improbabili ed egoiste non nelle corde del singolo.

Vada come vada la parola d’ordine è ritrovarsi per cercare di mantenere una classifica che ci porti ai PO.

Andamento della partita

Palla a due era vinta agli Hornets con un doppio tocco e due erano anche i tentativi consecutivi di Bridges da tre punti.

Dopo il rimbalzo di Rozier e l’apertura di Ball, buona la seconda.

Time-out di Kerr dopo 23 secondi per problemi a Poole non gravi poiché rientrava e segnava il 3 pari.

Rozier viveva un primo quarto dalle polveri bagnatissime cominciando a mancare due tre punti nel duello con Curry che marcava comunque benissimo ma un passaggio di Steph per l’arcobaleno di Poole da sotto portava in vantaggio i gialloblu.

Quelli della baia erano ripresi da Ball e superati da Hayward (timida schiacciata in corsa per il 7-5) e mentre Looney mancava due FT e Rozier stava addosso a Curry, a 7:04, su una delle numerose steal Ball apriva per Rozier ma arrivando il fallo di Poole il clear path era doveroso.

Due liberi affondati da Ball ma nulla sull’ulteriore possesso con Rozier ancora impreciso.

Il catch n’shoot dalla destra di Poole per il 9-8 era sentore di sorpasso respinto da Bridges a 5.45 per il 12-8 e mentre Terry mancava anche un facile layup in transizione, ball ringraziava a rimorchio segnando il 14-8.

Si arrivava sul 16-10 quando Borrego mandava in campo la panchina tenendo il solo Hayward del quintetto iniziale sul parquet.

Un TO di Charlotte consentiva a Green di appoggiare ma dalla destra Hayward calava la tripla del 19-12 replicata da Bjelica sull’altro fronte.

Smith generava il secondo TO e per Payton II era facile schiacciare il -2.

P.J. allontanava i padroni di casa con una bomba ma Poole passava il Telepass Oubre Jr., tuttavia lasciare Hayward in quintetto dava i suoi frutti poiché Gordon arrivava in corsa ad appoggiare deciso alla tabella il 24-19.

Bjelica segnava un two mancando l’and one (fallo di martin alle spalle) ma si faceva rubare sotto il proprio canestro palla da Hayward che a contatto capiva le intenzioni di passaggio, compiva il furto e chiudeva il quarto sul 26-21.

La panchina degli Hornets reggeva poco in avvio secondo periodo così Curry trovava il primo canestro e Iguodala il pareggio con la tripla a quota 26, equità che si riproponeva a quota 29.

A rompere la parità ci provava Bridges che in entrata depositava lo scoop, colpiva da tre e segnava in turnaround dal post basso sx in uno contro uno prima di esaltarsi in transizione con arresto frontale e tripla dalla top of the key per il 39-32.

Purtroppo per Charlotte i Warriors trovavano un gran Poole che realizzando un paio di triple riportava a contratto stretto i suoi (41-40) prima di riuscire a pareggiare a quota 43 con l’ennesima granata.

Plumlee splittava dalla lunetta e Poole si esaltava infilando l’ennesima stilettata da fuori per il 44-46.Miles segnava in schiacciata per il pari su un passaggio in corsa di ball smistato con no look e lo stesso numero zero respingeva solarmente il tentativo di affondata di Wiggins mentre Hayward dal mid range sinistro faceva toccare quota 50 a Charlotte.

Green splittando pareggiava dalla lunetta ma dopo un torto ai Calabroni (una rimessa invertita), Curry trovava i suoi primi tre punti del match e Plumlee con un improbabilissimo gancio in girata da marcato dava buona rotazione e direzione alla palla che morbidamente entrando chiudeva le marcature dei primi 24 minuti sul 52-53.

Warriors con un Poole da 22 punti, Curry con 5.

Per Charlotte erano 21 da Bridges e 13 da Hayward.

Il 12/25 contro il 6/20 da tre premiava i padroni di casa sul filo nonostante il 5-10 nei TO.

Tabellino di Charlotte a fine primo tempo.

La ripresa partiva male con un blocco per Poole che non lasciava ancora scampo a Charlotte tuttavia lo scoop di Rozier e la tripla di Miles dall’angolo sinistro valevano l’aggancio a quota 57.

Wiggins in entrata a ricciolo dalla sx alzava di quel tanto che bastava per superare Hayward mentre Miles si esibiva con un hook dopo il turnaround sulla linea di fondo con poca finestra ma comunque a segno per il 59 pari.

Ball anticipava un passaggio verso Green e segnava in solitaria la jam ma Wiggins era fortunato con un rim/glass da 3punti e mentre Looney da sotto recuperava un paio di canestri come Wiggins si faceva un paio di giri in lunetta, gli Hornets con brutte scelte in attacco non trovavano più il bandolo della matassa consentendo ai Guerrieri di scappare sul 63-70.

Il time-out di Borrego a 5:15 era un’ibridazione tra l’esigenza di risistemare le cose e cambiare Plumlee autore di qualche scelta scriteriata.

A nulla serviva inserire P.J. perché Charlotte, irretita dalla difesa del team di Kerr, passava solo con un FT tecnico affibbiato a Poole realizzato da Miles mentre la difesa degli Hornets era tagliata a fette dall’erede di Payton e soci.

Golden State volava sul 64-80 poiché i più di 9 minuti senza segnare dal campo di Charlotte erano interrotti solo dalla tripla di P.J. Washington a :26.3 ma il canestro estemporaneo serviva solo a riportare a -13 Charlotte.

Nell’ultimo quarto Charlotte arrivava al massimo sino al -6 con due FT di Hayward (92-98) ma una tripla di Wiggins dall’angolo tagliava le gambe agli Hornets che lasciavano anche a Payton, il più piccolo sul terreno, un rimbalzo offensivo e conseguente canestro.

La festa dei Warriors e un Miles che sedendosi in panchina, nonostante i 32 punti risultava visibilmente scoraggiato, chiudevano la gara che in garbage time prendeva i connotati di un 92-114 finale.

Nei Warriors: 31 punti per Poole, 15 per Curry e Lee, 14 a testa per Payton II e Wiggins.

Hayward prova a trovare Bridges che chiuderà con 32 punti mentre Gordon sarà il secondo miglior marcatore di Charlotte con 23. A seguire LaMelo Ball con 14. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

In una partita con squadre partite abbastanza aggressive che similarmente facevano del passaggio e del tiro da tre le loro armi migliori unitamente alle transizioni indotte, ad avere la meglio è stato l’atteggiamento difensivo.

Dopo un primo tempo equilibrato finito sotto di un punto con Charlotte che ha giocato leggermente meglio ma ha sprecato troppo, nel terzo quarto la difesa di Golden State (terza miglior difesa NBA) si è materializzata approfittando anche di aver contro la penultima di tutta la NBA nel terzo.

Quando poi Charlotte ha avuto il proprio blackout totale non trovando la retina dal campo per ben più di 9 minuti, gestendo male troppi attacchi sotto la pressione di Payton e soci, il divario si è fatto irrimediabilmente troppo ampio.

I locali arrivavano a toccare il +16 e gli Hornets che compivano uno sforzo per rientrare sino al -6 non sono stati capaci di andare oltre nell’ultimo quarto anche perché il finale è stato tutto a favore della squadra di Curry.

18-33 eloquente negli assist e percentuali da tre punti crollate per gli Hornets sino a un 27,8% finale contro il 40,0% avversario condannano irrimediabilmente Charlotte.

LaMelo Ball: 6,5

Serpente a sonagli. After Cleveland il golden boy di Charlotte prova subito a capire se tra la salsedine di San Francisco è aria per lui e sibilando si mostra pericoloso raggiungendo il top sul passaggio verticale che manda a canestro Miles nel primo tempo come top della gamma di 8 assist sfornati nella notte. Striscia con una squadra che inventa poco e facendosi rubare 4 palloni, restituisce le palle perse con 4 rubate e guadagna 5 rimbalzi, peccato finisca solo a 14 punti con un 5/14 al tiro figlio dello 0/6 dalla distanza. Molto meglio quando attacca il ferro.

Terry Rozier: 5

Puma. Qualcuno ha sollevato il dubbio che Terry non si intersechi bene con Bridges e lui non fa molto per smentirlo. Più che altro il dubbio è che entri in loop negativo troppo spesso ultimamente se il tiro non gli entra e forzi facendo cose un po’ troppo complicate solo che “incazzato come un puma” non trova più l’armonia. Questa volta non risorge nemmeno nel finale anche se una bomba la mette. In difesa nel primo tempo annulla Curry alla grande ma finisce con solo 5 punti con un 2/12 dal campo (1/7 da 3), 6 rimbalzi, 2 assist e 3 TO, non certamente sufficiente.

Gordon Hayward: 7

Volpe. Il luccicante mondo di San Francisco ravviva Gordon che finisce con 23 punti (qualche fallo subito a cui non corrispondono tiri in lunetta (gli arbitri su Gordon erano forse le tre scimmie?) per il più grande tiratore di liberi ai PO. 8/15 al tiro e 11 rimbalzi per andare in doppia doppia. 2 assist e 1 rubata. Tiene bene insieme alla bench nel primo tempo, sparisce insieme alla squadra nel secondo scuotendo la testa quando rientra in panchina ma la sua prova come scorer è buona giacché ci ha mostrato un po’ del suo repertorio di finte e furberie varie, tutte legali (mi è piaciuto molto l’ottimo giro sul piede perno sulla baseline sx con il quale ha lasciato indietro il difensore per poi farsi saltare addosso e guadagnare due FT).

Miles Bridges: 8

Cervo. La parola “fear” è abolita dal dizionario milesiano. In formato maxi a metà del secondo quarto si ripresenta nell’ultimo quarto con altri canestri ma nonostante sia commovente e mi ricordi Larry Johnson per la potenza, la fluidità, la voglia e le novità (vedi arresto e tiro frontale in transizione con tripla annessa e connessa alla retina) che ha dimostrato stanotte purtroppo non basta. Una mega stoppata su Wiggins, degli spin che… “Tornado di Taz” spostati, impreziositi con appoggio finale e buon uso del corpo. Chiude con 32 punti (12/22), 5/9 da tre, uno dei pochi ad avere una media alta da fuori, 9 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate, 2 stoppate.

Mason Plumlee: 5,5

Tartaruga. In una partita come questa un centro vero avrebbe potuto spaccare la partita in un team come quello degli Hornets portato a colpire da fuori. Lui si inerpica una volta con un turnaround improbabile segnando pure. Chiude con 7 punti (3/7 dal campo), 4 rimbalzi, 2 rubate in 20:04. Meno peggio del previsto in difesa ma non fa la differenza in attacco dove commette anche un brutto TO.

Kelly Oubre Jr.: 4

Coyote. Il giocatore che più passa da alte vette a letti di torrenti in secca insegue sé stesso come Willy il coyote inseguiva il Bip Bip senza mai afferrarlo. Simpatico ma il problema è che rispetto a Willy questo ragazzo non si ingegna e non pare aver voglia di far sul serio e se continuasse così il secondo anno di contratto può scordarselo. Indisponente. Iniziare a giocare seriamente e a difendere sarebbe un bel modo per ricambiare l’affetto e la fiducia dei tifosi. Pascola, indipendentemente da chi stia sostituendo, problema di atteggiamento mentale e di un gioco corale monotematico… 0 pt. (0/4, 0/3 da 3 pt.), 1 rimbalzo, 1 assist, 2 TO.

Ish Smith: 4,5

Come un roadrunner corre imprendibile in genere ma questa sera parte male e di fa soffiare ben 4 sanguinosi palloni, inoltre altezza e fisico esile non lo aiutano di certo in difesa e Charlotte viene travolta con lui sul parquet. 2 pt. (1/3), 2 rimbalzi, -18 in plus/minus in 14:27. Rispetto a quello visto a BKN, irriconoscibile.

Cody Martin: 4,5

Incarna la testardaggine del bighorn così come le limitate possibilità a fronte di altre forme di vita ma sul suo terreno è agile. Sul suo, perché a San Francisco pare un pesce fuor d’acqua. Cosa guardi non si sa ma evidentemente non il giocatore vicino che immancabilmente ne approfitta (anche nel primo tempo commette un fallo alle spalle a canestro già realizzato)… Segna nell’ultimo quarto dalla baseline un buon canestro ma solo perché bloccato tuttavia manca il libero seguente. 2 pt. (1/3), 5 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata.

P.J. Washington: 6

Civetta. Appollaiato dalla linea dei tre punti è da lì che prende la maggior parte dei suoi tiri (2/5 su 2/8 totali). Chiude con 7 punti e 5 rimbalzi oltre a 1 TO in 17:22. Ha il merito di provar a cominciare una rimonta portando punti a cavallo degli ultimi due quarti anche se prima con i suoi tiri a salve aveva incarnato la mia idiosincrasia per questo eccesso.

Jalen McDaniels: s.v.

Lince. 0 pt. (0/2), 1 TO in 2:23. Garbage puro e un paio di colpi a salve per Jalen che non graffia però.

Nick Richards: s.v.

Tartaruga. 0 pt. In 1:51. Nulla da segnalare.

James Bouknight: s.v.

Fiore. Uno di quei fiori che nascono sulla roccia, raro e introvabile, infatti, anche Borrego non lo vede trovandolo solamente nel finale per farlo sgranchire. In una partita del genere avrebbe potuto provarlo prima visti i risultati dei più quotati giocatori. 0 pt., (0/1) in 1:51.

Coach James Borrego: 4

Qualcuno gli dica che ci siamo anche noi, i fan. Soli contro il mondo lui e la squadra aveva detto… Beh, io, come tanti altri ci sono da prima che lui fosse coach. Mi fa piacere se l’intento sia stato quello di voler dare una sveglia alla squadra ma a giudicare dall’impegno di alcuni direi che non ha sortito un grande effetto come in “Ogni Maledetta Domenica”. Suppongo abbia dei problemi a vedere dall’interno le cose o semplicemente sia molto testardo nel proporre il suo gioco. Chissà se questa (meritata) sconfitta gli rischiarerà le idee sul fatto che un minimo di gioco dovrebbe riuscire a darlo. Non segnare dal campo per nove minuti infilando solo liberi e per di più un paio di tecnici, è da partita horribilis. Buon primo tempo con la scelta di tener in campo Hayward con la panchina, secondo da collasso. C’è da sistemare la difesa anche se il materiale non è eccellente, lui ci mette del suo con il suo modo di giocare e la scelta degli interpreti inadeguatamente coperti. Puoi giocare a darle e prenderle solo se sai darle. Così non avremo una stagione super positiva, ad andar bene potremmo danzare intorno al 50% di vittorie al massimo.

HORNETS at WARRIORS | FULL GAME HIGHLIGHTS | November 3, 2021 – YouTube

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.